Patto di SangueContratto Evocazioni Kuroi

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    Post 8 ~ Patto

    Momentaneamente abbagliato dall'intensa luce, Shin aveva chiuso gli occhi. Nel riaprirli, pochi istanti dopo, l'ambiente circostante era cambiato nuovamente e sembrava che il tempo avesse ripreso a scorrere. Al suo fianco restava Anzu, nel suo abito da sacerdotessa di Inari. Proprio tramite l'intercessione al loro spirito tutelare era stata in grado di spezzare l'illusione in cui erano stati sprofondati, per il divertimento dei loro misteriosi ospiti, i quali avevano infine deciso di fare la loro reale apparizione. Alcuni metri più in là, stava infatti l'uomo, o meglio l'essere dalle forme umanoidi, che nell'inganno l'aveva sfidato, cercando di sottometterlo prima con la forza, e poi con l'astuzia. Per fortuna lo shinobi non era solo, e il subdolo attacco psicologico era stato sventato al solo costo di una sensazione di disagio all'altezza dello stomaco da parte del giovane. Il foglioso e la sua evocazione si avvicinarono allo strano gruppetto, composto anche da due corvi, i quali non erano evidentemente animali comuni in quanto parlavano, e tanto pure. E' per questo che detesto voi corvi, siete i soliti imbroglioni, non prendete mai niente sul serio e pensate solo a divertirvi. Praticamente l'esatto opposto di una kitsune del monte Yume. Mi dispiace avervi rovinato lo spettacolo. Il Kinryu appariva chiaramente irritato e sarcastico, ma cercò di darsi un contegno nonostante ciò che aveva appena passato. Aveva molte cose da chiedere al male assortito trio, ma prima che potesse porre l'unica domanda a cui gli interessava veramente avere risposta in quel frangente, ovvero dove fosse l'amico, venne anticipato da quello che sembrava il capo, intuizione subito confutata. Non lo troverò, dici? Vedremo se... Allora accoglieremo la vostra offerta e lo aspetteremo qui. Il chunin scambiò un'occhiata accigliata con la volpe, la quale nel frattempo si era accomodata a poca distanza dal focolare e teneva sotto controllo i due corvi scalmanati che non smettevano un attimo di parlare. Conscia delle critiche che frullavano per la testa del ragazzo, Anzu sospirò, condividendo con lui i suoi pensieri.Non è saggio intromettersi quando c'è lui di mezzo. Soprattutto se sono nel bel mezzo di un colloquio. Se invece dovessero giungere ad uno scontro... Beh, in quel caso ce ne accorgeremmo. Sembrava che la prospettiva non le piacesse neanche un poco, ma nondimeno cercò di suonare rassicurante alle orecchie del ragazzo a cui era legata. Stanco, indispettito dalla piega che avevano preso gli eventi, Shin chiuse gli occhi, lasciando che l'umidità gli si posasse in viso. D'accordo, attendiamo allora. Ma se si tratta dell'ennesimo trabocchetto non mi tratterrò oltre.
    Piegare l'animo di Kato Yotsuki era una prova destinata a fallire in partenza. Mai si sarebbe arreso, piuttosto avrebbe perseverato, rigido nella sua ostinazione, fino a spezzarsi, fino alla morte. La sua copia perfezionata, priva di quelle inutili, secondo il suo modo di vedere, emozioni, rimase a fissare l'originale rialzarsi l'ennesima volta, indomito. Accolse senza cambiare espressione i suoi insulti e il suo sfogo, una promessa che non sapeva ancora quanto gli sarebbe costato mantenere. Parole però che giunsero a bersaglio, e questo sarebbe stato subito chiaro nel momento in cui l'illusione sorrise, in modo triste, quasi rassegnato, eppure incredibilmente toccante per un essere che si vantava di aver ripudiato i sentimenti. Dunque è questa la tua vera forza, eh? Sono curioso di vedere quanto durerai, prima di cadere. Prima di violare l'unica cosa che ritieni intoccabile, l'unica cosa che ti fa andare avanti. Per quel che vale, ti auguro buona fortuna... Simile a nebbia, si dissolse mentre le ultime parole ancora echeggiavano per la radura. L'incanto era spezzato, ma quello per l'otese sarebbe stato solo l'inizio.

    Un'ombra enorme passò sopra la testa dello Yotsuki, nascondendo il sole e portando la notte sulla foresta per alcuni istanti. Se avesse alzato immediatamente il capo, avrebbe intravisto la sua figura maestosa, una versione colossale del piccolo rapace che l'aveva tormentato fino a quel momento. Un istante dopo, però, era scomparsa. Il silenzio surreale che seguì venne interrotto da un sommesso fruscio nel sottobosco mentre la creatura si avvicinava. Finalmente, essa sbucò tra due alberi, ma la sua forma era nuovamente mutata. Un uomo all'apparenza, con un elegante vestito tradizionale ed un piccolo ventaglio. Eppure, il chunin avrebbe avuto immediatamente, quanto irragionevolmente, la sensazione che lo sconosciuto non fosse umano. Se Kato avesse provato ad aprire bocca, quello avrebbe preventivamente alzato una mano aperta, interrompendolo anche contro il suo volere, quasi che una forza invisibile e opprimente lo trattenesse. Bene bene, Kato Yotsuki, veramente ben fatto. Erano secoli che un umano non resisteva alla prova della metà, complimenti davvero! Un sorriso contenuto apparve sul suo volto, quasi fosse vagamente divertito. Ammetto che mi ha aiutato a distrarmi per un momento dalla noia che mi perseguita da quando ci siamo sistemati qui a Kuraidesu. Però... In un battito di ciglia lo shinobi si sarebbe ritrovato il misterioso essere ad un palmo dal suo viso, quasi si fosse teletrasportato di fianco a lui in un istante. Se non sbaglio, hai fatto una richiesta. E una promessa. Sei certo di poterla mantenere? Non per giudicare, ma mi sembri gracilino. La creatura, ergendosi in tutta la sua statura, apparve incredibilmente alta e sottile, tanto da sovrastare il ragazzo, che non poté comprendere se si trattasse solo di un'illusione prospettica o se fosse veramente così imponente. I nostri patti sono molto...costosi, ti avviso. Oh, ma non mi sono presentato, che sbadato. Ritraendosi, il corvo umanoide sembrò diventare più piccolo, ma ancora una volta il giovane non avrebbe saputo dire se si trattava solo di una sua impressione. Io sono...beh, ho diversi nomi. Il Cangiante, l'Imbroglione, l'Ombra. Scegli pure quello che preferisci. Non è una cosa a cui faccio presto molta attenzione, in ogni caso, cambiare fa parte della mia natura. Non sembrava che volesse nascondere la sua vera identità, quanto che ritenesse superfluo dichiararla ad alta voce. Aveva l'aria di uno che avrebbe potuto rifiutare di dirla se gli fosse stato richiesto, o che avrebbe mentito in quel caso, ma che al contempo poteva lasciarla scivolare con casualità e leggerezza di una frase di poco conto. Ma torniamo a te. Tu vuoi diventare più forte per... No, ripensandoci non mi interessa saperlo. Uno del potere può farci quel più desidera, in fin dei conti. Non è forse questo il privilegio delle persone forti? L'essere sorrise e riprese a parlare evidentemente non aspettandosi una risposta da quella domanda retorica. Dunque, ecco il mio accordo. Noi ti presteremo il nostro potere, e tu in cambio... No, farci divertire solamente non può bastare... Oh, ci sarebbe giusto una cosuccia che mi dà a noia... Gli occhi della creatura si socchiusero a mezzaluna mentre fissavano il giovane con artificiosa sorpresa, studiata per far credere, ma al contempo lasciare intravedere la menzogna, che ciò che stava gli fosse appena venuto in mente così, per caso. Il nostro supporto, in cambio del tuo aiuto per sistemare una piccola faccenda, una divergenza di opinioni all'interno del nostro clan. Si tratta giusto di defenstrare un seccatore arrogante, niente di che. L'uomo corvino taglio corto, facendola sembrare una cosa di poco conto, lasciando all'oscuro lo shinobi dei dettagli e cercando di spingerlo a prendere una decisione senza dargli il tempo di rifletterci. Messa giù così, sembrava un patto tutto sommato vantaggioso per lo Yotsuki, ma era veramente così? Poteva davvero fidarsi dell'Ingannatore?

     
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    L’illusione scomparve, e con essa il Kato provocatorio. Un riflesso che mi aveva sfidato apertamente, mi aveva ghermito con le sue provocazioni… che aveva provato a condurmi in vicoli ceci. Strade mentali che mi portavano a ricordi e sensazioni lontane. Ma la mia mente risultò più ferma. Più stabile e lo Yotsuki più debole cadde, nella finzione della mia mente, così come lo era nella realtà. Non c’era spazio nel nostro Clan per i deboli.

    E mi ritrovai così di nuovo da solo. I miei sensi però richiamarono l’attenzione verso l’alto, e fu più che sufficiente per cogliere un’ombra di notevoli dimensioni sorvolare sopra la mia testa. Fu questione di un attimo, perché scomparve altrettanto in fretta, riportandomi alla desolazione di quella radura.

    Mi guardai attorno e dalle mie spalle percepii chiaramente dei movimenti. Una figura oscura fece capolino dagli alberi, configurandosi poco alla volta, passo dopo passo, nelle fattezze di un uomo. Eppure un brivido percorse tutta la mia schiena, un sesto senso che mi indicava che la persona lì davanti non poteva essere uno sconosciuto qualunque. Che finalmente l’artefice di tutti quei giochi mentali si fosse palesato?

    Stavo per proferire parola quando l’uomo, alzando un braccio, mi bloccò. Prese a parlare lui e finalmente la situazione che avevo affrontato fino a quel momento si fece decisamente più chiara. Ero giunto al cospetto di uno dei Kuroi, uno dei Corvi Mitologici, dei Corvi oscuri che infestavano le Foreste di Kuraidesu. Finalmente avevo superato quello che per loro potevo definire prova. Forse avevo guadagnato il diritto di parlare, e approcciarmi con loro. Con il loro Maestro, o Capobranco. Le parole che mi rivolse le interpretai positivamente, o quantomeno lasciavano un margine di speranza nel riuscire ad ottenere qualcosa da loro. Potevo chiamarlo come preferivo, a quanto sembrava non dava molto importanza al nome, sorrisi: - I nomi possono rappresentare un fardello pesantissimo. – e per un attimo il mio pensiero volò ad Iwa e agli Echi della Guerra. Il suo tono di voce era pesante, serio. Carico di un’esperienza che sembrava prolungarsi nel tempo e nei decenni. Mi chiesi effettivamente chi avevo davanti a me.

    Mi propose un patto, un accordo a conti fatti molto semplice: il loro potere in cambio del mio aiuto. Se c’era una lezione che avevo appreso ad Oto, e a conti fatti dall’Amministratore stesso era una sola: mai accettare una proposta se non conosci i termini e i limiti della stessa. Eppure quella situazione stava mettendo in crisi le mie convinzioni e certezze.

    Se avessi rifiutato sicuramente avrei perso l’occasione di ottenere la loro forza e il loro supporto… e questo banalmente non potevo permetterlo. Alzai lo sguardo, carico di fiducia: - Accetto la tua proposta, Ombra. Il vostro supporto in cambio del mio aiuto è un accordo che posso accettare. Le sfide o le missioni sono l’elemento fondamentale di noi Ninja, senza di esse non siamo che mere statue destinate a rompersi alla prima caduta. – Mi avvicinai di qualche passo, per dimostrare che non avevo di certo paura. Ora toccava a lui. Eravamo finalmente giunti all’epilogo di quel lungo viaggio?

    Nel frattempo il piccolo gruppo di esseri che si era radunato attorno al focolare venne presto interrotto. L’uomo corvo, quello con sembianze umane, sobbalzò di colpo quasi come se fosse stato colto da un malore. Con un gesto della mano richiamò l’attenzione dei due corvi, e verosimilmente anche di Shin e della sua Kitsune: - Il capo ha finito. Il tuo amico, Kato, e il Maestro ci aspettano qua vicino. Non ci resta che avvicinarci in fretta. – -Ku ku ku ora le cose si faranno divertenti! esordì Namakemono.

    Così mangiando i topi in un solo boccone, e lanciandone un paio in aria per riservarli ai due corvi, il trio di Kuroi si alzò e con passo spedito si diresse di nuovo nella foresta, abbonandosi alle spalle il focolare e la piccola radura. Forse era arrivato anche per Shin il momento di ricongiungersi con Kato.

     
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    Post 9 ~ Sangue

    Il Maestro, il capoclan dei Kuroi, il Senzanome. Come lo si volesse appellare, egli era lì, davanti a Kato Yotsuki, a fissarlo immobile in tutta la sua maestosità. Il giovane, sciocco umano aveva fatto un passo deciso verso di lui, dimostrando un coraggio al limite dell'incoscienza nell'accettare la sua proposta. Sarebbero rimasti così, immobili, per alcuni istanti, fino a quando l'uomo non scoppiò in una risata gracchiante. Mi piaci, ragazzo. Non tutti avrebbero il fegato di mettersi così nelle mie mani! Nell'affermarlo diede un paio di forti pacche sulla spalla dell'otese. Ora rimangono solo le formalità, che personalmente trovo piuttosto fastidiose, ma temo ci tocchino. Ma prima devo presentarti agli altri. Non che abbiano voce in capitolo, sia chiaro. L'ultima frase avrebbe messo bene in chiaro nella mente dello Yotsuki chi comandava all'interno del clan dei corvi. Nonostante l'aria a tratti dimessa, o forse proprio per quella, l'aura del Maestro risultava terrificante quando faceva sul serio, e Kato non ne aveva visto che un'unghia fino a quel momento. Nell'attesa l'essere aspirò voluttuosamente da una lunga pipa, nonostante il ricordo confuso dello shinobi del fatto che prima, al suo posto, ci fosse un ventaglio.

    E così anche Kato avrebbe fatto conoscenza del resto della tribù dei Kuroi. Pochi, a prima vista, ma come avrebbe potuto testimoniare l'amico niente affatto deboli. Shin, che aveva seguito le creature nel folto della foresta fino al suo anfratto più oscuro, se ne stava ora in disparte con a fianco Anzu. Alla kitsune, il capoclan aveva rivolto solo un sorriso sornione, quasi ignorando invece il suo accompagnatore, salvo poi farne cenno tornando a parlare con lo Yotsuki. Compagnia interessante. Me lo sentivo che saresti stato divertente. Loro sono... beh, avranno modo di presentarsi quando ne avranno voglia. L'insofferenza verso la formalità e l'ampollosa cerimoniosità dell'essere si accostavano in un modo incomprensibilmente accattivante, fatto di minimi cambiamenti nell'intonazione della voce e di impercettibili movimenti dei muscoli del viso. Una persona, ammesso che si potesse usare tale termine per lui, alla quale non si poteva dire di no facilmente, ma che nascondeva più di quanto non mostrasse. Avvicinatosi all'otese, il Maestro scosse la pipa, liberandola dalla cenere accumulata. Con quello stesso movimento, però, lo strumento si tramutò in un enorme rotolo, o meglio era come se lo fosse sempre stato, ma solo in quel momento il ninja se ne fosse reso conto. Reggendolo senza fatica con una mano, allungò l'altra in direzione dello Yotsuki, aperta in un invito irrefutabile. Se ho capito bene che tipo d'uomo sei, alla richiesta di un poco del tuo sangue per siglare il patto ti ferirai oltre il necessario senza battere ciglio con l'aria da duro. Sbaglio forse? Mi reputo piuttosto bravo a leggere dentro le persone sai... Qualunque fosse la risposta, sarebbe cambiata solo la tonalità del sorriso da rapace sul suo volto, mentre scioglieva i legacci che tenevano la carta sigillata. Quanto è passato dall'ultima volta? Proprio non riesco a ricordare... Oh beh, non importa. Allora, una firmetta qui ed è tutto apposto. Se permetti, faccio io. Che il giovane lo volesse o no, ma solo nel caso avesse dimostrato di voler chiaramente portare a termine quel patto vincolante ed arcano, l'Ombra sarebbe calata su di lui. Inafferrabile, sfuocata e impossibile da mettere a fuoco, fugace come la tenebra più fitta, ali e piume e artigli, ed un becco che trafigge la carne. Un lungo taglio avrebbe attraversato il bicipite sinistro di Kato, non molto profondo, ma sgorgante sangue. Se non trattato adeguatamente gli sarebbe rimasta di certo una cicatrice, ma quella non sarebbe stata che la prova tangibile del nuovo legame tra il chunin di Oto e i Kuroi della foresta di Kuraidesu. Mi aspetto grandi cose da te, Kato Yotsuki. Facci divertire!

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    Ero stato un incosciente sì, dovevo ammetterlo. Fare un passo in avanti, avvicinarmi a quello che di fatto era un vero sconosciuto e per di più di certo non umano. Eppure il mio gesto venne apprezzato da quello che osava definirsi il capo dei Kuroi, il loro Maestro e Guida. Si rivolse verso di me con parole positive, e la mia offerta di aiuto venne accettata senza troppe remore. Di fatto avevamo stretto un accordo e solo il tempo mi avrebbe permesso di dire se avevo compiuto la scelta giusta o meno.

    Senza aggiungere molte parole lo seguii unendomi così di nuovo al gruppo principale. Con un cenno del viso salutai Shin, il mio amico. Unico vero amico in quel continente: - Mi fa piacere vederti tutto di un pezzo. – erano parole sincere. Se aveva passato anche solo la metà di quello che io avevo subito… di certo non era stata una passeggiata. Guardandomi attorno realizzai la presenza di altri Corvi magici. Erano esseri decisamente piccoli, a parte uno di fattezze quasi umane. Accennai ad un saluto, rispettoso, anche nei loro confronti. Poi il Maestro, il capo di quel piccolo clan, muovendo quasi in gioco ipnotico la propria pipa la tramutò in una sorta di rotolo gigante. Per un attimo mi balenò nella testa l’esperienza che aveva già passato, ormai da molto tempo, Shin all’epoca delle Kitsune. Che il Maestro dei Kuroi si riferisse forse al sigla del Patto di Sangue?

    I miei dubbi presto trovarono risposta. Fu come avevo esattamente immaginato. Il rotolo era visibilmente unico, e impregnato di una magia di difficile interpretazione. Era più che evidente che quella pergamena aveva un valore assolutamente insostituibile e il fatto che in quel momento il Maestro mi aveva chiesto di appore una firma di sangue, la mia firma, assumeva un significato di notevole spessore. Mi si stava prospettando una situazione che difficilmente avrei dimenticato per il resto della mia vita.

    Dunque abbassai lo sguardo e mi focalizzai sulla carta. Con un rapido gesto e un kunai affilato mi aprii un leggero taglio sull’indice e abbassando il dito apposi la mia firma su quel rotolo. Per un momento, esattamente nell’istante in cui completai l’azione, sentii un vuoto dentro di me a cui seguì un altro insieme di sensazioni di difficile descrizione. Paura forse? Inadeguatezza? Oppure sicurezza e forza? Sorrisi, forse i Kuroi erano tutto questo. Una bilancia in costante disequilibrio, incapace di mantenersi stabile. Ma proprio su questo nasceva la loro forza. Un potere misterioso che presto avrei fatto mio, e controllato.

    Sono pronto, Maestro. – sarebbero state le mie uniche parole, prima di assentarmi da quel gruppo di corvi e ritornare alla civiltà accompagnato da Shin, il Chunin della Foglia.

     
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