La Via del Ferro

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    Anime Stanche II


    - XIV -




    Quando il trio entrò nel rifugio Raizen si voltò verso Kunihiro.

    Restare schiacciati?
    Se succedesse una cosa simile mentre sto insieme ad un dislocatore non penso che ti convenga far ritorno al villaggio, non se un testimone immortale sa di tutta questa storia!
    Ahahah!


    Era indubbio che Raizen sapesse sfruttare per bene le misere carte che aveva in mano.
    Avventurandosi nel corridoio potè notare come lo scorrere del tempo e l’assenza di Meku con le sue abilità a tenere in piedi quel posto facessero su di esso un brutto effetto, facendolo incurvare sotto il peso del tempo come un vecchio. Un vecchio che aveva perso la sua memoria, al suo interno infatti non trovarono nulla di utile, qualcosa che forse riuscì a colpire anche Raizen che, più per empatia che per fatica gli poggiò una mano sulla spalla.

    Potremmo andare, se pensi ti sia necessario, dopotutto sono io a esserti debitore, e Kunihiro non avrà problemi a teletrasportarsi nel letto di casa sua.
    Ma ne siamo sicuri?
    Sarà utile?
    Ho il sospetto che se hai trovato Zero in tutti i rifugi visitati fino ad ora nei successivi la musica non cambierà troppo.


    Quella leggera opposizione basto a far vacillare Ryo, sintomo del fatto che anche la sua speranza cominciava a sfiorire, per loro la notte non fu agitata, dopotutto niente li teneva sulle spine al contrario del ragazzo millenario.

    Non c’è problema.

    Rispose mentre col dito indicava un punto preciso non troppo distante dallo strapiombo roccioso in cui erano scolpiti gli Hokage.
    Una volta consumato un veloce pasto andarono a dormire, ognuno con i propri pensieri, qualcuno di speranza, rivalsa, indipendenza, qualcun’altro di vendetta e riscatto e l’ultimo…

    Sicuramente sta inseguendo qualche scoiattolo.

    Per il Colosso che aveva dato una fugace occhiata a Kunihiro non c’erano dubbi.
     
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  2. Alkaid69
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    Settimo e ultimo giorno
    L'indomani si partì di buon'ora come previsto. L'Hokage aveva saputo dare indicazioni precise sulla posizione di Meku la sera prima, e aveva deciso con Ryo quale rifugio visitare.

    Sarebbe stato di certo una sorpresa constatare che, proprio fuori dalle mura di Konoha, a est, si nascondeva un'ulteriore rifugio. Anche questo nascosto da un qualche tipo di conformazione rocciosa, anche questo aperto da Ryo attraverso le sue capacità.

    Anche questo rifugio, come il primo, tuttavia, non era distrutto, ma solo abbandonato a sé stesso.

    Dopo un'ora circa di ricerca infruttuosa all'interno delle numerose stanze ricavate dalla roccia, Ryo incappò in una rientranza nel muro, che letteralmente si spostò, facendo crollare da l'intero soffitto della stanza accanto dove era in quel momento Raizen Ikigami. L'unica uscita: una stretta porticina, grande a malapena perché ci passasse un uomo di medie dimensioni.
    Ryo si scusò, poggiandosi affaticato su un muro. Sembrava essere agli sgoccioli.

    Solo se caldamente consigliato dagli altri, Ryo avrebbe acconsentito a uscire da quel luogo e dirigersi finalmente dal nonno. In pochi minuti, i tre furono davanti alla botola... completamente scoperchiata, scardinata, distrutta. Una forza disumana doveva essere passata di lì.
    Affrettandosi, i tre scesero lungo il percorso che più volte Raizen aveva visto, anche se questa volta c'era qualcosa di inquietante in quel passaggio: detriti, sangue, pezzi di muro crollati.
    E entrando nella stanza principale poterono vedere ancora quello stesso scenario, ma in scala più estesa. Per quanto si fossero sgolati, non avrebbe risposto nessuno. Meku non c'era.

    -Quindi, dopotutto, una trappola? Chiese Ryo all'Hokage, guardandolo con sospetto. Se tranquillizzato in qualche modo, avrebbe continuato: -In tal caso dobbiamo cercare degli indizi qui dentro. Ci sarà qualcosa che ci possa ricondurre a chi è stato qui e cosa è successo.
    Ryo avrebbe voluto Raizen vicino a sé per tutto il tempo, come assicurazione che se fosse successo qualcosa lui sarebbe stato lì. Kunihiro invece si sarebbe dileguato anche se intimato a restare unito al gruppo. Forse aveva trovato qualche scoiattolo.

    Da quello che videro, era chiaro che qualcuno aveva fatto violentemente irruzione all'interno del rifugio e che Meku aveva tentato di fermarlo (o fermarli). La quantità di sangue era tale da far credere che potesse esserci stato più di un intruso, ma dei corpi nessuna traccia.

    Nessuna lettera, nessun messaggio nascosto scritto rapidamente per avvisare i suoi alleati di quanto fosse accaduto. Almeno fino a quando Raizen non trovò quello che stava cercando: un messaggio da Meku, scritto con il sangue: Ryo.



    -Non è qui.

    Disse una voce possente, che sembrò rimbombare in tutta la stanza. Raizen ci mise poco a capire che la voce proveniva da Ryo, ma non era la sua. Quando quello si voltò verso di loro, i suoi occhi brillavano di un’intensa luce rossa.

    -Ce l’hai tu? Sai di cosa sto parlando, il libro. Lo ha dato a te? No. Sei solo la sua pedina... Prima di lasciarti qui a ripensare a ogni frammento di quanto è accaduto in questi sette giorni, per capire dove hai sbagliato, ti farò il favore di spiegarti… cercavo Meku da decenni, ho distrutto tutti i suoi rifugi, ho assoldato e posseduto i migliori per trovarlo. Cinquanta anni fa ho messo le mani su questo corpo e ho sparso la voce che suo nipote era ancora in questo mondo... e finalmente ha inviato qualcuno a indagare. Te. L’Hokage in persona, fuori da Konoha. Dovevo tenerti fuori abbastanza a lungo da carpire le informazioni che mi servivano e mandare i miei soldati a stanarlo. E ho guadagnato la tua fiducia, insegnandoti. Ieri, quando mi hai detto la sua posizione esatta, è stato facile per i miei soldati entrare e catturarlo, finalmente, dopo tutti questi anni. Ma ha nascosto il libro, ero convinto ce l’avessi tu, ma è chiaro che non è così.

    I suoi occhi adesso brillavano di luce propria; era chiaro che non c’era più niente di umano in quell’involucro. La voce seguiva il labiale di Ryo ma era come se provenisse da ogni punto della stanza.

    -Se tieni alla tua vita, abbandona l’idea di ficcare il naso in questa faccenda. Sii contento del fatto che degli esseri millenari ti abbiano lasciato vivere la tua insulsa e breve vita. Dimenticati di tutto questo e occupati del tuo villaggio per i pochi anni di vita di cui disponi.

    In quel momento, sferrò un pugno al cielo, colpendo solo aria. L'onda d'urto provocata dal colpo, tuttavia, fece letteralmente esplodere il soffitto, aprendo uno squarcio enorme verso l'esterno. La luce del tardo pomeriggio li invase. Kunihiro si stavo rimboccando la maglia nei pantaloni mentre entrava nella stanza adesso separata dalle altre solo da una parete senza alcun appoggio.

    Addio... HOKAGE.

    Con un balzo possente, "Ryo" si scagliò contro di lui, con una ferocia inaudita. [Gratuito: Velocità: 1075]
    Per poi tentare di sferrare un pugno devastante con il sinistro contro il volto dell'Hokage [SA I: Forza: 875; Velocità: 1075]
    Poi un calcio sinistro di uguale forza e velocità contro il ginocchio destro, seguito da un montante destro allo stomaco. Infine, un altro calcio, atto a spingere via il nemico verso il muro alle sue spalle. [SA II, III, IV]

    Un'istante più tardi, due Kunai comparvero alle spalle di Ryo, accanto ai quali comparve Kunihiro che, con Katana con lama di chakra sguainata, tentò di tagliare una gamba al nuovo nemico, senza fare troppe domande. Quello incassò, non ricevendo molti danni, cosa che gli permise di contrattaccare, sferrando un calcio devastante nello stomaco del ragazzino, il quale volò ad alcuni metri di distanza, scontrandosi contro le macerie. La cotta di maglia attutì una piccola parte dei due impatti, ma al secondo si frantumò del tutto. [Ferità Mediograve al busto]

    Subito dopo quell'exploit, Ryo cominciò a disgregarsi, e mentre il suo corpo rapidamente diventava polvere portata via dal vento, guardò Raizen Ikigami, poi svanì del tutto. Qualche istante dopo, tuttavia, Raizen poté giurare di aver sentito qualcuno parlare. Una voce lontana, ovattata, così flebile che sarebbe potuta essere uno scherzo uditivo:

    -Grazie...



    Edited by Alkaid69 - 21/4/2018, 20:30
     
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    L'ultima Martellata del Fabbro


    - XV -




    L’indomani, il raffazzonato gruppo, si rimise in cammino per esplorare l’ultimo dei rifugi che, come tutti i suoi predecessori si rivelò vuoto, privo di qualsiasi tipo di informazione e indizi, eccezion fatta per una trappola che avrebbe trasformato Raizen in una rabbiosissima polpetta di carne se non avesse usato la tecnica appena appresa per allontanarsi dalla sua posizione e portarsi in salvo.
    Tuttavia lo scampato pericolo gli fece realizzare che forse non era più il caso di impegnarsi in quella ricerca.
    Un pesante sospiro fu il suo modo di richiamare l’attenzione di Ryo.

    Ryo.
    Basta. Non c’è niente da cercare qui.


    Venne ascoltato, evento più unico che raro, e furono liberi di dirigersi al nascondiglio di Meku, quello vero.

    Ma che diavolo è successo qui?

    Scese con gli altri nel sotterraneo solo per constatare che era avvenuta una lotta e che nessuno era sopravvissuto ad essa.

    Una trappola?
    Quindi secondo te l’Hokage cerca di fare fuori una miniera di conoscenze che già si è dimostrata collaborativa?
    Geniale.
    Mille anni di vita non ti hanno certo aiutato con le deduzioni.


    Cercarono in lungo e in largo, ma oltre ad avere conferme dell’assenza del fabbro non trovarono nulla, tranne un biglietto, un piccolo biglietto che Meku aveva lasciato in un luogo che solo chi fosse stato a conoscenza della struttura di quel luogo potesse trovare.
    Il contenuto lo spaventò.

    Ryo.

    Le cose si fecero confuse, Meku sapeva e aveva mandato Raizen per imprigionare il suo aguzzino, oppure aveva dedotto e lo stava informando?
    Che Ryo avesse avuto la prontezza di fingersi suo amico per conquistarsi la sua fiducia?
    Non ebbe modo di rispondersi, un empia voce attirò la sua attenzione, facendogli sperare per un momento che il suo maestro non fosse il suo avversario, ma quando si voltò si rese conto che tutti erano stati ingannati, lui, Meku e lo stesso Ryo.

    E questo, chi te lo dice?

    Nella confusione di terra causata dalla distruzione del soffitto Raizen aveva attivato la trasformazione, su se stesso e il foglietto che teneva in mano, cosa che lo fece apparire come il diario tanto agognato.
    Non sapeva se l’inganno sarebbe riuscito, ma la domanda di Ryo gli fece supporre che non fosse in grado di percepire le fonti di chakra, altrimenti avrebbe visto, anche senza chiedere che li attorno non era presente il diario in cui sicuramente erano presenti fuuinjutsu o quantomeno il chakra di Meku, nel foglietto però c’era una traccia biologica del fabbro, magari avrebbe potuto ingannare altri sensi dello sciagurato nipote.
    Non sapeva cosa l’avesse fatto imbestialire, ma in quelli che poco più tardi avrebbe scoperto essere i suoi ultimi istanti di vita si scagliò contro il Colosso ad una velocità folle.
    Non da meno la forza, a cui però Raizen riuscì ad opporsi senza troppe difficoltà irrorando le parti colpite col chakra per aumentarne la resistenza e coprendo il volto con un arto, vista la difficoltà di incrementare la durezza dei muscoli in quella parte del corpo.
    Era già pronto ad afferrare la gamba che stava per colpirlo per scaraventarlo al muro quando si rese conto che Kunihiro stava tentando di essere parecchio di più di una distrazione.

    NOOO VA VIA!
    TORNA AL VILLAGGIO A CHIEDERE AIUT…!


    Ma venne comunque colpito, un impatto non da poco, ma a cui si poteva sopravvivere, giudicò l’esperienza di Raizen, mentre osservava con stupore il corpo del “giovane” fabbro disgregarsi.

    Ecco perché stava morendo, in cinquant’anni gli ha prosciugato l’anima…

    Ben presto, dei fabbri leggendari non rimase solo nulla, solo il loro talento ed un grazie.
    Leggermente abbattuto si diresse da Kunihiro per aiutarlo a rialzarsi se ne avesse avuto bisogno, o per chiedergli come stava.

    Ti sei beccato una bella botta, ho visto incudini faticare sotto colpi più leggeri
    Potrebbe non sembrarti il momento più adatto, ma non so quando ci rivedremo.
    Tieni questa, la prossima volta colpi simili li sentirai un po' meno.
    E considerando che quello qui era solo l’emanazione di colui che ha mandato i soldati a fregarci Meku, direi che ti servirà quando andremmo a riprendercelo.


    Così dicendo gli consegnò la cotta di maglia a scaglie completata qualche sera prima, scorreva come acqua sulle mani nonostante fosse composta da placche abbastanza grandi, si capiva subito al tatto che era un metallo singolare quanto silenzioso.

    Grazie per l’aiuto.

    Non gli restava che sperare che l'amo gettato con quella trasformazione attirasse qualche pesce.
     
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  4. Alkaid69
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    W0kilez
    Kunihiro si riprese quando Raizen ikigami si avvicinò a lui, rendendosi conto che il nemico era svanito, rise, di gusto.

    -Puahahahaha...aAHAHAHAHAH.

    Rise fino a che non gli lacrimarono gli occhi. Che Raizen avesse chiesto o meno cosa diavolo avesse da ridere tanto dopo quella batosta, Kunihiro si alzò la maglia, sfilandola da dentro i pantaloni, in un gesto opposto a quello che aveva compiuto pochi minuti prima entrando nella stanza dove il nemico si era palesato.

    Ancora seduto per terra poggiato alla roccia. Da sotto la maglia, tirò fuori un libricino. Raizen l'avrebbe riconosciuto subito.

    -Oooh, cosa darei per vedere la faccia che farebbe il potente millenarioooo uuuuu, che pauraaaa. Gahahaha.

    E così, entrambi sarebbero potuti tornare a casa, entrambi arricchiti, entrambi consapevoli che da qualche parte Meku era ancora "in vita", e che c'era una presenza le cui intenzioni non potevano neanche cominciare a immaginare.
     
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