La Via del Ferro

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  1. Alkaid69
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    L’Hokage forse non si era aspettato che gli anelli presenti sul tavolo prendessero vita in quel modo per dirigersi contro la sua faccia, o forse era rimasto abbagliato dalla maestria con la quale quelli si erano mossi. Fatto sta che prese in pieno la dura cotta di acciaio, che lanciata a quella velocità gli fece comunque piuttosto male [1 Leggera sul volto per Difesa omessa]
    -Mh, non pensavo fossi cieco, sarà difficile insegnarti a valutare la qualità del materiale così…
    Disse Ryo, lievemente ironico.

    Poi Raizen Ikigami si rivolse al suo compagno di viaggio, il quale a stento riusciva a trattenere le risate per la scenetta che aveva appena visto.
    -Certamente… pfff… signor sì, signore, pfff…
    Poi fece spallucce e si congedò, con un sorriso scemo stampato sulla faccia. Anche se rimase per qualche secondo fuori ad ascolta ancora ciò che si dicevano i due.
    Ryo ascoltò le ulteriori minacce dell’uomo davanti a sé: sembrava che non riuscisse a comunicare in nessun altro modo, né con gli sconosciuti, né con chi avrebbe dovuto insegnargli, né con i propri sottoposti.
    -Certo, certo, posso immaginare il Vostro immenso potere ma… vorrei far notare che ancora non mi avete detto i vostri nomi, o chi siete e da dove venite. Non procederò ulteriormente prima di ricevere queste basilari informazioni. Risponderò alle tue di domande, ma tu mi convincerai che sto tramandando la mia arte a qualcuno di fidato.

    Per i primi due giorni, tuttavia, il ragazzo avrebbe intimato all’Hokage di rimanere zitto e osservare. E basta. Avrebbe dovuto scrutare tutti i movimenti, i tempi, i modi utilizzati dall’immortale mentre portava a termine consegne basilari. Si sarebbe trattato della base della base e probabilmente di un esercizio di pazienza da parte di Raizen Ikigami, il quale in pochi minuti di conversazione aveva dimostrato a Ryo di non averne affatto.
    Avrebbe dovuto mettere da parte l’esubero, la prepotenza e la presunzione che aveva mostrato fino a quel punto, era chiaro.

    E ben presto si sarebbe accorto del perché: Ryo non utilizzava il proprio potere per facilitarsi il lavoro; c’era una sorta di precisione ritualistica in quello che faceva, anche nelle cose più semplici, e sfruttare capacità innate non faceva parte di quel rituale. Una dedizione del genere non poteva che ispirare reverenza.

    La prima sera Raizen dovette assistere l’aiutante del fabbro fino a tardi. Sembrava avere una certa dimestichezza con il mestiere ed era incline a dare qualche dritta.


    Kunihiro nel frattempo, ne aveva approfittato per tornare a Konoha e chiedere ai suoi colleghi di raccontargli alcune delle gesta dell’Hokage, simulando un’ammirazione smodata nei suoi confronti. Gli sarebbe servita più tardi, quando i due si incontrarono poco fuori dal villaggio. Dopo una giornata e una lunga serata passata nella forgia, Raizen non avrebbe ancora avuto pace, specie perché avrebbe dovuto avere a che fare con l’Horikawa.

    -Ah, Hokage-SAMA. Fresco come una rosa, complimentoni! Comunque lasciatemelo dire, la vostra ingordigia è davvero epica, di giorno a imparare a fare il fabbro e di notte a imparare tecniche segrete, sicuro di riuscire a reggere per una settimana? Beh, contento voi! Io però ci ho fatto una bella e lunga pensata… Circa due minuti. -..e sta cosa dell’insegnare a voi perché sono vostro schiavo eccetera mi fa storcere il naso. Cioè, prima di tutto, quello che facciamo le sembrerà pure simile ma solo per gli effetti, boh una sorta di teletrasporto. E basta, cioè, le modalità sono completamente differenti, così come il ramo di ricerca… fuuinjutsu, nel mio caso. Davvero non ha senso che io le dica come funziona la mia. E qui arriviamo al secondo punto: può anche minacciarmi ma si tratta di segreti di una scuola, mi farebbero molto peggio se andassi a spifferarne in giro i segreti, lo sa come sono quelli, fiuuuu. Alzò gli occhi al cielo mentre emulava col dito una lama che gli tagliava la gola. -Quindi io ci rimetto la pelle in ogni caso e il rischio non vale la candela, no??? Ecco.
    Alzò le sopracciglia e fece spallucce, simulando con le mani due piatti della bilancia: -Certo… se ciò fosse uno scambio equo… potrebbe spostare l’ago della bilancia, ecco. Rompere cose non fa al caso mio, non sono mica un bruto! Io vado giù di fino. Ultimamente però ho a che fare con questi… com’è che li chiamano? Sentitivi? Sensotivi? Ecco, mi rovinano i piani e mi scoccia un sacco, non avete idea! Non è che conosce qualcuno al villaggio in grado di fregarli?
     
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33 replies since 18/12/2017, 19:28   465 views
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