Destino Incerto

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1.     Like  
     
    .
    Avatar

    Group
    Member
    Posts
    4,118
    Reputation
    +350
    Location
    ehm...da qualche parte

    Status
    Offline

    Orario di visite

    I


    Erano stati giorni pieni di trambusto e di eventi insoliti; per alcuni saranno sicuramente sembrati shockanti, dopo che la sicurezza del palazzo del Daimyo e dello stesso villaggio erano state infrante, mentre Kiyomi potè finalmente tirare un sospiro di sollievo per la fine del suo ciclo mestruale.
    Al suo orecchio era arrivata voce che Raizen si trovasse in ospedale, e, convinta dalla voglia di conoscere gli avvenimenti dell'altra sera e di scoprire in che condizioni si trovasse, si decise ad andare a fargli visita, rimediando un paio di cose che avrebbero potuto fargli piacere.

    Il giorno seguente si diresse all'ospedale di buon mattino, sulla sua cavalcatura piumata; non aveva indossato vesti con colori sgargianti, ma neanche troppo scuri, non volendo sembrare a lutto, quindi optò per un vestito di un rosso acceso con maniche molto larghe, ed anche se le giornate erano ancora fredde, non mancò una scollatura non da poco (per cercare di tirare su di morale il povero infermo). [Immagine]

    6abf0c858fb8cb97a2857be3772275e3--long-red-dresses-red-evening-d


    Con i suoi tacchi che risuonavano chiaramente nel silenzioso corridoio e con i suoi doni tra le mani, dopo aver superato i controlli di sicurezza, entrò nella stanza dell'Hokage senza perder tempo a bussare. Se fosse stato sveglio, Raizen si sarebbe trovato Kiyomi nella stanza senza troppe cerimonie, la quale sarebbe rimasta ferma per un paio di secondi ad osservarlo, prima disalutarlo a modo suo.
    Oh cielo, ti hanno conciato proprio male. Avrebbe detto con molta tranquillità, per poi entrare seguita dalla volpe che l'uomo aveva già conosciuto e chiudere la porta dietro di sè. Comunque, buongiorno Raizen, spero che tu abbia dormito. E senza pensarci oltre, dopo aver posato su una sedia ciò che aveva in mano, ovvero un vaso con un bonsai poggiato su quello che sembrava un vestito ripiegato, si sarebbe diretta verso la finestra, spalancando sia quella (se fosse stata aperta) che le tende.
    Che diamine, facciamo entrare un po' d'aria, che ti fa bene. [Nota]Se quando entra Kiyomi, Raizen sta dormendo,
    l'avrebbe salutato dopo averlo svegliato aprendo tranquillamente tende e finestra.

    Ti ho portato un regalino, direttamente dal mio giardino. E' una pianta di mandarini bonsai. Sono buoni, eh, ma dovresti mangiarli prima che cadano e marciscano, è quasi passata la loro stagione.
    E ricordati di annaffiarlo una volta a settimana e lasciarlo in luoghi luminosi.
    Mentre parlava, avrebbe preso l'alberello

    cura-bonsai-di-mandarino_O2

    , che era alto circa 30 cm e pieno di foglie e minuscoli frutti che pendevano dai sottili rami, e piazzato sul davanzale della finestra, e una volta finito, si sarebbe seduta su una sedia non troppo distante dal letto, con la volpe che saltò sul suo grembo lasciandosi accarezzare.
    Allora...Come ti senti? E se ti va, potresti dirmi cos'è successo l'altra sera, perchè io ricordo poco e niente.
    Con la sua serenità nel parlare, non sembrava che si stesse rivolgendo ad una persona ferita nel corpo e potenzialmente nello spirito, ma ormai Raizen avrebbe dovuto capire che non si trattava di una donna che si lasciava andare facilmente a sentimenti cupi o eccessiva empatia, ma forse quell'aria rilassata, diversa da quella che lo circondava e dalle altre persone che entravano in quella stanza, avrebbe potuto magari allontanare per un attimo i tristi pensieri dello sfortunato colosso.

    Questo post è ambientato prima dell'arrivo di Febh, ma nella stessa giornata
     
    .
  2.     Like  
     
    .
    Avatar

    Dracarys

    Group
    Giocatori
    Posts
    6,932
    Reputation
    +18
    Location
    Ravenna

    Status
    Offline

    Destino Incerto


    5° post



    Pensato
    Parlato



    Kairi osservò sempre più innervosita l'amministratore di Oto vomitarle letteralmente addosso un quantitativo di acido che avrebbe fatto invidia anche alla comare più zitella del quartiere, e nonostante lo sguardo spaventoso dell'uomo non abbassò mai il suo: cominciava ad essere stanca, molto stanca di essere trattata dagli shinobi più esperti di lei come una bambina alle prime armi, complice anche la ferita sempre più profonda nel suo orgoglio causata dal dover accettare di non essere forte ed in grado di fronteggiare le difficoltà come pensava nonostante i continui e sfiancanti addestramenti a cui si sottoponeva sin da quando era entrata in accademia.
    Non era mai abbastanza ed ognuno degli eventi accaduto di recente sembrava un messaggio dei kami atto a farle capire come là fuori ci fossero dei veri e propri mostri che la ragazza non sarebbe mai stata in grado di fronteggiare da sola, uno di loro era davanti a lei proprio in quel momento.

    Nonostante tutto la rabbia che provava in quel momento sarebbe stata evidente a chiunque la stesse osservando e dovette fare affidamento a tutto il suo auto-controllo per evitare che lo sharingan si attivasse in maniera quasi istintiva, come spesso le succedeva ultimamente quando le emozioni prendevano il sopravvento. Fu Hebiko ancora una volta ad intervenire per placare gli animi mentre l'Uchiha passò lo sguardo dall'otese a lei, inspirando ed espirando profondamente nel tentativo di calmarsi: d'altronde cosa avrebbe potuto fare anche volendo?
    Era consapevole di quanto l'uomo fosse estremamente più forte di lei e di come in nessun modo sarebbe riuscito a tenerlo fuori, non era nemmeno nelle sue intenzioni in realtà considerato l'invito che aveva ricevuto da Raizen ma Febh la stava facendo letteralmente uscire fuori dai gangheri e considerato il suo attuale stato psicologico trattenersi dal rispondergli come avrebbe voluto fu una reale impresa: non solo, in quel momento si faceva sempre più strada in lei il desiderio di poter essere talmente forte da zittire chiunque la trattasse come un moscerino, facendogli ingoiare quella superbia che tanto ostentavano. Si morse il labbro inferiore rimanendo in silenzio diversi istanti prima di parlare di nuovo Potete passare, non è mai stata mia intenzione non farvi entrare iniziò rivolta dapprima ad Hebiko per poi passare lo sguardo sullo Yakushi So bene come potrebbe distruggere Konoha a mani nude, ma mio compito e dovere è quello di rispettare le regole, o perlomeno di tentare di farlo. In nessun modo potrei evitare di farla entrare ed in nessun modo posso farle consegnare le armi contro il suo volere, speravo in una collaborazione almeno minima ma mi sbagliavo troppo esasperata e troppo vicina ad una crisi di nervi nonostante non stesse esprimendo ogni suo pensiero non riuscì a trattenere completamente la lingua, consapevole che la cosa sarebbe ahimè potuta rivoltarsi contro di lei. Osservando Febh dritto negli occhi avrebbe quindi continuato Io sarò forse ottusa nel mio tentare di seguire le regole ad ogni costo, ma Raizen l'ha contattata perché ha bisogno del vostro aiuto, minacciare un suo guardiano e tentare di distruggere le mura senza motivo non è di certo il modo migliore per farlo: vi ho visti combattere tempo fa e l'unico uomo che potrebbe fermarvi in questo momento è bloccato in un letto ospedaliero senza un braccio e... si morse la lingua prima di continuare, presa dalla foga stava quasi per gridare ai quattro venti come il kyuubi fosse stato sottratto al loro kage ...niente, lo scoprirete. Tenetevi le vostre armi se è così importante, non cambierebbe la situazione in cui ci troviamo avrebbe quindi aperto il portone, facendo cenno ad entrambi di passare e ripromettendosi che non appena fosse riuscita a diventare chunin avrebbe fatto tutto ciò in suo potere per entrare nelle squadre speciali ed abbandonare quel ruolo che, ne aveva ogni giorno più prova, non era decisamente il più adatto a lei.


    ----------------------------------------------------------

    La ragazza annuì alla spiegazione sulle maschere, per poi sorridere gentilmente quando Raizen la ringraziò Non devi ringraziare, credo l'avrebbe fatto chiunque. Spero di vederti fuori da questo letto il prima possibile, Konoha ha bisogno di te. Buon riposo si sarebbe quindi allontanata dalla stanza, lasciando l'uomo al riposo che necessitava.



     
    .
  3.     Like  
     
    .
    Avatar

    È colpa tua. Ratty

    Group
    Staff GdR
    Posts
    15,700
    Reputation
    +1,591
    Location
    Top Secret...

    Status
    Offline
    Le Affettività di Febh Yakushi

    Le Mura di Konoha

    Io ho collaborato. Tu e le mura siete ancora qui, no? Replicò senza alcuna intenzione di celare l'arroganza che stava dietro al suo atteggiamento, tuttavia la sua avversione in generale per le regole prive di senso (a meno che non le avesse imposte lui sull'onda del momento) era qualcosa che slatentizzava tutta la sua indisponenza. Kairi, prima tra tutti i guardiani da lui incontrati, forse per la presenza di Hebiko o per il suo peculiare stato psicologico, alla fine fu accondiscendente e lasciò che il ninja passasse con le sue armi intatte. Se sai che una cosa è inutile, non perché non puoi ottenerla ma perché si tratta di una regola stupida e sterile, allora forse dovresti inviare le tue energie nel creare una nuova regola più sensata. Magari procurarti un esperto di Fuuinjutsu che possa sigillare le armi invece che sottrarle agli shinobi...o interpellando qualcuno con lo Sharingan o abile nelle illusioni potresti pensare a un genjutsu apposito che le renda inutilizzabili finché si sta dentro Konoha. La mancanza di elasticità mentale è quello che rende un ninja un frustrato...o un cadavere. Sbuffò, decisamente più calmo ora che l'ostacolo era stato rimosso. Con la giusta elasticità è possibile anche battere avversari ritenuti imbattibili, o scacciare un'intera forza di invasione da soli. Io lo ho fatto. Aveva in effetti liberato la capitale di Kumo a suon di chiacchiere, grosso modo.

    Poi lei ebbe da riprenderlo, lasciandosi però sfuggire qualcosa su un braccio mozzato, informazione alla quale lo Yakushi si accigliò. Mmmh...si. Lo scopriremo se non ci saranno altre persone ottuse a fermarci. Essere ottusi è la morte di un ninja. Ricordalo. All'aprire del cancello passò oltre. Muoviti, Hebiko. E, Guardiano... Con un gesto assai rapido della mano le lanciò qualcosa: sembrava un bracciale con una sottile lama arrotolata intorno, la cui punta era sferica e con diversi spuntoni laterali. Quella è la mia arma. Vedi di restituirla intatta. Oltre all'arma (ne aveva comunque molte altre appresso, ma nei tatuaggi) le aveva buttato un sacchetto contenente cinque piccole pillole nere. Le caramelle puoi tenerle, ma ti suggerisco di farle mangiare solo se vuoi che qualcuno non distingua più realtà e fantasia. [Dono]Ottieni 5 dosi di Veleno Allucinogeno
    Dato che sono già in formulazione di pillola da inghiottire, magari mescolata al cibo o sciolta in acqua (ha un delicato sapore zuccherato), e che è un dono IN Gdr non serve Conoscenza dei Veleni per usarle ma hai solo 5 pillole e non si ricaricheranno col tempo.

    Veleno Allucinogeno (5 Dosi) [Veleno]
    La somministrazione di 1 dose prolunga di 2 round gli effetti di qualunque genjutsu subito dalla vittima (in atto od attivato entro 2 round dalla somministrazione) anche oltre la disattivazione della tecnica. La vittima, se somministrate ulteriori 2 dosi entro 2 round dalla prima somministrazione, vedrà l'efficacia del Rilascio diminuita di 20.Tipo: Supporto/Veleno - 0
    Dimensione: Minuscola
    Quantità: 1
    (Potenza:1 | Durezza: 1 | Crediti: 60)
    Consideralo un premio per aver messo da parte l'ottusità per un secondo, anche se a fatica. Poi pochi passi dopo aggiunse, rivolto solo a Hebiko: Il mio premio invece è stato aver dimostrato che quell'idiozia della Volontà del Fuoco è solo Ottusità e che basta parlar chiaro per spegnerla. Aveva un ghigno estremamente soddisfatto sul volto. Però se ha ceduto così in fretta la situazione deve essere parecchio peggio di quanto pensavamo. Andiamo. Che poi...come la conosci, quella?

    Febh Yakushi, come un gatto, era imprevedibile: poteva decidere di combattere intere squadre nemiche pur di farsi aprire una porta, salvo poi entrare comunque dalla finestra o andare via. Per lui dimostrare di avere ragione, fosse stata anche la ragione del prepotente, era molto più importante che vincere qualcosa di materiale.


    In Ospedale

    Se Febh Yakushi aveva, per orgoglio o disgusto, ignorato completamente le parole di Hebiko e calpestato senza pietà i sentimenti del ninja spezzato, al contrario il Kappa era estremamente propenso a dare una mano in ogni modo possibile, come quando, poco prima della guarigione, indicò le mani della kunoichi là presente che si contraevano spasmodicamente. Oh, crampi muscolari. Ti consiglio di fare un bell'impacco di alghe, sputo di cammello e rabarbaro stufato. Stufato, mi raccomando, non bollito o non esce. Le conoscenze dello Youkai nelle arti mediche erano leggendarie. Nel senso che verosimilmente si trattava di leggende davanti alle quali anche uno sciamano mistico avrebbe avanzato qualche dubbio...e tuttavia il mondo poteva contenere molte sorprese, alcune a forma di sciamano mascherato con gonnellino di pelle e gabbiano morto in testa. Nel suo mondo ovviamente l'idea che la ragazza volesse strangolarlo era fuori questione: in fondo era un Kappa millenario.

    Un Kappa millenario abbastanza stordito, con il becco che a momenti cadeva, che nel giro di una frazione di secondo si ritrovò nell'abbraccio di un orso con un camice da ospedale aperto sul didietro. Eh...EHI! EHI! Decisamente imbarazzato, mostrò palesemente come non si aspettasse una simile riconoscenza, dopotutto per lui un braccio e qualche frattura erano questioni di ordinaria amministrazione (una volta Febh si era tagliato un braccio facendolo ricrescere perchè non trovava il tagliaunghie e non aveva nessuna voglia di cercarlo...non che il Kappa fosse Febh, ovviamente, ma era una interessante divagazione aneddotica, no?) Libero dalla stretta, decisamente arrossito davanti a una reazione così sincera...si era mentalmente preparato a qualche commento sarcastico per poi elargire un modesto "non è nulla di chè" con aria di sufficienza, ma questo lo aveva spiazzato. Spazio vitale, ok? Questo è il MIO spazio vitale da Youkai e questo è il TUO spazio vitale da mortale, ok? Non esageriamo ora! Gesticolando aveva descritto le due aree, ma poco ci mancava che, decisamente poco avvezzo a manifestazioni sincere, si ritirasse sul soffitto come un gatto appeso per le unghie. Hebiko intanto era completamente soppraffatta da quell'evento per lui così abitudinario. Amministratore? Yakushi? Immagino che quel mirabile ninja sia capace di fare le cose anche meglio di me, anzi, ne sono praticamente certo. Ma io sono uno Youkai. Poi verso Raizen, ancora guardato con un briciolo di diffidenza. Mi sa che sei un pò confuso per l'emozione e tutto. Disse quello che si era spaventato di fronte a un sincero ringraziamento. Poi a Hebiko. E tu un pò tocca...te lo ho detto che sono un Kappa millenario, no?

    Supponendo per un secondo che il Kappa fosse Febh, cosa ovviamente assurda e impossibile viste le marcate differenze, primo fra tutti il becco e l'assenza degli occhiali, potremmo forse sforzarci di analizzare le motivazioni di una simile mascherata. Certo, non voler mostrare le capacità del Morso Guaritore, da lui considerate oltremodo imbarazzanti, era parte della faccenda ma da sola non avrebbe giustificato qualcosa di così inutilmente complicato...anche se Inutilmente Complicato erano parole con cui si poteva spesso descrivere Febh. Lo Yakushi non era quasi mai coerente, viveva in base al momento, guidato perlopiù dal voler ottenere quel che gli passava per la testa, spesso con idee contrapposte che per qualche motivo cercava di seguire contemporaneamente e solo pochi punti "perlopiù saldi" (agire da carogna dove possibile, preservare il Clan, preservare Oto perchè garantisce una discreta tranquillità, evitare di perdere alleati in missione, badare a chi guadagna la tua fiducia) che tuttavia erano soggetti ad ampie variazioni, dato che col suo comportamento poteva benissimo mettere in pericolo chi gli stava vicino senza particolari remore di coscienza. In questo caso specifico, la cosa più vicina alla verità era probabilmente che per quanto lo punzecchiasse costantemente, per quanto adorasse umiliarlo (o provarci), maltrattarlo e causargli guai, tutto sommato lo Yakushi un pò di teneva a Raizen, un pò come con le altre persone che conosceva da tanto tempo, che forse potevano definirsi suoi "amici", con tutti i pericoli che questa parola comportava. Certo, pensava probabilmente un buon 80% di quel che gli aveva sputato addosso, ma non era tipo da considerare più di tanto le parole perchè era abituato a perdonare e scordare in base all'umore del momento (inoltre quando si vive tanto a lungo, o si sa che si vivrà a lungo, le chiacchiere o gli ultimatum in contesti come quello sono meno validi, perchè il tempo cambia tutto)...e poi vederlo in quello stato doveva avergli mosso qualcosa, ma il suo orgoglio e la sua facciata non potevano ammettere in nessun caso di mostrare debolezza o empatia (per quanto fosse poco provvisto di base), e lo stratagemma del Kappa gli permetteva di aggirare l'ostacolo. Non dovremmo poi scordare anche qualcosa di più profondo, che traspariva da tutto quell'avvenimento: la solitudine. Una persona normale quando si trova col corpo spezzato spesso ha anche la mente spezzata. Spesso deve poi ritirarsi per sempre o morire. Una persona normale è fragile. Uno Yakushi no. Poche ore e può tornare a combattere...finchè non incontra qualcuno che lo uccida prosciugandogli al contempo tutto il chakra, uno Yakushi sopravvive. A lungo. E mentre gli altri diventano vecchi, deboli, infermi o menomati, lui resta uguale o comunque segue una scala temporale completamente diversa. Vedere Raizen, un ninja che considerava suo pari, ridotto a uno straccio per pavimenti, gli ricordava come tutti quelli con cui aveva a che fare fossero "a tempo". Salvo imprevisti, lui li avrebbe visti morire tutti o quasi, o sparire fino a diventare ombre di sè stessi. E questo aveva sicuramente caricato quel 20% in più di acredine nelle sue parole sferzanti.

    Ovviamente è tutta una supposizione. Il Kappa era un Kappa arrivato casualmente quando Febh era uscito dalla stanza deluso e irritato, abbandonando il ferito e la segretaria.

    Comunque, forse ci vedremo in seguito, ma ora ho un impegno improrogabile. Alzandosi circospetto avrebbe fatto per raggiungere la porta, salvo poi cambiare idea e voltarsi verso la finestra da cui era entrato. Salvo inconvenienti avrebbe guadagnato l'esterno mentre faceva un cenno di saluto struggente. A quel punto ci sarebbe stata una nuova serie di vetri infranti, grida di infermiere e medici, scuse, strani commenti su "non metta quel becco là" e similari, fino a quando la porta si sarebbe spalancata di nuovo, mostrando Febh Yakushi con la medesima fredda espressione di quando se ne era andato, gli occhiali inforcati e un becco di plastica appeso alla cintura. Avrebbe guardato a lungo entrambi i presenti. Ero tornato a riprendermi la segretaria prima di andare via...e ora ti ritrovo guarito? Si sarebbe accigliato guardando con intensità Hebiko. Che cosa hai combinato? Spero non centri con quella cosa di Orochimaru!
     
    .
  4.     Like  
     
    .
    Avatar

    Group
    Giocatori
    Posts
    3,905
    Reputation
    +189

    Status
    Offline

    Kappa impostore?


    III



    Kairi acconsentì la loro entrata, pretendendo però di tenerli bloccati per qualche minuti per fargli la ramanzina. La Vipera si irrigidì, spostando subito lo sguardo verso Febh. Sapeva di non poter competere a velocità, ma se avesse visto qualche movimento sospetto sarebbe scattata, cercando di tenerlo fermo. Non era il momento di inimicarsi Konoha.
    Quando l'Uchiha si fece sfuggire quel prezioso dettaglio, Hebiko sussultò, fissando lo Yakushi. Obbedì, seguendo il suo Amministratore, voltandosi solo per fissare Kairi con aria preoccupata. Rispose in maniera distratta e frettolosa alla domanda, dimostrando come fosse concentrata su altro:

    In missione. Eravamo in squadra.


    Raizen bloccò la ragazza mentre tentava di difenderlo, completamente arreso. Con uno sbuffo, acconsentì la sua richiesta, limitandosi a risistemargli le lenzuola, fissandolo con un sopracciglio alzato quando l'altro acconsentì alla sua proposta, seppur con una frase che Hebiko non apprezzò del tutto.

    Wow, hai davvero bisogno che io resti, guarda come ti sei ridotto. Mi farai persino scegliere quali programmi tv guardare, o almeno su quelli ancora hai pretese?

    Era chiaramente irritata per via di tutta la situazione, ma non voleva farlo pesare a lui. Il suo tono era più allegro e scherzoso di quello che avrebbe voluto usare, cosa che le costò un po' di fatica data la reazione di Febh. Fatica che non le avrebbe permesso di mantenere la calma per l'assurdità in arrivo direttamente dalla finestra.
    Mantenere la calma di fronte al Kappa era una delle cose più difficili da fare in un momento del genere. Quando borbottò il suo suggerimento per gli spasmi muscolari (da lui causati) con tanto di tono gentile, la Vipera scattò leggermente in avanti, soffiando, per poi tornare alla sua posizione e sibilare. Non sembrava aver apprezzato.
    Per quanto il delirio dello Yakushi le fece saltare i nervi, una volta curato Raizen quest'ultimo sembrò cambiare del tutto l'atmosfera nella stanza. Apparve come rinato ai suoi occhi, e da come ne parlava anche lui sembrava pensare la stessa cosa. Scoprire questo lato di Febh la intenerì, ed ancora sottovalutava il fatto che solo pochi eletti probabilmente avrebbero avuto il piacere di conoscerlo per quello che era veramente. Non si intromise tra i due, restandosene in disparte a fissare la scena, addolcita dal momento. Il commento di Raizen risvegliò l'acidità in lei, che puntò lo Yakushi con entrambe le braccia, per poi indicare la finestra:

    E come potevo saperlo, se lui per tutto il giorno fa... questo!? NON MI RIVOLGERE LA PAROLA, TU.

    Ringhò, soffiando per la seconda volta verso il Kappa, mostrando come il velo di tenerezza si potesse sfaldare con estrema facilità. Con una banalissima scusa, lo Yokai si ritirò, passando nuovamente dalla finestra. Hebiko lo indicò nuovamente, fissando Raizen con un'espressione che pareva dire "lo vedi questo demente?", aspettando il ritorno dello Yakushi, che per tenere in piedi il suo teatrino tentò di dare i meriti (o le colpe, dato il tono) ad Hebiko. Il sangue della ragazza ribollì al punto da sembrare che emettesse calore, mancava solamente che le si alzassero i capelli verso il cielo ed un'aura di rabbia la circondasse. Ma, all'improvviso, si calmò. Con lo Yakushi era inutile arrabbiarsi. Bisognava puntare sull'orgoglio. E così avrebbe fatto.

    Beh. In realtà... Diciamo che, per quanto sembri assurdo, è arrivato uno Yokai. Un esserino brutto, e deforme, davvero inguardabile. Era... come lo descriveresti, tu?

    Si voltò verso Raizen, lasciandogli la parola, invitandolo a divertirsi un po'. Ma avrebbe poi infierito ulteriormente, gesticolando e prestando di nascosto attenzione alle reazioni dell'Amministratore:

    Si è messo a blaterare riguardo le sue abilità, dicendo di avere dei poteri curativi, ma era solo un pagliaccio, in realtà non ha fatto praticamente nulla. Allora ho usato uno dei miei trucchetti, ed ho fatto tornare Raizen come nuovo. Non mi merito un premio?

    Ghignò, soddisfatta, aspettando di vedere come avrebbe reagito. Con le mani dietro la schiena, avrebbe fatto un cenno all'Hokage, se avesse infierito, offrendole come premio qualcosa che avrebbe fatto gola a Febh, era sicura che quel teatrino avrebbe funzionato. Un minimo di soddisfazione, le sarebbe bastata per mettere da parte la faccenda della doppia personalità dell'otese.

    Comunque io resto, almeno finchè non vedo che il signorino qui di fianco si sia ripreso del tutto. Sicuramente sente ancora la mancanza di un demone nella sua testa, per un po' avrà bisogno di un sostituto. Ed io sono l'alternativa tascabile dal colore più simile.

    Si fece più tranquilla per quell'ultimo commento. Ci teneva davvero a restare, psicologicamente era sicuramente ancora distrutto, per quanto quella guarigione fosse un toccasana per lui, perciò sarebbe rimasta ad aiutarlo. Sicuramente a se stessa avrebbe detto che era per saldare quel famoso debito, nonostante fosse stato annullato da tempo. Probabilmente c'era di più. Non ci pensava, aveva agito d'istinto, e così avrebbe continuato a fare. Sarebbe stata sicuramente la curiosità di Raizen a costringerla a pensare alla motivazione di quel gesto.
     
    .
  5.     Like  
     
    .
    Avatar

    Dracarys

    Group
    Giocatori
    Posts
    6,932
    Reputation
    +18
    Location
    Ravenna

    Status
    Offline

    Destino Incerto


    6° post



    Pensato
    Parlato



    La paternale era di certo l'ultima cosa di cui la ragazza aveva voglia in quel momento, ma almeno era riuscita ad evitare che Febh distruggere completamente parte delle mura: era l'ultima cosa che in quel momento sarebbe servita a Konoha...
    Seppur di malumore ascoltò in ogni caso con attenzione le parole che l'uomo le rivolse; per quanto l'impressione che l'otese le aveva fatto nelle sue due visite alle mura non fosse di certo delle migliori era sua abitudine trarre insegnamenti da ogni situazione e Febh non le aveva dato consigli sbagliati, anche se non conosceva persone in quel momento che potessero aiutarla a farlo ne tanto meno ne era in grado lei stessa! Si ripromise che, non appena si fosse ripreso, avrebbe parlato nuovamente della situazione con Raizen per riuscire a svolgere il suo lavoro di guardiana al meglio fintanto che fosse rimasta in quel ruolo.
    Uhmph, son buone idee... sbiascicò a bassa voce e con ben poco entusiasmo, costringere anche se stessa ad ammetterlo era un ennesimo dover ingoiare l'orgoglio per lei, ultimamente le era capitato fin troppo. Quando poi Febh le lanciò l'arma l'afferrò al volo osservandolo stupita...perché tutte quelle scene solo per poi consegnarla senza problemi? Si accorse di avere fra le mani anche un piccolo sacchetto nero contenente 5 piccole pillole nere simili a tonici, ed alzando lo sguardo entrambi gli otesi si sarebbero accorti dalle sopracciglia aggrottate dalla perplessità, segno di quanto non stesse più capendo l'atteggiamento dell'amministratore. ...grazie... rispose ancora una volta quasi in un sussurro, sentendosi al contempo ancora più piccola di prima: l'uomo le aveva dimostrato perfettamente come lei non fosse altro che un giocattolo in balia dei suoi umori. Quando poi la kunoichi le rivolse uno sguardo preoccupato non riuscì a dire granché, sospirando ed abbassando un secondo lo sguardo prima di ritornare sul suo viso quasi a voler fare intendere come la situazione fosse effettivamente grave come pensava...

    Non le sfuggirono le ultime parole dello shinobi rivolte ad Hebiko e per evitare di andare a ri-fomentare una situazione che ormai si era tranquillizzata si girò semplicemente di schiena, stringendo i pugni e mordendosi la lingua per non rispondere fino a quando entrambi non si fossero allontanati. Prima o poi forse avrebbe avuto modo di dimostrare anche all'uomo quanto in realtà la volontà del fuoco fosse valida, o almeno così sperava.

     
    .
  6.     Like  
     
    .
    Avatar

    Group
    Admin
    Posts
    18,987
    Reputation
    +684

    Status
    Offline

    Somiglianze


    - XVI -
    Kiyomi





    Il mix di tranquillizzanti e antidolorifici somministrati al Colosso in pesanti dosi durante la notte avevano lasciato un deciso strascico anche al mattino, permettendogli un sonno forzatamente tranquillo, prolungato ben oltre quello che era il suo solito orario di risveglio, motivo per il quale Kiyomi lo trovò addormentato.
    Si poteva affermare che era una tipica posizione da degente: steso a pancia in su, il busto lievemente rialzato con la coperte fino alla metà del petto a coprire l’intero corpo, al momento una fusione di bende, suture e trazioni per le numerosa ossa rotte.
    Risvegliandosi non vide nulla in quanto non furono ne le tende ne i rumori di Kiyomi a fargli aprire gli occhi, semplicemente i medicinali terminarono il loro effetto e la notte gli aveva portato sufficiente ristoro, per quanto il semplice sonno potesse bastare. Aprì gli occhi lentamente, profondamente segnati da delle occhiaie che probabilmente non sarebbero andate via per un po’ di tempo, quando gli occhi si allinearono e misero a fuoco la stanza non vide nulla, niente nelle pareti, niente ai piedi del letto, niente alla sua destra, niente alla sua sinis…

    244108c2619f253ed949a7c259b7b386

    Oh, ciao Kiyomi.

    La freddò in un istante. Non era necessario niente di speciale per evidenziare quanto poco incline fosse a qualsiasi tipo di umor, il suo stato parlava più che chiaramente, e se non fosse bastato la faccia sarebbe stata cristallina a riguardo: fredda, impassibile priva di qualsiasi sfumatura di colore che indicasse un qualche tipo di emozione. Il lieve sorriso che comparve nel vedere la scollatura era probabilmente qualcosa di incondizionato, di automatico in quanto avvezzo a farlo di continuo.

    Per favore, richiudi.

    Sentì subito l’aria esterna, pulita, fresca, frizzante quanto bastava per procurargli qualche istante di pelle d’oca: l’aria di Konoha, con quel marcato profumo di bosco foglie e…

    Non gradisco l’aria di Konoha.

    Non ancora, non riusciva ad immaginare un mondo da affrontare fuori da quella stanza di ospedale, stava bene in quel tepore dalla temperatura controllata, puzzolente di prodotti chimici per la pulizia e di nulla più. Persino il carrello delle vivande all’ora del pasto gli procurava un piacere, una sensazione di appetito che avrebbe preferito non provare. In quella pulizia così artificiale era un odore di buono sempre in profondo contrasto con gli odori a cui il naso si abituava.

    Si, ho visto momenti decisamente migliori.

    Si voltò a guardare verso i mandarini quando gli venne fatto notare il dono. Gli piacevano i bonsai, e tutto ciò che gli ruotava attorno, dalla maestria necessaria a crearne uno, alla pazienza fino alla personalizzazione che vi si poteva infondere in loro.

    Grazie, ma temo dovranno aspettare, non riuscirei a sbucciarli.

    Sull’ultima parola alzò lievemente le sopracciglia, come se puntualizzasse la parola, o forse solamente dovuto al riposizionamento degli occhi per portarli dal mandarino a Kiyomi.

    Non ricordi niente?
    Non eri li?


    Domandò stupito.

    Capisco.

    Disse più in automatico che per reale comprensione del fenomeno, prima di passare ad un resoconto di ciò che era accaduto nella missione ed a lui in particolare.

    Sei stata indubbiamente la più fortunata.

    Non diede un parere su se stesso, lo omise, o semplicemente non si prese in considerazione.

    Tu come stai?
    La cosa non ti ha lasciato alcun tipo di segno?


    Domandò con semplicità, dal suo tono di voce poteva non sembrare, ma in quel momento la salute dei suoi sottoposti gli interessava molto più della propria, era l’unica cosa che separava il suo fallimento, da un totale fallimento, quindi nonostante tutto era realmente interessato a quella risposta. Per quanto i modi di Kiyomi non avessero considerazione del suo stato di salute poco gli importava, per la precisione non l’aveva minimamente notato, limitandosi al significato delle parole più che alla loro forma.
    Solo in quel momento focalizzò l’attenzione sulla volpe che la kunoichi si portava dietro, cercò un approccio ben più umano di quanto un animale non necessitasse, sorridendo e tendendo la sua mano verso di lei, totalmente fasciata, dalla punta delle dita fino al torace, anch’esso nelle medesime condizioni, macchiato qui e la del siero prodotto dalle ferite. Se l’animale non si fosse ribellato avrebbe tentato di accarezzargli la testa con delicatezza mentre aspettava una risposta.
     
    .
  7.     Like  
     
    .
    Avatar

    Group
    Admin
    Posts
    18,987
    Reputation
    +684

    Status
    Offline

    Debiti


    - XVII -
    Hebiko Febh





    Quando Hebiko calcò la mano sulla sua permanenza Raizen comprese qualcosa, e mentre lei si avvicinava per rimettere in sesto le coperte, col solito tono le avrebbe posto una domanda.

    Perché desideri restare Hebiko?

    Ma non ci fu tempo per una risposta, la rocambolesca entrata di Febh e gli eventi che ne conseguirono diedero una decisa accelerata agli eventi che, per quanto programmata non si aspettava di quell’entità.
    Per quanto le azioni dell’otese fossero agli estremi di quella che ogni essere umano avrebbe definito “psiche sana ed equilibrata” manteneva una coerenza in tutte le sue personalità.

    Febh, entra.
    Sei un ospite dopotutto, non penso che Ogen ritenga un simile ed ostinato rifiuto un gesto cortese da parte tua.


    C’erano modi di controllare Febh che non tutti conoscevano, ed Ogen, fino al raggiungimento di un certo grado di concentrazione, poteva essere un catena abbastanza massiccia. Se la richiesta non avesse avuto effetto, e vista l’attuale situazione emotiva dello Yakushi era probabile Raizen avrebbe stretto i pugni, entrambi.

    FEBH!

    E nel dirlo un tuono terribile avrebbe risuonato nella stanza mentre la voce di Raizen diveniva improvvisamente stereofonica a causa di un suo sposamento nella stanza che definire fulmineo fu riduttivo.
    Aveva una mano saldamente poggiata nella porta, a sufficienza da far affondare il palmo nel morbido –per lui- compensato. Sgranò gli occhi dopo aver chiuso la porta, osservò entrambe le mani, che come il suo stesso corpo erano percorse da una miriade di scariche elettriche.

    Non volevo farlo.
    Cioè, volevo impedirti di uscire, ma non in questo modo.


    Con un pizzico di impegno riuscì a richiamare quello strano fenomeno, niente avrebbe risistemato così in fretta le bruciature nella stanza, ma non c’era nessun incendio in atto, per cui non era urgente chiamare un tappezziere.

    Inconvenienti a parte, siediti, per favore.

    Mentre Febh prendeva posto si sarebbe rivolto ad Hebiko.

    Fatti un giro per l’ospedale, trova un infermiera poco indaffarata e procurami qualcosa che somigli a delle mutande o a delle braghe.

    Era meglio mettere Hebiko al sicuro.
    Quando fosse uscita, dopo aver chiuso la porta a chiave tornò serio, tornando sul suo letto ma accovacciandosi su di esso anzichè stendersi.

    Non amo essere in debito, soprattutto con le persone a cui non ho chiesto nulla.
    Soprattutto adesso.
    Ma quel Kappa mi ha detto di saldare il conto con te.


    Non sapeva da dove cominciare, non ne aveva la più pallida idea, quindi cominciò, semplicemente.

    Non so quanto tu abbia mai compreso della mia persona, Febh.
    Diciamo che le nostre discussioni non sono mai state… come dire… discussioni.


    Inspirò.

    Per un lungo periodo della mia vita Diogene è stato mio maestro.
    Ma lui ha un metodo differente dal tuo, diciamo che tende a tenersi stretti i suoi allievi, e io ero ancor meno maturo di quanto lo sono adesso, e mi sono lasciato trascinare in parte dei suoi piani. Per poi farmi pugnalare alle spalle.
    Diogene ha carattere, delle doti di leader che io per il momento mi sogno, ma è tanto carismatico quanto… pazzo. Ha un suo piano in mente, è la supremazia di Oto su tutto il continente ninja.
    Potrai dirmi, che questi sono affari tuoi e unicamente tuoi o del tuo villaggio, ma prima di interrompermi aspetta.
    Il punto non è questo, Diogene alimenta la ribellione e l’astio tra i villaggi sacrificando otesi e… amici.
    Non so quando e cosa farà, o se già l'ha fatto, ma è nei suoi piani ledere persino Oto
    E l’incidente alle mura che vi ha fatto sfiorare la guerra con Kiri?
    Fu Yashimata ad uccidere quel genin ed il fatto che entrambi facciano parte della stessa associazione penso non scagioni il più potente guardiano delle mura.
    Non è nemmeno solo ad Oto, ha degli alleati, Shinken ad esempio, io l'ho conosciuto solamente di striscio per altri affari, ma non mi è mai sembrato... tutto intero, se capisci cosa voglio dire.
    E il periodo della sua assenza?
    Tutto bene?
    Affatto.
    E' tornato ben prima di quanto noi sappiamo, e da quel momento ha avviato la sua "macchina" se così vogliamo chiamarla, quindi basati anche su questo per comprendere se ci sono attentati in periodi che coincidono con la sua assenza.
    Ha traviato Hoshi, modificandogli i ricordi e trasformandolo in suo zerbino, cosa a cui abbiamo posto rimedio sacrificando l’amministrazione di Konoha.
    Stava per sfiorare un alleanza forzata con Suna, contro Kiri.
    Non so nemmeno come abbia fatto... ma ti assicuro che non avrei fatto una cosa simile nemmeno al mio peggior nemico.


    Strinse le labbra.

    Non ho interessi nella morte di Diogene, ma è necessario farlo desistere, io stesso ho cercato di convincerlo a volgere il suo sguardo verso pericoli ben più imminenti.
    Verso il preservare un alleanza che adesso più che mai ha bisogno di perdurare.
    So che i ruoli elevati ti stanno stretti, e so del valore di Diogene, e visto che il vostro kage non si fa vedere da un pezzo abbiate intenzione di tappare il buco… per questo credo che tu debba sapere, devi avere almeno delle briglie.


    Non sapeva come Febh poteva reagire, ma senza insistere oltre avrebbe lasciato spazio alle sue domande.

    Non so se hai intenzione di verificare in qualche modo.
    Ma Diogene sarà qui tra una settimana, prima del tuo arrivo l’avevo convocato per poter mettere in pratica qualche idea, dopotutto, come ti ho detto è stato un mio maestro, ed ancora lo rispetto per questo.


    Era pronto ad un eventuale reazione di Febh?
    Non lo sapeva.



    Edited by F e n i x - 5/11/2017, 18:56
     
    .
  8.     Like  
     
    .
    Avatar

    九代目水影 - Kyuudaime Mizukage

    Group
    S. Mod
    Posts
    29,631
    Reputation
    +1,307

    Status
    Anonymous

    Destino Incerto


    III

    C'erano cose che sapevo su Cantha. Diverse cose, a dire il vero. Assieme al Mikawa ed a Hima ero stato in una missione, diversi anni prima, proprio in quell'arcipelago, dov'erano successe diverse cose e nelle quali quel nome - Shiro - era rimbalzato molte volte. Shiro, che - se la memoria non mi ingannava - possedeva i capiclan di clan rivali, affinché essi potessero continuare a lottare tra di loro. I ricordi erano vecchi e forse i dettagli svanivano ma in Accademia, ben custoditi, c'erano i rapporti di quella missione che avevo intenzione di rileggere al più presto.
    Lascia che te le chiarisca io le idee. Sai, io a Cantha ci sono stato. Gli lasciai qualche secondo per digerire la notizia. E non solo io. Anche il vecchio Consigliere di Konoha, Xander ed il Mikawa. La missione in cui sono stato fatto Jonin si svolse lì, a Cantha. Il mare divenne giada sotto i miei piedi e sì, ho sentito parlare fin troppo di Shiro. Come vedi non siamo a zero. So dov'è e so anche altro, dovrò rinfrescarmi la memoria leggendo qualche rotolo polveroso, ma ora pensa a riprenderti. Esiste il momento della guarigione ed il momento di colpire, ed ora sei decisamente nel primo.
    Il discorso poi si spostò sul fatto che i poteri di Raizen stessero facendo cilecca in tutti i sensi. Aggrottai le sopracciglia alla sua richiesta e con il mio Occhio osservai il suo chakra notando che tutto fosse davvero strano in lui. Sapevo che le alterazioni dovute alla presenza di Kurama erano sparite, ma mi aspettavo di notare quelle dovute alla sua capacità di trasformarsi in elettricità... ma non c'era nulla di tutto ciò in lui. C'era qualcosa di diverso, nuovo, informe e non ancora chiaro. Come uno strato di chakra oleoso che aveva avviluppato la sua capacità di diventare un fulmine e la stesse... cannibalizzando.
    Kurama credo che sia la causa per cui non riesci ad usare i fulmini, dissi pensieroso. Sembra che ti abbia lasciato qualcosa, sembra... sembra tipo il suo chakra, ma diverso. Sembra come inaccessibile, è chakra ma non lo è, è più un qualcosa di senziente che si sta adattando a te, divorando le tue capacità. Forse... lascia che per qualche giorno vada avanti.
    Mi rendevo conto che l'avevo fatta suonare come se fosse una malattia, ma in realtà non lo era. Qualcosa dentro di te sta cambiando, anche grazie a ciò che ti ha lasciato Kurama. Dagli qualche giorno e quando non sarai più capace di usare i tuoi fulmini del tutto, probabilmente avrai altro.

     
    .
  9.     +2   Like  
     
    .
    Avatar

    È colpa tua. Ratty

    Group
    Staff GdR
    Posts
    15,700
    Reputation
    +1,591
    Location
    Top Secret...

    Status
    Offline
    Alla fine è una Questione di Fiducia

    Il Kappa ignorò con condiscendenza le misere capacità cognitive dei mortali che, nonostante la sua spiegazione accurata, imperterriti cercavano di identificarlo con Febh Yakushi, arrivando a sospirare con la pazienza di un buddah all'ennesima uscita della Kunoichi, che proprio non voleva arrendersi all'evidenza e sembrava anzi un pelo aggressiva, certo perchè schiacciata dal timor divino nel trovarsi davanti a una creatura soprannaturale che le era così immensamente superiore. Non temere fanciulla. Comprendo che ti senti inadeguata. Ma non temere, un giorno anche tu raggiungerai la pubertà e vedrai il mondo con gli occhi di un adulto. Non era molto pratico nell'interpretare l'età dei mortali, ma quella era piatta quindi verosimilmente ancora una bambina. In ogni caso l'intervento divino era terminato, e con la medesima grazia che lo aveva contraddistinto fino a quel momento, lo Youkai si levò di torno, lasciando il posto allo Yakushi che per puro caso era tornato nella camera dopo pochi secondi, mancandolo per un soffio.

    Alla sua domanda su cosa fosse successo Hebiko abbozzò una sorta di provocazione, alla quale lui sbuffò malamente, con aria palesemente offesa, anche se le sue parole cercavano di dissimulare la cosa. Bah, un Kappa. Assurdo. Cosa ci starebbe a fare un Kappa da queste parti? Siamo a Konoha. Poi squadrò bene l'Hokage nel suo ridicolo camicino da ospedale. E lo hai fatto più brutto di prima. Che razza di premio vorresti? Al massimo ti abbasso lo stipendio. Grugnì, salvo poi correggersi, sovrappensiero, in un secondo di deriva della sua concentrazione. Non che io ti dia uno stipendio, a ben pensarci. In realtà la segretaria tirava avanti grattando qualche fondo dalle oltremodo imprecise compilazioni dei bilanci dello Yakushi. Ad ogni modo, hai sicuramente avuto le allucinazioni. Kappa. Bah! Io dico che questo qui stava benissimo ma ha voluto fare uno scherzaccio. Ora andiamocene da... Venne fermato tanto dall'Ikigami, che mise in mezzo le regole di cortesia di Ogen, quanto dalla segretaria, che voleva restare a dare una mano. Febh sbuffò nuovamente, incrociando le braccia. Come se quel deficiente potesse migliorare con l'aiuto di qualcuno. Giusto una mano divina ci vorrebbe. Intanto però si era avvicinato alla sedia, buttandocisi sopra di malagrazia, mentre guardava in cagnesco l'ormai guarito ex-allievo. Il demone non lo aveva in testa ma da altre parti. E pensava anche che quella batteria pelosa fosse indispensabile per lui. Patetico. Se tu resti qui ci resto anche io...chissà che non riesca a insegnargli a fare le cose per conto suo, una buona volta, senza appoggi esterni. Ma Raizen aveva altro in mente, mandando via la segretaria con quella che era palesemente una scusa. Febh ovviamente non lo comprese. Io invece voglio un panino di quelli piccanti che stanno al chiosco all'angolo. Solo digli di farlo meno piccante della volta scorsa. Da segretaria a cameriera il passaggio non era stato così turbolento.

    E infine rimasero da soli, con lo Yakushi che guardava male l'Ikigami, a braccia conserte ma stravaccato sulla sedia, senza spaere bene come mai stava ancora là, ora che il ferito non era più tale. Saldare il conto? Inarcò un sopracciglio. Anche tu con questa storia del Kappa. Io non ne ho mai visto uno. Per inciso il becco di plastica del Kappa era sostanzialmente lo stesso che Febh indossava quando girava alla Corte di Kusa con il nome di "il Pollo". Ma vai pure avanti, se proprio ci tieni. Male che vada mi concilierai il sonno. Quello parlò delle loro precedenti discussioni, e Febh alzò gli occhi al cielo. Perchè tu non sai ascoltare. La regola è facile. Io ho ragione e tu ti adegui. Non ci vuole molto. E infine venne il momento del lungo racconto. Dopo l'iniziale menzione delle mire espansionistiche di Gene Febh alzò una mano. Frena. Gene me ne ha già parlato. E gli ho già dato la mia risposta. E nessuno dei due argomenti ti riguarda nella benchè minima misura. Non sapeva che il Mikawa fosse stato il mentore di Raizen, a conti fatti...ma a ben pensarci lo aveva incontrato da Livon, un consanguineo del Garth. Poi venne il momento in cui l'altro snocciolò tutta una serie di episodi sgradevoli del passato, con l'irritazione dello Yakushi che si faceva via via crescente e sempre più manifesta, attribuendo ogni possibile male alle azioni del Mikawa.

    Alla fine Febh battè un piede a terra. E le mura della stanza si creparono, con l'impronta che sarebbe rimasta indelebilmente impressa su quel pavimento, mentre piccole scariche elettriche nere, quasi senza controllo, sembravano iniziare a manifestarsi nella stanza. Non fiatò, ma se una mosca fosse finita nel suo campo visivo probabilmente avrebbe preso fuoco, e tuttavia aspettò proprio come un paziente vulcano in procinto di esplodere, mentre cercava di riorganizzare i pensieri. Dover pensare a qualcosa in maniera seria, specie dopo tutto quel tempo in cui aveva mantenuto un alto livello di concentrazione era qualcosa che metteva a dura prova le sue energie mentali. Anche con il breve interludio del Kappa. Fammi capire un attimo. Disse, lento e pesato in ogni parola, che pareva appesantita da decine di macigni. Ti fai quasi ammazzare. Mi fai venire qui buttando all'aria mezzo continente. Tecnicamente aver creato un'autostrada tra i due villaggi era stato qualcosa in cui Raizen non centrava nulla. Ti fai guarire da non so bene chi. Se non altro era molto coerente nella sua vena tsundere. E ora vieni a dirmi che tutti i mali del mondo sono opera di Gene? Peraltro con tutta l'aria contrita, come se mi stessi facendo un favore? E senza uno straccio di prova? Si alzò di scatto, gli occhi come una tempesta di fulmini. MI PRENDI PER UN CRETINO? Raizen era riuscito nella spettacolare impresa di provocare un'emozione autentica allo Yakushi ben due volte nella stessa ora. Forse tre se contiamo il Kappa imbarazzato. Era un record in negativo, comunque, dato che due volte su tre si era trattato di furia.

    So bene che Gene è pericoloso e che è un mitomane. Ma danneggiare Oto? Ah, no. Forse brucerebbe metà del tuo villaggio, e considerando certe persone che ci abitano non gli darei nemmeno torto, ma Oto? Tutta un'altra faccenda! Fece un gesto con la mano come a scacciare via qualcosa. L'incidente alle mura di Kiri è stato un problema DI KIRI. Loro hanno cominciato, noi abbiamo calmato la faccenda. IO lo ho fatto, e Gene mi ha supportato. Presentarsi su una lucertola capace di bombardare a distanza era un concetto peculiare di "calmare la faccenda", ma di fatto la situazione si era sfreddata. Quanto alle MIE mura...è facile gettare la colpa su Yashimata, che è un noto Nukenin, peraltro senza prove, mentre Gene era con ME e con Shinodari, sia per la faccenda di quel traditore di Godsan sia per quella di Yami. Entrambe opera di KIRI, nuovamente. Abbiamo seppellito i rancori, abbiamo inghiottito il boccone amaro...e ora vieni a dirmi che invece era colpa di GENE e che dovrei prendermela con LUI? Hai ancora l'antidolorifico in corpo e straparli? Gli avrebbe puntato un dito contro il petto, premendo con un pò più forza del necessario. Posso anche riuscire a pensare di fidarmi di te come persona, ma non pensare nemmeno per un secondo che la fiducia in te sia superiore rispetto a quella di Gene. Diversa, ma non superiore. Io e lui siamo stato fianco a fianco in molte, troppe situazioni difficili. Il Mikawa complotta? Posso crederlo. Contro Kiri? Potrei anche appoggiarlo se non ci tenessi all'Alleanza. Contro Konoha? Direi che avete già preso abbastanza calci nel didietro negli ultimi anni. Contro Suna? Beh...sorvoliamo. Ma contro Oto? Mai. Non senza prove. Prove che siano tangibili. Serie. Non i vaneggi di uno sotto antidolorifici. Hai anche un solo straccio di prova che sia stato Yashimata e non Godsan a uccidere Yari Yakushi alle mura di Oto? E se è così, perchè tutta la faccenda segreta su quel maledetto kiriano che avete preso, ammazzato e che non ci avete mai mostrato?

    Quanto a Hoshi... L'accenno al rosso era stato inaspettato, ma francamente lo Yakushi non sapeva cosa intendesse fare Raizen tirandolo in mezzo. A lui Hoshi era sembrato sempre lo stesso. Non so nemmeno di cosa stai parlando, ma sappi che i legami di Oto con Suna sono sicuramente più forti di quelli con Kiri...nonostante questo il Rosso non farebbe mai nulla contro la Nebbia. E dici che è stato traviato ma non sai come. Troppo comodo. Si incamminò verso la porta. E sull'assenza di Gene io so più di quanto tu sappia. Era tornato prima di quando si è annunciato. Ed era mezzo morto. Più o meno come te. Solo che in quell'occasione sono stato IO a salvarlo e rimetterlo in sesto. Aveva preso in mano più potere di quanto il suo corpo potesse gestire, senza il mio intervento non sarebbe altro che una larva esanime adesso. Mi fido di lui perchè lui si fida di me. E non tradirò questa fiducia solo per un paio di chiacchiere in ospedale. Anche se sono le tue chiacchiere.

    Si fermò davanti alla porta, voltandosi. Inoltre, cosa da non sottovalutare: lui mi teme. Sa che deve farlo. Perchè sa che cosa sono in grado di fare, anche contro la sua piena potenza, sa che io posso distruggerlo. E anche io lo so. Anche se di poco, io so di essergli superiore. Non aveva replicato sul discorso di Shinken. Non aveva motivo di farlo: quel ninja era la fedeltà ad Oto incarnata. Non avrebbe mai acconsentito a danneggiare il Villaggio, il solo pensiero era assurdo. Ho già detto al Mikawa che le sue mire non troveranno terreno fertile finché io sarò presente. E che comunque ci sono problemi nettamente più urgenti. Non è stupido. Lo sa benissimo che bisogna prima schiacciare le minacce esterne o colpiranno quando saremo deboli. Se verrà qui fra qualche settimana allora a maggior ragione resterò anche io qui. Non penso che la tua sia una trappola, sia chiaro...almeno fino a questo punto penso di potermi fidare. Ma evita di dare fiato alla bocca senza qualcosa su cui parlare.
     
    .
  10.     Like  
     
    .
    Avatar

    Group
    Admin
    Posts
    18,987
    Reputation
    +684

    Status
    Offline

    Passati Sconosciuti


    - XVIII -
    Itai





    Nonostante il suo stato emotivo non potè evitare di sgranare gli occhi.

    Tu sei stato dove?

    Chiese attonito, a sufficienza da soprassedere il fatto che quelle informazioni non fossero state condivise prima, anche se probabilmente sarebbero state ben poco utili.

    Il vecchio consigliere era un totale impedito dedito soltanto alle sue cazzo di sigarette.
    Credo che in quella missione abbia pure perso le gambe.


    Le informazioni che Itai diede furono concise, striminzite per la precisione, ma la promessa di ottenerne di ulteriori una volta consultati i vecchi rapporti lo mise momentaneamente in pace.

    No, quella non è colpa di Kurama, qualche tempo fa durante una missione ho danneggiato il mio… organo elettrogeno, mi pare l’abbiano chiamato così… e quella di oggi è stata la goccia che ha svuotato il vaso.
    Vedremmo cosa succederà.


    Inspirò.

    Resta nei dintorni in questi giorni, potrebbero esserci novità per cui sarà più comodo parlare a quattrocchi più che con delle lettere.

    A meno di rivelazioni quella sarebbe stata la frase che avrebbe sancito la conclusione di quel discorso







    Edited by F e n i x - 8/11/2017, 19:12
     
    .
  11.     Like  
     
    .
    Avatar

    Group
    Giocatori
    Posts
    3,905
    Reputation
    +189

    Status
    Offline

    Commissioni


    IV



    L'inevitabile domanda di Raizen capitò in un momento piuttosto frettoloso ed interrotto dalle assurdità del Kappa, permettendole di evitare la risposta. Se non altro avrebbe avuto tempo per pensarci.
    Al sentirsi dare della bambina che ancora doveva passare la sua fase adolescenziale, allargò le braccia innervosita, indicandosi tutto il corpo e pensando "non puoi crederlo sul serio".
    Al ritorno del Febh originale, quest'ultimo dimostrò di non aver perso la parlantina, seppur continuando a rispondere con il suo tono aggressivo e strafottente. Non che lei riuscisse più a dargli peso, se non per l'incoerenza e la goffaggine nei rapporti sociali che dimostrava. Hebiko non poteva dire di essere un'esperta a sua volta, ma fino a prova contraria aveva un'unica personalità coerente nel suo essere. Probabilmente con lui pretendeva troppo.
    La Vipera si limitò a borbottare, ancora infastidita da tutta quella situazione a dir poco confusionaria, agitando una mano all'aria:

    Non è a me che devi dirlo, il tonto qui di fianco è il padrone di casa. Accordati con lui.

    Senza troppi complimenti, venne mandata da entrambi ad eseguire alcune commissioni. Come il suo amministratore, non aveva capito che fosse solo una scusa per allontanarla, per cui si diresse verso la porta allargando le braccia frustrata:

    Ma certo, mandiamo l'unica femmina a fare commissioni, così voi "uomini" potete stare da soli a discutere di cose da "uomini"! Maschilisti.

    matchmaker-mulan-77
    Uscì, dando la precedenza ai vestiti per Raizen. Si incamminò a passo pesante nel corridoio, rallentando il passo man mano che passava davanti alle stanze, cercando di capire se in una di queste ci fosse un'ifermiera pronta ad aiutarla. La distratta ricerca la portò a sbattere leggermente contro qualcosa. Qualcosa di enorme e minaccioso. Immediatamente, la rabbia che la Vipera provava si spense non appena incrociò lo sguardo con lei, una donna enorme, con un leggero accenno di barba, possenti muscoli nascosti da strati di grasso e due occhi bianchissimi, senza pupilla. Hebiko fece un silenzioso passo indietro, impaurita dalla massa e dall'aura che quella vachiria emanava, rendendosi però conto che quest'ultima sembrava fosse in grado di seguirla con lo sguardo.


    Dove tu pensa di andare, scriccioletta?
    Ah!? Mh?... Ah... Devo... Portare dei vestiti... All'Hokage...

    C'era qualcosa in lei che costringeva la Vipera ad assumere un tono sottomesso, pur senza volerlo. Di fianco agli occhi della donna si irrorarono numerose vene, mentre l'otese la fissava indecisa se darsela a gambe o meno, ma bloccata dalla sua imponenza. L'infermiera, dopo averla squadrata da capo a piedi, sembrò agitarsi, acchiappando una delle braccia della Vipera con velocità nettamente superiore alla rossa:

    Tu piena di germi! Hokage è gravemente ferito, tu no va da nessuna parte!!
    AH!! V-veramente, ora sta pittosto ben-
    Tu viene con me.

    La valchiria strinse la presa, trascinando con sè la ragazza. Fortunatamente la sua resistenza a quel tipo di dolore le permise di non rantolare per tutto il tragitto, ma il non capire dove la stesse portando la fece comunque agitare. Eppure sentiva che ribellarsi sarebbe stata una pessima idea, qualcosa le diceva che se fosse stata tranquilla e paziente tutto sarebbe andato per il meglio.
    Venne portata in quella che sembrava una stanza di servizio, riservata al personale. C'erano diversi armadietti, un comò con diversi medicinali e strumenti al suo interno, ed una porta che dava in un piccolo giardino all'esterno.

    Togli vestiti e va fuori.
    ...Cosa?
    TU SORDA!? Togli vestiti e va fuori, ho detto! Muoviti! Tu vuole uccidere Hokage o cosa!?
    S-sì subito!!

    Di nuovo quella sensazione di sottomissione. Sicuramente la donna aveva utilizzato contro di lei una sorta di genjutsu che la costringeva a mantenere la calma, e la sua massa faceva il resto nel convincerla ad ubbidire. Era pur sempre a Konoha come ospite, non poteva mettersi nei guai, già il suo titolo di segretaria di Febh avrebbe potuto causarle problemi se fosse stato abbastanza conosciuto al villaggio.
    Nonostante fosse in presenza di un'altra donna, l'imbarazzo di quel gesto la fece diventare completamente rossa. L'infermiera invece, evidentemente abituata a trattare con pazienti peggiori, velocizzò il processo, per poi prendere la ragazza sottobraccio e gettarla in un enorme bacinella, nel giardino lì fuori. Hebiko si agitò inutilmente, presa alla sprovvista, ma tutto accadde troppo veocemente perchè la sua ribellione potesse essere utile.
    La donna proseguì aggiungendo diversi prodotti nell'acqua, ripulendo Hebiko da capo a piedi, aggiungendo una spiegazione, non richiesta ma decisamente necessaria:

    Io ora ti disinfetta e libera da tutti germi pericolosi. Tu no viene da Konoha, dico bene?
    Uh- N-no, vengo da Oto...
    Ah. Ora capisce perchè tu sporca.
    E-ey! Cosa vorresti... Io sono una di quelle che si lava ogni giorno!
    No importa! Là persino aria sporca. Tu no porta germe otese in mio ospedale. Soprattutto no porta in stanza di Hokage.

    La donna ignorava la presenza di Febh già presente al suo interno, ed il fatto che la Vipera fosse già entrata nella stanza dell'Hokage. Quest'ultima non ebbe il coraggio di rivelare quel dettaglio, tutta quella situazione era surreale a sufficienza. Prima il suo capo che si spacciava per Kappa dando evidenti problemi di peronalità multipla, e poi l'enorme infermiera che la stava lavando in una bacinella di legno, riservandole trattamenti degni di una Geisha.
    Le sue enormi mani si rivelarono estremamente delicate mentre questa le strofinava la spugna addosso, lavandole anche i capelli ed ammorbidendoli con generose dosi di balsamo. Nonostante il chiaro disagio provato dalla rossa, quel trattamento fu sufficiente a rilassarla un minimo, se non altro aveva capito le intenzioni dell'infermiera.
    Le diede un asciugamano, tornando poi nella stanzetta.

    Tu asciuga, io prepara tuoi vestiti e kimono per Hokage.

    Hebiko, felice di avere qualcosa con cui coprirsi, si asciugò con cura, ascoltando da fuori una rapida discussione tra l'infermiera e un dottore entrato nella stanzetta:

    Yama, abbiamo bisogno di te. Uno dei pazienti ha dato di matto, le altre infermiere sono troppo deboli per gestirlo. Serve uno dei tuoi Genjutsu.
    Arriva subito. Rossa! Muoversi!!
    Ek! So-sono pronta!!

    Hebiko tornò nella stanza, facendo appena in tempo a vedere i suoi vestiti bruciati da una tecnica di fuoco della donna. Fissandola con la bocca spalancata e non potendo gesticolare dovendo sorreggere l'asciugamano, la fissò con aria confusa, sentendosi dare una secca risposta:

    Tua roba piena di troppi germi. Soluzione migliore. Tu prende quelli, vestiti di infermiera puliti.

    E sparì, senza successive spiegazioni. Hebiko fissò la roba lasciatale, un abito da infermiera ed un sobrio kimono da portare all'hokage. Sollevata dall'avere qualcosa da indossare e dall'essere finalmente rimasta sola, indossò quella roba, scopendo solamente troppo tardi la fregatura.


    ...Non posso crederci. Questo coso è troppo corto, non posso... Maledizione! Sono in un altro villaggio, e senza i miei vestiti!! Se Raizen non me ne procura di nuovi...



    Avrebbe perso tempo nell'inutile tentativo di allungarlo, tirandolo verso il basso. Niente da fare. Con i suoi precedenti vestiti bruciati e quel nuovo abitino, non potè far altro che incamminarsi verso la stanza, rifiutandosi di uscire per prendere il panino richiesto da Febh per ovvi motivi. Con espressione sconvolta ed il kimono tra le mani, avrebbe aperto la porta, scoprendo una situazione ben diversa da come l'aveva lasciata, notando le crepe apparse nella stanza e lo sguardo feroce del suo Amministratore. Rimase lì, immobile, allungando con cautela le braccia per far ricadere l'attenzione sulle vesti che aveva portato:

    ...Ho i vestiti per Raizen. ...Non ho il tuo panino. Non volevo uscire conciata così.

    La ragazza sis tava sforzando in tutti i modi di ignorare il vestito che indossava, ma i due avrebbero fatto lo stesso?
     
    .
  12.     Like  
     
    .
    Avatar

    Group
    Admin
    Posts
    18,987
    Reputation
    +684

    Status
    Offline

    Non Solo Chiacchiere


    - XIX -





    Alle parole di Febh Raizen inspirò profondamente.

    Innanzitutto calmati, controlla quella robaccia nera.
    Non hai dodici anni, siamo in un ospedale in cui sono stati ricoverati diversi shinobi, far crollare anche un solo calcinaccio non è una buona cosa.
    Non ho detto che Gene è la causa di tutti i mali.
    Ho detto che Gene è la causa di alcuni mali.
    Questi mali riguardano anche il mio villaggio, ed il tuo, ignorarli sarebbe stupido.
    Ma vedo che sei più interessato ad ignorare ciò che ti dico più che a porre delle domande che magari potrebbero ripulirti la mente da qualche dubbio.
    Pensavo onestamente avessi dei legami con Hoshi e che la cosa potesse interessarti, ma parli solo di villaggi per cui, sai come si dice, contento te contenti tutti.


    L’ultima parte del discorso tuttavia lo rasserenò quanto bastava.

    A me è sufficiente questo.
    Non credo, purtroppo, che qualcuno abbia mai visto in Oto un alleato affidabile, ma saperlo dalla parte dell’alleanza e innocuo per la stessa immagino che possa essere sufficiente se tu fai da garante.
    Come ti ho detto non è mia intenzione minare la sua posizione o la sua ascesa a kage, io volevo informare TE, io ho un debito con te, non con Oto.
    Questo dovrebbe farti capire che non lo faccio per dar fiato alla bocca, se volessi dar fiato alla bocca mi sarei almeno impegnato a parlarti di pericoli più concreti, ed il fatto che io non guadagni nulla da tutto questo non vedo come possa farmi venire voglia di costruire castelli di bugie.


    Fece una piccola pausa, poi riprese.

    Non devi tradire nessuno, ne me, ne lui.
    Solo non farti mettere nel sacco.


    Non avrebbe insistito oltre, era palese che Febh non volesse prove, ma semplicemente essere lasciato in pace, ne aveva infatti soltanto notato l’assenza, ma senza mostrare la volontà di scavare nelle informazioni date da Raizen.
    Ma lui poteva davvero evitare di dire a Febh tutta la verità?
    Si accigliò, preoccupato, stava valutando quanto infondo voleva spingersi per ringraziare l’otese, soprattutto ora che lui era in quello stato precario e l’altro sull’orlo della furia, controllata o meno non sarebbe stato un bene.
    E se tutto fosse andato per il peggio era pronto a sacrificarsi per la verità?
    Stava per afferrare nuovamente Febh quando la porta venne aperta da Hebiko.

    Oh.

    Dire che fu sorpreso dall’ingresso della segretaria era riduttivo.

    Già, ci sei anche tu.

    Per un momento la sua concentrazione vacillò, prese Hebiko per le spalle e meccanicamente la poggiò sul letto, quasi assente, indeciso se metterla supina o prona. Ma uno slancio di responsabilità gli permise di metterla supina ed ignorare la scarsità di stoffa che aveva indosso.
    Quanto a lui sparì qualche istante in bagno per ricomparire poco dopo col kimono indosso.

    Puoi restare.

    Stava ancora assicurando il kimono con la cintura e non si sapeva perché aveva riconfermato ciò che aveva detto poco prima ma il tono era nettamente differente. Tuttavia si arrestò li, senza fare null’altro.

    Non ho solo chiacchiere da offrirti Febh.

    Stava all’amministratore farsi o meno incuriosire da quell’ultima affermazione, lui non avrebbe aggiunto altro, ne calcato ulteriormente la mano, si sarebbe solamente diretto al suo letto, dando una piccola pacca sulla spalla di Hebiko per farla spostare e riprendere il suo posto, ora che stava focalizzandosi nuovamente sulla sua situazione si rese conto che forse essere tornato tutto intero così rapidamente non era la cosa migliore che potesse capitargli per ciò che aveva in mente.




     
    .
  13.     Like  
     
    .
    Avatar

    È colpa tua. Ratty

    Group
    Staff GdR
    Posts
    15,700
    Reputation
    +1,591
    Location
    Top Secret...

    Status
    Offline


    Non azzardarti a dare a me la colpa se fate gli edifici in carta igienica e colla vinilica. Cosa credi? Quando c'era quella Shizuka qui ho visto che bastava un nonnulla per far crollare tutto! La robaccia nera...bah. E' affar mio. Un affare che stava diventando pericoloso e via via più incontrollabile...era qualcosa che effettivamente spaventava lo Yakushi, anche se non lo avrebbe mai ammesso con anima viva, nemmeno con sè stesso. E anche dopo il tuffo nella memoria avvenuto, con qualche problema, a Suna, che aveva chiarito qualche punto oscuro, non voleva decidersi ad affrontarlo. E non mi pongo domande là dove non ho bisogno di pormele. Istigare domande negli altri è una delle MIE strategia, lo sai. Come pensi che abbia convinto quei quattro cretini di Grimdad a lasciare in pace la capitale del paese del Fulmine, di fatto spezzando l'assedio? Chiacchiere. Pochi commenti, insinuazioni, domande, tutte completamente prive di fondamento ma abbastanza intrecciate da essere credibili, fino a convincerli che i loro alleati erano in realtà il loro peggior nemico. Conosco il gioco, e so che uno deve porsi domande che nascono da sé stesso, non quelle imbeccate da altri, o rischia di diventare una marionetta! Era una delle frasi più serie e sensate che gli fossero mai uscite sulle sue strategie come shinobi, a guardarla col senno di poi.

    Ho dei legami con Hoshi, ma lo ho visto nemmeno un mese fa e non mi ha accennato nulla su tutta questa faccenda. Se lui non ne vuole parlare non starò a stressarlo...sempre che sia opera di Gene. Se uno può fare il lavaggio del cervello può anche far credere che a farlo sia stato lui. E io non rovinerò la tranquillità di Oto per delle chiacchiere. Il suo concetto di tranquillità era qualcosa che avrebbe fatto scappare urlando alcuni tra i più stoici al mondo, ma ognuno ha la sua unità di misura, per così dire. Oh, Oto non è un alleato affidabile? Anche se dopo due attacchi devastanti e personali da parte di un secondo villaggio abbiamo chinato il capo e lasciato correre? Dal mio punto di vista è Kiri quella inaffidabile. E di parecchio. Per lui il discorso si chiudeva là. Bah, per essere uno che fino a dieci minuti fa era una larva depressa sei fin troppo insistente. E prima di mettere me nel sacco bisogna impegnarsi parecchio. O prenderlo al momento giusto. E se anche ci riuscissero, tu sai benissimo che quando si tratta di ritorsioni non mi metto particolari limiti...devo ricordarti di quell'Ozma? Aveva letteralmente distrutto una dimensione alternativa pur di farla pagare a quella palla da bowling vivente. Quindi se qualcuno mi mette nel sacco, è in quel momento che deve cominciare a tremare.

    In quel momento, mentre il ninja della foglia era indeciso se calcare la mano o lasciar perdere di fronte al muro posto dallo Yakushi, la porta si aprì rivelando una versione decisamente "alternativa" di Hebiko, che al pari di un'infermiera sexy di qualche film di serie B era entrata indossando abiti che definire succinti sarebbe stato un eufemismo. Febh rimase interdetto, con un sopracciglio sollevato, mentre Raizen la spostava come una bambola andando a cambiarsi. Non...pensavo che avessi questi...hobby. Pensavo vestissi solo gli animaletti. Nella sua testa stavano emergendo una serie di ipotesi talmente improbabili che ben presto si sarebbero intrecciate in un nucleo di certezza riguardo ciò che faceva la sua segretaria nei giorni di riposo. Beh...ognuno il suo. Immagino. Credo. Era decisamente a disagio, un pò come quando lavorava per Nikaido alla locanda di Oto, con la prosperosa proprietaria che ogni tre per due andava in giro a torso nudo. Uhm...quindi...nei giorni liberi vai a prendere lezioni di moda dalle Gatte e poi ti fai le foto vestita così insieme a Ssalar e ai serpenti a cui metti i vestitini? Tipo...un Cosplay? Giusto? Beh, a casa propria ognuno fa quel che vuole, si dice. Si era fatto tutto un film da cui difficilmente la ragazza sarebbe mai sfuggita, in cui la metteva sullo stesso piano di certi tipi strani otesi come Fyodor che consumavano cadaveri a domicilio. Intanto Raizen rientrò, ora vestito in maniera più accettabile, rinnovando l'invito alla segretaria di restare per la sua convalescenza. Non che ci fosse una vera e propria convalescenza fisica dopo l'intervento di uno Yakushi...non a caso il loro cognome rappresentava il Buddah della medicina e delle guarigioni miracolose.

    Non solo chiacchiere? Spero che tu abbia almeno da mangiare perché ho fame. Aggiunse cercando di cambiare discorso senza guardare più di tanto la segretaria, salvo un vago borbottare qualcosa su quel "povero Ssalar". Poi, dandosi una parvenza di contegno, si sarebbe avvicinato al Colosso della Foglia, carezzando il mento. Uhm...quella cosa con le code immagino dipendesse dalla pantegana interiore, vero? Sarà dura riabituarti a usare tecniche differenti...tuttavia... Con un semplice trucco concentrò il chakra fino a formare un Kunai nella sua mano. Io ho qualcosa di simile, se ricordi. Caricò di energia il costrutto, che per un secondo si deformò prima di esplodere in tre artigli elettrici che sferzarono l'aria intorno a Raizen (crepando il muro, ovviamente). Artiglio dell'Orco. Non è proprio uguale ma il concetto somiglia...potresti riuscire a impararlo, se ti ci mettessi. Certo, a patto che la smetti di rompermi le scatole e mi procuri cibo. Poi guardò Hebiko, un pò arrossendo. E una macchina fotografica per lei. Sai...ha certe...tendenze...
     
    .
  14.     Like  
     
    .
    Avatar

    Group
    Giocatori
    Posts
    3,905
    Reputation
    +189

    Status
    Offline

    Disagio


    V



    La sua entrata causò un imbarazzo generale nella stanza. Raizen le si avvicinò, prendendola di peso per le spalle, mentre lei, irrigidita dal momento, borbottò a denti stretti:

    Non sono per nientea mio agio in questo momento.

    Venne posata sul letto (per qualche motivo), mentre Raizen spariva a cambiarsi, lasciandola a dover rispondere alle imbarazzanti supposizioni dello Yakushi.Rossa per la vergogna, si coprì la faccia con una mano, agitando l'altra in direzione dell'Amministratore.

    No, no, è... Una lunga storia. Non ho ancora metabolizzato.

    C'era da dire che non era chiaro chi tra i due fosse più a disagio. Forse Hebiko, data la sua scarsa voglia di parlare, ma Febh probabilmente scaricava lo stress proprio parlando. E di cosa avrebbe potuto parlare, se non dei motivi che, secondo lui, l'avevano spinta a conciarsi così. La ragazza iniziò a gesticolare, intimandolo di fermare il suo fiume di pensieri:

    No, no, macchè Gatte!! C'era un infermiera, e... Senti lascia perdere! Anche se ti raccontassi tutto per filo e per segno te ne usciresti con qualche stramberia. La storia del cosplay mi basta.

    Al ritorno di Raizen, quest'ultimo ebbe ben poco da dire, se non ripetere alla Vipera che poteva restare a fargli compagnia, rimettendosi a letto. Lei si spostò, lasciandogli posto, restandosene in piedi di fianco al letto visibilmente a disagio e indecisa sul dafarsi. I due si scambiarono due parole, venendo interrotti solo quando Febh accennò ad una macchina fotografica, scatenando l'ira della Vipera:

    MA QUALI TENDENZE!! Mi serve un negozio di vestiti... O un sarto. Vanno bene entrambi.

    Avrebbe aspettato ordini da quel momento, che provenissero sia dal suo Amministratore che da Raizen. A quanto pare avrebbero passato entrambi un po' di tempo a Konoha, poteva essere una buona occasione per staccare un po' e valutare com'era la vita in quel villaggio.
     
    .
  15.     Like  
     
    .
    Avatar

    Group
    Admin
    Posts
    18,987
    Reputation
    +684

    Status
    Offline

    Abbracciala, Abbracciati, Abbracciali


    Paura, Insicurezza, Riscatto
    - XX -





    Alzò un sopracciglio quando Febh tentò di dire che le scosse nere erano affar suo.

    Certo, fino a quanto sarai solo in mezzo al deserto, ma fino a quando condividi il tetto con qualcuno no.
    Erano cretini, l’hai appena detto!
    Non contano!


    Obiettò quando per l’ennesima volta citò la missione in cui aveva sventato una guerra a suon di chiacchiere.

    E non è colpa mia se mi piombi nella stanza, mi sballotti, mi curi e mi trascini in un vortice di reazioni insensate!
    Quando una cosa è troppo assurda tende ad appiattire tutto, a resettare!
    E quando resetti riparti!


    Tornato dal suo camerino improvvisato dovette nuovamente far fronte alle richieste dell’otese, ancora affamato.

    Ah… si, posso procurarti qualcosa.

    Disse senza prestare troppa attenzione, che in quel momento vagava, concentrata più che altro su altri aspetti di quella vicenda.

    Artiglio dell’orco?
    Oh no, mi serve qualcosa di più basico... una strada nuova da intraprendere.
    Ci sono alcuni utilizzi del chakra che vorrei sperimentare.


    Si rivolse poi a Hebiko.

    Un sarto?
    Vorresti uscire conciata in quel modo?


    Gli passò la vestaglia che indossava poco prima.

    Toh, mettiti questa, ti copre sicuramente di più.
    Che c’è?
    Puoi sempre muoverti attaccata alle pareti!


    Era indubbiamente pulita, aveva il tipico odore di detergenti ospedalieri, dal nauseabondo olezzo asettico che distingueva l’intera struttura, e vi si potevano ancora distinguere le pieghe segno del fatto che l’aveva utilizzato solamente in mattinata.

    Per il tuo vestito puoi andare da Kiyomi, dovrai dargli precise indicazioni se vuoi che non ti faccia qualcosa da battona con le gomme nuove, ma saprà accontentarti.
    Per il resto, ci sentiremmo presto immagino.
    In questi giorni ci saranno i funerali del daimyo, se vuoi partecipare, Febh, credo sia bene trovarti qualcosa di adatto per l’occasione sei il rappresentante di Oto dopotutto.


    Ed avrebbe lasciato uscire i due dalla stanza.
    Da solo, all’interno dei quattro muri nuovamente vuoti, Raizen, dopo un intera giornata avrebbe… respirato.
    Quando i medici rientrarono per le nuove medicazioni avrebbe passato qualche minuto a spiegare cosa era accaduto, ma lasciandosi accordare un permesso per un soggiorno più lungo, cosa che non fecero fatica a dargli, era raro che con i ninja potessero mettersi l’anima in pace ed avrebbero utilizzato quel lasso di tempo per cercare di comprendere se l’azione dello Yakushi potesse essere spiegata con delle analisi o paragonata alla tecnica del quinto hokage.
    Tra i vari esami avrebbero anche scoperto che il suo chakra e il suo corpo stavano mutando, il primo crescendo esponenzialmente, il secondo riparandosi ad un livello più profondo di quanto non si sarebbero mai aspettati. L’organo elettrogeno, danneggiato durante le disavventure nel sottosuolo otese, non si stava più deteriorando, bensì si stava rafforzando, cosa che probabilmente avrebbe reso le sfere inutili in futuro.

    Oh.

    Fu l’unico commento che riuscì ad esternare di primo acchito.

    Immagino che in qualche modo sia riuscita ad intensificare l’effetto curativo del suo chakra.

    Spiegarono che la faccenda era più complessa, e che non era del tutto chiara nemmeno a loro, ma se fino a qualche giorno prima qualcosa si stava nutrendo del suo organo facendolo atrofizzare il chakra della volpe aveva dato un contraccolpo, annullando l’effetto. Di contro, manipolare la nuova energia non sarebbe stato semplice e immediato, avrebbe richiesto tempo che, immaginarono, non aveva.

    Beh, sembra proprio che aver radunato qualche compare non sia stata una pessima idea.

    Frase che chiuse l’aggiornamento con i dottori e gli permise di pensare a ciò che sarebbe successo nei giorni a venire.
    Quando riuscì a prendere sonno la notte era così scura da fargli pensare che stesse per arrivare l’alba, avrebbe dormito per oltre un giorno, malgrado non ne fosse cosciente le cure di Febh avevano affaticato non poco il suo organismo, abituato a guarirsi in una maniera del tutto differente e non di certo a rigenerarsi totalmente.

    […]

    Al suo risveglio la grossa sveglia davanti al letto gli ricordò che giorno era quello, e per un momento desiderò dormire ancora, ma la possibilità di farsi forza stringendo entrambe le mani lo catapultò giù dal letto.
    Inspirò.
    L’aria asettica dell’ospedale ora lo infastidiva, era un segno positivo.
    Quella mattina avrebbe fatto la doccia in casa propria, si disse che come primo passo sarebbe stato sufficiente, ma non si aspettava di trovare all’interno del suo ufficio il grosso baule con all’interno le maschere del serraglio. Stava per allungare la mano su di esse per distruggerle una ad una, solamente con la stretta della mano, ma si fermò, convincendosi che sarebbero state lo strumento della loro rivalsa.
    Le avrebbe fatte studiare prima di cederle agli shinobi più fidati che avesse, ma nonostante quella convinzione sarebbe rimasto li davanti a fissarle per qualche minuto, rimuginando su tutto quello che era accaduto, così fresco da permettergli di sentirne ancora l’odore nel naso.
    Un bottone sull’interfono e potè consegnare la cassa al centro di ricerca per gli accertamenti necessari per poi restare nuovamente solo nel suo ufficio, rimase ad osservare gli immobili con un senso di colpa misto a disgusto, ricordandosi ogni singolo momento di quella notte maledetta, guardando se stesso mentre attraversava quella stanza, senza poter fare nulla per fermarsi.
    O quantomeno, così avrebbe fatto se quei giorni di ospedale fosse rimasto da solo, cosa che non avvenne, durante la sua malattia, nel suo momento più difficile, qualcuno era arrivato a sostenerlo, senza che nessuno l’avesse chiamato. E se gli amici si vedevano nel momento del bisogno lui qualche amico lo aveva.
    Le tende vennero tirate, permettendo alla luce di entrare copiosa, a qualcuno poteva non piacere, ma l’Hokage era tornato.
    Quel giorno prevedeva abiti scuri, ma indossarli non fu semplice, poteva essere vero che tutte le vite avevano lo stesso valore, ma in quel momento il Colosso non riusciva a pensarla in quel modo. Quando il torpore emotivo lo abbandonò era al cimitero monumentale della foglia, dove tutti gli eroi del villaggio riposavano, prima di quel momento la sua faccia solenne avrebbe dato un'unica risposta a chiunque avesse cercato la sua attenzione: un silenzioso cenno del capo.
    Davanti a lui il nero sarcofago che conteneva le spoglie del Daimyo, ed insieme a lui la sua guardia ed i bambini, le vittime innocenti di quel massacro. Dal suo posto, il leggio poteva vederli bene, lucidi e ricoperti dei fiori che ogni persona aveva portato, sospesi da bastoni cromati sopra alle fosse che poco dopo li avrebbero accolti. Oltre loro le persone, il villaggio, in prima fila i genitori dei bambini, poi i nobili, a seguire amici, conoscenti, tra di loro anche gli shinobi che avevano partecipato alla missione. Tutte facce che si aspettavano qualcosa da lui.
    Eppure l’Hokage non aprì bocca, fu Oda, per lui, a trasmettere le sue parole. Il suo volto, la sua espressione solenne non si sarebbero distorte, ma tutti avrebbero potuto sentire le sue parole dentro di loro.

    Iniziare è il momento più difficile.
    Non potersi scusare con le vittime di una simile tragedia ancora peggio.


    Se Oda l’avesse permesso a quel punto ciò che Raizen provava si sarebbe scaricato sui presenti, una tristezza profonda, opprimente il fondo di un pozzo così profondo da rendere l’inizio invisibile. Un luogo stretto in cui tutti erano disarmati, in cui il freddo pungeva e l’umidità faceva marcire, le parole avrebbero lasciato spazio all’interpretazione, ma la mente poteva trasmettere ciò che realmente si provava, ed in quel momento non poteva essere più triste, nessuno di loro poteva esserlo, il massimo della tristezza del Colosso ora era anche il loro.
    In quel silenzio, disturbato solo da poche foglie spostate da un leggero venticello, l’Hokage si chinò verso le bare, un gesto attento e misurato, un gesto che lo pose davanti al più concreto dei simboli di quell’invasione: le fredde spoglie mortali di coloro che non c’erano più, era sicuro di poter sentire ogni lacrima rigare il volto dei genitori di quegli infanti. Fu l’inizio di una caduta che pareva non avere fine, col vento che sferzava il volto e qualsiasi appiglio così lontano da non essere nemmeno immaginabile.

    Ho fallito.
    Possano le mie scuse permettervi di abbandonare questi luoghi serenamente.


    Quelle parole, dette a voce alta sarebbero state la fine di quel silenzio, Raizen avrebbe parlato con la propria voce seppure la sua mente fosse ancora emotivamente connessa a quella dei presenti.

    Durante la mia convalescenza in ospedale, Oda, è stato il primo shinobi a varcare la soglia della mia stanza.
    Alla sua proposta di far sentire la mia voce al villaggio ho rifiutato.
    Gli ho detto che la vita è scandita da momenti, e quei momenti, i primi momenti erano delle persone che soffrivano e soltanto per loro, per stringersi tra volti conosciuti e trovare la pace ed il calore degli affetti più solidi.
    Ma i momenti sono tali perché terminano, ed una volta raccolti i cocci giunge il tempo di ricostruire e di avanzare, di muoversi verso il domani.
    Quella notte non ci ha lasciato solamente vittime, persone ci sono state sottratte.
    Per quelle persone e per coloro che ora riposano abbiamo il dovere di rialzarci, di stringerci assieme e reagire contro quella che non è più soltanto una minaccia.
    Kazutoshi avrebbe detto che è dalle sconfitte che si impara, e che a volte le sconfitte sono più amare, più dolorose, ma restano comunque occasioni di crescita.


    Mentre parlava la caduta si interrompeva e l’assenza di peso permetteva di concentrarsi su piccole luci che pian piano gli si accedevano attorno, per Raizen era il supporto offertogli in quei giorni, per le altre persone… chissà? Non importava avessero un volto dopotutto, ciò che importava e che squarciavano l’opprimente paura con una luce calda e piacevole.

    Niente potrà riportare indietro il loro calore, i loro volti o le loro sagge parole, ma i ricordi, i momenti resteranno sempre ad illuminare il nostro cammino.
    Dobbiamo scegliere, adesso, se promettere ai nostri cari di rialzarci e camminare con l’aiuto del loro spirito, o se scegliere di stare immobili a piangere il loro ricordo.
    Ci siamo piegati, siamo stati piegati, ma se siamo qui è perché non siamo stati spezzati.
    Siamo qui oggi, non per piangere delle vittime, non per dolerci della loro assenza, ma per onorare un sacrificio, per nutrirci di lacrime e fiele ed alzarci tutti insieme di fronte ad un nemico che solo ieri ci sembrava insormontabile.
    Prometto a loro, davanti a voi, che con la loro guida ogni debito sarà saldato.


    Tacque, per dare a quella frase maggior valore, e fu il momento in cui i punti che foravano la coltre di paura si ingrandirono, spazzando qualsiasi ombra, qualsiasi dubbio permettendo di sentire quella sensazione sulla pelle, nella mente, così come poterono sentire la tristezza avrebbero sentito la speranza, condotti per tutto quel discorso dalle emozioni di Raizen forse si sarebbero potuti far trainare lasciandosi alle spalle un pò del loro fardello.

    Nessuno è solo.

    Si inchinò nuovamente prima di scendere dal pianale rialzato in cui stava il leggio.
    Non aveva trovato altre parole, reputava che avvolgersi in dolorosi saluti ai defunti servisse solamente a ravvivare il dolore già intenso, per questo aveva parlato del futuro, di rivalsa, di speranza ed unione, e sperava di aver trasmesso agli altri ciò che le persone che gli erano state vicine avevano trasmesso a lui.

    [spazio a tutti i fogliosi e agli invitati dentro il villaggio, chi possiede famiglie nobili può giocare le loro reazioni in questa specifica parte, oltre ovviamente a quelle dei propri personaggi]


    Alla conclusione del rito funebre ci sarebbe stata una seconda riunione, quella dell’Hokage con le principali casate nobiliari del fuoco, quelle in grado di affossare una nazione spostando semplicemente dei rettangoli di carta.
    La casata del dragone era ormai annientata, il suo capostipite aveva seguito la propria famiglia trucidata ancor prima di lui.
    La stanza in cui si tenevano questo genere di riunioni si trovava nell’amministrazione, una stanza circolare con un tavolo della medesima forma ed un arredamento essenziale: semplici sedie in legno, tavolo e pavimenti in pietra. Le schermature davanti alle finestre rendevano inutili le tende.
    Seduti al tavolo erano presenti i capifamiglia di ogni famiglia nobile del fuoco, venti in tutto, tra di esse era presente anche l’Airone dei Kobayashi, Raizen gli riservò un saluto particolarmente amichevole, erano sempre stati amici ed era sempre stato appoggiato da loro, persino in situazioni decisamente rischiose.

    Purtroppo siamo tutti consapevoli dei motivi che ci costringono a riunirci qui, quest’oggi.
    La famiglia Murasaki è scomparsa senza lasciare eredi, ma… per quanto la sua dipartita sia prematura, non possiamo permettere che questo leda la nazione del Fuoco.
    Tuttavia prima di passare a qualsiasi discussione penso sia d’obbligo del sakè.


    Battè le mani due volte, un segnale che fece aprire delicatamente la porta ed entrare due cameriere con un bicchierino per ogni persona, il liquido cristallino, poco al di sopra della temperatura ambiente, si rivelò essere un Junmai Daiginjo dalla levigatura Hempei-Seimai sopraffina a cui si aggiungeva una stagionatura in grotta oculata che rendeva la degustazione un esperienza unica che obbligava al silenzio.
    Quando levò il capo i nobili ancora aspettavano un suo cenno.

    Possa il suo spirito riposare in pace e guidarci.

    Inspirò a fondo, concludendo l’introduzione a quella riunione.

    Non ci attendono tempi felici.

    Disse senza mezzi termini.

    L’episodio che ci ha colpiti non era che un assaggio, non è stato distruttivo come lo fu per i kiriani, ma solo per volontà di chi l’ha attuato.
    Eravamo impreparati?
    Si.
    Potevamo essere pronti?
    Difficilmente.
    Ammetto di aver mangiato per intero l’esca e deglutito l’amo, ma possedevano un jutsu di controllo spaziale in grado di spostare l’intera magione… qualcosa che non potevo neanche concepire.
    Col senno del poi, non so se sarei riuscito comunque a cambiare qualcosa se fossi stato ancora più attento.


    Un brusio, lieve, accolse quell’affermazione, quel sottile refolo di disapprovazione tipico dei nobili.

    Ci stai forse dicendo che non hai idea di come fermali, se dovessero attaccare nuovamente?

    Non conosceva tutti in quella stanza, ed il nobile che evitò con evidente indelicatezza di dargli del lei era tra quelli, ma fu soltanto il primo a parlare

    Non siate così duro Oshiri-sama. Sono sicuro che Raizen userà tutte le risorse a sua disposizione per evitare il ripetersi di una tragedia simile.

    Non fu Toshiro a prendere parola in sua difesa, ma pareva l’avesse fatto con intenzione, mostrando che altri nobili lo appoggiavano oltre a lui.

    Se sono riusciti a spostare l'intera magione con un solo jutsu, significa che potrebbero colpire ognuno di noi in qualsiasi momento?

    La piccola slavina smossa da Oshiri si trasformò presto in una valanga di incertezze, ma era pronto, consapevole che avrebbe dovuto affrontarle.

    Non è un segreto che dopo la morte di Kazutoshi molti preferirebbero che lei venisse sostituito da qualcuno di più capace. Cosa ha intenzione di fare per convincere questo consiglio e il paese intero di essere degno di fiducia?

    Una domanda che volevano porre in molti a giudicare dal silenzio che si creò dopo.

    No, non l'ho detto e non lo intendevo. In compenso Oshiri-sama son certo di aver detto che questa sconfitta ci ha dato modo di imparare. La stessa tecnica non funziona due volte sullo stesso shinobi, si dice spesso. Colpire chiunque in qualsiasi momento è... inutile, ed anche difficile.
    Espedienti simili richiedono tempo e preparazione e loro avevano contatti all'interno della foglia... una traditrice del clan uchiha. Il daimyo aveva un valore per cui era importante investire delle risorse, questo era un assaggio, ma era nelle loro intenzioni che fosse tale, volevano colpire un bersaglio preciso, volevano spezzare le giuste persone, dividerci.
    Ci sono riusciti?


    Sarebbe quindi passato ai dubbi del nobile più impaurito.

    Cosa sto Già facendo, in realtà.
    La ricerca dei colpevoli è una priorità, ma questo è scontato, meno scontati sono i mezzi, e un gruppo di ricerca ci sta lavorando sopra insieme al mizukage, esperto sensitivo.
    Sto cercando alleanze, non perché la Foglia sia debole, ma perché il nemico si è dimostrato subdolo.
    Voglio dimostrare che simili errori sono eventi irripetibili, vendicare i caduti e rincarare la dose.
    Se pensate che la foglia dimostri debolezza in quanto si appoggia al mizukage... beh, sappiate che è un nara, non siamo di certo noi a sfruttare il potenziale di un altro villaggio, che come noi è stato colpito dall’Oni.


    Ma pareva non avesse centrato il punto, o forse non lo aveva fatto secondo il punto di vista di Oshiri.

    Forse non ti è ben chiara la successione degli eventi, ma lascia che ti rinfreschi la memoria: il Damyo è morto, Raizen. Chiaramente sono riusciti nel loro intento e tu non sei stato in grado di formarli.

    Intervento che impedì a Raizen di trattenersi, guardando in tralice lo spocchioso riccone.

    È un bene che il Mizukage abbia deciso di sostenerti, ma se vuoi convincere questo consiglio del tuo valore non dovresti usare la debolezza della Nebbia per nascondere la tua. È una cosa che non ti fa onore.

    Appunto che gli fece scuotere il capo, come se ricevuto un ceffone inaspettato, gli parlavano di onore?
    Quattro vecchi il cui muscolo più esercitato era quello usato per sfogliare le banconote?

    Che ne è del resto dell'accademia? Anche Suna e Oto sono state prese di mira? Forniranno supporto alla nostra causa?

    Inspirò preparando la sua risposta.

    Questo l'abbiamo già appurato, Oshiri-sama.
    Vuole una relazione dettagliata sulla tecnica che l'ha reso possibile per comprendere che è praticamente impossibile eseguirla con successo per due volte?
    Non ho citato quel detto sulle tecniche e gli shinobi per nulla poco fa.
    Ho delle colpe, è indubbio, scrollarmele di dosso non mi farebbe onore, ma se credete che ci fosse un altro modo o che qualcun altro avrebbe potuto evitarlo devo deludervi. Le informazioni ottenute in quel momento non accettavano altre soluzioni, l'intero impianto di sicurezza del palazzo del daimyo è stato divelto e ci ha trasmesso poco e niente, e non è qualcosa che ho organizzato io.
    Verrà ripensato?
    Certo.
    Ma deve essere qualcuno che sa cosa pensare a farlo.
    Avevo ipotizzato la possibilità di ritornare alla foglia, ma è stato il peggio del peggior scenario a realizzarsi.
    Non ho usato la debolezza della nebbia, ho puntualizzato che è stato un nemico comune ad unirci e sfruttare l'alleanza creata appositamente per queste situazioni. Oto ha già dato il suo aiuto, e ne fornirà ulteriore se gli verrà richiesto, ho stretti rapporti con i suoi shinobi più valorosi.
    Temo che saranno i prossimi e gli abbiamo passato tutte le informazioni in loro possesso.
    Suna... Suna risponderà, è fedele all’alleanza, ma non so tanto della sua situazione, è guidata da un ninja ingenuo ma che mi deve tanto e non si tirerà indietro.


    A rispondergli con un tono gentile e posato fu un altro nobile, non sapeva se lo appoggiasse o meno, ma la cortesia concessagli era sufficiente

    Sì, le saremmo grati se potesse metterci al corrente delle scoperte fatte fin ora.

    Rispose prontamente, radunando le idee e cercando di ignorare i ricordi legati a quell’esperienza.

    Era una barriera sferica, il villaggio ha potuto vederla in quanto posizionata per coprire la luna, ed è proprio li che si trovava il palazzo, ma non l'origine del jutsu.
    Procediamo per gradi.
    Una volta eretta la barriera era necessario che l’obiettivo vi entrasse per attivarne il funzionamento che prevedeva che le parti da scambiare fossero entrambe al suo interno, a quel punto i due soggetti venivano legati da un sigillo che gli permetteva di percepirsi vicendevolmente, escludendo gli altri.
    Da una parte avevamo le emanazioni dei fedeli di Shiro, dall’altra i miei shinobi.
    Ma ho detto emanazioni, i reali erano già sul posto, l’intero sigillo serviva di fatto a portarli lontano dalla foglia.
    Io… dovevo effettuare lo scambio col Daimyo.
    Ho rifiutato categoricamente l’opzione ed un espediente mi ha permesso di uscire… ma ad un costo troppo elevato, ho perso un braccio e l’equipaggiamento e ad aspettarmi c’erano almeno 8 shinobi che mi hanno ridotto in fin di vita.
    Resta ancora da comprendere il modo preciso in cui l’Uchiha ci sia riuscita, ma è stata lei a fissare come destinazione della tecnica il villaggio in quanto lei è stata l’unica ad entrarci e l’ha fatto da cadavere.
    I suoi occhi e la parte di cranio alle loro spalle era stata incenerita da un jutsu, ha ripreso vita ed ha potuto muoversi indisturbata all’interno.
    Sapere come sia stato possibile comprenderete che non è facile, ma è altrettanto elementare che non era prevedibile che un cadavere potesse riprendere vita in quello stato e tramare contro di noi.


    A quel punto fu Toshiro stesso a mettere un punto, tra i nobili il più ricco era il più potente e la sua voce appiattì qualsiasi altro suono sulla stanza, mettendo un punto alla situazione.

    Sono sicuro di quanto dice, Raizen-san.
    Data la violenza di questo attacco, dubito che un altro shinobi nella sua posizione avrebbe potuto fare di meglio, eppure non possiamo considerare ciò una fonte di consolazione. È di vitale importanza che la ricostruzione proceda a ritmo spedito: il Villaggio e il Paese intero non possono sopravvivere senza una guida. In questa sede eleggeremo il prossimo Damyo e poi decideremo cosa fare con il ruolo che lei occupa.
    Se non avete nulla in contrario, onorevoli colleghi, procederei immediatamente alla votazione


    Non poteva dare alcun torto al capoclan dei Kobayashi, ma era sicuro che la sua voce potesse ancora essere utile a quel consiglio.

    Toshiro-sama preferirei risolvere la mia situazione prima, dovete sapere prima di votare se il mio parere è degno di fiducia o meno per tenerlo in considerazione quando voterete

    Ma nonostante le sue parole fossero indirizzate a Toshiro fu Oshiri a intervenire nuovamente, ancor più duramente.

    Il tuo parere non ci è di alcun interesse. Il Damyo verrà eletto per nostra e soltanto nostra decisione. Sarà lui a scegliere cosa fare di te.

    A quel punto il Colosso venne messo di fronte ad una scelta, spaccare il cranio del nobile con un cazzotto, spingendogli il cervello giù per la colonna vertebrale fino ad alloggiarlo nel posto a lui più congeniale, o maturare.

    Non voglio che teniate conto del mio parere, non sono qui a nutrire il mio ego, vi sto offrendo informazioni che dei civili non possono avere se me le chiedete e una consulenza.
    Se siete certi di non averne bisogno sarà mia premura fare un passo indietro.


    Ed a conferma delle sue parole allontano lievemente la sedia dal tavolo, pronto ad ubbidire ad un parere univoco dell’intero consiglio, non fu tanto il gesto, ma le parole a mutare il borbottio di dissenso in assenso, rifuggire lo scontro rimandando tutto ad una decisione il cui risultato era incerto non era di sicuro buona cosa, sarebbe significato accettare il proprio destino passivamente.

    Raizen tiene al villaggio e al Paese almeno quanto noi, Oshiri -sama. La decisione spetta soltanto a noi, ma non ci nuocerà sentire anche l'opinione di qualcuno estraneo al nostro ambiente. Proceda pure, Hokage.

    Annuì una singola volta, ringraziando i Kami che a quel consiglio fosse presente più di una persona con del senno, il rischio dell'effetto pecora avviato dalla testa più calda era sempre presente.

    Siamo in tempi di guerra.
    La pace è lontana decine di anni, non dobbiamo più uscire dalle nostre case per risolvere i problemi altrui per guadagnarci da vivere.
    Sono i problemi che hanno compreso chi siamo, decidendo di venire a prenderci per annientarci.
    In momenti come questi, occorre qualcuno che sappia gestire gli ingenti costi delle spese militari.


    La mano andò ad indicare Yamamoto Hinoasu, si sarebbe fermata su Toshiro, ma non era ambiente adatto a lui, e soprattutto gli era troppo cara la sua vita perché potesse anche solo pensare di metterla a rischio.
    Terminata la frase si sarebbe alzato, congedandosi con un inchino, ricambiato da tutti i nobili meno che uno. Passarono lunghe ore prima che gli fosse concesso di entrare nuovamente nella stanza, dove trovò tutti i nobili in piedi ad attenderlo per i saluti.
    Gli sfilarono tutti accanto, Toshiro per ultimo.

    Fatti coraggio ragazzo.
    L’ala dell’airone sarà sempre su di te.


    Gli avrebbe posato la mano sulla spalla per poi uscire e lasciarlo solo col nuovo Daimyo.

    Ho convinto i nobili recalcitranti a confermare il tuo titolo.

    Una voce secca, schioccante, inflessibile.

    Ma non sbagliare più Raizen, non avrai altre occasioni simili.
    Chiudi la porta adesso, dovremmo parlare a lungo.


    Il Fuoco aveva un nuovo protettore, e il fatto che fosse il precedente consigliere dei Daimyo non era un caso, probabilmente i nobili avevano voluto rispettare un qualche tipo di discendenza, ma nessuno oltre lui e il defunto Kazutoshi, sapeva che fu lui a consigliare l'elezione di Raizen colpito dal suo valore in battaglia.

    BAPXsrP





    Edited by F e n i x - 21/11/2017, 18:22
     
    .
59 replies since 4/10/2017, 11:57   1378 views
  Share  
.