Un'altra delle piccole ma problematiche leggerezze che Kado non andò a considerare fu l’inconsistenza che caratterizzava le Bushin no Justu. Esse non erano fisiche, e bastava esercitare un minimo di pressione fisica per consumarle in un istante. Di sicuro non potevano rappresentare una difesa da un oggetto acuminato! Così la rincorsa dei tre ragazzi si interruppe esattamente sul corpo del sfortunato Ninja! I coltelli affondarono sebbene superficialmente. Come per l’uomo disteso a terra la forza dei tre non era assolutamente sufficiente per inferire colpi profondi e il fisico temprato del Ninja riuscì senza troppe difficoltà a resistere [Danno].

Quello che però fu assolutamente insolito, per utilizzare un termine gentile, fu la reazione spietata di Kado! Infatti l’Otese attaccò i tre ragazzi, con la differenza di qualche istante, rispetto al loro affondo saltando verso l’alto ma dimenticandosi che si trovava in un scantinato! Il salto di conseguenza fu così energico che andò a sbattere la testa contro il soffitto e questo influì in maniera decisamente negativa sul tiro successivo.

Le armi da lancio colpirono i ragazzi, certo. Ma di striscio e questo non pregiudicò le loro capacità di movimento, tanto che spaventati a morte e ormai privi dell’adrinalina necessaria per continuare ad offendere entrambi gli uomini fuggirono dalle scale, lasciandosi addirittura dietro i coltelli che caddero rovinosamente a terra.

Un ombra però sarebbe apparsa sulle scale che poco a poco per Kado si sarebbe definita sempre di più. Ero io, di ritorno dal posto precedente. Non fermai i ragazzi, ma anzi gli lasciai fuggire. A respirare un po’ di libertà prima, probabilmente, di essere di nuovo catturati o finiti in mani sbagliate. Un destino molto amaro, in ogni caso.

Mi avvicinai al giovane Ninja e diedi un’occhiata generale all’intero ambiente. Aveva scoperto quello che doveva essere il luogo di distribuzione e divisione della droga e probabilmente l’uomo lì a terra, terribilmente ferito, era l’incaricato. L’aguizzino dei bambini. Appoggiai una mano sulla spalla del ragazzo: - Ben fatto Kado, hai fermato questo bastardo. – Naturalmente non mi spinsi così avanti da capire che erano stati anche i ragazzi a contribuire.

Fanne quello che vuoi di lui. Io nel frattempo mi occupo di distruggere questa droga. – e mi avvicinai al bancone. Portai una sorta di spazzata con la mano, parallela al tavolo e rasente allo stesso. Carica di Chakra elettrico, stridente rumoroso ed esplosivo. Avrei distrutto le sostanze e le avrei disparse in tutto l’ambiente, rendendole di fatto non più pure e utilizzabili. Al termine mi sarei voltato verso Kado, rendendomi conto di quanto in realtà fosse stremato.

- Forza, andiamocene da questo posto. Per oggi direi che abbiamo dato abbastanza. – così ci lasciammo alle spalle quel posto dimenticato dai Kami. Avevo in un certo senso fatto un buco nell’acqua e le informazioni che avevo ottenuto si erano rivelate alquanto inesatte. Di certo avrei chiesto personalmente delucidazioni a chi me le aveva fornite… ma questa sarebbe stata un’altra storia, magari trascorsa insieme con il nuovo Ninja di Oto.