And the Time will be his spouse[Add TSI Horla]

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    九代目水影 - Kyuudaime Mizukage

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    And the Time Will be his spouse


    I



    [A diverse miglia di distanza da Kiri - Alcune settimane fa]
    Nella Sala delle Colonne c'era un grande tavolo. Duro legno nero, resistente come metallo, dalla insolita forma di una goccia. Un simbolo, interpretabile in diversi modi. Un tavolo perfettamente rotondo non avrebbe avuto un capotavola, così chi si fosse seduto attorno ad esso avrebbe non avrebbe avuto chiaro chi tra gli astanti era gerarchicamente superiore. Un tavolo rettangolare aveva il problema opposto: creava due capotavola, così da non far comprendere chi, tra i due, fosse in comando di quella combriccola.
    Ma un tavolo a goccia no.
    L'arco del cerchio perdeva la sua forma nei punti dove - se il tavolo fosse un orologio - si trovavano le ore due e le ore dieci e da li proseguivano dritte, ad unirsi in un angolo acuto mozzato all'improvviso per renderlo squadrato. Un tavolo strano.
    Brutto.
    Ma simbolico.
    Nel resto della stanza grandi drappi cremisi scendevano dal soffitto, donando un aspetto sanguinante dalle pareti a causa della luce riflessa sulla stoffa.
    Cinque individui stavano seduti attorno al tavolo a goccia. Quattro di loro erano attorno alla parte tonda, l'ultimo, il più massiccio, era seduto in maniera scomposta al posto riservato al padrone su di un trono di ferro dall'aria antica e pesante. Era un uomo alto quasi due metri, dalle larghe spalle ed i capelli corti, quasi azzerati dal crudo taglio di un rasoio. In fronte c'era una specie di buco, dall'aria inquietante, dove evidentemente mancava qualcosa. La pelle era marrone chiaro, una versione sbiadita della carnagione tipica di Kumo.
    Sul tavolo davanti a lui c'erano diversi fogli sparsi.
    Un uomo, in piedi dietro il capo, era avvolto nell'ombra di un pesante cappuccio.
    Quindi? Avete perso il mio chakra? La voce del capo rimbombò. Tutti quanti rimasero in silenzio. Nessuno stava direttamente difronte lui, ma ai due lati del suo sguardo c'era un uomo alto, nero, dai folti e lunghi ricci ed una donna dalla pelle diafana ed i capelli bianchi. Entrambi si scambiarono occhiate preoccupate, dunque rivolsero lo sguardo verso il terzo uomo. Aveva i capelli biondi e baffi scuri, con una benda sull'occhio destro.
    Perché guardate me? Disse l'uomo (che per inciso, era lo Tsuchikage) Ciò che è successo a Kawakin è stato un errore, ma non mio. Non sapevo che il guanto fosse lì.
    Avresti dovuto saperlo. Disse la donna.
    Beh, indovinate, non lo sapevo, lo Tsuchikage era profondamente irritato.
    Dopo la guerra le cose non sono andate come dovevano. Intervenne il Raikage, cercando di fermare il fuoco prima che partisse. Il capo stava ancra a guardare.
    Per fortuna che lo ammetti! Mio Signore, non avrei mai riportato a galla il vostro Chakra se avessi saputo che era lì. Ricordo la profezia, non l'ho mai scordata. Il Chakra veniva per ultimo, dopo le sue Memorie ed il suo Corpo.
    Possiamo ritenerci fortunati che almeno i primi due non siano andati perduti. Ginsuke, ottimo lavoro.
    L'uomo alla destra del Capo annuì. Era un uomo di mezz'età dall'aspetto forte e rigido. Aveva lunghi capelli bianchi e profondi occhi neri. Dietro di lui c'era un uomo che sembrava non avere colore. Pelle bianca, capelli neri. Solo i suoi occhi risaltavano: viola. L'unica macchia di colore in una persona altrimenti del tutto anomala.
    Credo che ormai sia opportuno pensare a cosa fare riguardo la storia del Chakra. Konoha lo ha in mano. Potrebbero scoprire come accedervi. Potrei tirare qualche stringa per avere qualche informazione.
    Sarebbe opportuno, convenne la donna dalla pelle diafana e dal nome sconosciuto.
    Non mi sembra il caso prendere decisioni affrettate. Konoha potrebbe sospettare qualcosa, specie dopo che tuo figlio ha mandato all'aria le nozze con i Kobayashi.
    Per quanto ti piacerebbe pensare una cosa del genere, Tsuchikage e so che ti piacerebbe, immagino che tu sia malinformato. È stata la donna Kobayashi a far saltare tutto. Masaki non c'entra nulla.
    In ogni caso, dobbiamo muoverci nella giusta direzione per recuperare il Chakra...
    Avete perso il mio chakra. Quell'affermazione fu una gelida promessa di furia. Non ci fu bisogno che l'uomo alzasse la voce. Tutti tacquero all'istante. La tensione divenne palpabile, soffocante come acqua nei polmoni.
    Avete l'uomo si alzò in tutta la sua stazza imponente. perso sottolineò quella parola con voce tremante di rabbia il mio il pugno si sollevò minaccioso CHAKRA!
    Il pugno si abbatté sul tavolo a goccia, che si frantumò sotto il peso della furia del Veterano.
    Tutti quanti scattarono in piedi all'improvviso, spaventati, ma quella furia sembrava essere già svanita. L'unico a non essere spaventato era l'uomo in piedi alle spalle del Veterano.
    ...Forse c'è una soluzione, disse proprio quell'uomo. Ricordate il Canto del Veterano?
    Il Canto del Veterano?
    L'uomo camminò tra i detriti del tavolo, ponendosi al centro di quella congrega di potenti uomini.

    Cinque volte cento vite forgeranno la sua Carne
    E da Cinque Vite trarrà la sua Saggezza.
    E dalle Cinque Forze trarrà il suo Chakra


    A parte Ginsuke qui tutti conoscono il Canto del Veterano.
    Caro Tsuchikage, permettetemi di dire una cosa. Voi non sapete nulla. Quella frase accese l'ira nello sguardo del Kage della Roccia che fece un passo in avanti, ma il Raikage lo tenne per una spalla.
    Idiota, vuoi attaccare lo Stratega? Continua. Lo Tsuchikage parve calmarsi.
    Tutti abbiamo sempre pensato che il Canto del Veterano fosse storia. Una breve storia di cosa fu, creata a posteriori dopo la nascita del Veterano. Ma quanti anni sono passati da che il Primo Veterano mise piede sulla terra? Ah, così tanti anni... Lasciò quella frase in sospeso, poi allontanò il pensiero con un gesto della mano. Dopo che il buon C ha risvegliato il Veterano unendone le Memorie al suo Corpo, ho fatto una visita al mio caro predecessore presso il tempio di Kami Senketsu. È stato duro estorcere la giusta informazione, ma lì, tra i rotoli polverosi della nostra storia, ho trovato. L'uomo prese a camminare in cerchio, per poi fermarsi vicino al suo padrone. Una storia antica. Ho riflettuto sul significato della parola "Forze". Furono cinque grandi Shinobi che donarono la loro vita per creare il Chakra. Perché cinque? Furono scelti a caso o seguirono delle istruzioni? Perché poi la parola forza. Così ho ricercato. E nella storia antica, ho compreso che il Canto del Veterano non è un racconto. Sorrise. I denti bianchi splendettero sul viso oscurato dal cappuccio. È una profezia, incompleta. Che continua così.

    Ed allora la Realtà sarà il suo scudo
    La Vita albergherà nel suo cuore
    Di Chakra splenderanno i suoi occhi
    Lo Spazio sarà il suo promesso


    Dunque prese a camminare fino a trovarsi davanti allo Tsuchikage. Ed il Tempo sarà la sua sposa.

    [A Kiri, fine Maggio]
    Il mondo era diventato uno posto davvero strano ultimamente. Le notizie delle Shinka nel lontano ovest avevano inquietato molti, ma gli avvenimenti lì non erano che l'inizio. C'erano cose che si muovevano, lì ad est, di cui nessuno era minimamente a conoscenza. Gli Shinobi proseguivano i loro obiettivi, senza sapere quanto ciò che era successo nella Sala delle Colonne avrebbe sconvolto la vita di tutti, dall'est all'ovest.
    Per ora però, la vita proseguiva tranquilla. Ed il Mizukage era a Kiri, allenandosi sul tetto dell'Amministrazione con Yogan - in forma umana - che, armata di spada, lo assaltava mentre lui faceva altrettanto cercando di maneggiare due spade al meglio, una per ogni mano.
    Per chiunque avesse voluto trovarlo, ad esempio, un Tokugawa dall'animo tanto tetro quanto scrupoloso, avrebbe potuto trovarmi lì.

     
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    Questioni di Responsabilità


    I

    Il lungo viaggio, che mi aveva portato a toccare con mano i quattro grandi villaggi ninja, era ormai terminato. Il rientro a Kiri fu per me una grande gioia che mi colse già sul ponte della nave da cui vidi all'orizzonte la mia terra natia, le vicende accademiche mi avevano tenuto occupato per diversi mesi lontano da casa ma su quell'isola il tempo non sembrava essere trascorso con la stessa velocità con cui io l'avevo percepito. La settimana successiva al mio rientro, la passai per le strade della città a girovagare senza meta perdendomi nella piccola e tenera gioia di riconoscere, dai frammenti della mia infanzia, i luoghi, le strade e la gente del porto. Dopo la meraviglia che avevo provato in diverse occasioni - ripensai ai volti scolpiti nella montagna scavata di Konoha, all'imponenza del D.E.S.E.R.T. o alla fiorente cittadina di Nakani - ora lo stupore si univa ad un più profondo senso di appartenenza che mi gratificava per i miei piccoli lavori svolti in nome di Kiri e dell'Accademia.
    La situazione a casa non era molto differente da quando me ne ero andato, mio padre mi accolse con indifferenza e non mi chiese nulla del mio periodo lontano da Kiri. Non approvava, infatti, la mia scelta di avviarmi alla carriera ninja, non ne voleva sapere proprio, dal tradimento di suo fratello Yashimata si era sempre considerato in lutto e su di lui - e tutto il mondo ninja - pareva quasi avesse voluto imporre una damnatio memoriae, cercando, tramite un tanto inutile quanto dannoso tentativo di rimozione, di eliminare tutta la morte e la distruzione che quel nukenin, suo caro fratello, aveva provocato.
    Per mia fortuna, invece, il nonno Ossuri la pensava da sempre in maniera diametralmente opposta, grazie a lui, infatti, venni introdotto nelle arti ninja e da lui ricevetti i primi addestramenti in clandestinità. E mi accolse, nella sua modesta casa il cui giardino sul retro da diversi anni era diventata la nostra piccola palestra, con estrema curiosità e gioia nel vedere il mio volto segnato dalla lunga cicatrice. Ci sedemmo sotto il portico che dava proprio verso il giardino interno, bevendo il thè mi persi a guardare e ricordare il tempo trascorso lì, gli strumenti per gli esercizi ora sembravano essere decisamente più piccoli di quelli che figuravano nella mia memoria e fu forse quello il segno più evidente che percepii dell'irreversibile trascorrere del tempo. Dopo essere entrato nei dettagli di quella che era stata la mia vita ninja fino a quel momento, rimanemmo in un lungo silenzio a guardare la nebbia leggera districarsi tra le fronde degli alberi e la rugiada bagnare i fili d'erba. Fu solo quando appoggiò la tazza di thè vuota che ruppe il silenzio Figliolo dimmi, ora che intenzioni hai della tua vita? Io lo guardai intensamente, durante gli anni passati insieme avevamo discusso molto volte su quello che sarebbe stato il mio futuro, me lo aveva sempre indicato nettamente ed ora, che finalmente era arrivato il momento di prendere una decisione, faceva un passo di lato lasciando a me la libertà Lo sai bene, nonno. Ho intenzione di assumermi le responsabilità di ciò che la nostra famiglia ha fatto al villaggio sospirai un secondo notando l'espressione di dolore di un padre a cui viene ricordata la tragedia della pazzia omicida del figlio Mi porrò al servizio di Kiri e dei suoi abitanti in maniera indissolubile. Addio Lo guardai un'ultima volta e me ne andai

    [...]

    Il giorno seguente, quando ormai il sole aveva iniziato il suo moto discendente, io mi avviai, con il cuore in gola per l'agitazione, verso il palazzo amministrativo. Il percorso tra le vie minori e vicoli del villaggio mi accompagnò in silenzio e trovai poca gente lungo la via, potendo così soffermarmi ad ascoltare il canto degli uccellini primaverili.
    Giunto in amministrazione dissimulai con la mia solita freddezza la tenaglia che mi chiudeva la stomaco, la segretaria con altrettanta indifferenza verso chi la stava disturbando nella sua ultima ora di lavoro, mi indicò il tetto ove luogo dopo poter incontrare il Mizukage.
    Non nascondo che le gambe si erano fatte pesanti e tremavano leggermente mentre salivo le scale, stavo per incontrare il capo del villaggio. Itai-sama in persona, la figura portante di Kiri. Deglutii e socchiusi gli occhi facendo un respiro profondo per poter tornare alla mia solita tranquillità, prima di aprire la porta e accedere alla grande terrazza che componeva il tetto dell'edificio. Mi ci volle qualche attimo per capire cosa stava succedendo: ad una velocità straordinaria il Mizukage si stava allenando, impugnando due lame, con una ragazza altrettanto rapida. Io rimasi affascinato nel vedere le movenze, i colpi e le parate di quei due combattenti che consideravo, a quel punto, pressoché leggendari.
    Non avrei provato minimamente a interromperli, lo spettacolo che mi stavano dando valeva più di qualsiasi altra cosa, sarebbe stato solo quando avessero notato la mia presenza e avessero deciso di terminare i loro esercizi che mi sarei permesso di parlare. Con entrambe le mani avrei abbassato il cappuccio del mantello lasciando la calda luce crepuscolare illuminare la profonda cicatrice che percorreva, da zigomo a zigomo, il mio volto e i capelli albini si sarebbero mossi seguendo la brezza marina. Il mantello, dischiuso, avrebbe lasciato vedere un kimono umile la cui gamma di colori andava dal grigio scuro al nero più opaco.
    Avuta la loro attenzione, avrei rivolto prima verso Itai e poi verso la ragazza un profondo e sentito inchino, quindi, dopo aver rialzato il capo e guardato con aria tanto decisa quanto rispettosa gli occhi di Itai, mi sarei presentato Mizukage-sama, io sono Youshi Tokugawa, suo genin e ninja del villaggio sottolineai quest'ultimo concetto abbassando nuovamente il capo per poi riprendere Sono mancato per diverso tempo da Kiri e in questo lungo viaggio ho ricevuto la promozione all'interno dell'Accademia e ora sono qui per presentarmi a lei e mettermi a completa disposizione del villaggio... La bocca e la gola avevano iniziato ad essere desertiche, la saliva era ormai scomparsa e la lingua era allappata, tanto che mi dovetti fermare qualche attimo prima di riprendere a parlare e lasciai scorrere lo sguardo lungo la città di Kiri che da lì si mostrava nella sua pienezza. Le prime luci venivano accese nelle dimore mentre ancora il sole tardava a scendere all'orizzonte e illuminava, con i suoi raggi rossastri, piccoli banchi di nebbia che si sfaldavano lungo le coste dell'isola. Mossi qualche passo verso il villaggio e, con voce colta tra i pensieri, mi lasciai sfuggire poche parole dimenticandomi con chi stavo realmente colloquiando Da qui si coglie perfettamente i motivi per cui combattere e difendere il nostro paese, signore. E' stupendo mi lasciai interrompere da un gabbiano in volo e mi voltai nuovamente verso il mizukage, temendo che potesse considerarmi un maleducato e quindi ripresi a parlare con voce più sicura e decisa di prima avendo in me rinnovato le ragioni che mi avevano portato su quella terrazza Mizukage-sama, mi perdoni se l'ho disturbata durante il suo addestramento, sono venuto qui per offrirmi come arma da plasmare in difesa e per il bene del villaggio. Attesi qualche secondo, sapendo che avrei dovuto ben misurare le mie parole Io, signore, mi rendo conto che le mie caratteristiche psico fisiche possano essere surclassate banalmente da qualche altro genin. E' da poco che, di fatto, la mia carriera ninja è iniziata. Ma la mia determinazione e il desiderio di poter realmente rendermi utile per il villaggio è per me motivo di vita decisi di sorvolare sulla questione Yashimata, di certo non era un buon biglietto da visita o forse già lo sapeva il Mizukage della mia semenza? Poco importava, anzi, forse così avrebbe potuto realmente comprendere il valore e la decisione delle mie paroleE quindi sono qui, Mizukage-sama, perché vorrei presentarle il mio desiderio di poter entrare a far parte delle squadre speciali. Perché credo che quello sarebbe l'ambiente più adatto per poter esprimere al meglio le mie potenzialità. Un luogo fertile dove poter radicare in profondità la mie radici e crescere, fin da ora, come arma celata nelle mani sue e del villaggio Il mio sguardo deciso e allo stesso tempo umile ma fiero, non si era mosso dal volto del mizukage e, a quel punto, mi inginocchiai a terra, tenendo il braccio sinistro sul ginocchio corrispondente e il braccio destro teso con la mano chiusa a pugno sul terreno. Con il volto rivolto al terreno parlai con voce quasi ritualeMizukage-sama io sono qui per offrire al villaggio la mia identità e la mia persona perché non c'è nulla di più importante per me, sono qui perché sono disposto a perdere il mio nome e la mia vita per affidarla a lei.
    Ho già dato l'addio alla mia famiglia e ho qui con me tutto ciò che mi appartiene, sono sicuro delle mie parole e le chiedo umilmente di dargli ascolto



     
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    II



    Il suono della porta che si apriva mi distrasse per un istante, l'istante che fu sufficiente a Yogan per puntarmi la spada alla gola dopo aver superato la mia guardia. Peccato che, nel far ciò, reagii puntando sia Garyuuka, la lama rossa che Nishikigoi, la Spada della Nebbia, all'addome della dragonessa.
    Fortunata.
    Non dovresti farti distrarre, Mizukage, il tono ironico con cui aveva calcato l'ultima parola si sarebbe potuto percepire anche da sordi. Così mi voltai verso il nuovo arrivato, asciugando il sudore con un panno che avevo poggiato lì vicino. Combattere contro Yogan poteva essere sfiancante, del resto.
    Ascoltai le sue parole con attenzione, altisonanti e cariche di significato. Un po' troppo, forse, per richiedere di mettersi al servizio di Kiri. Dopotutto lui era già al servizio di Kiri, ma immaginavo cosa volesse dire.
    Perché hai abbandonato la tua famiglia? Domandai allora, incuriosito. Per colpa di Yashimata? Per quanto quell'essere spregevole avesse causato danni in ogni dove, dubitavo che in quanto membro del clan Tokugawa potessi incolpare un intero clan per le colpe di un folle deviato. Certo, la propensione per l'assassinio dei Tokugawa li rendeva particolarmente inquietanti, dal mio punto di vista, ma era uno sciocco pregiudizio facile da soffocare: quante vite aveva preso Garyuuka? Per cui, per quale motivo aveva abbandonato la sua famiglia? Prima di tutto. Era stato un gesto significativo, poteva dire molto sul tipo di uomo che era.
    Dovevo saperlo.

     
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    Questioni di Responsabilità


    II

    Il lato umano che stava dietro a quella semplice domanda posta dal mizukage, mi stupì. I miei occhi si sbarrarono e abbassai lo sguardo serrando le mascelle prima di rispondere Signore, il nukenin Yashimata Tokugawa era il fratello minore di mio padre lo sguardo severo si alzò verso di loro e ripresi misurando il tono di voce Nelle vene di quel traditore che tanto dolore e morte ha portato a Kiri e nel mondo, scorreva il sangue della mia famiglia più stretta e quindi anche il mio. A causa delle sue azioni, ci si è rivolto contro l'odio di tutto il clan per l'onta di disonore che gli avevamo procurato Una fitta al cuore mi percosse e sfogai il dolore che m'attanagliava stringendo i denti e i pugni quando una lontana immagine di mia madre sorridente emerse dai pensieri. Subito dopo la sciagura ha colpito la mia famiglia. Mia padre si chiuse in un sordo silenzio e mia madre se ne andò in un'isola a Nord, lontana dal clan e dal mondo. Da allora mio nonno mi ha preso in casa sua ed ha iniziato ad addestrarmi con allenamenti estenuanti e solo con il passare degli anni mi spiegò i motivi feci una piccola pausa per deglutire e studiare rapidamente il volto dei miei interlocutori, non avevo intenzione di annoiarli ancora per molto con la storia della mia famiglia ma, a questo punto, dovevo fornirgli una situazione chiara e precisa Perché il sangue Tokugawa che scorre nelle mie vene ha sparso il sangue dei nostri compaesani, ora io riporto al mio paese quel sangue per lavarne l'onta. Abbandonando la mia famiglia per servire Kiri posso equilibrare il tradimento di Yashimata nei confronti del clan e dei miei cari.
    E così, i futuri che porteranno il mio sangue, potranno vivere nel clan senza vergogna e con onore.

    Per rispondere mi ero alzato dalla genuflessione di poco prima e tenevo le braccia lungo il corpo sotto al mantello, sarei rimasto in silenzio e con lo sguardo basso eroso da quella situazione.

     
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    III

    Rimasi sorpreso (ma non costernato) nell'apprendere il suo stretto grado di parentela con Yashimata. Ricordavo ancora il giorno del suo tradimento a Kiri. Ero presente, alla Riunione, quando minacciò Godsan e l'allora Mizukage, Shiltar. Ricordavo l'inquietudine che provavo davanti, figlia della mia debolezza. Ad oggi le cose sarebbero diverse. Molto diverse. Ma prima di perdermi in pensieri di nostalgica (ed inutile) rivincita contro il mio passato, dovevo basare alle inquietudini del presente di un ragazzo fin troppo onesto per il suo stesso bene.
    Le colpe di Yashimata sono le sue. Non vengono trasmesse da padre in figlio, da fratello a fratello e meno che meno da zio a nipote. Ma apprezzo il tuo sforzo per redimere il nome del clan. Sebbene io pensi che non sia infangato, molti del villaggio la pensano diversamente da me ed io beh... sono solo un uomo.
    Stavo per proseguire con le mie parole quando Yogan mi interruppe. Arriva qualcosa.
    Mi voltai verso di lei che mi indicò un'esile figura che si avvicinava rapidamente da est. Diventava sempre più grande man mano che si avvicinava ad alta velocità. Guardai Youshi per un breve istante e gli feci un cenno con la mano.
    Sta indietro. Yogan... Mi rivolsi alla dragonessa la quale comprese senza che parlassi. Corse verso il vuoto e vi saltò, ma anziché cadere in preda alla gravità iniziò a levitare e schizzò verso l'alto, mutando la forma da quella di una giovane ragazza ad una enorme e possente dragonessa di colore rosso, lunga decine di metri, che si dispose pronta alla battaglia.

    Ma non ce ne fu bisogno. Qualunque cose fosse che andava avvicinandosi a quella rapidità iniziò a rallentare, rivelando due ali su una figura umana che si fermò davanti la dragonessa.
    Io... devo... devo parlare col Mizukage... la sua voce sembrava rotta ed affaticata. Non riuscivo a distinguerne i tratti.
    A Kiri si entra dalle mura, non dai cieli. Se entri dai cieli sei un mio spuntino. Yogan fece uscire un'innocua fiammella dalla bocca semiaperta.
    Io sono il Mizukage. Yogan, fallo atterrare. La dragonessa regerdì nuovamente alla sua forma umana e l'uomo, muovendo le ali piumate nere si avvicinò al suolo, atterrandovi per poi crollarvi. Le ali scomparvero e l'uomo si distese sulla schiena. Aveva addosso vestiti laceri ed insanguinati. Il viso era pesto e sporco di sangue incrostato. Non portava insegne di nessun tipo.
    Vengo da Kesshō... nel Paese del Miele, mi chiamo... mi chiamo Yasuo... sono... sono uno delle guardie della cava di Cristalli Mugen... Siamo stati assaltati, Mizukage... c'era una grave urgenza nella sua voce e mi inginocchiai vicino lui, posandogli una mano sulla spalla.
    Sta calmo, sei stanco e confuso. Andiamo in ospedale, mi dirai meglio lì. Ma la mano dell'uomo artigliò il mio braccio.
    NO! Mizukage, ascolti... l'uomo cercò qualcosa con la mano libera e si strappò una collanina di metallo, il cui ciondolo era un cristallo grezzamente lavorato, di colore bianco opaco. I cristalli Mugen non devono... non ancora una volta... L'uomo parlava a fatica. Erano... erano in tre, non sappiamo chi... chi siano. Sono comparsi davanti la cava... hanno ucciso molta gente... hanno rapito... hanno rapito il capomastro Zhuo. Lui mi ha detto... va... nelle terre Accademiche... volta e mi ha dato questo agitò il cristallo. Pericolo... c'è un grande... pericolo... ad un tratto la mano destra dell'uomo artigliò il petto, sul lato sinistro. Ci fu un urlo strozzato, poi spirò.

    Quella era una situazione davvero confusa e poco chiara. Ero certo che se mi fossi pizzicato un braccio mi sarei svegliato nel mio letto, vicino ad Ayame, certo che nulla di tutto ciò fosse accaduto.
    Questo è peggio che strano. Yogan, va a chiamare Meika Akuma, quest'uomo deve subire un'autopsia per comprendere le cause della morte. Dobbiamo scoprire cosa diavolo sono questi cristalli Mugen. Youshi, mi dispiace rimandare il nostro discorso, ma a quanto pare i problemi sono volati dal cielo. Feci per avvicinarmi alla porta, ma mi fermai all'improvviso. Anzi, questa faccenda mi ha messo addosso una strana sensazione. Preferirei non avvisare troppa gente di cosa è accaduto ed ormai sei a conoscenza di ciò. Le squadre speciali investigano ed uccidono, Youshi. Fanno ciò che fa qualsiasi ninja, ma sono considerate il meglio in queste cose. Perseguono il loro obiettivo, per quanto spiacevole possa essere la via da percorrere. Ma per ora l'unico morto nella storia ha deciso di fare tutto da solo. Resta pronto.



    Il referto autoptico di Yasuo parlava chiaro. Morto per un infarto acuto del miocardio con un cuore perfettamente sano. Stando a quanto aveva riassunto Meika Akuma, Yasuo non aveva problemi cardiaci di sorta ed evidentemente il cuore non aveva retto lo sforzo a cui era stato sottoposto. Il che sembrava strano a lei tanto quanto a me. Poi c'era la questione dei cristalli Mugen e quello strano cristallo che avevo ricevuto da Yasuo, che sembrava solo un brutto ornamento.
    Youshi era stato mandato a chiamare ed ormai doveva essere lì a momenti. Erano passati tre giorni da quando Yasuo era atterrato sul tetto ed era arrivato il momento di fare qualcosa, qualcosa di cui volevo occuparmi personalmente.
    Youshi dissi una volta che il ragazzo fu arrivato, Credo sia il momento di analizzare meglio quella tua richiesta. Posso anche accettarla, ma non s nulla di te. Non so come ti comporti in missione e le tue qualità, per cui, preferisco osservarti prima di prendere una decisione ed intendo farlo molto presto. Andremo a Kesshō. Ho fatto ricerche e di questo Kesshō ho trovato solo che si tratta di un piccolo villaggio del Paese del Miele con una piccola di cava di minerali. Non ho trovato nulla riguardo questi cristalli Mugen. Non voglio sottovalutare nulla, né allarmare nessuno, per cui... andremo a farci un giro lì. In incognito. Quattro occhi sono meglio di due. Domande?


     
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    Questioni di Responsabilità


    III

    Alzai le sopracciglia a sentire le parole del Mizukage, apprezzavo il suo tentativo di non farmi pesare le colpa di quel traditore purtroppo però, fino a quel momento, avevo vissuto una gogna pubblica all'interno del clan e, per quanto mi rincuorasse sapere che il capo del villaggio non nutriva certi sentimenti di astio per la mia famiglia, non toglieva da me il profondo desiderio di rivalsa.
    Alzai lo sguardo verso Yogan quando intervenne mettendo in guardia Itai-sama, mi spostai di qualche passo e seguii con gli occhi la ragazza che si lanciò dal tetto. Stavo per dire qualcosa ma, stupito, rimasi a bocca aperta nel vederla tramutarsi in un drago e sfrecciare verso la figura che si stava avvicinando al villaggio da est. Mano a mano che si avvicinava potei vedere prima le ali e poi notare i vestiti logori e impregnati di sangue, l'uomo cadde riverso a terra e le ali che aveva sulla schiena scomparirono. Sembrava essere stremato, probabilmente a causa di un lungo viaggio aggravato dalle ferite che riportava e dalla fretta che lo spinse al limite delle sue capacità. Non potei non avvicinarmi a mia volte ed ascoltare le sue parole, alla richiesta del Mizukage di guarire le sue ferite per poi riportargli il messaggio questi si rifiutò e, poco prima di esalare il suo ultimo respiro, si strappò un medaglione dal collo e concluse così la richiesta d'aiuto.
    Io non dissi nulla, nemmeno mi mossi e guardai prima Yogan e poi Itai-sama la cui espressione mostrava una discreta inquietudine. Mi morsi le labbra per riuscire a rimanere in silenzio, non c'avevo capito molto ma sembrava che nemmeno ai presenti fosse chiara la situazione; inoltre, non potevo dare per scontato che la questione toccasse anche me, sembrava essere piuttosto urgente e delicata, dovevo rimanere al mio posto in attesa di istruzioni e così feci. Quando il Mizukage fece per imboccare la porta io mossi due passi verso la sua direzione e, attentamente, ascoltai le sue parole facendo brevi cenni di assenso rimanendo in rigoroso silenzio. Certo signore, può contare sulla mia riservatezza più assoluta e la mia completa disposizione
    Quindi lo guardai scendere le scale ed io mi voltai un'ultima volta a guardare il nostro villaggio che finiva di accendersi all'arrivo dell'oscurità, un rivolo di sangue del messaggero sporcava le piastrelle della terrazza, io mi avvicinai lentamente e, con il bordo del mantello nero, lo asciugai eliminandone le tracce. Aveva chiesto massima riservatezza e l'avrebbe avuta. Controllai che non ci fossero altre eventuali tracce del suo passaggio e quindi uscii dal palazzo amministrativo.

    [...]

    Ora che la mia vita era estranea al clan e alla mia famiglia, pensai camminando tra le vie del villaggio, avrei dovuto trovare un'economica situazione dove vivere. Ma la sera era appena scesa e avrei avuto tutto il tempo per trovare un luogo dove dormire, almeno per un paio di sere, grazie ai guadagni delle taglie che avevo riscosso durante il mio lavoro nel continente, avrei potuto affittare una camera in una delle tante locande.
    Gli avvenimenti di quella sera mi avevano turbato parecchio, per questo passai le ore notturne a camminare nel villaggio, le strade erano deserte e nel loro silenzio potevo affidare la mia mente svuotandola dalle preoccupazioni che mi attanagliavano. Quando vidi i primi uomini incamminarsi verso il porto e le luci dell'alba rischiarare l'orizzonte, mi imposi di andare a dormire, trovai una camera modesta in quel quartiere nei pressi del porto mercantile e lì crollai sentendo la città svegliarsi.

    [...]

    A passi rapidi salivo le scale che mi avrebbero condotto dal Mizukage. Con me avevo tutto il mio materiale ninja e, solo dopo aver ammutolito i pensieri e le paure, avevo ripreso il mio sguardo pragmatico e freddo.
    Quei giorni d'attesa erano stati snervanti, se da una parte il dolore e l'angoscia nel aver abbandonato la mia famiglia e il clan mi stava destabilizzando ma ero cosciente di ciò che stessi facendo, dall'altra gli avvenimenti che erano accaduti sui tetti dell'amministrazione non rientravano assolutamente all'interno di miei pensieri o scelte ponderate. Anzi, si trattava di avvenimenti a me del tutto estranei e la cosa, inevitabilmente, mi inquietava. La somma delle due cose mi portò a scambiare il giorno con la notte, dormivo nelle ore di luce o le passavo in camera steso a letto per uscire solo quando il sole era già tramontato ed il mare trasportava la fresca brezza marina. Per questo considerai una fortuna che la chiamata del Kage fosse giunta nelle ore serali cosicché potei rispondere immediatamente e correre a perdifiato verso il palazzo del Mizukage.
    Giunto al suo studio avrei bussato e, una volta ricevuto il permesso, avrei varcato la soglia della porta e porto i miei saluti a Itai-sama accompagnandoli ad un rapido inchino. Subito catturò la mia attenzione e lo ascoltai attentamente, feci brevi cenni di assenso, certamente doveva poter valutare le mie capacità non solo fisiche ma anche come sapessi comportarmi in situazioni avverse. Quindi mi presentò la situazione, saremmo dovuti andare in incognito a Kesshō, un villaggio del Paese del Miele, caratterizzato - così mi disse - da questa cava di minerali di cui il messaggero parlava ma, per quanto riguardava i cristalli citati dall'uomo alato, non eravamo in possesso di nessuna informazione. Feci un ultimo e più deciso segno di assenso con il capo per poi dire rapidamente Nessuna domanda signore, se non quando si parte Conclusi in un leggero sorriso lanciando una sguardo deciso in sua direzione. In realtà non sapevo minimamente dove si trovasse questo Paese del Miele ma non volevo mostrargli quanto fossi una capra in geografia, non avrebbe deposto a mio favore e l'avrei scoperto una volta arrivato, no?
     
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    IV

    Domani, prima dell'Alba. Vieni qui davanti in Amministrazione, fu la mia risposta. Quando il ragazzo fu uscito, tornai a giocare con il cristallo tra le dita. Quello si illuminò leggermente per un secondo ma quasi non lo notai, poiché lo strinsi nel pugno rapidamente.



    L'alba non era ancora molto lontana, ma il cielo era ancora scuro. Ad est, nella direzione verso la quale ci dovevamo dirigere, il sole illuminava leggermente la notte sfumando il blu scuro di tinte leggermente più chiare. Yogan, ancora in forma umana, attendeva con me l'arrivo del giovane Tokugawa.
    Tra le dita avevo ancora il cristallo dalle strane proprietà. Nessuno sembrava essermi stato di aiuto.
    Quando Youshi arrivò attesi che, come da protocollo, mi rivolgesse il saluto. A quel punto feci un cenno a Yogan la quale, ancora in forma umana, partì a piedi in direzione delle mura, ma dalla parte opposta rispetto al cancello.
    Per quanto comodo, un drago che decolla dal Villaggio è sempre ben visibile, tutti a Kiri vedevano spesso Yogan partire ed arrivare dall'Amministrazione. Volevo che nessuno sapesse che fossi partito il più tempo possibile, prima che la notizia che il Mizukage non fosse a Kiri si spargesse. Non per protezione del Villaggio in se (contavo di essere di ritorno molto presto, del resto) ma per proteggere le copertura il meglio possibile.
    Indossavo un mantello con un cappuccio, avevo già avvisato le guardie di non fare troppo caso. Avevo una strana sensazione riguardo quella storia, ed il cristallo che avevo in tasca sembrava scottare per qualche ragione.
    Usciti dal Villaggio ci incamminammo verso il centro dell'isola.
    Corriamo ora, Yogan ci starà aspettando. Così iniziammo a correre verso nord, ovviamente adattai la mia andatura alla sua per evitare di lasciarlo indietro e trenta minuti dopo Kiri non era più visibile mentre Yogan, già trasformata, ci attendeva.
    Lenti! Disse pigramente la dragonessa facendo fuoriuscire una fiamma dalle sue narici.
    Mi divertirò a farti mangiare la polvere un'altra volta simpaticona. Andiamo Youshi, salta su. Non preoccuparti, non ti mangia.



    Nella sala dai drappi rossi il tavolo frantumato era stato rimosso. C'era solo il Veterano, seduto sul suo scranno. Nessun altro. Aveva la fronte aggrottata e si grattava vagamente il mento, battendo il piede quasi a sfogare una leggera tensione, ma nel suo complesso sembrava tranquillo.
    Poi, una fiammella verde comparve lì davanti e qualcosa cadde ai piedi del Veterano.
    Un grosso Cristallo. Il Veterano lo prese tra le dita, sorrise con una luce ambiziosa negli occhi e si incamminò all'esterno della sala.
    Il destino stava prendendo il suo corso.


    Kessho era un Villaggio fin troppo semplice. Qualcosa, tutto sommato, non sembrava giusto. Avevano parlato dei cristalli Mugen come se fossero un'arma pericolosa, avevano parlato di un enorme pericolo ma lì sembrava andare tutto come se nulla fosse mai accaduto. Yogan era tornata in forma umana e guardava attorno a se sospettosa, quasi annusando l'aria, ma non sembravano esserci pericoli in vista.
    Il Villaggio arroccato su una collina pietrosa che si stagliava attorno ai campi coltivati come una strana guardiana. Aveva mura di legno e le luci indicavano che il Villaggio sembrava essere vivo.
    Sappiamo che è successo qualcosa alla Cava, ma non capisco nemmeno dov'è. Non l'ho trovata nelle mappe. Non ho trovato informazioni su questi Cristalli. Questa storia è un enorme punto interrogativo. Sembrerebbe uno scherzo di pessimo gusto se non avessimo una vittima ed una sensazione... strana che non riesco a togliermi di dosso. Le dita cercarono il Cristallo Mugen tra le dita. Dobbiamo cercare informazioni, ed abbiamo più possibilità di farlo separati. Uno dei compiti delle Squadre Speciali è mentire ed infiltrarsi. Ottenere informazioni è importante quanto uccidere, se non di più. Entriamo assieme, fingiti mio cugino. Unii le mani, trasformandomi, occultando il mio aspetto forse troppo noto. Ero un uomo di circa venticinque anni, ma dai capelli corti scuri ed il viso anonimo. Non volevo attirare l'attenzione. Siamo mercanti di passaggio diretti verso ovest. Non specificare dove se non lo chiedono, ma se dovessero, dì Kiri. Conosci il Villaggio, per cui saprai mentire in maniera convincente. Cerca di capire ciò che puoi dei Cristalli, ma valuta la situazione prima si sbattere in faccia ciò che sai. Anche informazioni sugli ultimi avvenimenti sarebbero utili... andiamo.



    Il Villaggio Kessho non era molto grande. Come molti villaggi c'era una grande piazza centrale, fulcro della vita e del commercio del Villaggio ma che di fatti era davvero quasi tutto il Villaggio che si spandeva circa tre o quattro isolati di distanza dalla casa.
    C'erano molti commercianti, anche se ormai le botteghe erano chiuse, ma rimaneva aperta la taverna ed alcuni posti più o meno malfamati. Superato il cancello, mi rivolsi a Youshi: La Taverna è tutta tua. Io cerco qualcos'altro. Ti troverò io se necessario, nel caso, prendi un stanza lì.
    Detto ciò mi voltai, silenzioso, sparendo tra i vicoli. Ero serio e preoccupato, con una sensazione addosso strana che non riuscivo a comprendere.
     
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  8. l'Horla
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    IV
    Draghi e taverne

    La luce era ancora distante dall'illuminare il villaggio quando uscii di casa, l'appuntamento a cui mi sarei presentato con qualche minuto di anticipo era stato fissato all'alba dal Mizukage il giorno precedente. Quella notte mi costrinsi a riposare qualche ora, dovevo poter essere nelle migliori condizioni fisiche e mentali, prima di tutto perché quello a cui stavo andando incontro sembrava essere in tutto e per tutto una prova delle mie capacità e il valutatore sarebbe stato il Mizukage in persona, in secondo luogo perché - sebbene si trattasse solo di un'impressione e lo conoscessi troppo poco per leggere le sue espressioni - Itai-sama sembrava essere piuttosto preoccupato di ciò che era successo sulla terrazza. E pensare al capo del villaggio inquieto per qualche cosa, com'è ovvio che sia, mi preoccupava a mia volta e non poco.
    Con il cappuccio alzato e il mantello che si muoveva placidamente sospinto dalla brezza mattutina, arrivai nei pressi dell'amministrazione, subito potei vedere quella temibile coppia attendermi. Mi avvicinai calando il cappuccio e, battendo il pugno sul petto all'altezza del cuore e chinando il capo in sua direzione, dissi Eccomi ai suoi ordini, mizukage-sama Feci un cenno d'assenso quando fece notare che il drago avrebbe potuto attirare l'attenzione dei cittadini e guardai Yogan allontanarsi di corsa precedendoci. Seguii dunque Itai-sama nelle vie del centro del villaggio fino al cancello, avevo rialzato il cappuccio sul volto e non scambiai sguardi con i miei concittadini posti di guardia, non per un atteggiamento di superiorità ovviamente, quanto perché avrei preferito non farmi notare. Il motivo? Perché un'ombra non ha volto, non ha voce ed io mi trovavo in quella situazione perché desideravo che il Mizukage mi accettasse come sua ombra, quindi avrei già iniziato a comportarmi come tale. Ma forse sarebbe risultato piuttosto semplice non notare il ragazzino incappucciato che accompagnava il Mizukage fuori dal villaggio alle prime luci dell'alba, mi dissi quando, all'ordine di Itai-sama, i a correre seguendo la sua direzione a Nord.
    Dopo poco meno di mezz'ora, passata in rigoroso silenzio correndo tra la flora della nostra isola, raggiungemmo Yogan in tutta la sua grandezza. Si scambiarono un paio di battute ma io rimasi pietrificato quando il mizukage mi invitò a salirle sopra rincuorandomi del fatto che non mi avrebbe mangiato, la bocca si seccò e, facendo qualche passo verso quella creatura, dissi con voce tremante E' un onore incommensurabile poter volare con lei, Yogan-sama conclusi in un sentito inchino. Quindi con un balzo saltai su e, aggrappandomi dove potevo, mi preparai alla partenza. Stavo per volare, stavo per volare davvero! Mi dissi sentendo l'adrenalina in corpo guardando gli alberi farsi via via più piccini.
    Lo spettacolo che si poteva gustare da quell'altezza, con il sole che sorgeva sul mare, era indescrivibile ma non bastò a tranquillizzarmi. Un po' di timore si impossessò di me, ero passato da normali missioncine a volare su un drago in compagnia del mizukage verso una missione di cui non sapevamo nulla, mi sentivo sotto pressione sotto ogni punto di vista. Furono questi pensieri a lasciarmi taciturno, avevo diverse domande e curiosità che avrei voluto chiedere al Mizukage ma la situazione non era la più adatta per fare conversazione, quindi tenni gli occhi sull'orizzonte in silenzio.

    [...]

    Il villaggio era posto su un promontorio che sovrastava la campagna posta tutta attorno, arrivammo che il sole aveva iniziato il suo moto discendente all'orizzonte già da qualche ora ma le luci che brillavano nelle case lasciavano intendere una certa vita tra quelle mura di legno che lo racchiudevano. Ascoltai attentamente il mizukage che, con poche ma pratiche parole, riassunse la situazione di partenza in cui ci trovavamo e poi mi ragguagliò su una parte fondamentale delle squadre speciali: la capacità di infiltrarsi in territori sconosciuti e raccogliere informazioni. Lo pose sullo stesso piano della capacità di uccidere, rimasi un attimo interdetto ma poco dopo capii, essere in grado di raccogliere informazioni utili, in determinate situazioni, certo si sarebbe rivelato utile per piani e progetti più grandi; scoprire segreti delle fazioni avversarie senza che loro lo sapessero poteva costituire un vantaggio quasi maggiore che l'eliminazione di quello o questo. Quindi feci un segno di assenso quando mi disse come saremmo entrati all'interno del villaggio, ci saremmo spacciati per cugini e mercanti diretti verso l'ovest da kiri - giustamente perché la nostra copertura fosse più solida - non mostrai insicurezza quando mi disse che ci saremo divisi, la mia espressione rimase ferma e concentrata. Non avrei mostrato la tensione che bloccava il mio stomaco, quelle erano sensazioni per cui mi ero allenato ad eliminare dalla mia mente ma, sebbene ancora presenti, sapevo dissimularle con la mia espressione seria e glaciale.
    Quindi composi a mia volta i pochi sigilli richiesti dalla trasformazione e, dissipata la leggera nube di fumo, mi mostrai a mia volta in un corpo anonimo con qualche tratto che potesse richiamare il viso dell'uomo in cui si era trasformato il mizukage ma privo di segni particolari. Insomma, un perfetto nessuno, uno di quelli la cui unica capacità è quella di diventare massa, gente, folla per strade e piazze.
    Certo, cugino. Ci vediamo alla locanda, mi raccomando non tadare! Salutai dissimulando un sorriso bonario e alzando il braccio a mo' di saluto, c'era solo poca gente per strada ma il villaggio sembrava essere abbastanza piccolo perché tutti si conoscessero, pensai che saremmo stati individuati subito come stranieri e, tanto valeva, entrare nella parte fin da subito magari eludendo qualche orecchio teso verso di noi. Con aria un po' spaesata e rinfrancata di un viaggiatore che, dopo tanta strada, giunge in un luogo civile con tutti i confort, mi diressi verso le luci che filtravano dalle finestre di una locanda. "Al monte" recitava la scritta sull'insegna, io entrai e un'ambiente spazioso e ben illuminato mi accolse. I tavoli e le sedie di legno erano distribuiti a piccoli gruppi, un lungo bancone lasciava vedere il busto e i baffi del locandiere che, rispondendo alla mia espressione sorridente, mi disse allargando le braccia Benvenuto alla locanda "Al monte" la prima aperta a Kessho dal mio trisavolo! disse fiero pulendo con uno straccio un bicchiere Vieni ragazzo, cosa cerchi? Vuoi qualcosa da bere o mangiare? Ti serve una camera per caso? Sei qui di passaggio o sei intenzionato a rimanere
    I miei occhi ruotarono rapidi nella stanza mentre, con passo leggero, mi avvicinavo all'oste. Nella stanza erano presente qualche gruppo di persone, alcuni troppo presi dalla loro partita a carte per notarmi, altri che si fermarono di parlare e mi guardarono per poi riprendere quando dissi all'oste Salve, è stato un viaggio lungo, sì inizierei con una birra, più tardi mangerò qualcosa sorrisi rispondendo per poi continuare quando mi allungò il boccale Ah sì, credo che potrei rimanere qui una notte o forse più se troviamo ciò che cerchiamo. Sono in viaggio come mio cugino, siamo dei mercanti e artigiani Ah e che genere di affari ti portano qui a Kessho? Mi chiese curioso, io passai rapidamente la lingua sulle labbra prima di rispondere Siamo diretti a Ovest, siamo finiti qui più per passaggio che altro, ma già che ci siamo abbiamo deciso di fermarci. Stiamo cercando del materiale con cui fare i nostri gioielli, certo la materia prima non ci manca, ma saprà anche lei com'è il mercato, si ha sempre bisogno di qualcosa di nuovo e unico da proporre ai propri clienti L'oste non fece nessuna espressione particolare, non sembrava avere nessun motivo per non credermi e, dopo essersi dato un'occhiata attorno, mi indicò un gruppo di tre uomini che stavano giocando a carte in un tavolo non molto distante da noi Loro sono nostri bottegai e commercianti, non so se potranno esserti utile ma sicuramente più di questo povero locandiere! Ahahaah Chiuse in grassa risata.
    Aspettai che portasse le tre birre che gli avevo ordinato a quegli uomini, si chinò verso di loro e gli disse qualcosa che non riuscii a sentire, come gli avevo chiesto mi stava introducendo a quel gruppetto. Uno era pelato, aveva diversi e particolari orecchini sui lobi delle orecchie a sventola, un altro invece era più basso e tarchiato aveva un pizzetto impeccabile e cerato, sentii il profumo forte che gli aleggiava intorno già da quella distanza, l'ultimo invece era vestito con abiti preziosi e ricamati, era alto e piuttosto magro, aveva uno sguardo freddo e un tic alla bocca che lo portava a stirarla di continuo. Mi accettarono al loro tavolo e io mi diressi in quella direzione sorridendogli e cercando un comune scambio di sguardi, quasi a garanzia che non fossi un rompi coglioni e non avrei rovinato la loro bevuta e giocata serale. Lasciarono che mi sedetti al tavolo e, dopo esserci presentati, ci riconoscemmo tutti e tre nella comune occupazione di mercanti. Mi chiesero perché mi trovavo a Kessho ed io, dopo un sospiro leggero in cui alzai gli occhi al soffitto per poi riabbassarli verso di loro, dissi Sono in viaggio con mio cugino, siamo diretti verso Ovest. Non per un viaggio di piacere, ahimé mi interruppi per una risata rapida e amara guardando le loro reazioni alle mie parole, dovevo capire quanto fossero sospettosi o se mi stessero credendo per poter misurare e scegliere con un più attenzione le mie parole successive Mio cugino è un artigiano, io mi occupo della parte commerciale, invece. Stiamo aprendo un negozio a Kiri e, prima dell'apertura, vorremmo assicurarci una fonte di materiale grezzo e primario da lavorare per i nostri gioielli. bevvi un sorso di birra e nuovamente lasciai scorrere lo sguardo su di loro per poi riprendereEh il mercato ci impone di avere cose nuove e uniche, solo così potremmo realmente fare dei buoni affari. Non vi nasconderò che miriamo ad espanderci verso il continente, per questo stiamo viaggiando verso ovest a cercare contatti con cui iniziare rapporti commerciali di materia prima e prodotto finito Li guardai nuovamente per poi dire con voce leggera Qui a Kessho ci sono gioielleri, per caso? Sarei interessato a parlare con loro, magari avere qualche partnership commerciale potrebbe giovare ad entrambi, no? Eheheh Alzai lo sguardo verso la finestra che dava sul buio della notte Per ora la nostra ricerca si sta rivelando un buco nell'acqua, abbiamo bisogno di un materiale unico, capite? Dobbiamo spaccare il mercato imporci con qualcosa di innovativo e unico. Non conta il prezzo, l'unica cosa che conti è il marchio di unicità che avranno i nostri prodotti! Intrecciai le dita dietro la testa e mi ci appoggiai, se loro avessero finito le birre avrei fatto cenno all'oste di portarne un altro giro e quindi con voce leggera, quasi disinteressata dissi E qui come vanno gli affari, signori? Sembra un paesino piccolino, c'è richiesta per i beni di lusso? Queste prime due domande erano state poste per distrarli, magari fargli credere che volessi inserirmi in quel ambiente commerciale ma subito dopo avrei chiesto I villaggi piccoli come questo racchiudono sempre le storie più assurde e magnifiche, storie di quotidianità o straordinarie, li preferisco di certo ai grandi villaggi. Qua sì che si percepisce forte lo scorrere della storia, no?
    Rimasi in silenzio aspettando le loro parole, avevo introdotto il mio personaggio in quella conversazione, mi ero mostrato a loro in maniera genuina e snocciolato i motivi del mio viaggio e le mie grandi ambizioni, mi ero mostrato interessato al villaggio e al mercato interno. Certo, non avevo posto domande dirette su quello che io e il mizukage andavamo cercando ma la cosa era voluta, dietro ad ogni mia domanda trasversale che avevo fatto avrei potuto condurre quegli uomini a rispondere a ciò che realmente stavo cercando. Non rimaneva altro che ascoltarli attentamente, stando attento però a non mostrare troppa curiosità, o meglio, a mostrare una curiosità disinteressata, quasi fosse mirata alla semplice nozione da conoscere e poi da chiacchierare con altri mercanti di altri villaggi.
     
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    V

    La giusta dose di alcool e chiacchiere poteva rendere un uomo abbastanza loquace ed alcuni degli uomini che erano lì avevano già onorato il dio Bacco abbastanza per quella sera. La storia di Youshi, alle orecchie di un sobrio già credibile di suo, aveva fatto abboccare tutti.
    Certo però che l'accenno, sebbene non diretto, a gioielli avrebbe potuto far insospettire qualcuno. Però, gioielli e cristalli non erano la stessa cosa. Il cristallo era una pietra, il gioiello era arte. Ed a quella domanda risposte un uomo baffuto, con pochi capelli che gli coprivano solo le tempie, che batté sul tavolo il boccale di birra dopo averla scolata con la giusta dose di godimento.
    Gioielli, ragazzo? Questo posto è povero. Niente gioielli. Siamo per lo più agricoltori, fabbri, tutto ciò che ruota attorno alla lavorazione della terra. Gli altri annuirono. Non sembravano esserci realmente gioielleri lì. Un altro, uomo più alto, magro ed arcigno, anche lui abbastanza pelato, completò la risposta: Basta vedere dove viviamo per capire che il lusso non è cosa nostra. Sembra un posto davvero strano per chiedere di beni di lusso. Ma ehi, alzò il bicchiere che conteneva un liquido ambrato. Chiedere non fa mai male, immagino.
    Un altro, un uomo con una lunga barba e dei capelli disordinati, scuri ma striati di grigio, era in quel gruppetto. Beveva, ma restava in silenzio. Più volte lanciò un'occhiata a Youshi, poi agli altri, dunque bevve ancora la sua birra.
    La quotidianità, pft. Fece un verso derisorio. Vado a svuotarmi la vescica. Lanciò ancora un'altra occhiata a Youshi, dunque si alzò, diretto verso il bagno. Era evidente che voleva lo seguisse.

    Se lo avesse fatto, di fatti, Youshi non lo avrebbe trovato vicino gli orinatoi con l'arnese in mano. Anzi, avrebbe bloccato subito la porta.
    Se vuoi farti ammazzare, questo è un ottimo metodo. Questo villaggio non è fatto per gli stranieri che vengono a fare domande. Non più. Dunque si avvicinò veramente all'orinatoio, per espletare i suoi bisogni.



    Ero circondato da circa quattro uomini. Tutti erano ubriachi come delle spugne. Non sono qui per lottare. Dissi con tranquillità. Era vero. Non volevo scatenare una rissa, ma avevo fatto una domanda semplice e quegli uomini aveva reagito in quel modo. Mi avevano messo una mano sulla spalla, provando a tirarmi via ma ero stato sfuggente. Avevo detto loro di andare fuori.
    Forse potevo cavare qualcosa dalla loro bocca. Forse.
    Beh, peccato per te. Noi sì. Il primo si lanciò contro di me. Scompostamente. Il suo attacco era così pieno di aperture che avrei potuto ucciderlo quando ancora era lontano tre metri da me, ma mi limitai a schivarlo, fargli lo sgambetto e farlo cadere.
    Vi sembra il caso di aggredire un onesto avventore che ha chiesto le ultime novità? Suvvia.
    L'uomo, umiliato si alzò dalla polvere. Altri due cercarono di assalirmi alle spalle ma con un balzo passai tra di essi ed afferrai i loro vestiti, trascinandoli a terra. Non poetete battermi.
    Tu...
    Sono un ninja che si è ritirato a vita privata che vuole viaggiare verso ovest. Ma ricordo ancora i trucchetti del mestiere, per cui, lasciatemi perdere.
    Fu decisamente abbastanza per quei bulli senza quartiere. Si alzarono, scapparono. Sospirai e mi misi in un angolo, concentrandomi per cercare il chakra di Youshi... e sentii qualcosa di strano. Qualcosa di sbagliato. Lanciai uno sguardo sotto di me. Proveniva da lì. Ma dovevo raggiungere il Tokugawa prima. Scoprire se aveva ottenuto qualche informazione.

     
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  10. l'Horla
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    V
    Buchi nell'acqua e rivelazioni

    La storia che avevo imbastito, offrendo boccali e sorrisi sinceri, sembrava essere stata accettata da tutti come vera. Malgrado non avessi potuto fare altro, avevo attirato l'attenzione degli avventori del locale che, con voci bagnate dall'alcool, risposero alle mie diverse domande. Non mi aspettavo che sguazzassero nell'oro e loro mi confermarono che il mercato del lusso non toccava quell'isola, io a quelle parole risposi con un sorriso lieve spostando gli occhi verso colui che poi iniziò a parlare. Sebbene mi dissero che lì il loro sostentamento si basasse sulla lavorazione della terra, non citarono minimamente l'estrazione di materiali dal terreno. La domanda che, a quel punto, mi sorse spontanea fu capire se mi stessero mentendo - preferendo non farmi sapere nulla al riguardo di tale cava - o se anche loro ne fossero all'oscuro. Cosa improbabile ma non impossibile, malgrado l'isola non fosse molto grande sarebbe potuto bastare un genjutsu o qualche altra arte ninja per nascondere la cava agli occhi di quei villani.
    Mantenni uno sguardo sereno e, rivolgendomi agli uomini che avevano parlato poco prima, dissi scoprendo un sorriso innocente Eh, lo immaginavo! Io l'avevo detto a mio cugino che i grandi mercati del lusso li avremmo trovati solo nei grandi centri. Ma lui non ne voleva sapere, è testardo e vuole battere a tappeto tutti i territori possibili! Ahahaha chiusi in una risata battendo l'indice sulla tempia lasciando intendere cosa pensassi del mio socio in affari. Però sì, tentare non nuoce e già che ci trovavamo qua, valeva la pena fare una prova. Bene signori, uff... è proprio vero che la birra cade diretta sulla vescica, vogliate perdonarmi
    Quindi mi alzai e mi diressi verso il bagno dove, qualche minuto prima, si era incamminato un uomo che, risposto con uno sbeffeggio alla mia domanda, con una serie di sguardi e con il linguaggio del corpo mi aveva fatto intendere di seguirlo. Avevo atteso qualche minuto, avevo preferito prima rispondere agli altri sperando che fosse un lasso di tempo sufficiente per non fare notare agli altri che stessi seguendo quell'uomo.
    L'oste mi indicò con un gesto del capo la porta del bagno mentre passavo d'avanti al bancone, dopo averla superata mi resi conto che, fortunatamente, l'uomo non stava espletando i suoi bisogni ma, bloccata la porta alle mie spalle, mi avvisò della pericolosità delle mie domande. Poi si mise realmente a pisciare, io rimasi un attimo o poco più di sasso. Non sapevo esattamente come agire in quel caso, potevo rimanere nella mia parte, giocare al mercante curioso ma quel uomo non sembrava intenzionato a parlare con me mercante di gioielli, forse avrebbe parlato più facilmente con un ninja; ma questo avrebbe significato fare saltare la mia copertura ed io non sapevo quanto potessi fidarmi di lui, perché se da una parte poteva rappresentare la mosca bianca in quel letamaio, dall'altra poteva essere colui che teneva sotto controllo il villaggio e, semplicemente, stesse testando la mia curiosità, le mie parole.
    Non attesi molto di più per prendere una decisione, quella era un'occasione che non mi sarei lasciato sfuggire quindi, sostituendo l'espressione da beota con uno sguardo più duro e modulando la voce con il mio registro freddo e distaccato, avrei detto in sua direzione con voce calma e misurata nel volume per far sì che non potesse venire sentita da altri Ce ne siamo accorti che in questo villaggio stanno succedendo cose strane usai il pluralia maiestatis sostanzialmente per due motivi: il primo, per permettergli di poter calare la mia figura in un'istituzione più grande che in quel momento rappresentavo - il mondo ninja, l'accademia o il villaggio della nebbia, non era importante a quale mi ricollegasse - e, in secondo luogo, per citare ma rimanere vago sulla presenza di altri ninja sull'isola quindi poterlo, forse, rincuorare e dare coraggio alle sue parole Parlami della cava, dove si trova, chi la gestisce. Chi è realmente a capo di questo villaggio e cosa è successo circa tre giorni fa, ci sono arrivate richieste d'aiuto proprio dal luogo in cui estraete quei cristalli
    Certo era difficile distinguere le mie domande da degli ordini, il mio tono di voce non avrebbe permesso repliche non attenenti ma contemporaneamente non sarebbero risultate coercitive e avrei lasciato lo spazio all'uomo per sentirsi libero di parlare. All'interno della stanza dei bagni, mi sarei posto vicino alla porta d'entrata, tendendo un orecchio proprio verso la sala grande, cercando di cogliere rumori o parole sospette e, contemporaneamente, non avrei perso di vista quell'uomo, l'unica fonte di informazioni utili che avevo trovato Non devi temere ripercussioni sulla tua persona, siamo abbastanza potenti per proteggerti e sistemare le cose. Però ho bisogno che parli in fretta, non voglio attirare l'attenzione degli altri clienti di là Avrei aggiunto se avessi notato qualche indecisione da parte dell'uomo a parlare, certo non intendevo informarlo della presenza del mizukage in persona ma, data la situazione, dovevo poterlo mettere nella situazione migliore per potersi scucire e quale miglior modo se non provare a farlo sentire protetto?
     
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    [Circa un anno prima, Kumo]
    Lo Stratega era inquieto. Si rigirava tra le dita quel cristallo che gli era comparso davanti assieme all'effige del Veterano. La comunicazione con quel fantasma si era interrotta all'improvviso, ma gli ordini erano chiari.
    L'uomo che stava aspettando entrò nella stanza. Si trattava di una piccola sala operatoria, ma non c'erano medici o personale. D si stava chiedendo il perché fosse lì e com'era nel suo stile, non tardò ad esporre il suo dubbio.
    Yo 'cap, perché mi hai chiamato qui? Disse il baldanzoso ninja del Fulmine.
    Dobbiamo... parlare. La pausa tra le due parole e l'inclinazione strana della sua voce tradirono le sue perplessità. Dimmi, i tuoi poteri da dove vengono? Sono alquanto particolari. Un teletrasporto così efficente, nemmeno il Quarto Hokage ne era capace.
    Uhm, well... Ci sono nato, sai? Not sure, ma a quanto pare da dove vengo io esiste qualcosa, una specie di portale. Dicono che se ti ci lanci dentro compari chissà dove, per questo è vietato usarlo. Ma but, yo, ehm... Cercava di darsi un contegno davanti lo Stratega. Il Raikage sa. Volevo fare un giro, but me lo ha impedito. E se compari dentro un vulcano? Non aveva tutti i torti. Però siamo riusciti a capire che teletrasporta davvero ovunque, a caso. I prigionieri servono a qualcosa, dopotutto. Not so utile, sono anche d'accordo, per questo l'abbiamo lasciata perdere.
    Certo... certo. Ha perfettamente senso. Eppure, sono sicuro che questo... portale non ha ancora detto tutto. Mostrò il cristallo all'uomo. Vorrei dargli un'occhiata.

    [A Kessho]
    Potenti, sì, potenti, l'uomo rise nervosamente, si pass le mani sulla barba. Tre settimane fa la cava è stata attaccata. Sono comparsi proprio lì davanti. O lì sotto, la cava si trova sotto il Villaggio, si accede da una caverna e nessuno che conosco i sognerebbe mai di rivelarne la posizione. Ma questi tre sono comparsi. Un uomo alto, molto alto, scuro e senza capelli. Il capo senza dubbio. Ha ucciso due uomini sollevandoli per la gola, uno per mano, frantumando loro il collo. Un altro non ha combattuto, ma ha parlato tanto. Il terzo invece... nelle ombre.. le ombre, ebbe un sussulto. Hann rapito Zhuo, il capomastro, l'unico che conosce il modo adeguato di lavorare ed attivare i cristalli. Poi sono spariti, ma un dopo un'ora sono ricomparsi con molti uomini. Hanno insediato un nuovo capo, hanno detto di continuare la nostra vita come se nulla fosse ma ogni volta che qualcuno prova a parlare di ciò che è successo... scompare. Nessuna notizia esce da Kessho per ora. Mio fratello... mio fratello ha cercato di scappare. Ha usato un cristallo datogli da Zhuo prima che fosse rapito, che gli ha fatto spuntare due ali ed è fuggito in volo... non... non se l'aspettavano. Deve essere stato lui a trovarvi. Dimmi, come sta?
    La porta del bagno si aprì. Sapevo che lì c'era il giovane Tokugawa ed un altro individuo. Non ninja. Ascoltai le ultime parole prima di rivelarmi.
    Hai trovato qualche informazione, immagino. Dimmi tutto.
    Una volta che Youshi mi ebbe raccontato ciò che era successo guardai l'uomo davanti a me che parve confuso dalla mia presenza. Poi, palesemente spaventato.
    Mi farete uccidere.
    No, non temere. Come si raggiunge la cava dei Cristalli?
    Da... dal palazzo del capovillaggi. Alle spalle c'è il passaggio. Ben sorvegliato.
    Capito. Adesso va.
    Quando fummo di nuovo soli feci cenno a Youshi di seguirmi. Uscimmo dalla finestra del bagno e fummo nuovamente per strada.
    Ho percepito un'enorme fonte di chakra sotto il Villaggio. Strana, grande e mostruosa. Non so cosa sia, ma dobbiamo indagare.

    Il palazzo del capovilaggio era piuttosto facile da trovare. Era un edificio al centro del villaggio, con tanto di indicazione. Ci girammo attorno silenziosamente e prima di svoltare l'angolo che doveva condurre all'ingresso della miniera feci cenno a Youshi di seguirmi. Anziché girare a sinistra, verso il palazzo, girammo a destra in un vicolo. Dunque mi concentrai, percependo tre forti fonti di chakra vicino l'ingresso.
    Sono tre, più forti di te, non un granché per me. Dobbiamo farli fuori e farlo silenziosamente. Due posso ucciderli io da lontano, il terzo però è roba tua. Non sono un granché nell'assassinio furtivo, ho uno stile decisamente più appariscente. Dobbiamo essere coordinati. Posso fidarmi? L'uomo che doveva uccidere poteva essere forte [Nota: Energia Rossa], ma una lama nella notte apriva la gola persino dei più resistenti. Uccidi il primo. Gli altri due andranno giù, promesso.

    A quel punto saltai sull'edificio, afferrando due kunai, impregnandoli di chakra [Tecnica x 2]Ninpou: Karada no Kyoka
    Villaggio: Specializzazione Esp
    Posizioni Magiche: Nessuna (0)
    L'utilizzatore è in grado di rivestire una parte del suo corpo (un arto, busto o testa) con il chakra rendendole dure come l'acciaio. La porzione rinforzata avrà potenza pari a 50 per il primo attacco o difesa. La porzione rinforzata non apparirà mutata all'esterno, ma sarà considerata come ricoperta da un ninjutsu. La tecnica può essere mantenuta inutilizzata per massimo un round.
    Tipo: Ninjutsu - Ninpou
    (Consumo: Alto)
    [Da chunin in su]

    Tecnica Rapida [2]
    Talento: L'utilizzatore può eseguire una tecnica avanzata extra nel round, potendo effettuare nello stesso round due tecniche avanzate; può essere utilizzata 1 volta ogni 2 round. Non è possibile sfruttare altre abilità "Talento" in combinazione. [Da chunin in su]


    Influenza dell'Anima - Tamashī no eikyō - 魂の影響
    Talento: L'utilizzatore è in grado di trasferire il rafforzamento ad oggetti, aumentando la loro potenza offensiva. è possibile influenzare fino a 3 Unità di oggetti. Gli oggetti così rafforzati possono essere lanciati, la tecnica si attiverà a contatto con qualsiasi superficie o jutsu con potenza offensiva o difensiva. Non è possibile utilizzare altre abilità 'talento' in combinazione.[Da chunin in su] (usato due volte)

    Ninjutsu Perfette [0]
    Speciale: L'utilizzatore può utilizzare 2 abilità "Talento" applicandole alla stessa ninjutsu, 1 volta ogni 2 round. [Da chunin in su]


    . Attesi che Youshi si posizionasse. L'ingresso della cava era una piccola caverna incastrata all'interno della parete posteriore dell'edificio. Non c'era alcuna recinzione, ma l'ingresso sembrava sigillato attentamente. I tre erano chiaramente shinobi, dalla pelle scura e capelli chiari, pesantemente armati con lunghe spade. Tutto era in ombra. La luce della luna filtrava tra gli edifici disegnando strade luminose ed isolate d'ombra. I tre ne erano completamente immersi. Stava a Youshi capire come fare ad avvicinarsi quanto più inavvertito possibile. Aveva studiando i segreti del suo clan, aveva affinato l'arte dell'essere silenzioso e letale. Quello era il giorno in cui la teoria diventava pratica.
    Quello era il giorno in cui doveva risvegliare ciò che già, dentro di se, conosceva.

     
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  12. l'Horla
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    VI
    Rivelazioni, ombre e corvi

    Sì, signore dissi accompagnando le mie parole con un cenno della testa. Il mizukage ancora trasformato, ci raggiunse nel piccolo bagno della taverna in cui l'uomo aveva da poco finito di snocciolare gli ultimi avvenimenti accaduti nell'isola. Respirai alzando lo sguardo verso il soffitto e poi, con voce piatta modulata per non essere sentita se non da noi presenti nella stanza, gli feci rapporto E' accaduto tre settimane fa, tre uomini - quello che ha definito essere stato probabilmente il capo, era alto, pelato, di carnagione scura ed ha eliminato a mani nude due persone rompendogli il collo; del secondo, come del terzo, non mi ha fornito una descrizione fisica ma del primo di questi mi ha parlato della sua logorrea, il terzo deve averlo spaventato molto e l'unica parola con lui l'ha definito è stata "le ombre, nelle ombre" - rifiatai un attimo e quindi proseguii parlando velocemente cercando di essere più esaustivo possibile Hanno attaccato la cava che si trova sotto il villaggio, sono riusciti a prenderne possesso insieme a tutta l'isola e ora hanno posto un loro capo invitando la popolazione a continuare a vivere come se nulla fosse accaduto. Hanno anche portato diversi uomini sull'isola, probabilmente per sorvegliare e difendere la cava La bocca si era leggermente impastata e passai la lingua sui denti prima di pronunciare quelle parole così pesanti Abbiamo ragione di credere che quei cristalli diano poteri incredibili, l'uomo che arrivò da noi era suo fratello feci un cenno con la testa in direzione dell'altro uomo presente nella stanza, non ebbi la forza di dirgli che suo fratello era morto, la situazione era troppo delicata per permettere che emozioni o sentimenti forti togliessero l'equilibrio già precario Le ali che aveva sulla schiena furono prodotte o... Beh non saprei come dirlo, ma è stato grazie a quei cristalli che fu in grado di volare. E quei tre uomini hanno rapito il capomastro, Zhuo, l'unico che - a detta del nostro uomo - sia in grado di utilizzare sapientemente tutto il potenziale di quei cristalli. La situazione si presentava assai critica però ora avevamo qualche informazione in più con cui destreggiarci. Itai-sama mi informò, inoltre, di una presenza mostruosa di chakra sotto di noi, probabilmente all'interno della cava, inutile dire che avremmo indagato.
    Seguii il mizukage fuori dalla finestra, dirigendoci verso l'entrata che il nostro informatore ci aveva indicato, ci muovemmo con il favore delle ombre lungo le vie della cittadina, le strade sembravano essere deserte e non incontrammo nessuno fino al palazzo del capo villaggio. Lì seguii Itai-sama nel vicolo e, dopo pochi attimi di concentrazione, mi fornì qualche informazione sui guardiani che proteggevano l'entrata della cava, erano tre uomini e il mizukage li definì più forti di me e, inavvertitamente, un sorriso violento si dispiegò sulle mie labbra. Un avversario più forte è una sfida sempre più esaltante che fronteggiare uno dello stesso livello, inoltre lo avevo già detto nel suo ufficio al mizukage, le mie capacità psicofisiche andavano ancora coltivate ma la mia intelligenza combattiva era nata, e prima di me a tutti quelli del mio clan, per poter esprimere il massimo potenziale in quelle situazioni. Certo questo il Mizukage lo sapeva e, sebbene ci trovassimo in una situazione critica, mi venne da pensare alla mia candidatura all'interno delle file del villaggio, avrei mostrato al mio capo villaggio di che pasta erano fatti i Tokugawa. Risposi con un deciso cenno della testa Conti sulla mia discrezione signore, il centrale dei tre cadrà Quindi alzai lo sguardo per vedere la figura di Itai-sama scomparire su un tetto e, dopo un respiro profondo acquattato nell'ombra, direzionai i primi passi verso il mio obiettivo.
    Camminando il più silenziosamente possibile nell'ombra, mi ritrovai in una situazione simile a quella che avevo provato, in contesti come quello, prima a Nakani e successivamente nella missione del Paese del Riso. Mi ero, infatti, concentrato non solo sull'ambiente che mi circondava per evitare rumori - come bastoni che si rompono, sassi calciati inavvertitamente o simili - ma, principalmente, ad ascoltare il mio corpo ed ogni mio movimento. Sentii il battito cardiaco che premeva forte sulle orecchie per l'agitazione, farsi piano piano più lento, il mio respiro sembrò coordinarsi con le leggere brezze che arrivavano dal mare ed i miei occhi abituarsi all'oscurità che mi circondava.
    Per la prima volta ero riuscito a trovarmi nella situazione di cui spesso il nonno mi aveva parlato durante i nostri addestramenti, durante quei primi anni passati a preparami alla vita ninja, nonno, nonché primo maestro, aveva accompagnato all'esercizio fisico quello mentale. Con il senno di poi, mi venne da pensare che sapeva che solo in una situazione critica e d'emergenza i suoi insegnamenti teorici sull'arte del nostro clan avrebbero dato i loro frutti. [ I Slot Tecnica ] Aprii gli occhi e vidi nell'oscurità. Fu, per me, un'emozione enorme che trattenei in un angolo della mia mente non volendomi far distrarre.
    I tre uomini, che ora potei vedere distintamente, erano posti di fronte all'entrata ed erano tutti e tre armati pesantemente con lunghe spade.
    Lentamente, ormai abbracciato in una sol cosa con le ombre, avanzai nella loro direzione. [ Slot Movimento Gratuito ] Non ero molto distante da loro - poco meno di sei metri - e potei vedere con più accuratezza i loro visi e corpi da combattenti; non parlavano ma, nel silenzio, controllavano la strada.
    Quello che succedette negli attimi successivi fu poco chiaro anche a me, il mio corpo si mosse ad una velocità tale che la mia mente non riuscii a registrare con accuratezza quali muscoli vennero coinvolti nel movimento ne dove e in che quantità il chakra venne impastato ma, mossi i primi passi verso la mia vittima, mi ritrovai immediatamente ad un metro e mezzo sopra di lui che gli stavo cadendo addosso, a qualche metro da me su un tetto, sentii un corvo gracchiare. [ II Slot Tecnica ]
    Le gambe erano leggermente divaricate così che, se non si fosse mosso, sarei caduto dritto a calvalcioni sulle sue spalle. Il braccio destro era ripiegato in alto caricando il colpo, la mano non mostrava nessun segno particolare ma le dita erano tenute dritte e vicine l'una all'altra e presto avrei provato il filo della lama. Il colpo partì prima che avvenisse il contatto tra i nostri due corpi, utilizzai una piccola dose di chakra per aumentare la mia velocità nel colpo e, sfruttando la posizione dall'alto, potei vedere chiaramente il collo scoperto della mia vittima. Quindi, memore degli insegnamenti del maestro Shunsui Abura, nel villaggio della sabbia, potei sommariamente individuare la carotide del mio nemico e tentai, in un movimento tanto rapido quanto fluido, di reciderla [ I Slot Azione ] Il colpo non era brutale, anzi, piuttosto debole a dire il vero ma avevo più fattori da prendere in considerazione in quel momento, non mi bastava sapere che la mia vittima morisse, serviva anche che lo facesse silenziosamente. Per questo, tentando di danneggiargli le arterie più importanti del corpo, mi auguravo che il sangue che ne fuoriuscisse finisse all'interno della trachea strozzandogli qualsiasi grido d'allarme o di dolore. Subito dopo, se il mio colpo non fosse andato a segno o il mio avversario fosse stato ancora in grado di combattere, avrei tentato di colpirlo nuovamente al volto, mirando però ad accecarlo e a far penetrare profondamente le mie mani nel suo cranio [ II Slot Azione | Attacco Doppio]
    Se il primo attacco o i successivi due avessero messo fine alla vita di quella guardia, mi sarei trovato appoggiato a terra ansimante scossa dalla dose di adrenalina che avevo in circolo. Le altre due guardie sarebbero state stese facilmente dal mio Mizukage che, se una volta raggiuntomi mi avesse chiesto qualcosa vedendomi così palesemente scosso, io avrei risposto con voce tremante a tradire l'emozione Io credo... Credo di essere stato in grado di attivare i geni del mio clan, signore. Non mi era mai successo ed è stato... mi sarei guardato le mani sporche di sangue e avrei alzato lo sguardo verso Itai-sama Assolutamente magnifico dentro di me iniziò a montare una gioia incredibile, quel sangue sulle mie mani emanava un odore così buono e affascinante, ero quasi tentato di assaggiarlo. Desideravo ardentemente versarne ancora, volevo avvolgermi tra le ombre e trasportarmi tra di esse in un battito di ciglia, era stato incredibile.
    Sentii nuovamente un corvo gracchiare, alzai lo sguardo e vidi un esemplare piuttosto grande alzarsi in volo e stagliarsi sulla luna continuando a emettere quel tenebroso suono, sembrava quasi che stesse portando un messaggio.



    Chakra: 26/30
     
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    VI

    [Circa un anno prima, in un piccolo villaggio sperduto nel Paese delle Nuvole]
    Il villaggio si ergeva in maniera particolare sulla collina. Se aveste contato le case avreste notato come il numero complessivo non arrivava ad una ventina, ma erano divise in quattro livelli, in maniera abbastanza ordinata. C'era anche uno scampolo di vecchie mura, giusto una ventina di metri di bastione abbattuto ai lati, segno di un passato più glorioso che doveva ormai giacere seppellito sotto il nuovo piccolo Villaggio.
    La luce del tramonto illuminava il cielo in lontananza, spaccato dalle nubi che circolavano in maniera innaturalmente veloce attorno ad un centro che segnava curiosamente anche la posizione di una struttura in cime alla collina dove sorgeva il Villaggio.
    Lo Stratega e D attraversarono il villaggio in silenzio. Risalirono ogni livello e chiunque li vedeva taceva. I bambini si nascondevano mentre gli uomini chinavano il capo, rispettosamente.
    Perché si comportano così?
    Well... Diciamo che da queste parti io sono lo scappato di casa.
    Per il sangue del Veterano, perché ti esprimi come un adolescente cerebroleso. Quella era una delle rare volte in cui si poteva udire la voce delo Stratega così irritata.
    Oh, uff... sorry boss. Devi capire che nessuno va via di qui. Noi siamo la guardia a qualcoa. But me... beh, credo che qualcuno potrà spiegartelo meglio di me al tempio. Non so se mi amano o mi odiano profondamente.
    Sì, forse è meglio che me lo spieghi qualcuno che parla la mia lingua senza infarcirla di cavolate.

    Il Tempio era una struttura circolare. All'esterno un tempo doveva essere stata più decorata, ma i residui erano stati levigati dalla furia del tempo. Eppure l'edificio restava lì.
    Lo Stratega e D non avevano ancora messo un piede sul primo gradino quando la porta massiccia si aprì. Ne uscì un uomo anziano, nero di carnagione e pelato. Gli anni avevano incurvato la sua schiena e fatto cadere i suoi denti eppure, dalla cima di quelle scale, sembrava imponente.
    Kinzo, disse l'uomo con voce anziana, carica di saggezza. Quanti anni sono passati?
    Ehi nonno. Direi almeno venti.
    Ah venti... non ti aspettavi di vedermi ancora vivo?
    In effetti è stata una sorpresa.
    Mi spieghi perché ora parli bene? Idiota. Il sibilo sferzò l'aria, imponendo il silenzio a tutti. Io sono lo Stratega. Sai cosa vuol dire?
    Ho vissuto la guerra anche io, giovane. Ho conosciuto anche il vecchio Stratega. Cosa ci fai così lontano dalla Sala delle Cinque Colonne?
    Un messaggio. Non so come, né quando, ma un messaggio da parte del Veterano. Mi ha chiesto di indagare sui poteri di D, di andare nel posto da cui proviene. Lo Stratega scalò gli scalini con passo leggero.
    Il potere... Ah sì, il suo potere. Comprendo cosa mi stai chiedendo, Stratega. Ma è qualcosa di pericoloso. Qualcosa che non si può dominare.
    Eppure Kinzo lo fa. Come mai? Come fa?
    Lui ha assorbito solo una piccola parte di ciò che giace oltre queste porte. Qualcosa che non può essere controllato... ed io forse, forse non dovrei parlarne.
    Lo Stratega si mosse verso l'uomo. Abbassò il cappuccio e rivelò il suo volto. Era vecchio e grinzoso. Le orecchie deformate, senza naso. La bocca larga ed i capelli bianchi. Il suo aspetto era così strano, inquietante e grottesco che tutti tacquero. Persino Kinzo.
    Cosa credi che mi abbia trasformato ciò che sono ora, fatto diventare lo Stratega, se non la ricerca del potere? Volse lo sguardo verso le nubi. Io sono solo un Servo, una debole marionetta nelle mani di un Potere ancora più grande. Sorrise, mestamente. Quel potere non nessun problema con qualsiasi cosa i sia dietro quella porta.

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    Allora l'anziano uomo sospirò. Annuì e li lasciò passare.

    [Al giorno d'oggi, Itai e Youshi]
    La morte giunse rapida per l'uomo che Youshi aveva puntato. Il sangue sgorgò in fretta e gli altri due non fecero in tempo ad allarmarsi che due Kunai piovvero loro addosso. Non due Kunai normali. Qualcosa li aveva resi così pericolosi che scavarono un tunnel nel petto dei due, penentrando il terreno alle loro spalle.

    Un istante dopo fui da Youshi e lì vidi che il giovane aveva sperimentato qualcosa di nuovo. Aggrottai un attimo le sopracciglia quando lo sentii parlare di geni. Non mi risulta che questa cosa sia nel tuo sangue, quanto nella tua testa. In ogni caso, ottimo lavoro. Non so quanto tempo abbiamo ancora, entriamo. La porta non era chiusa a chiave. Forse non si aspettavano problemi? Del resto la guardia non era proprio irresistibile.
    Dopo la porta c'era una piccola cavernetta, non più grande di uno stanzino con una botola dalla quale si scendeva verso il basso. Lì dentro era tutto oscuro ma sul fondo si potevano vedere tenui luci tremolanti di torce accese.
    Una volta percorso lo stretto passaggio verticale ci trovammo di fronte ad un tunnel che si allontanava dal palazzo, quindi svoltava a sinistra e dunque scendeva. Non poteva essere lungo più di un centinaio di metri. Al termine, si apriva la miniera vera e propria.
    Chiamarla miniera forse era un po' troppo generoso. In tutto poteva misurare duecento metri quadri. Era stata evidentemente allargata man mano che i cristalli venivano estratti perché ne costituivano il pavimento, i muri ed il soffitto. Non c'erano torce lì. Tutto sembrava brillare di una tenue e continua luce azzurrognola. C'erano diversi strumenti abbandonati per terra, picconi dall'aria robusta. Non c'erano carrelli però, né binari.
    Ma sopratutto, non eravamo soli. C'erano tre persone, una donna e due uomini, Gli uomini manovravano il piccone, sbattendolo con forza contro i cristalli, senza però avere alcun palese effetto, mentre la donna sedeva su una sedia dall'aria scomoda. Era una bellissima donna con abiti molto aderenti. In mano aveva una frusta, anche se non la stava usando.[Immagine]
    Ancora niente, vero? Disse con aria leggermente lamentosa, sbadigliando.
    Niente Yume-san, sbuffò uno di loro, alzandosi e asciugando il sudore. Dopotutto forse avevano ragione. Ci vuole qualcosa di strano per prendere queste pietre.
    Non possiamo inventarci nulla. Su ragazzi, basta così, andiamo a casa.
    Sai cos'altro devono far bene le squadre speciali? Rapire ed interrogare. Di certo estorcere informazioni era più compito dei torturatori, ma sebbene non ferrati in tali arti quanto i carcerieri persino gli assassini potevano essere intimidatori. Torniamo su, continuai a sussurrare. Io mi occupo dei due, tu blocca l'altra. Almeno, tienila impegnata.
    Così gli dissi di correre, rapidamente, verso l'uscita. I tre si stavano attardando, sembravano tranquilli.
    Una volta fuori vidi i cadaveri lasciati lì.
    Lasciamoli, ci daranno qualche secondo di vantaggio. Nessuno non ne sarebbe rimasto colpito e questo poteva darci qualche secondo in cui agire. Feci cenni a Youshi e ci nascondemmo nelle ombre di fianco la porta.
    Uno.
    Due.
    Tre.
    La porta sì aprì.

    Allora, una birretta eh? Dobbiamo festeggiare, domani si torna a cas... AAAAAAAAAH, ci fu un urlo. Acuto.
    Era il momento.






    Vai ancora con la TS ed un po' di agguati. Tutto molto vago, per dari possibilità di descrivere meglio possibile e scegliere le azioni con quanta più libertà.
     
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  14. l'Horla
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    VII
    Miniere, belle donne e fruste

    Le due guardie vittime del Mizukage, furono colpite dai kunai che li trapassarono lasciando delle voragini nei loro petti; un attacco devastante che mi fece sussultare quando vidi le loro condizioni.
    Poi Itai-sama mi spiegò che, quello che era appena accaduto tra le ombre, non era dovuto ai geni del mio clan ma anzi dalla mia mente, certo, che stupido ero stato l'abilità del mio clan era una tecnica segreta a cui, infatti, mio nonno mi aveva introdotto con i suoi addestramenti, non aveva quindi nulla a che vedere con capacità come quella dei Kaguya o dei possessori del Magan. Ma la situazione era critica e non permetteva di fermarsi a fare certi ragionamenti, se tutto fosse andato bene avrei avuto il tempo, a kiri, di studiare l'arte dei Tokugawa in tutte le sue declinazioni.
    Seguii quindi Itai-sama entrando nella cava, una piccola stanza ci si presentò di fronte e, scavata in essa, una botola apriva un passaggio verso le profondità del terreno in cui delle flebili luci davano l'idea di un ambiente poco illuminato. Proseguimmo l'esplorazione di quel luogo, una volta scesi lungo il passaggio verticale, muovendoci lungo un corridoio fino a raggiungere la miniera. Fu uno spettacolo incredibile che mi lasciò a bocca aperta, le pareti e il pavimento erano costituiti da cristalli che diffondevano riflettendo una luce soffusa in tutto l'ambiente. Qualche strumento a terra per estrarre quel materiale e delle voci squillanti ci misero in guardia sulla presenza di altre persone, acquattato e muovendomi il più silenziosamente possibile, ci avvicinammo verso l'origine di quelle voci: tre persone, tra cui una bellissima donna armata di frusta e due uomini intenti a martellare i cristalli sulle pareti, si lamentavano del fatto che non riuscissero a estrarre quel potente minerale. Da parte mia mi sentii sollevato, sebbene certo ci volessero determinate conoscenze per sfruttare il potenziale di quei cristalli, sapere che quei tre manigoldi non riuscissero anche solo a prenderlo mi rincuorò; decisero di gettare la spugna e tornare in superficie.
    Volsi il capo verso il Mizukage che, in un sussurro, mi ragguagliò di altre nozioni che un buon elemento delle squadre speciali doveva sapere fare: catturare ed estorcere informazioni. Beh, insomma, esercitare in modo coatto quello che avevo fatto nella taverna di poco prima. Annuii deciso verso di lui e, sempre stando attento a dove mettessi i piedi, lo seguii rapidamente verso l'esterno della cava. Lì i corpi erano ancora riversi a terra, io mi maledii alzando lo sguardo al cielo, avevo intenzione di nasconderli prima di entrare nella cava ma, le recenti scoperte sulle mie capacità e la situazione, mi avevano distratto. Guardai in direzione del Mizukage leggermente adirato per la mia superficialità quando, in poche parole, Itai mi ridiede fiducia indicandoli come un ottimo diversivo per quando fossero usciti i tre elementi.
    Mi acquattai tra le ombre a circa quattro metri dalla porta, avevo una visione chiara e frontale dell'uscita che i nostri obiettivi stavano solcando, Itai-sama mi indicò la ragazza da bloccare e tenere impegnata, effettivamente sembrava lei tra loro quella con più informazioni.
    Sentii chiudersi la botola, stavano arrivando, la porta si schiuse e le tre figure uscirono all'esterno, la voce di lei venne interrotta da un urlo acuto quando vide i tre cadaveri riversi a terra ed io ero già in movimento verso di lei.
    Non dovetti comporre sigilli per attivare quella tecnica che tanto avevo apprezzato, [ Slot Tecnica Avanzato ]Furtività: 3+3+1.5= 7.5
    Velocità= 400
    Scatto Rapido
    Villaggio: Generico
    Posizioni Magiche: Nessuna (0)
    L'utilizzatore può scattare rapidamente verso una direzione, muovendosi della distanza concessa da uno slot azione. La velocità di spostamento è incrementata di 4 tacche.
    Tipo: Taijutsu -
    (Consumo: Basso)
    [Da studente in su]

    Movimento Silenzioso
    Talento: L'utilizzatore, quando usa la tecnica "Scatto Rapido", guadagna +3 alla furtività; può essere utilizzata 1 volta ogni 2 round. Non è possibile sfruttare altre abilità "Talento" in combinazione.
    [Da genin in su]
    bruciai in un batter d'occhio la distanza che ci separava, i miei piedi sembrava che non toccassero nemmeno terra per il silenzio con cui mi mossi. Il cappuccio del mantello era alzato e nella corsa mi ero tenuto leggermente rannicchiato quando le giunsi di fronte, quando arrivai ad una distanza da corpo a corpo alzai rapidamente gli occhi verso i suoi e, in un sorriso tanto beffardo quanto violento, tentai di colpirla. Il colpo fu portato con la mia mano destra, come prima avevo concentrato una leggera quantità di chakra nella mano e la sentii diventare rigida e percepii quanto il filo della mano divenne tagliente, da sotto al mantello la mano si mosse rapida ancora una volta mi tornarono utili gli insegnamenti del maestro di Suna Shunsui e provai a colpirla al ginocchio, nello specifico avrei provato a provocarle una ferita nella parte interna del ginocchio tentando di recidere o danneggiare sia il tratto illeo-tibiale che l'ultimo estremo del bicipite del femore. [I Slot Azione]Vel 400 - Bassissimo| For 350 MezzoBasso | Pot +10 MezzoBasso L'obiettivo era piuttosto chiaro: prima di tutto ridurre sensibilmente la possibilità che potesse scappare.
    Se il colpo fosse andato a segno i denti del mio sorriso avrebbero quasi brillato nella fitta oscurità che ci avvolgeva, quindi non avrei atteso ma alzandomi dalla mia posizione accovacciata di prima mi gettai contro di lei senza alzare le braccia in guardia ne caricando alcun colpo, proprio come se mi stessi buttando su di lei. Improvvisamente, proprio quando i nostri corpi sembravano essere destinati a scontrarsi, sarei scomparso nell'ombra [ Slot tecnica | Passo di tenebra ]L'utilizzatore può trasportare sé stesso per 1 slot azione in un ombra non controllata e non prodotta da una fonte di chakra; deve comparire oltre 1,5 metri da una fonte di chakra. La potenza massima del primo attacco è 10 per livello dispari della tecnica speciale. Richiede 1 slot tecnica/azione e un consumo Basso di chakra. e subito mi materializzai proprio dietro di lei con un metro e mezza a dividerci. Feci un movimento fluido e naturale, il mio piede sinistro fece un passo in avanti mentre la mano corrispondente si alzava per riflesso di guardia al volto quindi la rotazione iniziò dalla caviglia destra, si alzò fino al bacino quindi il torace, le spalle, espirai, e il pugno destro partì verso di lei. [ II Slot Azione ]Vel 400 Basso | For 300 | Pot 10 Il colpo, nel caso lei non avesse avuto i riflessi per voltarsi, avrebbe mirato ai nervi cranici, quelli posti proprio tra il cranio e la nuca, sarebbe stato un colpo secco e forte abbastanza, certo questo era il mio augurio, per provocarle qualche scompenso e forse farla svenire. Se invece avesse avuto i riflessi e le capacità sensoriali per individuarmi e voltarsi, il colpo partito con la mano destra verso il suo torace si sarebbe rivelata una finta [ Slot gratuito Istantaneo] e la mano sinistra, posta a guardia del viso, si sarebbe mossa rapida contro il suo collo tentando di renderle difficile la respirazione e provando a farla annaspare. *
    Quindi, se fosse ancora stata in grado di combattere e se il mizukage non avesse terminato con gli altri due o non fosse intervenuto, avrei provato nuovamente a colpirla. Compiendo un leggero salto mi sarei alzato di un metro dal terreno ruotando il corpo alla mia destra, rannicchiai la gamba corrispondente vicino al torace per poi distenderla fintando un colpo con il tallone verso la tempia della mia avversaria [Slot gratuito veloce] il piede sarebbe passato sopra alla sua testa e quindi ribassatosi verso terra incrementando la velocità di rotazione che facilitò il colpo immediatamente successivo portato con il collo del piede sinistro verso il suo volto, nello specifico, miravo a colpirle l'orecchio con una vana speranza che questo potesse intaccare il verbo vestibolare dedito all'equilibrio. [ III Slot Azione ]



    Chakra: 22.5/30
     
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    VIII


    [In quel villaggio sperduto nel paese delle Nuvole]
    Lo Stratega, Kinzo e l'anziano uomo che rispondeva al nome di Hanzo entrarono nel tempio. Lo Stratega precedeva i due che lo seguivano mestamente. Il tempio era un unico spazio, una larga camera circolare dal diametro di almeno cento metri. Le pareti, vecchie e consumate, recavano i segni del tempo e di riparazioni, quasi stratificatesi. Il tetto, a forma di cupola, aveva un'apertura al centro, larga ameno due metri. Da quell'apertura la luce del sole entrava e rimbalzando sulla sul pulviscolo sospeso nell'aria creava una lama di luce che a quell'ora del giorno colpiva il muro. Ma non era la sole luce ad entrare lì.
    Quasi eteree dei piccoli fili di luce comparivano gradualmente, provenendo da tutte le direzioni, unendosi in un unico fascio di luce azzurra che colpiva il pavimento. Da dove veniva quella luce? Dal pavimento oppure dall'esterno? Di certo si curvava in maniera innaturale.
    Lo Stratega si fermò ad ammirare quella strana fonte luminosa, dunque parlò, con voce sottile. Per la prima volta nella sua voce si udì stupore.
    D, è questo il portale di cui mi hai parlato? domandò, mentre la mano distrattamente carezzò il cristallo nella sacca delle sue vesti.
    Sì, Stratega.
    Portale...? Ragazzo mio..., Hanzo sospirò e camminò verso lo stratega. Kinzo è un uomo dalla mente semplice. No, Stratega, non è un portale. Sarebbe come definire "capello" un uomo solo perché ne ha.
    E dunque, cosa sarebbe questo? Domandò lo Stratega.
    Questo Stratega... è lo Spazio. Hanzo si voltò, dando le spalle alla fonte luminosa. È... complicato.
    Non mi manca la capacità di capire, vecchio. Disse lo stratega con voce tagliente.
    Va bene... Non sappiamo perché, ma qui, qualcosa, curva lo spazio. Non sappiamo cosa, ma piccole stringhe, filamenti di spazio, vengono curvati virtualmente da ogni parte del mondo e si concentrano qui, in questa fonte. Cosa sia... non ne ho idea. L'uomo si voltò di nuovo verso la fonte. Noi custodiamo questo luogo. Lo proteggiamo da generazioni. La Forza che piega lo spazio. Il fatto che funzioni come un portale è solo una mera conseguenza.
    Perché lo spazio piegato torna alla sua fonte, come un cerchio.
    Non mentivi quando dicevi di comprendere in fretta, Stratega. Disse Hanzo. Esatto. Toccare la Forza significa entrare in uno dei fili di spazio piegato e dunque... tornare laddove lo spazio è stato piegato. Solo che non è possibile scegliere dove.
    Perché i fili sono troppo sottili, mormorò lo Stratega annuendo. E perché non funziona al contrario?
    Penso che una dimostrazione sia più adeguata. Rimanete qui L'uomo si avvicinò alla fonte e man mano che lo faceva, qualcosa si assurdo succedeva. Dalla prospettiva di Kinzo e dello Stratega pareva diventare sempre più piccolo e schiacciato in ogni dimensione. L'uomo si voltò verso di loro. Eppure se qualcuno avesse potuto vederlo di lato avrebbe visto chiaramente come nonostante avesse fatto decine di passi non si fosse allontanato che di un paio.
    Lo Spazio si piega man mano che ci avviciniamo alla Forza. Diventiamo sempre più piccoli, fino a poter entrare.... in un filamento. Per questo motivo, per raggiungere la Fonte ci vogliono giorni di cammino. L'uomo tornò indietro, invertendo il processo che lo aveva portato a rimpicciolirsi in quel modo. Lo Spazio viene piegato, e sopratutto, lo spazio attorno alla Forza. Usarla è complicato. Cosa intende farne, Stratega? È un pessimo modo per spostarsi, lo avrai capito questo.
    Lo Stratega rimase in silenzio per lunghi momenti. D come ha ottenuto i suoi poteri?
    Mia... mia figlia. Sua madre. Lei è stata sempre speciale. Lei per qualche ragione non risentiva dell'effetto della Forza che piega lo spazio. Non è mai riuscita a spiegarmi come abbia potuto fare qualcosa del genere. Ma lei riuscì a toccare la Forza, per un breve istante... e quando nacque D, lui aveva assimilato in minima parte i poteri della Forza stessa.
    Che sia dunque possibile che anche D possa farlo? Possa toccare la Fonte?
    D? Lui... lui risente degli effetti come noi. L'ho visto con i miei occhi. Non è come sua madre.
    E questa donna? Morta?
    Di parto.
    Ehm... nonno, Stratega. Io posso. D si fece avanti. Io posso raggiungere la Forza, se voglio. Nonno, da quando ho controllo dei miei poteri, se voglio, posso.
    E non ce lo hai mai detto? Perché? Hanzo sembrava davvero ferito.
    Not now. Stratega, perché siamo qui?
    Lo Stratega tirò fuori il Cristallo. Questo è un cristallo Mugen. Sono rari, incredibilmente difficili da ottenere a quanto ho capito. Sono in grado di conservare enormi quantità di Chakra. Devi raggiungere la Forza e metterlo a contatto. Puoi farlo?
    Oh yeah. D prese il cristallo tra le dita, poi il suo corpo venne rivestito da minuscole scosse elettriche. Sono D. Il braccio Destro del Raikage. Posso fare tutto.
    E si avviò. La sua forma non cambiò mentre si avvicinava alla luce.

    [Al giorno d'oggi, Itai e Youshi]
    Per me mettere fuori gioco due guardie non fu un gran problema. Non ero troppo sicuro che fossero Ninja, semplicemente una botta in testa fece il lavoro sporco.
    Youshi invece si trovò a dover affrontare una vera Kunoichi. Silenzioso come un'ombra Youshi fu alle spalle di Yume in un istante, ma quell'avvicinamento repentino tradì la sua posizione, consentendo alla donna di notarlo [Nota]Sei entrato nella zona in cui tutti vengono percepiti. Tuttavia, lo shock e la sorpresa erano ancora importanti e lei non poté far altro che cercare di schivare senza riuscirci realmente, finendo per rotolare a terra, ferita [Difesa]Ferita Leggera, riduzione per schivata.
    Ragazzi! Yume si voltò verso l'aggressore, ma questi era sparito, per poi ricomparire alle sue spalle. Ma ormai l'effetto sorpresa era svanito e lei si era già voltato ed aveva alzato la guardia, parando con le braccia il secondo attacco [Difesa]Riflessi: 400 + Basso->475
    Ferita Leggera divisa tra le braccia
    .
    Al che però lo scontro terminò. Youshi e Yume video solo un'ombra, rapida, frapporsi tra di loro, una spada venne estratta ma il colpo portato con l'elsa colpì la donna in piena fronte, mandandola a dormire [Azione]Velocità: 775.
    Ok, la donna ha fatto caos. Andiamo via. La presi in spalla e feci cenno a Youshi di seguirmi. Corsi lungo i vicoli, allontanandomi più possibile dalla cava, poi adagiai la donna vicino al muro.
    Voi... voi avete fatto... un grosso... grosso... errore... La donna ridacchiò, confusa ed intontita. Poi una luce azzurra brillò da sotto i suoi vestiti. Il mondo a quel punto parve ingrandirsi ed allargarsi, la terra si allontanò dai miei piedi.
    Durò un solo istante, poi tutto tornò normale. Ma non eravamo più a Kessho, forse. Sicuramente, non più in quel vicolo. Eravamo in un tempio, o almeno così sembrava. Una struttura circolare ed antica, anche molto grande. Al centro, una luce verde eruttava dal terreno e si innalzava simile ad un albero verso il soffitto a forma di cupola con al centro una grossa apertura.
    Stai bene? Chiesi a Youshi, mentre Yume iniziava a ridere.
    Voi... voi siete così fregati... oh così fregati... La donna era lì vicino, ma si era rialzata. Il sangue le scorreva dal viso nel punto in cui l'avevo colpita.
    Dove siamo? Sfiorai la spada con le dita. Avevo una sensazione fastidiosa, come un oscuro presentimento.
    Come... come se potessi dirvelo...

    Basta così Yume, finirai per farti uccidere. Quelle parole catalizzarono immediatamente l'attenzione di tutti i presenti. Un uomo sembrava essere emerso dalle ombre. Subito dopo un altro individuo parve materializzarsi dall'ombra, ma il suo aspetto era indefinibile. Il primo, invece, era un uomo, ma aveva un lungo cappuccio a coprirgli il viso.
    Stratega... io posso farcela. Sistemerò tutto, promesso.
    Esattamente come intendi uccidere il Mizukage? Lo Stratega pareva quasi divertito. Onestamente sarebbe impossibile anche per me.
    Youshi, occhi aperti. Dissi al ragazzo. Poi impugnai la spada e scattai, rapido, verso l'uomo. Doveva essere eliminato, ne ero certo. Fui davanti a lui in una manciata di secondi e feci scattare Garyuuka. La lama rossa tagliò il nulla. Lo Stratega era impalpabile.
    Non ho detto che però lui sarebbe in grado di farlo. Quale gioiosa occasione, Mizukage. Cosa ti porta qui?
    Cosa... cosa è successo? Dissi, ricomponendomi. L'uomo fatto di ombre fece un passo indietro, tornando a fondersi con l'oscurità.
    Quale maleducazione, Mizukage. Come sei arrivato alla cava? Sono curioso.
    Pensi davvero che starò qui a fare un'amabile chiacchierata con uno sconosciuto? Risposi, seccato a quel punto, facendo un passo indietro. Doveva esserci un modo per ferirlo.
    Ci dovrebbe essere sempre il tempo di scambiare due parole prima di arrivare alle lame, il mondo sarebbe immensamente più semplice di così. Invece spesso ricorriamo ai bassi istinti e finiamo per picchiarci sena nemmeno aver scoperto se è possibile incontrare un punto comune.
    Ti rendi conto, vero, chiunque tu sia, che hai detto un fiume di parole senza dire nulla? Vediamo se ricordo bene. Dalle informazioni in mio possesso tre persone hanno attaccato la cava. Il capo, alto, pelato e molto forte. Un uomo che aveva a che fare con le ombre e poi... uno che parla molto. Fammi indovinare, tu sei quello che parla molto vero?
    Oh, quindi sai qualcosa. Eppure, sono sicuro che tu non sappia ancora nulla, Mizukage. Ma lascia che mi presenti, prima di sembrare troppo scortese. Lo Stratega, braccio destro del Veterano, signore Cremisi.
    Cremisi. Dovevo distruggere quel posto, qualsiasi cosa fosse. Misi un dito tra i denti, ma lo Stratega alzò una mano, facendo cenno di no.
    Ah-ah, non lo farei se fossi in te, Mizukage. Chissà cosa succederebbe al tuo drago in questo posto.
    Perché non glie lo chiedi direttamente? Andai avanti, composi i sigilli ed evocai Yogan, ma nella sua forma umana.
    Che razza di posto è? Che culo devo bruciare? La dragonessa non si fece di certo attendere. Poi indicò l'uomo incappucciato. Lui?
    Fa attenzione. Non trasformarti qui. Cosa volete da Kesshou? Avete rubato i cristalli, rapito Zhuo. Stavamo inseguendo un fantasma, ma ora capisco. Presi il cristallo. E lo Stratega parve sussultare. A cosa vi servono questi?
    Tu... tu come lo hai? Disse l'uomo, con chiara trepidazione.
    Chi lo sa. Parla.
    No... non c'è più tempo per parlare. Mio Signore. A quell'invocazione lo Spazio vicino a lui parve distorcersi. E da quello spazio distorto ne uscì un uomo. Più alto di Raizen, con braccia grosse quanto tronchi d'albero. La pelle scura, illuminava dal colore verde della fronte, sembrava senza età. Non aveva capelli e non indossava altro che un Kimono nero con una banda rossa. Tra gli occhi aveva uno spazio vuoto, come se qualcosa fosse stata incastonata lì un tempo e poi rimossa.
    Sulla sua mano destra, all'anulare, brillava una luce blu.
    Mizukage-sama, disse con voce profonda. Un onore conoscere uno dei miei nemici più potenti.
    ...Sono confuso, molto.
    Certo che lo sei. Sei forte, hai ottenuto il controllo della bestia legata a te. Ma non sei altro che un ragazzino, un piccolo ragazzino che deve imparare ancora molto. Non temere se sei confuso, è normale. Permetti di chiarire la mia posizione. L'uomo, con calma, allargò le mani. Io sono il Veterano, colui che porta la Guerra. Signore dei Cremisi, vero padrone della Nuvola, della Cascata e della Terra.
    Questi sono un sacco di titoli eh.
    Non ho bisogno di presentarmi immagino. Sembrate ben informati.
    No, infatti, Mizukage. Non occorre. Adesso, allungò la mano. Dammi il Cristallo.
    Oh, beh, rimisi il cristallo nella sacca. Direi che il metodo più veloce è prendermelo di forza. Se ci riuscite, intendo.
    Il Veterano parve sorridere un attimo, inclinò il capo. E sia.

    Ciò che seguì Youshi non lo percepì davvero. Una stretta improvvisa gli tappò la bocca e gli occhi, gli bloccò le braccia e le mani. Si sentì tirare all'indietro con forza ma al posto del previsto impatto con il suolo gli parve di affondare in acqua, poco densa e soffocante. Le strette scomparvero, ma l'oscurità assoluta lo pervadeva. Un mondo di ombre.
    Giovane uomo, il tuo corpo sarà il mio vessillo. Arrenditi, e non sarà doloroso. La voce dello Stratega pervadeva l'ombra. Poi, dal nulla, qualcosa avrebbe cercato di colpire allo stomaco Youshi. Non avrebbe potuto vederlo, ma avrebbe potuto percepirlo con tutti gli altri sensi. [Azione]Forza e Velocità: 500. Subito dopo altri due attacchi, questa volta taglienti, ad entrambe le gambe [Azione]Forza e Velocità: 500
    Potenza: 10
    .
    Un mondo di ombra stava cercando di ucciderlo. Che ironia... vero?


    Considera la TS completamente sbloccata, compresi i bonus alle statistiche. E pensa fuori dagli schemi per uscire da questa situazione!
     
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18 replies since 26/5/2018, 18:18   574 views
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