La Via del Ferro

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    Fabbro di Campagna


    - XIII -




    L’onesta quanto imperturbabile bibliotecaria non si lasciò piegare dalle minacce di Kunihiro, sapeva dopotutto dell’integrità morale ed estremo rigore del nuovo daimyo, e conscia della sua professionalità era certa che il suo lavoro fosse al sicuro dalle minacce di quel fuscello viziato.
    Ad ogni modo la sua professionalità non le impedì di sorridere soddisfatta quando il chunin dichiarò il suo grado e la sua missione, non ebbe problemi a credere alla seconda frottola dell’Orikawa, conosceva l’Hokage, e conosceva anche i suoi metodi, difficile non ricordare l’imponente massa di licenziamenti alla sua instaurazione a causa dei suoi sospetti verso gli impiegati.
    Valutò comunque i documenti e il coprifronte con attenzione prima di porgerli nuovamente al ragazzetto.

    Beh, l’aria riservata è ora a tua disposizione, a meno di necessità non posso lasciare il mio posto di accoglienza, ma se cerchi un volume in particolare posso indicarti dove stà.

    Che fosse necessario rispondere o meno al ritorno avrebbe annotato la data di inizio del prestito per poi cedere il volume al ninja, salutandolo.

    […]

    Mi servi come riscontro ovviamente.

    Disse con naturalezza.

    Oppure pensi realmente che tutto sia frutto della genialità di singole persone?
    L’uomo reinterpreta, migliora, da sempre e per sempre, siamo una specie triste e noiosa, non inventiamo nulla, osserviamo e copiamo.


    C’era un velato tono di falsa malinconia.
    Alla proposta del suo assistente, nuovo titolo conquistato da Kunihiro visto che gli sembrava stretto essere il sensei di Raizen, questo annuì con convinzione.

    Beh, direi che non posso evitarlo, prima o poi dovrò sperimentare..
    Dio benedica i cloni.


    Quella sera, come la precedente, ne avrebbe creato solamente uno, smezzando con lui il chakra e lasciandogli il compito di ingerire tonici e recuperare il chakra per generare altre copie che potessero prestarsi all’esperimento.
    Era leggermente teso, più che dal fallimento in se dal fatto che questo potesse rendere tutti i suoi ragionamenti e le sue deduzioni una marea di cazzate, dopotutto aveva un orgoglio personale, prendere una simile cantonata per di più davanti ad un suo sottoposto non gli sarebbe piaciuto.
    Si concentrò su se stesso, cercando di mettere a frutto la conoscenza immagazzinata in quei giorni, a vederlo la scena avrebbe potuto sorprendere seppure il tutto sarebbe durato qualche istante: il suo corpo, i suoi capelli e le sue stesse vesti si illuminarono fluttuando prima che il suo corpo iniziasse a muoversi ad una velocità così elevata da diventare del tutto impercettibile, di fatto sparendo e producendo una nuvoletta di fumo nel muro.

    Shhhhhhhhhhhhh!
    Che male che deve aver fatto porca miseria!


    Si portò le mani al naso nonostante non fosse stato lui a subire la botta, tuttavia il parziale fallimento gli aveva fornito nuove informazioni.

    Ok.
    Ok.
    Non funziona.
    Direi che questa cosa ha un limite parecchio deciso.

    La notte fu un susseguirsi di vani tentativi, spesso accompagnati dalle esplosioni dell’aria surriscaldata dall’energia prodotta da Raizen, un vero e proprio tuono.

    E FACCIO PURE UN CASINO INDICIBILE!

    Cosa decisamente fastidiosa visto il suo stile da combattimento, ma per quanto si impegnasse non c’era alcun modo di superare quei due limiti, non al suo attuale livello: necessitava di esperienza e non poteva pretendere di accumularla in una sola notte, nonostante l’utilizzo dei cloni.
    All’ennesimo tentativo andato storto notò però una cosa particolare, nel muro era comparsa più di una crepa ed un piccolo avvallamento, cosa strana vista la resistenza dei cloni ed il fatto che si schiantavano sul muro senza alcuna intenzione offensiva, cosa ancor più strana erano all’altezza del viso.

    ...il punto in cui posiziono gli avambracci per evitare lo spiacevole stordimento.

    Si ricordò da solo.
    Gli ci volle uno sforzo non indifferente, e un’altra buona manciata di cloni per trovare e interiorizzare il piccolo, brevissimo istante che precedeva lo schianto: il suo cervello in un ultimo tentativo di conservazione manipolava l’energia rafforzando le sue braccia, di fatto creando una difesa che per quanto blanda riusciva ad avere degli effetti apprezzabili sull’intonaco del muro.
    Compreso il fenomeno decise di concentrarsi su di esso, era ormai chiaro che quella del teletrasporto era una strada momentaneamente chiusa, fu un complesso lavoro di meditazione quello di rievocare nella mente l’istante per poter riuscire a ripeterlo a piacimento.
    Vedere i cloni lavorare a quell’esercizio era singolare, quantomeno lontano dal periodo natalizio, lentamente infatti si illuminavano di piccoli bagliori di energia, ed ogni volta che uno di loro vi riusciva si dissolveva, condividendo l’informazione e permettendo agli altri di acquisirne l’esperienza che permetteva al fenomeno di ripetersi con crescente frequenza nella speranza che l’ultimo di loro a restare integro potesse riuscire ad interiorizzare il processo.
    Nell’altra stanza Kunihiro parlava con Raizen, mostrandogli la lama di chakra.

    Oh si, la usavo anche io da chunin.
    Smisi di farlo solo perché riuscivo a farlo senza necessità dell’arma.
    Generalmente se qualcuno si salva da una tecnica in grado di tagliare in due un bue aggiungere la potenza del metallo serve a poco.
    Comunque, come tecnica di partenza è ottima, come hai visto è estremamente versatile, attento però, tutte le tecniche la fanno in barba alle protezioni, altrimenti basterebbe uno scaldabagno con due brettelle per vincere uno scontro.
    Tornando alla tecnica… beh, ci sono diversi modi per ovviare il problema.
    Non conosco troppo bene gli annullatori, fino ad ora ho avuto a che fare con gli aburame e neanche troppo, ma penso di aver compreso che sono in grado di annullare, più che le tecniche il chakra di cui sono composte.
    Il tuo compito sta nel renderlo difficile, puoi farlo in due modi: o aumenti la quantità di chakra in modo che abbiano maggior difficoltà ad annullarla, oppure di specializzi nello schermarti dalle loro azioni, letteralmente scudandoti dalla loro fastidiosa azione.
    Per quanto riguarda il renderle distruttive… non è facilissimo, li è una questione di esperienza, di pratica.
    Devi rendere la lama una parte di te, devi sentirla come un prolungamento del tuo arto, questo ti permetterà di far fluire in essa il chakra come se lo fosse realmente.
    Il metodo migliore penso che sia acquisire un approfondita conoscenza dell’arma, un po' come io ho mappato il mio corpo tu devi fare con la lama, basandoti sulle vibrazioni, sviluppando un Senso del tatto, un po' come i ciechi col loro bastone.
    Fatto questo… devi eliminare il bastone per così dire.
    Una volta conquistato il tuo arto devi privartene, sviluppando un arto fantasma.
    Conosci il problema?
    Succede quando si perde improvvisamente un arto, nonostante questo sia assente si sente il dolore come se esistesse.
    Quando tu avrai la tua arma Fantasma saprai anche distruggere con essa.


    Il giorno successivo fece un leggero inchino ai complimenti di Ryo, per poi seguirlo durante il taglio dei materiali, utilizzava un modo che riteneva singolare, trattando il metallo come se non fosse un materiale tenace e fastidiosamente difficile da tagliare per abrasione.
    Passò più del necessario ad osservare con occhio critico il lavoro di Ryo, non riuscendo a cogliere la reale efficienza della lama riscaldata, cosa che gli faceva perdere precisione e durezza e che solitamente veniva infatti scongiurata attraverso il costante raffreddamento mediante liquido.
    Quando venne il suo turno decise di applicare nuovamente più di una strada, la curiosa via della lama arroventata e la seconda che gli avrebbe richiesto la creazione di alcune lame, anche se a vederle non sembravano proprio destinate al taglio. Erano infatti estremamente spesse, sui tre centimetri, e il filo somigliava più ad uno scalpello, tentare di ferire qualcuno con quelle sarebbe stato ben poco produttivo, però se applicate al maglio alimentato dal ruscello potevano trasformarlo in una robustissima forbice in grado di tagliare lamiere piuttosto spesse abbastanza rapidamente, cosa che avrebbe permesso di ottenere figure geometriche piante in poco tempo, un sistema simile, se creati i giusti stampi poteva permettere di creare in serie diverse figure e con profili curvi.
    L’ultimo metodo era effettuare il taglio a materiale ancora caldo, in quel modo infatti era possibile usare un particolare tipo di martello avente una desta piatta ed una a cuneo, certo, c’era bisogno di lavorare in due visto che qualcuno doveva battere nella testa piatta per rimuovere il materiale in eccesso, ma il risultato era netto e preciso e non affilato, cosa importante vista la destinazione d’uso di quei pezzi di metallo.
    Per i clienti di Ryo Raizen si limitò ad utilizzare il metodo appreso da lui, anche se a fine giornata gli avrebbe proposto ben quattro versioni dello stesso taglio, una con la lama riscaldata, una a freddo, una mediante il suo prototipo di forbici e l’ultima mediante l’ammorbidimento del metallo da tagliare e la mozzatura attraverso il martello.
    L’ultimo incarico di Ryo per la giornata fu tagliare il filo metallico.

    Va bene, domattina dai un occhiata ai tagli, dimmi quale ti sembra migliore.

    E senza aggiungere altro si dedicò al filo metallico per il quale fabbricò una lama a forma di U, di modo che la sezione durante il taglio non venisse strozzata e trasformata in una lama, le due U infatti incontrandosi mozzavano il metallo imprimendo una pressione uniforme, una volta posto un piccolo blocco dietro le lame tagliare 8 metri di filo era un compito quasi automatizzato, lui doveva limitarsi a spingere il metallo all’interno della piccola feritoia formata dalle due particolari lame ed il gioco era fatto.
    A tarda sera chiuse bottega, pregustandosi il meritato pasto.


    Edited by F e n i x - 18/4/2018, 02:58
     
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