And the Time will be his spouse[Add TSI Horla]

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  1. -Max
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    九代目水影 - Kyuudaime Mizukage

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    And the Time Will be His Spouse



    VI

    [Circa un anno prima, in un piccolo villaggio sperduto nel Paese delle Nuvole]
    Il villaggio si ergeva in maniera particolare sulla collina. Se aveste contato le case avreste notato come il numero complessivo non arrivava ad una ventina, ma erano divise in quattro livelli, in maniera abbastanza ordinata. C'era anche uno scampolo di vecchie mura, giusto una ventina di metri di bastione abbattuto ai lati, segno di un passato più glorioso che doveva ormai giacere seppellito sotto il nuovo piccolo Villaggio.
    La luce del tramonto illuminava il cielo in lontananza, spaccato dalle nubi che circolavano in maniera innaturalmente veloce attorno ad un centro che segnava curiosamente anche la posizione di una struttura in cime alla collina dove sorgeva il Villaggio.
    Lo Stratega e D attraversarono il villaggio in silenzio. Risalirono ogni livello e chiunque li vedeva taceva. I bambini si nascondevano mentre gli uomini chinavano il capo, rispettosamente.
    Perché si comportano così?
    Well... Diciamo che da queste parti io sono lo scappato di casa.
    Per il sangue del Veterano, perché ti esprimi come un adolescente cerebroleso. Quella era una delle rare volte in cui si poteva udire la voce delo Stratega così irritata.
    Oh, uff... sorry boss. Devi capire che nessuno va via di qui. Noi siamo la guardia a qualcoa. But me... beh, credo che qualcuno potrà spiegartelo meglio di me al tempio. Non so se mi amano o mi odiano profondamente.
    Sì, forse è meglio che me lo spieghi qualcuno che parla la mia lingua senza infarcirla di cavolate.

    Il Tempio era una struttura circolare. All'esterno un tempo doveva essere stata più decorata, ma i residui erano stati levigati dalla furia del tempo. Eppure l'edificio restava lì.
    Lo Stratega e D non avevano ancora messo un piede sul primo gradino quando la porta massiccia si aprì. Ne uscì un uomo anziano, nero di carnagione e pelato. Gli anni avevano incurvato la sua schiena e fatto cadere i suoi denti eppure, dalla cima di quelle scale, sembrava imponente.
    Kinzo, disse l'uomo con voce anziana, carica di saggezza. Quanti anni sono passati?
    Ehi nonno. Direi almeno venti.
    Ah venti... non ti aspettavi di vedermi ancora vivo?
    In effetti è stata una sorpresa.
    Mi spieghi perché ora parli bene? Idiota. Il sibilo sferzò l'aria, imponendo il silenzio a tutti. Io sono lo Stratega. Sai cosa vuol dire?
    Ho vissuto la guerra anche io, giovane. Ho conosciuto anche il vecchio Stratega. Cosa ci fai così lontano dalla Sala delle Cinque Colonne?
    Un messaggio. Non so come, né quando, ma un messaggio da parte del Veterano. Mi ha chiesto di indagare sui poteri di D, di andare nel posto da cui proviene. Lo Stratega scalò gli scalini con passo leggero.
    Il potere... Ah sì, il suo potere. Comprendo cosa mi stai chiedendo, Stratega. Ma è qualcosa di pericoloso. Qualcosa che non si può dominare.
    Eppure Kinzo lo fa. Come mai? Come fa?
    Lui ha assorbito solo una piccola parte di ciò che giace oltre queste porte. Qualcosa che non può essere controllato... ed io forse, forse non dovrei parlarne.
    Lo Stratega si mosse verso l'uomo. Abbassò il cappuccio e rivelò il suo volto. Era vecchio e grinzoso. Le orecchie deformate, senza naso. La bocca larga ed i capelli bianchi. Il suo aspetto era così strano, inquietante e grottesco che tutti tacquero. Persino Kinzo.
    Cosa credi che mi abbia trasformato ciò che sono ora, fatto diventare lo Stratega, se non la ricerca del potere? Volse lo sguardo verso le nubi. Io sono solo un Servo, una debole marionetta nelle mani di un Potere ancora più grande. Sorrise, mestamente. Quel potere non nessun problema con qualsiasi cosa i sia dietro quella porta.

    5jygPq9


    Allora l'anziano uomo sospirò. Annuì e li lasciò passare.

    [Al giorno d'oggi, Itai e Youshi]
    La morte giunse rapida per l'uomo che Youshi aveva puntato. Il sangue sgorgò in fretta e gli altri due non fecero in tempo ad allarmarsi che due Kunai piovvero loro addosso. Non due Kunai normali. Qualcosa li aveva resi così pericolosi che scavarono un tunnel nel petto dei due, penentrando il terreno alle loro spalle.

    Un istante dopo fui da Youshi e lì vidi che il giovane aveva sperimentato qualcosa di nuovo. Aggrottai un attimo le sopracciglia quando lo sentii parlare di geni. Non mi risulta che questa cosa sia nel tuo sangue, quanto nella tua testa. In ogni caso, ottimo lavoro. Non so quanto tempo abbiamo ancora, entriamo. La porta non era chiusa a chiave. Forse non si aspettavano problemi? Del resto la guardia non era proprio irresistibile.
    Dopo la porta c'era una piccola cavernetta, non più grande di uno stanzino con una botola dalla quale si scendeva verso il basso. Lì dentro era tutto oscuro ma sul fondo si potevano vedere tenui luci tremolanti di torce accese.
    Una volta percorso lo stretto passaggio verticale ci trovammo di fronte ad un tunnel che si allontanava dal palazzo, quindi svoltava a sinistra e dunque scendeva. Non poteva essere lungo più di un centinaio di metri. Al termine, si apriva la miniera vera e propria.
    Chiamarla miniera forse era un po' troppo generoso. In tutto poteva misurare duecento metri quadri. Era stata evidentemente allargata man mano che i cristalli venivano estratti perché ne costituivano il pavimento, i muri ed il soffitto. Non c'erano torce lì. Tutto sembrava brillare di una tenue e continua luce azzurrognola. C'erano diversi strumenti abbandonati per terra, picconi dall'aria robusta. Non c'erano carrelli però, né binari.
    Ma sopratutto, non eravamo soli. C'erano tre persone, una donna e due uomini, Gli uomini manovravano il piccone, sbattendolo con forza contro i cristalli, senza però avere alcun palese effetto, mentre la donna sedeva su una sedia dall'aria scomoda. Era una bellissima donna con abiti molto aderenti. In mano aveva una frusta, anche se non la stava usando.[Immagine]
    Ancora niente, vero? Disse con aria leggermente lamentosa, sbadigliando.
    Niente Yume-san, sbuffò uno di loro, alzandosi e asciugando il sudore. Dopotutto forse avevano ragione. Ci vuole qualcosa di strano per prendere queste pietre.
    Non possiamo inventarci nulla. Su ragazzi, basta così, andiamo a casa.
    Sai cos'altro devono far bene le squadre speciali? Rapire ed interrogare. Di certo estorcere informazioni era più compito dei torturatori, ma sebbene non ferrati in tali arti quanto i carcerieri persino gli assassini potevano essere intimidatori. Torniamo su, continuai a sussurrare. Io mi occupo dei due, tu blocca l'altra. Almeno, tienila impegnata.
    Così gli dissi di correre, rapidamente, verso l'uscita. I tre si stavano attardando, sembravano tranquilli.
    Una volta fuori vidi i cadaveri lasciati lì.
    Lasciamoli, ci daranno qualche secondo di vantaggio. Nessuno non ne sarebbe rimasto colpito e questo poteva darci qualche secondo in cui agire. Feci cenni a Youshi e ci nascondemmo nelle ombre di fianco la porta.
    Uno.
    Due.
    Tre.
    La porta sì aprì.

    Allora, una birretta eh? Dobbiamo festeggiare, domani si torna a cas... AAAAAAAAAH, ci fu un urlo. Acuto.
    Era il momento.






    Vai ancora con la TS ed un po' di agguati. Tutto molto vago, per dari possibilità di descrivere meglio possibile e scegliere le azioni con quanta più libertà.
     
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18 replies since 26/5/2018, 18:18   574 views
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