I signori delle stelle

Ultime parole d'arroganza fuoriuscirono dalla bocca di Shishi prima che svenisse per gli sforzi e le ferite derivate dal nostro scontro. I lupi visione accerchiarono i corrotti, arresi, e liberarono Hanko e gli altri membri dentro la gabbia mentre il grande corpo del demone si dissolveva, quasi evaporando, in minuscole particelle di chakra che potevano ricordare fiocchi di neve trasportati dal vento. Dal grande lupo bianco dalle cinque code, rimasi io, un semplice uomo, finito ma vincitore. Ho mantenuto la mia promessa, niente di più. Dissi poggiando le mani sulle ginocchia per sostenere il peso del mio corpo che, in quel momento, pareva essere fatto di pietra. Mi dispiace per la vasca, non sapevo come altro fare. Vado a riprendere tuo nonno.

Il viaggio verso la casa di Takumi fu assai più breve, le conoscenze del territorio di Jaro e le sue abilità di esploratore resero il difficoltoso percorso montano una semplice scampagnata.
Giunti all'abitazione entrammo senza bussare e trovammo la sciamana, Inuarashi e perfino Akira intenti in un gioco di carte. Ah, ma certo! Dissi, sorprendendoli e scatenando in loro un'ilare reazione che vide il tavolo venire volato via assieme alle carte dal ninja della nebbia, come a tentare di nascondere un misfatto. Mentre io salvo la situazione voi ve la sbazzate qui eh? Mi rivolsi quindi al ragazzo dai capelli turchini. Spero che l'altro stia peggio. Conclusi , riferendomi ai cerotti, prima di scoppiare in una fragorosa risata e raccontare a tutti cos'era successo, come la notte era salva.
Non appena la mia storia fu finita Inuarashi non si fece chiedere due volte di tornare dal suo branco, promise a Takumi che la successiva partita sarebbe stato lui il vincitore ed invitò anche Akira a venire con noi.

[...]

Tornammo quindi al monte Argenteo, ma stavolta mi fu permesso di passare dall'ingresso principale. Osservare un luogo del genere, specialmente se illuminato dalla luce della luna che piena splendeva nel cielo, creava un ambiente a dir poco magico, niente in confronto a quello che avevo potuto osservare mentre il mio animo era turbato dalla riuscita della missione.
Fui condotto alla sala della Luna, benché il buco nel soffitto fosse ben più grande di com'era in origine, il resto delle tracce della battaglia che poco prima era avvenuta erano scomparse; la stanza vuota, piena solo del silenzio, sembrava un dipinto, immobile nel tempo e nello spazio, Inuarashi entrò per primo, raggiungendo altri lupi antropomorfi, tra cui Okami ed Hanako, che si trovavano nelle vicinanza della vasca; Jaro ed il resto dei lupi, intanto, rimaneva seduto alle mie spalle.
Mi avvicinai e mi inchinai, onorato dalle parole di Inuarashi, incapace di parlare per l'emozione mentre il contratto compariva tra le sue mani. Titubante, quasi come se pensassi di sognare immersi il pennello e scrissi il mio nome sulla grande pergamena. Siete sicuri? Chiesi rivolto ai due lupi che si limitarono a rispondere con un cenno della testa deciso ma gentile. Senza perdere altro tempo incisi una ferita sui palmi delle mie mani e le poggiai sulle parti offerte dai lupi; immediatamente una parte del mio chakra cominciò a fluire in loro ed una del loro in me, creando un armonioso fiume di luce tra noi tre che durò solamente pochi istanti. E fummo uno.
Il profondo ululato del branco si erse nel cielo e si insinuò sotto la mia pelle, fin dentro le ossa, raggiungendo il mio spirtio che non fu esente da commozione. Sono onorato, non so cos'altro dire. Sussurrai con gli occhi lucidi, forse un corpuscolo delle macerie mi aveva irritato.
Il magico momento fu interrotto dalle piacevoli grida a festa, poi cominciarono le canzoni, i cibi e le bevande: una grande festa per un grande branco. Il mio.