L'Ombra del GiganteAkira-Sanjuro

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    L'ombra del gigante


    Viaggio romantico



    Era una mattina come tante altre, il sole non era ancora sorto, ovvero non era ancora trapassato tra le nebbie che avvolgevano la valle paludosa dove sorgeva Kiri, ma qualcuno era già in piedi, intento a fare i bagagli. Gassan aveva quasi terminato di confezionare la borsa di Sanjuro, mentre questi ancora scrutava il futuro controllando la disposizione dei fagioli che lui stesso aveva lanciato nel piatto, pratica comune tra li sciamani, per prevedere i segni del tempo che doveva ancora arrivare. Aveva avuto una notte agitata lo sciamano, qualcosa aveva disturbato il suo sonno, come se qualcuno stesse cercando di conversare con lui attraverso l'attività onirica, o almeno questo era quello che pensava Gassan, da buon bastone. Il Kiriano albino quindi posizionò la maschera da viaggio sul capo, con il buon Toru che non aveva mai smesso di dimenarsi su di essa, e afferrato Gassan, prese il sacchetto che il fido alleato aveva preparato per lui, e dopo averlo caricato su una spalla, lasciò la catapecchia nella palude, superando il tendone da circo che aveva adibito a ufficio privato del consigliere. Sanjuro si diresse quindi in amministrazione.

    Nel palazzo della burocrazia di Kiri, Sanjuro avvisò uno degli addetti che sarebbe partito per una missione segreta, e in caso di bisogno, Itai avrebbe trovato un fascicolo della missione in questione nella sua scrivania, in uno dei cassetti. Ovviamente diceva il vero, e il Kage avrebbe trovato un fascicolo, ma semplicemente si trattava di una cartelletta di carta gialla umida, con al suo interno delle alghe secche, un occhio di capra e un disegno della mano destra di Sanjuro, che lo sciamano aveva effettuato ricalcando i contorni nella sua mano, utilizzando dei pastelli. In caso di ulteriori richieste, il consigliere avrebbe semplicemente osservato l'orizzonte, in quel caso la parete dietro l'addetto in questione, pronunciando parole incomprensibili, non distinguibili dai suoni di sofferenza del gabbiano che portava in testa.
    Abbandonando il palazzo del potere della Nebbia, con il suo fido bastone e un sacchetto da immigrato sulla spalla, Sanjuro si diresse nell'unico posto a Kiri, dove poteva sentirti a casa, se non si contava la palude. E il negozio di caramelle, e l'estetista, e lo studio dell'esperto di rimozione verruche.
    Casa di Akira.
    Non fu chiaro se aveva oltrepassato volontariamente la sicurezza del quartiere Hozuki, o se furono i membri del clan stesso a lasciarlo passare a quell'ora nel timore di beccarsi chissà qualche malattia sessuale o la diarrea, a ostacolarlo, fatto sta che alle 6.15 del mattino si trovava davanti alla porta di casa di Akira.
    Bussò la prima volta lo sciamano, senza ottenere risposta, quindi bussò una seconda volta. Nuovamente non ottenne risposta.
    Quindi, preoccupato che il ritardo del ragazzo nel rispondere potesse provocare uno scompenso nell'equilibrio alimentare di ciò che era rimasto della popolazione dei Dodo, Sanjuro manipolò l'acqua nell'impianto della casa, avvicinando una mano ad uno dei tubi che arrivavano dall'acquedotto, e iniziò a ghiacciare parte dell'impianto. Circa 30 secondi dopo, i giunti iniziarono a scoppiare per la pressione, trasformando la casa in un campo minato su cui un Otese ubriaco giocava a paintball. A quel punto, con i tubi in frantumi e l'acqua che stava allagando buona parte della dimora, Sanjuro riprese a bussare, fino a che Akira non fosse comparso alla porta, o da una finestra.

    A quel punto, quando il ninja fosse stato finalmente pronto a mostrarsi, Sanjuro gli avrebbe rivolto poche criptiche parole, il cui senso probabilmente non avrebbe avuto significato per nessuno, tranne per uno shinobi esperto come Akira che ormai aveva avuto a che fare con lo sciamano più di una volta. Oltretutto, vennero pronunciate in maniera estremamente seria.

    Andiamo, missione segreta, porta un limone.

    Non disse altro. Semplicemente si girò e iniziò ad incamminarsi, con i tombini accanto alla casa di Akira che avevano preso a saltare per aria. Il misticismo era palpabile nell'aria come una torta al cioccolato che veniva tagliata da un uomo la cui fame era stata plasmata da una cavalcata a pelo di pecora per 72 ore.
    Uscendo dal quartiere Hozuki, Sanjuro aveva lasciato un bigliettino a uno dei piantoni, con i codici bancari per addebitare i danni al Mizukage. Non era chiaro come ne fosse venuto in possesso, ma dopo la festa per il nuovo anno doveva aveva praticamente ipotecato il villaggio, Sanjuro aveva sempre lasciato in giro coordinate bancarie che avrebbero generato fatture all'indirizzo di Itai, che il Kage non se ne fosse accorto o che non controllasse minimamente la sua situazione finanziaria, era un altro paio di maniche.
    La destinazione era il porto, l'imbarcazione, fin troppo nota ad Akira.



     
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    L'Ombra del Gigante


    I


    Morfeo cullava i miei sogni.
    Era appena l'alba e avevo preso da poco sonno dopo una cena a casa Meika Akuma non proprio altamente digeribile.
    Stracotto di merluzzo con riso, patate e cozze fritte.
    Al padre piaceva mangiare pesante.
    Ma questa è un'altra storia.
    Dicevo. Dopo le prime ore passate insonni ad alzarmi ogni 10 minuti dal letto in cerca di acqua da bere, avevo trovato la pace nel sonno solo dopo le 3 di notte.
    Caddi in un sonno profondo, non so se a causa della stanchezza in se per se o del demoniaco merluzzo ancora sullo stomaco, ma subito lamia mente intraprese a viaggiare tra strani sogni.
    Tra i molti, oscuri e mistici, l'ultimo rimase come fisso nella mia mente.
    Quasi come se fosse stato vero.
    Ero su un peschereccio.
    Una piccola barca, immersa nella nebbia e avvolta dal mistero, in acque a me sconosciute.
    Nessun membro dell'equipaggio. Nessuna anima viva.
    Più mi sforzavo di urlare e più sentivo che nessun suono usciva dalla mia gola. Nessuno poteva aiutarmi.
    Costretto ad attraversare quei ignoti mari fino alla fine dei giorni. Da solo.
    La paura della solitudine, intrinseca alla condizione umana.
    O almeno credevo fosse quello il significato del sogno.
    Infatti, dalla rassegnazione passai velocemente alla disperazione.
    Dapprima fu uno scricchiolio, poi un rumore ancora più forte... Alla fine capii quando un'immensa crepa si creò nel bel mezzo del ponte.
    La nave si stava come spezzando in due metà. Stavo per colare a picco nel freddo oceano.
    Non che non l'avessi mai fatto... Ma che cazzo. Neanche nei sogni si poteva stare tranquilli.
    In men che non si dicesse mi ritrovai inghiottito dalle acque e...
    Slurp. Il gelido tocco delle acque penetrò nel mio corpo, come mille aghi nella carne.
    Sentivo i vestiti bagnati farsi sempre più pesanti... Quasi come se fossero veramente zuppi.
    Erano veramente zuppi.
    L'acqua entrò nelle narici del naso.
    PFFFFFFFF! Sputai di botto dell'acqua dalla bocca, alzandomi di scatto dal letto e ritrovandomi di fatto con la camera da letto della mia villetta ad un piano quasi del tutto allagata. MA COSA DIAVOLO STA SUCCEDENDO. Urlai mentre un rumore tonfo proveniva dal portone di casa.
    Qualcuno stava bussando.
    z6ooNnk
    Saltando da una parte all'altra, come se quello fosse servito in qualche modo a bagnarmi di meno o a schivare l'acqua, arrivai alla porta.
    Sanjuro.
    E subito tutto fu chiaro.
    Missione segreta.
    Limone.
    COSA CAZZAROLA HAI COMBINATO DANNATO SCIAMANO! Urlai come un forsennato. LA MIA CASA E' DA BUTTARE! Presi lo sciamano per la maschera e incominciai a scuoterlo come un campanaccio. E POI... Presi fiato. NON MI PIACCIONO I LIMONI! Il vero problema in mezzo a quel marasma.

    Sapevo però che era impossibile resistere al potere dello sciamanesimo, quindi impiegai relativamente poco tempo a preparare il necessario per cambiare i vestiti bagnati e recuperare il mio equipaggiamento. Giusto un paio di urla per recuperare qualche neofita del clan Hozuki a cui lasciai detto di voler ritrovare tutto pulito e sistemato al mio ritorno.
    D'altronde dovevo fare le pulizie. Non tutti i mali vengono per nuocere.
    Ah. E portatemi un limone. Mi guardarono come se fossi pazzo. UN LIMONE HO DETTO! VELOCI!
    Recuperato anche l'agrume, che venne riposto nella mia sacca, incominciai a seguire il vecchio - pazzo (?) - sciamano. Stavo facendo strani sonni questa notte... Forse era un segnale... Cosa sta succedendo nel mondo? Ci sono disturbi mistici in atto? Non pensai neanche di dare la colpa ai 3 chili di cozze fritte.
    Non potevo sapere a cosa andavo incontro, ma se Sanjuro stava scomodando anche il saggio Gassan la questione doveva essere importante.
    Arrivammo ben presto al porto e lì, ad attenderci, c'era una mia vecchia conoscenza...
    Oh... No... La nave del capitano Samoru. Ma non era andata distrutta...? Chiesi, mentre come scintille tornavano alla mente cristallini i ricordi del mio ultimo sogno.
    L'oscuro presagio era completo.
     
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    L'Ombra del gigante


    [2]



    Quando Akira giunse al molo, ebbe una incredibile apparizione. Davanti a lui si ergeva la maestosa Spirito Indomito, la nave che lo aveva accompagnato a Genosha molto tempo prima; durante quel viaggio aveva non solo rafforzato i suoi rapporti intimi con Meika, ma aveva anche avuto l'immensa fortuna nell'incrociare il suo destino con quello dello sciamano più potente del continente della nebbia. Pensandoci a fondo, molto a fondo, Akira aveva davanti a sè l'unica cosa in grado di generargli un terribile mal di stomaco.
    Eccola lì, la pinaccia a vela che aveva solcato le peggiori tempeste da Kiri ai peggiori bar di Sanbashi, completamente rinnovata, completamente uguale a prima, e senza un graffio.
    Alla domanda di Akira, seguì una voce mistica accanto al ragazzo.


    Foglie di Felce.
    Sentenziò Sanjuro, appena apparso alla sua destra. Qualuque cosa intendesse. Riprese lo stesso Samoru, in arrivo lungo il porticciolo alla sinistra di Akira, ripetendo l'antifona. - Foglie di felce ragazzo mio, foglie di felce. - Rise, supportato nella risata gaglioffa dallo stesso Sanjuro, forse nel primo manifestarsi della sua risata che Akira aveva mai udito.

    3IM6SeC



    I due non avrebbero preso in troppa considerazione la reazione del ragazzo a quel loro teatrino e sarebbero rapidamente saliti sulla barca. A quel punto, Sanjuro, dopo aver appoggiato Gassan ad una delle paratie, chiese e ottenne da Samoru due bicchieri, entrambi con dell'acqua, quindi si rivolse in modo serio ad Akira, che a quel punto doveva averli seguiti. Hai portato il limone. Si?
    Quando Akira avesse ceduto il limone allo sciamano, Samoru sarebbe entrato nella conversazione, chiedendo all'amico di Genosha quale fosse la loro rotta, solo per ottenere un cenno di calma e silenzio, con una mano, da Sanjuro. Il mistico avrebbe tagliato in due il limone, porgendo nuovamente ad Akira una delle due metà, con sguardo serio, qualunque fosse sotto la maschera:
    Non, perderlo.
    Mi raccomando.
    Per poi dedicarsi alla metà di agrume che aveva tenuto per sè. Ne strizzò il contenuto in uno dei due bicchieri pieni di acqua, per poi depositare delicatamente la metà priva di polpa nell'altro bicchiere, in modo che galleggiasse sulla superficie del liquido.
    Afferrò il bicchiere con l'acqua e il succo, e lo bevve.
    Ahhhh, la sete.

    Quindi, ponendo entrambe le mani sul bicchiere che conteneva il limone strizzato in galleggiamento, cominciò a emettere suoni fissando l'oggetto giallo che roteava sull'acqua, cullato dalle leggere onde del porto.
    Samoru trasalì, avendo finalmente compreso che cosa stesse facendo Sanjuro. Si girò sul posto, roteando di 180° nemmeno fosse una trottola, e corse verso il timone:
    - HO CAPITO SAGGIO AMICO, SI VA NELLA VALLE, SIA FATTA LA ROTTA DELLA LIMONBUSSOLA. - LIMONBUSSOLAAAAA Completò la frase Sanjuro, come posseduto da un'estasi mistica.
    Qualunque cosa fosse accaduta su quella barca, era facilmente riassumibile con due tizi che osservano un limone strizzato e decidono dove andare. Quasi sicuramente c'era una spiegazione scientifica, o almeno quantomai sensata a quello appena accaduto, ma nessuno dei presenti ritenne importante informare Akira della questione.
    Per la durata del viaggio, quasi tutta la durata, i due matti non dettero troppo spago ad Akira; Samoru era intento a fissare l'orizzonte e non staccava mai le mani dal timone, infatti il ragazzo avrebbe potuto notare un particolare che gli era forse sfuggito durante il primo viaggio col capitano. C'era una particolare bottiglietta di vetro, con un imbuto, incastrata poco sotto il timone. Difficile capire perchè Samoru avesse praticamente incastrato una bottiglia in quel punto del legno e del metallo che componevano la nave, poi però, quando Akira avesse riflettuto sul fatto che per 12 ore il capitano non aveva lasciato mai la sua postazione, forse gli sarebbe stato chiaro il suo utilizzo.
    Quanto allo sciamano, Sanjuro era sempre lì, sul ponte, seduto su un panchetto vicino alla porticina che dava nella cabina del capitano, ad osservare il limone che galleggiava sul bicchiere. Avrebbe risposto con dei muggiti ai tentativi di Akira di instaurare un discorso, e se non fosse bastato, avrebbe indicato cose a caso al ragazzo: la cabina per dormire, il piatto con l'arrosto avanzato di Samoru, e la bottiglietta di cui ho narrato in precedenza.


    A circa 20 ore di viaggio verso sud-est, quando ormai il sole aveva abbandonato tutti per nascondersi dietro l'orizzonte, Sanjuro avrebbe improvvisamente afferrato Gassan e una corda che a quanto pare teneva nascosta sotto le natiche, lanciandola ad Akira, se fosse stato vicino a lui, oppure legandogliela ai piedi, e alla nave, se fosse stato addormentato da qualche parte. Il limone improvvisamente, cadde a picco sul fondo del bicchiere, come attratto da una forza misteriosa.

    LIMONEEEEEEEE - HYYAAAAAAAAAAAHOOOOOOOO-
    Rispose Samoru, e con un rapido colpo di timone, la barca compì una rapida sferzata come per invertire la rotta, poco prima di precipitare da una cascata. In mezzo all'oceano. Nei 54 secondi che la nave si trovò in caduta libera, Samoru era stato schiacciato sul soffitto della sua cabina e ne stava approfittando per urinare, avendo tirato fuori il batacchio, ridendo nel farlo, e cercava di mirare all'imbuto rosso incastrato nella bottiglia incastrata sotto al timone. Sanjuro stava all'esterno, reggendosi a Gassan, e reggendo la nave con l'altra mano, in modo che non gli scappasse e non finisse in cielo.
    E Akira?



     
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    L'Ombra del Gigante


    II


    Benché i miei occhi non ci credessero, era veramente la Spirito Indomito ad essere innanzi ai miei occhi in quel momento.
    La nave su cui aveva affrontato il mio primo viaggio a Genosha.
    A pensarci bene anche la nave del mio primo, terribile, spaventoso, naufragio.
    Forse era meglio non pensarci, date anche le risposte alle mie domande su come la nave fosse ancora lì pronta a salpare (?).
    Per mia sfortuna, o fortuna, la mia fiducia nei confronti nello sciamano più potente di Kiri era smisurata, quindi, per non farmi trovare in un possibile difetto dinanzi a Sanjuro e Samoru, finsi con tutte le mie forze di sapere cosa stessero dicendo. Foglie di felce... Certo, certo, è ovvio... Cercai di ripetere nel modo più convincente possibile.
    Come si sa, però, lo sciamanesimo non ammetteva perdite di tempo e commoventi saluti, quindi mi trovai ben presto a seguire lo strambo duo sulla barca.
    Certo che ho portato il limone, ecco qui. Esclamai, sedendomi a gambe incrociate vicino a Sanjuro mentre gli passavo l'agrume. A quel punto sarebbero serviti due bicchieri pieni d'acqua per iniziare qualsiasi cosa Sanjuro avesse dovuto iniziare.
    Il limone venne tagliato a metà; la prima mi venne restituita, e la riposi nella stessa tasca dove lo avevo inizialmente riposto, mentre la seconda venne spremuta in un bicchiere per poi lasciare la scorza a galleggiare nel secondo bicchiere.
    Il primo bicchiere venne avidamente ingurgitato dallo sciamano. Zuccheri e vitamine necessarie al rito... Comprendo... Annuii leggermente con la testa, come se fosse una cosa ovvia.
    Fu però la seconda parte del rituale ad essere più ancora più misteriosa, mistica o sciamanica rispetto alla prima.
    ...SSSSSSOLAAAAA! Scattai con le gambe, portandomi a sedere sulle piante dei piedi, quasi totalmente accovacciato, mentre muovevo alla rinfusa le mani in maniera ondulatoria e cercavo di unirmi all'unico coro di voci per non fare la parte del babbeo che non sapeva cosa stava accadendo su quella nave.

    Quel che successe per le molte ore successive, non sarebbe stato degno di attenzione.
    Sanjuro era misticamente impegnato a osservare il limone galleggiare nel bicchiere mentre emetteva grugniti di sciamanesima memoria di tanto in tanto.
    Samoru, invece, seguiva dettagliatamente le direttive dello sciamano e di Gassan, tramutando muggiti in suggerimenti di direzione. La navigazione della limonbussola doveva essere veramente molto impervia, e quel che potevamo trovare in questa famigerata valle non mi fu rivelato in alcun modo ne dal capitano della nave ne da Sanjuro stesso.
    Lo stesso Samoru aveva da poco collaudato un nuovo meccanismo che poteva permettergli una navigazione più attenta e scrupolosa. Leggermente ripudiante a dire il vero, ma sicuramente efficiente. Per un vero lupo di mare com'era il vecchio marinaio da una gamba sola, era quanto di meglio si potesse chiedere.

    Deciso a lasciar fare il loro lavoro ai miei prodi compagni, mi addormentai su un'amaca improvvisata che avevo creato sul ponte della nave.
    Mi svegliai solamente quando mi sentii toccare.
    Uhm...? Che succede...? Alzai il busto, guardando Sanjuro che completava il nodo che legava una mia gamba alla nave.
    Quel che successe dopo fu troppo rapido da spiegare.
    Solo il mio voltoz6ooNnk avrebbe potuto spiegarlo.

    AAAAAAAHHHHHHHHHHHHHHH!

    Una cascata.
    yy1BFQY


    AAAAAAAHHHHHHHHHHHHHHH!

    Nel bel mezzo dell'oceano, eravamo finiti in mezzo ad una cascata talmente alta da non permettermi di vedere il fondo.

    La forza di gravità mi spinse verso l'alto. L'unica cosa che riuscii a fare fu quella di abbracciare come un neonato l'albero maestro usando anche il chakra adesivo per non finire sobbalzato via dal vento.
    L'oscuro presagio si era concretizzato, e mi accingevo ad affrontare il mio secondo naufragio. Con un'unica nave.
    SIGH! IO VI ODIO! SIGH! GIURO CHE VI ODIOOO!

     
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    L'Ombra del gigante


    [3]



    Quando la nave impattò nuovamente con la superficie dell'acqua, venne in parte danneggiata, e si inabissò per alcuni metri, prima di tornare a galla per l'effetto opposto. Una volta terminato di vomitare, se ne avesse avuto bisogno, Akira avrebbe notato come attorno a lui, l'oceano fosse scomparso. L'imbarcazione si trovava infatti in quello che sembrava un lago; molto grande certo, ma comunque un lago. Lo specchio d'acqua in questione si trovava alle pendici di altissime montagne, così alte da rendere impossibile vederne la fine, dato che essa si ergeva sopra le nuvole. Solamente a nord il lago in questione non era circondato da montagne, ma si estendeva una valle, una pianura verde così sconfinata, ma così sconfinata, da rendere quasi impossibile il vederne la fine, con altre montagne oltre ad essa.
    Samoru, che con lo schianto era finito a pancia all'aria, raccolse prima una bottiglia di liquore da una feritoia nel legno della sua cabina, e prese a bere, quindi raccolse il suo corpo, e si rimise in piedi; il tutto senza mai smettere di mandare giù il liquido in questione, che puzzava più di olio bruciato che di alcool; solo i kami sapevano cosa ci fosse in quella bottiglia.
    Quanto a Sanjuro, lo sciamano era appollaiato sull'estremità nord della barchetta, ammirando la grande vallata.


    Ahhh, finalmente, mi mancava l'aspro sapore di questa valle meravigliosa.

    E senza troppi convenevoli si gettò in acqua. Akira però lo avrebbe visto pochi istanti dopo, correre letteralmente sull'acqua come su una palude, in direzione della riva nord. Non che Sanjuro stesse usando il chakra adesivo, da quando era divenuto sciamano, aveva dimenticato cosa fosse il chakra adesivo; semplicemente quel lago era così salato, ma così salato, che i corpi solidi, anche molto pesanti, potevano galleggiare su di esso. Al massimo i piedi sarebbero entrati dentro le acque dense per un paio di centimetri. Il chunin avrebbe udito Sanjuro sbraitare qualcosa durante la corsa; qualcosa di incomprensibile, ma che fu chiarissimo a Samoru, non si sa bene come.

    - Seeehhhh, tengo la nave pronta per ripartire, riparo i danni, e disegno qualche faccina buffa sulla chiglia, tutto chiaro Sanjuro-san !! -

    Se Akira avesse chiesto spiegazioni al lupo di mare, avrebbe ottenuto in realtà una descrizione fin troppo accurata. Infatti, ad eventuali domande, Samoru avrebbe risposto voltandosi con degli occhialini da dotto sul naso e una pipa in bocca, sebbene non li avesse sul viso fino a quel momento, per darsi un'aria più da intellettuale ( la pipa era spenta e gli occhiali senza le lenti ) e avrebbe risposto.

    - Ragazzo ma cosa vi insegnano all'accademia in questi ultimi 40 anni. Questa è la leggendaria valle proibita di Dormin. In un tempo molto remoto era una delle isole che circondavano Kiri. Qui l'uomo che poi sarebbe divenuto il nonno del primo Mizukage, combattè la sua ultima battaglia contro un terribile Oni, il padre di tutti gli Oni dell'Est, Dormin l'innominabile, e lo uccise in questa stessa valle che vedi davanti a te. Poi, per non rischiare che le sue terre, pregne del sangue del demonio potessero essere raggiunte da altri inconsapevoli, convinto dagli abitanti dell'isola, la sigillò con il loro aiuto. Da allora, non compare su nessuna carta, e non è raggiungibile con nessuna rotta. Si dice che solo chi vi abbia già messo piede sia in grado di raggiungerla nuovamente e che solo un uomo che sia tornato dal regno degli Oni possa, attraverso un oggetto di incredibile potenza, una bussola generata da un limone che sia cresciuto da un albero antico almeno quanto l'isola stessa, possa tracciare una rotta per le sue sponde. Sono già stato qui anni fa.
    Ormai solo una tribù vive nella valle. Nella parte opposta dell'isola. Verso nord. -


    Sanjuro era ormai quasi sulla riva del lago salato.

    [Sulla terraferma]

    Lo sciamano avrebbe accompagnato Akira nella valle, e il ragazzo avrebbe potuto constatare come il posto fosse incredibilmente ameno. Non una traccia di civiltà, non una traccia umana, se non qualche rovina di tanto in tanto risalente a chissà quale epoca. Colonne consumate per lo più, ma nessun insediamento. Persino gli animali erano pochi, qualche volpe delle praterie, lucertole, e insetti di vario tipo, ma non molto di più; nessun volatile.
    La camminata sarebbe proseguita per almeno un'ora, quindi con il sole che batteva su di loro, sebbene non fosse visibile in nessuna direzione, in lontananza Akira avrebbe potuto scorgere una costruzione. Molto alta.
    Avvicinandosi, quello che sembrava un tempio in rovina in pietra levigata, si rivelò esattamente come appariva da lontano.


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    Sulla struttura erano cresciute piante e piccoli arbusti, per simboleggiare quanto quel luogo fosse antico, e senza nessuno che se ne prendesse cura.
    Oltre il tempio, Akira avrebbe potuto notare come le montagne che sembravano lontanissime, in realtà erano adesso più vicine del previsto, cosa che avrebbe destato dei sospetti nel ragazzo. Era impossibile che avessero percorso tutta quella distanza in appena un'ora di cammino, poco più; forse c'erano altri dettagli all'opera in quella valle misteriosa.
    Per tutta la tratta, Sanjuro avrebbe continuato a ripetere ad Akira la storia della valle così come l'aveva narrata Samoru, ma aggiungendo un altro particolare: " Ogni luogo può avere un solo sciamano, è una regola per mantenere l'equilibio del mondo, e nessuno sciamano era presente nella valle di Dormin, anni fa.
    Quando fossero entrati nel tempio, avrebbero notato come non ci fosse alcun tipo di illuminazione, ma che il tempio, per sua struttura, fosse stato costruito in modo da essere illuminato in penombra in ogni sua zona, senza bisogno di luce, per una serie di feritoie nella pietra. La struttura avrebbe avuto senso di giorno, e solo se il sole fosse rimasto alto nel cielo come a mezzogiorno, ma non certo di notte.
    La conformazione interna era del tempio era molto particolare. Fondamentalmente era una grande scala a chiocciola, gigantesca, con soli due piani. Dal piano terra, la grande scalinata saliva fino in cima, dove, a circa 30 metri, era presente il primo e uno piano oltre a quello base.


    [Il piano terra]

    Sul piano a terra, era presente una sola grande sala, di forma rettangolare. Loro sarebbero entrati da uno dei lati lunghi.
    Davanti a loro, sull'altro lato lungo, c'erano delle statue. Grandi statue, degli idoli grandi come 5, forse 6 uomini, molto alti. Erano 16 in totale, e raffiguravano uomini particolari, stilizzati. Alcuni senza mani, altri con le zanne; più simili ad animali che antropomorfi.
    Quanto ai due lati corti, alla loro destra e alla loro sinistra, alla loro destra, per intenderci a Est, guardando la mappa dall'alto, c'era una stanza rotonda, con 10 cm di acqua limpidissima.
    A Ovest, alla fine della grande sala, e dopo l'ultimo idolo, un grande altare sopraelevato da alcuni scalini.


    [Il piano primo]

    Salendo, per un bel po' di scalini, si arrivava al primo piano, che altro non era che una sola balconata, rivolta a nord, verso le montagne, a cui si agganciava un ponte di pietra, alto quanto il tempio, sorretto da colonne, che si estendeva, a occhio, fino alle montagne stesse.

    Trn65YI



    Le zone più alte del tempio, semplicemente non erano abitabili nè raggiungibili; solo un ammasso senza logica di pietre e colonne.

    Quello che però Akira avrebbe potuto DECISAMENTE notare, era la presenza di qualcuno, presso il grande altare. Qualcuno verso cui Sanjuro si stava recando. Un ragazzo di circa 20 anni, piuttosto magro ma atletico, dai corti capelli castani. Assieme al suo cavallo; la proprietà era evidente dalle bardature. Il giovane aveva con sè una ragazza, forse della stessa età, che era stata distesa sul grande altare, forse addormentata.
    Quando i due, sicuramente Sanjuro, si fossero avvicinati; il giovane si sarebbe voltato, estraendo una spada bastarda dalla lama bianca come la neve, con dei simboli sconosciuti per Akira, puntandola agli stranieri.


    - Chi siete, cosa ci fate qui nel tempio di....Sanjuro? Siete...siete davvero voi ? -

    Il giovane allungò la testa in avanti, come per vedere meglio, quindi ripose la spada e chinò la testa in segno di scuse. Lo sciamano si fece avanti e lo colpì violentemente sulla nuca usando l'estremità stondata di Gassan, abbastanza da farlo squittire.

    EBBENE,
    COSA SAREBBE QUESTA NOVITA', EH JUNPEI, E' COSì CHE RICHIAMI IL NOBILE SCIAMANO DELLA NEBBIA?! FACENDOGLI VENIRE GLI INCUBI MENTRE SI LIMA LA PUNTA DEI CALCAGNI ?!


    Il ragazzo sbiancò, chiaramente a disagio e in colpa, pure con le lacrime agli occhi, ma probabilmente causate dal colpo datogli col bastone. Si precipitò indietro di un paio di metri, frapponendo le sue mani e gesticolando come per prendere tempo, per scusarsi, come fosse un malinteso.

    - IO...IO...ECCO SCUSATE, è sacro rituale chiedere il permesso allo sciamano della valle per entrare nel dominio dell'Innominabile, ho dovuto farlo...PADRE. -

    hFeHO1W



    VEDO, INFATTI, COME HAI ATTESO IL MIO PERMESSO. PERMESSO NEGATO, ORA TORNATENE A CASA.

    Già. Proprio così.



    Edited by Jotaro Jaku - 8/3/2018, 12:03
     
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    L'Ombra del Gigante


    IV


    Affascinato ammirai il disegno di Sanjuro sul terriccio.
    Emozioni si mescolavano ai poteri e ai misteri spirituali. Secoli e secoli di vita terrena ed extraterrena che si univano all'unisono proprio lì, in quel punto, dinanzi a me, nel più insignificante ma anche nel più profondo degli oggetti su quel pianeta chiamato Terra: una Barbabietola.
    Da anni gli scienziati si interrogavano su quale fosse il segreto delle barbabietole, sul perché ogni studente impreparato all'Accademia ninja poteva rispondere alle domande di "Geopolitica Ninja Economica II" semplicemente con un "si coltivano barbabietole", cavandosela con il massimo dei voti...
    Tranne a Suna, ovviamente, a Suna non avevano neanche le barbabietole. Ma questa è un'altra storia.
    Mi calmai, guardando Sanjuro negli occhi. Quindi Gassan. Quindi di nuovo la maschera.
    Che fosse un messaggio? Non poteva stare a significare che la risposta era forse più semplice della domanda, ma altrettanto misteriosa?
    Ora mi è... Chiaro. Risposi, per poi riprendere in silenzio il mio cammino.

    La storia stava prendendo una briga inaspettata.
    Non tanto per il fatto che quel ragazzo fosse il figlio di Sanjuro, ma piuttosto per l'immagine che si era venuta a creare nella mia testa di Sanjuro atto a consumare un matrimonio sciamanico nel pieno della notte di nozze.
    Ringraziai Sanjuro di avermi colpito con il bastone e per avermi riportato nella realtà.
    La tragedia era consumata. Una giovane promessa sposa era morta, stava a noi salvare quella storia d'amore.
    Sanjuro, dobbiamo aiutarli! E' tuo figlio, e lei la sua promessa sposa! Se c'è un modo per riportarla in vita, dobbiamo provarci! Andiamo a trovare questi guardiani della Valle e liberiamo Dormin, non mi pare poi così difficile!
    Da lì in poi, in men che non si dicesse, già si trovavano a correre sotto il sole cocente, nell'ampia valle, Sanjuro con Akira dietro, al galoppo della capra più atletica e sciamanica del mondo, e Junpei e il suo cavallo parlante. IL CAVALLO HA PARLATO?! WAAAAARGH!

    Ci volle un'ora piena di cammino per giungere nel luogo di residenza dei primi due guardiani. Una valle arida, dopo una collina, che si congiungeva ad una grossa formazione rocciosa. Una grotta.
    Scesi dalla capra quanto rognosa quanto mistica, sbattendomi i vestiti per togliermi la polvere. Quindi abitano qui i primi due guardiani? Devono essere tipi belli solitari se si rifugiano qui per vivere... Non sapevo neanche cosa mi stava per aspettare.

    Entrati nella grotta impiegammo poco più di un minuto per giungere al termine di quella conformazione rocciosa. Solo che... Ma qui non c'è nessuno. E non mi sembra proprio una "dimora"... Esclamai, con un po' di imbarazzo, mentre Sanjuro si preparava ad iniziare il rituale di richiamo dei guardiani.
    SVEGLIAAAAAAH! Mi unii allo sciamano, con un po' di ritardo, credendo di cederli ulteriori energie mistiche e spirituali per completare il rituale.
    Ed, in effetti, i guardiani si risvegliarono.
    Mh? Dapprima fu solo una vibrazione. Dopo l'intera grotta parve muoversi. La grossa parete di fronte a noi incominciò a tremare fino a staccarsi dalla pietra. Due diverse figure umanoidi, alte forse 20 metri, erano a tutti gli effetti ora dinanzi a noi.

    tumblr_lw0tyqcmj01qkfuzfo2_r1_500


    VOI SIETE PAZZIIIIIIIIIIIIIH! Urlai, gettandomi tra le braccia di Sanjuro, mentre con la mano destra tesa cercavo di difendermi da quella che era più che evidentemente una minaccia.
    Due precisi proiettili d'acqua partirono dalle mie dita e, ancora non si sa se fosse stato l'ultra istinto, la fortuna, il caso, il destino o il potere dello sciamanesimo, si diressero a gran velocità proprio contro la grossa gemma rossa incastonata in quel che doveva essere la testa dei due guardiani gemelli. [Slot Tecnica Avanzata x 2]Pistola d'Acqua - Mizudeppou no Jutsu
    Villaggio: Generico
    Posizioni Magiche: Nessuna (0)
    L'utilizzatore può emettere dalle dita della mano, dopo aver imitato con queste la forma di una pistola, un potente proiettile d'acqua che perfora qualsiasi difesa con valore di durezza almeno pari la capacità di penetrazione. La potenza è pari a 30, la Velocità e pari alla Forza dell'utilizzatore ed ha gittata massima pari 15 metri. Tipo: Ninjutsu - Ninjutsu - Suiton
    (Consumo: Medioalto)
    [Capacità di Penetrazione: 1 ogni livello di tecnic]
    [Richiede Corpo Liquido I]
    [Da genin in su]

    Tecnica Rapida [2]
    Talento: L'utilizzatore può eseguire una tecnica avanzata extra nel round, potendo effettuare nello stesso round due tecniche avanzate; può essere utilizzata 1 volta ogni 2 round. Non è possibile sfruttare altre abilità "Talento" in combinazione. [Da chunin in su]

    Un perfetto no look, mentre le mie grida riecheggiavano ancora nella grotta.


    Edited by -Hidan - 14/4/2018, 12:10
     
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    L'ombra del gigante


    [4]


    Durante tutta la traversata, Akira sembrò più un bambino emozionato e lamentoso che un ninja, quindi a un certo punto, un esasperato Sanjuro, per cercare di chiarirgli la situazione, si fermò di botto, sospirò, e si chinò, prendendo a disegnare qualcosa a terra con un legnetto, incidendo il suolo terroso. A quanto pare la spiegazione sull'equilibrio mistico era troppo complessa per essere spiegata a parole, quindi solo una rappresentazione grafica poteva aiutare Akira a capire. Lo sciamano impiegò almeno due buoni minuti per completare il disegno, prima di rimettersi in piedi e proseguire la camminata.
    Se Akira avesse controllato a terra, esaminando bene il pittogramma, si sarebbe reso conto che Sanjuro aveva chiaramente disegnato una barbabietola. Chiaro.


    Più avanti, nel tempio, la rivelazione del figlio di Sanjuro fu devastante per il giovane Hozuki, tanto da fargli perdere del tutto la sua leggendaria tempra e fargli sommergere i presenti di domande su qualunque cosa. Quando il ragazzo chiese a Sanjuro perchè fosse stato chiamato padre, questi si rivolse ad Akira, e prese a fare metafore oscene di atti sessuali usando le mani. La cosa sconvolgente era che la domanda di Akira era, agli occhi dei presenti, talmente scema, che persino il giovane Junpei, posizionatosi accanto a Sanjuro, prese a fare gli stessi gesti in sincronia col padre. Entrambi sbattevano le mani assieme in maniera molto evidente per raffigurare un rapporto uomo-donna.
    La mela non cadeva troppo lontana dall'albero.


    Alla richiesta dello sciamano, però, Junpei rispose:

    - NON POSSO TORNARE! Non posso padre, devo chiedere aiuto al tempio, per lei! - Il ragazzo indicò la giovane donna posta sull'altare, chiaramente priva di vita. - Reiko, stava raccogliendo dei frutti quando un passo sbagliato l'ha fatta cadere rovinosamente dalla rupe. E' la mia promessa sposa padre, non posso accettare di vivere senza di lei... - Concluse il ragazzo con le lacrime agli occhi.

    Lo sciamano restò impassibile per qualche istante, poi si voltò verso la ragazza. Poi si voltò verso gli idoli, poi si voltò verso Akira, che al momento stava chiedendo del cavallo. Quindi si rivolse nuovamente verso Junpei.

    Molto bene. Junpei, chiama il tuo destriero.

    Sanjuro si rivolse quindi verso Akira, che ancora stava borbottando a caso domande su qualunque cosa fosse accaduta nell'ultima ora, e gli pestò un piede con Gassan.

    Scusa amico mio, ti stavi separando dal piano terreno. Gli spiriti della confusione stavano per reclamarti e ho dovuto riallacciarti al suolo. Abbiamo un lavoro da fare, vedi quelle statue? Ognuna rappresenta un guardiano, dobbiamo chiedere ai guardiani di liberare Dormin per chiedergli un favore e salvare la principessa di Junpei.

    Per lui era tutto chiaro ed evidente, al punto da non fornire altre spiegazioni ad Akira, ad esempio informarlo sul fatto che i "guardiani" erano degli oni giganteschi alti decine di metri, o che Dormin era tutt'altro che un amichevole burlone. Ma ormai Junpei si trovava vicino a loro in sella al suo cavallo, e attendeva la partenza.

    - Andiamo, Sanjuro-san? - Una voce arrivata chissà dove, interruppe il momento delle spiegazioni. Chi aveva parlato ? Akira avrebbe scommesso dieci uova contro 3 cammelli che fosse stato il cavallo ad esprimersi.
    Lo sciamano pose una mano a terra ed effettuò un rituale di invocazione sciamanica, dalla cui nuvoletta fuoriuscì una capra. Non proprio sanissima, forse con la rogna, ma Sanjuro non ci fece caso e le saltò in groppa.


    Forza Akira-san, sali, o con me o con Junpei, cavalcheremo, il primo guardiano è troppo lontano per andare a piedi. Impiegheremmo una vita per raggiungerlo.

    A questa affermazione, Junpei avrebbe allungato una mano verso l'Hozuki, quasi immaginando quale sarebbe stata la scelta del ninja.
    In ogni caso, quando il gruppo partì al galoppo, Akira avrebbe potuto constatare quanto la capra rognosa di Sanjuro potesse tenere il passo con un purosangue al galoppo, con uno sforzo tale da temere un infarto del povero animale sotto lo sciamano, che nemmeno vi si arreggeva, dato che con una mano teneva Gassan, e con l'altra si faceva da tesa sulla maschera come per parare il sole e vedere più lontano, verso ovest nella grande valle.
    Metro dopo metro, il tempio dietro di loro sembrò come scomparire, impossibile dire per quanto avessero mangiato la polvere. Quando ormai, a rigor di logica, il sole avrebbe dovuto essere tramontato, il gruppo aveva scollinato, e si trovava in una valle molto più aspra di quella lasciata alle loro spalle, il suolo era completamente arido, non c'erano piante, nè animali. Tutto il territorio sembrava morto. Percorsero in questo paesaggio almeno un'altra ora, prima di rallentare e fermarsi davanti ad una formazione simile ad una grotta posta ai piedi di una grossa collina. L'entrata stessa della spelonca era davvero davvero grande, abbastanza da farvi passare un demone. Junpei esordì per primo.


    - I primi due guardiani dovrebbero trovarsi qui dentro. Speriamo siano ragionevoli...-

    Il gruppo entrò nella grotta con circospezione, scoprendo che nessuna creatura la stava abitando, e in pochi minuti arrivarono sul fondo, dove la luce filtrava appena, permettendo comunque la visuale, ma tutto quello che trovarono furono pareti di roccia, di eventuali guardiani, nemmeno l'ombra. Il figlio di Sanjuro sembrò confuso; ma lo sciamano, a braccia incrociate, prese ad annuire.

    I guardiani non si mostreranno senza un adeguato rituale di evocazione, non sono mica seduti sulle loro chiappe in attesa del primo ragazzo che passi di qua. Serve un metodo specifico, che solo uno sciamano è in grado di performare.

    Disse Sanjuro, prima di raccogliere un sasso e tirarlo con forza verso la parete di roccia. SVEGLIAAAAAHAHHHHHHHHHH A quel punto la grotta sembrò tremare sotto i loro piedi e sopra le loro teste, e quella che sembrava una parete di roccia davanti a loro prese vita, dal momento che due figure sembrarono separarsi dal resto della formazione pietrosa, per assumere forma umanoide e avvicinarsi ai visitatori. I due idoli erano alti almeno venti metri, completamente fatti di terra, roccia e pietra, totalmente privi di fisionomia, fatta eccezione per una grossa gemma rossa brillante, grande come un cocomero, posta al centro della testa.

    - CHIIII SVEEEGLIAAAA I GUARDIIIANI GEEEMEEELLLIII DELL'OVEESSTT...???? -





     
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    Affascinato ammirai il disegno di Sanjuro sul terriccio.
    Emozioni si mescolavano ai poteri e ai misteri spirituali. Secoli e secoli di vita terrena ed extraterrena che si univano all'unisono proprio lì, in quel punto, dinanzi a me, nel più insignificante ma anche nel più profondo degli oggetti su quel pianeta chiamato Terra: una Barbabietola.
    Da anni gli scienziati si interrogavano su quale fosse il segreto delle barbabietole, sul perché ogni studente impreparato all'Accademia ninja poteva rispondere alle domande di "Geopolitica Ninja Economica II" semplicemente con un "si coltivano barbabietole", cavandosela con il massimo dei voti...
    Tranne a Suna, ovviamente, a Suna non avevano neanche le barbabietole. Ma questa è un'altra storia.
    Mi calmai, guardando Sanjuro negli occhi. Quindi Gassan. Quindi di nuovo la maschera.
    Che fosse un messaggio? Non poteva stare a significare che la risposta era forse più semplice della domanda, ma altrettanto misteriosa?
    Ora mi è... Chiaro. Risposi, per poi riprendere in silenzio il mio cammino.

    La storia stava prendendo una briga inaspettata.
    Non tanto per il fatto che quel ragazzo fosse il figlio di Sanjuro, ma piuttosto per l'immagine che si era venuta a creare nella mia testa di Sanjuro atto a consumare un matrimonio sciamanico nel pieno della notte di nozze.
    Ringraziai Sanjuro di avermi colpito con il bastone e per avermi riportato nella realtà.
    La tragedia era consumata. Una giovane promessa sposa era morta, stava a noi salvare quella storia d'amore.
    Sanjuro, dobbiamo aiutarli! E' tuo figlio, e lei la sua promessa sposa! Se c'è un modo per riportarla in vita, dobbiamo provarci! Andiamo a trovare questi guardiani della Valle e liberiamo Dormin, non mi pare poi così difficile!
    Da lì in poi, in men che non si dicesse, già si trovavano a correre sotto il sole cocente, nell'ampia valle, Sanjuro con Akira dietro, al galoppo della capra più atletica e sciamanica del mondo, e Junpei e il suo cavallo parlante. IL CAVALLO HA PARLATO?! WAAAAARGH!

    Ci volle un'ora piena di cammino per giungere nel luogo di residenza dei primi due guardiani. Una valle arida, dopo una collina, che si congiungeva ad una grossa formazione rocciosa. Una grotta.
    Scesi dalla capra quanto rognosa quanto mistica, sbattendomi i vestiti per togliermi la polvere. Quindi abitano qui i primi due guardiani? Devono essere tipi belli solitari se si rifugiano qui per vivere... Non sapevo neanche cosa mi stava per aspettare.

    Entrati nella grotta impiegammo poco più di un minuto per giungere al termine di quella conformazione rocciosa. Solo che... Ma qui non c'è nessuno. E non mi sembra proprio una "dimora"... Esclamai, con un po' di imbarazzo, mentre Sanjuro si preparava ad iniziare il rituale di richiamo dei guardiani.
    SVEGLIAAAAAAH! Mi unii allo sciamano, con un po' di ritardo, credendo di cederli ulteriori energie mistiche e spirituali per completare il rituale.
    Ed, in effetti, i guardiani si risvegliarono.
    Mh? Dapprima fu solo una vibrazione. Dopo l'intera grotta parve muoversi. La grossa parete di fronte a noi incominciò a tremare fino a staccarsi dalla pietra. Due diverse figure umanoidi, alte forse 20 metri, erano a tutti gli effetti ora dinanzi a noi.

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    VOI SIETE PAZZIIIIIIIIIIIIIH! Urlai, gettandomi tra le braccia di Sanjuro, mentre con la mano destra tesa cercavo di difendermi da quella che era più che evidentemente una minaccia.
    Due precisi proiettili d'acqua partirono dalle mie dita e, ancora non si sa se fosse stato l'ultra istinto, la fortuna, il caso, il destino o il potere dello sciamanesimo, si diressero a gran velocità proprio contro la grossa gemma rossa incastonata in quel che doveva essere la testa dei due guardiani gemelli. [Slot Tecnica Avanzata x 2]Pistola d'Acqua - Mizudeppou no Jutsu
    Villaggio: Generico
    Posizioni Magiche: Nessuna (0)
    L'utilizzatore può emettere dalle dita della mano, dopo aver imitato con queste la forma di una pistola, un potente proiettile d'acqua che perfora qualsiasi difesa con valore di durezza almeno pari la capacità di penetrazione. La potenza è pari a 30, la Velocità e pari alla Forza dell'utilizzatore ed ha gittata massima pari 15 metri. Tipo: Ninjutsu - Ninjutsu - Suiton
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    [Capacità di Penetrazione: 1 ogni livello di tecnic]
    [Richiede Corpo Liquido I]
    [Da genin in su]

    Tecnica Rapida [2]
    Talento: L'utilizzatore può eseguire una tecnica avanzata extra nel round, potendo effettuare nello stesso round due tecniche avanzate; può essere utilizzata 1 volta ogni 2 round. Non è possibile sfruttare altre abilità "Talento" in combinazione. [Da chunin in su]

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    Il Talento di Akira nel combinare un casino dopo l'altro anche quando Sanjuro fa di tutto per aiutarlo


    [5]



    Ovviamente Sanjuro era uno sciamano.
    Ovviamente puntava a diventare lo sciamano del Mondo, un po' come il superkage di tutti i kage, quindi ecco, non era proprio l'ultima ruota del carro in quanto a sapienza e potere mistico. Eppure nemmeno lui riusciva a comprendere fino in fondo da quale sorgente di potere, Akira estraesse la sua capacità di trasformare una situazione favorevole, in una potenzialmente mortale per lui e per tutti i presenti. Il proiettile di Akira infatti, colpì la gemma di uno dei giganti, che non stavano affatto attaccando, nè avevano intenzioni ostili, erano infatti tra i pochi idoli di quella valle, sempre stati gentili con tutti.
    Akira aveva appena colpito il cuore di uno dei due, uccidendolo.
    Il gigante infatti divenne fango in un istante, rovesciandosi a terra, sciolto come un gelato alla nocciola lasciato accanto al fuoco. L'altro gigante fissò il fratello e prese a urlare fortissimo, provando un dolore orribile, dato che, per fortuna di Akira, quegli idoli di roccia provavano anche dei sentimenti, e ora quel poverino stava soffrendo come mai prima di allora.

    Sanjuro rimase immobile, i suoi occhi si socchiusero fino a diventare due piccole linee orizzontali, e prese a fissare malissimo Akira il giganticida. Prima di colpirlo in testa con Gassan.


    .....Screanzato.

    Anche il figlio di Sanjuro, chino sulle ginocchia, prese a piangere e a urlare, non solo perchè forse la sua possibilità di salvare la sua amata poteva essere andata in fumo, ma perchè Akira aveva appena ucciso un poveretto, la cui colpa era stata semplicemente quella di essere un gigante di roccia.
    Il quale, sempre urlando, assorbì il fango del fratello, divenendo ancora più grande, quasi a sbattere la testa sul soffitto della grandissima grotta; estremamente arrabbiato con Akira per la perdita del suo compagno; e avventandosi su di lui con furia distruttrice tale da far tremare le fondamenta stesse della terra.


    Tranquilli, ho una tecnica in grado di renderci del tutto immuni, coprendoci col chakra del guardiano della valle, passeremo attraverso al suo corpo fino a che non si sarà calmato, in questo modo saremo del tutto intangibili alla sua furia.

    Prima che il gigante arrivasse su di loro, Sanjuro compose alcuni sigilli e piantò Gassan a terra. Subito, lui, Junpei, il cavallo, e la capra di Sanjuro, vennero avvolti da un manto di energia azzurrino. Non Akira.

    Per le ceneri di Itai, non avevo mai usato questa tecnica su altri che su di me, a quanto pare il limite è di 4. Ok Akira, abbattilo.

    Disse tranquillamente Sanjuro, prima di sedersi a terra a gambe incrociate. Se Akira si fosse voltato, avrebbe notato come anche Junpei, la capra, e il cavallo, si trovassero tutti assieme seduti a terra, guardando Akira e annuendo come se nulla fosse.
    Questo incontro poteva essere così rapido, pensava Sanjuro; questi giganti una volta avvicinati, avrebbero semplicemente indicato la via ai ninja per tutti gli altri idoli, e avrebbero consegnato la loro energia per sbloccare Dormin, una cosa da dieci minuti, forse meno se Sanjuro fosse riuscito a raccontare una barzelletta abbastanza spassosa da farli divertire. Due fratelli vissuti assieme per centinaia di anni dovevano trovare la fine proprio in quel giorno, a causa di un giovane screanzato di Kiri che non era in grado di distinguere un marinaio ubriaco da una calda locandiera.


    OT
    Picchia durissimo, il guardiano è energia viola, il suo corpo è considerato una protezione pot 20 dur 4 con ulteriore protezione naturale. Sconfiggilo, screanzato.




     
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    L'Ombra del Gigante


    V


    Ci volle veramente poco per comprendere il madornale errore che avevo ammesso.
    Le mamme dicevano sempre ai propri figli di non giudicare un libro dalla copertina, ma purtroppo io non avevo mai conosciuto mia madre, per non per i miei primi mesi di vita.
    Fu così infatti, che la mia tecnica acquatica colpì il grosso melone rosso nella testa di uno dei giganti, provocandone, di fatto, la morte. Mentre ancora urlavo, aggrappato a Sanjuro, il fango e la sabbia arrivarono quasi fino ai nostri piedi, mentre il suo gemello guardiano piangeva dal dolore.
    Ma... Ma... Erano così grandi e paurosi... Potevi avvertirmi! Idiota di uno sciamano! Esclamai, sulla difensiva, distrutto da un dolore interno per aver separato quella coppia secolare di fratelli.
    Fratelli che, però, parvero riunirsi. O almeno quello rimasto prese quasi ad assorbire i resti del primo, divenendo di fatto ancora più grande e mastodontico.
    E molto arrabbiato. Ooooops...
    Dissi, mentre i miei compagni dietro di me parvero quasi nascondersi, celandosi alle spalle della mia presenza.
    I kami vollero poi che l'arte mistica di Sanjuro venne messa alla prova in quel momento, rivelando i suoi limiti numerici. E PREFERISCI PROTEGGERE IL CAVALLO CHE ME?! Urlai, contro lo sciamano, mentre il grande gigante si preparava ad attaccare. Uff, e va bene. Sfoderai Sameha e Samehada. Mi dispiace guardiano non più gemello dell'ovest, cercherò di farla finire velocemente! Mi spiace tanto per l'equivoco, spero tu possa capirmi e perdonarmi!
    Mi scroccai la schiena, girandomi sul posto con il busto verso destra e sinistra. Ok, vado! E, con quelle ultime parole, mi sarei catapultato verso il grande golem di roccia.
    Con SamehadaSamehada [Equipaggiamento]

    Spada Animale
    Speciale: La Samehada è dotata di un'intelligenza propria. Può comunicare solo con il suo proprietario e può muoversi utilizzando gli slot azione dell'utilizzatore, con Velocità pari alla metà della Velocità del proprietario. Possiede una propria riserva, e un proprio colore, di chakra, che è pari a 20 Bassi; all'inizio di ogni giocata la sua riserva è pari a 5 Bassi. Se utilizzato il chakra di Samehada, questa non può recuperarlo tramite riposo; è possibile recuperare chakra solo tramite Divoratrice di Chakra. Il chakra assorbito tramite Divoratrice di Chakra e non utilizzato si disperde dopo 1 ora di tempo. Se la riserva della Samehada scende a 0, la sua Potenza diminuisce di 10 e le sue dimensioni di 1 unità.[Da genin in su]

    Divoratrice di Chakra
    Speciale: L'utilizzatore, colpendo un avversario o costrutti di chakra, emissioni o manipolazioni, può assorbire il chakra. Ogni Leggera di danno permette di assorbire ½ Basso, massimo MedioBasso a colpo; se colpiti costrutti di chakra, emissioni o manipolazioni, ridurrà la potenza di 10 ogni Leggera di danno, se la tecnica non ha potenza, la danneggerà di Basso ogni Leggera di danno; se azzerata la potenza, non produce effetti: la riduzione massima è pari a 20. Ogni vittima può subire Divoratrice di Chakra solo 1 volta a round.[Da genin in su]

    Trasferimento
    Speciale: L'utilizzatore può trasferire il chakra dalla riserva di Samehada alla propria riserva. Per ogni Basso di chakra trasferito è richiesto il consumo doppio da parte di Samehada; può essere utilizzata una volta ogni 3 round. Trasferimento richiede slot azione/tecnica. Samehada deve essere in contatto con l'utilizzatore.(Trasferimento Massimo: MedioBasso ogni grado)
    [Da chunin in su]

    Pelle di Squalo - Samehada [Equipaggiamento]
    Spada leggendaria, per lungo tempo rimasta dispersa. Lunga più di 2 metri, con 30 centimetri di impugnatura, la Samehada è completamente ricoperta di vere squame di squalo che, a contatto, causano gravi abrasioni. L'impugnatura è di colore giallo, non ha una guardia e termina con un piccolo teschio di color bianco. All'estremità della spada è presente una vera e propria bocca, non sempre aperta e solitamente nascosta dalle squame stesse. La spada ha una coscienza, un'intelligenza e una personalità propria, rendendola unica nel suo genere.Tipo: Lama - Speciale -
    Dimensione: Gigante
    (Potenza: 40 | Durezza: 5)
    [Da chunin in su]

    Forma Famelica
    Speciale: L'utilizzatore, se Samehada ha una riserva di chakra almeno pari alla metà, può evocare la vera forma della spada, incrementandone le potenzialità: la potenza aumenta di 10, la dimensione aumenta a Enorme e la riserva di chakra massima aumenta fino a 30 Bassi. Le squame della Samehada si irrigidiscono e la bocca della spada diventa visibile. Il Trasferimento massimo di chakra diventa pari a Medio ogni grado. L'assorbimento e la riduzione massima di Divoratrice di Chakra raddoppiano. Ai fini della rottura la Forma Famelica della Samehada è considerata un oggetto di potenza 20 e durezza 5. Se rotta la Forma Famelica o esaurita la riserva di chakra, la Forma Famelica di Samehada non potrà essere evocata per 1 settimana.(Consumo: Alto)
    [Da jonin in su]
    nella mano destra e SamehaSameha [Equipaggiamento]

    Taglio Sanguinario dello Squalo
    Maestria: L'arma causerà Sanguinamento (DnT Medio) se colpito l'avversario. Utilizzabile 1 volta a round. [Da genin in su]

    Taglio dello Squalo
    Villaggio: Kiri
    Posizioni Magiche: Nessuna (4)
    L'utilizzatore può prolungare un fendente dalla spada, che si riveste di chakra di vento, che raggiungerà la distanza massima pari di 12 metri. Le dimensioni del fendente sono pari a quelle della spada. La velocità è pari la Forza dell'Utilizzatore dell'utilizzatore e la Potenza è pari a 30. Può essere utilizzata spendendo slot tecnica anziché slot tecnica avanzato.Tipo: Ninjutsu - Fuuton
    (Consumo: Medio)
    [Da genin in su]

    Taglio Fuorioso della Bestia Acquatica
    Speciale: L'utilizzatore otterrò un bonus di 1 tacca in Forza per ogni round in cui impugnata la spada ed attaccato e colpito l'avversario. Il bonus massimo è pari a 3 tacche. Lasciare l'impugnatura della spada o non attaccare l'avversario per 1 round o non danneggiarlo per 2 round azzera Taglio Furioso della Bestia Acquatica.[Da chunin in su]

    Sameha [Mischia]
    Sameha appare come una normale Katana, il colore della lama è di un azzurro molto chiaro, l'elsa è finemente decorata. Tipo: Lama - Taglio
    Dimensione: Grande
    (Potenza: 40 | Durezza: 5)
    [Da chunin in su]

    Sameha: Rilascio
    Speciale: L'utilizzatore può evocare la vera forma della spada: Sameha si trasformerà in una spada lunga 2 metri, larga 30 centimetri, con un filo piatto e l'altro ricurvo, seghettata su entrambi i bordi e sul lato piatto nasce un artiglio metallico affilato lungo 20 centimetri che ricorda una pinna di uno squalo. La potenza dell'arma aumenta di 10. L'utilizzatore guadagna 16 Bassi extra da utilizzare solo per attacchi con la spada, non possono essere utilizzati con gli impasti. Ai fini della rottura la vera forma della Sameha è considerata un oggetto di potenza 20 e durezza 5. Se rotta la vera forma o esaurito il chakra extra la vera forma di Sameha non potrà essere evocata per 1 settimana. (Consumo: Quasi Elevato)
    [Da jonin in su]
    nella sinistra, la mia offensiva sarebbe iniziata.
    Il mio avversario era composta da roccia e fango, quindi dovevo sfruttare al massimo le mie capacità per donargli una morte rapida. E per evitare a lui di colpirmi.
    Il doppio colpo circolare sarebbe stato il primo di una serie di attacchi ad altissimo potenziale offensivo. [Drago Volante]Aogawadō, Hiryū - Drago Volante [Distanza]

    Uccello di Porto dei Cataclismi - Yakkodori
    Speciale: L'utilizzatore può accumulare Punti Stile (PS) effettuando movimenti offensivi o difensivi acrobatici. Con movimenti acrobatici si intendono salti mortali, contorsioni del corpo, evoluzioni equilibristiche, in rotazione, con capriole o capovolte, movimenti in sospensione e in volteggio nell'aria. Ogni movimento acrobatico, in attacco o in difesa, fa accumulare 1 PS; massimo 3 PS ogni round. Utilizzare un abilità che richiede PS non permette di accumulare PS con quel movimento acrobatico. L'utilizzatore può accumulare fino a 5 PS.[Da genin in su]

    Onda del Falcone - Taka Nami
    Maestria: L'utilizzatore può effettuare una finta maggiormente efficace, una volta a round, se effettuato un attacco acrobatico. L'attacco immediatamente successivo alla finta ha Velocità aumentata di 1 tacca per ogni PS utilizzato; massimo 2 tacche.[Da genin in su]

    Yaksha Demone Corvo - Yaksha Karasu
    Speciale: L'utilizzatore può accumulare fino a 10 PS.[Da chunin in su]

    Passioni Demoniache - Pondo Hō
    Abile: L'utilizzatore, se si difende con un movimento acrobatico, può usare il valore dell'Agilità al posto di quello dei Riflessi per quello slot difesa. Richiede 1 PS. Può incrementare la sua Agilità di 1 tacca per ogni PS aggiuntivo consumato, fino a un massimo di 3; questo bonus all'Agilità non concede l'effetto bonus della statistica secondaria.[Da chunin in su]

    Gran Drago del Terrore - Daishinkan
    Maestria: L'utilizzatore, se nel round ha accumulato almeno 3 PS, può, rinunciando a tutti i PS guadagnati, ottenere 1 slot azione/difesa da utilizzare esclusivamente per movimenti acrobatici. Richiede 1 PS aggiuntivo.[Da jonin in su]
    [La Moltitudine]Aogawadō, Tasūryū - La Moltitudine [Combattiva]

    Doppio Taglio Possente - Nigori Zake
    Maestria: L'utilizzatore ottiene un bonus di 1 tacca in Velocità per un Attacco Doppio con più spade, una volta ogni round.[Da genin in su]

    Grande Attacco di Spada - Dai Gekken
    Abile: L'utilizzatore non può essere soggetto a Subisci e Mena quando effettua Attacco Doppio con più spade. L'utilizzo dell'abilità deve essere specificato prima dell'attivazione del S&M. Può essere utilizzato 1 volta ogni 2 round.[Da genin in su]

    Taglio dell'Orco - Oni Giri
    Maestria: L'utilizzatore, se eseguita AdO con un Attacco Doppio con più spade, ottiene 2 tacche in Forza per quell'AdO.[Da chunin in su]

    Demone Orso - Maguma
    Maestria: L'utilizzatore, se eseguito un S&M con un Attacco Doppio con più spade, ottiene 2 tacche in Resistenza per quel S&M.[Da chunin in su]

    Tornado - Tatsumaki
    Maestria: L'utilizzatore ottiene un bonus di 2 tacche in Agilità ogni round in cui ha effettuato almeno un Attacco Doppio con più spade. Non effettuare almeno un Attacco Doppio con più spade per un round azzera Tornado. Il bonus massimo è pari a 4 tacche.[Da jonin in su]
    [Statistiche]Forza 675
    Velocità 675
    Agilità 675

    Stile di Combattimento Perfetto [0]
    Speciale: L'utilizzatore può selezionare 2 competenze combattive: le relative conoscenze avranno +3 tacche ad una statistica prescelta dall’utilizzatore. Non cumulabile con altri potenziamenti alle competenze. [Da chunin in su]
    (Aogawadō, Tasūryū: Velocità - Aogawadō, Hiryū: Agilità)

    Iniziai con un doppio colpo circolare, effettuato con una piccola giravolta eseguita in aria, diretto verso quello che era, più o meno, lo stinco sinistro del nemico. Il chkra ricoprì densamente le mie lame. [Slot Tecnica] Manipolazione della Natura
    Villaggio: Generico
    Posizioni Magiche: Nessuna (0)
    L'utilizzatore può incrementare l'efficacia delle proprie armi, protezioni o colpi senz'arma. Può scegliere 1 potenziamento tra i seguenti.
    - Potenza +20
    - Potenza +10, potenza contro armi e oggetti x2
    - Potenza contro armi e oggetti x3
    Non cambia la potenza delle armi per il calcolo dei danni alle persone.
    Tipo: Ninjutsu - Katon/Raiton/Suiton/Fuuton/Doton
    (Consumo: Basso ogni colpo )
    [ [Richiede Impronta di Chakra] ]
    [Da chunin in su]
    [Slot Azione I]Potenza Sameha 40 + Potenza Samehada 40
    Grande Attacco di Spada 4 Bassi = 80
    Potenza del colpo contro oggetti 120 + 120 + 80 = 360
    Forza 675 + Reidratare 1/2 Basso = 750
    Velocità 600 + Stile di Combattimento Perfetto + Doppio Taglio Possente = 700
    Agilità 600 + Stile di Combattimento Perfetto = 675

    Doppio Taglio Possente - Nigori Zake
    Maestria: L'utilizzatore ottiene un bonus di 1 tacca in Velocità per un Attacco Doppio con più spade, una volta ogni round.[Da genin in su]

    Grande Attacco di Spada - Idaina Kōgeki
    Arte: L'utilizzatore può danneggiare gli oggetti con gli attacchi con le spade; la potenza del colpo contro oggetti e armi aumenta di 10 ogni consumo ½ Basso. Non aumenta la potenza contro avversari.(Consumo: ½ Basso a colpo ogni 10 di potenza)
    (Consumo Massimo: 4 Bassi)

    [Da chunin in su]

    Taglio del Grande Buddha - Daibutsu Giri
    Arte: L'utilizzatore può causare danni ad area tramite i colpi quando attacca con le spade: il colpo si propagherà entro 1,5 metri sulla superficie colpita a partire dal punto d'impatto. La potenza del danno ad area è metà (x0.5) rispetto a quella del colpo diretto, viene considerato come il danno di una [Bomba] per il calcolo dei danni.(Consumo: ½ Basso a colpo)
    [Da chunin in su]
    [+1 PS]
    Se il colpo fosse andato a segno, avrei sicuramente procurato un cedimento all'arto del guardiano, e di quello avrei approfittato. Con un rapido sbalzo avrei cercato di cercare il suo ginocchio opposto, dove si sarebbe appoggiato con il suo grande peso, ma questo unicamente per avere un nuovo appoggio per un nuovo sbalzo. Con il secondo salto avrei raggiunto il busto del gigante dove, usando il chakra adesivo
    Chakra Adesivo (Base)
    Arte: L'utilizzatore cammina con facilità sulle superfici verticali. (Mantenimento: ¼ Basso)
    [Da genin in su]

    Chakra Adesivo (Intermedio)
    Arte: L'utilizzatore cammina con facilità anche a testa in giù, in terreni scivolosi o sopra l'acqua.(Mantenimento: ¼ Basso)
    [Da chunin in su]
    , avrei stazionato solo un istante [Slot Azione II]Slot Movimento

    3 balzi da 8 metri consecutivi, per un totale di 24 metri (massimo del grado).
    ; anche quello era un ulteriore punto di appoggio. Vicino ormai al mio obiettivo non mi restava altro che, prima di compiere l'ultimo movimento, scagliare le mie spade verso il grande roccioso busto del nemico, con un colpo ascendente diagonale che sarebbe stato contestuale al salto. [Slot Azione III]Vedi Slot Azione I [+1 PS]
    Indipendentemente dal risultato del mio secondo colpo, adesso mi sarei trovato, all'incirca, all'altezza del capo umanoide dell'ex gemello dell'ovest. Il grande cocomero rosso era lì, alla mia portata. Scusa tanto, amico. E, con quelle parole, le mie lame leggendarie avrebbero cercato di sfondare il cranio del nemico, con un ulteriore doppio colpo discendente che avrebbe cercato di disegnare una "X" sul volto roccioso e in lacrime. [Slot Azione IV]Sfrutto il bonus all'Agilità

    Vedi Slot Azione I
    [+1 PS = Totale 3 PS]

    Sigh, perdonami, sigh...
    Mondo ingiusto.

    CITAZIONE
    Chakra 62/80

     
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    [Ombra del Gigante]


    [6]



    Con un tonfo il corpo del gigante impattò al suolo, per poi in pochi attimi sciogliersi e divenire fango, che si distese per tutta l'area della grotta, arrivando ad alzarsi fino alle caviglie dei presenti. Al centro della sala, in mezzo al fango, due gemme grandi come una pallina da golf, rosse, risplendevano di luce propria. Due rubini particolarissimi, dal valore incredibile. Lo sciamano si diresse subito verso di essi e li raccolse, nascondendoli sotto il gonnellino.

    Ottimo ottimo, possiamo procedere. Per favore Akira cerca di tenere ferme le mani la prossima volta.

    In groppa alla capra, con Junpei sul cavallo, e Akira ovviamente a piedi, il gruppo abbandonò la grande grotta, per dirigersi a nord, dalla parte opposta a quella da cui eravano arrivati. Il viaggio non fu troppo lungo in realtà, appena un paio d'ore, fino a che l'erba non prese ad addolcire i passi dei ninja, minuto dopo minuto, senza quasi accorgersene, stavano cavalcando su un grande prato in salita, fino ad arrivare sulla cima di una collina, dove una grande pietra a forma romboidale di colore blu, ne ornava la sommità. Sanjuro scese dalla capra e proseguì a piedi, fino ad arrivare sotto alla grande pietra, che vista da vicino era un realtà grande come una quercia.
    Il giovane Junpei rimase a bocca aperta davanti ad un simile blocco di cristallo, scolpito chissà da quale maestro artigiano, e formato chissà da quale minerale.
    Ai piedi della roccia, lo sciamano restò immobile, con le mani conserte per qualche secondo, mentre i presenti avrebbero potuto notare come, nascoste all'ombra del grande cristallo, 10 lapidi, disposte tutte accanto l'una all'altra, componevano una fila di tombe. Su ognuna delle lapidi era incastonata una pietra. Erano tutte di colore diverso, ma dalla forma molto simile alle due che Akira aveva rivelato, sconfiggendo i guardiani di pietra e fango.

    Che il misticismo sia con voi sempre amici.

    Lo sciamano prese a staccare le varie pietre e a intascarle, fino a che tutte loro non furono state rimosse. Questo atto ebbe un qualche tipo di risvolto, dal momento che sopra ad ognuna delle lapidi, come per magia, apparve uno spirito. Dieci individui, 6 uomini e 4 donne, tutti vestiti come ninja di Kiri, con tanto di coprifronte, fluttuavano sopra le lapidi, spiriti destati dal loro lungo sonno.
    Junpei cadde col sedere a terra, paralizzato dal terrore. Sanjuro, invece, dal canto suo, nemmeno si voltò a guardare gli spiriti, e risalì sulla capra. Non disse una parola, nè al figlio nè ad Akira, e riprese il viaggio verso sud.

    Andiamo scansafatiche, c'è un lavoro da fare, non facciamo attendere chi ci sta aspettando.

    Sarebbe stato chiaro ad Akira, ora come non mai, che lo sciamano era strano; non che Sanjuro fosse una persona normale, ma da quando erano arrivati in quel posto, si era comportato in maniera più singolare del solito, e tutta la storia del figlio uscito dal nulla, e della valle, c'era qualcosa di molto insolito, persino per Sanjuro.
    E quando una cosa era strana persino per lo sciamano di Kiri, le cose sarebbero andate molto, molto male molto in fretta.

     
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    L'Ombra del Gigante


    VI


    L'ho uccisooooo... Sigh... Sigh... L'ho ucciso... E' tutta colpa mia... sigh...
    Quando il gigante di roccia e fango venne devastato dai miei colpi, si accasciò a terra, non diverso da una qualsiasi persona.
    Ed in effetti solo perché era un gigante di roccia alto 30 metri e incazzato non significava che questo non avesse un cuore, d'altronde gli avevamo appena ammazzato il fratello.
    Dalla sua grande testa, tra la sabbia e il fango, due grandi pietre, simili a rubini, vennero raccolte da Sanjuro. Vorrei dire due parole, se me lo consentite. Esclamai, riponendo le spade. Signori giganti di roccia. Ci dispiace aver turbato il vostro riposo. E ci dispiace per avervi preso i gioielli dalle teste. Ma ci saranno di aiuto. Forse. E mi dispiace anche per aver bucato la testa a quello di destra... E per aver frantumato il corpo di quello di sinistra... Beh... Insomma... Ci dispiace. Amen. Avrei concluso, solennemente.
    Mi asciugai una singola lacrima dall'occhio. Possiamo andare. Mollai uno scappellotto a Sanjuro. E tu magari dimmelo prima che sono buoni, no?! Risposi rabbioso, mentre mi rimettevo in marcia dietro alla storta capra e allo strambo cavallo.
    In poco tempo il brullo terreno lasciò spazio a delle verdi colline.
    Una, in particolare, sembrava essere la meta del nostro viaggio.
    Un'immensa collina verde alla cui sommità svettava un'enorme pietra da un intenso e particolare colore blu. Sanjuro scese dalla capra. Ma... Che posto è questo...? Chiesi, in tono sommesso, mentre lo sciamano si avvicinava alla grande pietra e io dietro di lui.
    Sanjuro si sedette vicino al grande cristallo dove, inseriti nel suo minerale, dieci grandi gioielli, simili per forma e dimensioni ma tutti di diversi colori rispetto a quelli recuperati dai guardiani dell'ovest.
    Restai in rispettoso silenzioso, in quello che sembrava essere un momento di mistica preghiera dello sciamano di Kiri... Almeno finché questo non si alzò e incominciò a recuperare le pietre cromatiche.
    Sanjuro, ma questa è... Avrei voluto concludere la frase con "una tomba" ma quello che accadde non lo permise.
    Dieci spettri, 6 uomini e 4 donne, tutti ninja di Kiri, apparvero, fluttuando sulle lapidi. Ma che diavolo... Riuscii a malapena a commentare.
    Sanjuro mi sfilò di lato e, facendo finta di nulla, si risistemò sulla maleodorante capra, pronto per continuare il viaggio.
    No, Sanjuro, adesso basta. Voglio delle risposte, e le voglio adesso. Cos'è questo posto? Chi ci sta aspettando? E perché abbiamo le tempo di dieci ninja di Kiri qui? Chi sono? Come sono morti? E perché son seppelliti qui...
    Era ora della verità.
     
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    L'ombra del gigante


    [7]



    Durante la capralcata di ritorno, Sanjuro rallentò per rispondere ad Akira e chiarire i suoi dubbi.

    Su non essere così spaventabile Akira-san, non hai mai visto una tomba? Questi uomini e queste donne hanno combattuto per il futuro di Kiri in passato, e scegliendo di servire il villaggio e il misticismo che lo abbraccia, hanno scelto di farlo anche dopo la loro dipartita mortale, proprio come ho fatto io, e come hai fatto tu. Non c'è niente di strano, guarda Itai-sama, è ancora Kage nonostante sia morto e sepolto da una vita! La fedeltà alla Nebbia così forte in noi Kiriani che nemmeno la morte può portarcela via! E ora alla carica!

    Concluse, prima di dare un colpo di reni alla povera capra che, lamentandosi, riprese a capralcare a tutta velocità. La spiegazione di Sanjuro era effettivamente sensata, persino per uno scettico come Akira. Quanto a Junpei invece, il poveretto era così preoccupato per la sua amata e spaventato per aver appena visto dei fantasmi, da non voler avanzare alcuna opposizione. Temeva che il padre avesse risposte mistiche anche per lui.
    Proprio come erano partiti, sarebbero tornati al tempio. E al suo interno, avrebbero notato come 12 dei 16 idoli, erano completamente sbriciolati a terra, mentre restavano in piedi gli ultimi 4, posti poco prima di una parete liscia, che per qualche motivo, ora sembrava molto diversa da come appariva in precedenza. Come se emanasse una strana energia. Sanjuro camminò lungo il corridoio, lasciando cadere le pietre raccolte fino a quel momento, sulle polveri dei vari idoli. Quindi procedette verso le 4 statue rimanenti e si rivolse ad Akira.

    Akira-san. Spero tu abbia ancora con te l'altra metà del limone che ti ho chiesto. Prendila ti dispiace?

    Quindi Sanjuro frugò nella sua gonnella, e ne estrasse due particolari gemme, diverse da quelle che aveva recuperato alla tomba, appartenenti a chissà chi, e le posizionò ai piedi di altri due idoli, che si sbriciolarono proprio come i precedenti. Probabilmente lo sciamano aveva portato con se quelle due gemme e le aveva sempre avute a portata di mano in caso di un eventuale ritorno in quelle terre desolate.

    Poi accadde qualcosa di strano. Sanjuro afferrò Gassan, non come faceva sempre, ma lo sollevò, portandolo vicino al volto, e sussurrò in maniera molto evidente della parole al bastone, incomprensibili e a bassa voce, prima di conficcare il bastone in un piccolo spiraglio ai piedi del penultimo idolo, le cui increspature vennero riempite da chakra azzurrino, prima di diventare un cumulo di macerie come i precedenti. Quindi Sanjuro recuperò Gassan.

    Prego Akira-san, il limone. Posizionalo ai piedi dell'ultimo idolo. E preparati per un'aspra battaglia.

    Quando Akira si fosse avvicinato all'ultima statua, si sarebbe reso conto che aveva dei lineamenti molto familiari. Era un uomo piuttosto alto, sul metro e 80, longilineo e dalla muscolatura allenata ma non robusta, aveva dei capelli lunghi scolpiti come fossero di seta, e dimostrava forse una 20ina d'anni. Fosse stato più anziano, e gobbo, con una maschera in faccia, sarebbe stata la copia sputata di Sanjuro!


     
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    L'Ombra del Gigante


    VII


    Certo che ho visto una tomba, ma non una tomba come questa! Ma fu la parte successiva a farmi ridere. Ma come che hanno scelto di servire il Villaggio anche dopo la loro morte? Cioè, va bene Itai... Ma cosa significa come te e come me? Chiesi stupito alla sciamano, anche se ero quasi convinto che fosse solo il suo misticismo a parlare.
    Praticamente ancora non mi hai dato neanche la metà delle risposte che volevo, ma va be', vediamo di farcele bastare. Dove andiamo adesso?
    La risposta fu presto detta, e molto più semplice di quanto credevo.
    Ohhh fantastico, si torna al tempio, abbiamo finito? Oppure... Ma che cavolo?! Quelli erano in piedi prima! Dei 16 grandi idoli di pietra che adornavano i lati del tempio, ne erano rimasti solo 4 in piedi.
    Che le azioni che avessimo compiuto fino a quel momento nella Valle avessero portato quegli antichi manufatti a distruggersi? Che le strane gemme raccolte erano collegate a quegli idoli di un'epoca passata?
    Domande che non avrebbero avuto risposta, almeno con Sanjuro.
    Sanjuro che pensava al limone.
    Al mezzo limone.
    Il mezzo limone dici? Beh... Si... Aspetta un secondo. Incominciai a rovistare nelle tasche del mio giubbotto ninja dove mi ricordavo di aver riposto l'agrume.
    Quello che tirai fuori era si il mezzo limone, solo che schiacciato.
    D'altronde non avevo messo in conto di vedermela con un gigante di roccia e fango.
    Lo mostrai a Sanjuro, soddisfatto. Ecco qui, un po' schiacciato, ma ecco qui, e poi... Oh, che schifo. Sanjuro si stava smanettando sotto il gonnellino, compiendo la mistica danza dello schiaccianoci.
    Quel che uscì dal gonnellino fu sorprendente: due gemme, simili a quelle che avevamo raccolto.
    Fu allora che vidi 2 dei 4 idoli rimanenti andare in frantumi. Oh... Ok, non ti chiederò perché erano lì. O da quanto tempo. Ricordati di non toccarmi. E... Ecco il tuo limone. Esclamai, con il viso evidentemente disgustato.
    Le sorprese non furono però finite. Fu infatti Gassan, con uno strano rituale, a far crollare il penultimo idolo, grazie al potere del misticismo e del chakra.
    Adesso non rimaneva altro che posizionare l'agrume ai piedi dell'ultimo idolo e... Come combattere? Esclamai, quando già il limone era ai piedi dell'idolo.
    Fu allora che guardai la statua di roccia.
    Un uomo non molto alto, snello, con una buona muscolatura, e lunghi capelli.
    Guardai Sanjuro, accanto a me.
    Guardai l'idolo.
    Odio questo posto.
     
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    Ombra del Gigante


    [8]



    La distruzione dell'ultimo idolo provocò una piccola scossa di terremoto che continuò per una buona decina di secondi, fino a che la parete davanti a loro non iniziò a generare una discreta massa di polvere e sedimenti, venendo lentamente abbassata verso il suolo. Quando le scosse terminarono, il duo avrebbe potuto ammirare una sala completamente circolare, di circa 30 metri di diametro, completamente scavata nella roccia del tempio. Al centro della sala, una sorta di vasca rivestita di pietra azzurrina, sebbene completamente asciutta. Sanjuro avrebbe preceduto Akira fino alla porta, ma non sarebbe andato oltre.

    Akira-san, non posso seguirti nella sala, l'accesso mi è precluso. Dentro troverai molte cose, alcune derivate dal lattosio. Sono sicuro che saprai cavartela, così da riattivare la corrente della cascata e tornare tutti a casa.

    Quindi lo sciamano lo avrebbe picchiettato sulla schiena con delle pacche come ad invitarlo a entrare, ma prima che questo fosse avvenuto, Sanjuro avrebbe nuovamente bloccato Akira. Componendo alcuni sigilli con le mani e toccandolo nuovamente sulla schiena:

    Coniglio, Serpente, Capra, Cinghiale, Coniglio, Serpente, Capra, Cinghiale, Cane, Serpente



    Bof, quasi mi ero scordato. Su su vai, non farli aspettare.

    Prima di varcare la soglia, se si fosse voltato, Akira si sarebbe reso conto che il figlio di Sanjuro era scomparso, così come il suo fido destriero, così come la ragazza poggiata sull'altra alla fine della sala. Qualcosa non quadrava affatto.

    [Nella Sala]



    Quando Akira avesse varcato la soglia, con un irritante sciamano che lo salutava come se stesse partendo su un battello a vapore, la porta si sarebbe lentamente richiusa dietro di lui con le stesse scosse con le quali si era aperta pochi minuti prima. A quel punto, la sala al suo interno divenne come viva. La vasca azzurrina prese a riempirsi di acqua cristallina fino a coprire completamente il rivestimento. Saranno state alcune decine di litri, non molta. Più che una piscina, sembrava una piccola pozza. Ad un certo punto, il liquido prese vita, e uscì dalla pozza disponendosi in 16 accumuli tutti attorno alla sala, i quali presero forma e si sollevarono, a formare delle figure umane. 15 di loro erano assolutamente simili agli spiriti che Akira aveva visto sulle tombe, mentre una era disturbata, come se non fosse completa, e andando ad esclusione, basandosi sui pochi dettagli che la figura fatta d'acqua sembrava mostrare, dai capelli e la fisionomia, pareva proprio l'idolo raffigurante un giovane Sanjuro.
    Poi delle voci invasero la testa di Akira, assieme a delle immagini, come dei ricordi che venivano riprodotti dentro la sala, chissà quanto tempo prima.


    Spirito: - Dobbiamo farlo, altrimenti il distruttore della valle sarà libero di raggiungere la superficie.
    Spirito: - Ha già preso con sè la giovane donna, basterà il sacrificio di 16 persone, non una di più, altrimenti l'equilibrio del rituale potrebbe danneggiarsi e chissà cosa potrebbe accadere. Solo uno di noi restarà come guardiano della valle, il più giovane.
    Immagine disturbata: - Mio figlio ha risvegliato il distruttore, voi non dovreste pagare per i suoi errori. -
    Spirito: - Abbiamo tutti prestato giuramento Gassan, tutti prenderemo parte, non incolparti. -

    In senso orario, partendo dal primo spirito accanto alla figura disturbata, uno ad uno, iniziarono a cadere a terra, con un bagliore che usciva dai loro corpi e andava a tuffarsi al centro della vasca. La figura disturbata era posizionata vicino alla porta, e sarebbe stata l'ultima ad essere sacrificata; ma prima che questo avvenisse, dei colpi sulla porta di pietra la fecero aprire improvvisamente, e una nuova figura, sarebbe comparsa nella sala, correndo e urlando. Junpei

    Spirito: - PADRE FERMATEVI, POSSO ANCORA RIUSCIRE, POSSO ANCOR... EEEWWGHHHHHH -
    Figura disturbata: - JUNPEI VATTENE, NOOOOOOO !!! -

    La figura sarebbe come rimasta un momento immobile, per poi terminare la corsa inciampando e scivolando in avanti verso la vasca, dove il suo bagliore sarebbe entrato nel giro di un istante. A quel punto, l'ultimo bagliore sarebbe uscito dalla figura disturbata, ma in maniera diversa, la luce sarebbe stata molto più debole, e la figura stessa non si sarebbe sciolta come tutti gli altri spiriti scomparsi fino a quel momento, ma si sarebbe accasciata al suolo, ansimante, e avrebbe appoggiato un lato del volto al pavimento, iniziando a fare strani versi con la bocca.

    Una nuova figura, un molto irriconoscibile Samoru, molto più giovane, magro, ma con la stessa benda sull'occhio, sarebbe apparso dalla porta, non in versione costrutto liquido ma come una sorta di fantasma, che arrivato nella sala sarebbe caduto sulle ginocchia, portandosi le mani al petto e iniziando a gridare. Ovviamente Akira non avrebbe sentito alcun suono. Dopo poco avrebbe afferrato la figura disturbata per gli abiti, cercando di trascinarla fuori dalla sala, urlandole contro parole che Akira non avrebbe potuto udire, mentre questa avrebbe racconto uno dei tanti pezzi di legno presenti nella sala, visibile nel flashback, mentre Samoru lo portava di peso lontano da lì.


    Figura disturbata: GAAAAASSAN, GASSAAAN, GASSAAAAAAAAAN.

    A quel punto, la vasca si sarebbe illuminata, e il treno di ricordi sarebbe scomparso.
    Quando il gioco di luci e ombre fosse terminato, Akira avrebbe potuto molto chiaramente scorgere una figura umanoide fatta d'acqua torbida, al centro della sala, posizionata proprio nella vasca asciutta, e qualcosa gli avrebbe fatto capire che a differenza di quanto appena accaduto, quello non era affatto un ricordo, ma proprio quello che le azioni sue e dello sciamano, avevano liberato.

    La storia della valle non poteva a questo punto essere più chiara. Dopo il fallito colpo di stato ai danni del Daimyo dell'Acqua, l'unico anbu sopravvissuto era fuggito, tornato a casa da suo figlio, nella valle segreta sotto l'oceano, vicino all'isola della Nebbia. Lì, si era riunito al gruppo di sciamani ninja che avevano giurato di tenere lo spirito del distruttore segregato, ma con la speranza di riportare in vita la sua amata, il figlio dell'anbu aveva ceduto alle lusinghe del grande malvagio, e lo aveva liberato, rischiando di scatenarne la furia sul mondo. Come ultima risorsa, 16 dei 17 guardiani avevano celebrato il rituale di sigillo come era stato effettuato in passato, un'arte proibita che avrebbe richiuso il maligno nella sua prigione, al corso della vita di quasi tutti i suoi carcerieri; ma durante l'esecuzione, il giovane si era messo in mezzo, nel tentativo di risolvere ciò che lui aveva causato, generando uno scompenso nel rituale e offrendo inavvertitamente la sua vita. L'anbu, ultimo nella linea di sacrificio, aveva perso solo parte di sè, restando come un folle che aveva causato la morte del figlio, incapace di distinguere se stesso da un pezzo di legno trovato a terra.

    Per qualche ragione, una parte di Gassan, l'anbu della nebbia, era perdurata, e aiutato da Samoru, l'unico guardiano recluta ancora in vita, era tornata nel mondo, alla ricerca di qualcuno che potesse riaprire la cella, per porre fine una volta per tutte a quel nemico.




     
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