Il gioco della busta

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    "Pensieri"
    «Dialoghi»


    Non molto lontano dalle mura del Villaggio della Nebbia, immerso in una fitta nebbia mattutina, vi si trovava un bosco. Ed era un bosco niente male, specialmente per quello riguardava Kiri: i fitti rami e le foglie vi creavano un ambiente letteralmente perfetto per tutti coloro che amavano il silenzio e la pace. Vedervi o sentirvi un ninja silenzioso, un maestro della furtività, era pressoché impossibile per via della presenza di una folta foschia che albergava su quel boschetto. Lo avrei scelto come il territorio prediletto per il mio addestramento con Youshi, in cui entrambi avremmo cercato di migliorare il più possibile le nostre capacità. Youshi vi si sarebbe allenato a diventare ancora più furtivo, in modo da danneggiare i suoi nemici più silenziosamente possibile: del resto, era quella sua specializzazione e il suo destino. Io, invece, avrei fatto il contrario: avrei cercato di scoprire il ninja furtivo non dandogli la possibilità di avvicinarsi alla mia posizione al fine di rubare un oggetto che avevo preso. Per dirla brevemente, insomma, quel boschetto sarebbe stato il perfetto teatro di un addestramento abbastanza insolito. Un gioco a ladro e poliziotto, in cui il ladro doveva rubare un oggetto e il poliziotto doveva non farselo rubare. Affinché fossimo a pari condizioni, quell'oggetto (che avevo musso in un sacco blu, di quelle con cui si andavano a fare la spesa), era stato posizionato sul ramo di un albero, a circa 10 metri di distanza dal terreno. Io, inoltre, non dovevo avvicinarmici a meno di 3 metri, altrimenti non sarebbe stato divertente: per questo vi era, diciamo, una zona libera di circa 3 metri di raggio intorno alla busta: in quella zona non potevo entrare, a meno che non avessi voluto essere squalificato.

    E sebbene il gioco in questione fosse abbastanza chiaro e le sue regole fossero oltremodo spiegabili per entrambi, quello che non sapevo era se Youshi fosse venuto al nostro incontro oppure no. Alla fine dei conti, gli avevo mandato una missiva. Come tutte le missive, però, questa andava prima alla sede centrale dell'Accademia a Kiri, dove poi veniva di nuovo rimandata verso l'abitazione del ninja in questione che avrebbe dovuto raggiungermi nel posto indicato in una mappa all'interno della lettera stessa. E qui veniva il problema: raggiungere quel posto non era facile, perché si trovava all'interno di una fittissima foresta, in cui tutti gli alberi si accavallavano gli uni agli altri creando delle zone d'ombra piuttosto consistenti. Non era, dunque, facile trovare quel posto anche per via del fatto che tutti gli alberi erano praticamente uguali: niente differenze, niente di niente. Solo alberi, alberi, foschia, altri alberi, qualche verso degli animali che abitavano in quelle zone e, infine, altri alberi ancora. Insomma, era una cosa a dir poco disastrosa da quel punto di vista. D'altro canto, delle condizioni così sarebbero state letteralmente perfette per entrambi.

    Confidavo però che il membro di uno dei clan più antichi di Kiri mi trovasse. Alla fine dei conti, sapevo che era un ragazzo capace e sapevo che ci saremmo divertiti quel giorno, nell'augurio che sarebbe stato solo il primo di una serie di addestraenti che ci avrebbero permesso di migliorare in vari aspetti sia della vita in generale che del combattimento.
     
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