Nightmare Before Ninjamas![News Natalizia]

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    ehm...da qualche parte

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    Nightmare Before Ninjamas

    Post Primo



    Poche nuvole sostavano nel cielo di quella gelida sera, lasciando che le stelle lo illuminassero creando un'atmosfera magica e romantica. Ma luna e stelle non erano le sole cose splendevano nell'oscurità della notte...
    Un vento gelido proveniente da nord si diffuse su tutto il continente, portando con sé piccoli oggetti che presto il mondo avrebbe conosciuto. Si sarebbero potuti scambiare per stelle cadenti, per lucciole o anche per piccole fate, per i più superstiziosi, ma la verità era che quei punti luminosi che volavano nel cielo notturno, avevano una meta ben precisa, e procedevano dritti e spediti come se avessero vita propria. Dall'arido Villaggio della Sabbia all'innevato Villaggio della Nebbia, quei piccoli oggetti luminosi sorvolarono alberi, montagne e palazzi, fino ad arrivare ai rispettivi uffici amministrativi delle quattro capitali accademiche, e come se fossero eterei, attraversarono finestre e pareti, per finire col depositarsi sulla scrivania del membro più importante del villaggio. Solo a quel punto, la luce si dissolse e si separò da quella che si rivelò essere una semplice busta da lettere

    download

    , al cui interno vi era un invito molto speciale.

    Lettera


    La sera dell'incontro, all'orario stabilito, non vi era niente e nessuno ad attendere i ninja fuori dai villaggi, a parte una lieve nebbia che rendeva la fredda notte ancor più spettrale. Non sarebbero passati neanche 10 minuti, però, che uno strano ed acuto suono cominciò a diffondersi nell'aria, un suono che più si avvicinava e più assomigliava al tintinnio di tante campanelle.
    In breve, dalla nebbia emersero 6 grandi renne disposte in una fila da due, intente a trainare una slitta

    Slitte

    rossa in legno a 6 posti; non c'era nessun cocchiere a dirigere le bestie, le quali una volta avvicinatesi abbastanza ad i futuri passeggeri, si sarebbero rivelate essere dei morbidi peluches

    Renne

    animati, legati alla slitta tramite cinghie di stoffa cucite su di essi.
    Le renne avrebbero parcheggiato la slitta davanti al Gate del villaggio, attendendo che tutti gli invitati salissero a bordo, ma si sarebbero comportate come delle normalissime renne, se qualcuno avesse interagito con loro, eccetto per il fatto che la bocca era cucita. Una volta saliti tutti, gli animali di stoffa partirono senza indugio, lasciando che i due capi-fila conducessero il gruppo verso la direzione da cui erano arrivati, mentre i piccoli campanelli dorati appesi alle cinghie ripresero a tintinnare ritmicamente.


    Nonostante la lontananza della loro meta, la slitta procedeva a passo abbastanza lenta e tranquillo, e solo dopo essersi allontanati di diverse centinaia di metri dal punto di partenza, le renne accelerarono gradualmente la velocità, correndo sempre più rapidamente, e quando questa raggiunse un livello inimmaginabile almeno per i ninja di basso rango, le 6 bestie iniziarono a levitare ad una distanza sempre maggiore dal terreno, come se stessero percorrendo una strada invisibile sollevata, fino a trascinarsi dietro anche la slitta e spiccare infine il volo verso il cielo.
    I ninja sarebbero volati sempre più in alto e sempre più veloci, arrivando a superare la nebbia e ritrovandosi a poter ammirare lo splendore di un cielo completamente limpido e colmo di stelle, mentre la luce della luna illuminava la strada ai fidati animali.
    Ci vollero una manciata di ore di viaggio prima che le renne iniziarono una leggera discesa, avvicinandosi alle bianche montagne che stavano sorvolando e rallentando pian piano la corsa.

    Landa_2_b


    I passeggeri, probabilmente infreddoliti, avrebbero potuto ammirare lo splendido paesaggio che offriva il Paese della Neve e respirare la gelida aria tipica di quel luogo, certamente più fredda di quella di qualunque luogo provenissero, ma fu proprio in quel frangente che tutte le slitte andate a recuperare i vari ninja in giro per il continente, cominciarono a riunirsi, quasi accostandosi l'una all'altra e percorrendo insieme lo stesso tratto di strada in volo.
    Era quasi mezzanotte, e dopo ancora pochi chilometri di viaggio le renne scesero completamente sulla neve compatta, arrivando in prossimità di un gigantesco edificio (più largo che alto) composto da molti padiglioni, che i ninja avrebbero potuto vedere molto bene dall'alto, e fermandosi completamente su di una pista illuminata ai lati da due file di lampioni.

    Fabbrica_1


    L'aspetto della fabbrica era freddo come il clima, e non vi era nessuno ad attendere i neo arrivati, ma fu proprio quando questi scesero dai loro mezzi di trasporto, che il grande portone non molto distante si spalancò lentamente, rivelando un'ampia sala calorosa e molto illuminata. All'interno c'erano decine di persone in attesa che entrassero, ma guardando più attentamente, una volta entrati, avrebbero potuto facilmente notare la bassa statura generale di tutte quelle persone, che non superava 1 metro e 30, senza contare che avevano un aspetto malandato e denutrito, ma ciò nonostante, sembravano tutti sorridenti e felici di vederli.
    Due di loro provvidero a chiudere le grosse ante del portone alle loro spalle,
    una volta che tutti ebbero varcato la soglia.
    All'interno si respirava un'aria molto accogliente, ma allo stesso tempo si potevano distinguere diversi odori tra cui metallo e carbone, ma la cosa che avrebbe attirato l'attenzione di tutti fu la profonda e possente voce dell'enorme uomo su una balconata al piano superiore, da cui si affacciò accostandosi ad una ringhiera.
    Benvenuti amici miei! Sapevo che non sareste mancati al mio invito!
    L'uomo era alto oltre 2 metri e non era da meno neanche in larghezza; i suo bianchi capelli e la barba folta e bianca erano testimoni della sua età avanzata, indossava dei pesanti vestiti in cui prevaleva il colore rosso ed era evidentemente contento di vedere i suoi ospiti, lasciandosi scappare una sonora risata dopo averli accolti con tanto calore.
    E' un piacere conoscervi. Io sono il Re dell'inverno! OH OH OH OH
    Spero gradirete una bella tazza di zabaione caldo di benvenuto, l'ho fatto preparare apposta per voi.

    Un paio di persone si mossero dalla folla, passando accanto ai ninja con un vassoio colmo di tazze di ottimo zabaione appena fatto, mentre l'odore di quel dolce liquore si diffondeva nell'aria e l'apparente capo della ditta proponeva un brindisi al loro incontro, alzando il proprio bicchiere.
    Alla salute!
    E che questa notte sia testimone di grandi affari fruttuosi!
    E detto ciò, il grassone tracannò la propria bevanda nel giro di un paio di secondi. Tutto pareva procedere nel più tranquillo dei modi, bene o male, e l'atmosfera accogliente che li circondava avrebbe dovuto rasserenare gli animi degli infreddoliti ospiti, ma le ragioni che si celavano dietro quell'incontro erano ancora tutte da chiarire.

    E benvenuti a voi, player!
    Come avrete visto, è una quest a tema molto natalizio, ma non credete che sarà una passeggiata, niente è come sembra. E aggiungerei che siamo io e Febh a coomasterarla, quindi...bè, un nome, una garanzia ^^
    Per i nukki che vogliono partecipare, la lettera arriverà anche a loro, invitandoli personalmente, ed arriverà una slitta monoposto con 2 renne a prelevarli.
    N.B. Ricordate che nel mondo di naruto non esiste babbo natale, quindi i vostri pg non lo conoscono, né sanno qualcosa di tutto l'ambaradan.
    Buon divertimento!!!


    Edited by Yusnaan - 22/11/2017, 20:01
     
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    Per una volta tanto Febh aveva saputo a chi girare la misteriosa missiva giunta "per magia" in amministrazione; aveva già sentito che la Neve era interessata ad armi di distruzione di massa: era stato lo stesso Shinken ad informarlo del fatto che la Daimyo di quel Paese desiderasse una delle mistiche Armi Ancestrali, apparentemente sotto il controllo di Iwa. Dunque la notizia che un misterioso soggetto (in firma il Re dell'Inverno) avesse armi da far vedere ad un numero ignoto di villaggi, da lui indicati preferenziali, non lo stupì affatto; anzi, il tutto gli faceva credere che si trattasse proprio di una colossale trappola. Dopotutto la Neve aveva già dimostrato di non avere interesse a trattare con l'Accademia, perché inserirli nella lista prioritaria? Sempre che ce ne fosse stata davvero una: fino a prova contraria, all'evento in questione avrebbero potuto partecipare tutti gli interessati ad una guerra globale che ormai sembrava inevitabile!
    Per questo Aloysius pensò che Febh aveva fatto la scelta giusta nel mandare lui: la missione era molto più pericolosa di quanto potesse sembrare e avere tra i piedi inutili genin senza grandi capacità e/o esperienze alle spalle avrebbe solo procurato rogne al Garth. Aveva già individuato chi portare con se e per le due ragazze sarebbe stata un'utile esperienza per conoscere meglio il Mikawa e quello che lui aveva sognato per loro. In sua assenza Oto sarebbe rimasta al sicuro poiché sia l'Amministratore che il Feidaikin sarebbero rimasti al villaggio mentre alla villa i suoi uomini erano pronti a proteggere la loro casa.

    :::

    Arrivò in anticipo alle porte del South Gate per sperare di riuscire a scorgere l'arrivo di qualunque cosa o persona fosse arrivata a prenderlo; Mumei era nel fodero pendente sul suo fianco mentre Vermiglio Roccia e Sangue divideva il kimono dal mantello di pelliccia d'orso (i quali rendevano il Colosso ancor più mastodontico)...non era mai stato così a nord ma il clima polare della Neve era qualcosa di ben noto agli abitanti del continente. La piccolina al suo fianco sembrava un cagnolino a confronto ma il Jonin si trattenne nel fare commenti, dopotutto l'eliminatore si era raccomandato di trattarla bene e così avrebbe provato a fare, almeno all'inizio.

    " Questo viaggio è una prova per te; devo capire se puoi essere il Jinkurichi che ho sempre sperato di avere al mio fianco nelle mie battaglie. Dimostrami che Eiatsu non ha fatto la scelta sbagliata scegliendo te come contenitore di uno dei due beni più preziosi del Suono. "

    Le guardie del Gate, intanto, erano pronte al peggio: più volte si erano trovate a dover affrontare ospiti, o presunti tali, in grado di distruggere le mura con un sol colpo, quindi non avrebbero abbassato la guardia fino all'ultimo momento.
    Ovviamente l'ultima cosa che tutti, Aloysius incluso, si sarebbero aspettati di vedere era proprio una slitta volante trainata da animali di tela. Non poté trattenersi nell'indagare con tutti i sensi quelle strambe renne, saggiandone consistenza, odore e suoni emessi...poggiò una mano sul ventre di una di esse per capire se dentro vi erano organi funzionanti o semplice stoffa. Sembravano veri, sebbene senza bocca e a quel punto chiedersi perché privare quei portentosi costrutti proprio di quell'organo sorse spontaneamente, un pensiero accompagnato da sonore risate:

    " Ahahahaha già mi piace questo tipo! Tu che dici Harumi, saliamo? "

    Si accomodò sulla slitta, occupandone praticamente metà dello spazio disponibile, e aspettò l'arrivo della seconda kunoichi invitata alla "festa"; era giunto finalmente il momento di conoscerla, dopotutto era preziosa per Diogene esattamente quanto Harumi. Tempo per parlare ce ne sarebbe stato in volo, quindi una volta che anche Kamine fosse arrivata e avesse trovato posto sulla slitta, Diogene avrebbe dato un colpetto al sedere dell'animale più vicino per spingerlo a partire...ma questo non si mosse.

    LqYJcKP

    Non sapeva che in realtà Febh aveva aggiunto un altro membro alla comitiva.

    ::: In viaggio :::

    " Tratteremo questo viaggio come una vera e propria missione. Quindi presentatevi, ricordandovi di indicare i vostri punti di forza e di debolezza. Hebiko, tu che sei pratica delle scartoffie, fai una lista dell'equipaggiamento...Per quanto mi riguarda, invece, sono Aloysius Diogenes Mikawa, Jonin e guardiano di Oto. Manipolo il sangue e posso combattere sia sulla corta che media distanza al meglio tramite ninjutsu, armato o a mani nude; per quanto riguarda la tattica guiderò io la missione nel caso in cui ci sia bisogno di avanzare in ambienti ostili o nel caso di scontri. Ovviamente voi farete quello che dirò io, intesi? Porgetemi la mano."

    Avrebbe usato un kunai per ferire lievemente il palmo di ogni compagna quel tanto che bastava per farne fuoriuscire una goccia di sangue: quindi avrebbe controllato le tre singole gocce per passarle al setaccio delle sue abilità ed estrarne tutte le informazioni necessarie; in quel modo avrebbe saputo come rintracciarli in qualsiasi situazione, oltre che scoprire qualcosa in più su ognuno di loro [Percezione Sanguigna + Vederci Rosso + Guardare oltre le apparenze].
    Intanto la slitta aveva preso velocità e a quella quota (che l'otese credeva impensabile per quel jutsu) il freddo sarebbe divenuto sempre più pungente...qualora Diogenes si fosse accorto che le tre ragazze fossero in difficoltà, si sarebbe sfilato l'enorme mantello di pelliccia e lo avrebbe steso su di loro (che sedevano per forza di cose vicine su un lato della slitta) a mo di coperta. Non serviva essere spietato ora, quando i limiti delle loro conoscenze sul sapere ninja erano dettati dal loro grado; semplicemente non era quello il valore aggiunto che Aloysius stava cercando. Lui invece avrebbe attinto al repulsivo per isolarsi dal clima esterno [Corpo Repulsivo] e, senza battere ciglio, avrebbe continuato con il discorso:

    " Passiamo al motivo per il quale stiamo facendo questo viaggio: lo scopo è scoprire di cosa la Neve dispone a livello di armamenti, raccogliere più informazioni possibili sul Paese sia dal punto di vista del territorio (ho trovato delle vecchie mappe che vanno sicuramente aggiornate) che delle unità belliche di cui dispone; sorvolando il paese dall'alto forse potremo scoprire qualcosa. L'altro aspetto principale sarà capire l'identità degli altri invitati interessati al comprare armi o anche incuriositi dalla lettera, non vi nego che qualora abbiano fatto un unico "mischione" di rappresentanti ci possa scappare il morto: immaginate se questi babbei fossero in combutta con Kumo e ci facessero trovare fianco a fianco...non sappiano quale siano le reali intenzioni di questo fantomatico Re dell'Inverno.
    E qui nasce anche la mia domanda: secondo voi Oto cosa c'entra in tutto questo? "


    Era una provocazione per vedere le loro reazioni poiché Diogenes in realtà sospettava proprio che uno scontro potesse scoppiare lì nella fabbrica e riguardo all'effettivo interesse suo (e quindi di Oto?) sull'accaparrarsi la migliore arma in circolazione non sapeva cosa le tre ragazze pensassero o sospettassero. Se davvero si trattava di un'arma da poter comprare, o perché no trafugare, perchè mai il Colosso non avrebbe dovuto farci un pensierino?

    :::

    All'arrivo ad accoglierli sarebbe stata una masnada di nani, più morti che vivi in realtà visto il loro aspetto tutt'altro che brillante, ma calorosi nell'accoglierli. Aloysius aveva contato tutte le carrozze sopraggiunte, cercato di individuare i volti noti e memorizzato quelli che non appartenevano già al suo database di ricordi. Avrebbe scrutato il loro vestiario ed equipaggiamento, cercando di ricondurli ad una specifica fazione, per poi confrontarsi con le kunoichi sulle rispettive impressioni...l'unica persona che invero sperava di non vedere lì era Itai. Già condividere un'avventura dopo gli ultimi sviluppi bellico-tattici era stato estremamente complicato, una seconda non sapeva davvero se era in grado di reggerla! Aveva deciso di non mascherare né la sua identità né il fatto che Oto avesse risposto alla chiamata ma questo comportava dei rischi; nel caso in cui le cose si fossero messe male aveva tra pulzelle a cui dover badare e almeno due di queste erano di fondamentale importanza per il villaggio!

    L'omone a capo della fabbrica ed evidentemente artefice dell'intero evento era addirittura più grosso di Aloysius, la sua pancia raggiungeva un diametro senza precedenti e anche il tono di voce era adeguato per la stazza; la prima constatazione del Mikawa fu proprio notare la forte discrepanza di condizione tra i servitori e lui. Ovviamente non svelò ancora nulla e da bravo padrone di casa offrì ai suoi graditi ospiti qualcosa con cui riscaldarsi dal lungo viaggio, un dono quantomai apprezzabile sebbene non consumato: qualora nessuno del gruppo fosse stato in grado di accertarsi dell'assenza di veleni bere il cadeau era fuori discussione.



    CITAZIONE
    OT/ A breve aggiorno la scheda per la giocata ;) Buon divertimento a tuttiiii! /OT

    Chakra usato:
    35/1250
    Vitalità rimanente: 27.5/27.5

    Percezione Sanguigna
    Villaggio: Personale
    Posizioni Magiche: Nessuna (0)
    L'utilizzatore è in grado di percepire con precisione fonti di sangue, coperte e non (all'esterno di organismi viventi), collocate all'interno del raggio della tecnica speciale.Tipo: Ninjutsu - Chiiton
    (Consumo: Mediobasso / Mantenimento: 1/2 Basso)
    [Richiede Manipolazione del Sangue I]
    [Da genin in su]
    Vederci Rosso
    Arte: L'utilizzatore, se attiva Percezione Sanguigna, può scoprire diverse informazioni sul sangue percepito, quali: quantità, gruppo sanguigno, presenza di anomalie, tempo di contatto con l’aria. Inoltre è in grado di riconoscere del sangue già incontrato e associarne la persona, se conosciuta.
    (1/2 Basso)

    [Da genin in su]
    Guardare oltre le apparenze
    Speciale: L'utilizzatore, se attiva Percezione Sanguigna, può individuare anche la presenza di particolari geni nel sangue percepito. Sarà possibile definire il tipo di Kekkai Genkai, Hijutsu e Kinjutsu (se alterano il corpo del portatore) posseduta e riconoscerlo solo se già conosciuta l'informazione caratteristica.[Da jonin in su]


    Edited by DioGeNe - 15/11/2017, 22:12
     
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  3. Roroo
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    Oh oh oh


    Chapter I - Villaggio della Neve




    La lettera giunta dall'estremo Ovest giaceva da giorni sul tavolo in cucina.
    In aggiunta agli addestramenti fisici e mentali per fare di Hoakue un' ottima kunoichi, la sera impiegavo un'ora del mio prezioso tempo per migliorare la sua abilità di lettura e scrittura.
    In assenza di libri adatti per ragazzini della sua età, avevamo letto insieme il contenuto della missiva.

    Voglio accompagnarti! Voglio uscire di casa. Qui mi annoio.
    Non puoi. Devi allenarti con il manichino in camera tua. Quando sarai pronta mi accompagnerai. Non so chi troverò laggiù e se ...
    Ci sono i cattivi? Mi interruppe.
    La bambina si riferiva agli shinobi accademici. Nella sua breve vita, qualcuno l'aveva convinta che i ninja dotati di coprifronte fossero assassini, ladri e stupratori.
    Sì. Dai suoi occhi trapelò puro terrore.
    Li ucciderai vero? Domandò, quasi supplicando.
    Non nutrivo nessun odio o risentimento verso i ninja dei paesi accademici.
    Bramavo potere, fama, conoscenza e soldi e ai miei occhi i quattro villaggi erano miniere di Ryo e non obiettivi da distruggere.
    Certo. Sono i nostri nemici. Non potevo essere sincero con lei.
    Non mi fidavo dei Fanti con cui collaboravo.
    Se qualcuno voleva fottermi si sarebbe servito della piccola Hoakue e per il suo bene dovevo fare in modo che lei non diventasse un problema.

    [24 Dicembre - Ore 19]


    jpg



    Alle 19 la colonnina di mercurio era scesa fin sotto lo zero.
    Ad ogni respiro, una nuvola di condensa bagnava la lunga sciarpa che avvolgeva il mio volto.
    Aveva nevicato per due giorni.
    Per la felicità di Hoakue, a terra si erano depositati almeno venti centimetri di neve.
    Avevo raggiunto il Gate con cinque minuti di anticipo.
    Avevo occultato il mio aspetto grazie alla Henge no Jutsu. Ero una donna alta un metro e sessanta, con due grandi occhiali da vista, dei capelli legati in una lunga coda, una sciarpa di lana nera e un vestito verde. Ai piedi apparivano delle scarpe rosse con tacco dodici.
    Fuori dalle mura di Amegakure, a farmi compagnia era comparsa una fitta coltre di nebbia, insolita per la stagione e per il luogo.

    Un po' mi dispiaceva trascorrere il primo Natale da Namae Taiyo lontano da casa, ma il lavoro aveva la precedenza su tutto.
    Tra le mansioni dei Fiori vi era il commercio di armi ed era mio compito interessarmi alla faccenda.
    In attesa dell'arrivo di qualcuno, seppur senza speranza, tentai di ricordare i Natali precedenti vissuti nei panni di un uomo di cui non avevo memoria, da cui avevo ereditato corpo e mente.
    Vi era una famiglia ad Amegakure che attendeva da mesi il mio ritorno?
    Mi ero promesso di non pensare al passato, di non pormi domande che sarebbero rimaste senza risposta.
    Mi voltai verso il villaggio.
    Lì dentro qualcuno conosceva la mia storia.

    Un bizzarro rumore attirò la mia attenzione.
    Impiegai qualche secondo per capirne la fonte e la direzione.
    Campanelli.
    A dieci metri dal sottoscritto, il muro di nebbia venne infranto da una carrozza trainata da due renne.
    Senza timori, mi accomodai, accavallando maliziosamente le gambe.
    Strano jutsu.

    [...]



    Dopo mezz'ora di viaggio in alta quota sciolsi la Henge no Jutsu.

    Il viaggio fu più emozionante del previsto.
    Trainato dai due bizzarri costrutti, sorvolai come un volatile quasi tutto il continente a una velocità stratosferica.
    Oltrepassato il mare che divideva il Paese della Terra con il Paese della Neve, dopo un ulteriore ora di volo, sotto un cielo così meraviglioso da lasciarmi senza parole, iniziarono a comparire altre carrozze.
    Le due renne rallentarono la propria velocità per prepararsi ad atterrare davanti a quello che sembrava essere una gigantesca fabbrica, composta da tre distinti complessi.
    Toccammo il suolo all'unisono.
    Scesi dal mezzo di trasporto, salutando quei strani peluche con una carezza ciascuno.
    Indossavo abiti elegantijpg ma comodi in caso vi fosse la necessità di menare le mani. Sotto la maglia verde avevo il corpetto in cuoio e le fasce protettive. Al mio fianco destro vi era la fidata doppia lama, lucidata prima di partire.
    Senza dare nell'occhio, analizzai i ninja accorsi in quel luogo sperduto dal mondo.
    Avrei cercato coprifronti e in generale qualsiasi informazione utile per capire chi fossero mentre il mio udito avrebbe fatto il resto. Investigatore [1]
    Abile: L'utilizzatore è in grado di percepire facilmente rumori trascurabili e discussioni, se effettuati entro il movimento di uno slot azione. Inoltre, l'utilizzatore è in grado di ipotizzare a grandi linee il tempo trascorso dall'abbandono di un oggetto in base al suo calore. [Da genin in su]


    In lontananza, udii la porta della fabbrica aprirsi.
    Sebbene fosse notte fonda, l'interno dell'edificio era illuminato e vi erano diverse sagome ad attenderci.
    Mi incamminai verso di loro, senza perdere tempo.
    In prossimità del portone, notai con un certo stupore la piccola statura della maggior parte dei presenti. Oltre a non arrivare al metro e quaranta, e ciò poteva essere l'effetto di qualche malattia o scherzo della natura, quei uomini erano piuttosto denutriti.
    Schiavi. Sentenziai, dall'alto del mio metro e novanta d'altezza.
    Ricambiai i loro sorrisi.
    Quella sala era stata adornata a festa, sebbene l'aria puzzasse di carbone, metallo...e d'inganno.

    Un uomo vestito di rosso fece la sua comparsa dal balcone che si affacciava al piano terra in cui eravamo tutti.
    Incrociai il suo sguardo. Se fosse stato bravo a leggere le espressioni, avrebbe potuto intravedere una leggera curiosità trapelare dai miei occhi di ghiaccio.
    CITAZIONE
    E' un piacere conoscervi. Io sono il Re dell'inverno! OH OH OH OH
    Spero gradirete una bella tazza di zabaione caldo di benvenuto, l'ho fatto preparare apposta per voi.

    Un uomo alto quanto Hoakue si avvicinò a me con una tazza di zabaione tra le mani. Prima di accettare l'offerta, annusai i fumi emanati dalla bevanda.
    Non accettare. Dopo mesi dovevo ancora abituarmi a quella voce estranea che proveniva dalla mia stessa mente.
    No grazie, sono allergico alle uova. Dissi schietto, sorprendendomi per quella scusa che la mia mente aveva partorito in un istante.

    CITAZIONE
    Alla salute!
    E che questa notte sia testimone di grandi affari fruttuosi!

    Osservai curioso la reazione dei presenti. Quanti avrebbero ghignato a quell'augurio?


    CITAZIONE
    LanciaSpiedi con Spiedi avvelenati (Veleno C1 + Allucinogeno)
     
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    I



    Il tanto agognato giorno di ferie per Hebiko era finalmente giusto. Per nessuna ragione al mondo avrebbe rinunciato ad il suo meritato giorno di pausa, lontana da Febh, dai doveri dell'Amministrazione, da Febh, dai moduli da firmare, da Febh... Non che non apprezzasse la sua compagnia, ma fare da babysitter ad un ventiseienne con poca voglia di lavorare era stressante.
    Peccato che, proprio durante quel giorno, una magica lettera arrivò in Amministrazione. L'invito fu rispedito a tutti gli shinobi del villaggio, compresa la Vipera... E altre persone pericolosamente interessate alla fabbrica ed ai suoi tesori. Durante il suo giorno libero spegneva il cervello, riempiendolo di episodi delle MyLittleKitsune e coccolando Darwin ed i suoi serpentelli, perciò non avrebbe sospettato nulla finchè non fosse stato troppo tardi.
    L'idea di poter provare nuove armi la stuzzicò non poco. Inoltre, una visita a quella fabbrica indicava un altro giorno di ferie. Il tutto per il "bene di Oto", ovviamente.
    Puntuale come sempre, Hebiko si presentò al Gate indicatole, avvolta da un cappotto rosso, con un berretto di pelliccia e dei guanti a proteggerla dal freddo. Nonostante le precauzioni, il suo sangue freddo le impediva di trovare conforto in quel clima, arrossandole il viso. Con le braccia avvolte attorno al corpo, intravide in lontananza quella che sembrava una slitta, venendo attirata dalle numerose renne legate ad essa. Sibilò allegra, avvicinandosi distratta alla slitta, notando solo troppo tardi l'enorme ombra che l'avrebbe avvolta non appena avesse tentato di prendere posto sulla slitta.

    ...AH!?

    Rimase immobile, con un piede sulla slitta, a fissare il colosso, senza nemmeno rendersi conto delle altre due persone già a bordo. Vagamente spaventata e confusa, sarebbe rimasta immobile, limitandosi a scuotere la sottile lingua da serpente più volte, nervosa, prima di riprendere coscienza e saltare sulla slitta, facendosi piccola piccola. La tentazione di darsela a gambe era forte, ma questo non avrebbe fatto altro che destare sospetti. Non che la sua faccia terrorizzata sarebbe passata inosservata, ma almeno poteva usare la scusa delle leggende sul Mikawa e delle voci che giravano su di lui.
    Godersi il viaggio sarebbe stato impossibile. Il Mikawa prese a dare ordini non appena la slitta prese il volo. Hebiko ascoltò metà delle sue parole, aggrappandosi alla slitta terrorizzata dall'idea di cadere di sotto, e sentendosi congelare. Nonostante l'ordine datole provenisse da qualcuno di tremendamente spaventoso, il viaggio in quel momento era decisamente peggiore.

    F-F-Facciamo che l-lo faccio no-on appena a- ATCIù! ...Sniff... Appena at-terriamo.

    Si mostrò visibilmente diffidente quando il colosso le chiese la mano, aspettando che le altre lo facessero per prima. Purtroppo l'impossibilità a fuggire le avrebbe impedito di ribellarsi, perciò finì con l'acconsentire, levandosi un guanto e porgendo la mano. La descrizione delle sue abilità sarebbe stata difficile da comprendere, con lei che tremava dal freddo.

    H-Hebiko Doku-ujita, se-segretaria dell'A-a-amministratore. Co-ombatto d-da vi-cino. C-con lame. E sc-caglie.

    Commentò in modo più breve e sintetico rispetto all'autoproclamatosi autogruppo. Il freddo non la distrasse a sufficienza da lasciarsi scappare un informazione potenzialmente pericolosa, ma l'abilità del colosso avrebbe spiegato più di quanto lei aveva detto. Al sapere del suo collegamento con Orochimaru, Febh aveva reagito male. Davvero male. Shinken si era accorto del suo codice genetico solo con lo sguardo, e non aveva fatto una piega, le minacce di morte erano arrivate per ben altro. Ma DIogene? Forse il Mikava faceva parte del gruppo di otesi che ancora sperava nel ritorno della serpe. Doveva sperare che fosse così, o che, pur riconoscendo le sue abilità, non lo intuisse in automatico così come aveva fatto il Jonin.
    Tesa e freddolosa, se ricevere gentilezze in generale la metteva a disagio, ricevere il pelliccione del Mikawa, suo potenziale nemico da tener d'occhio, sarebbe stato ancora peggio. Sarebbe arrossita, pur mostrando visibile disagio, mentre si trovava costretta ad accettare quel gesto, complici probabilmente le altre due ragazze a cui era stata offerta la morbida coperta. Intontita dal freddo, non riuscì a ragionare a modo per rispondere alla domanda postale dal Jonin, rispondendo leggermente stizzita:

    Pe-penso sia stupido pre-endersi a sch-chiaffi in una fa-fabbrica d'armi. S-se anche c-ci fossero que-egli stupidi ne-egri, e fossi pro-oprio tu ad in-niziare la ri-issa, questo "R-re del fr-reddo" potre-ebbe metterci... Ne-ella lista dei cattivi, pe-er esempio, e ne-egarci per semp-pre le sue pre-eziose armi. Ce-certo, tu, fo-orte come sei, ot-terresti un prezioso ma-manufatto, ma tu-tutta la roba fu-futura te la sogni.

    Non appena scesero finalmente a terra, la Vipera fu l'ultima ad uscire, intimidita dalla presenza del colosso e ancora stordita dal freddo. All'arrivo, vennero prima accolti e invitati ad entrare da tante piccole personcine, dall'atezza di Raikeji ma decisamente meno tozze e grassoce, quasi denutrite. All'interno, il capo della fabbrica: un grassoccio omone, dall'atteggiamento allegro. La sua risata sembrava contagiosa, lasciando scappare un sorrisetto alla Vipera. Per quello che ne sapeva lei, poteva essere svenuta sulla slitta per colpa del freddo, e quella essere tutta un'allucinazione. Non appena le persone con le tazze di zabaione fecero capolino, la ragazza ne agguantò una, poggiandosela sulla guancia e apprezzandone il calore. A differenza dei diffidenti, lei non sospettò nulla, bevendone con calma piu sorsi, felice di avere finalmente qualcosa di caldo tra le mani.

    Mmmh, la cioccolata sarebbe stata meglio...
     
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    NBN


    I



    Adunata! Questo era stato il messaggio che Shunsui aveva ricevuto dalla nuova amministrazione del villaggio di Suna. Una missiva era giunta dal lontano paese della Neve. Un invito, per la precisione, a visitare una fabbrica e toccare con mano le nuove armi che il paese stava sfornando e mettendo a disposizione dei compratori accademici. Una proposta allettante per una persona come lui, che era un cultore delle armi e che aveva imparato a costruirle tutte. Certo la sua tecnica era ancora modesta, per questo quella che gli si prospettava era un'esperienza di crescita notevole. Non sarebbe stato da solo in quella missione: il nuovo amministratore della Sabbia sarebbe venuto di persona a presidiare l'evento. Anche quella era un'occasione importante. Nel Tempio di Suna, Shunsui aveva imparato molto su politica e contrattazione, ed era genuinamente interessato a vedere come questa nuova figura avrebbe cambiato le carte in tavola a Suna. Non solo. Shunsui voleva capire che persona fosse. Da qualche tempo a questa parte, la sua infinita sete di conoscenza lo aveva portato ad ideare un piano, un progetto davvero poco convenzionale, che avrebbe dovuto richiedere l'avallo delle alte sfere di Suna. Daishin sarebbe stato di vedute sufficiente aperte? Il nome della casata che portava non lasciava ben sperare.

    [...]


    Il giorno della partenza, Shunsui si sarebbe fatto trovare estremamente puntuale ai piedi delle mura di Suna, che aveva presidiato fino ad un quarto d'ora prima. Il sole era da un pezzo sceso sotto le dune ad ovest del villaggio della Sabbia e la temperatura stava scendendo rapidamente, perchè il cielo pulito e libero da nuvole non tratteneva il calore, lasciandolo irradiare nel cosmo. Il marionettista portava la divisa ufficiale e tutto il suo armamentario, comprese le sue due marionette gelosamente stipate in una coppia di rotoli per il richiamo. Sotto il braccio destro, ripiegato, portava un fagotto un po' grande, ovvero un cappotto più pensante per resistere al freddo intenso della loro meta. C'era un'aria strana nell'aria: Shunsui lo poteva avvertire. Sentiva un'umidità che era estranea a quei luoghi e, in qualche modo, innaturale. Dopo poco, calò la nebbia. Intanto, con ogni probabilità non sarebbe stato più da solo a quel punto. ...Buonasera Amministratore...sono Shunsui Abara e vi accompagnerò in questo viaggio... il tono del giovane era gentile, ma non gioviale e gli occhi del marionettista sarebbero sempre rimasti freddi, investigatori. Saremo solo noi due, oppure qualcun altro si unirà in questa spedizione? Che lei sappia ci saranno anche ninja di altri villaggi? Qualche domanda solo per rompere il ghiaccio. Poi un suono acuto riverberò nell'aria, mentre da un punto indefinito nella nebbia una slitta trainata da renne di pezza si fermò a qualche metro da loro. ...curioso... disse il marionettista avvicinandosi a quei pupazzi per tendere una mano e toccarli. Il materiale con cui le bambole erano fatte era chiaramente identificabile sotto i polpastrelli, ma curiosamente la creatura si comportava come una vera renna avrebbe fatto. ...un trucco ingegnoso... Commentò, perdendo interesse una volta capito che la tecnica usata per manovrare le bambole non era un gran che simile all'arte del marionettismo.

    Una volta saliti a bordo, le renne presero il volo, innalzandosi sopra il deserto dell'Anauroch ed acquisendo rapidamente velocità. Shunsui indosso il suo capotto e ripose il cappello di paglia da viaggio che normalmente portava con sè. Aveva già volato una volta, ed a velocità molto superiori, sulla nuvola di Hoshi. Ciò nonostante, il genin rimase ad osservare calmo il mondo che gli scorreva sotto gli occhi. E per poco tempo, il fuoco che lo divorava dentro si sarebbe placato per un attimo, dandogli un po' di pace. Si sarebbe quindi nuovamente rivolto a Daishin:..Amministratore quindi? Abbiamo un piano? Cosa vogliamo ottenere per Suna da questa visita? Abbiamo un obiettivo preciso? Forse l'amministratore voleva semplicemente dare un'occhiata per vedere quale fosse il livello di maturità tecnologica sviluppata da quelli della Neve. O forse era interessato alle altre persone che avrebbero partecipato all'evento, se ce ne fossero state, per capire come i nostri alleati si stavano muovendo su quel territorio. Che ci fossero altri ninja accademici fu ben chiaro dopo poco. Infatti, una volta atterrati, Shunsui avrebbe scorto una piccola delegazione di ninja di Oto che era già arrivata. Riconobbe immediatamente una persona: Hebiko, la quale era passata una volta attraverso le mura di Suna, durante il suo turno di guardia. Tuttavia avrebbe lasciato all'amministratore fare la prima mossa verso i ninja otesi, e solo a quel punto avrebbe salutato il gruppo, ed in particolar modo la kunoichi nonchè segretaria dell'amministratore del suono. In quel gruppo, una seconda persona risaltava all'occhio. L'uomo aveva un aspetto imponente, fiero e terribile e Shunsui si sentì immediatamente attirato dall'aura di potere che quell'uomo emanava. Distolse lo sguardo, rimase composto, seguì il suo leader.

    Spinti dal freddo gelido di quelle zone, il gruppo entrò all'interno della Fabbrica, dove un manipolo di uomini dalla bassa statura e piuttosto deperiti li accolse. Nonostante quegli uomini sembrassero cadere a pezzi, i loro volti erano illuminati da ampi sorrisi che al marionettista sembravano essere genuini. Shunsui si limitò ad osservare la scena con occhi curiosi, fin quando la sua attenzione non venne catturata dalla possente voce di un uomo, imponente, che era appena entrato nella sala. Il Re dell'Inverno sembrava un uomo che aveva passato da un pezzo la mezz'età ma, nonostante questo, la sua fisionomia era portentosa. Tutto in lui era l'opposto dei minuti e malnutriti altri abitanti della fabbrica, almeno fisicamente parlando. Shunsui accettò la tazza che gli venne data, ripiena di un liquido caldo e profumato...grazie ... e voi non bevete? avrebbe chiesto in tono pacato all'uomo che lo aveva servito. Sorseggiò il liquido bollente, nonostante avesse notato che alcuni avevano declinato l'offerta, come, per esempio, una donna molto alta e senza nessuna apparente affiliazione. Chi invece stava bevendo era Hebiko, la quale sembrava star ancora morendo dal freddo. Shunsui alzò il suo bicchiere in segno di brindisi e le rivolse un breve sorriso. Tutto sembrava tranquillo.
     
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    Il Grinch


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    Era dentro quei quattro muri di spesso cemento armato ormai da parecchi giorni, l’impianto di condizionamento areava la zona con aria fresca e secca, disperdendo l’umidità e lo sgradevole odore del sudore che altrimenti si sarebbe attaccato ai muri.
    La grossa stanza aveva solo un'unica feritoia nel suo perimetro che faceva entrare dall’esterno una luce diffusa che illuminava l’ambiente senza mai abbagliare, e quando il sole mancava le luci artificiali lo rimpiazzavano illuminando la stanza nel medesimo modo. Non aveva più giorni o notti, quando aveva fame mangiava, quando aveva sonno dormiva ed in mezzo a quel lasso di tempo si allenava, incessantemente, instancabilmente.
    Sapeva che un ambiente chiuso non faceva bene, ma la temperatura esterna non era adatta ad un allenamento simile, gli serviva essere produttivo dopotutto, le sue doti di sopravvivenza erano già sufficientemente affinate.
    Quando il messo giunse a consegnargli la tecnica non fu una porta ad aprirsi ma una porzione di muro a spostarsi, prima rientrando verso l’interno, poi scostandosi di lato, chiunque giungeva a quella struttura sapeva che Raizen era ben poco loquace in quel periodo, quindi limitavano al limite qualsiasi tipo di forma di comunicazione. Motivo che portò il Colosso a prendere la lettera di mano senza dire nulla, aprirla e leggerla mentalmente.

    Non ho tempo.

    Sentenziò schietto.

    Ti do alcuni nomi, accetteranno di andare al posto mio.
    Raccomandagli di acquisire più informazioni possibili riguardo le armi.
    Saranno utili sia per copiarle sia in caso dovessimo ritrovarcele contro.


    Avrebbe ceduto la lettera chiedendo una penna con la quale avrebbe scritto i nomi dei ninja per poi voltarsi e lasciando che il muro si richiudesse alle sue spalle.

    Continuiamo.

    Dall’ombra emersero una quantità di Raizen disarmante, e dalle ferite presenti nel corpo nessuno di loro era un clone.




     
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    Magistra Vitae

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    il re d'inverno


    1. Magica notte

    La ragazza rabbrividì al primo spiraglio tra la pesante coperta e la sua pelle candida. Per alcuni secondi rimase perfettamente immobile, combattuta nel profondo tra risistemare il piumone e tornare a dormire o fare il suo dovere ed alzarsi. Dopo pranzo era andata a buttarsi in previsione della lunga serata che l'aspettava, ma il dio del sonno l'aveva abbracciata un po' troppo forte ed ora faticava a fuggire dalla sua morsa. Con un estremo atto di coraggio, infine, rotolò fuori dal letto.
    Harumi si diede un'ultima occhiata allo specchio, sospirando. Mentre riposava diverse ciocche di capelli erano tornate bianche, e ne conosceva perfettamente la causa. Il suo intero mondo era stato smontato e ricostruito a più riprese nell'ultimo mezzo anno, ma forse il cambiamento più intimo era stato l'incontro con il Gatto. Spostando un ciuffetto nero di fianco ad uno albino, valutò di non avere il tempo di tingerseli come faceva di solito. Non che fosse poi così grave, ad Oto erano abituati a stranezze ben peggiori, ma non intendeva comunque dare nell'occhio, soprattutto considerando il suo ruolo all'interno del Villaggio. Il suo ospite, il proprietario di Villa Mikawa, non l'aveva accolta solo perché aveva un bel visino, ne era consapevole nonostante la sua inesperienza. Non passava giorno senza che la rimproverasse per qualche leggerezza, ma probabilmente a modo suo stava cercando di formarla come forza portante. La kunoichi infilò degli stivaletti scamosciati dalla soffice e calda fodera, prese in una mano la borsa preparata in precedenza e sotto l'altro braccio il cappotto invernale, dirigendosi quindi verso le scale. Il colosso, Diogene, la stava aspettando con impazienza.
    dnzfcjn Chi li avesse osservati da distante avrebbe pensato ad un papà seguito di corsa dalla figlia, o più esattamente ad un gigante con il suo cagnolino a rincorrerlo. Il capoclan si muoveva rapido, a grandi falcate, costringendo la ragazzina ad accelerare il passo per stargli dietro. Harumi aveva appena finito di calzare i guanti e stava armeggiando con il peloso copriorecchie alla ricerca della posizione più comoda. Da quando il jonin aveva deciso che l'avrebbe accompagnata in quella misteriosa missione, la neo genin si era informata, leggendo tutto il possibile sul Paese della Neve, ma non serviva certo ad un genio a capire che avrebbe fatto freddo, molto freddo, indipendentemente dalla stagione per altro avanzata. L'indizio era nel nome stesso del posto. Quindi si poteva dire che aveva fatto i compiti, organizzandosi al meglio, compresa un necessario giro tra i negozi di abbigliamento del Suono, operazione che aveva visto la partecipazione più o meno entusiasta della maggior parte dei servitori di sesso femminile della Villa, un intero pomeriggio perso e metà del suo ultimo stipendio bruciato. Mentre i due attendevano davanti al cancello meridionale che giungessero anche gli altri convocati, il Mikawa si sentì in dovere di redarguire ancora una volta la giovane circa i suoi doveri. Harumi annuì quieta, ma la luce nei suoi occhi era di determinazione. Eppure era ironico: l'uomo che le stava insegnando tanto altri non era che il loro obiettivo finale. La promessa che aveva fatto al Gatto la vincolava in modo indissolubile a quel destino di morte, per sua fortuna rimandato a data da destinarsi. La jinkurichi aveva preso quella preoccupazione e l'aveva accantonata nell'angolo più remoto della sua mente, nella speranza di dimenticarsene, eppure non poteva che tornare in cima ai suoi pensieri ogni qual volta il colosso le faceva discorsi del genere, simile ad un corpo gettato in un lago che nonostante i pesi a cui è legato si ostini a riemergere di tanto in tanto.
    Ad interrompere il suo meditare fu il limpido suono di campanelli, prima appena percettibile, poi man mano vicino e distinto. Nella foschia comparvero dei contorni sfuocati sempre più nitidi che attirarono l'attenzione della ragazza. Si trattava di una slitta trainata da tre paia di renne, prive di una qualsiasi guida. Ma la particolarità forse più bizzarra, che fece schiudere la bocca alla giovane per la sorpresa era l'essenza stessa delle bestiole, animali sì, ma di pezza. Sottoponendosi ad un certo autocontrollo, Harumi lasciò che il Mikawa analizzasse il traino, reputandolo sicuro, prima di avvicinarsi con un largo sorriso ad accarezzare i pupazzi, mentre il capoclan si lasciava andare ad una risata sguaiata. Oooh come sono morbidi...Direi di sì, Diogene-sama. Preso posto di fianco all'omone, avrebbe salutato rispettosamente la seconda jinkurichi non appena fosse giunta, riservando alla donna matura l'onorifico senpai per ovvie ragioni. Poco diversamente sarebbe andata con la Segretaria dell'Amministrazione, che Harumi aveva già conosciuto in precedenza, la quale salì sul mezzo senza dare segno d'accorgersi che fosse già in gran parte occupata, per poi bloccarsi in preda ad un sentimento che la ragazzina non riuscì a definire, ma che corrispondeva al più vivo terrore. Buona sera, Hebiko-san. La kunoichi sarebbe sbucata da dietro al jonin, salutando con un sorriso l'ultima arrivata. Con lei la squadra era al completo, e come per incanto le renne giocattolo intrapresero il loro lungo viaggio.
    La slitta, procedendo ad una velocità portentosa, sbucò di slancio da uno strato di nubi, ritrovandosi improvvisamente davanti la volta celeste completamente tersa. In piedi, Harumi allungò una mano verso i puntini luminosi che costellavano il manto nero della notte, lasciandosi sfuggire un sospiro ammirato. Volteggiando su se stessa si rivolse alla Segretaria di Oto, sorridendo con gli occhi. Sono meravigliose, sembrano così grandi da qua...non è vero Hebiko-san? Ehm, Hebiko-san? La donna sembrava in preda di un terribile mix di mal di mare e vertigini, entrambi giustificabili data la situazione in cui si trovavano. Ridacchiando imbarazzata, la kunoichi tornò a sedersi al suo posto, ascoltando la voce profonda del superiore. Non avrebbe avuto problemi ad illustrare il proprio equipaggiamento, non appena Hebiko se la fosse sentita di annotarlo come richiesto, ma per quanto riguardava le sue capacità dovette pensarci un po' su, decidendo infine di glissare sull'argomento. Per fortuna anche la Segretaria non si dimostrò molto loquace, probabilmente per la sua naturale riservatezza, cosa che la rincuorò un poco. Il problema per lei, però, era un altro: non aveva la pallida idea di quale fosse il suo stile di combattimento. Conosceva le basi, aveva usato qualche tecnica in missioni minori, ma per la maggior parte del tempo improvvisava, cercando di volta in volta la soluzione più efficace. Non fece invece una piega all'imperativo del Mikawa, sfilando un guanto e porgendo la mano all'uomo. La ragazza contrasse le labbra quando la lama del kunai le lacerò le carni, osservando in silenzio come il jonin analizzava con estrema attenzione quelle poche stille di sangue fuoriuscite dalla sua pelle. Un brivido freddo la percorse, vuoi per l'altitudine e la latitudine che rendevano l'aria sempre più fredda e pungente, vuoi per la mano scoperta e il gelido contatto dell'arma. In ogni caso anche il superiore diede segno di essersene accorto, e coprì tanto lei quanto le altre donne con il suo pesante mantello. Harumi arrossì di riflesso, indispettita per la sua stessa reazione, ma contenta per il gesto cortese dell'uomo. La ringrazio, Diogene-sama, ma non c'era bisogno che si prendesse disturbo. E' sicuro di non avere freddo così? Visto che il jonin non faceva un piega al vento che li sferzava a causa dell'elevata velocità del mezzo, la giovane non insistette, godendosi invece il tepore della coperta aggiuntiva. Indifferente a sciocchezze del genere, il colosso arringò le sottoposte, presentando la sua visione sulla faccenda. La Segretaria, pur balbettando per il freddo, non ebbe timore di essere tanto schietta quanto severa nell'esprimere la sua opinione, quasi criticando il Mikawa. Dal canto suo la neo genin, quando fu il suo turno, usò un tono quieto e neutro, tendente in modo indefinito al suo usuale modo di fare gioviale. Con tutti gli abitanti della Villa, compreso il proprietario, era riuscita a superare la sua timidezza, smettendo di incespicare insicura sulle parole, per la maggior parte del tempo almeno. Io sono una kunoichi inesperta, perciò seguirò pedissequamente i suoi ordini quali che siano, Diogene-sama. La mia opinione comunque è l'invito non sia sincero. Se avesse veramente voluto darci la precedenza sarebbe stato più specifico sia nella forma che nella sostanza. Probabilmente punta ad un'asta al rialzo. La giovane sfoderò la sua logica, una delle poche armi su cui poteva fare affidamento, ma subito soggiunse una specifica, giusto per sgomberare il campo da possibili incomprensioni. Sempre ammesso che non si tratti di una trappola, è chiaro. Una delle cose che aveva imparato ad Oto da quando era diventata la sua casa era di sospettare di tutti, sebbene le riuscisse ancora piuttosto difficile metterlo in atto nella pratica.
    Harumi se l'aspettava, ma solo una volta prossimi all'arrivò realizzò quanto fosse calzante il nome di quel Paese. Neve, ovunque, in cumuli altissimi, sulle cime degli alberi, sugli edifici, su ogni cosa. Nel timore di affondare in quel soffice manto la giovane seguì la strada aperta dall'imponente capogruppo, procedendo con estrema cautela verso la fabbrica poco distante. Il comitato d'accoglienza era per lo meno atipico. La ragazza perse qualche secondo a confrontare la sua altezza con quella di quegli omini in miniatura, minuscoli anche in confronto a lei che era tutto fuorché imponente. Il loro aspetto poi strideva terribilmente con il loro atteggiamento festante, cosa che inquietò sottilmente quanto inspiegabilmente la kunoichi, che si avvicinò d'istinto di un passo al jonin, come di solito faceva con Eiatsu. Il padrone da casa non si fece attendere a lungo, ed anch'egli era quello che si definisce un personaggio. Largo quasi quanto era alto, ciò molto, sembrava un gigante di fianco ai suoi assistenti. Anche nel suo caso l'aspetto era disatteso dai modi: si comportava infatti come fosse la gioia in persona, elargendo risate e bevande calde. Eppure, come in precedenza, un automatismo più felino che umano spinse la piccola genin a cercare di scomparire nell'ombra di Diogene. Quando il vassoio passò di fianco a lei, Harumi rimase indecisa sul da farsi, ma alla fine sollevò una delle coppe, osservando il liquido cremoso al suo interno. Non aveva idea di cosa fosse, non l'aveva mai assaggiato, e ogni regola di prudenza ninja le suggeriva di non berlo. Il suo cervello però, pienamente operativo in modalità da missione dopo il rilassante viaggio, stava elaborando come volgere la cosa a loro vantaggio. Con un volume di voce bassissimo, probabilmente coperto dal rumore nella sala, sussurrò al caposquadra. Diogene-sama, con le sue capacità, potrebbe riscontrare eventuali veleni nella bevanda, se mi entrassero in circolo? Se l'uomo avesse incrociato lo sguardo con il suo, l'avrebbe trovata estremamente seria a riguardo. D'altro canto aveva smesso di preoccuparsi per la sua incolumità ormai da tempo, sebbene non per questo le piacesse rischiare la vita senza motivo. Non conosceva nel dettaglio le doti del Mikawa, ma nei mesi passati alla Villa si era fatta un'idea della sua stupefacente capacità di controllare il sangue. Memore del rituale compiuto in precedenza, la giovane si stava praticamente offrendo da cavia, per testare la buona fede del loro ospite: sarebbe bastato un cenno d'assenso da parte dell'otese perché la ragazza facesse gesto di appoggiare le labbra al bicchiere. Un istante prima che esse entrassero in contatto con il vetro tiepido, tuttavia, la Segretaria in barba a qualsiasi protocollo o istruzione, iniziò a sorseggiare lo zabaione un poco per volta, beata. L'espressione di tensione sul volto della genin si rilassò un poco, ma non avrebbe bevuto la sua porzione fintantoché Diogene non si fosse espresso a riguardo, apprezzando invece il suo tepore stingendola tra le mani ancora inguantate.

     
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    Dracarys

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    Nightmare Before Ninjamas


    1° post



    Pensato
    Parlato



    Qualcuno ha idea di chi sia questo fantomatico Re di Inverno? Un modo un po' borioso di auto-appellarsi... quel giorno era in viaggio assieme ad altri shinobi di Konoha verso il paese delle nevi, sotto incarico preciso di Raizen: loro compito era indagare sulle armi create dal fatidico Re, ma la kunoichi aveva preso quella missione come un modo per svagarsi, staccare un po' la mente dagli ultimi avvenimenti accaduti alla foglia visitando una terra in cui non era mai stata prima.
    Quella sera era puntuale al gate del villaggio assieme ad altri due genin, Shin e Zakira: nessun'altro del villaggio sembrava interessato ad unirsi a quel viaggio e così, ancora una volta, si sarebbe trovata a dover affrontare una missione senza nessun diretto superiore sul campo, un'altra occasione per dimostrare al villaggio quanto fosse degna del titolo di ninja che portava ormai da due anni.
    Quando la slitta arrivò puntualissima davanti al villaggio Kairi la osservò ben poco convinta, lanciando un'occhiata perplessa ai suoi compagni di viaggio: come diamine funzionava quell'affare, e come era possibile che delle renne giocattolo fossero in grado di muoverla? Ne aveva viste parecchie ormai, ma quella cosa le era completamente nuova Forse sono...dei burattini comandati a distanza? domandò avvicinandosi ad una dei peluches e toccandolo curiosa, scattando quando quella "cosa" sembrò reagire alla sua carezza come avrebbe fatto un normale animale. L'idea di farsi trasportare da quell'affare la convinceva decisamente poco, ma sembravano non avere molte scelte...
    O la và o la spacca... poco convinta sarebbe quindi salita sulla slitta, aspettando che gli altri facessero lo stesso e facendo attenzione a non sedersi in mezzo, ma di lato: quando poi il mezzo spiccò il volo si aggrappò con la mano più vicina al legno ad essa con tutta la forza che aveva, chiudendo gli occhi terrorizzata per i primi secondi. Fu solo quando sentì l'aria scompigliarle i capelli e quando il decollo fu terminato che riaprì gli occhi, trovando il coraggio di guardare verso il basso, e fu allora che tutte le sue paure andarono a dileguarsi: era la prima volta in vita sua che volava e quella sensazione di libertà era ineguagliabile! Un enorme sorriso si dipinse sul suo volto mentre si sentì quasi tornare bambina, osservando gli alberi e le abitazione illuminate dall'alto, uno spettacolo che avrebbe ricordato per tutta la vita.


    Quando poi arrivarono al paese nella nebbia si avvolse ancora più stretta dentro il suo cappotto...era preparata al freddo, ma di certo non a QUEL freddo, nonostante gli abiti appositi indossati; al posto della sua classica e comoda divisa quel giorno indossava lunghi pantaloni neri ed imbottiti, stivali dello stesso colore con pelo interno ed a prova di neve, un lungo mantello imbottito nero anch'esso, guanti da neve ed un paio di pelosi copri orecchie per evitare di congelarsi i timpani: l'unico indumento bianco indossato era una lunga e calda sciarpa avvolta attorno al collo, alle estremità della stessa cucito l'immancabile ventaglio bianco e rosso del clan.
    Si fermò diversi istanti ad osservare rapita il magico e splendido paesaggio innevato davanti a lei, mentre il cielo stellato rendeva l'atmosfera ancora più spettacolare Pensavo che Konoha fosse il posto migliore al mondo, ma questo paesaggio è qualcosa di incredibile non aveva mai visto prima in vita sua così tanta neve tutta assieme, nel paese del fuoco nevicava raramente e mai ricoprendo l'intero paesaggio in quel modo.
    Vide altre slitte unirsi a loro, anche se non riuscì da quella distanza ad identificarne i passeggeri, ancora troppo concentrata sul paesaggio: quando infine vide la fabbrica in lontananza increspò le labbra leggermente amareggiata. Non poteva aspettarsi nulla di diverso probabilmente da una fabbrica di armi ma visto lo splendido paesaggio trovava che quella costruzione fosse un po' un pugno negli occhi in mezzo a tutto quel candore.
    Atterrati davanti ad essa scese dalla slitta, guardandosi attorno e notando qualche faccia conosciuta fra i presenti: riconobbe Shunsui, Harumi ed Hebiko, queste ultime accompagnate da un uomo che come stazza non aveva nulla da invidiare a Raizen e che, forse proprio complice l'altezza, le mise una soggezione notevole. Lo sguardo di quell'uomo la mise immediatamente all'erta, quasi tutti i suoi sensi le stessero dicendo di fare attenzione.
    Rivolse alle due kunoichi un caldo sorriso, sorridendo poi gentilmente anche a Shunsui ma senza salutare nessuno per il momento, decisa prima ad entrare nella fabbrica. I piccoli ometti che li accompagnarono all'entrata le fecero quasi pena, seppur sorridenti sembravano in tutto e per tutto piccoli schiavi denutriti: quando poi un uomo si affacciò sul balcone lo osservò fra stupore ed interesse: nonostante la stazza da gigante sembrava gioioso e solare e faticava a credere che fosse proprio lui il capo di una simile fabbrica!
    Quando furono portati i vassoio con lo zabaione sentì l'acquolina in bocca per lo splendido odore: il dubbio che vi fosse qualcosa dentro la sfiorò, ma non riteneva fosse sensato che qualcuno decidesse di avvelenarli proprio in quel modo e dopo un invito simile. L'uomo era in cerca di affari, e sarebbe stato controproducente per lui fare qualcosa di male a tutti loro. Dopo aver osservato i più bere prese a sua volta un bicchiere caldo, sorseggiando con sollievo la bevanda e godendosi il dolce calore della stessa. Si sarebbe quindi avvicinata ai presenti che conosceva, facendo un inchino a tutti in segno di saluto Questo evento ha avuto una forte partecipazione, è la prima volta che vedo tutti e 4 i villaggi riuniti in un unica occasione. Harumi, Hebiko, è sempre un piacere vedervi sorrise sincera, rivolgendosi poi a Shunsui, gentile ma meno accogliente, non avendo con il sunese stretto ancora un tipo di rapporto particolarmente stretto E' da un po' che non ci vediamo, ho seguito il tuo combattimento alla royal rumble sai, dagli spalti. Sei sempre in gamba come al solito sorrise leggermente, per poi voltarsi verso il Re dell'Inverno in attesa di ulteriori delucidazioni. Dietro il suo solito modo di fare socievole nascondeva la seria intenzione di indagare sulla situazione, tentando anche di capire quali fossero le intenzioni degli altri villaggi: per quanto si fidasse di loro e fosse realmente convinta che l'alleanza accademica fosse la cosa migliore capitata da anni, aveva purtroppo capito che fidarsi era bene, ma non fidarsi era meglio.


     
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    Nightmare Before Ninjamas


    Primo post



    Parlato Kitori
    Pensato Kitori
    ##Anima Manaita##
    Narrato
    Parlato altri


    Era passato qualche tempo dall'ultimo compito svolto ufficialmente per l'accademia. Il Kenkichi aveva approfittato di quel periodo per riposarsi almeno un poco e per cambiare il proprio look. Non certo una scelta libera; era stato praticamente costretto della sua amica e coinquilina Misaki.

    Nuovo taglio di capelli e nuovi abiti furono acquistati durante una terrificante giornata di spese compulsive, venendo praticamente trascinato su e giù per il quartiere commerciale come un condannato a morte veniva spinto al patibolo. Serviva proprio una vacanza dalla vacanza...
    Finalmente al salvataggio giunse una sorta di missione dell'amministrazione della nebbia: avrebbe dovuto visitare una fabbrica e visionare alcune armi, bisognava recarsi al gate del villaggio il 24 dicembre alle 19.00. Senza la benché minima esitazione e protesta Kitori avrebbe partecipato e così corse a prepararsi pure con anticipo. Prese le sue amate spade, il porta kunai e tutta la sua solita attrezzatura, senza scordare una nuova giacca risultato dello shopping. Un capo d'abbigliamento abbastanza pesante di un bel colore arancione con un colletto in pelliccia ovviamente sintetica.



    Puntualmente alle ore fissate lo spadaccino era alle porte del villaggio in attesa, non sapere se e chi lo avesse accompagnato, se qualcuno lo avesse raggiunto avrebbe risposto educatamente ad un eventuale saluto per poi restare in silenzio in leggera disparte. Dopo un po' di tempo il genin sentì uno strano rumore che si avvicinò sempre più finché non fu chiaro si trattasse del suono di campanelli.

    Sono davvero campanellini?!

    Poi spuntò fuori una slitta rossa trainata da una muta di 6 renne disposte in 3 file di 2.

    Una slitta con delle renne? Assurdo. E chi guida?

    Pensò abbastanza sorpreso non vedendo un'autista, ma la renne non erano veri animali bensì esseri artificiali, automi. Il Kuro non fu molto colpito da ciò, lui aveva già visto e combattuto delle bambole viventi. Quindi senza farsi molti problemi montò sul veicolo.

    Speriamo bene.

    Gli animali presto ripresero lentamente la marcia per poi accelerare sempre più fino a spiccare il volo nel cielo notturno.

    pff...Renne volanti, ridicole rispetto a Yogan!


    Qualche ora dopo cominciò la discesa e varie altre slitte si notarono, evidentemente anche altri villaggio erano presenti. Intorno a mezzanotte il mezzo di trasporto atterrò sulla neve di fronte un grosso edificio. Una fredda struttura completamente in accordo con il clima gelido. Una gigantesca porta si aprì e il ragazzo seguendo gli altri ninja entrò nella struttura. Dentro vi erano molte persone evidentemente dovevano essere i lavoratori della fabbrica ma erano tutti stranamente basi.

    Ma i nani non erano sette?

    E non sembravano nemmeno molto in forma anche se erano tutti sorridenti, ma non ci fu tempo di guardarsi bene in giro infatti un grosso vocione rubò tutte le attenzioni. Dal piano superiore un tipo barbuto,
    vestito di rosso, piuttosto alto e anche largo, sicuramente il capo, diede il suo benvenuto e ringraziamento per la presenza agli ospiti.

    Sembra un armadio...

    Il re dell'inverno fece distribuire delle coppe offrendo dello zabaione caldo,

    Zabaione? Brr...Odio le uova e l'alcol.

    il ninja della nebbia rifiutò la bevanda dicendo:

    No grazie. Non bevo alcolici in missione.

    Cominciando a guardarsi intorno...



     
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    Nightmare Before Ninjamas


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    ewcGA5g
    C'erano missioni peggiori di quella che le era appena stata assegnata. Andare nel Paese della Neve nel periodo più freddo dell'anno? Normale amministrazione. Andare a contrattare delle armi per il villaggio? Facile. Scegliere i vestiti adatti al clima?...Ouch. L'intera giornata di Kamine divenne una ricerca dell'outfit perfetto, tra pezzi già presenti nel suo armadio e veri e propri raid dei negozi in zona.
    Fu infine soddisfatta della sua immagine allo specchio solo a due ore dal rendez-vous, ma ne perse un'altra solo per nascondere tutte le armi in modo da non dare troppo nell'occhio. Non è comunque una vacanza. Salutò la madre ed uscì di casa, diretta verso il gate.

    [...]

    Avvicinandosi, riconobbe da lontano la chioma rossa di Hebiko e una ragazza che era certa di aver già visto ad una certa sfilata tempo prima. Ma la figura vicino alle due catturò la sua attenzione. E fu come se il tempo si fermasse. La vista le si oscurò, i rumori attorno a lei scomparvero, era nella piena oscurità. Che diamine...

    Guarda guarda chi c'è....



    Si voltò di scatto, la voce dell'Hachibi roboante all'interno di quella zona di coscienza condivisa tra i due, dietro le sbarre del sigillo.

    Cosa sta succedendo?

    E la sua attenzione venne catturata da un'altra figura familiare in quello spazio alieno. Mentre nel mondo esterno, non erano passati che pochi decimi di secondo e la kunoichi era probabilmente ancora a metà tra un passo e l'altro.

    Kamine Ashimi
    Chakra: 50/50
    Vitalità: 13.5/13.5
    En. Vitale: 30/30
    Statistiche Primarie
    Forza: 375
    Velocità: 425
    Resistenza: 375
    Riflessi: 425
    Statistiche Secondarie
    Concentrazione: 400
    Agilità: 400
    Intuito: 400
    Precisione: 400
    Slot Difesa
    1: ///
    2: ///
    3: ///
    Slot Azione
    1: ///
    2: ///
    3: ///
    Slot Tecnica
    1: ///
    2: ///
    Note
    --
     
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    Parlato Asami
    Pensato Asami
    Parlato altri


    Una ragazza, dai lunghi capelli rossi, si trovava sulla soglia della porta di ingresso nella dimora che da circa due anni la stava ospitando. Di fronte a sé un giovane ninja spiegò, brevemente, il prossimo incarico che le era stato affidato dall’Hokage. Ascoltò con attenzione, a braccia conserte e dallo sguardo piuttosto serio, ogni parola che proferì il giovane uomo. Il colloquio tra i due durò una manciata di minuti, dopodichè per lo shinobi fu il momento di andare. Forse per avvisare qualche altro sottoposto della missiva o per tornarsene a casa. La genin, prima di rientrare in casa, lo seguiva con lo sguardo, anche se la sua mente era completamente altrove. Una volta entrata all’interno della villa, chiuse la porta d’ingresso con una piccola spinta con la mano destra, per poi dirigersi verso la cucina. Considerata dalla Hoshiyama la stanza più calda rispetto a tutte le altre. Prese la tazza calda, sul tavolo in legno al centro della stanza, con entrambe le mani, lasciata prima dell’arrivo dello shinobi, facendo un piccolo sorso. La sua mente divagava mentre il suo sguardo era focalizzato al di fuori dell’unica finestra che, affacciava dritta sul giardino della lussuosa villa.

    §Il paese della Neve...§

    Aveva avuto pochissimi modi di viaggiare durante la sua adolescenza. Nonostante la ricchezza posseduta dalla sua famiglia, i suoi genitori non le avevano mai dato l’opportunità di viaggiare per il continente. Solo grazie alle varie missioni che aveva affrontato fino a quel momento. Alcune di queste erano di poco conto rispetto ad altre ma permise alla ragazza di visitare ulteriori luoghi al di fuori del Paese del Fuoco. E il Paese della Neve fu uno di quei paesi che non aveva mai visitato e, grazie a quella missione poteva finalmente calpestare la terra anche di quella terra a lei sconosciuta.

    [...]

    I giorni passarono velocemente da quella comunicazione che la ragazza ricevette nel pieno pomeriggio. Non fece niente di particolare, se non leggere qualche libro o starsene a casa al caldo. E il giorno della missione, il 24 dicembre, arrivò improvvisamente. Quasi come un evento tanto desiderato dalla giovane donna. In realtà era una semplice missione ma l’idea di visitare, anche per qualche secondo, il paesaggio di una terra straniera la emozionava non poco. Date le fredde temperature optò per vestiti caldi ma allo stesso tempo comodi. Ciò che stava affrontando era pur sempre una missione e non voleva trovarsi impreparata per eventuali attacchi nemici. Per quel motivo decise di portare con sè l’equipaggiamento, ben nascosto sotto al lungo e imbottito cappotto color ocra. Indossò anche un cappello di lana color castano, per proteggere la testa dal freddo, e una lunga sciarpa bordeaux. Come bordeaux erano le sue scarpe e il maglioncino dello stesso materiale del capello. Gli arti inferiori erano ben coperti da un lungo pantalone nero che, d’impatto, poteva risultare scomodo ma che in realtà era abbastanza elasticizzato per movimenti improvvisi.

    §Tra mezz’ora devo trovarmi al Gate. Devo muovermi!§

    Di corsa uscì dalla villa e iniziò ad incamminarsi verso il luogo d’incontro dove molto probabilmente, altri ninja furono scelti dal Kage per l’investigazione. L’aria gelida colpiva la zona occhi del suo volto, poichè la parte del corpo dal naso alla gola era coperto dalla calda sciarpa. Non aveva mai sentito così freddo in vita sua. Soprattutto alle mani, nonostante i guanti rinforza in cuoio che ultimamente indossava spesso.
    Se avesse trovato qualcuno avrebbe abbassato la sciarpa rilevando parte del viso e avrebbe salutato i presenti con un sorriso tra le labbra.

    -Ciao a tutti! Siete qui per la missione anche voi, ver… Ehm!? Ma io vi conosco!-

    [...]

    Oltre la leggera nebbia, che limitava non di molto la sua visibilità, al di fuori del Gate non c’era nessuno a parte gli altri shinobi convocati. Rivolse un fugace sguardo verso i presenti quando le sue orecchie captarono uno strano suono, costringendola a voltare lo sguardo in un punto indefinito verso la nebbia.

    -Cos’è questo suono?-

    A poco a poco il suono divenne sempre più riconoscibile a numerose campanelle che si avvicinavano sempre più ai ninja. Fino a quando dal nulla comparvero sei renne che trasportavano una slitta a 6 posti. La slitta si fermò davanti al Gate aspettando, molto probabilmente, gli shinobi prima di partire per il lungo viaggio verso il Paese della Neve. Avvicinandosi ad una delle renne, l’aspirante medico notò come quelle renne in realtà si rilevarono dei peluches animati, con la bocca completamente cucita. Un dettaglio che fece rabbrividire la diciannovenne che, dopo una smorfa di disgusto, si affrettò a prendere posto all’interno della slitta. Come per magia le finte renne iniziarono ad incamminarsi mentre i loro campanellini ricominciarono a suonare una melodia allegra, strappando un timido sorriso alla ragazza. Mentre la slitta continuava lenta la sua ripartenza, Asami lanciò un ultimo sguardo verso il punto di partenza che si allontanava sempre di più. Ma allo stesso tempo, la velocità della slitta aumentò sempre di più, quasi che la giovane donna dovette mantenere con la sua mano destro il suo cappello per non perderlo durante il viaggio. Ma non aumentò solo la velocità della slitta. A poco a poco gli animali iniziarono a levitare, alzandosi man mano dalla solida e terra fredda. Con i suoi occhi color verde smeraldo si avvicinò al bordo della slitta, posando il suo sguardo al di fuori di esso e notando che non fu solo una sensazione ma pura realtà. La slitta stava prendendo volo, lasciando la ragazza per alcuni istanti a bocca aperta prima di proferire parola.

    -Ma che…! Sta succedendo davvero!-

    Nel mentre la sua visione era puntata sulla nebbia fitta che le colpiva il volto, rendendolo ancora più freddo. A poco a poco la slitta superò anche il muro di nebbia, che si ritrovò al di sotto del veicolo. I suoi occhi notarono come il muro di nuvole si allontanava sempre di più. Invece, sopra la sua testa, il cielo era ricoperto da un manto di stelle che coloravano il blu della notte.

    -Wow! Non ho mai visto così tante stelle in vita mia!-

    Il viaggio durò per un paio d’ore ma la giovane Hoshiyama era impegnata ad osservare il panorama che in quel momento gli si presentava attorno a sè. Dalle lunghe praterie che caratterizzavano il paese del Fuoco alle montagne innevate che, molto probabilmente, segnavano ai ninja all’interno di quella slitta, l’arrivo alla destinazione. Altre slitte attirarono l’attenzione della ragazza, percorrendo lo stesso percorso e avanzando verso la fabbrica di armi del Re dell’Inverno. In lontananza un grande edificio, dai colori freddi, si innalzava attorno a tutta quella neve. Di essa si distinguevano solamente alcune luci accese, mentre le renne si dirigevano verso una possibile pista d’atterraggio. Una volta atterrati, il grosso portone della fabbrica si aprì improvvisamente come per accogliere i nuovi arrivati all’interno della struttura. Seguendo la massa la ragazza si diresse verso l’ingresso ben illuminato. Solo una volta dentro potè finalmente assaporare nuovamente la sensazione di calore, dopo il lungo e freddo viaggio che lei, Kairi e Shin dovettero affrontare. Ad aspettarli c’erano degli omini molto bassi che avevano accolto tutti gli shinobi con un sorriso sul volto, anche se il loro aspetto non erano al massimo della forma. Lo sguardo della giovane genin della foglia si fermò sull’uomo, che con la sua voce, cercò di attirare l’attenzione di tutti i presenti all’interno del salone. L’uomo vestito interamente di rosso, dai lunghi capelli bianchi e dalla barba folta del medesimo colore, si presentò come il Re dell’Inverno. Subito dopo diverse persone passarono tra i presenti portando tazze fumanti di zabaglione caldo. La ragazza, con titubanza ne prese una, rivolgendo un sorriso quasi forzato. Avvicinò la tazza alla bocca solo per sentire l’odore, che non amò particolarmente. Beveva, di tanto in tanto, del vino ma l’odore di quel liquore non l’aveva attirata particolarmente. Si guardò intorno cercando di notare facce conosciute oltre a quelle degli shinobi della Foglia. E la vide. Un sunese di sua conoscenza che faceva parte della sua stessa squadra, anche se dall’ultima missione non avevano avuto più modo d’incontrarsi. Si avvicinò a lui, con la tazza calda tra le mani, rivolgendogli un sorriso.

    -Ehilà Shunsui! Da quanto. Come va?-

    Fu attirata nuovamente dalla voce dell’uomo, voltandosi e guardando nuovamente l’uomo dal vestito rosso.

    -Alla salute! E che questa notte sia testimone di grandi affari fruttuosi!-

    Spostò il suo sguardo sulla tazza che aveva tra le mani. Era sicura quella bevanda? Oppure era stata contaminata da qualche strano veleno?
     
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    Magistra Vitae

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    Armi e neve


    Post 1 ~ Invito

    Le campanelle tintinnanti al vento attrassero l'attenzione dei presenti e i loro volti si tinsero di diverse sfumature di stupore alla vista della slitta e delle creature che la trainavano. Shin lasciò che le ragazze studiassero nel dettaglio le renne giocattolo, emettendo un sospiro silenzioso che si tramutò in vapore oltre la pesante sciarpa che gli copriva metà volto. Si sentiva decisamente incastrato dai piani alti: per quella missione sarebbe stato necessario mandare, se non un jonin, per lo meno un chunin con l'autorità di negoziare almeno una bozza preliminare se l'affare si fosse rivelato veramente interessante. Gli occhi del Kinryu si posarono alternativamente sulle sue compagne di viaggio. Era contento di poter contare su Kairi, anzi per un poco aveva quasi cullato, piuttosto infantilmente, il pensiero che potessero essere inviati loro due soli. Conosceva poco Hoshiyama, e l'ultima volta che l'aveva vista erano distesi al suolo con tutte le ossa rotte, dopo essere precipitati da un'altezza spropositata durante l'attacco alla dimora del daimyo. Comprensibilmente nessuno aveva voglia di rivangare quella storia, e complice il clima freddo e l'ora ormai tarda la conversazione languiva. TQAwuq0 Seguendo l'esempio di un Uchiha poco convinta, il giovane prese posto al centro del sedile, sentendosi piacevolmente a disagio nell'avere da ciascun lato una ragazza appoggiata a lui e ringraziando che la morbida fascia intorno al collo mascherasse la sua espressione in quel frangente. Poco alla volta, la slitta iniziò a scivolare sul terreno, trainata come per magia dai pupazzi animati. Fu solo quando i pattini si staccarono dal suolo che gli occupanti si riscossero dal torpore meditabondo in cui erano caduti. Udendone l'esclamazione di stupore, il giovane si voltò verso Asami, regalandole il primo sorriso aperto da quando si erano radunati. Ben diversa fu la reazione della kunoichi dagli occhi scarlatti, simile ad un terrore atavico, comprensibile in un essere che non è stato creato per volare. Il ragazzo, che aveva già volato prima, allungò con discrezione una mano sotto la pesante cappa, sfiorando quella di Kairi, sebbene non vi fosse già più bisogno di rassicurarla: ben presto aveva trovato anche in lei spazio la meraviglia per quell'assoluta sensazione di libertà. Vedendo la kunoichi di fianco a lei rabbrividire, ad un certo punto avrebbe temerariamente sfilato uno dei guanti per potersi procurare una goccia del suo stesso sangue. Intrecciate le dita in una rapida sequenza di posizioni magiche, una volpe dal pelo arruffato comparve sulle sue ginocchia, la quale assunse un'aria chiaramente perplessa nell'osservare il paesaggio circostante. Scusa Shamada, ti spiacerebbe tenerci compagnia e scaldarci un po'? La kitsune, nella sua forma animale, annuì piano, sbadigliò e si appallottò sulle cosce del suo evocatore, tornando a fare ciò da cui era stata distolta, ossia dormire. Le sue due lunghe code, tuttavia, ricoprirono il grembo di ciascuna delle fanciulle, a patto che esse non avessero nulla in contrario. Ancora una volta, lo shinobi sorrise, tornando ad appoggiarsi allo schienale alla ricerca di una posizione comoda per godersi il lungo viaggio.
    Le renne, per quando di peluche, sembravano sapere perfettamente dove stavano andando, ed in ogni caso era troppo tardi per preoccuparsene per i tre occupanti della slitta proveniente dal Villaggio della Foglia. Il mezzo, dopo aver sorvolato il Paese della Neve, perse progressivamente quota, arrivando a posarsi delicatamente in prossimità dei cancelli di un'enorme fabbricato, poco discosto da altri vetture simili. Per quell'occasione si era radunata una piccola folla, e all'accademico bastò una rapida occhiata per rendersi conto che l'invito era stato esteso ai ninja di tutti i Villaggi. Pur essendo relativamente tranquillo, facendo tutti parte della stessa organizzazione, il genin evitò di abbassare la guardia, mentre la volpe ancora assonata lo seguiva mansueta. Rifiutò con un gesto secco della mano il caldo dono di benvenuto, affermando non a torto di essere in missione, ma scrutò attentamente l'omino che glielo stava offrendo, leggermente inquietato. Un tenue sorriso gli sfuggì nel vedere Kairi conversare affabilmente con delle otesi, di cui una aveva un'aria familiare per il Kinryu, immaginando fossero sue amiche. Più accentuato fu invece il sorriso che gli si aprì in volto nel trovare Shunsui, il quale a quanto pare era conoscenza comune di tutta la squadra della Foglia. A quanto pare non riesco proprio a liberarmi di te, eh? Il tono affettuoso del ragazzo avrebbe fatto capire a chiunque che i due avevano una lunga serie di trascorsi positivi alle spalle. Incrociando le braccia davanti al busto, si posizionò di fianco all'amico dopo aver studiato l'ambiente in cui erano radunati, scrutando con attenzione il loro anfitrione. Questa faccenda non mi piace, speriamo di cavarcela alla svelta. Eppure, chi sa perché, provava la stessa sottile angoscia del suo ingresso a Tsunotsumi, e prima ancora a Città della Roccia. Sospirando, si chiese se la kitsune che scodinzolava alle sue spalle potesse intercedere presso il kami Inari a cui era consacrata concedendogli, per una volta, una missione tranquilla.

     
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    Falce dei Kaguya


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    L'Inverno è arrivato...


    Mai dare le spalle a nessuno, quindi!



    L'inverno, che bel periodo, vero? Dove le persone si riuniscono attorno al focolare e condividono momenti di tepore famigliare.
    Bé, a parte il "famigliare", anche per i senzatetto di Kiri è più o meno la stessa cosa: il primo che riesce ad accendere un piccolo falò con qualche bidone, o secchio della spazzatura, può star certo che ben presto si troverà a condividerlo con altri e quindi, come vi dicevo: persone riunite intorno al focolare che condividono momenti di tepore.
    Poi se sei un senzatetto di bella presenza, c'è il rischio che vogliano condividerti altro... il ché è un ottimo modo per allenarsi, sapete? Perché non puoi dare le spalle al bidone surriscaldato per non rischiare di bruciarti le chiappe gambe, ma non puoi nemmeno rivolgerle agli estranei senza mantenere i sensi sull'attenti!
    Comunque, sto divagando!
    Tutto questo piccolo preambolo serviva a far capire come venni a sapere di una stramba missione: intorno ad un fuoco, infatti, sentii parlare di questa lettera arrivata al Kage di Kiri e di come sembrava non ci fossero state delle convocazioni ufficiali (o almeno se c'erano state nessuno aveva pensato di dirlo ad un signor nessuno come me) per l'invito di un Re del Paese della Neve.
    Sentita questa storia mi sono detto: Non ho mai visto un Re in vita mia ed in effetti non ho nemmeno mai visto il Paese della Neve, quanto potrà mai fare più freddo di qui? Di certo non hanno la nostra umidità! e così pensai bene di farmi trovare il 24 Dicembre nel luogo dell'incontro.
    Mi era stata detta anche l'ora, ma chi ha mai avuto un orologio? Io no di certo, così il 24 mattina presto, mi alzai dal mio giaciglio di fortuna (cioé - spoiler - giornali e cartoni), mi diedi una gelida lavata alla fontana del mercato di Kiri e poi, presi i miei bravi abiti, cioé la casacca aperta ed il pantalone da allenamento, oltre ad una coperta spelacchiata, che avevo rubato recuperato in ospedale.
    Ed a quel punto mi sedetti nei dintorni delle mura, in attesa di qualsiasi cosa dovesse accadere.
    Ad un certo punto vidi anche arrivare un tizio un pò un fighetto con il suo bel giacchetto e le spade e tutto il resto, ma, dato appunto il soggetto, me ne rimasi seduto avvolto nella mia coperta (che, a ben pensarci, aveva l'etichetta "Ospedale di Kiri").
    Dopo un pò, arrivò il nostro mezzo di trasporto e, devo ammetterlo, rimasi non poco sbalordito: prima ci fu un campanellio che mi sorprese, poi si iniziò a distinguere un oggetto in avvicinamento, nella fattispecie, una slitta trainata da, e questa era la parte più assurda, sei renne finte!
    A quel punto mi alzai e mi avvicinai, rivolgendo appena un saluto a chiunque altro ci fosse stato, fighetto incluso, Mi chiamo Fudoh..., sintetico e conciso, mentre mi abbracciavo ad una di quelle cose, Sono così morbidose...., ammetto di averlo pensato, me ne vergogno, ma lo ammetto!
    Dopo essermi spupazzato riscaldato a contatto con quelle creature finte, mi andai a sedere sulla slitta, abbarbicandomi nella mia coperta rubata.
    E lì il viaggio iniziò, peccato che nessuno m'aveva detto che tipo di viaggio sarebbe stato, voi direte: ma nessuno ti ha nemmeno detto di andarci, però, mica posso starmene chiuso in casa (che non ho) solo perché sono privo di esperienze, se no, come le posso fare?
    Comunque, sto divagando di nuovo: il viaggio iniziò, appunto, un viaggio su una slitta che d'improvviso s'alzò in volo ad una velocità assurda e ci fece volare nel cielo più freddo che avessi mai attraversato (l'unico a dirla tutta)!
    Mi avvolsi nella mia coperta, quindi, ed almeno di domande da parte di altri, me ne rimasi in silenzio, in fondo, m'ero già presentato.
    E rimasi così, a valutare quanto freddo facesse, finché, dopo chissà quanto, finalmente atterrammo davanti ad un palazzo gigantesco!
    L'unico suono che riuscì a fare per lo stupore? Sarebbe potuto essere un fischio, ma sentivo troppo freddo, quindi fu il battere costante dei miei denti fra di loro, mentre guardavo anche il resto della gente arrivare su altre slitte, incluso un gigantone tutto muscoli circondato da ragazzine.
    Ehi, quello ha portato le figlie? Che bravo padre!, un'osservazione quanto mai sincera e detta ad alta voce, per quanto le tre ragazze non s'assomigliassero così tanto, una aveva pure dei capelli rossi che spuntavano da sotto il cappellone, e nessuna assomigliava al cipiglioso padre con capelli assurdi ed una benda su un occhio, ma mi limitai a valutare quello come uno dei tanti misteri della medicina che volevo ancora scoprire.
    Tutti gli invitati, comunque, furono fatti entrare, persino io! E mi trovai davanti questa grossa fabbrica, perché l'odore di metallo e carbone era lo stesso che sentivo quando andavo a dormire vicino alle zone dove si trovavano i fabbri di Kiri (un'area dove si poteva stare facilmente al caldo per qualche ora).
    Ed in questa fabbrica c'erano dei nanerottoli sorridenti, ma chiaramente denutriti, e c'era un grosso omone che si presentò come il Re dell'Inverno e diede a tutti il benvenuto.
    Ed il suddetto omone offrì a tutti dello zabaione, via suddetti nanetti denutriti, assieme ad un augurio di una notte fruttuosa.
    Ammetto che di questo me ne fregò poco quando le mani percepirono il calore della bevanda ed il mio assente innegabile intuito fiutò l'opportunità lavorativa, tanto che al nanetto che mi si avvicinò chiesi, con un filo di voce: Amico, da senzatetto a senzatetto me lo puoi dire: quanto vi paga l'omone lì per fargli da camerieri? Perché penso che qualche settimana di doppio lavoro posso farla, se mi offre anche un mezzo di trasporto., sottinteso volevo squartare una di quelle renne finte per dormirci dentro, ma questo non lo avrei ammesso con omone e servetti.
    Intanto, mi stavo abbracciando la bevanda calda, meglio riscaldarsi così a lungo, piuttosto che un breve calore bevendola!
    Sono o no un genio?
     
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    La fabbrica dei sogni

    Partenza con stile


    Una gita al Paese della Neve? Per una come Kiyomi, che più di una volta ci si era recata in vacanza, non poteva essere che una buona notizia;
    in fondo avrebbero soltanto dovuto visitare una fabbrica di armi, quindi non c'era alcun motivo di prenderla molto seriamente. Probabilmente avrebbero avuto anche una giornata libera, e la ragazza già si immaginava a trascorrere qualche ora a divertirsi in un bel paesaggio innevato, motivo per cui decise di portare con sè anche la sua domestica.
    Oh, finalmente una missione adatta a me, sarà una pacchia, e tutto a spese dell'accademia.
    Che aspetti, va a fare i bagagli.

    Ma mancano ancora 2 giorni.
    Sono appena sufficienti, va e basta.
    Subito, signorina.
    E non dimenticare gli sci!
    Va bene, signorina

    La sera dell'incontro, si presentò sul posto con qualche minuto di anticipo.
    Per l'occasione aveva deciso di indossare un abito rosso e bianco abbastanza pesante, coperto da un mantello di raso rosso e bianco, con i bordi pellicciati; alle mani portava dei guanti di pelle rossi, avvolti a loro volta in un manicotto di pelliccia bianca, e per finire aveva indossato degli stivaletti bianchi con un tacco alto.
    Al suo fianco c'era l'inseparabile ragazza con dei vestiti ben più umili, preferendo un giaccone pesante e dei pantaloni, mentre si accingeva a portare un grosso borsone, una borsa più piccola e un paio di sci bianchi e blu dietro la schiena.
    Durante l'attesa, non avrebbe dato confidenza a chiunque, tantomeno gli avrebbe rivolto qualche sguardo che non fosse una rapida occhiata iniziale per vedere con chi avrebbe dovuto condividere il viaggio, unica cosa che avrebbe potuto renderlo sgradevole.
    Quando la slitta arrivò, Kiyomi fu più che felicemente sorpresa di sapere che avrebbero viaggiato su un mezzo così caratteristico, per di più trainato da delle renne giocattolo; un'idea bizzarra ma che lasciava trasparire una certa personalità.
    Questo qui dev'essere un tipo piuttosto potente. E interessante.
    Le due ragazze salirono sulla slitta, dopo che la servetta ebbe legato borsone e sci dietro di essa, e si sedettero dalla parte opposta in cui si sarebbero seduti gli altri, Kiyomi ovviamente di lato e la sua domestica accanto a lei, e si sarebbero tenute abbastanza in disparte rispetto al resto del gruppo, e dopo che le bestie si furono alzate in volo, Hanako aprì un ombrellino e lo usò come parabrezza per lei e per la sua padrona.
    Senza dubbio era un'esperienza straordinaria e singolare, e le due donne si godettero il paesaggio e lo sconfinato cielo stellato, fino ad arrivare ad una pista di atterraggio difronte ad un edificio piuttosto spoglio di qualsivoglia dettaglio decorativo.
    Dev'essere la fabbrica. Credevo che ci saremmo fermati prima in un albergo...magari ci fanno sistemare qui. Tu aspetta qui, se dobbiamo dormire qui, ti mando a chiamare.
    Attorno a loro era pieno di ninja provenienti da qualunque villaggio ninja, e quel sovraffollamento era alquanto molesto per la giovane donna, che però, senza attendere oltre, varcò la grande soglia appena aperta e si addentrò nel salone della fabbrica.
    Lì infine fece la conoscenza di quell'uomo che aveva radunato così tanta gente importante, grosso e a dir poco stravagante, ma in un certo senso gli piacevano i suoi modi.
    Mh...sembrano efficienti, magari dovrei assumerne un paio anche io. Disse a voce bassa la donna, riferendosi alle basse personcine che popolavano la stanza, e dopo che uno di questi le servi una tazza di zabaione caldo. Era stato un viaggio lungo e freddo, ed quella buona bevanda caldo faceva proprio al caso suo, quindi, dopo averne constatato l'odore, avvicinandosela al naso, la alzò poco in alto per rispondere al brindisi fatto dal padrone di casa, per poi iniziare a sorseggiarla con gusto.
     
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    九代目水影 - Kyuudaime Mizukage

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    Visita a Sorpresa


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    La manifestazione comparve silenziosamente. Kamine ne ebbe sentore quando l'otto code la trascinò dentro nel mondo interiore. La condizione era stata raggiunta e Kamine si trovava di fronte al Mikawa.
    Non avevo poi grandi motivi, se non una specie di istinto di protezione verso gli altri Jinchuuriki. Molto spesso i Bijuu ed i Jinchuuriki venivano visti solo come armi ed io, se possibile, volevo evitare che Kamine venisse trattata così da un uomo che con ogni probabilità l'avrebbe vista in quel modo.
    Ciao Kamine, dissi tranquillamente. A quanto pare delle tre condizioni che avevo posto, la prima si è avverata. Non mi hai chiamato, vero?
    A quel punto Kamine sarebbe potuta tornare nel mondo fisico, ma avrebbe avvertito chiaramente la mia presenza nel mondo interiore.
    L'uomo pericoloso per l'Accademia... eccolo lì, Alyoisus Mikawa. Che giorno è oggi? E saputa la data, avrei sospirato. Era passato più di un anno da che il sigillo era creato. Beh, è passato un po' di tempo. Non ho idea di cosa sia cambiato da allora, so solo ciò che sa Itai Nara al momento della creazione del sigillo. Ma lascia che ti dica qualcosa. Quell'uomo è un pericolo per la pace Accademica. Non sono qui per indottrinarti, non so cosa pensi dell'Accademia e magari i suoi piani ti piaceranno pure. Posso fare ben poco per impedirlo e non intendo mentirti, su quello fui chiaro. Ma sono qui per avvisarti. Ho lasciato questo sigillo nella speranza che se avessi un incontro con lui avrei potuto darti le informazioni che conoscevo, mentre ti parlava, per non lasciarti abbindolare dai suoi discorsi. E questo Kamine, te lo dico da Jinchuuriki, non da Mizukage. Non mi piace che altri Jinchuuriki siano visti come armi. Solo come armi. C'è qualcosa che vuoi chiedermi? Ho tre ore di tempo prima di scomparire.


     
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