Nightmare Before Ninjamas!

[News Natalizia]

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  1. Zakira
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    Aveva trovato la soluzione. O almeno sperava di averla trovata. Si avvicinò alla cassa, selezionando poi il numero “3” del tastierino collegata ad essa. Aspettò con impazienza l’esito positivo della prova che dovette affrontare per il recupero della chiave quando qualcosa, in quel frangente, avvenne. Una forte luce, inizialmente dalla provenienza sconosciuta, illuminò la stanza. Spostando il suo sguardo, i suoi occhi verde smeraldo videro solamente delle vivaci fiamme sprigionarsi dall’altra parte del vetro. Ma ciò che attirò più la sua attenzione furono le diverse grida che udì in quegli istanti. Con la chiave, color grigia, stretta nella sua mano sinistra, si avvicinò alla parete. La risposta era giusta ma non credeva di aver sacrificato delle vittime innocenti. Erano pedine nelle mani del proprietario della fabbrica ma erano, prima di tutto, esseri umani. Esseri umani sfruttati in quel luogo innevato ed a tratti inquietante. Al Re dell’Inverno piaceva giocare con le vite degli altri ponendo, i nuovi arrivati, di fronte ad un “gioco”. O almeno così lui lo vedeva data la sua spensieratezza. Ma per lei risultava troppo rischioso sacrificare altre persone per mano sua.

    -No…-

    Rimase lì ad osservare il fuoco mentre le urla man mano svanirono. Sussurrò tra se quella singola parola mentre avvertì una leggera fitta al petto. Lasciò quella stanza cercando di dimenticare l’innocente sacrificio “commesso”.

    [...]

    In sala già alcuni shinobi avevano recuperato delle chiavi. Fortunatamente tra di loro, oltre Shunsui, si trovavano sia Kairi che Shin. Entrambi avevano già posizionato la chiave su un dei rami dell’albero. Avevano superato la prova ma purtroppo della terza ragazza che aveva raggiunto la fabbrica con loro con loro non c’era traccia ma sperava solo di trovarla sana e salva alla fine di quell’assurda storia. Come gli altri appoggiò la chiave su uno dei rami per poi voltarsi verso di loro.
    Nuove stanze furono scelte e una delle coppie che si formò precedentemente, decise di prendere strade diverse. Asami, interiormente ancora sconvolta, di diresse verso la fabbrica in miniatura. Prese la sua statuetta guardando intensamente ogni singolo padiglione. Non sapeva dove andare. Non era intenzionata ad uccidere altri elfi per opera sua. Nella stanza precedente era al buio e poteva minimamente immaginare della tremenda trappola nascosta dall’altra parte della parete.
    La voce di un ragazzo attirò la sua attenzione. La sua mano, impegnata a spostare la sua miniatura, si fermò davanti al padiglione numero “4”. Era piuttosto alto ma il suo viso era completamente anonimo. Senza nemmeno guardare il plastico, posizionò la statuina che la raffigurava davanti al padiglione scelto dal ragazzo.

    -[...] Se qualcuno vuole accompagnarmi.-

    -Lo farò io.-

    La sua voce, come lo sguardo del nuovo compagno di squadra, era serio puntando i suoi occhi diritti in quelli dello shinobi. Data la sua espressione, molto probabilmente, anche lui per recuperare la chiave dovette sacrificare alcuni schiavi del Re dell’Inverno. Oppure era nel suo carattere mostrare serietà in ogni situazione. La ragazza dai lunghi capelli rossi sperava solamente di non imbattersi nuovamente in un trabocchetto alle sue spalle. Lei era diventata una kunoichi per aiutare gli innocenti e non per ucciderli. Non voleva altri inutili sacrifici, e per farlo, aveva bisogno per forza l’aiuto di qualcuno, accettando volentieri quell’invito per non trovarsi in difficoltà. Si rivolse al giovane shinobi lo sguardo sul precedente scelto da lei per poi guardare tutti gli altri.

    -Recuperando la chiave, ho attivato una trappola uccidendo alcuni lavoratori all’interno di essa… Io… io nn potevo saperlo…-

    Ma quelle sue parole parole non erano rivolte solo al giovane ragazzo di Kiri ma chiunque all’interno di quella stanza. Pochi istanti dopo si rivolse al ragazzo dal giaccone arancione e al coprifronte legato al braccio, proferendo parola parola solo con lui e avendo il tono della voce più o meno bassa.

    -Spero di non uccidere qualcun altro. Siamo qui per fermare quel pazzoide, non per fare una strage.-
     
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