La Via del Ferro

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  1. Alkaid69
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    -Posso assumere che tu sappia già che il mio caro nonno fu resuscitato ai suoi tempi da un individuo di nome Orochimaru? Ebbene, solitamente uno potrebbe voler resuscitare qualcuno per un paio di motivi. O per amore... o per ottenere qualcosa. E quale miglior metodo per ottenere quel qualcosa se non quello di resuscitare anche una persona cara e minacciare di tenere ancorata la sua anima a questo mondo per tutta l'eternità?
    Ma ovviamente questo individuo non conosceva bene mio nonno o avrebbe saputo che a lui non importa di nient'altro se non di sé stesso. Quindi no, non la vedo come una fortuna... gentile... com'è che vi chiamate alla fine?

    -Kunihiro Horikawa, al vostro servizio, o signor fabbro immortale! Posso usarlo questo?  Aveva in mano una placca di ferro dagli angoli smussati ma che in più punti presentava dei segni di martello; probabilmente un avanzo. -...sì.
    Riprese a rivolgersi all'Hokage.
    -Ascoltami, io non so perché quell'uomo ti abbia mandato a cercarmi, ma non è per la nostalgia che arriva con la vecchiaia, credimi. Per il resto, ne so quanto te.
    Nel frattempo, aveva finito di tagliare l'intera spirale d'acciaio, proprio nel momento in cui Raizen Ikigami decise bene di sfidarlo, anziché cominciare con il rispetto dell'altro. Passò il palmo della mano destra sulla miriade di anellini aperti sparsi sul tavolo e, senza toccarli, come se stesse cacciando via una mosca, con un gesto brusco li fece volare tutti quanti in direzione del Kage. A mezz'aria, un occhio allenato li avrebbe visti comporsi, incastrandosi l'uno all'altro in una struttura complessa, cinque a cinque, richiudendosi come se posseduti fino a creare un'unico quadrato fatto di anelli, largo circa venti centimetri. Una maglia perfetta. [TS]Manipolazione Metallica: Velocità: 675->725
    -Dimentichi che ho mille anni più di te. Avresti dovuto chiedere questa cosa a mio nonno. Ti ha fregato, lo sapevi? Sì è il migliore nel creare spade, ma con le armature fa pena. Adesso fammi vedere che sai fare. Una settimana. Io ti insegnerò le basi del mio mestiere e tu mi convincerai che non volete fregarmi in qualche modo. D'altronde siete due tipi alquanto... sospetti. Lasciarvi andare così sarebbe troppo rischioso. Ora mettiti al lavoro, sbruffone.
    Kunihiro non fu molto d'accordo:
    -Eeeeeh?? E io nel frattempo che dovrei fare??? Sentite io avrei un club di giardinaggio da mandare avanti, non so se mi spiego. Roba importante. E non è che mi interessi così tanto battere il ferro. OOOOH TUTTAVIA... potrei testare le armatura del quivi presente allievo e vedere se reggono mentre le indossa! Rise mentre con la mano dava due colpetti all'elsa della spada. -Per la conoscenza bisogna prendersi qualche rischio, giusto? Lanciò in aria il pezzo di metallo che aveva in mano e, con un unico colpo di spada ricoperta di un alone scuroManipolazione della Natura, lo tagliò a metà.
     
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    Un Maestro e Mezzo, un solo Allievo


    - VIII -




    Raizen annuì con un mezzo sorriso, forse fin troppo speranzoso e prematuro, ma dalle parole di Ryo gli pareva di poter dedurre con certezza che Meku gli avesse fatto un favore, per una volta, senza chiedere realmente nulla in cambio sapendo cosa ci fosse tra lui e il suo nipote.

    Sai, può darsi che per una volta quel vecchio ci abbia fatto un piacere.
    Ma potrei sbagliarmi e lo stiamo fregando così bene che mi sembra di non farlo.


    Fece spallucce.

    No no, non fraintendermi.
    Non volevo paragonarti a me, su mille anni di esperienza non si può fare alcun tipo di paragone, un conto è dopo che tu mi trasmetti ciò che sai, a quel punto diciamo che potremmo essere entrambi a zero, ma prima… oh no, prima io sono a malapena un vermetto, un bagarozzo e tu qualcosa di simile ad una mantide con corazza mimetica.


    Chiuse gli occhi lentamente, come se facesse un ulteriore ammissione di ignoranza.

    Conosco i miei limiti.

    Limiti che di certo non gli impedivano di imporsi su Kunihiro.

    Tu fai cosa?
    Tu sei al servizio di una sola persona qui dentro.
    Il sottoscritto.
    Non avrai mica pensato che ti ho portato qui solo per ripicca, non sono mica un bambino!


    Certo, non che le sue azioni dessero modo a Kunihiro di pensare il contrario

    Ti ho parlato della mia abilità.
    Ora, se tu sei un espertone nell’utilizzare la tua… beh, aiuterai me ad usare la mia.
    Sono simili, non ci sono dubbi, tu sai i segreti della tua tecnica e potrebbero essere la chiave per sfruttare la mia.
    Mi allenerai e lo farai con efficienza, se vuoi vendicarti non sarà di certo con due botte che lo farai, ma facendomi sudare, e pensa, con nessuna ritorsione.


    Sorrise in maniera sinistra.

    Hai… una settimana.
    Durante la quale io produrrò armature per te, se durante quella settimana imparerò qualcosa saranno armature buone… altrimenti chissà… potrebbe sfuggirmi il martello, potrei temprarle male… è questione di qualche grado sai?
    Se non riconosci la giusta tonalità di bianco il metallo somiglia più ad un cracker che non al tenace materiale che sei abituato a vedere.
    Se poi vuoi qualche dritta per rompere gli oggetti direi che hai scelto la persona giusta.


    Che non volesse attentare alla vita di Kunihiro era evidente, non era sufficientemente serio, e manteneva un marcato suono scherzoso, ma da quell’esperienza c’era la probabilità che qualche livido potesse raccattarlo, soprattutto se l'interlocutore sul finire della sua frase spappolava la testa del martello sull'incudine come se fosse una MelaPotenza disumana: forza x3.

    Puoi andare Kunihiro.

    Gli pattò la testa e tornò a Ryo.

    In realtà ci ho già provato, ed è stato un misero fallimento.

    Da sotto il mantello estrasse uno spallaccio, un elemento tutto sommato semplice da realizzare, ma sgradevole per ogni senso, olfatto e gusto esclusi, ma non poteva esserne certo, non l’aveva assaggiato dopotutto.

    Come vedi.
    Poca uniformità, c’è addirittura qualche bolla in una parte, ed ho il sospetto che con le giuste condizioni non faticherà a sfogliarsi.
    Ci sono delle basi, ma se io mi mettessi a martellare lo farei usando quelle.
    Devo imparare da zero, e devi dirmi tu quale è lo zero della tua arte.
    Ma ho visto che usi qualcosa di più di martello e incudine, quindi probabilmente devi scendere sotto lo zero.


    E pronunciando le ultime parole avrebbe posizionato con un solo braccio l’incudine da quaranta chili davanti a se, munendosi poco dopo di martello.

    Convincerti che non tramo niente è davvero utile?
    Potrei evocare draghi grandi quanto l’intero villaggio e dal fiato più ardente della tua forgia, o abbastanza freddo da spegnerla.
    O essere sufficientemente subdolo da prenderti le informazioni che mi servono senza avere la cortesia di presentarmi.
    Sono qui solo per apprendere dal più bravo.
    Metallo grezzo se vogliamo.


    Lo indicò col grosso martello.

    Sta a te forgiarmi.
    E scusa per il martello, prima di iniziare ad esercitarmi te lo riforgio, così potrai vedere se c'è qualcosa da modificare nel mio metodo.





    Edited by F e n i x - 31/3/2018, 14:41
     
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  3. Alkaid69
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    L’Hokage forse non si era aspettato che gli anelli presenti sul tavolo prendessero vita in quel modo per dirigersi contro la sua faccia, o forse era rimasto abbagliato dalla maestria con la quale quelli si erano mossi. Fatto sta che prese in pieno la dura cotta di acciaio, che lanciata a quella velocità gli fece comunque piuttosto male [1 Leggera sul volto per Difesa omessa]
    -Mh, non pensavo fossi cieco, sarà difficile insegnarti a valutare la qualità del materiale così…
    Disse Ryo, lievemente ironico.

    Poi Raizen Ikigami si rivolse al suo compagno di viaggio, il quale a stento riusciva a trattenere le risate per la scenetta che aveva appena visto.
    -Certamente… pfff… signor sì, signore, pfff…
    Poi fece spallucce e si congedò, con un sorriso scemo stampato sulla faccia. Anche se rimase per qualche secondo fuori ad ascolta ancora ciò che si dicevano i due.
    Ryo ascoltò le ulteriori minacce dell’uomo davanti a sé: sembrava che non riuscisse a comunicare in nessun altro modo, né con gli sconosciuti, né con chi avrebbe dovuto insegnargli, né con i propri sottoposti.
    -Certo, certo, posso immaginare il Vostro immenso potere ma… vorrei far notare che ancora non mi avete detto i vostri nomi, o chi siete e da dove venite. Non procederò ulteriormente prima di ricevere queste basilari informazioni. Risponderò alle tue di domande, ma tu mi convincerai che sto tramandando la mia arte a qualcuno di fidato.

    Per i primi due giorni, tuttavia, il ragazzo avrebbe intimato all’Hokage di rimanere zitto e osservare. E basta. Avrebbe dovuto scrutare tutti i movimenti, i tempi, i modi utilizzati dall’immortale mentre portava a termine consegne basilari. Si sarebbe trattato della base della base e probabilmente di un esercizio di pazienza da parte di Raizen Ikigami, il quale in pochi minuti di conversazione aveva dimostrato a Ryo di non averne affatto.
    Avrebbe dovuto mettere da parte l’esubero, la prepotenza e la presunzione che aveva mostrato fino a quel punto, era chiaro.

    E ben presto si sarebbe accorto del perché: Ryo non utilizzava il proprio potere per facilitarsi il lavoro; c’era una sorta di precisione ritualistica in quello che faceva, anche nelle cose più semplici, e sfruttare capacità innate non faceva parte di quel rituale. Una dedizione del genere non poteva che ispirare reverenza.

    La prima sera Raizen dovette assistere l’aiutante del fabbro fino a tardi. Sembrava avere una certa dimestichezza con il mestiere ed era incline a dare qualche dritta.


    Kunihiro nel frattempo, ne aveva approfittato per tornare a Konoha e chiedere ai suoi colleghi di raccontargli alcune delle gesta dell’Hokage, simulando un’ammirazione smodata nei suoi confronti. Gli sarebbe servita più tardi, quando i due si incontrarono poco fuori dal villaggio. Dopo una giornata e una lunga serata passata nella forgia, Raizen non avrebbe ancora avuto pace, specie perché avrebbe dovuto avere a che fare con l’Horikawa.

    -Ah, Hokage-SAMA. Fresco come una rosa, complimentoni! Comunque lasciatemelo dire, la vostra ingordigia è davvero epica, di giorno a imparare a fare il fabbro e di notte a imparare tecniche segrete, sicuro di riuscire a reggere per una settimana? Beh, contento voi! Io però ci ho fatto una bella e lunga pensata… Circa due minuti. -..e sta cosa dell’insegnare a voi perché sono vostro schiavo eccetera mi fa storcere il naso. Cioè, prima di tutto, quello che facciamo le sembrerà pure simile ma solo per gli effetti, boh una sorta di teletrasporto. E basta, cioè, le modalità sono completamente differenti, così come il ramo di ricerca… fuuinjutsu, nel mio caso. Davvero non ha senso che io le dica come funziona la mia. E qui arriviamo al secondo punto: può anche minacciarmi ma si tratta di segreti di una scuola, mi farebbero molto peggio se andassi a spifferarne in giro i segreti, lo sa come sono quelli, fiuuuu. Alzò gli occhi al cielo mentre emulava col dito una lama che gli tagliava la gola. -Quindi io ci rimetto la pelle in ogni caso e il rischio non vale la candela, no??? Ecco.
    Alzò le sopracciglia e fece spallucce, simulando con le mani due piatti della bilancia: -Certo… se ciò fosse uno scambio equo… potrebbe spostare l’ago della bilancia, ecco. Rompere cose non fa al caso mio, non sono mica un bruto! Io vado giù di fino. Ultimamente però ho a che fare con questi… com’è che li chiamano? Sentitivi? Sensotivi? Ecco, mi rovinano i piani e mi scoccia un sacco, non avete idea! Non è che conosce qualcuno al villaggio in grado di fregarli?
     
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    - IX -




    Quando la cotta di maglia impattò sul volto di Raizen, con discreta forza, più che sofferente ne uscì sorpreso.

    Eh!
    Non sarò gradevole ma accidenti! Pensavo la fermassi!


    Fece una smorfia per far sparire il pizzicorio dal naso per poi passare alle poche richieste del fabbro.

    Oh beh, quella è semplice disattenzione, ci siamo subito buttati su argomenti spinosi e rompere la tensione della discussione presentandomi a caso mi sembrava stupido.
    Raizen Ikigami.


    Tese la mano verso il Fabbro, saggiandone la nodosità, ruvida al pari della sua, indurita dall’incessante lavoro, forse si sbagliava quando diceva che il frutto delle creazioni di Ryo risedesse nell’abilità mostrata poco prima di manipolare il messaggio.

    Sono… l’Hokage di Konoha.
    Attualmente tuo nonno risiede proprio li.
    Il peso piuma che hai visto poco fa è uno dei miei ninja, uno un po' strano, ma bravo.
    Anche se devo essere onesto un paio di cose non mi tornano.
    Mi chiedi continuamente di dimostrarti che ti puoi fidare, ma qui mi ha mandato tuo nonno e ti ho detto di essere suo allievo, non so quella moneta cosa possa voler dire, ma visto il modo in cui me l’ha data è prova quantomeno della sua identità.
    Non dico sia obbligatoria la fiducia verso di me, ma almeno verso di lui… no?
    E dopo il preambolo la domanda: hai avuto problemi con lui?
    Problemi gravi intendo.
    E poi tu sei giovane, troppo, cosa ti ha ucciso?
    Non penso Orochimaru, avevi più valore da vivo che da resuscitato.


    Si accorse poi di aver forse dimenticato di utilizzare un po' di tatto nel porre quelle domande.

    Perdonami, ma il tatto non è una delle mie capacità più sviluppate.
    Sono solo diretto, e a volte sembro arrogante.
    Prima di iniziare però vorrei che dessi un occhiata a questo metallo, questo è davvero grezzo.
    Con le giuste proporzioni son riuscito a creare un metallo perfetto per varie armi, credi possa avere un qualche utilizzo anche con le armature?


    Mentre parlava estraeva dal mantello più di una pepita del metallo dorato, una quantità sufficiente a formare una corazza completa, qualora un ninja decidesse di mandare la sua carriera all’ari e dedicarsi a fare il distributore automatico.
    Quando il fabbro si mise a lavoro Raizen mostrò ben poca impazienza, nonostante avesse dato fin a quel momento l’impressione di avere fretta era consapevole che per apprendere un arte occorreva tempo, sapeva che la metallurgia era un arte precisa, che ogni colpo andava calibrato e inclinato per dar vita ad un certo oggetto, non di meno che ogni secondo all’interno della forgia aveva un preciso scopo. Osservare non gli era minimamente di peso. Avrebbe lodato Meku per un simile metodo di insegnamento, ma sfortunatamente per lui il vecchio, nella sua vita da mortale, si era fin troppo fissato con alcune sue convinzioni per adottare quella strada.
    Poteva aver mostrato una certa fretta fino a quel momento, ma solo perché fino a poco prima non aveva il suo obiettivo davanti a se.

    Colore del metallo prima di estrarlo per la battitura?

    Chiese ad un certo punto della giornata, per poi tacere dopo aver ottenuto risposta.

    Metodo per saldare più placche?
    Battitura o giunzione mediante metallo fuso?
    E riguardo l’acciaio pacchetto?
    Può avere qualche utilità alternare strati morbidi a strati più rigidi?


    Non si poteva certo dire che Raizen fosse un allievo taciturno.

    Materiale di partenza?
    Sabbia ferrosa?
    O metalli da miniera?
    Metodo di purificazione del materiale grezzo?


    Mentre spezzava le ore di apprendimento ed osservazione con quelle domande non si distraeva però dalle azioni di Ryo, c’era della magia nel suo modo di operare, ma non era qualcosa da imputare all’abilità innata mostrata poco prima, quanto all’esperienza maturata in anni di esperienza, anni di azioni immutate che col tempo avevano raggiunto una precisione che rasentava il divino.
    Non restarne affascinati era impossibile, ogni colpo era uno sguardo al futuro e permetteva di comprendere immediatamente il suo obbiettivo e cosa il colpo successivo avrebbe fatto. Ogni azione era così perfetta che non andava ritoccata, questa era la ragione della chiarezza dei suoi movimenti, una capacità che non si acquistava di certo nell’arco di una vita umana.
    Giunta la sera, a fucina ormai spenta, Raizen salutò con un inchino, dirigendosi in una piccola casa affittata che usava come appoggio durante quei giorni.

    Kunihiro caro.
    Sei proprio un pollo.


    Gli pattò la testa per poi incrociare un sigillo che anche il chunin conosceva, materializzando un clone.

    Quando si parla di cloni il settimo poteva lustrarmi le chiappe con un rasengan di stracci.
    Lui impara e il mio cervello, quello vero, dorme.
    Fortunatamente non devo usare chakra durante questo periodo.


    Prima di dedicarsi alla branda però, salendo al piano superiore, si prese qualche secondo per retificare alcune impressioni errate del chunin.

    Onestamente pensavo che la tua scarsa lucidità di permettesse di dare poco peso ad alcuni miei comportamenti, insomma, che nascondessi un pensiero più profondo dietro all'aria svampita... ehhh, a sperare troppo nel prossimo...
    Sono il tuo Kage, che ti piaccia o meno, ma questo non vuol dire che io ti reputi un mio schiavo o che io non ti sia grato per il tuo aiuto.
    Se tu fossi un mio schiavo non ti avrei sicuramente chiesto aiuto. Perché è questo ciò che ho fatto, chiederti aiuto. Il tono penso possa variare in migliaia di modi, ma la realtà resta una: io ho bisogno di apprendere qualcosa da te, in questo ristretto frangente se qualcuno di noi due dovesse essere in svantaggio rispetto all’altro beh… quell’uno sarei io.
    Sei una prima donna, ma se guardi la realtà dei fatti sei il sensei di un Hokage.
    Alla tua età, sia professionale che non, mi sarei sentito non onorato, di più.
    Ma evidentemente i tempi cambiano, in peggio.


    Inspirò, leggermente sconsolato.

    Non mi sarei mai sognato di chiedere qualcosa in cambio ad un mio superiore.
    Ma se non altro mi hai evitato di costruirti inutilmente delle protezioni, pensavo di fare cosa gradita pelle e ossa come sei.
    Vabbè, io vado, per il resto te la vedi col mio clone.


    Avrebbe impiegato qualche minuto a prendere sonno, rimuginando su quell’ultimo discorso.
    Il clone prima di prendere parola alzò un sopracciglio.

    Pare che alla tua scuola siano stati un po' frettolosi eh?
    È sull’effetto che devi basarti quando parli di similitudini.
    Un fuuinjutsu è una tecnica scritta, il suo pro è poter mettere per iscritto ciò che altrimenti fai con i sigilli, poi certo si può scavare nella criptazione o nell’attivazione alla soddisfazione di particolari condizioni, o alla possibilità di comporli.
    Ma di base non c’è una distinzione reale tra l’effetto di un fuuinjutsu e quello di un ninjutsu, o quello di un genjutsu se il fuuin si basa sull’alterazione delle percezioni.
    Diciamo che il foglietto è il primo anello della catena, poi sta a te decidere se metterne uno quadrato, tondo, triangolare con o senza spine o una qualsiasi forma chiusa e cava.
    Per farla corta a me non interessa il fuuinjutsu in se, ma cosa accade quando lo attivi, quindi un gradino sotto all’abito di studio.
    Proviamo a sperimentare qualcosa.


    Se il chunin si fosse dimostrato restio all’azione per via del fatto che Raizen non aveva di fatto ancora accettato di dargli consigli riguardo i suoi preoblemi con i sensitivi il Clone avrebbe alzato gli occhi al cielo.

    Dei maledetti quanto sei venale!
    Ci penso io a darti una mano!
    Sei fare i cloni no?
    Ne mandiamo uno mio e uno tuo.


    A quel punto la classe d’apprendimento era formata.

    Dicevo, traccia due sigilli uno dove sei ora e uno dove sta il tuo clone, poi attivali.
    Ma prima spiegami cosa succede nel momento dell’attivazione, mi interessano anche le sensazioni.
    E, nota, non sto scendendo nei particolari della tua scuola, siamo ancora a livello “esperienza personale”.


    Intanto il clone, faccia a faccia con l’Horikawa, prese a parlargli.

    Allora, poche chiacchiere, a Konoha se vuoi che qualcuno ti insegni a passare inosservato vuoi me, stanne certo.
    Primo passo, mi pare di aver intuito dal tuo stile che stai cercando di specializzarti nella fine arte dell’assassinio no?
    Sai cosa è il Passo Perfetto, vero?


    Era dubbioso, a riguardo, la tecnica era basilare per qualsiasi assassino, e pur essendo limitata una volta appresa rendeva i sensitivi un problema meno impellente, ma da come Kunihiro ne parlava ancora non ne aveva fatto conoscenza.


     
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    -Raizen Ikigami, Hokage della Foglia. Si mise una mano davanti alla faccia. -Mio nonno manda qui gente importante. Dici che lui vive lì? Non mi freghi... non vivrebbe mai con così tanta gente intorno. Una moneta si può rubare, anche se è fatta di una lega che solo lui può riprodurre. Questo, unito al fatto che mi racconti che mio nonno, fra tutti, vive ora in mezzo alla gente normale, beh, mi fa storcere il naso.
    Scosse la testa: -Non ti dirò cosa mi ha ucciso. Sappi solo che non fu Orochimaru. E credo che tu possa dedurre cosa sia successo dopo che sono stato resuscitato... o meglio, cosa NON sia successo. D'altronde la mia anima è ancora bloccata qui.

    Diede poi un'occhiata al metallo mostratogli dall'uomo, più per cortesia che per reale interesse: -Il metallo... per sua natura è pesante. Continua a usarlo per le armi.
    C'era però una discrepanza fra queste sue parole e quanto Raizen vide nel corso della giornata: il ragazzo lavorava infatti proprio con questo tipo di leghe per le sue creazioni.

    Quando l'Hokage cominciò a fare domande, Ryo non rispose. Ma d'altronde molte di quelle domande potevano ricevere risposta guardando attentamente e usando la deduzione. Unendo i puntini.
    Tuttavia, fu l'aiutante a ricordarne alcune e a rispondere come poteva: -Ho notato che hai chiesto alcune delucidazioni. Il maestro preferisce che ci arriviamo da soli, ma posso dirti che utilizza diversi metodi per ogni tipo di protezione. Sì, beh, il corpo ha parti molto diverse no? Alcune più molli, altre più dure, alcune si muovono molto, altre restano ferme...
    Avrebbe continuato poi a spiegare nozioni più specifiche ma pur sempre basilari.


    Quella sera, l'Hokage sembrava voler sfruttare le particolari capacità della moltiplicazione superiore per superare le leggi dell'anatomia e evitare di riposare. Kunihiro non volle obbiettare, ma gli sembrò molto conveniente come trucco, anzi forse fin troppo; doveva avere qualche tipo di effetto collaterale. Non sapeva neanche che i cloni potessero persistere nonostante il creatore fosse addormentato.
    -Oh sono onoratissimo! Fece un profondo inchino. -Ma pur sempre in pericolo, se rivelo troppi segreti. Ehi, siamo nel 38, al giorno d'oggi nessuno fa niente per niente, sapete? Una protezione può durare, finché la perdi o si rompe. E poi? Dovrei venire di nuovo da voi... invece una conoscenza è per sempre! Eheh... investimento a lungo termine, capite? Robe forti.
    L'Hokage acconsenti, svelandogli di essere la persona alla quale si sarebbe dovuto rivolgere. Kunihiro annuì e fece un altro profondo e teatrale inchino. Poi creò un clone di sé stesso.

    -La parte semplice di un teletrasporto è l'inizio. Devi scomporre il tuo corpo, in pratica. Romperlo in un miliardo e mezzo di particelle diverse. Ma voi mi insegnate che rompere le cose è un gioco da ragazzi. Rimetterle assieme dopo, beh, è tutta un'altra storia. Potresti ritrovarti un braccio attaccato alla fronte e una gamba al posto del... oddio, non a tutti dispiacerebbe. Rise. -Divertente no? Darei qualsiasi cosa per vedere una scena del genere... lo tenga a mente. Cooomunque... quando ti ricomponi devi comprendere te stesso appieno, devi sapere esattamente chi sei, come è composto il tuo corpo. Vi consiglierei lunghe sedute di narcisismo spinto davanti allo specchio. A me non dispiaceva affatto farle, insomma, mi avete visto? Fece l'occhiolino.
    -E poi le distanze... ve l'ho già detto ieri, non l'avrete mica dimenticato?? Se non si riesce a calcolare perfettamente una distanza a colpo d'occhio e a tenere a mente tutte le distanze da ciascun punto, aggiornandole ad ogni spostamento, beh, campa cavallo! Ma per un grande eroe come voi, beh...!


    Dall'altro lato, i cloni avevano il loro bel da fare. -Conosco quella tecnica, me l'hanno insegnata al campo NPSUF-2. Non sono ancora in grado di usarla per davvero ma per come la vedo io, sommo Hokage, quella tecnica è incompleta. Ma sì, capisce? Voglio dire... mi fai schermare da uno che mi stupra con gli occhi il chakra per capire dove sono e chi sono e pure che cavolo ho mangiato ieri sera, però se sono davanti a lui e vede che non ho chakra si insospettisce giusto? Non posso mostrargli qualcosa di diverso. E poi io stesso non posso usare il chakra, ma checcavolo. E poi... se c'è una barriera? Beh possono comunque percepirmi, ok? Roba da matti! Serve qualcosa di meglio! Dall'alto del vostro Hokagheggio sono sicuro che mi saprete dare una soluzione!
     
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    Allievo e Sensei


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    Raizen sorrise alla deduzione di Ryo.

    Ho detto che risiede li, non che ci abita o comunica con gli altri… o che il resto del mondo sappia dove sia.
    Sta sotto terra, e per quanto ne so è la sua unica dimora, e si accede ad essa mediante una botola abbastanza complessa da individuare che lui attiva controllando la terra, praticamente impossibile trovarlo senza indicazioni.
    E i materiali solo gli dei sanno come gli vengono recapitati per evitare le forme di vita.
    Riguardo la moneta… come facevo a sapere che per te ha un valore sentimentale o è un indizio per comprendere che mi manda tuo nonno?
    Per quanto la lega sia singolare non potevo fare questa connessione senza che lui mi dicesse chi sei, che sai il fatto tuo in materia di metalli e via discorrendo.


    Convinto o meno Ryo si mise a lavoro, ma nonostante Raizen ponesse le domande le risposte non arrivavano, dopotutto, il sangue non è acqua. Rimase però sorpreso dalla scarsa considerazione che il fabbro mostrò verso il metallo dorato.
    Ebbe comunque modo di ottenere qualcuna delle sue risposte al ritorno dell’aiutante di Ryo.

    Ti ringrazio, sembrava essere partito bene, invece poi si è ammutolito.
    Vedrò cosa posso fare in autonomia.


    Ed a braccia conserte osservò, di fatto iniziando a conoscere strumenti che per forgiare le armi erano del tutto inutili, infatti, dopo la prima sbozzatura i singoli elementi delle protezioni venivano rifiniti con martelli dalla testa tonda, e tanto del risultato finale dipendeva da quanto fosse adatto il raggio della sfera della testa del martello rispetto a ciò che si doveva ottenere: ampio per curve dolci e sempre più stretto per gli angoli fino a sembrare un punteruolo per le decorazioni.
    Era già un primo passo, lui aveva utilizzato strumenti del tutto inappropriati per quel genere di lavoro.
    Andando avanti, tra qualche suggerimento dell’apprendista e l’osservazione si accorse che il metallo non aveva una temperatura univoca per la martellatura, al contrario di una lama che era un elemento dritto e tale doveva restare lungo la lavorazione, serviva un calore variabile a seconda della mansione da svolgere, più la piega stringeva il suo angolo più la temperatura doveva alzarsi, in caso contrario la martellata avrebbe necessitato di una modulazione della forza sempre differente, cosa più noiosa e che rubava tempo considerando che la lavorazione pretendeva di volta in volta diversi tipi di pressione.
    A fine giornata, quando ebbe modo di parlare con Ryo, gli porse l’unica domanda a cui non aveva trovato risposta fino a quel momento.

    Perché mi avete detto di non usare il metallo se poi voi stesso utilizzate una lega somigliante a quella che ne ottengo io?
    A causa della mia scarsa esperienza?


    Aveva cominciato a dargli del “voi”, e non era un dettaglio da poco per un osservatore esterno, Raizen non ci aveva minimamente badato ma per lui era automatico, di fronte a quella professionalità che più di ogni altra cosa mostrava la reale età di quel falso ragazzo, non poteva che mostrare rispetto.
    Ottenuta risposta con un leggero inchino si sarebbe accomiatato, salutando e concludendo la sua prima giornata di apprendista.
    Alla sera, le rimostranze di Kunihiro contrariarono il Colosso, non tanto perché ne venne offeso, ma perché vedeva in esse ben poca logica.

    Bah, contento tu.
    Se riesco ad apprendere nel giusto modo l’arte del metallo e dovessero romperti una delle mie armature non ti servirebbe ripararle, ti servirebbe un medico e un esorcista per raccattare l’anima dal mondo dei morti.
    E poi in senso lato è comunque una conoscenza, uno strumento, sfruttarlo al meglio sta a te.
    Ma contento tu, contenti tutti, non vorrei sembrare reticente nell’insegnarti delle tecniche, dopotutto è il mio dovere, se tu sarai più forte il villaggio Sarà più forte.


    Affrontata la divergenze i cloni poterono dedicarsi alle loro mansioni.

    Mh, capisco… ma qui non si parla di narcisismo, bensì di propriocezione.
    Per quanto tu possa guardarti allo specchio ad esempio non sapresti mai con precisione dove sta lo spacco delle tue chiappe.


    Grezzo, ma estremamente preciso.

    Dio santo, o hai avuto fortuna o dopo tutti quei teletrasporti quando vai al cesso dovrai munire mr. Brown di una torcia altrimenti non trova la via!
    Ahahahahah!


    L’Hokage.
    In persona.
    Sissignori.

    Ho capito comunque.

    Disse dopo aver controllato le risate.

    Ma col tuo metodo non penso arriverei lontano, non nei tempi a me necessari.
    Quanto alle distanze ho già un buon occhio, il mio precedente metodo da questo punto di vista funzionava nella medesima maniera, quello che ora è cambiato però è che non ho una base sicura su cui appoggiarmi.


    Dal suo sguardo si comprese che stava riflettendo.

    Sai, un conto è lanciare un oggetto ad una certa distanza, è un azione che il tuo corpo può memorizzare, ma la vista può essere ingannata, ed al contrario di approdare su di un oggetto, praticamente una piazzola appositamente preparata affidandomi alla sua posizione che di fatto è una traccia che son portato a seguire devo stabilire con gli occhi un punto e poi portarmi su di esso, e nel farlo fissare quel punto mantenendolo saldo.
    Mh.
    Che casino.


    Ragionava a voce alta, che Kunihiro condividesse o meno a quel punto era marginale, non fino a quando fosse arrivato ad una conclusione quantomeno.

    Quindi andare da A a B coinvolge la vista e il tatto, e la prima può essere influenzata da elementi esterni che potrebbero ingannare la mia percezione dello spazio.
    Ammenochè io non basi tutto sul mio corpo.
    So quanto sono alto, quanto è lungo il mio braccio e via discorrendo, ho visto migliaia di miei cloni dopotutto.
    Sarebbe meglio adottare quindi misure in braccia e gambe, ma farlo con precisione mi richiederà dell’esercizio.


    Battè le mani, producendo uno schiocco deciso.

    So cosa fare.

    Incrociò nuovamente le dita e creò un ulteriore clone per poi spogliarsi, restando in mutande.

    So che non ti vergogni, uno che parla così di se stesso non lo farebbe mai.
    Se vuoi puoi andare, per stanotte so cosa fare.


    Il clone infatti, chiusi gli occhi si sarebbe fatto toccare a caso dal se stesso appena creato, il gesto gli avrebbe permesso di registrare contemporaneamente più informazioni, innanzitutto avrebbe memorizzato ogni singolo millimetro di se stesso e come se non bastasse al dissolversi del clone avrebbe ricollegato la sensazione tattile a quel punto preciso, cosa che gli avrebbe permesso di mappare il suo corpo sia visivamente che tattilmente, cosa che gli avrebbe permesso di ricostruire un immagine di se stesso nella sua mente in 3 dimensioni complete.
    Il termine del procedimento prevedeva di riuscire ad immaginare un preciso stimolo in una precisa parte del corpo.
    Contemporaneamente avrebbe appreso le sue stesse dimensioni, ma per espandere ulteriormente la sua capacità, rendendola efficace anche sulle lunghe distanze avrebbe necessitato di altri cloni da piazzare ai limiti di circonferenze prestabiliti, una volta impressa la sua figura ad una certa distanza nella sua memoria infatti sarebbe sempre stato certo di poter stimare la lontananza alla quale teletrasportarsi, semplicemente immaginando se stesso in quel punto, cosa che gli avrebbe permesso il teletrasporto anche ad occhi chiusi.

    L’altro clone intanto si occupava dell’addestramento di Kunihiro.

    Sei uno sciocco ragazzo.
    Quella tecnica ha dei limiti, è certo, ma se non la utilizzi, se non la conosci appieno, se non sondi con precisione i suoi limiti… non puoi superarla.
    Per farti un esempio sarebbe come dire che sei in grado di cucinare la miglior bistecca del mondo senza mai averne assaggiato una.
    Complesso, no?
    Innanzitutto.
    Tu sei un assassino, il tuo compito primario e basilare è non farti vedere.


    Aspettò un cenno di intesa prima di continuare.

    La cosa può avere due significati però, non per forza ci si deve nascondere nelle tenebre, ci si può anche nascondere tra le persone, travestendosi.
    Se un sensitivo non sospetta di te, o della tua presenza non può osservarti, farlo per lui sarebbe troppo faticoso, e sarebbe decisamente segno di paranoia, che potresti sfruttare a tuo vantaggio tra l’altro.
    Dietro ad un qualsiasi ostacolo visivo considerevole sarebbe costretto a concentrasi per percepirti, ed essendo un’ azione da cui è impossibile distrarsi significherebbe esporsi ad ulteriori pericoli, ancora più grandi!
    Quindi, se sommi le due cose il non possedere chakra, se stai facendo bene il tuo lavoro di assassino non è un impedimento.
    Quantomeno, questo è ciò che al tuo livello dovresti pensare.
    Ciò che cerco di dirti è che prima di elaborare una soluzione devi trovarti in difficoltà nell’utilizzare un qualcosa, a quel punto la necessità ti permetterà di evolvere, ma senza una solida base di esperienze negative non potrai passare al livello successivo.


    Inspirò, quasi soddisfatto.

    Sei troppo frettoloso cocco.

    Sogghignò.

    Il succo del discorso?
    Dimostrami che puoi fregare un sensitivo senza necessitare di quelle abilità e te le insegno.
    Nella biblioteca del villaggio ci sono varie sezioni come sai, tutte con restrizioni differenti: civile, ninja e sotto specifica autorizzazione per quella proibita.
    Dovrai fingerti un civile, niente chakra quindi, e portarmi un libro dalla sezione per ninja, una volta fatto ripeterai con la sezione proibita, ovviamente, in nessuno dei due casi devi farti beccare.
    A domani, sempre che tu ci riesca in un solo giorno.


    E senza aggiungere altro si diresse nella stanza insieme all’altro clone, dando una mano con la mappatura del corpo e successivamente con le distanze.


     
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    -Un rifugio sotterraneo... sì, ricordo che ne aveva alcuni. Pensavo fossero stati tutti distrutti...
    Per il momento lasciò perdere l'argomento, ma non sembrava ancora convinto. Che la diffidenza fosse un tratto distintivo ereditario?

    A fine giornata, Raizen volle chiedere il motivo dell'enigmatico commento del ragazzo sul metallo. -No, userai il metallo proprio perché sei alle prime armi. D'altronde l'uomo stesso è partito dall'utilizzo di tecnologie basilari e poi si è evoluto. Un altro commento criptico, ma quel giorno non avrebbe trovato altre risposte se non ulteriori dubbi.

    L'indomani, e cioè al secondo giorno di apprendistato, le cose non sarebbero cambiate molto, ma Raizen avrebbe avuto la possibilità di seguire Ryo anche in un'area sul retro della bottega, nella quale erano presenti altri strumenti, come ad esempio una sorta di macchina munita di manovella simile a quella per fare gli spaghetti di soya. E poi alembicchi, mortai e distillatori con varie strane polveri. Non lo vide però utilizzarle, ammesso e non concesso che servissero per davvero alla sua attività.
    Qualora Raizen avesse fatto proprio questa domanda: -No, questi assolvono ad un unica funzione: soddisfare le mie fissazioni. Non avrebbe sorriso e non avrebbe spiegato altro.

    Alla fine del secondo giorno, tuttavia, gli diede un incarico: avrebbe dovuto creare dei semplicissimi fogli d'acciaio, con delle dimensioni specifiche e diverse, mettendo in pratica alcune delle cose che già aveva visto. Molte avrebbe dovuto dedurle, in quanto non aveva mai visto il Maestro creare quel tipo di prodotto, nonché quello andò via alcuni minuti dopo avergli dato l'incarico.


    La sera del primo giorno: Kunihiro

    Kunihiro non comprese la battuta dell'Hokage, ma rispose sottovoce alla questione degli specchi: -In villa abbiamo una stanza fatta di soli specchi girevoli, posso guardarmi ovunque. Fece ancora l'occhiolino.

    Probabilmente capì tutto del ragionamento che l'altro fece in seguito ma fece finta di non esserne interessato, seguendo a bocca aperta un pipistrello che proprio in quel momento stava svolazzando sopra le loro teste.
    Poi si mise le mani davanti agli occhi gemendo come una donnicciola imbarazzata, quando l'Hokage si spogliò di fronte a lui. Che a furia di stuzzicarlo alla fine gli avesse fatto intendere qualcosa di sbagliato? No, gli chiese di andarsene.

    Kunihiro rimase comunque nei paraggi guardando quello che Raizen si era inventato. Aveva usato i propri cloni per capire visivamente dove arrivare con un eventuale dislocazione. Se anche lui avesse saputo usare quella tecnica ai tempi, avrebbe sfruttato anche lui qualcosa di simile. Vedendo che il suo allievo era sulla giusta strada, l'anziano maestro capì che il suo apporto per quel giorno era stato sufficiente. Dall'alto della sua esperienza, Kunihiro sapeva che un giorno l'Hokage sarebbe potuto forse arrivare ai suoi livelli. Quindi, rassicurato, svanì.

    Lì vicino...

    -heeee ma io pensavo proprio di bypassarla come tecnica. Pensavo ci fosse di meglio sul mercato... E comunque, sarei frettoloso? Hokage-sama, voi siete davvero esilarante! Rise. Non era d'altronde l'Hokage stesso quello che faceva tre cose nello stesso momento e voleva consigli su come sfruttare una capacità che non sapeva neanche cosa fosse esattamente?
    Poi all'assurda richiesta di intrufolarsi nella zona proibita della biblioteca: -Momento, momento, mooooomento, mi state forse chiedendo di fare qualcosa di illegale con il vostro benestare? BOMBA! Gli ricordava molto una serie di libri scritti da un'autrice del Paese del Tè, nella quale i protagonisti spesso si intrufolavano nella biblioteca di un castello. Prima che Raizen potesse eventualmente controbattere, Kunihiro svanì, assieme al suo clone.


    Il giorno seguente, Kunihiro si svegliò nel letto di villa Horikawa, fece colazione di buon ora e andò a parlare con la sua matrigna di un certo argomento.
    Poi si diresse alla biblioteca di Konoha.
    Come aveva anticipato Raizen Ikigami, il posto era diviso in tre zone ben delimitate, di cui le prime due facilmente individuabili, mentre la terza, quella proibita, meno. Ma non se ne sarebbe dovuto preoccupare, quel giorno.

    L'unico che poteva dargli il benestare per entrare nella zona shinobi, anche senza un coprifronte, era il bibliotecario. Notoriamente quella dei bibliotecari è una casta a sé, con regole di comportamento e di lavoro ideate e protratte dalla casta stessa, che ha come unico scopo quello di ammassare conoscenza. E potere, perché il potere permette accesso alla conoscenza.
    La bibliotecaria della foglia era una donna sulla cinquantina, alta e magra per la sua età e con degli occhiali a corno tenuti bassi sul naso.
    -Tessera, per favore. Disse con una voce squillante. Gli porse la tessera da civile. -Che cosa sta cercando?
    -Beh, vede, nobile dama, la mia mamma è molto appassionata di testi dedicati agli shinobi e vorrebbe tanto che gliene portassi uno.
    -Ohohoh, ma che gentile, chiamarmi nobile. Ma vede, non possiamo dare quel tipo di testi alla gente comune, perché si farebbe male.
    -Ma non li userebbe per farci qualcosa, ma solo il puro gusto di sapere. Sa, la mia mamma è alle dirette dipendenze del Daimyo, ed era da un po' che pensava di fare una generosa donazione alla vostra struttura... potrebbe anche far venire qui il Daimyo per la lettura della sua nuova biografia... ecco, questo è un gentile acconto per la dedizione che mettete ogni giorno nel vostro lavoro.



    La seconda sera - Kunihiro

    -Hokage-sama, questo pollo venale, frettoloso e sciocco ha fatto ritorno! Tutti gli appellativi che fino a quel punto l'uomo aveva utilizzato per descriverlo. -Ditemi, nobile Hokage, che cosa avete imparato???

    Edited by Alkaid69 - 7/4/2018, 14:56
     
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    - XI -




    Il Colosso fece spallucce.

    Beh non penso gli venga complesso costruirsene uno nuovo.
    Ma ti faccio notare che, se al tuo ultimo aggiornamento, risalente a chissà quanto tempo fa, risultavano distrutti e io so che ce ne sta uno è evidente che so un informazione vera su di lui che non avevo modo di sapere in alcun modo.
    Non so te, ma quando interrogo qualcuno non gli chiedo se vive in un buco sotto terra.


    La diffidenza lo infastidiva, probabilmente perché illogica dal suo punto di vista. Il significato della successiva frase invece rimase per lui del tutto oscuro, probabilmente il fabbro amava confonderlo, per cui scelse semplicemente di metterlo da parte, prima o poi avrebbe trovato il modo di utilizzarlo per creare delle armature se la conoscenza acquisita da Ryo glielo avesse permesso.
    L’indomani, all’interno della stanza delle pozioni Raizen avrebbe chiesto il motivo della sua esistenza, e se fosse legato alle armature, ma la risposta fu abbastanza deludente.

    Ah.
    pensavo quasi che stessi cercando un modo per ucciderti.


    E non scherzava, prima di domandare infatti aveva annusato l’aria in cerca di veleni dispersi, ma non ne aveva trovato traccia.
    Quando fu il momento di impugnare il martello non si tirò indietro, i fogli di metallo per lui non erano un problema, sapeva già quale era il modo per appiattire un pezzo di metallo, per la precisione “i modi”.
    Fusione e la più lenta battitura.
    Entrambe avevano i loro pro e i loro contro, la fusione un piano di lavoro perfettamente dritto che gli permettesse di non creare ispessimenti dovuti alla pendenza e lo scoglio più grande: la temperatura. La battitura, il tempo e l’aggiustamento della superficie, punto ostico per Raizen e per il quale di fatto non aveva ancora ricevuto un indicazione ben precisa.
    Mentre rifletteva su come comportarsi per la lamina da battere agiva per quella da fondere, il processo era comunque lungo, e caricare la tatara richiedeva non poco tempo vista la quantità di legna richiesta per la fusione, l’unica fortuna era il mantice attivato dal vicino ruscello d’acqua.
    Caricata la fornace attese il raggiungimento della temperatura, occupando il tempo lavorando di martello, di fatto quella mansione non era complessa, finché la lamina era dritta, per quando estesa, non aveva difficoltà, una spada non era altro che una lamina affilata da un certo punto di vista.
    Parecchio calore all’inizio per rendere il metallo sufficiente morbido fino a dare la forma desiderata per poi fare gli ultimi aggiustamenti a temperature più basse in modo da limitare gli errori dovuti da colpi troppo forti.
    Notò però che l’acciaio aveva un limite oltre il quale la lamiera diventava fragile.
    Ne dedusse quindi che uno degli errori fatti fino a quel momento era da ricercarsi nel fatto che tentava di usare lo stesso metallo per spade e protezioni, le seconde infatti necessitavano di materie più dolci, pure.
    Una minor concentrazione di carbonio quindi l’avrebbe aiutato nel suo compito, dopotutto l’armatura doveva piegarsi, non rompersi, e non dovendo essere affilata era possibile rinunciare a quasi tutta la rigidezza dell’acciaio per ottenere un metallo con una concentrazione di poco superiore a quella del ferro dolce.
    Trovato il giusto materiale non gli restava che lavorarlo, produrre le lastre non gli costò troppo tempo, giusto quello necessario alla tatara per scaldarsi.
    Solitamente il grosso forno veniva utilizzato per separare il ferro dalla sabbia in cui era disperso, mediante fusione, per questo il metallo necessitava di accorgimenti leggermente diversi, lui invece aveva bisogno solo del calore, per questo una volta arrivato a temperatura il forno posizionò il suo lingotto, all’interno di un crogiolo di graffite, ed attese che fosse fuso per poi versarlo su una superfice di graffite levigata che potesse fargli da stampo. Il nome non era del tutto corretto visto che la piccola colata non aveva limiti, Raizen l’avrebbe infatti fatta spargere al suo massimo, assicurandosi che lo spessore uniforme venisse assicurato dalla viscosità del materiale che non avendo impedimenti poteva espandersi a piacere.
    Aveva ora due lamine, una perfetta ed una più perfetta, a Ryo decidere quale fosse la più adatta, lui le avrebbe lasciate li, la notte, prima di avviarsi da Kunihiro.

    […]

    Prima che Kunihiro potesse andare Raizen gli avrebbe strizzato l’occhio.

    Non ho solo doveri verso il villaggio.

    L’indomani il piccolo ninja avrebbe avuto a che fare con la bibliotecaria, che più di una volta aveva avuto a che fare con bambini troppo curiosi in grado di inventare elaborate storiello, mettere insieme una mamma dipendente di un alta figura politica era decisamente semplice, cosa che la mise in allerta.

    Tu sai che stai facendo una cosa molto pericolosa, vero?
    Mmmh, direi proprio di si, altrimenti non cercheresti di ammorbidirmi con questi.
    Torna indietro, non posso fare niente per te.
    Ci sono delle limitazioni, e in questo caso non si tratta di un bisbiglio fuori posto, la sezione degli shinobi è tale perché le loro arti sono segrete e così devono restare, consegnare a te uno di quei libri sarebbe come gettarlo fuori dalle mura.


    Rimbalzato, miseramente, insieme ai suoi soldi.
    Era a Konoha dopotutto, non ad Ame o Oto dove si poteva sperare di corrompere un impiegato in quel modo, era l’inganno a servirgli, non soltanto la menzogna.

    […]

    Ritornato alla casa degli addestramenti Kunihiro avrebbe trovato Raizen ad attenderlo, soddisfatto.
    Mediante l’osservazione e il tocco aveva acquisito una concezione di se stesso del tutto differente, e durante l’esercizio aveva aggiunto un ulteriore difficoltà: contrarre i muscoli toccati, esclusivamente quelli stimolati, non uno di più, non uno di meno, qualcosa di simile agli esercizi necessari ad evolvere la sua arte recitativa che vedevano coinvolti i muscoli del viso per espandere la sua capacità espressiva.
    Non era ovviamente in grado di scoprire nuovi movimenti, ma di mappare anche i suoi muscoli.

    No no, esagerato, quante cose negative!
    C’è anche del positivo… che ti avevo detto… si… strambo!


    Sorrise.

    Scherzo, sei originale, è importante più di quanto sembri.
    Non pensavo te la prendessi per degli appellativi di quel tipo.
    Riguardo a ciò che ho imparato… adesso conosco il mio corpo, alla perfezione.
    So immaginarmi nel punto in cui dovrei essere, potrei essere già li se ne fossi in grado ma vedi, la prima volta che ottenni questo potere la cosa fu molto immediata, rapida.
    Non so perché ma una volta percepite quelle che per me erano i sigilli di dislocazione era un attimo ritrovarmi sopra di essi, adesso invece è differente, devo capire ancora approfonditamente cosa mi permette di spostarmi.
    È legato al mio chakra, a qualcosa che ho dentro di me qualcosa che mi permette di…


    Parve che un pensiero gli attraversasse il cervello, e forse attraversare era la chiave di quella deduzione.

    I dottori parlavano di un organo elettrogeno, era qualcosa che produceva un surplus di elettricità, ero un generatore, tale elettricità allentava i legami elettrici che tenevano unita la materia di cui sono composto, tale allentamento mi permetteva di spingermi oltre il concetto stesso di velocità sfruttando il magnetismo come vettore, perché anziché muovermi come qualcosa di coeso mi muovevo come insieme di elementi sufficientemente piccoli da andare Oltre.
    E qui come dicevi sta la differenza tra ciò che facevo io e ciò che fai tu che vieni letteralmente richiamato in un secondo punto, attivando in remoto diciamo.
    E adesso?
    Adesso posso scavare ancora, adesso ogni mia cellula è elettricità!
    Non mi serve più essere attratto da qualcosa, posso essere ovunque io decida di essere, per questo è importante comprendere lo spazio che mi circonda!
    Sai perché?


    I suoi occhi erano spalancati, sgranati, emozionati.

    Quando io decido il punto non creo qualcosa che mi attrae ma un me stesso di elettricità, una pari quantità di energia che possa accogliere me stesso, o per meglio dire differenziare quell’energia in tessuti e segnali chimici vari che compongono il corpo di un essere!

    I suoi occhi si fecero più fini, attenti, concentrati.

    Già… ma come posso farlo?

    Si grattò l’ispida barba presente sul mento.

    Riuscire a quantificare una distanza ed immaginarmi li è metà del lavoro… ma l’altra metà?
    Devo riuscire a concentrare un qualcosa, anche solo un pensiero, che catalizzi parte della mia energia in quel posto e…!


    Schioccò le dita dando voce alla lampadina che gli si era appena accesa.

    So già farlo!

    Incrociò il sigillo necessario alla moltiplicazione del corpo e il suo clone comparve a dieci metri di distanza, dopo poco venne seguito da un secondo a venti.

    Riesco a gestire tempi e distanze!
    Il processo mentale sarà simile, che dici?


    Certo, fino a quel momento aveva parlato con se stesso, probabilmente portando la soglia di attenzione di Kunihiro vicino a quella di un cucciolo60c837fa1567ce6d54745b8ca5f83615 di cane, ma il tutto aveva una logica.

    Stacco un pezzetto del mio chakra elettrico, lo stesso che già adesso riesco a percepire, lo posiziono unendo tutte queste nozioni e fatto!

    Aspettava una conferma, e dal suo sguardo pareva che se l'aspettasse entusiasta.


    Edited by F e n i x - 15/4/2018, 18:35
     
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    Secondo giorno - Kunihiro
    -Capisco, capisco, gentile bibliotecaia lei ha tutte le ragioni del mondo! Tuttavia... tuttavia... vede, qui c'è un dilemma al quale io baderei e cioè quello che l'orecchio del Daimyo sembra essere parecchio aperto alle richieste di mia madre, e qualora lei fosse scontenta del suo operato oggi, beh, non si sa mai cosa potrebbe succedere! Io sono dalla sua parte, vede, quindi mi aiuti ad aiutarla. Mi dia il permesso e tutto sarà risolto...
    Qualora quella non avesse ancora acconsentito, Kunihiro avrebbe fatto per andarsene, muovendo qualche passo e se quella ancora non lo avesse fermato si sarebbe infine voltato avrebbe sorriso profusamente: -Ahhh! Voi siete davvero un'impiegata esemplare! Questo non era altro che un test per mettere alla prova la sua fedeltà a questo villaggio, messa in piedi da niente popò di meno che il buon Hokage! Sìsì, guardi... gli mostrò il suo coprifronte e la tessera che lo identificava come chunin. -Ancora complimenti, riferirò all'Hokage del suo esemplare lavoro! Beh adesso vorrei proprio un bel libro dalla sezione per ninja, mi accompagna lei?

    Seconda sera - Kunihiro
    Raizen Ikigami sembrava credere che Kunihiro se la fosse presa per gli appellativi, non era così, ma glielo lasciò credere. Poi quello si impelagò in lunghe elucubrazioni sullo stato del suo corpo, cosa che a Kunihiro interessava relativamente. L'Hokage era di certo una gran chiacchierone. Si limitò ad annuire, facendo finta (bene) di stare seguendo il discorso.-heeee, quindi già utilizzavate un metodo così? E io a che vi servo allora. Rise. -Beh di certo la mia esperienza incommensurabile vi sarà d'aiuto, sìsì. Cooomunque, la vostra soluzione mi pare buona, speravo in qualche divertente incidente... incidente piccolo eh...ma vabè. Sorrise. -Ta, ta ttà... okeeeei, sempre nell'ottica di causare qualche succoso disastruccio, mi piacerebbe testare i limiti di questa vostra abilità. Ma quanto è divertente il fatto che voi non abbiate minimamente idea di come funzioni? Il rischio è enorme, non credete? Sperava che l'Hokage cominciasse a mostrare qualche esitazione in merito al voler davvero testare quella dislocazione senza alcun supporto teorico già comprovato. -E a tal proposito direi che è imperativo capire se, non vedendo dove dovete andare, riuscite comunque a usarla. Bene, adesso create un clone di voi stesso e mettetelo a una certa distanza, vediamo se riuscite a dislocarvi alle sue spalle! Poi proveremo con un bel muro solido! Fece l'occhiolino, che presto avrebbe assistito a una bella schiacciata di Hokage?

    Dall'altra parte, il vero Kunihiro parlava con il clone dell'Hokage:-Ecco a voi il libro, preso seguendo ALLA LETTERA le vostre istruzioni! Ma mentre facevo questa cosa pensavo... avete ragione, prima dovrei imparare a usare la tecnica e poi pensare a qualcosa di meglio. C'è però una tecnica che so utilizzare molto bene, e quindi magari potrei chiedere a voi. Estrasse la spada e dalla punta fuoriuscì un'estensione di chakra oscuro, segno che la lama di chakra era stata attivata. -Questa è la mia tecnica più forte. Sìsì, dico sul serio, non fatevi ingannare. Riesce a oltrepassare delle armature, rendendo praticamente inutile il lavoro che state imparando a fare, hehe. E poi posso dargli varie proprietà, come quella di succhiare il veleno che ho posto sulla spada, oppure far sanguinare le vittime. Ma ho un piccolo problemino con le difese di chakra. Vorrei imparare a usare la manipolazione della natura per renderle distruttive come si fa con le lame normali. L'altro problema è invece che si tratta di una ninjutsu. Conosco un tipo che riesce ad annullare le tecniche altrui semplicemente guardandole o toccandole. Una vera rogna, sa? Consigli?


    Terzo Giorno

    L'indomani, Ryo venne a ispezionare il lavoro: -Sì, possono andare. Vedo che hai capito che non si tratta solo di lavorare il materiale in un modo o in un altro, ma di capire soprattuto la chimica che c'è dietro uno specifico materiale... adesso lo taglieremo.

    Per farlo, Ryo utilizzava un largo piano con varie tacche e reticoli per misurare le dimensioni, con il quale dapprima segnava con precisione i punti in cui sarebbe stato tagliato, dividendolo in varie forme di varie dimensioni. Poi abbassava sul piano una piccola lama circolare che, riscaldata fino a diventare incandescente, veniva fatta ruotare a gran velocità dall'assistente mentre Ryo vi passava sotto il foglio per tagliarlo nelle forme già segnate. Non quindi solo una questione di lastre di metallo, ma una vera e propria sartoria, precisa al millimetro.
    Le varie forme poi sarebbero state piegate con l'ausilio di vari strumenti, in modo da poter accomodare individui od oggetti tridimensionali.

    Quel giorno, Raizen avrebbe dovuto creare vari oggetti dal primo foglio di acciaio, quello meno perfetto, facendosi aiutare da Taketoshi. Si trattava di normali commissioni per i clienti della bottega e non sarebbero state armature, ma supporti per costruzioni e coperture per altri tipi di materiali che, sebbene non necessitassero della stessa precisione di qualcosa che deve proteggere un corpo umano, sarebbero dovuto essere comunque delle giuste misure.

    Il lavoro gli avrebbe occupato tempo fino alla sera, quando Ryo gli avrebbe posto davanti un grosso cilindro attorno al quale era attorcigliato un lungo filo di acciaio. -Tagliane otto metri in tanti pezzetti da tre centimetri. Non gli avrebbe detto a cosa sarebbe servito e se ne sarebbe andato a casa. Anche se probabilmente avrebbe potuto dedurre l'utilizzo che poi si sarebbe fatto di quei pezzettini. Ad ogni modo Ryo sembrava dargli mansioni abbastanza mondane.
     
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    - XIII -




    L’onesta quanto imperturbabile bibliotecaria non si lasciò piegare dalle minacce di Kunihiro, sapeva dopotutto dell’integrità morale ed estremo rigore del nuovo daimyo, e conscia della sua professionalità era certa che il suo lavoro fosse al sicuro dalle minacce di quel fuscello viziato.
    Ad ogni modo la sua professionalità non le impedì di sorridere soddisfatta quando il chunin dichiarò il suo grado e la sua missione, non ebbe problemi a credere alla seconda frottola dell’Orikawa, conosceva l’Hokage, e conosceva anche i suoi metodi, difficile non ricordare l’imponente massa di licenziamenti alla sua instaurazione a causa dei suoi sospetti verso gli impiegati.
    Valutò comunque i documenti e il coprifronte con attenzione prima di porgerli nuovamente al ragazzetto.

    Beh, l’aria riservata è ora a tua disposizione, a meno di necessità non posso lasciare il mio posto di accoglienza, ma se cerchi un volume in particolare posso indicarti dove stà.

    Che fosse necessario rispondere o meno al ritorno avrebbe annotato la data di inizio del prestito per poi cedere il volume al ninja, salutandolo.

    […]

    Mi servi come riscontro ovviamente.

    Disse con naturalezza.

    Oppure pensi realmente che tutto sia frutto della genialità di singole persone?
    L’uomo reinterpreta, migliora, da sempre e per sempre, siamo una specie triste e noiosa, non inventiamo nulla, osserviamo e copiamo.


    C’era un velato tono di falsa malinconia.
    Alla proposta del suo assistente, nuovo titolo conquistato da Kunihiro visto che gli sembrava stretto essere il sensei di Raizen, questo annuì con convinzione.

    Beh, direi che non posso evitarlo, prima o poi dovrò sperimentare..
    Dio benedica i cloni.


    Quella sera, come la precedente, ne avrebbe creato solamente uno, smezzando con lui il chakra e lasciandogli il compito di ingerire tonici e recuperare il chakra per generare altre copie che potessero prestarsi all’esperimento.
    Era leggermente teso, più che dal fallimento in se dal fatto che questo potesse rendere tutti i suoi ragionamenti e le sue deduzioni una marea di cazzate, dopotutto aveva un orgoglio personale, prendere una simile cantonata per di più davanti ad un suo sottoposto non gli sarebbe piaciuto.
    Si concentrò su se stesso, cercando di mettere a frutto la conoscenza immagazzinata in quei giorni, a vederlo la scena avrebbe potuto sorprendere seppure il tutto sarebbe durato qualche istante: il suo corpo, i suoi capelli e le sue stesse vesti si illuminarono fluttuando prima che il suo corpo iniziasse a muoversi ad una velocità così elevata da diventare del tutto impercettibile, di fatto sparendo e producendo una nuvoletta di fumo nel muro.

    Shhhhhhhhhhhhh!
    Che male che deve aver fatto porca miseria!


    Si portò le mani al naso nonostante non fosse stato lui a subire la botta, tuttavia il parziale fallimento gli aveva fornito nuove informazioni.

    Ok.
    Ok.
    Non funziona.
    Direi che questa cosa ha un limite parecchio deciso.

    La notte fu un susseguirsi di vani tentativi, spesso accompagnati dalle esplosioni dell’aria surriscaldata dall’energia prodotta da Raizen, un vero e proprio tuono.

    E FACCIO PURE UN CASINO INDICIBILE!

    Cosa decisamente fastidiosa visto il suo stile da combattimento, ma per quanto si impegnasse non c’era alcun modo di superare quei due limiti, non al suo attuale livello: necessitava di esperienza e non poteva pretendere di accumularla in una sola notte, nonostante l’utilizzo dei cloni.
    All’ennesimo tentativo andato storto notò però una cosa particolare, nel muro era comparsa più di una crepa ed un piccolo avvallamento, cosa strana vista la resistenza dei cloni ed il fatto che si schiantavano sul muro senza alcuna intenzione offensiva, cosa ancor più strana erano all’altezza del viso.

    ...il punto in cui posiziono gli avambracci per evitare lo spiacevole stordimento.

    Si ricordò da solo.
    Gli ci volle uno sforzo non indifferente, e un’altra buona manciata di cloni per trovare e interiorizzare il piccolo, brevissimo istante che precedeva lo schianto: il suo cervello in un ultimo tentativo di conservazione manipolava l’energia rafforzando le sue braccia, di fatto creando una difesa che per quanto blanda riusciva ad avere degli effetti apprezzabili sull’intonaco del muro.
    Compreso il fenomeno decise di concentrarsi su di esso, era ormai chiaro che quella del teletrasporto era una strada momentaneamente chiusa, fu un complesso lavoro di meditazione quello di rievocare nella mente l’istante per poter riuscire a ripeterlo a piacimento.
    Vedere i cloni lavorare a quell’esercizio era singolare, quantomeno lontano dal periodo natalizio, lentamente infatti si illuminavano di piccoli bagliori di energia, ed ogni volta che uno di loro vi riusciva si dissolveva, condividendo l’informazione e permettendo agli altri di acquisirne l’esperienza che permetteva al fenomeno di ripetersi con crescente frequenza nella speranza che l’ultimo di loro a restare integro potesse riuscire ad interiorizzare il processo.
    Nell’altra stanza Kunihiro parlava con Raizen, mostrandogli la lama di chakra.

    Oh si, la usavo anche io da chunin.
    Smisi di farlo solo perché riuscivo a farlo senza necessità dell’arma.
    Generalmente se qualcuno si salva da una tecnica in grado di tagliare in due un bue aggiungere la potenza del metallo serve a poco.
    Comunque, come tecnica di partenza è ottima, come hai visto è estremamente versatile, attento però, tutte le tecniche la fanno in barba alle protezioni, altrimenti basterebbe uno scaldabagno con due brettelle per vincere uno scontro.
    Tornando alla tecnica… beh, ci sono diversi modi per ovviare il problema.
    Non conosco troppo bene gli annullatori, fino ad ora ho avuto a che fare con gli aburame e neanche troppo, ma penso di aver compreso che sono in grado di annullare, più che le tecniche il chakra di cui sono composte.
    Il tuo compito sta nel renderlo difficile, puoi farlo in due modi: o aumenti la quantità di chakra in modo che abbiano maggior difficoltà ad annullarla, oppure di specializzi nello schermarti dalle loro azioni, letteralmente scudandoti dalla loro fastidiosa azione.
    Per quanto riguarda il renderle distruttive… non è facilissimo, li è una questione di esperienza, di pratica.
    Devi rendere la lama una parte di te, devi sentirla come un prolungamento del tuo arto, questo ti permetterà di far fluire in essa il chakra come se lo fosse realmente.
    Il metodo migliore penso che sia acquisire un approfondita conoscenza dell’arma, un po' come io ho mappato il mio corpo tu devi fare con la lama, basandoti sulle vibrazioni, sviluppando un Senso del tatto, un po' come i ciechi col loro bastone.
    Fatto questo… devi eliminare il bastone per così dire.
    Una volta conquistato il tuo arto devi privartene, sviluppando un arto fantasma.
    Conosci il problema?
    Succede quando si perde improvvisamente un arto, nonostante questo sia assente si sente il dolore come se esistesse.
    Quando tu avrai la tua arma Fantasma saprai anche distruggere con essa.


    Il giorno successivo fece un leggero inchino ai complimenti di Ryo, per poi seguirlo durante il taglio dei materiali, utilizzava un modo che riteneva singolare, trattando il metallo come se non fosse un materiale tenace e fastidiosamente difficile da tagliare per abrasione.
    Passò più del necessario ad osservare con occhio critico il lavoro di Ryo, non riuscendo a cogliere la reale efficienza della lama riscaldata, cosa che gli faceva perdere precisione e durezza e che solitamente veniva infatti scongiurata attraverso il costante raffreddamento mediante liquido.
    Quando venne il suo turno decise di applicare nuovamente più di una strada, la curiosa via della lama arroventata e la seconda che gli avrebbe richiesto la creazione di alcune lame, anche se a vederle non sembravano proprio destinate al taglio. Erano infatti estremamente spesse, sui tre centimetri, e il filo somigliava più ad uno scalpello, tentare di ferire qualcuno con quelle sarebbe stato ben poco produttivo, però se applicate al maglio alimentato dal ruscello potevano trasformarlo in una robustissima forbice in grado di tagliare lamiere piuttosto spesse abbastanza rapidamente, cosa che avrebbe permesso di ottenere figure geometriche piante in poco tempo, un sistema simile, se creati i giusti stampi poteva permettere di creare in serie diverse figure e con profili curvi.
    L’ultimo metodo era effettuare il taglio a materiale ancora caldo, in quel modo infatti era possibile usare un particolare tipo di martello avente una desta piatta ed una a cuneo, certo, c’era bisogno di lavorare in due visto che qualcuno doveva battere nella testa piatta per rimuovere il materiale in eccesso, ma il risultato era netto e preciso e non affilato, cosa importante vista la destinazione d’uso di quei pezzi di metallo.
    Per i clienti di Ryo Raizen si limitò ad utilizzare il metodo appreso da lui, anche se a fine giornata gli avrebbe proposto ben quattro versioni dello stesso taglio, una con la lama riscaldata, una a freddo, una mediante il suo prototipo di forbici e l’ultima mediante l’ammorbidimento del metallo da tagliare e la mozzatura attraverso il martello.
    L’ultimo incarico di Ryo per la giornata fu tagliare il filo metallico.

    Va bene, domattina dai un occhiata ai tagli, dimmi quale ti sembra migliore.

    E senza aggiungere altro si dedicò al filo metallico per il quale fabbricò una lama a forma di U, di modo che la sezione durante il taglio non venisse strozzata e trasformata in una lama, le due U infatti incontrandosi mozzavano il metallo imprimendo una pressione uniforme, una volta posto un piccolo blocco dietro le lame tagliare 8 metri di filo era un compito quasi automatizzato, lui doveva limitarsi a spingere il metallo all’interno della piccola feritoia formata dalle due particolari lame ed il gioco era fatto.
    A tarda sera chiuse bottega, pregustandosi il meritato pasto.


    Edited by F e n i x - 18/4/2018, 02:58
     
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    Per Kunihiro fu divertente guardare Raizen Ikigami, o meglio, i cloni di Raizen ikigami, schiantarsi continuamente contro il muro. Ad ogni esplosione, Kunihiro faceva un verso diverso o un commento sarcastico di qualche tipo: -Guarda mamma, sono dimagrito! ha-haa-haaa...



    -Secondo me se provaste voi di persona andrebbe meglio! Suggerì Kunihiro, sperando che quello abboccasse.

    Al termine del lungo e simpatico esercizio, il ragazzino sentenziò: -Beh, un vero scempio, se così si può dire. Quindi non potete sorpassare gli ostacoli e fate anche un bel casino. Vabbè... ora sono stanco, a domani! E svanì.

    Poco prima, dall'altra parte, Kunihiro scrollò le spalle. -Facciamo così, allora. Con uno spago, si legò la mano all'elsa della spada ben salda, per poi emulare dei movimenti meccanici simili a quelli di un burattino. -Stringimi, Edoru-san! Non posso! Rise, poi svanì.


    Quarto Giorno
    -Vanno bene. Utilizzi la testa, mi piace. Un metodo vale l'altro, dipende da quello con cui ti trovi meglio. A giudicare dai risultati quello a cui sei più avvezzo è questo. Hai usato il martello? Fece una pausa, riflettendo su qualcosa. -Vieni con me.
    Lo portò sul retro della bottega, lì dove aveva visto vari strumenti che sembravano avere poco a che fare con il mestiere. -Finché si tratta di creare qualcosa per i propri sottoposti... il metallo va bene. Ma tu sei un Hokage, e i tuoi diretti sottoposti non possono andare in giro con armature pesanti e rumorose. E diciamocelo, per quanto uno possa lavorarci non saranno mai leggere, flessibili e silenziose. Non se si vuole fermare una Katana al cuore. Per questo dobbiamo andare oltre il concetto di armatura come è stata percepita fino ad oggi. Mio nonno ti avrebbe insegnato a fare armature, ma in mille anni io sono arrivato a capire che le armature non bastano più. Puoi prendere qualche metallo incredibile da qualche meteorite trovato a caso, ma quel materiale terminerà, prima o poi. Ci vuole qualcosa di replicabile, un... nuovo metallo, che non sia un metallo.
    Prese con una tenaglia, da un piccolo forno, una piccolissima boccetta di legno, all'interno del quale era presente quello che sembrava metallo fuso. -Prendi questa asticella di ferro e infilala nel liquido molto lentamente. Bene. Adesso prova a estrarla velocemente. Raizen avrebbe visto che inserirla lentamente era semplice come ce lo si sarebbe aspettato, ma estrarla rapidamente non sarebbe servito a nulla. L'asticella rimaneva bloccata. Sentiva che avrebbe dovuto rompere la boccetta per riuscirci. -Lo chiamo Shingoukin. Prese dal tavolo quella che sarebbe potuta sembrare una piccola lastra di metallo, spessa tre o quattro centimetri, era tuttavia leggerissima e non faceva molto rumore se picchiettata. -Assorbe l'impatto come nient'altro, già allo stato liquido, come hai visto. Le minuscole particelle di cui è fatto, al moto esterno si compattano, non lasciando passare nulla. Se Raizen avesse provato a forzarla, avrebbe notato che sarebbe stato molto difficile, se non impossibile. Neppure si piegava [Potenza 40, Durezza 5]. -Potrei darti la ricetta ma non ti servirebbe. Di mezzo c'è una tecnica che ho inventato io e si serve del chakra. Allo stato solido può assumere qualsiasi forma, se tessuta con il chakra. Gli passò una cordicella che sembrava fatta di più minuscoli fili intrecciati. Anche quella resistentissima. -Con una cosa simile si possono fare materiali flessibili, come una corpetto ninja. O rendere protette aree come le giunture. Un'armatura non può proteggerti quelle parti, a meno che tu non voglia suonare come una campanella d'allarme ad ogni movimento.

    Gli passò un foglietto.

    -Stabilità termica, resistenza alla corrosione, non ossidabile, isolante elettrico, durezza e resistenza all’usura circa 10-13 volte più dell’acciaio. Peso specifico... un terzo dell'acciaio. Studiane la ricetta. Come un uomo antico hai scoperto il valore del metallo, hai applicato nuove teorie e hai scoperto che ogni materiale può cambiare composizione in base alla chimica che li compone. Poi hai imparato a piegarli al tuo volere con precisione. C'è un'ultimo tassello che ti manca, dovrai capirlo tu... come disporlo fisicamente per avere la massima capacità di dissipare l'energia cinetica di un oggetto esterno. Hai già la soluzione, in realtà. Me l'hai data tu.



    Quarta sera - Kunihiro
    Alla quarta sera, Kunihiro era ancora alle prese con la mano di forbici e le sensazioni che questa gli dava, quindi non ci fu alcuna doppia sessione, quella notte, almeno per Raizen Ikigami.

    -Però mi chiedo... spostarsi è l'unica cosa che vi consente di fare questo organo? Tipo se provaste a far elettrificare solo una parte del corpo? Sarebbe più veloce? Conosco uno che può elettrificarsi il braccio per potenziarlo. Utile!

    E con quello, avrebbe lasciato l'Hokage alle sue elucubrazioni. Sì, il suo metodo di insegnamento era proprio a livelli altissimi: lasciava che fosse l'allievo ad arrivare alla soluzione. Se poi ci fosse davvero una soluzione, beh, questo non era mica problema suo...

    Quinto giorno
    Che Raizen avesse capito o meno la soluzione al primo enigma (eventualmente avrebbe avuto più tempo, se avesse sbagliato o dato una spiegazione parziale), Ryo gli avrebbe mostrato come forgiare il suo Shingoukin. Quando allo stato liquido incandescente, il materiale era incredibilmente suscettibile al chakra, il minimo impasto bastava a farlo vibrare. Tuttavia, utilizzare il chakra a lungo avrebbe potuto portare a un dolore diffuso per l'eccessivo utilizzo di energia. Ryo poteva far muovere quel chakra e manipolarlo in varie forme, da sottilissimi fili a lastre piccole o grandi. -Lo Shingoukin assorbe il tuo e soltanto il tuo chakra durante la preparazione. Una volta pronto, reagirà soltanto al tuo chakra, se liquido. Una volta solido, tuttavia, perderà quelle proprietà e soprattutto non sarà una difesa di chakra... è una normale protezione.

    Avrebbe risposto a eventuali domande e lo avrebbe aiutato a tessere lo Shingoukin durante la giornata, ma poi sarebbe andato via nel tardo pomeriggio.
    Sarebbe tornato prima della chiusura per parlare con l'Hokage.
    -Credo sia il momento di incontrare mio nonno. La notizia forse avrebbe spiazzato Raizen ikigami, ma c'era certezza nei suoi occhi. A una richiesta di spiegazioni avrebbe detto: -Mi hai insegnato che anche un vecchio lupo può imparare nuovi trucchi. Non esistono solo quelli che perdono il pelo e basta. Hai messo da parte il tuo orgoglio e hai imparato. Ti ho anche tramandato la mia arte... se fosse una trappola e dovessi scomparire, saprei almeno questo... partiremo domani mattina all'alba. Fatti trovare pronto.


    Quinta sera - Kunihiro
    Negli ultimi due giorni, Kunihiro non si era mai staccato la Katana dalla mano. La riprova erano gli innumerevoli tagli che gli ricoprivano buona parte del braccio sinistro e del resto del corpo.
    - Fare la pipì con una mano affilata... mai più! Mi è rimasto attaccato per miracolo! Rise. -Tutto a posto ora eh, so che era preoccupato per i miei gioielli di famiglia... coooomunque ho anche pensato a una soluzione per il problema dei ciuccia-ninjutsu, mentre vivevo la mia vita da paralitico! Ricoprirò la lama di chakra di vari strati di chakra, come una sorta di barriera multi-strato, mi seguite? Inutile contro attacchi fisici, quindi rimarranno affilate ma dovrei riuscire a schermarmi per qualche tempo da chi cerca di disfarle, perché prima dovranno disfare le barriere. Costerà più chakra mantenere le lame ma bastano anche pochi secondi e si ritroveranno con qualche arto amputato, nel frattempo! Sorrise.
    Compose una lama di chakra dalla mano, senza l'utilizzo della Katana, che aveva finalmente staccato dalla mano ma solo per il tempo necessario a creare quella di chakra. Poi provò a immaginare il primo strato di chakra intangibile.

    Il suo clone, intanto, parlava con Raizen: -Quindi? Siete una trottola elettrica anche a pezzi separati?
     
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    La Vera Arte


    - XII -




    Il Colosso sorrise alla provocazione di Kunihiro.

    Certo.
    Contaci.


    Rispose con sarcasmo, non era già una bella sensazione ricevere tutti quegli stimoli di dolore figurarsi riceverli in prima persona.
    Nell’altra stanza Raizen annuiva alla soluzione del grillo.

    Si, è una buona idea, ma stacci attento, il cervello ha il brutto vizio di abituarsi agli oggetti che gli impediscono i movimenti o comunque ai carichi leggeri, e generalmente è un bene, ma non troppo quando l’oggetto è affilato.

    Non fece in tempo a dirgli che poteva ottenere lo stesso risultato rischiando meno che questo svanì. Sorrise al vuoto, avrebbe imparato dai suoi errori pensò.

    Ehhh, giovani.

    Il tipico suono di una copia che si schiantava al muro mise un accento di chiusura alla sua frase che lo divertì, ricevere quei ricordi l’indomani mattina non sarebbe stato piacevolissimo.

    [...]

    Intanto Ryo tornò alla forgia, soddisfatto dell’operato di Raizen non potè che causare in quest’ultimo un sincero sorriso.

    Mi creda, è cosa ben rara per me ricevere dei complimenti.
    Penso di trovarmi meglio con la modifica fata al maglio, è un metodo veloce e preciso che con qualche modifica ha un discreto potenziale.
    Piuttosto, se non la disturba, mi tolga una curiosità, non ci ho badato fino ad ora perché con individui normali è per l’appunto normale… ma lei dove se ne va tutte le sere?
    Nel senso, non può dormire, la cose che più la dilettano stanno dentro quelle boccette di vetro.


    Che gli venisse o meno data una risposta poco importava, la sua era semplice curiosità, e vista la scarsa importanza soddisfarla o meno non era una priorità.
    In compenso gli venne finalmente rivelata l’utilità della stanzetta sul retro e di ciò che conteneva: ricerca e progresso.

    Oh, vedo che l’utilizzo del cervello ci accomuna quindi, mi domandavo in realtà quando saremmo arrivati a questo punto.

    Eseguì le richieste di Ryo senza fiatare, constatando la particolarità del metallo con stupore, conosceva infatti quella proprietà fisica, ma ignorava del tutto che fosse applicabile ai metalli.

    Conosco questo tipo di liquido, l’amido di mais e l’acqua miscelati danno lo stesso effetto.
    Ma non pensavo che fosse possibile ottenerlo col metallo.
    Anche se onestamente non ci avevo mai pensato a sufficienza.


    Armeggiò per qualche minuto con i due materiali cercando di comprendere da cosa fossero caratterizzati, quali fossero le loro proprietà, anche se sembrava essere maggiormente interessato alla boccetta col metallo liquido.

    È fantastico.
    Quindi dopo aver avuto questo prodotto mediante il chakra gli dai una forma finita che però non perde la sua capacità di assorbire gli urti.


    Annuiva in automatico, passando per varie connessioni logiche e rendendosi conto dell’utilità di un simile materiale.
    Il filo invece lo incuriosiva molto meno, ma per un unica basilare ragione: in natura c’era di meglio, gli esseri umani non erano decisamente i maggiori esperti in tessitura, i ragni lo erano e la loro fibra naturale aveva l’ottima capacità di condurre il chakra, a lui stava sfruttarla e piegarla alle sue necessità.
    Per quanto aveva compreso fino a quel momento il miglior modo per comporre i due materiali era… non comporli.
    Di base dal suo punto di vista la cosa migliore era lasciarli esattamente così come Ryo glieli aveva presentati e lasciare la parte di irrigidimento alla necessità, produrre una piastra dal suo punto di vista voleva dire andare contro a tutta la versatilità che un materiale morbido poteva concedere.
    Ora doveva solo cercare di ottenere una versione sua di quel liquido così singolare, la cui tenacia probabilmente era data dalla capacità di interazione dei due elementi, e dalla capacità del materiale solido di aggregarsi e disperdersi nuovamente con efficienza.
    Aveva passato parecchie ore con il liquido versato su una ciotola per capire come modificarlo, e l’illuminazione arrivò a tarda sera, quando stanco pensò al fatto che una volta tornato nella sua residenza temporanea avrebbe dovuto continuare il suo allenamento: il chakra era la soluzione.
    Il fatto che Ryo gli avesse parlato di conducibilità termica ed isolamento elettrico l’aveva distolto dall’energia che comandava il mondo.
    Ciò che serviva a lui era un metallo a memoria di forma che venisse stimolato dal chakra, a quel punto sia le forme che gli utilizzi andavano moltiplicandosi, pur senza perdere l’ottima qualità di resistere agli urti anche senza l’interazione del chakra.

    Bene.
    È ora di produrre.


    Si alzò soltanto per rendersi conto che era troppo tardi per fare alcunchè, rimandando tutto alla mattina successiva.
    Al ritorno da Kunihiro quest’ultimo gli porse la domanda corretta, a cui non potè che annuire.

    Si, me ne sono accorto ieri per puro caso, quando il mio istinto si è accorto che iniziavo a farmi troppo male.
    Vedi le crepe nel muro?
    Sono inconsciamente arrivato a sviluppare quel tipo di controllo, però hai ragione, se posso spostare tutto me stesso a quella velocità posso farlo anche con porzioni più piccole del mio corpo se affino la tecnica.
    Ah, per favore, visto che torni a Konoha, portami questo ragno dalle serre del villaggio.


    Scarabocchiò un disegno non troppo preciso, ma il ragno aveva elementi distintivi che lo rendevano di facile individuazione per gli entomologi degli Aburame.
    Quando tornò ai suoi allenamenti si rese conto che tra il dire e il fare c’era di mezzo il mare, si trattava infatti di limitare quella trasformazione in pura energia ad una sola parte del suo corpo, nonostante gli venisse naturale impastare il chakra in parti limitate del suo corpo lo stesso non si poteva dire per quella prorompente quantità di energia che era in grado di sviluppare, accendere e spegnere era ben diverso dal creare delle chiuse che controllassero il flusso e gli permettessero di accendere parzialmente.
    Ma era una questione d’esercizio, e poteva controllarlo partendo dalla capacità appena acquisita di creare quelle protezioni di chakra, si trattava dopotutto dello stesso tipo di energia, doveva solo mantenerla limitata al suo braccio, ai suoi muscoli in modo che non si concretizzasse all’esterno.
    Stava per lanciarsi nella pratica quando si rese conto che fino a quel momento aveva usato quel modo per spostare il suo corpo di parecchi metri, spostare solamente un braccio lasciando sul posto il resto dell’organismo in caso di errore non era decisamente una buona idea.
    Lentamente, con l’espressione traumatizzata di chi è consapevole di aver appena evitato un danno irreparabile sciolse la sua posizione di meditazione e creò qualche clone da macello.
    Lo aspettava una lunga notte di pessime esperienze.

    […]

    Alla forgia intanto era il momento delle verità.

    Non ho compreso appieno il funzionamento dello Shingoukin, forse per via del fatto che in effetti non conosco il suo processo di creazione.
    Sono arrivato ad una semplice conclusione, non servirmi unicamente di lui.
    Se usato da solo, per quanto resistente corre il rischio di spaccarsi sotto colpi potenti, seppure la sua durezza è sorprendente è virtualmente fragile.
    Il che mi porta a domandarmi… perché trasformarlo e bloccare il suo stato a solido?
    Avrei una scomoda piastra meno reattiva e versatile alle mie esigenze, ed un filo composto da lui manterrebbe comunque una certa rigidezza, dopotutto sarebbe comunque un metallo, sarebbe come mettersi una zanzariera addosso.
    La soluzione?
    Materiali differenti.
    Un metallo a memoria di forma e un filo che non so se lei conosce.


    Estrasse dalla tasca il piccolo contenitore di vetro che conteneva il ragno selezionato dagli Aburame.

    È un esemplare selezionato artificialmente, in natura è velenoso, ma grazie all’intervento di un clan del villaggio sono stati resi innocui, anche se il morso è ancora doloroso, ma la cosa più importante è la loro tela.
    A parità di spessore non c’è metallo, a meno di lavorazioni che ancora non mi sono inventato, che regga il confronto, considerando che sotto ad un certo spessore il metallo diventa troppo morbido, ma comunque…


    Sapeva che la scienza era fatta anche da una buona parte di incredulità, per cui, spinto il prezioso artropode a filare un po' della sua tela, Raizen ne dimostrò la resistenza, appendendo ad essa una quantità di peso superiore di quindici volte quella sostenuta da un filo di acciaio del medesimo spessore.

    Ora, sai il bello di questi esserini?
    Oltre ovviamente al fatto che il loro prodotto reagisce in maniera eccellente al chakra
    Quello che mangiano lo trasformano in tela, e producono fili lunghissimi, per cui fare filati di qualità è semplicissimo.


    L’entusiasmo era visibile nei suoi occhi, era appassionato da tutto ciò che sconfinava oltre la comune immaginazione, ed un filo, prodotto da un ragno, che si poteva rinforzare mediante altri materiali che questo ingeriva era decisamente incredibile.

    Quindi, dalle ragnatele si otterrebbero i due strati più esterni della protezione, ma per quanto incredibile stiamo parlando di un filato, una mazza si sentirebbe parecchio bene, ecco che interviene il metallo.
    L’idea è una maglia leggermente diversa dal normale, un quadrato agganciato all’altro mediante i soliti anelli, MA, il quadrato ha potere magnetico, in modo da tenere il metallo liquido al suo posto, avvolto dalla tela di ragno.
    Quando il chakra viene impastato, in una zona ridotta, o su tutta l’armatura questi si attivano e permettono al metallo di aggregarsi, addensandosi
    Qui subentra la memoria di forma.
    E gliene spiego il motivo, un granello è pur sempre un granello, e in quanto tale ha un suo limite, agire sulla sua forma aiuterebbe tantissimo.
    Una texture formata da esagoni ad esempio formerebbe una piastra molto più compatta, o se formata da filamenti disposti casualmente aiuterebbe a dissipare meglio la forza, la memoria di forma permetterebbe a forme complesse come queste di tornare sempre alla forma originale una volta disattivato il flusso, rendendole sempre perfette ed impedendo che la forma acquisita tra un compattamento e l’altro ne disturbi il funzionamento.
    Una protezione praticamente impossibile da usurare, a cui potrei aggiungere il metallo che le ho mostrato i giorni passati.
    Il liquido in cui disperdere il metallo a questo punto dovrebbe avere una leggerissima capacità lubrificante, ma grazie al chakra penso che sia possibile sia qualcosa che lubrifichi e che sia in grado di fare da collante.


    Aveva dato fondo all’immaginazione per ideare quella protezione e la successiva lezione su come creare lo Shigoukin rese il tutto più chiaro anche a lui. Nonostante durante la prima parte si fosse accorto dei limiti dell’indurimento del particolare metallo ideato da Ryo mentre lo lavorava si rese conto che sarebbe stato stupido non utilizzarlo come materiale di partenza per la sua idea, sia per costruire la maglia, sia per farlo ingerire agli artropodi.
    La natura liquida del metallo non ne rendeva complessa la forgiatura giungere ad una forma definitiva era semplice visto che questo rispondeva al chakra, ben diverso era crearlo.
    La polvere doveva essere estremamente fine, ed ottenerla mediante limatura di un blocco non era certo semplice, far reagire il materiale inorganico al chakra richiedeva infatti una determinata lavorazione basata su di esso, quando questo mancava, generalmente o si induriva o si ammorbidiva.
    Nel suo stadio primordiale lo Shigoukin ricadeva nel primo caso, la durezza era infatti necessaria per ottenere grani piccoli e spigolosi, anche se era noioso da trattare.
    Il liquido in cui veniva disperso era il principale conduttore di chakra nella fase di lavorazione, era infatti necessario tarare quello col proprio chakra, era probabilmente ricavato dallo stesso albero da cui si ricavavano i foglietti per riconoscere la natura del chakra e quando veniva stimolato reagiva, memorizzando chissà come quell’unico chakra fino al termine della lavorazione che lo avrebbe eliminato, rendendo la forma del pezzo stabile e definitiva.
    In quel momento per Raizen le deduzioni servivano a poco, il lavoro era tutto basato sull’esperienza nata dagli errori, poco chakra, pochi effetti, troppo chakra troppa fatica e risultati scadenti, era un continuo bilanciare fino al raggiungimento del risultato finale, lavoro che gli costava una concentrazione non da poco, difficile da dissipare.

    Si si, certo, il tempo di finire qui e… che cosa?!?

    Chiese meravigliato.

    Vuoi tornare?
    E perché questo cambiamento improvviso?
    E soprattutto… perché dovresti sparire?
    Mi hai insegnato tutta questa roba, senza nemmeno insultarmi, intendiamoci!
    Sei il mio migliore amico e mi dici che potresti sparire?!?
    Se non altro spiegami che diavolo è successo, o almeno se posso proteggerti!


    Ricevute le risposte o meno sarebbe rimasto li, imbambolato come un adolescente davanti al suo primo paio di tette che per divina concessione erano perfette e sufficientemente grandi da annegarci in mezzo.
    Recuperò lucidità solo all’arrivo di Kunihiro.

    Eh!
    Io stavo per avvertirti, guarda come ti sei conciato!
    Se erano le misure ad interessarti bastava una replica di legno!
    Se invece volevi occuparti anche del peso… beh, allora mi dispiace e basta, ma se non altro hai tutto al suo posto!
    La soluzione è estremamente interessante, potrei quasi fregartela, proteggere la reale tecnica con un guscio, seppur blando, comporta una perdita di tempo.
    Bravo.
    La pratica non sarà semplice però, adesso saprai creare la lama, ma il guscio è un ulteriore espansione, e mantenerla ad una distanza costante e tangibile ti prenderà un po' di tempo.
    Non saprei cosa suggerirti, prova a partire dal chakra repulsivo provando a intensificarne l’effetto in una distanza limitata, aumentanto la concentrazione dovresti arrivare a qualcosa di solido.
    Ma queste cose vanno a sentimento, fai le tue prove.


    Dall’altra parte l’allievo fuoricorso mostrava a Kunihiro i risultati.

    È stato un percorso abbastanza traumatico, ma ora sono in grado di compiere spostamenti di singoli arti a quella velocità.
    Non riesco a lanciare oggetti ancora, ma ci sto lavorando, non riuscire a trasformarli come trasformo il corpo mi impedisce di accelerarli alla stessa maniera.
    Ma il braccio ad esempio…


    Uno squarcio nell’aria annunciò il movimento dell’arto che, dalla gamba di Raizen si era spostato, di fatto scomparendo e riapparento, al centro del petto dell’Orikawa, causando uno spostamento d'aria non indifferente, probabilmente modulato in modo che non mandasse il chunin gambe all'aria.
     
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    Quarto Giorno

    -Una domanda legittima, anche se piuttosto impertinente. Ryo guardò raizen con i suoi occhi spenti e attenti al tempo stesso e sembrò valutare se rispondere alla sua domanda o meno. -Rifammi questa domanda fra un paio di giorni e potrei risponderti. Sto ponderando una decisione e potrei aver bisogno del tuo aiuto.


    Quinto Giorno
    Il quinto giorno, l'Hokage ricevette il suo ragno da Kunihiro, e lui poté mostrarlo al sensei.
    -Quindi vorresti usare degli insetti geneticamente modificati e nutrirli a cucchiaiate di Shingoukin... un'idea interessante, anche se terrificante, ma dalla Foglia non mi sarei aspettato nient'altro... siete conosciuti per la vostra noncuranza per le creature inferiori. Alzò un sopracciglio. Scherzavo. In parte... ad ogni modo, sono curioso di vedere cosa riuscirai a creare Immagino però che ci vorrà tempo prima che le tue cavie da laboratorio si abituino al nuovo nutrimento e comincino a produrne della qualità che desideri. Nel frattempo, puoi pensare alla forma da dare alle protezioni. Una forma esagonale è corretta, sei sulla strada giusta, ma qual è la protezione più forte che già conosci e sfrutti ogni giorno? Ti avevo detto che mi avevi dato tu l'idea... già, la prima cosa che mi hai detto quando ci siamo conosciuti è stata che mi avresti dato in pasto a un drago. E così dicendo, svelò il busto di un manichino, prima coperto da un telo. Si trattava di un corpetto fatto di numerose "monete" di Shingoukin, arrangiate in modo da emulare il carapace di un drago. -Pelle di drago. Le ho voluto dare un nome iconico. Disperde meglio gli urti grazie alla posizione delle singole parti in shingoukin, senza appesantire la struttura perché di per sé non sono per niente spesse. In più si adattano alle forme di chi la indossa, quindi niente piastre ingombranti. Questa puoi ricoprirla dei tuoi fili di ragno. Avrai il meglio in ogni ambito.

    Quella sera, Raizen Ikigami fu giustamente sorpreso dalla decisione di Ryo: -Ti avevo detto ieri che stavo ponderando una decisione. E che domani ti avrei dato le tue risposte. Partenza all'alba, non fare tardi.


    Quinta Sera - Kunihiro
    Quel giorno, Kunihiro aveva lavorato alla creazione dei vari strati di barriere per la lama di chakra. Rubando l'idea dell'Hokage, aveva lasciato invece che quattro dei suoi cloni si battessero a suon di colpi di Katana legata al polso, per lavorare sull'altra parte del problema. Lui invece, l'originale, era fissato sulle barriere. Notò che creare un solo strato di barriera non era poi così complicato, ma lo era invece quello di crearne altre al di sopra, utilizzando il minor chakra possibile e la forma più sottile che potesse. L'aumento di difficoltà tuttavia non si "aggiungeva" al carico di lavoro, ma aumentava in maniera esponenziale ad ogni altra barriera aggiunta, così come lo spreco di chakra. La soluzione gli venne nel tardo pomeriggio, quando si perse ad osservare il ragno Aburame creare le sue tele nei momenti in cui non veniva assillato dal suo boia. Il ragno creava lunghi fili in varie direzioni partendo da un centro, che andavano a comporre la base di appoggio, e poi li fissava tutti gli uni agli altri aggiungendo dei fili più corti in perpendicolare, quasi come se fossero delle colonne che sorreggevano parti della struttura. 
    La teoria che doveva applicare era la stessa: fra una barriera e l'altra, doveva andare a posizionare delle "colonne" portanti, in modo che la struttura reggesse anche se di base fosse fragilissima, come la tela di un ragno. -Lo so, geniale no? Commentò Kunihiro quando spiegò la sua soluzione. -Per adesso riesco a tenerla solo se non faccio movimenti bruschi, ma fra qualche giorno andrà meglio.

    Dall'altra parte, il vero Kunihiro era gambe all'aria, dolorante -AAAAAAAH, AAAAAAH, infortunio sul posto di lavoro!! Non vedrete altro che aule di tribunale per i prossimi vent'anni! Si rimise immediatamente in piedi. -Bene, il mio lavoro qui è finito. Adesso non vi resta che andare a provarla in qualche scontro alla morte per vedere se ha tutto questo abbia davvero qualche utilità pratica! Rise.


    Sesto Giorno

    All'alba del sesto giorno, Ryo sembrava avere fretta di partire, mentre Kunihiro si lamentò del fatto che lui solitamente non si svegliava mai prima delle dieci perché a suo dire faceva male alla pelle.
    Ryo tirò fuori dallo zaino una mappa: -Sì, è una mappa delle zone limitrofe a Konoha. Prima di andare da mio nonno faremo un paio di fermate. Le segnò con del rosso. -Ti avevo detto che alcuni dei rifugi erano stati distrutti, intorno a Konoha ne conosco quattro. Voglio dirigermi a questo, che è il più vicino a dove siamo adesso. Se l'Hokage avesse domandato il perché, Ryo avrebbe richiuso la mappa e avrebbe parlato soltanto durante il tragitto.
    -Lo spirito non è immortale... può essere più o meno forte, ma per quanto lo si alleni, dopo mille anni non si può pretendere che non si indebolisca... lascerò presto questo mondo. Può essere fra una settimana, fra un anno o fra cinque anni, ma presto succederà. Diede tempo ai due di assimilare la notizia. -Non c'è motivo di essere tristi. Non ho intenzione di lasciare il mio lavoro a metà. Non ancora. Mio nonno ha le risposte che mi servono, ma è l'ultima spiaggia, non ho intenzione di chiedergli nulla, perché non ho intenzione di fare nulla per lui, in cambio. Volevi sapere cosa faccio di notte? Setaccio gli altri rifugi di cui ero a conoscenza per vedere se da qualche parte, in qualche modo, si siano salvate delle informazioni sul metodo per rimanere ancorato qui. Pensi sia da ipocriti? Condannare chi mi ha resuscitato per poi essere l'artefice del prolungamento di questo stato? Forse. Ma c'è una sorta di... assuefazione derivata da questa immortalità senza senso.

    Arrivarono per l'ora di pranzo. Il rifugio più vicino fra Konoha e Otoshimori non era altro che una grossa roccia al centro di una piccola radura nella foresta. Ma non sembravano esserci ingressi: -Dovremo capire come fare a entrare.
     
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    - XIII -




    Durante la spiegazione riguardo la pelle di drago Raizen mantenne la concentrazione per tutto il tempo, comprendendo che forse non si era spiegato al meglio.

    Capisco, e avevo capito anche prima, ma non mi ero spiegato al meglio.
    Ho trovato la medesima soluzione, solo in una scala ridotta, la forma esagonale infatti è adatta a degli incastri, che servono a dare il medesimo effetto della pelle di drago, solo che all’esterno il risultato è più compatto, quasi liscio, pur essendo composto da scagliette che si comportano allo stesso modo, disponendosi ovviamente in più di uno strato e in maniera non per forza ordinata.


    Cosa che non gli impedì di apprendere come costruire la pelle di drago, un armatura che ad efficienza era paragonabile alla sua, forse maggiore in alcuni casi, era infatti necessario comprendere e discernere utilizzi ed armature in base alle loro tipologie di utilizzo per fare prodotti il più perfetti possibile.
    In questi frangenti ricordava sempre che l’efficienza non stava nel saper fare tutto, ma saper fare bene una cosa e fare in modo che quella cosa venisse sfruttata al massimo, utilizzata in modi che una persona esperta in qualcos’altro non poteva scovare od immaginarsi, ragionamento nel quale rientrava forse un po' di deformazione professionale, dopotutto sorprendere il prossimo generalmente voleva dire vincere.
    Fu quello il momento che gli chiarì a cosa era servito tagliare il filo di metallo la notte precedente: a costruire la base in cotta di maglia a cui avrebbe poi applicato le scaglie di Shingoukin, che disposte a strati sfalsati aiutavano a dissipare ulteriormente la potenza d’urto, amplificando il potere già posseduto dal materiale.
    Portata a termine la creazione, un corpetto che a vedersi faceva una figura ben più che decente si sarebbe voltato verso Ryo.

    Si offende se la regalo al marmocchio che era con me?
    Vorrei ringraziarlo.
    Se però è un problema gliela lascio e gliene farò una di tasca mia diciamo.


    Al fabbro decidere se tardare o meno la piccola sorpresa per Kunihiro, lui non sarebbe stato sorpreso ne da una risposta negativa, ne da una positiva, ma nel secondo caso gliene sarebbe stato grato.
    Rientrato alla base ebbe modo di vedere i progressi di Kunihiro, restandone soddisfatto almeno quanto lui, in quel piccolissimo frangente era il suo maestro, e vedere che le sue indicazioni avevano dato dei frutti gli faceva piacere.

    Si abbastanza efficiente, si.
    L'immaginazione aiuta sempre, non ho mai smesso di credere che sia il vero motore della progressione nelle arti ninja.
    Potresti provare anche ad usare il chakra repulsivo per tenere a distanza i vari gusci, un pò come quando con la gomma da masticare fai una bolla dentro l'altra: l'aria all'interno della prima, al gonfiarsi della seconda, crea sempre un margine che gli impedirà di toccarsi.
    Vedi tu se può aiutarti.


    Nell'altra stanza Raizen sorrise al chunin.

    Esagerato.
    Son più che certo di aver modulato la forza, al massimo ti diamo una pacca al mese come indennizzo ahahah!


    Si osservò la mano per qualche secondo, pensando che forse per quella volta Febh non avrebbe avuto da ridire: quel potere era tutto suo, non glielo aveva dato nessuno, la Volpe aveva acceso l'interruttore, vero, ma era proprio del suo corpo e nessuno poteva rubarglielo.
    Nessuno gli avrebbe più sottratto nulla.

    Nah, non cerco mai rogne, o vengono loro o mi occupo di quelle che già ho.

    E dal sorriso stanco che fece si poteva dedurre che non erano poche.

    […]

    L’alba del sesto giorno, l’ultima che avrebbe visto in quel piccolo villaggio, non fu troppo felice di alzarsi, seppur per motivi diversi da quelli di Kunihiro.
    La colazione per la precisione.
    Era affamato e i locali a quell’ora erano ancora tutti chiusi, l’alba non era una buon ora, aveva sempre più fame, troppa, quando si svegliava prima delle nove.

    Bene, partiamo allora.
    Kunihiro.
    Dammi un sigillo e fila a Konoha a prendere cibarie.
    Tante.
    Niente dolci eh!
    ...Ammenochè non li voglia qualcuno di voi.


    Cosa che avrebbe permesso ai due di procedere più rapidamente e in solitudine.

    Quindi crede che suo nonno chiederebbe anche a lei qualcosa in cambio?
    Non è proprio una questione di vita o di morte visto che ha superato il limite da un pezzo, ma se non altro è sangue del suo sangue, e questo dovrebbe valere qualcosa.
    Intendiamoci, è uno stronzo, ma questa è anche una mera informazione dargliela non comporterebbe per lui alcuna perdita, per cui perché esigere qualcosa in cambio?
    Inoltre è stato lui a cercarvi, no?
    Magari non sarebbe nemmeno necessaria una trattativa…


    Concluse il suo parere di fronte alla porta del rifugio.

    Beh, fino ad ora come hai fatto?

    Domanda scontata visto che per sua stessa ammissione Ryo aveva setacciato più di un rifugio.

    Oppure hai visitato solo quelli già distrutti?
    Spero che in visione di questa sortita tu abbia cercato di comprendere come erano difesi.
    Abbiamo un sacco di modi, quello che è importante è sapere se ci sono o meno un sacco di trappole.
    Cosa hai trovato negli altri rifugi?
    Sistemi difensivi ricorrenti?


    Attese risposta prima di agire, aveva i cloni era vero, ma la prudenza non era mai troppa.
     
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    Quinto Giorno
    -Ho provato varie combinazioni, per decenni. Se seguirai alla lettera ciò che ti ho insegnato vedrai che questo è l'approccio più efficace. Ma i tuoi draghi potranno dirtelo meglio di me... Ah, puoi fare ciò che vuoi delle tue creazioni, sono tue e puoi elargirle a chi credi. Anche a degli strani ragazzini.


    Quinta Sera - Kunihiro
    -Lascerò da parte questa attività. Mi concenterò sull'applicare la manipolazione della natura. Finora l'anno fatto le mie copie. Vediamo che hanno imparato!
    Sciolse la tecnica.
    -Ahhhnn, figo. Sento il POTERE Dalla sua mano ad artiglio alzata al cielo spuntò una Lama di chakra, che aveva in tutto e per tutto le sembianze della lama di una Katana.
    -Comincerò a lavorare da qui, vediamo se riesco a farci passare l'impronta in maniera più... nature...


    Sesto Giorno
    Quando Kunihiro andò via per la consegna, i due ebbero tempo di parlare: -Certo che chiederebbe anche a me qualcosa in cambio. Cosa ti fa pensare il contrario?... No, credevo di averti già fatto capire che per lui non esiste alcun sangue. E neanche per me, d'altronde siamo fatti di polvere, letteralmente. Si tagliò un dito di netto con un grosso coltello e quello si ricostituì immediatamente. -E' stato lui a cercarmi perché vuole qualcosa da me, ne sono sicuro. E ormai dovresti esserlo anche tu. Ma d'altronde non avrò scelta se non troviamo niente.

    Al rifugio, Ryo rispose alla domanda dell'Hokage: -Sì sicuramente sistemi di difesa. Entrare è complicato, ma setacciare l'interno è un terno al lotto... se fossi stato vivo sarei morto varie volte... C'è anche il rischio che ti crolli tutto addosso quando meno te lo aspetti.
    In quel momento aveva passato una mano lungo la superficie della roccia, finché, con uno scatto, ruotò il polso, provocando un rumore all'interno. -Ma c'è sempre qualche parte metallica... d'altronde sono marchingegni.
    Una parte della roccia si aprì, lentamente, mostrando uno strettissimo passaggio.
    -Ahmmm, io resterei qua, se non vi dispiace... commentò Kunihiro poco convinto. -Scherzo, eheh, col cavolo che mi perdo lo spettacolo se rimanete schiacciato sotto le macerie! Aveva infatti lasciato un suo sigillo poco fuori, all'insaputa degli altri.

    Scendendo nelle profondità della terra, il gruppo poté percepire qual era veramente l'effetto devastante del tempo sul mondo. L'unica forza alla quale nessuno è in grado di sfuggire, neanche un'anima millenaria.

    Le strette pareti dei corridoi erano ormai deformate, complice l'effetto erosivo della natura, che la facevano da padrone, ricoprendo tutte le stanze quasi per intero. Così diverse rispetto agli ambienti asettici che dovevano essere stati un tempo, se una volta erano assomigliati al rifugio che Meku occupava oggi. Ma non era stato solo il tempo ad avere la meglio, in quel luogo. Sembrava anche essere stato letteralmente bombardato in vari punti: difficile poter pensare che qualcosa potesse essere rimasto in quelle stanze, nonostante paressero essere state così ben sigillate. Nessuna difesa in quel luogo, tuttavia.
    E fu proprio così che terminò quella giornata: con un nulla di fatto. Ryo avrebbe voluto partire immediatamente per la tappa successiva, ma se contraddetto avrebbe desistito dalla sua malsana idea senza troppe storie.

    Quella sera, avrebbero infatti pernottato nell'albergo di un piccolo villaggio nei dintorni, ma a cena avrebbero avuto la possibilità di parlare.

    -Abbiamo ancora due posti da visitare ma... non credo che avremo tempo di visitarli entrambi. Sento che qualcosa dentro di me sta cambiando, come se l'ancora si stesse finalmente staccando. Se al prossimo rifugio non troveremo niente... dovremo raggiungere mio nonno. Ma ho bisogno di fare quest'ultimo tentativo. Se poi dovrò darla vinta a lui, così sia. Mi concedi quest'ultimo capriccio?

    Tirò fuori la sua mappa.

    -Ti avevo già mostrato tutti i rifugi di cui sono a conoscenza. Nelle immediate vicinanze di Konoha ci sono questi due. Perderemo meno tempo se andiamo a quello più vicino a mio nonno. Dove si trova lui adesso?

    Sorrise. -No, non mi sto già dando per vinto, la speranza è l'ultima a morire, come dite voi oggi. Spero ancora di trovare qualcosa in quest'ultimo rifugio. Ma tanto ormai penserai che sono una contraddizione vivente... anzi, neanche vivente, scherzò.

    Dopo che ebbero deciso che tappa seguire e ebbero finito di cibarsi (i due shinobi, mentre Ryo aveva solo bevuto), il fabbro si alzò: -Riposate. Domani dovremo darci da fare. Come già avrai capito, io userò queste ore per setacciare ancora meglio il rifugio di oggi.

    La serata sarebbe passato senza alcun evento degno di nota e l'indomani la partenza sarebbe stata come sempre all'alba.
     
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