And the Time will be his spouse[Add TSI Horla]

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  1. l'Horla
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    And the Time will be his Spouse


    IV
    Draghi e taverne

    La luce era ancora distante dall'illuminare il villaggio quando uscii di casa, l'appuntamento a cui mi sarei presentato con qualche minuto di anticipo era stato fissato all'alba dal Mizukage il giorno precedente. Quella notte mi costrinsi a riposare qualche ora, dovevo poter essere nelle migliori condizioni fisiche e mentali, prima di tutto perché quello a cui stavo andando incontro sembrava essere in tutto e per tutto una prova delle mie capacità e il valutatore sarebbe stato il Mizukage in persona, in secondo luogo perché - sebbene si trattasse solo di un'impressione e lo conoscessi troppo poco per leggere le sue espressioni - Itai-sama sembrava essere piuttosto preoccupato di ciò che era successo sulla terrazza. E pensare al capo del villaggio inquieto per qualche cosa, com'è ovvio che sia, mi preoccupava a mia volta e non poco.
    Con il cappuccio alzato e il mantello che si muoveva placidamente sospinto dalla brezza mattutina, arrivai nei pressi dell'amministrazione, subito potei vedere quella temibile coppia attendermi. Mi avvicinai calando il cappuccio e, battendo il pugno sul petto all'altezza del cuore e chinando il capo in sua direzione, dissi Eccomi ai suoi ordini, mizukage-sama Feci un cenno d'assenso quando fece notare che il drago avrebbe potuto attirare l'attenzione dei cittadini e guardai Yogan allontanarsi di corsa precedendoci. Seguii dunque Itai-sama nelle vie del centro del villaggio fino al cancello, avevo rialzato il cappuccio sul volto e non scambiai sguardi con i miei concittadini posti di guardia, non per un atteggiamento di superiorità ovviamente, quanto perché avrei preferito non farmi notare. Il motivo? Perché un'ombra non ha volto, non ha voce ed io mi trovavo in quella situazione perché desideravo che il Mizukage mi accettasse come sua ombra, quindi avrei già iniziato a comportarmi come tale. Ma forse sarebbe risultato piuttosto semplice non notare il ragazzino incappucciato che accompagnava il Mizukage fuori dal villaggio alle prime luci dell'alba, mi dissi quando, all'ordine di Itai-sama, i a correre seguendo la sua direzione a Nord.
    Dopo poco meno di mezz'ora, passata in rigoroso silenzio correndo tra la flora della nostra isola, raggiungemmo Yogan in tutta la sua grandezza. Si scambiarono un paio di battute ma io rimasi pietrificato quando il mizukage mi invitò a salirle sopra rincuorandomi del fatto che non mi avrebbe mangiato, la bocca si seccò e, facendo qualche passo verso quella creatura, dissi con voce tremante E' un onore incommensurabile poter volare con lei, Yogan-sama conclusi in un sentito inchino. Quindi con un balzo saltai su e, aggrappandomi dove potevo, mi preparai alla partenza. Stavo per volare, stavo per volare davvero! Mi dissi sentendo l'adrenalina in corpo guardando gli alberi farsi via via più piccini.
    Lo spettacolo che si poteva gustare da quell'altezza, con il sole che sorgeva sul mare, era indescrivibile ma non bastò a tranquillizzarmi. Un po' di timore si impossessò di me, ero passato da normali missioncine a volare su un drago in compagnia del mizukage verso una missione di cui non sapevamo nulla, mi sentivo sotto pressione sotto ogni punto di vista. Furono questi pensieri a lasciarmi taciturno, avevo diverse domande e curiosità che avrei voluto chiedere al Mizukage ma la situazione non era la più adatta per fare conversazione, quindi tenni gli occhi sull'orizzonte in silenzio.

    [...]

    Il villaggio era posto su un promontorio che sovrastava la campagna posta tutta attorno, arrivammo che il sole aveva iniziato il suo moto discendente all'orizzonte già da qualche ora ma le luci che brillavano nelle case lasciavano intendere una certa vita tra quelle mura di legno che lo racchiudevano. Ascoltai attentamente il mizukage che, con poche ma pratiche parole, riassunse la situazione di partenza in cui ci trovavamo e poi mi ragguagliò su una parte fondamentale delle squadre speciali: la capacità di infiltrarsi in territori sconosciuti e raccogliere informazioni. Lo pose sullo stesso piano della capacità di uccidere, rimasi un attimo interdetto ma poco dopo capii, essere in grado di raccogliere informazioni utili, in determinate situazioni, certo si sarebbe rivelato utile per piani e progetti più grandi; scoprire segreti delle fazioni avversarie senza che loro lo sapessero poteva costituire un vantaggio quasi maggiore che l'eliminazione di quello o questo. Quindi feci un segno di assenso quando mi disse come saremmo entrati all'interno del villaggio, ci saremmo spacciati per cugini e mercanti diretti verso l'ovest da kiri - giustamente perché la nostra copertura fosse più solida - non mostrai insicurezza quando mi disse che ci saremo divisi, la mia espressione rimase ferma e concentrata. Non avrei mostrato la tensione che bloccava il mio stomaco, quelle erano sensazioni per cui mi ero allenato ad eliminare dalla mia mente ma, sebbene ancora presenti, sapevo dissimularle con la mia espressione seria e glaciale.
    Quindi composi a mia volta i pochi sigilli richiesti dalla trasformazione e, dissipata la leggera nube di fumo, mi mostrai a mia volta in un corpo anonimo con qualche tratto che potesse richiamare il viso dell'uomo in cui si era trasformato il mizukage ma privo di segni particolari. Insomma, un perfetto nessuno, uno di quelli la cui unica capacità è quella di diventare massa, gente, folla per strade e piazze.
    Certo, cugino. Ci vediamo alla locanda, mi raccomando non tadare! Salutai dissimulando un sorriso bonario e alzando il braccio a mo' di saluto, c'era solo poca gente per strada ma il villaggio sembrava essere abbastanza piccolo perché tutti si conoscessero, pensai che saremmo stati individuati subito come stranieri e, tanto valeva, entrare nella parte fin da subito magari eludendo qualche orecchio teso verso di noi. Con aria un po' spaesata e rinfrancata di un viaggiatore che, dopo tanta strada, giunge in un luogo civile con tutti i confort, mi diressi verso le luci che filtravano dalle finestre di una locanda. "Al monte" recitava la scritta sull'insegna, io entrai e un'ambiente spazioso e ben illuminato mi accolse. I tavoli e le sedie di legno erano distribuiti a piccoli gruppi, un lungo bancone lasciava vedere il busto e i baffi del locandiere che, rispondendo alla mia espressione sorridente, mi disse allargando le braccia Benvenuto alla locanda "Al monte" la prima aperta a Kessho dal mio trisavolo! disse fiero pulendo con uno straccio un bicchiere Vieni ragazzo, cosa cerchi? Vuoi qualcosa da bere o mangiare? Ti serve una camera per caso? Sei qui di passaggio o sei intenzionato a rimanere
    I miei occhi ruotarono rapidi nella stanza mentre, con passo leggero, mi avvicinavo all'oste. Nella stanza erano presente qualche gruppo di persone, alcuni troppo presi dalla loro partita a carte per notarmi, altri che si fermarono di parlare e mi guardarono per poi riprendere quando dissi all'oste Salve, è stato un viaggio lungo, sì inizierei con una birra, più tardi mangerò qualcosa sorrisi rispondendo per poi continuare quando mi allungò il boccale Ah sì, credo che potrei rimanere qui una notte o forse più se troviamo ciò che cerchiamo. Sono in viaggio come mio cugino, siamo dei mercanti e artigiani Ah e che genere di affari ti portano qui a Kessho? Mi chiese curioso, io passai rapidamente la lingua sulle labbra prima di rispondere Siamo diretti a Ovest, siamo finiti qui più per passaggio che altro, ma già che ci siamo abbiamo deciso di fermarci. Stiamo cercando del materiale con cui fare i nostri gioielli, certo la materia prima non ci manca, ma saprà anche lei com'è il mercato, si ha sempre bisogno di qualcosa di nuovo e unico da proporre ai propri clienti L'oste non fece nessuna espressione particolare, non sembrava avere nessun motivo per non credermi e, dopo essersi dato un'occhiata attorno, mi indicò un gruppo di tre uomini che stavano giocando a carte in un tavolo non molto distante da noi Loro sono nostri bottegai e commercianti, non so se potranno esserti utile ma sicuramente più di questo povero locandiere! Ahahaah Chiuse in grassa risata.
    Aspettai che portasse le tre birre che gli avevo ordinato a quegli uomini, si chinò verso di loro e gli disse qualcosa che non riuscii a sentire, come gli avevo chiesto mi stava introducendo a quel gruppetto. Uno era pelato, aveva diversi e particolari orecchini sui lobi delle orecchie a sventola, un altro invece era più basso e tarchiato aveva un pizzetto impeccabile e cerato, sentii il profumo forte che gli aleggiava intorno già da quella distanza, l'ultimo invece era vestito con abiti preziosi e ricamati, era alto e piuttosto magro, aveva uno sguardo freddo e un tic alla bocca che lo portava a stirarla di continuo. Mi accettarono al loro tavolo e io mi diressi in quella direzione sorridendogli e cercando un comune scambio di sguardi, quasi a garanzia che non fossi un rompi coglioni e non avrei rovinato la loro bevuta e giocata serale. Lasciarono che mi sedetti al tavolo e, dopo esserci presentati, ci riconoscemmo tutti e tre nella comune occupazione di mercanti. Mi chiesero perché mi trovavo a Kessho ed io, dopo un sospiro leggero in cui alzai gli occhi al soffitto per poi riabbassarli verso di loro, dissi Sono in viaggio con mio cugino, siamo diretti verso Ovest. Non per un viaggio di piacere, ahimé mi interruppi per una risata rapida e amara guardando le loro reazioni alle mie parole, dovevo capire quanto fossero sospettosi o se mi stessero credendo per poter misurare e scegliere con un più attenzione le mie parole successive Mio cugino è un artigiano, io mi occupo della parte commerciale, invece. Stiamo aprendo un negozio a Kiri e, prima dell'apertura, vorremmo assicurarci una fonte di materiale grezzo e primario da lavorare per i nostri gioielli. bevvi un sorso di birra e nuovamente lasciai scorrere lo sguardo su di loro per poi riprendereEh il mercato ci impone di avere cose nuove e uniche, solo così potremmo realmente fare dei buoni affari. Non vi nasconderò che miriamo ad espanderci verso il continente, per questo stiamo viaggiando verso ovest a cercare contatti con cui iniziare rapporti commerciali di materia prima e prodotto finito Li guardai nuovamente per poi dire con voce leggera Qui a Kessho ci sono gioielleri, per caso? Sarei interessato a parlare con loro, magari avere qualche partnership commerciale potrebbe giovare ad entrambi, no? Eheheh Alzai lo sguardo verso la finestra che dava sul buio della notte Per ora la nostra ricerca si sta rivelando un buco nell'acqua, abbiamo bisogno di un materiale unico, capite? Dobbiamo spaccare il mercato imporci con qualcosa di innovativo e unico. Non conta il prezzo, l'unica cosa che conti è il marchio di unicità che avranno i nostri prodotti! Intrecciai le dita dietro la testa e mi ci appoggiai, se loro avessero finito le birre avrei fatto cenno all'oste di portarne un altro giro e quindi con voce leggera, quasi disinteressata dissi E qui come vanno gli affari, signori? Sembra un paesino piccolino, c'è richiesta per i beni di lusso? Queste prime due domande erano state poste per distrarli, magari fargli credere che volessi inserirmi in quel ambiente commerciale ma subito dopo avrei chiesto I villaggi piccoli come questo racchiudono sempre le storie più assurde e magnifiche, storie di quotidianità o straordinarie, li preferisco di certo ai grandi villaggi. Qua sì che si percepisce forte lo scorrere della storia, no?
    Rimasi in silenzio aspettando le loro parole, avevo introdotto il mio personaggio in quella conversazione, mi ero mostrato a loro in maniera genuina e snocciolato i motivi del mio viaggio e le mie grandi ambizioni, mi ero mostrato interessato al villaggio e al mercato interno. Certo, non avevo posto domande dirette su quello che io e il mizukage andavamo cercando ma la cosa era voluta, dietro ad ogni mia domanda trasversale che avevo fatto avrei potuto condurre quegli uomini a rispondere a ciò che realmente stavo cercando. Non rimaneva altro che ascoltarli attentamente, stando attento però a non mostrare troppa curiosità, o meglio, a mostrare una curiosità disinteressata, quasi fosse mirata alla semplice nozione da conoscere e poi da chiacchierare con altri mercanti di altri villaggi.
     
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