Nightmare Before Ninjamas![News Natalizia]

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    Armi e neve


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    Introdotto dall'amico marionettista, il ninja della Foglia si presentò a sua volta all'amministratore del Villaggio. E' un piacere ritrovarla, Iga-san I due si erano conosciuti non troppo prima durante il caso della Tayo, ma il giovane non si era ancora fatto un'idea precisa della shinobi. Gli riservò comunque tutte le forma di cortesie dovute al suo rango all'interno del Villaggio, scusandosi poi con Asami per averla interrotta. Non aveva udito ciò di cui confabulava con l'amico, e alla sua domanda se si conoscessero si limitò ad annuire, lasciando che fosse Shunsui a spiegare.

    L'atmosfera di festa, piuttosto tesa a onor del vero, si guastò rapidamente non appena la merce venne esposta, scatenando le più svariate reazioni da parte degli astanti lì convenuti. Le azioni del gruppetto di Oto, in particolare di quello che doveva essere il loro leader, attirarono l'attenzione di tutti, ma ciò che più sorprese il Kinryuu fu la capacità delle strane creazioni di rimettersi in sesto con estrema rapidità, iniziando perfino a rivalutarle. Eppure era nulla rispetto a ciò che stava per avvenire.

    Il genin di Konoha spalancò gli occhi, incredulo alle parole che udiva con le sue orecchie. Trattenendo ogni reazione, si domandò di cosa stesse blaterando quel tizio, al quale mancavano evidentemente diverse rotelle. In un'altra occasione si sarebbe probabilmente messo a ridere, o avrebbe per lo meno accennato ad un sorrisetto di scherno. Nella fabbrica, tuttavia, regnava un clima irreale che gli impediva di prendere la situazione così alla leggera. Lo stesso padrone di casa sembrava emanare un'aura spaventosa. Richieste di sottomissione, calamità planetarie, giochini fantasiosi e minacce di metamorfosi fisica unita al controllo mentale si univano senza continuità nel suo sproloquio, mentre un gelo che non dipendeva dall'inclemente clima esterno era calato tra gli astanti.

    Eppure, alla fine, apparve chiaro a tutti come l'uomo macchina avesse il coltello dalla parte del manico. Affrontarlo direttamente era fuori questione, o per lo meno questa era l'opinione più o meno concorde che aveva colto negli occhi degli altri ninja che lo circondavano. Shin appoggiò una mano sotto il mento, come usava fare quando di soffermava a riflettere, ma venne interrotto da Kairi. L'Uchiha, che da quando erano arrivati, no forse addirittura da prima, le pareva contrariata da qualcosa, prese la sua decisione comunicandola seccamente, senza consultarsi con nessuno, neppure con lui. Il giovane rimase a fissarla perplesso, ed anche un pochino rattristato in cuor suo, ma si ritrovò puntati contro i severi occhi di lei. Era sicuro che in qualche modo avesse fatto qualcosa di sbagliato per meritarsi quel trattamento, ma non riusciva proprio a capire cosa, tanto che perfino il rapido guizzare delle pupille della ragazza da lui ad Asami gli sfuggì. Per non parlare poi della decisione da prendere in quel momento. Il suo istinto, di conservazione o sentimentale, difficile stabilirlo, gli suggeriva insistentemente di andare con lei. Poi però iniziò a fare mille ragionamenti uno più astruso dell'altro, tutti fondati sul principio che, fondamentalmente, non aveva ancora compreso, e probabilmente non ci sarebbe mai riuscito, come funzionava la mente femminile. Se l'avesse seguita poteva farle piacere, risultare appiccicoso, farle intendere che non si fidava di lei, o peggio che non la reputava all'altezza. Se invece non andava con lei poteva prenderla come un voler cercare più velocemente la soluzione, un gesto di fiducia nelle sue capacità, ma anche pensare che in realtà non gli interessasse di lei, se correva rischi o no. In ogni caso, una variabile tanto stupida come una possibile gelosia non passava nemmeno per l'anticamera del cervello del giovane, il quale prese ad scompigliarsi i capelli sulla nuca sovrappensiero, cercando di capire da che parte pendesse la bilancia. A toglierlo dall'inghippo fu il provvidenziale intervento di uno shinobi di Kiri, di cui neppure conosceva il nome, si autoelesse accompagnatore dell'Uchiha chiamandola capa. Nel frattempo il plastico fu letteralmente preso d'assalto, con ciascuno che muoveva la sua statuina davanti ad un padiglione diverso. Shunsui sembrava abbastanza deciso ad andare da solo, tanto da scoraggiare il foglioso anche solo a chiederglielo, Asami stessa si era incamminata ignorandolo bellamente. Non c'erano altri nella sala che gli importasse accompagnare e di fatto ignorò due uomini in cerca di compagnia, perciò alla fine lo shinobi di Konoha sospirò, raggiungendo rapidamente la ragazza dai capelli neri prima che uscisse.

    Se l'uomo della Nebbia si fosse effettivamente unito a lei, l'avrebbe guardato con una sensazione di fastidio a cui non sapeva dar nome in petto, chiedendogli di scusarli un minuto. Allontanandosi solo di qualche passo, Shin ci mise qualche secondo a trovare le parole migliori, e quando finalmente aprì bocca lo fece con un tono volutamente basso. Kairi, penso che se ci dividessimo potremmo recuperare più chiavi e porre prima fine a questa farsa, quindi andrei con Shamada in un altro padiglione, ma... A quel punto però si bloccò, realizzando improvvisamente due cose. La prima, se la kunoichi avesse sentito veramente la necessità di averlo con lei avrebbe dovuto semplicemente dirlo; la seconda, forse più importante, è che stava per chiederle il permesso di indagare altrove. Lievemente sorpreso delle sue stesse considerazioni, voltò il viso di profilo, grattandosi la guancia con un dito increspando appena le labbra. No, niente. Subito dopo tornò a guardarla dritto negli occhi, cercando di tirare fuori il suo miglior sorriso. Sono sicuro che riuscirai a trovare la prima chiave, anzi probabilmente finirai anche prima del tempo prefissato e ti annoierai. Almeno quel tipo servirà a tenerti compagnia, dai. Rivolse un'occhiata di sfuggita al kiriano che presumibilmente aspettava poco distante, prima di tornare a concentrarsi su di lei. Solo... Fa attenzione, ok? Con estrema delicatezza le accarezzò appena il viso. Non sapeva se aveva fatto la scelta giusta, ma continuare a rimuginarci sopra non l'avrebbe condotto da nessuna parte. Mentre tornava verso il centro della stanza, incrociò Fudoh, al quale rivolse uno sguardo pesante da sopportare, senza dare però voce ai pensieri minacciosi che attraversavano la sua mente. Giunto davanti al plastico, studiò la situazione, afferrando infine la propria statuetta e quella della kitsune davanti al padiglione numero tre.

    byBCJuj


     
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