La Via del Ferro

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    Piccolo e Intraprendente


    - IX -




    Quando la cotta di maglia impattò sul volto di Raizen, con discreta forza, più che sofferente ne uscì sorpreso.

    Eh!
    Non sarò gradevole ma accidenti! Pensavo la fermassi!


    Fece una smorfia per far sparire il pizzicorio dal naso per poi passare alle poche richieste del fabbro.

    Oh beh, quella è semplice disattenzione, ci siamo subito buttati su argomenti spinosi e rompere la tensione della discussione presentandomi a caso mi sembrava stupido.
    Raizen Ikigami.


    Tese la mano verso il Fabbro, saggiandone la nodosità, ruvida al pari della sua, indurita dall’incessante lavoro, forse si sbagliava quando diceva che il frutto delle creazioni di Ryo risedesse nell’abilità mostrata poco prima di manipolare il messaggio.

    Sono… l’Hokage di Konoha.
    Attualmente tuo nonno risiede proprio li.
    Il peso piuma che hai visto poco fa è uno dei miei ninja, uno un po' strano, ma bravo.
    Anche se devo essere onesto un paio di cose non mi tornano.
    Mi chiedi continuamente di dimostrarti che ti puoi fidare, ma qui mi ha mandato tuo nonno e ti ho detto di essere suo allievo, non so quella moneta cosa possa voler dire, ma visto il modo in cui me l’ha data è prova quantomeno della sua identità.
    Non dico sia obbligatoria la fiducia verso di me, ma almeno verso di lui… no?
    E dopo il preambolo la domanda: hai avuto problemi con lui?
    Problemi gravi intendo.
    E poi tu sei giovane, troppo, cosa ti ha ucciso?
    Non penso Orochimaru, avevi più valore da vivo che da resuscitato.


    Si accorse poi di aver forse dimenticato di utilizzare un po' di tatto nel porre quelle domande.

    Perdonami, ma il tatto non è una delle mie capacità più sviluppate.
    Sono solo diretto, e a volte sembro arrogante.
    Prima di iniziare però vorrei che dessi un occhiata a questo metallo, questo è davvero grezzo.
    Con le giuste proporzioni son riuscito a creare un metallo perfetto per varie armi, credi possa avere un qualche utilizzo anche con le armature?


    Mentre parlava estraeva dal mantello più di una pepita del metallo dorato, una quantità sufficiente a formare una corazza completa, qualora un ninja decidesse di mandare la sua carriera all’ari e dedicarsi a fare il distributore automatico.
    Quando il fabbro si mise a lavoro Raizen mostrò ben poca impazienza, nonostante avesse dato fin a quel momento l’impressione di avere fretta era consapevole che per apprendere un arte occorreva tempo, sapeva che la metallurgia era un arte precisa, che ogni colpo andava calibrato e inclinato per dar vita ad un certo oggetto, non di meno che ogni secondo all’interno della forgia aveva un preciso scopo. Osservare non gli era minimamente di peso. Avrebbe lodato Meku per un simile metodo di insegnamento, ma sfortunatamente per lui il vecchio, nella sua vita da mortale, si era fin troppo fissato con alcune sue convinzioni per adottare quella strada.
    Poteva aver mostrato una certa fretta fino a quel momento, ma solo perché fino a poco prima non aveva il suo obiettivo davanti a se.

    Colore del metallo prima di estrarlo per la battitura?

    Chiese ad un certo punto della giornata, per poi tacere dopo aver ottenuto risposta.

    Metodo per saldare più placche?
    Battitura o giunzione mediante metallo fuso?
    E riguardo l’acciaio pacchetto?
    Può avere qualche utilità alternare strati morbidi a strati più rigidi?


    Non si poteva certo dire che Raizen fosse un allievo taciturno.

    Materiale di partenza?
    Sabbia ferrosa?
    O metalli da miniera?
    Metodo di purificazione del materiale grezzo?


    Mentre spezzava le ore di apprendimento ed osservazione con quelle domande non si distraeva però dalle azioni di Ryo, c’era della magia nel suo modo di operare, ma non era qualcosa da imputare all’abilità innata mostrata poco prima, quanto all’esperienza maturata in anni di esperienza, anni di azioni immutate che col tempo avevano raggiunto una precisione che rasentava il divino.
    Non restarne affascinati era impossibile, ogni colpo era uno sguardo al futuro e permetteva di comprendere immediatamente il suo obbiettivo e cosa il colpo successivo avrebbe fatto. Ogni azione era così perfetta che non andava ritoccata, questa era la ragione della chiarezza dei suoi movimenti, una capacità che non si acquistava di certo nell’arco di una vita umana.
    Giunta la sera, a fucina ormai spenta, Raizen salutò con un inchino, dirigendosi in una piccola casa affittata che usava come appoggio durante quei giorni.

    Kunihiro caro.
    Sei proprio un pollo.


    Gli pattò la testa per poi incrociare un sigillo che anche il chunin conosceva, materializzando un clone.

    Quando si parla di cloni il settimo poteva lustrarmi le chiappe con un rasengan di stracci.
    Lui impara e il mio cervello, quello vero, dorme.
    Fortunatamente non devo usare chakra durante questo periodo.


    Prima di dedicarsi alla branda però, salendo al piano superiore, si prese qualche secondo per retificare alcune impressioni errate del chunin.

    Onestamente pensavo che la tua scarsa lucidità di permettesse di dare poco peso ad alcuni miei comportamenti, insomma, che nascondessi un pensiero più profondo dietro all'aria svampita... ehhh, a sperare troppo nel prossimo...
    Sono il tuo Kage, che ti piaccia o meno, ma questo non vuol dire che io ti reputi un mio schiavo o che io non ti sia grato per il tuo aiuto.
    Se tu fossi un mio schiavo non ti avrei sicuramente chiesto aiuto. Perché è questo ciò che ho fatto, chiederti aiuto. Il tono penso possa variare in migliaia di modi, ma la realtà resta una: io ho bisogno di apprendere qualcosa da te, in questo ristretto frangente se qualcuno di noi due dovesse essere in svantaggio rispetto all’altro beh… quell’uno sarei io.
    Sei una prima donna, ma se guardi la realtà dei fatti sei il sensei di un Hokage.
    Alla tua età, sia professionale che non, mi sarei sentito non onorato, di più.
    Ma evidentemente i tempi cambiano, in peggio.


    Inspirò, leggermente sconsolato.

    Non mi sarei mai sognato di chiedere qualcosa in cambio ad un mio superiore.
    Ma se non altro mi hai evitato di costruirti inutilmente delle protezioni, pensavo di fare cosa gradita pelle e ossa come sei.
    Vabbè, io vado, per il resto te la vedi col mio clone.


    Avrebbe impiegato qualche minuto a prendere sonno, rimuginando su quell’ultimo discorso.
    Il clone prima di prendere parola alzò un sopracciglio.

    Pare che alla tua scuola siano stati un po' frettolosi eh?
    È sull’effetto che devi basarti quando parli di similitudini.
    Un fuuinjutsu è una tecnica scritta, il suo pro è poter mettere per iscritto ciò che altrimenti fai con i sigilli, poi certo si può scavare nella criptazione o nell’attivazione alla soddisfazione di particolari condizioni, o alla possibilità di comporli.
    Ma di base non c’è una distinzione reale tra l’effetto di un fuuinjutsu e quello di un ninjutsu, o quello di un genjutsu se il fuuin si basa sull’alterazione delle percezioni.
    Diciamo che il foglietto è il primo anello della catena, poi sta a te decidere se metterne uno quadrato, tondo, triangolare con o senza spine o una qualsiasi forma chiusa e cava.
    Per farla corta a me non interessa il fuuinjutsu in se, ma cosa accade quando lo attivi, quindi un gradino sotto all’abito di studio.
    Proviamo a sperimentare qualcosa.


    Se il chunin si fosse dimostrato restio all’azione per via del fatto che Raizen non aveva di fatto ancora accettato di dargli consigli riguardo i suoi preoblemi con i sensitivi il Clone avrebbe alzato gli occhi al cielo.

    Dei maledetti quanto sei venale!
    Ci penso io a darti una mano!
    Sei fare i cloni no?
    Ne mandiamo uno mio e uno tuo.


    A quel punto la classe d’apprendimento era formata.

    Dicevo, traccia due sigilli uno dove sei ora e uno dove sta il tuo clone, poi attivali.
    Ma prima spiegami cosa succede nel momento dell’attivazione, mi interessano anche le sensazioni.
    E, nota, non sto scendendo nei particolari della tua scuola, siamo ancora a livello “esperienza personale”.


    Intanto il clone, faccia a faccia con l’Horikawa, prese a parlargli.

    Allora, poche chiacchiere, a Konoha se vuoi che qualcuno ti insegni a passare inosservato vuoi me, stanne certo.
    Primo passo, mi pare di aver intuito dal tuo stile che stai cercando di specializzarti nella fine arte dell’assassinio no?
    Sai cosa è il Passo Perfetto, vero?


    Era dubbioso, a riguardo, la tecnica era basilare per qualsiasi assassino, e pur essendo limitata una volta appresa rendeva i sensitivi un problema meno impellente, ma da come Kunihiro ne parlava ancora non ne aveva fatto conoscenza.


     
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