Nightmare Before Ninjamas!

[News Natalizia]

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  1. Zakira
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    Scelta la stanza il compito dei due shinobi dell’accademia era quello di raggiungere la sala e recuperare un’altra chiave per fermare il terribile piano dell’uomo. Pronta per raggiungere il padiglione, la voce del Re dell’Inverno invase improvvisamente l’intera stanza, attirando la sua attenzione.

    -[...] Che ne dite se alziamo la difficoltà? Dovrete prendere almeno 14 chiavi per vincere, ok? [...]-

    -Cosa!-

    Improvvisamente alcuni rami del gigantesco albero si moltiplicarono, diventando sempre più grande. Perchè mai aveva deciso di aggiungere ulteriori chiavi? Era già programmata la sua decisione oppure era stato sorpreso dalla rapidità degli shinobi nel recuperare parte delle chiavi?
    Ma le regole ormai erano state cambiate e il tempo trascorreva normalmente. I suoi occhi verdi che fin a quel momento furono intenti a guardare una parte imprecisata dell’albero, si spostarono verso il ragazzo biondo. Voleva rivolgergli un suo pensiero riguardo a quell’assurdo cambio di regole. Ma restò in silenzio, serrando solamente la mandibola guardandolo dritto negli occhi. Uno sguardo che valeva più di mille parole che potevano risultare inutili in quel preciso istante. Infatti lo sguardo serio del suo nuovo compagno di squadra raccontava già il suo stato d’animo. Silenzioso, cercando di dare una spiegazione a quel cambio di rotta da parte del proprietario della fabbrica. Come restò per quasi tutto il cammino verso il padiglione numero 4. Affrontando il vento polare e guardando l’immenso panorama intorno a se, totalmente ghiacciato, la giovane Hoshiyama camminava di fianco a lui. Gli lanciò un’occhiata, osservandolo quasi con sospetto. Troppo silenzioso per i suoi gusti, quasi costretta a spezzare quel silenzio interrotto solamente dal delicato suono del vento che sfiorava le suo orecchie. Comprendeva il suo stato d’animo. Infondo anche la diciannovenne rimase scioccata dall’aggiunta delle nuove chiavi. Ma quello non fu un pretesto per non rilevare il suo nome alla sua compagna di squadra.

    -Chissà cosa ci aspetta al padiglione numero 4.-

    Mise una mano sotto al mento guardando la strada innevata di fronte a se.

    -Spero non un altro indovinello. Non mi piacciono.-

    Gli lanciò un fugace sguardo, osservandolo dalla testa ai piedi. Era stata amichevole con lui, fino a quel momento. Ma con le ultime parole che stava per pronunciare, il suo tono era cambiato totalmente risultando serio ma che allo stesso esprimevano l’orgoglio che rappresentava, in realtà, nell’alta società. Le sue origini nobili non potevano essere cancellate da un semplice coprifronte e un simbolo. Nonostante i pessimi rapporti che si crearono in quegli anni con l’intera famiglia, lei era nata con quel sangue, accettando quindi le sue origini ma non condividendo le loro idee ristrette della maggior parte degli esponenti.

    -Comunque il mio nome è Asami Hoshiyama.-

    [...]

    Il padiglione numero “4” si presentava in modo completamente diverso da quello precedente affrontato dalla ragazza del villaggio della foglia. Diversi peluche lo decoravano ma, secondo la mentalità della nobile, senza nessun risultato positivo. Erano malridotti ed alcuni di essi anche strappati, molto probabilmente rovinati dalla temperatura estrema del luogo.

    -Questi cadaveri farebbero piangere un bambino per almeno un mese. Non trovi anche tu?-

    -Cadaveri?-

    Lo guardò con espressione perplessa dopo la sua bizzarra e, a tratti, inquietante affermazione, rivolgendogli poi la parola. Poteva sembrare un rimprovero ma in realtà voleva solo tranquillizzarlo. O tranquillizzare lei stessa.

    -Sono solo dei peluche!-

    Quando entrambi entrarono all’interno di esso, i suoi occhi si persero nella vastità di quella stanza. Numerosi giocattoli, di qualsiasi tipo e dimensioni, erano stati depositati all’interno del padiglione. Camminando tra i diversi oggetti, Asami cercò di non inciampare su uno di essi, perdendo così l’equilibrio e rischiare di cadere. Ma allo stesso tempo si trovava vicino al ragazzo così da non perderlo di vista tra i numerosi giochi. Spostando velocemente lo sguardo attorno a sè non vide la presenza di nessuna chiave ma sbalordita osservò alcuni oggetti muoversi in completa autonomia. Un piccolo sorriso si dipinse sul volto della kuonichi, ricordando la sua infanzia circondata, spesse volte, da regali piuttosto simili solo per viziarla.

    §...§

    Come un peluche, dalla forma di un orso, alto quasi tre metri. La ragazza rimase distante ma il suo sguardo pieno di stupore non appena il morbido giocattolo proferì parola. La voce infantile era rinchiusa all’interno di un “essere” dalle assurde dimensioni e che aveva ricamato sulla sua pancia una frase priva di senso. O almeno secondo il suo punto di vista.

    -Ciao! Siete qui per giocare con me? Vi va di fare un gioco?-

    Cosa aveva in mente? Aveva lui la chiave oppure era nascosta tra tutti quei giocattoli? nche il kiriano era piuttosto confuso dalle parole incise. Ma come lei era intenzionata ad agire, aveva deciso di assecondarlo, cercando di scoprire qualcosa di più. Dopo l’intervento di Kitori, anche sul suo volto si generò un piccolo sorriso cercando di essere il più rassicurante possibile. Fece qualche passo in avanti superando di qualche centimetro il ragazza dalla chioma bionda per poi rivolgersi all’orso.

    -Io invece sono Asami. Se vuoi giocare con noi non cè nessun problema. Siamo circondati da giocattoli, possiamo usare questi, no?-

    L’intento della ragazza era quello di smuovere tutti i giochi che occupavano la stanza e cercare le eventuali chiavi fra tutti quegli oggetti.
     
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