La Più Grande delle MinacceIl Crollo di un'Era

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    È colpa tua. Ratty

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    Paura nel Villaggio Ferito


    Non era passata nemmeno un'ora dal caos. Eppure non si era trattato che di un misero anticipo di ciò che sarebbe stato. Un Kage silenzioso, un potente Guardiano irreperibile, un'Amministratore scomparso...e Oto si era trovata alla mercè di pochi individui che avevano scosso fino alle fondamenta persino il palazzo amministrativo appena ricostruito dopo la terribile battaglia di qualche tempo prima. A onor del vero Oto aveva ricostruito l'Amministrazione tante di quelle volte che esisteva un corso apposito all'università del paese del riso per diventare architetti di palazzi governativi, con un corso obbligatorio da nove crediti in "misure anti-Yakushi", visto che lo shinobi era stato identificato come causa della distruzione in quattro casi su dieci. Per intenderci, il corso sulle strutture anti-bijuu era da quattro crediti ed era opzionale. Non divaghiamo, tuttavia. Oto era in serie difficoltà, con un vuoto di potere che giovani shinobi volenterosi volevano cercare di mettere una toppa, come si era fatto mille e più volte negli anni precedenti, ma come sempre qualcosa era andato storto e una mina vagante, in senso letterale, aveva quasi sterminato la nuova generazione prima di essere fermato dall'unico Guardiano in servizio.

    In assenza di un Amministratore, quest'ultimo si era fatto eleggere Consigliere per poi assegnare nuovi ruoli e cercare di fornire una migliore organizzazione al disastroso sistema del villaggio, anche se ancora non aveva fatto i conti con il piccolo problema del Kage, con cui ogni Consigliere dovrebbe avere a che fare...peccato che, all'insaputa di quasi tutti, non ci fosse alcun Kage. Nell'ora trascorsa avevano cercato di rimettere qualcosa in ordine, magari concluso le formalità per i nuovi ruoli assegnati...forse qualcuno aveva mangiato o era tornato a casa per riposare e cercare assimilare tutte quelle novità, e la piega che avrebbero potuto avere gli eventi. Oto stava per cambiare...ma non sarebbe cambiata affatto come pensavano loro.

    Con una precisione che avrebbe persino fatto pensare a qualcosa di organizzato, ma che era invece puramente frutto di una coincidenza fortuita, un singolo allarme si alzò per Oto, accompagnato da un sinistro scossone che non aveva nulla a che vedere con le sporadiche scosse sismiche che colpivano la città (tradizionalmente riferite al "drago che vive sotto oto", leggenda mai sfatata nè verificata per quanto ne sapevano gli abitanti), ma anzi terribilmente simile a ciò che aveva colpito il Villaggio quando la bestia di sangue emerse dal sottosuolo, scatenata da Kumo. Più di un cuore sarebbe sobbalzato, mentre decine di ninja in servizio accorrevano nel punto di chiamata: il palazzo del Kokage!



    Un tempo noto come Palazzo del Serpente e dimora di Orochimaru, il sontuoso palazzo del Kage era composto da una struttura più esterna, parte integrante della cinta muraria, e da una serie di palazzi più piccoli all'interno, detti padiglioni, intorno a un castello vero e proprio nella zona centrale, costruito in modo da fornire una visione completa su tutto il villaggio per chi si trovava sulla sua cima, ma pressochè invisibile, per un gioco di prospettive, a chi si trovava davanti al maestoso padiglione d'ingresso. Cupo e decadente, dopo la morte di Orochimaru era stato abitato e rinnovato dal misterioso ninja del villaggio della Rosa Stregata che si era presentato come un Demone e come Nidaime Kokage, senza un nome vero e proprio. Le modifiche avevano reso ancora più oscuro l'aspetto della struttura, ormai nota come Palazzo del Demone, mentre il nuovo regnante, sostanzialmente autoproclamatosi, dopo le iniziali prime aperture al popolo e le nuove nomine non si era più mostrato al pubblico, limitando enormemente il numero di persone che avevano accesso alle sue sale o ai padiglioni, con giusto poche comunicazioni criptate che raggiungevano l'esterno e una manciata di missioni comunicate con il massimo riserbo.

    Delle persone che si riunivano nel punto designato dai protocolli del villaggio (l'ampio spiazzo davanti alle scale che portavano al padiglione d'ingresso) forse solo una o due avevano messo piede nel Palazzo, e verosimilmente solo uno, Eiatsu, se fosse stato presente, era entrato nel castello vero e proprio durante la sua carriera. Tre Shinobi spiccavano in mezzo alla folla, forse perchè conosciuto da quasi tutti almeno per fama, o per qualche missione compiuta assieme: una Donna dai lunghi capelli bianchi scrutava la scena con uno sguardo accigliato, accompagnata da un dragone serpentino di un colore verde scuro e malsano; poco distante un Ragazzo con numerosi innesti e un'espressione vacua sembrava sul punto di attaccare qualcuno o qualcosa, come una molla pronta a scattare; ultimo era il ninja Medico che ultimamente aveva aiutato in ospedale, in attesa di un vero primario, che sembrava più occupato a contare i presenti e verificarne le condizioni che non a prepararsi all'azione contro eventuali nemici.



    Nemmeno il tempo di capire cosa stesse accadendo o dove fosse la minaccia, ed ecco che una sorta di pilastro di luce e chakra comparve in mezzo al Padiglione d'Ingresso davanti a loro...per poi sparire come se si fosse immerso violentemente nel terreno, che ebbe un nuovo smottamento localizzato: per loro poco più che uno scossone...per l'edificio fu invece un secondo di pura e assoluta distruzione, con uno spostamento d'aria di accompagnamento che lanciò macerie in ogni direzione, anche se non ci furono feriti nè danni ad altre strutture! Molti trasalirono, altri corsero in cerca di riparo...ma non si vedevano nemici all'orizzonte: inevitabilmente qualcuno avrebbe intrapreso la scalinata per avvicinarsi alle macerie...e nel farlo avrebbe visto il Castello poco più avanti...sul quale torreggiavano non uno ma quattro pilastri di chakra luminoso del tutto identici a quello che aveva appena devastato l'ingresso! Se avevano la medesima potenza all'attivazione la distruzione avrebbe probabilmente cancellato dalla faccia della terra l'intera superficie del Palazzo!

    Una singola persona incappucciata stava davanti al palazzo, come in attesa, mentre un gigantesco serpente metallico gli stava accanto, lungo almeno sei metri e abbastanza largo da potersi avvolgere intorno al misterioso umano. Impossibile distinguere i lineamenti di quel misterioso aggressore: ma come era arrivato fin là? E perchè il serpente, tradizionalmente associato al Villaggio? Chi era? Forse Hebiko aveva visto quel serpente una volta, mesi addietro, ma questo non spiegava affatto la situazione...e anche Eiatsu o Diogenes probabilmente conoscevano quel jutsu coi pilastri luminosi, ma saperlo non aiutava. Strane scariche di energia avvolgevano lo straniero, simili a fulmini neri anche se qualunque esperto di Raiton avrebbe capito che non si trattava affatto di un jutsu elementale, mentre l'aria e gli edifici intorno a quell'uomo apparivano fragili e molto più vecchi di quanto ci si sarebbe aspettati. Non era un Raiton...e provocava una forte inquietudine anche solo averlo nel campo visivo.

    OTO.

    Annunciò, con voce strana, forse un pò familiare, ma animata da un qualcosa di sinistro che la rendeva tutt'altro che riconoscibile.

    E' giunto il momento in cui tutto finirà.
    Fatevi Avanti.
     
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    " Cadavere 28B63A, maschio, 38 anni. Dopo 16 mesi di capsula criogenica idratazione al 44%, peso 54 Kg, altezza 1.67. Segni di deperimento: avviata necrosi localizzata nella zona limitrofa le unghie di mani e piedi, pupille ristrette e secche, vesciche e pustole sulla schiena. Le analisi effettuate sul midollo emopoietico riporta una presenza ancora elevata di globuli bianchi mentre lo stato delle ossa risulta ancora intatto...
    Fyodor ha fatto enormi progressi in campo medico, questi cadaveri si stanno conservando in maniera egregia! Di questo passo finirò per perdere il lavoro eheh Non è vero Sayaka? "


    LNw0YPt

    Un esile ragazzo, vestito in nero, nelle penombra di una fioca luce nei meandri dei sotterranei del Suono era attorno ad un cadavere, freddo e rigido come un pezzo di ghiaccio. Sembrava avercela con qualcuno ma nella stanza era da solo...lo era sempre da quando aveva perso i suoi poteri ma ogni tanto era più forte di lui e si dimenticava quasi che i suoi amati cadaveri non erano più lì a fargli compagnia. Si guardò attorno, poi scosse la testa e fece un piccolo sospiro mentre con la mano libera dagli arnesi del mestiere andava a spegnere il registratore. L'autopsia era conclusa e anche l'ultimo cadavere della strage di Kumo era stato supervisionato: il suo progetto era complesso e richiedeva molto tempo ma con l'aiuto della Carogna e con i fondi di Villa Mikawa stava facendo passi in avanti enormi nella conservazione dei corpi. Non usciva da quel posto da un paio di mesi; ogni tanto qualcuno degli uomini del Colosso veniva a portagli del cibo e il più delle volte lo ritrovavano lì dove lo avevano lasciato, ricoperto di muffa e di vermi. Le cose della vita non lo interessavano poi molto, era sempre stato così, il suo sguardo sa sempre era orientato verso il regno dell'oltretomba, ma da quando i piani di conquista si erano arrestati e del loro leader non vi era più traccia quella propensione si era accentuata sempre di più. Era diventato pelle ed ossa e a stento avrebbe saputo dire che giorno fosse...dopotutto non c'erano più i suoi fidati rianimati a fargli tenere un contatto diretto con la realtà. L'Edo era stato strappato via dalle sue mani e nella maniera più brutale: aveva provato numerose volte ad eseguire quei sigilli ma il rituale in cui Jotaro lo aveva sventuratamente coinvolto aveva imposto un veto indissolubile sulla Kinjutsu appartenuta ad Orochimaru. Aveva sfogliato innumerevoli libri, consultato mille appunti e percorso ogni possibile pista alla ricerca di un modo per tornare in dietro ma quello sforzo a nulla era servito...almeno il Jaku era tornato in vita, si era convinto di pensare. Questa immane ricerca, però, lo aveva almeno tenuto lucido e allenato e anche l'estrema complessità degli esperimenti cui sottoponeva i suoi "compagni muti" (così gli piaceva chiamarli) era un ottimo stimolo per andare avanti e tenersi impegnato.

    Nemmeno a dirlo, Eiatsu non aveva la minima idea di cosa stesse accadendo ad Oto in quel preciso momento. La riunione per l'elezione del nuovo Consigliere, in assenza dello Yakushi (anch'esso sparito), teoricamente avrebbe dovuto vedere un Jonin con l''esperienza dell'eliminatore in pole per una successione, almeno provvisoria. Certo c'era Shinken, di gran lunga il più adatto per ricoprire quel ruolo, ma inspiegabilmente anche lui era sparito e improvvisamente il villaggio si trovava sprovvisto dei suoi più grandi esponenti. Ignaro di tutto ciò, lo squartacarogne (così lo chiamava Febh) continuava la sua ricerca e non fosse stato per la piccola Harumi si sarebbe perso anche il cataclisma che di lì a breve si sarebbe abbattuto nuovamente su Oto.

    " Kato-san consigliere dici? Strano...oserei dire...sbagliato. Aloysius gli aveva affidato le mura, non sarà affatto contento di scoprirlo quando ritornerà. "

    Parlava come se desse per scontato che il Garth sarebbe tornato prima o poi; aveva dei sospetti su cosa quel dannato squilibrato stesse combinando ed ognuno di essi non avrebbe potuto che portare enormi vantaggi al villaggio. La piccola jinkurichi, tuttavia, le stava molto a cuore...non sapeva spiegarne il motivo. Certo, era un sua creazione ma impiantare il Cercotero nel suo corpo li aveva come legati da un'emotività che poteva essere ricollegata a quella di un padre con la propria figlia e di tutti i viventi quello scricciolo con all'interno il Gatto Infernale sapeva come riportarlo nel regno dei vivi, ogni volta.

    " Oh e tu farai il guardiano? Questo è...sbagliato...insomma, sei...debole, è questa la parola corretta. L'esperienza di Kamine non ci è bastata? Dobbiamo per forza esporre in bella vista i nostri gioielli agli avidi compratori dell'intero continente? "

    Forse era stato pesante ma ancora non ci sapeva fare molto bene con le parole o meglio, non era abituato a parlare con chi aveva la facoltà di rispondergli.

    " Dai, ho esagerato. Ne riparleremo dopo, ora aiutami con questo corpo, va rimesso nell..."


    BRUUUAAAARRRRRRRRRRRGGGGGGGGGG


    Una scossa tellurica fortissima avrebbe quasi fatto crollare il cunicolo in cui l'obitorio era ubicato; diversi scaffali ed ampolle caddero a terra e alcune celle frigorifere si aprirono facendo cadere numerosi corpi. Nel Paese del Suono non accadeva un terremoto per cause naturali da decenni quindi qualunque cosa fosse stato non c'era da aspettarsi nulla di buono; Eiatsu questo lo sapeva bene e prontamente organizzò il da farsi:

    " Restami vicino, se il Villaggio è davvero senza i tre Jonin a difenderlo non ho alternative...devo andare a vedere di cosa si tratta. Diogene ti stordirebbe e ti rinchiuderebbe qui dentro lasciandomi a guardia ma ora il boss non c'è giusto? Mi aiuterai a proteggere Oto ma ad una condizione: se dico di scappare tu scappi, se dico di combattere tu combatti, se dico di toglierti la vita tu...ti togli la vita. Intesi? "

    Avrebbe atteso una risposta affermativa e subito dopo avrebbe raccattato le sue cose per preparasi al meglio a ciò che lo stava attendendo.

    :::

    Nella piazza difronte al Padiglione di Ingresso gli shinobi e le kunoichi del Suono stavano ancora accorrendo, come da protocollo, ma sin da subito Eiatsu fu indeciso se gioire o dubitare della presenza delle tre guardie personali del Daimyō. Non si vedevano insieme nella capitale militare da tempo e l'eliminatore aveva avuto modo di conoscere solo Tenma, il ninja medico che si era ritrovato per puro caso a competere nel torneo di braccio di ferro di diversi mesi prima. Se loro erano lì le probabilità che anche il leader politico del Suono fosse nei paraggi era altissima.
    L'esplosione che seguì fu solo la conferma di come la situazione sarebbe peggiorata di lì a poco e quando il serpentone sbuco dalla coltre di fumo alzatasi Eiatsu si preparò già ad escogitare un piano per contenere la minaccia. Lì, nel centro di quello scenario di distruzione, lo shinobi in compagnia dell'evocazione era chiaramente l'unica persona che il Jonin non avrebbe mai voluto vedere.

    " Quello è il Sekai di Febh...e anche la voce mi ricorda lui quando qualcosa scatta nel suo cervello! Chi ha informazioni utili parli adesso perché qui c'è un piano da dover escogitare! Ma non doveva essere scomparso?! "

    A quel punto probabilmente tutte le forze del villaggio sarebbero state presenti; serviva una strategia di gruppo perché qualunque cosa fosse accaduta all'amministratore era evidente che gli era sfuggita di mano.

    " Sono stato più volte nel Palazzo del Serpente, ho passato un anno intero lì per apprenderne i segreti, e so che ci sono molti jutsu che potrebbero aver fatto dello Yakushi una micidiale arma assetata di sangue e senza coscienza....spero solo che non sia accaduto quello che penso. Il Nidaime ha reso quel posto un crogiolo di trappole spietate, ben più tremende della morte "

    Stava per dire "era" ma si trattenne all'ultimo; nessuno sapeva ancora che il Kokage era morto e comunicarlo ora avrebbe solo aumentato il grado di terrore nella mente e nei cuori dei presenti. Forse Febh era lì perché aveva scoperto qualcosa su un possibile ritorno di Orchimaru e frugando nelle macerie del Palazzo aveva fatto scattare qualche meccanismo di difesa...una supposizione priva di fondamenta, sebbene fosse la sola plausibile per spiegare quella situazione. Certo, a meno che la macchina fabbrica cloni del Nidaime non fosse stata effettivamente distrutta.

    " Se davvero è lui, ed è fuori di se, l'unica idea che mi viene in mente è cercare di immobilizzarlo cosicché io possa entrargli nella mente e modificarne i ricordi...disattivandolo. Tenma-sama, non so se ti ricordi di me ma il rammento bene le tue capacità mediche e sensitive. Ci serve visione su tutto il campo, dobbiamo capire se una qualche illusione o fonte di chakra sta corrompendo Febh. Inoltre ci serve copertura medica continua in caso uno dei jutsu inumani di Febh ci colpisca...se hai idee o richieste da fare per preparare lo scenario sono tutto orecchie.
    Teppesi-sama, dico bene? Dalle informazioni che ho dei uno straordinario combattente...tu e Kato Yotsuki potreste essere le uniche esche in grado di resistere qualche minuto contro lo Yakushi e farci guadagnare tempo. Evitate lo scontro diretto e lasciatevi sempre una via di fuga; Febh combatte in maniera imprevedibile, con velocità e forza esagerata...ma il vero problema è il suo controllo del chakra, state alla larga dai flussi e dalle rotazioni di energia. Ho qui delle ricetrasmittentiSpeciale: L'utilizzatore può donare ricetrasmittenti ai suoi alleati in grado di interfacciarsi tra di loro o con una qualunque abilità di comunicazione. In questo secondo caso, i costi e i limiti di distanza rimangono invariati. Tra ricetrasmittenti, invece, il segnale ha raggio di 1 km.[Da jonin in su], indossatele tutti così saremo sempre in comunicazione nel raggio di un kilometro.
    Non conosco il tuo nome, invece, ma ricordo il tuo volto dai registri del Suono...Il tuo drago potrebbe fornirci un passaggio dall'alto per avvicinarci il più possibile e in maniera indisturbata; le tecniche di Febh sono ad ampio raggio ma con una giusta strategia possiamo credere di poterlo cogliere alla sprovvista.
    Consigliere Kato, tu cosa ne pensi? Hebiko notizie sul mega serpente? Sapresti individuarne i punti deboli? Kamine e Harumi, se è rimasto ancora un briciolo dello Yakushi che conosciamo, lui non oserà mai recarvi danni...siete il vero tesoro di questo villaggio ma siete anche una grande risorsa! Agirete da supporto a tutte le strategie che concorderemo e vi occuperete del coordinamento dei meno esperti qui riuniti. Ognuno ha l'obbligo di proteggere il suo Villaggio ma nessuno dovrà rimetterci la vita quest'oggi...Febh non ce lo perdonerebbe!"


    Non gli piaceva fare il leader, Diogene era il motivatore per eccellenza, ma in quanto a tattica il combattimento con molteplici cadaveri gli aveva dato una spiccata visione d'insieme e capacità analitiche per organizzare al meglio un gruppo di combattenti. Il suo carattere freddo e distaccato, poi, avrebbe fatto il resto per apparire sicuro e convincente.

    ObRv0dS



    CITAZIONE
    OT/ Eccoci qui! Inizio la giocata con Eiatsu, magari basta lui XD Ho proposto un piano di azione grossolano, più un post di presentazione generale, ma per i dettagli cacciate idee! Ho messo anche la mappetta che ci ha fornito Febh, magari possiamo indicare gli spostamenti e/o dove piazzare eventuali sigilli, trappole o simboli/barriere di individuazione. Per l'uso dei gregari credo che possiamo averne il controllo quindi magari dettagliatene proprio l'uso di qualche abilitò specifica se volete. Dai cazzo ;) /OT
     
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    Un ritorno atteso...?


    I



    Hebiko si era separata da pochissimo dal duo Kato-Kamine, pretendendo di lasciarli da soli, non tanto per cose che unicamente il chuunin sperava accadessero senza la rossa tra i piedi (dopotutto era abbastanza evidente come Kamine avesse poco apprezzato le sue richieste), ma per trattenere l'istinto di strappargli la faccia a morsi. Sapeva in cuor suo di aver comunque vinto, non era riuscito a buttarla fuori come sperava, perciò non avrebbe avuto tutto l'ufficio in mano solamente per se, e la cosa le poteva bastare... Non fosse stato che vedeva tutta quella storia come un'enorme presa in giro. Non poteva credere che i nobili di quel paese avessero così poco a cuore gli shinobi da scegliere un ruolo importante come quello del Consigliere ad occhi chiusi. Come le aveva detto il messaggero del Damiyo, aveva sentito di lei solo tramite voci, gli altri probabilmente non sapevano nemmeno della sua esistenza. Si rinchiuse nell'archivio, dove diede sfogo alla sua rabbia, inveendo contro gli Dei mentre sistemava documenti di vario genere.

    Ma guarda te cosa mi tocca sentire. Non mi conosce nessuno!! Quei beoti imbellettati non sanno nemmeno chi siano gli shinobi che li proteggono!! Schifosi bastardi, ma hanno idea di con chi hanno a che fare!? IO sono la figlia di Orochimaru, IO dovrei ereditare TUTTO questo schifo di villaggio!! E invece... Kato. Kato!? Una bambola gonfiabile farebbe un lavoro migliore del suo, schifoso infa-

    Un tremendo terremoto la fece tornare alla realtà. Un terremoto che di primo acchito le ricordò il tremendo giorno dell'attacco del demone, spingendola a correre fuori e far evacquare tutti il più velocemente possibile. Poi, l'allarme che attirò l'attenzione di tutti, provenire dal palazzo del Kokage. Restò immobile qualche secondo, domandandosi il motivo di quell'allarme. Dopotutto il Kokage era morto, non c'era peric-

    Ah! E' un segreto questo.

    Arrivò davanti al padiglione d'ingresso, trovando già una folla di shinobi attirati dall'allarme, guardandosi attorno alla ricerca di un conoscente. Grazie agli archivi conosceva vagamente i volti di tutti i presenti, ma non le sembrava di vedere nessuno che aveva realmente conosciuto. Non avrebbe comunque avuto tempo per aprir bocca: una terrificante ondata di luce illuminò la zona, seguita da una tremenda esplosione che scagliò detriti ovunque. Altri quattro pilastri sembravano essersi eretti nel cielo, e la cosa spinse Hebiko e probabilmente altre persone a riversarsi all'interno del piazzale, giusto oltre il padiglione... per vedere una figura incappucciata che, non appena parlò, scatenò nella Vipera diverse emozioni contrastanti.

    F-Febh!?

    Non poteva nascondere la gioia nel rivederlo, tantomeno il terrore che stava provando in quel momento. Quell'enorme serpente avvolto attorno alla figura non poteva che essere la snakesword, per quanto in una versione decisamente più potenziata rispetto all'ultima volta. Sembrava avesse finalmente imparato ad usarla.
    Un uomo, che a breve avrebbe scoperto chiamarsi Eiatsu, parlò per primo. La rossa, in preda a troppe emozioni diverse, non potè trattenersi dal gridargli contro, in un misto di eccitazione e rabbia:

    Ma quale piano e piano!? E' finalmente tornato!!

    Sembrava stesse ignorando la tremenda presentazione che aveva fatto. Forse era vero che non era in sè. Ma non lo vedeva da così tanto tempo, che a stento si stava trattenendo dal saltargli addosso. Le sue pupille erano completamente dilatate, e fremeva dall'idea dell'accertarsi che fosse effettivamente lui. Eiatsu riuscì a frenarla quando le mise il dubbio che delle trappole nel palazzo avrebbero potuto renderlo instabile. Si zittì, pur fremendo, ascoltando cosa aveva da dire. Accettò la ricetrasmittente, per poi borbottare i suoi consigli sull'arma, frettolosa:

    E' un cobra. Il punto cieco è alle spalle, o poco sopra la testa. Se vi attacca, non indietreggiate, corretegli incontro, sarà più semplice schivarlo. ...O almeno credo. E' pur sempre una sorta di spada, non credo agirà come un serpente normale.

    Si concentrò nuovamente sulla figura. Era Febh, doveva essere lui. Forse era impossessato dall'Oni, poteva essere più insatible del normale... O forse addirittura Kaji? Se fosse stato il classico Febh, dopo aver creato quel trambusto se ne sarebbe sicuramente uscito fingendo non fosse stata colpa sua. L'Oni era possibile, si era già mostrato aggressivo diverse volte, ma ormai il loro legame si era rafforzato, forse sarebbe riuscita ad aprirci un dialogo. Dopotutto con lui bastava la logica. Ma... Se si fosse trattato di Kaji? Conosceva ben poco di quella parte di Febh, ma una cosa era certa: si conoscevano a vicenda. Doveva tentare.

    Io ci parlo.

    Con quel singolo preavviso, Hebiko si fece avanti, distaccando di qualche metro il gruppetto. Era ancora piuttosto distante dalla figura da non poter evitare di gridare, non era ancora così sprovveduta dal lanciarglisi addosso senza che prima non avesse la certezza di essereal sicuro. Se nessuno l'avesse bloccata, avrebbe aperto bocca, esprimendosi a gran voce:

    Sono io, Hebiko! ...Dov'eri sparito!? Ti stavamo aspettando tutti. Io in particolare. Mi sei mancato.

    Avrebbe fatto qualche piccolo passo in avanti se la situazione fosse stata tranquilla. Non voleva chiamare il suo nome, sbagliarlo poteva farlo irritare, ma sapeva che tutte le sue personalità ormai la conoscevano, poteva andare sul sicuro con se stessa.

    Ti senti bene? E' successo qualcosa? Fatti... Fatti aiutare. Ci penso io a sistemare tutto, okai?

    La sua voce risuonava sinceramente preoccupata, ed allo stesso tempo sollevata nel rivederlo. Stava praticamente affrontando quella bestia con un approccio che nessun altro avrebbe osato utilizzare... Ma doveva farlo. In cuor suo, sperava che quello potesse bastare per farlo tornare in se. Dopotutto, se nel gruppo c'era qualcuno che poteva riuscire in quell'intento, era sicuramente lei.
     
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    La stupidità dei bambini.


    Chapter I - Villaggio di Oto



    Studiare non era il suo forte. Non lo era mai stato.
    Preferiva allenarsi e giocare con i suoi amici di Konoha e Suna.
    Seduto dietro una piccola scrivania, Yukine aveva davanti a sè un libro dell'Accademia, illuminato dalla tenue e tremolante luce di una candela.
    Da circa un ora, il suo piccolo indice scivolava rapido sulle righe di ciascuna pagina, da sinistra verso destra, per aiutarsi nella lettura.
    Oto è stata fondata da Orochimaru nel tardo...
    Il bambino aveva ricevuto un congedo temporaneo per le gravi perdite famigliari avute nello scontro con i ninja di Kumo. Suo padre era morto schiacciato da un enorme masso mentre sua madre - più fortunata rispetto al suo amato - era riuscita a salvarsi per un soffio. Aveva pagato a caro prezzo la sua sopravvivenza: due squarci dietro la schiena le avevano danneggiato la spina dorsale, costringendola a vivere il resto della propria vita su una sedia a rotelle.
    Esigente e fredda, la donna non aveva dato modo al ragazzino di elaborare il lutto. Lo aveva costretto a proseguire gli studi, in modo da non rimanere indietro. A differenza dei suoi coetanei, Yukine doveva raggiungere subito il grado Genin.

    Rispetto agli altri villaggi, Oto è stata considerata...

    Lo studio continuò per circa un'altra ora, intervallata da diverse pause e distrazioni, dovute sia alla sua scarsa concentrazione sia ai numerosi rumori che provenivano dall'esterno. Non diede importanza alla sirena. Nell'ultimo periodo, quel suono scandiva le giornate di tutti gli otesi.
    All'improvviso, senza alcun preavviso, il terreno sotto ai suoi piedi vibrò per alcuni secondi.
    Lo studente si spaventò, ma non scese in strada né pensò a un attacco nemico. Dopo essersi calmato, egli continuò a studiare, appuntando su un piccolo quaderno nomi di ninja, abilità innate e molto altro.
    Avrebbe di sicuro raggiunto metà libro se un lampo di luce bianca non lo accecasse.
    Il bagliore fu seguito da un'esplosione di notevole potenza. Lo spostamento dell'aria generò un rombo sordo, di breve durata, ma così intenso da costringere il giovane a chiudersi le orecchie con le sue piccole mani.
    Non era la prima volta che il ragazzino udiva delle deflagrazioni; ad onor del vero, quel giorno ce n'era stata un'altra, circa un ora prima, ma molto più debole.

    I civili erano già scesi in strada dopo il terremoto. A differenza di Yukine, dodicenne, tutti sapevano che i fenomeni tellurici erano molto rari nel Paese del Riso.
    Dalla finestra della sua camera, situata al primo piano, lo studente vide una colonna di fumo innalzarsi in lontananza, dove era situato uno dei Palazzi più importanti del villaggio.
    Nessuno avrebbe dimenticato quel giorno. Coperto dalle nubi, il sole era stato sostituito da quattro bizzarre colonne di luce bianca.
    Come una mandria di tori impazziti, i civili del suo quartiere scapparono in direzione delle mura.

    Difficile descrivere a parole i pensieri di Yukine.
    Con lo sguardo rivolto verso il cielo nero, quelle colonne di luce bianca pulsanti sembrarono ipnotizzarlo.
    Richiamato da una voce silenziosa, frutto della sua immaginazione, egli appoggiò il piede destro sul davanzale.
    Non aveva paura. Aveva imparato a temere le tenebre, non la luce.
    Balzò all'esterno, atterrando a terra dopo un volo di circa tre metri.
    Lo studente avanzò controcorrente alla folla in fuga.
    Nessuno badò a lui. La sua piccola statura gli permise di sgusciare tra le persone senza ricevere troppe spallate.

    [...]



    Yukine raggiunse con relativa facilità una struttura mai visitata prima.
    L'esistenza di quell'immensa villa gli era ignota da sempre.
    Ora era lì, con lo sguardo orientato verso i costrutti di pura luce che per sua sfortuna (o fortuna) erano al di là di un edificio raso al suolo. Si sarebbe avvicinato ulteriormente se i suoi occhi non avessero incrociato alcuni individui, giunti lì prima di lui. La sua attenzione fu catturata da un uomo in piedi, oltre il padiglione.
    Un serpente metallico?
    Non riusciva a scorgere il suo volto ma non sembrava un tipo amichevole, tutt'altro.
    Turbato dalla sola presenza di quel ninja, Yukine rimase a distanza di sicurezza, dietro i resti del padiglione distrutto.

    png
    Sbirciando a lato delle rovine, egli vide una donna avanzare in direzione dell'uomo dall'aspetto demoniaco, posizionato al centro dei quattro pilastri di luce.
    Attivò il suo rivestimento mimeticoRivestimento Mimetico [Meccanismo]
    Tramite un rivestimento posto in qualsiasi protezione, l'utilizzatore potrà mimetizzarsi con l' ambiente circostante. L'utilizzatore può considerarsi sotto un occultamento parziale finché non compie azioni offensive.Tipo: Speciale - Supporto
    Dimensione: Minuscola
    Quantità: 1
    (Potenza: 0 | Durezza: 0 | Crediti: 25)
    [Da studente in su]
    , restando in attesa.

    Per il momento...





    Chakra: 10/10
    Vitalità: 8/8
    En. Vitale: 30/30
    Statistiche Primarie
    Forza: 100
    Velocità:  100
    Resistenza: 100
    Riflessi: 100
    Statistiche Secondarie
    Concentrazione: 100
    Agilità: 100
    Intuito: 100
    Precisione: 100
    Slot Difesa
    1: ///
    2: ///
    3: ///
    Slot Azione
    1: ///
    2: ///
    3: ///
    Slot Tecnica
    1: ///
    2: ///
    Equipaggiamento
    • Bende Rinforzate × 2
    • Rivestimento Mimetico × 1
    • Tonico Coagulante Inferiore × 1
    • Lama Interna × 1
    • Kunai × 5
    • Tonico di Ripristino Inferiore × 1

    Note
    ///

     
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    Magistra Vitae

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    Fine e Inizio


    Post 1 ~ Eiatsu

    La ragazza si sarebbe appoggiata con la spalla all'architrave della porta, con il respiro affannato. Di quanto era successo nell'ora precedente aveva un ricordo confuso. Aveva affrontato un nukenin, di questo era certa, ma per una frazione di secondo le era sembrata di osservare la scena da un punto di vista esterno, quasi non fosse lei a muovere il suo corpo. Quando era tornata in sé, la testa le doleva. Il male aveva continuato ad aumentare, minandone la concentrazione. Del battibecco tra Kato e Hebiko non aveva capito molto e quando il consigliere temporaneo le aveva affibbiato come incarico quello di custodire le mura si era limitata ad annuire, incapace di formulare una frase compiuta. Insieme alle fitte al capo le stava crescendo dentro una terribile ansia, una sensazione di urgenza che l'aveva spinta a precipitarsi fuori dal palazzo dell'amministrazione per cercare qualcuno che potesse aiutarla. Sulla via maestra, aveva volto lo sguardo verso la strada che conduceva a Villa Mikawa. Improbabile che il padrone di casa, il capoclan, fosse rientrato dalla sua misteriosa assenza proprio in quel breve intervallo di tempo. Perciò si incamminò verso l'obitorio, situato nei sotterranei dell'ospedale. Era certa di poter trovare lì l'unica altra persona su cui sapeva di poter fare affidamento ad Oto.

    Scese le scale fino alla sala delle autopsie, circondata da un silenzio surreale che tuttavia le concedeva un minimo di sollievo. Le sembrava che la testa potesse scoppiarle da un momento all'altro. Le luci erano accese, perciò spinta da una fiducia molto simile alla disperazione, varcò l'ultima soglia. Accennò un sorriso quando riconobbe la figura familiare stagliarsi davanti ad un tavolo operatorio occupato, ma un istante dopo si portò la mano alla testa per contenere l'ennesima fitta. Eiatsu...sama... Ispirando ed espirando profondamente, per riprendere fiato dopo la lunga corsa e per cercare di placare le stilettate da dietro gli occhi che l'emicrania le stava infliggendo, raccontò al jonin quanto era successo. Kato...san... Era solo il primo nome sopra una lista... Ed io... Ho dovuto accettare... Perché Hebiko-san si è rifiutata... L'eliminatore sembrò infastidito dalle nuove portate dalla piccola genin, ed il suo modo di esternarlo fu piuttosto diretto. Harumi non ci fece caso, perché sapeva che Eiatsu non aveva tatto a causa della sua scarsa consuetudine per la conversazione, con esseri viventi almeno. Soprattutto, aveva urgenza di chiedergli consiglio su ciò che le stava accadendo. Una malattia improvvisa? O forse qualcosa di peggio? E...Eiatsu...sama...io... In quel momento, la terra tremò.

    La fanciulla si sarebbe ritrovata sul freddo pavimento dell'obitorio senza neanche ricordarsi come ci era finita. Probabilmente aveva perso l'equilibrio durante la scossa ed aveva battuto la testa, o forse era svenuta per il dolore combinato con la sorpresa. In ogni caso, sarebbe durato un battito di ciglia, e il suo compagno se ne sarebbe accorto a fatica nella baraonda che aveva seguito la scossa. Stranamente, dopo aver chiuso gli occhi per quella frazione si secondo, la sembrava di stare lievemente meglio. Il dolore alle tempie persisteva, così come il voltastomaco, ma meno intensi. Ascoltò le parole dell'eliminatore, e ne colse la preoccupazione. Per il Villaggio, certo, ma anche per lei. Con un sorriso stanco, ma sincero, annuì. Se me lo chiede lei, Eiatsu-sama, forse non sarebbe poi così male... Le sue condizioni di salute avrebbero aspettato. Mentre si facevano strada dalla stanza malmessa, Harumi afferrò un barattolino contenente un farmaco contro la cefalea e ne buttò giù un paio di pillole, resistendo al conato che quell'azione le aveva provocato. Doveva tenere duro un altro po', per il bene di tutti. Solo, fin che stavano uscendo, la piccola jinchuriki avrebbe allungato una mano per afferrare una manica del vestito dell'uomo, alla ricerca di un contatto che avesse potuto darle quel minimo conforto di cui abbisognava. Mi affido a lei, Eiatsu-sama... Come sempre.

    Dalle rovine del gigantesco palazzo si levavano ancora volute di polvere generate dall'esplosione quando Harumi ed Eiatsu giunsero sul posto. La medicina sembrava aver fatto almeno in parte effetto e la mente le era tornata lucida, sebbene il male pulsante permanesse. La giovane, dopo aver rimirato quello spettacolo tra l'affascinante e il terrorizzante per alcuni lunghi secondi, spostò lo sguardo sul superiore. Nel vederlo trasalire, si sentì a sua volta spaventata, a maggior ragione perché a farle paura era qualcosa che non conosceva. Sekai? Che cos'è? Vista la situazione in cui si trovavano, non sembrava nulla di buono in effetti. E dovevano essere in guai enormi se perfino Eiatsu, che aveva imparato a conoscere come persona schiva e riservata, si era messo a dare ordini, coordinando l'azione dei presenti come avrebbe fatto Diogene, se fosse stato presente. Harumi raccolse la ricetrasmittente che il jonin le aveva porto, sistemandola all'orecchio. Era certo strano vedere l'uomo, che poteva essere considerato una sorta di tutore per lei, così dedito a quel compito ingrato, ma ancora più sorprendente era il suo desiderio che nessuno dei presenti ci rimettesse la vita. La giovane kunoichi si ritrovò a pensare che quel lato umano in Eiatsu non le dispiaceva, anzi, le avrebbe fatto piacere vederlo più spesso. Facendo un passo verso di lui, Harumi l'avrebbe guardato negli occhi come non faceva da tempo, incredibilmente seria, ma con delle sfumature di tenerezza nascoste sul fondo delle sue iridi brillanti. Eiatsu-sama, per favore, cerchi anche lei di non morire...

     
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    Il Fiore Lupo

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    La Minaccia Più Grande


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    Non era che passata un’ora da quello che si poteva definire una disastrosa riunione. I miei pensieri, nemmeno a dirlo, erano numerosi. Mi ero riposato in quel poco tempo, disteso su un divano dei vari uffici presenti in Amministrazione. Logicamente non osai nemmeno sedermi al posto di Febh, nel suo ufficio. Primo perché era in un certo senso devastato dalle schegge e dalla polvere dopo l’esplosione e poi perché era abbastanza sicuro che difficilmente, nel suo eventuale ritorno, l’avrebbe presa bene una tale presa di posizione. [Nota sulla Riserva di Chakra]Kato assume due tonici di recupero medi. Un'ora prima dall'esplosione la sua riserva di Chakra è pari a 52 Bassi. Considero un'ora di riposo vero e proprio. Aggiungo l'attività leggera di tempo per raggiungere il Palazzo del Kokage. Scelgo di partire con una riserva di 70 Bassi su 80.

    Febh sappimi dire che se la cosa ti confa o meno.


    Kamine, verosimilmente, si trovava anche lei all’interno dell’amministrazione. Mi girai sul fianco, pensieroso. Non avevo agito male, anzi. Seguendo le indicazioni del Daimyo avevo cercato di razionalizzare le risorse. Non potendo più stare alle Mura dovevo mandare un altro Ninja. Kamine di certo era troppo preziosa, visto i suoi precedenti, ed era il motivo per il quale decisi di tenerla d’occhio. Hebiko era la scelta perfetta, ed era anche l’occasione giusta per farsi conoscere e notare dal Villaggio. Eppure aveva agito nella maniera più ostile possibile, quasi come se fossimo avversari. Perché Febh ci teneva così tanto ad un Ninja del genere? Cosa aveva di così speciale? Domande che difficilmente avrebbero trovato una risposta.

    Mi alzai dal divano. In ogni caso aveva compiuto un gesto che non poteva restare impunito, sebbene ero sicuro ci sarebbero stati tempi e modo per rendere il favore. Questo comunque era un simbolo inequivocabile, un segnale di allarme per Febh. Se non avesse preso in mano la situazione la stabilità di Oto, che tanto desiderava, sicuramente stata messa alla prova e decisamente in misura molto maggiore. Ma questo di certo non mi riguardava direttamente.

    Poi giunse una scossa, terribile. Talmente forte da richiamare alla memoria quella volta in cui comparve il mostro ordito e creato dai Ninja di Kumo. Tutto il terreno attorno ad Oto tremò, compresa l’Amministrazione. Dovetti appoggiarmi ad una parete per mantenere stabile l’equilibrio. Apparentemente l’epicentro sembrava provenire dal Palazzo del Kokage, una zona che mai avevo visitato precedenemte. DI nuovo quel giorno noi Ninja venimmo richiamati all’ordine e questa volta per un motivo ben più serio. Creai delle copie di me stesso, due Kage Bushin [S. Tecnica Avanzato]Kage Bushin, consumo medio. Tecnica economica 50%. La prima sarebbe rimasta al mio fianco e mi avrebbe seguito mentre la seconda sarebbe andata alla ricerca di Kamine, con l’obiettivo di scortarla e di accompagnarla verso la mia destinazione, ovvero il Palazzo del Kokage.

    Una volta giunti notai la presenza di numerosi Ninja. Praticamente quasi tutta Oto si era radunata davanti al Palazzo. In mezzo a loro spiccavano varie personalità: Eiastu e Harumi, sicuramente entrambi provenienti da Villa Mikawa e verso i quali mi sarei avvicinato, vidi anche Hebiko a mio malgrado. Notai la presenza di Yayoi, Chunin che avevo avuto modo di conoscere al tempo di Iwa e accompagnata da una sorta di drago. I miei occhi poi incrociarono lo sguardo con altri membri di spicco, di cui tuttavia non conoscevo bene le loro peculiarità tra cui un Jonin estremamente esperto nell’arti mediche.

    Poi fu sempre questione di un attimo. L’intero edificio semplicemente esplose, distrutto da un’ondata di energia impressionate, fuori da ogni scala conosciuta. Lo smottamento, lo spostamento d’aria coinvolse tutti i presenti, nessuno escluso, ma fortunatamente guardandomi attorno notai nessun ferito grave.

    Superato il primo momento di confusione ascoltai le parole di Eiastu e non potei far altro che condividerle. Non aveva alcun senso aspettare, la minaccia era interna. E chiudersi a riccio o isolare la zona non avrebbe dato alcun vantaggio. Se dovevamo affrontare il nemico lo dovevamo fare ora. Mi sarei dunque incamminato, con la mia copia leggermente arretrata di almeno una decina di metri mentre l’altra si sarebbe trovata al fianco di Kamine. Avevamo solo una possibilità prima di muoverci e l’avrei espressa ai Ninja presenti: - Sono Kato Yotsuki, Chunin del Suono. Ex Guardiano del Gate e Consigliere pro-tempore. Vi chiedo di valutare la zona. Potremmo finire in una trappola, qualcuno di voi è in grado di individuare eventuali presenze e nemici a distanza? Ci garantirebbe un vantaggio non da poco. E poi direi che dobbiamo cercare di non stare troppo vicini l’uno con l’altro. Se è in grado di scatenare Justu così potenti è meglio non intralciarsi a vicenda. Aspettate ad attaccare, non sappiamo contro chi o cosa andremo contro. –

    Così andammo avanti e giunti di fronte al secondo Palazzo ad aspettarci fu un uomo incappucciato, dalle generalità difficili da definire, al suo fianco tuttavia si presentava una pericolosa creatura. Assomigliava ad un serpente, di grandi dimensioni, ma completamente corazzato. Attorno all'uomo comunque uscivano strane emissioni di Chakra molto difficili da definire. La prima impressione dunque non fu di certo positiva. Chi era e cosa voleva? Le sue parole comunque non fecero altro che creare altri dubbi, così come le deduzioni di Eiastu e la reazione di Hebiko.

    Se era davvero Febh perché comportarsi così? Certo, non si poteva escludere a priori che stavamo tutti assistendo ad una scenata magistralmente operata dall’Amministratore… ma si trattava di una priorità decisamente remota. Le parole di Eiastu comunque non furono molto confortanti. Se dovevamo affrontare Febh avremmo dovuto mettere in conto non solo qualche sconfitta ma morti, feriti e distruzione. Doveva essere la nostra ultima possibilità.

    Mi trovavo al fianco di Eiastu e dunque udii tutti i suoi ragionamenti, mi limitai a fare giusto una presentazione: - Lei, Jonin, è Yayoi Chunin del Suono. Direi che è una tizia tosta. Ma tornando alla strategia prendo volentieri le sue ricetrasmittenti e condivido la sua analisi. Mi limiterò a dire una semplice cosa: evitiamo in tutti modi possibili uno scontro. Febh è inarrestabile e anche al minimo delle sue forze è ben superiore a tutti i presenti. Dunque la mia idea è quella di disporci a semicerchio vicino a lui, ad una distanza più che adeguata. Una ventina di metri e distanziati almeno tre metri un dall’altro. Sarà più difficile colpirci, o almeno spero. Io mi metterò proprio davanti a lui, di fronte, assieme alla mia copia. I genin e i studenti che restino dietro di noi, mentre Kamine e Harumi state dietro all'altra mia Kage e non avvicinatevi per il momento. Proverei interagire con quell'individuo prima di attaccarlo. A differenza di quel Nukenin questo tizio non ha fatto esplodere solo una porta... –

    Tuttavia ben poco servirono le nostre strategie giacché Hebiko, ovviamente, scelse di ignorare praticamente tutta Oto avvicinandosi alla strana figura. Guardai il resto dei Ninja muovendomi al contempo come deciso: - Procediamo come programmato, non abbiamo molto tempo. Se vedrete una testa penzolare a terra, signori, ci sarà da combattere. -



     
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    Turning Point


    Post I

    Si era fiondata in fretta e furia lontano dall'amministrazione dopo quella farsa, innanzitutto a recuperare la calma, appena ne ebbe l'occasione. Voleva evitare di urlare in faccia a qualcuno. Di nuovo. Inizio ad avere le scatole piene, di gente che crede di poter decidere della MIA vita come se fossi un soprammobile comprato al mercatino.

    Kato si rivelava giorno dopo giorno un perfetto figlio del villaggio, di quel sistema che aveva portato a quell'instabilità. Hebiko tentava di opporsi ma era stata per troppo tempo nell'ombra di Febh, sfruttando lui come leva per cercare di ottenere quello che voleva. Ma senza Febh, non aveva abbastanza peso per fare alcunchè. E nemmeno io, per il momento.

    Era appena arrivata nella sua stanza quando tutto iniziò a tremare. Dovette appoggiarsi ad una parete per non perdere l'equilibrio.Cosa cazzo succede adesso? Il contemporaneo allarme, che chiamava a raccolta i ninja di Oto, confermò l'origine non naturale di quel movimento tellurico. Kamine recuperò in fretta attrezzatura e protezioni e si lanciò verso il richiamo.

    All'altezza dell'amministrazione venne intercettata da Kato (che si rivelò poi essere una copia)Kato? Che diamine succede adesso? La kunoichi avrebbe poi seguito la bunshin verso il Palazzo del Kokage, centro del nuovo risvolto.

    Praticamente tutta la forza ninja di Oto si trovava lì, compresi alcuni individui che Kamine non aveva mai visto ma che erano palesemente degli shinobi. Ma non ci fu tempo per le presentazioni, perchè un'enorme concentrazione di energia si scaglio all'interno del complesso, provocando un'altra scossa accompagnata dallo spostamento d'aria che costrinse più di uno dei presenti a proteggersi il viso.

    Eiatsu spiegò che con tutta probabilità quello che si ergeva davanti al palazzo interno era Febh, fino ad allora considerato scomparso. Peggio ancora, poteva non avere cognizione di causa.Magnifico. Adesso cosa manca, ritorna Kumo? La scena stava iniziando a provocarle un senso di inquietitudine. Vennero distribuite delle ricetrasmittenti per rimanere in contatto, mentre Eiatsu spiegava che lei e Harumi sarebbero state messe a supporto degli altri. La kunoichi si limitò a fare una leggera smorfia, prima che Kato le appioppasse una bunshin da seguire.Ah, ADESSO dobbiamo capire chi abbiamo di fronte prima di andare all'arrembaggio. pensò la ragazza, riguardo all'incontro con il misterioso pazzo che irruppe in amministrazione nemmeno un'ora prima.

    Hebiko però non sembrava voler seguire il piano. Prima che Kamine potesse dirle qualcosa, si avvicinò alla figura che avrebbe dovuto essere Febh, parlandogli.
    Se quello è davvero Febh consiglierei di proteggere una delle poche persone che riesce a tenerlo a bada e non parlare di teste che rotolano...

    Kamine Ashimi
    Chakra: 75/75
    Vitalità: 15.5/15.5
    En. Vitale: 30/30
    Statistiche Primarie
    Forza: 475
    Velocità: 525
    Resistenza: 475
    Riflessi: 525
    Statistiche Secondarie
    Concentrazione: 500
    Agilità: 500
    Intuito: 500
    Precisione: 500
    Slot Difesa
    1: ///
    2: ///
    3: ///
    Slot Azione
    1: ///
    2: ///
    3: ///
    Slot Tecnica
    1: ///
    2: ///
    Equipaggiamento
    • Kunai × 5
    • Shuriken × 5
    • Fukibari × 1
    • Wakizashi × 1
    • Mantello × 1
    • Guanti Rinforzati × 1
    • Corpetto in Cuoio × 1
    • Parabraccia in Cuoio × 1
    • Filo di Nylon [10m] × 1
    • Gambali in Cuoio × 1
    • Veleno Debilitante C1 (5 dosi) × 1
    Note
    --
     
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    In tutte le grandi storie esistono personaggi marginali o irrilevanti, questi ultimi si fanno convenientemente da parte di fronte al pericolo o si uniscono alle masse senza volto per dare vita ad un drappo che si stenderà alle spalle dei protagonisti durante eventi epocali.

    Non tutti questi personaggi però devono per forza rimanere intrappolati in quel drappo e questa potrebbe essere una storia di riscossa ed eroismo per una donna assolutamente non comune che ha speso le ultime ore a bere pinte su pinte di birra alla sua locanda di fiducia invece d'interessarsi degli affari del proprio villaggio.

    D'altronde lei era ancora a tutti gli effetti una straniera, come le confusionarie unità di misura che utilizzava per definire quello che la locandiera aveva stabilito autonomamente fosse un mezzo litro di birra, uno dei tanti mandati giù in quelle ore.

    Per questo non s'interessò più di tanto a chi stesse dirigendo la baracca, bastava che la mandassero avanti quel tanto che bastava per consentirle d'assorbire le conoscenze del ninjutsu che le servivano e poi se ne sarebbero potuti andare tutti al diavolo, assieme alla loro birra di scarsa qualità.

    Improvvisamente un potente scossone venne ad interrompere il momento di relax spedendola a terra, complice una qualcerta mancanza d'equilibrio dettata dai fumi dell'alcool, la massiccia donna volò a terrà urlando sorpresa:

    "Who the fuck turned the world upside-down!?"

    Ricevendo solo occhiate confuse da un compagno di bevute ancor meno sobrio di lei mentre i proprietari si sbrigarono a chiuder tutto cacciando fuori i commensali, stroncando le lamentele della straniera con una pinta di birra omaggio, non essendo ancora del tutto ubriaca, la donna riuscì però a captare qualche stralcio di conversazione, i proprietari sembravano chiaramente spaventati e parlavano di un qualche bestione di Kumo, in linea di massima c'era un qualche bastardo che aveva deciso di rovinarle la bevuta e questo non le andava a genio.

    Con passo pesante la donna dal fisico statuario si diresse verso l'origine del caos, prendendosi un paio di pause per decidere quale delle varie strade parallele fosse il caso di prendere quando le si sdoppiava la vista, sorseggiare un poco della sua birra e svuotare la vescica prima di arrivare finalmente alla scalinata del palazzo dove un ricco numero di shinobi si era radunato e dove le sembrava di vedere un serpente di metallo, forse era il caso di smettere con la birra per quel giorno... oppure no.

    Prendendosi l'ultimo sorso dal suo boccale, Haru si pulì le labbra con la manica della maglia, prima di scagliare il proprio boccale verso una parete, conficcandolo nel muro di pietra con un rumore sordo e rivolgendosi a tutti i presenti con tono aggressivo e decisamente troppo elevato:

    "OK LISTEN UP!
    QUALCUNO MI DEVE IL RESTO DELLE BEVUTE ED IL CONTO ARRIVERA' A SUON DI CAZZOTTI, A CHI DI VOI DEVO DARE UNA LEZIONE!?"


    Il tempo di dire queste parole ed il rosso di cui era tinto il suo viso si tramutò in un blu intenso che preannunciò l'arrivo di un conato di vomito.

    "Hmpf...!?
    BLEARGH!!!"


    Svuotatasi lo stomaco la donna tornò a rivolgersi ai presenti barcollando in una maniera quasi ipnotica:

    "Ok... questo tipo mi deve anche una cena."

    Nel frattempo, a diversi metri nel sottosuolo al di sotto dell'ospedale, un certo primario prese nota dell'insolito movimento sismico e togliendosi gli occhiali speciali a conduzione di chakra, sollevò la testa dal corpo che stava indagando per dire in tono asciutto e del tutto privo di una qualsivoglia carica emotiva:

    "Sembra sia giunto il momento di rivolgere nuovamente la mia attenzione alla superficie."
     
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    È colpa tua. Ratty

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    Le Parole e la Distruzione


    Molti erano giunti, anche se qualcuno ancora non si era fatto avanti o si era fatto notare. L'annuncio era stato dato ma tra gli shinobi accorsi al suonare dell'allarme molti erano cauti...provati da eventi recenti o magari semplicemente un pò turbati dalla presenza di un misterioso individuo incappucciato che minacciava di far crollare il simbolo del potere di Oto: il palazzo del Kokage.
    I tre ninja di più alto rango, guardie personali del Daimyo ma comunque shinobi di Oto a tutti gli effetti, erano pronti ad agire ma non presero l'iniziativa, soprattutto dopo che Eiatsu e Kato si fecero avanti forti dell'esperienza e del rango, rispettivamente. Teppei, il ninja dai molteplici innesti si limitò ad annuire...lui eseguiva gli ordini quasi come una macchina (e in effetti restava ben poco di umano in lui) e aveva le capacità fisiche necessarie per contenere lo Yakushi, almeno per un poco. Tenma, il ninja medico dall'aria trasandata, rispose pacatamente, come se sovrappensiero. Ho attivato il mio Sesto Senso appena arrivato. Non percepisco altre fonti di chakra eccetto l'intruso...ed è come se quel serpente condividesse la sua riserva di chakra, anche se non sono in contatto. Tuttavia non posso escludere la presenza di nemici più lontani, non arrivo fino alle mura con le mie percezioni...e c'è come qualcosa nel sottosuolo...piccole fonti di chakra ma nessuna definita...forse un meccanismo di schermatura. Dobbiamo stare attenti. Era comunque pronto, con un bagliore metallico tra le dita che tradiva la presenza del filo d'acciaio che quell'uomo usava per combattere, manipolandolo con la sua Hijutsu e combinandolo con letali arti mediche...mentre l'aria alle sue spalle, traslucida, pareva quasi disegnare una specie di drago non molto più grande di quello della sua compagna di team. Yayoi Chimari avrebbe salutato Kato con un cenno del capo. Amministratore pro-tempore? Hai fatto strada, Kato. Disse prendendosi confidenze che in effetti non aveva, ma la donna badava all'etichetta solo quando agiva sotto copertura, come precedente (e attuale) membro della Squadra Speciale...non che lo sapesse nessuno a parte Shinken e Febh. Comunque io non penso ci sia poi tanto di cui preoccuparsi. Vero Jinsentsu? Il drago là accanto (il cui nome, va detto, significava Colica Renale) sibilò compiaciuto, come se vedere quel caos e quella distruzione lo intrigasse. Niente più che pulizie di primavera, a mio dire. Lei annuì, più rilassata, mentre tirava fuori dalla sacca porta-armi un pacchetto di patatine, realizzando poi di essere osservata da persone effettivamente preoccupate. Che c'è? Ho fame!

    Ma mentre tutti si preparavano, coi più forti che si avvicinavano in semicerchio e i più deboli o quelli da proteggere che restavano nelle retrovie. Ma una voce si levò fuori dal coro, avanzando di sua iniziativa per parlare con lo sconosciuto, rivolgendogli parole che tuttavia, almeno apparentemente, caddero nel vuoto. Quando la donna dai capelli rossi finì di parlare il serpente con un guizzo si frappose tra lei e l'aggressore, sibilando minaccioso. SSono SSpiacente, erede. Non puoi avvicinarti fino a quando il Padrone non avrà concluSSo. Col viso ancora in parte in ombra per via del cappuccio, il misterioso Padrone piegò le labbra in un sorriso soddisfatto, mentre le strane scariche elettriche nere si facevano se possibile ancora più intense, pur senza essere reale elettricità.

    Avvicinatevi, ninja di Oto. Testimoni della fine di un'Era.

    Non serve che mi parliate. Non fino a quando non avrò concluso. Non fino a quando tutto ciò che conoscete come Oto non sarà che un ricordo perduto.
    Io sono la Conclusione. La Rivelazione. L'Apocalisse.


    Annunciò allargando le braccia, con un tono esaltato che avrebbe fatto tremare l'animo più forte, mentre dal sottosuolo ai lati degli shinobi la terra si gonfiava, quasi stesse per esplodere con il lastricato sollevato che dopo un breve, spaventoso scricchiolare esplose rivelando due gigantesche creature, sostanzialmente circondando i presenti! Le due creature erano delle lucertole dalle dimensioni mostruose30 Unità, una accesa da venature rosse e incandescenti su una base che pareva più magma solidificato che roccia o squame, nemmeno fosse emersa dal cuore stesso di un vulcano

    ...e Hebiko la avrebbe ovviamente identificata come Ssalaard, la lucertola con cui era andata a Konoha mesi prima per curare l'Hokage. L'altra, ben riconoscibile a tutti quelli presenti durante l'attacco di Kumo, era Ssaltzar

    , Re delle lucertole del Tuono, le cui scaglie dorsali emettevano costanti fulmini verso il cielo, che sembrava rannuvolarsi. A un gesto del Padrone, le due creature spalancarono la bocca con un ruggito devastante, riversando fiamme e fulmini, rispettivamente, in modo che si scontrassero a mezz'aria sopra le teste dei malcapitati ninja là presenti. Scintille e lingue di fuoco caddero un pò ovunque nella piazza, non particolarmente difficili da evitare nè pericolose, ma certo di grande effetto [Attacco?]Tutti subiscono un attacco da parte di scintille o lapilli incandescenti, due volte, con Forza Blu e
    Potenza 10


    Udite, dunque.
    Non c'è alcuna Fine se prima non viene svelato l'inizio, con le sue luci e le sue Ombre. Cosa sapete di Oto, Testimoni della sua fine? Sapete forse del grande inganno coinvolto nella sua nascita? Sapete forse della sua natura più antica, primordiale?

    Sapete forse di Orochimaru e della sua sfrenata sete di Potere?


    Se non avessero interrotto o attaccato in qualche modo, la sua esaltata filippica sarebbe continuata senza interruzioni, mentre avanzava fino a portarsi a quasi due metri da Hebiko, con il serpente sempre in mezzo tra loro. A guardare ora che era più vicino, la ragazza avrebbe potuto notare che, anche se non era del tutto riconoscibile, quel tizio comunque non portava gli occhiali.

    Un villaggio che era solo laboratori segreti nati per cercare potere e immortalità. laboratori sparsi, i principali erano quattro, ma due si trovavano nel Paese del Riso e dopo un accordo politico col Daimyo del tempo, gli esperimenti e schiavi di Orochimaru iniziarono a svolgere missioni, affermandosi nel panorama del continente. I ninja di Oto erano prigionieri, orfani, disadattati. Ma tutti condividevano un profondo ideale: avrebbero accettato ogni compromesso pur di ottenere ciò che desideravano, rischiando anche la vita pur di avere la forza e il potere di riuscire. Poi ci fu la pace dopo la guerra mondiale dei ninja, con Orochimaru riformato e toni più calmi...e poi i Cremisi.

    Quarant'anni fa una forza proveniente da occidente attaccò i Cinque Paesi e ne spazzò via più della metà. I sopravvissuti si ritirarono, molti verso Kiri, qualcuno a Oto. Dopo dure battaglie il nemico venne respinto e la nuova pace prese il nome di Accademia, in un territorio neutrale...e Oto divenne una potenza strappando segreti e forza a Kumo. E approfondendo le proprie conoscenze guidata dal folle che ricercava l'immortalità, ancora vivo nonostante tutto.


    Le lucertole si mossero appena, ma la minaccia restava evidente mentre il Padrone sprizzava entusiasmo selvaggio, come se quell'intera situazione lo esaltasse.

    E ditemi...chi fra voi conosce il Seguito?
    Cosa accadde dopo?
    Che fine ha fatto orochimaru...e perchè non esce dal suo palazzo anche mentre questo viene demolito?

    Ah, già...dieci anni fa Orochimaru venne attaccato, deposto e ucciso assieme al clone di Kabuto Yakushi che aveva generato all'insaputa di tutti durante la guerra coi Cremisi...quello vero cadde contro il nemico difendendo il suo orfanotrofio nel Paese del Fuoco. Si era ritirato nel suo palazzo, consumato dalla ricerca di conoscenza e aveva trascurato per anni il Suono, praticamente abbandonandolo. A ucciderlo furono Kage suoi pari aiutati da un ninja straniero che si definiva una creatura demoniaca e che si faceva chiamare semplicemente Nidaime.

    Tutti lo accettarono perchè era potente. Ma nessuno si soffermò a pensare al fatto che non aveva mai detto che sarebbe stato il Nidaime Kokage...il Secondo Kokage.

    No.

    Lui era il Secondo Orochimaru. Un suo ennesimo clone contenente la sua coscienza. Un nuovo Orochimaru abilmente camuffato, specializzato nell'arte eretica della Resurrezione Impura.

    Quanti fra voi ne erano a conoscenza? Quanti fra voi sapevano che Orochimaru ancora dominava Oto sotto mentite spoglie?
    Intendete tollerarlo? Cosa rappresenta per voi questa informazione, Testimoni?


    A quel punto avrebbe smesso di parlare...che fosse una vera e propria domanda? Si aspettava una risposta? E quelle lucertole che bloccavano la fuga laterale...cosa potevano fare i ninja presenti? Se avessero provato ad arretrare la coda delle creature sarebbe guizzata colpendo il terreno come per un'elaborato invito a restare dove si trovavano [Energia Nera].
     
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    Turning Point


    Post II

    Fortunatamente nessuna testa volò via. Seppur le parole dello strano serpente a Hebiko furono accolte con una punta di sorpresa da Kamine.Erede? Che vuol dire con Erede?

    Le parole dei ninja già presenti e il successivo arrivo di Haru (e conseguente svuotamento dello stomaco della stessa) ebbe l'effetto di calare il livello di tensione nella kunoichi. Almeno, fino all'apparizione delle due gargantuesche evocazioni di Febh, con proclama apocalittico allegato.

    Il discorso stava assumendo toni oscuri e tutto quel parlare di fine, conclusioni e compagnia cantante era evidentemente mirato ad intimidire i prescelti all'ascolto, coadiuvato dalla presenza delle lucertole.

    Avanzava, avvicinandosi ad Hebiko, mentre continuava il discorso. Kamine ebbe la reazione istintiva di chiamare la ragazza con una certa fretta, pur senza alzare eccessivamente il tono della voce. Hebiko... Sperava forse di farla almeno arretrare un po'. Febh, o quello che sembrava Febh, si comportava in modo troppo più strano del normale, cosa che non prometteva bene.

    Lo spettacolo continuò grazie alle lucertole, che col loro emettere gli elementi di cui erano padrone, causarono non pochi fuochi d'artificio. Alcuni di questi si diressero verso i ninja lì intorno, che furono costretti a difendersi. La kunoichi evitò una delle scintilleSlot Difesa 1
    Riflessi 525
    spostandosi di lato di un paio di metri, ma fu poi costretta a deviare un lapillo incandescente sfoderando la wakizashiSlot Difesa 2
    Riflessi 525
    . L'acciaio della lama rimase incandescente per un bel po', emanando una luce rossastra che impedì alla ragazza di reinfoderare subito la spada.

    Il misterioso figuro iniziò poi a parlare di Oto, di quello che realmente era successo sulla pelle e nelle viscere del Villaggio. Orochimaru era un nome che chiunque ad Oto conosceva, per forza di cose. E poi, la rivelazione. Cosa si aspettava da loro? Kamine non si contenne più, la situazione le sembrava senza senso. O forse era sensata solo ad Oto.

    Che sorpresa, altri terribili segreti nella storia del Suono. Disse senza velare il sarcasmo. Attirare l'attenzione su di sè, che comunque era dietro un paio di file di altri shinobi, forse avrebbe dato ad Hebiko modo di allontanarsi dal pericolo. Sempre che intuisca almeno le mie intenzioni. Cosa dovremmo farcene di questa informazione? Domina Oto? Qualunque cosa stia facendo, sta fallendo. Anzi... Le parole avevano una sfumatura che forse non tutti avevano colto.Il fatto che ne stia parlando al passato, cosa implica? L'ennesima fuga verso l'ignoto o l'ennesima morte?

    Allargò le braccia, a voler indicare tutto intorno a lei. Comunque sia, qualunque cosa abbia fatto Orochimaru, o il Nidaime, la sua eredità consiste in questo palazzo, che non credo sopravviverà ancora per molto, alcuni esperimenti scientifici e una brutta reputazione per tutta Oto. Le mani si spostarono sui fianchi. Per lui Oto non è mai stata più di una delle molte basi segrete dove portare avanti i propri piani, mascherata da villaggio ninja. Ma Oto è cresciuta. In qualcosa che è più grande di lui e dei suoi piani.

    Il Suono è un villaggio ninja al pari degli altri. E la sua particolarità, il suo punto di forza, sta nello spirito dei suoi abitanti. Non siamo dei chierichetti come quelli della Foglia o dei fannulloni come i sunesi. Siamo abituati a seguire la nostra strada.

    Fece un gesto con la mano, come a mostrare che la sua conclusione era la più semplice e logica. Ed è questo che dobbiamo continuare a fare. Trovare la nostra strada e seguirla verso il successo. Liberandoci del fardello che qualcun altro ci ha lasciato addosso. Sull'ultima frase, fece un segno con la mano ad indicare dietro di lei, ma lo fece guardando Hebiko. Se non avesse colto anche questo segnale, alla kunoichi non rimaneva che urlarle di allontarsi.

    Kamine Ashimi
    Chakra: 75/75
    Vitalità: 15.5/15.5
    En. Vitale: 30/30
    Statistiche Primarie
    Forza: 475
    Velocità: 525
    Resistenza: 475
    Riflessi: 525
    Statistiche Secondarie
    Concentrazione: 500
    Agilità: 500
    Intuito: 500
    Precisione: 500
    Slot Difesa
    1: Schivata
    2: Deviazione
    3: ///
    Slot Azione
    1: ///
    2: ///
    3: ///
    Slot Tecnica
    1: ///
    2: ///
    Equipaggiamento
    • Kunai × 5
    • Shuriken × 5
    • Fukibari × 1
    • Wakizashi × 1
    • Mantello × 1
    • Guanti Rinforzati × 1
    • Corpetto in Cuoio × 1
    • Parabraccia in Cuoio × 1
    • Filo di Nylon [10m] × 1
    • Gambali in Cuoio × 1
    • Veleno Debilitante C1 (5 dosi) × 1
    Note
    --


    Edited by Kamine Ashimi - 6/8/2018, 18:58
     
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    II



    Nessuno sembrò voler fermare l’avanzata della Vipera, che si fece avanti per parlare all'individuo incappucciato. Una voce profonda sembrò levarsi dal coro, un po' troppo in ritardo per poter fermare la rossa, ma non sembrava effettivamente intenzionata a farlo. Tuttavia, prima che potesse avvicinarsi oltre, la serpe, da lei riconosciuta come una forma evoluta della snakesword di Febh, si frappose tra i due, pronunciando parole che fecero trasalire Hebiko ancor più di quelle della presunta minaccia. Si irrigidì, aprendo le braccia in un gesto quasi offeso, senza nemmeno il coraggio di voltarsi indietro per vedere le reazioni altrui.

    Ma con tutti i nomi con cui potevi chiamarmi, maledetto ferrovecchio... Se-senti, io non interrompo il tuo padrone, ma te fammi venire dalla vostra parte, per piacere.

    Si sentiva in mezzo a due fuochi, ma affrontare quel discorso con il resto degli shinobi, metà dei quali a lei sconosciuti se non di vista, era fuori discussione. Non ora, non senza la protezione di Febh. Era vero, voleva uscire dalla sua ombra, ma un gesto del genere rischiava di essere suicida se fatto davanti alle persone sbagliate. Lei stessa, dopotutto, covava il desiderio di uccidere qualsiasi altro erede di Orochimaru, distruggendone il frammento che portava. Ma Kamine sembrava volerle dimostrare di essere dalla sua parte. L'aveva chiamata, avvicinandovisi. La rossa sembrava fosse stata presa alla sprovvista. Immobile, non tentò più di scavalcare la serpe, portandosi al fianco del presunto Febh, ma non sembrava nemmeno voler indietreggiare, tornando in mezzo al gruppo.
    All'apparizione delle due lucertole, Hebiko sussultò. Il primo istinto fu quello di voltarsi verso Tenma, gridando sarcastica:

    Meno male che erano piccole fonti di chakra! Cosa dobbiamo aspettarci quando percepirai qualcosa di grosso!?

    C'era la vaga possibilità che non parlasse di loro, o che la loro risorsa di chakra fosse effettivamente limitata nonostante le dimensioni... ma alla vista di quei bestioni non potè trattenersi dal commentare. Così come non potè ignorare la regina di fuoco, incontrata tempo prima ed alla quale aveva già fatto una pessima impressione. Sul suo volto apparve un sorriso tirato, le mani chiuse sul petto in preda al terrore. Allungò appena la destra, agitandola in direzione di Ssalaard.

    H-He... Hey, Ssalaard... Uh... Ti vedo in forma! Sei più... bollente del solito! A-hm... Il tuo... Brwl...wel...wut... Lui. Mi sto assicurando che stia bene, come al solito.

    E poi, i fuochi d'artificio, quasi a voler abbellire quell'evento. Hebiko si ricoprì di scaglie, proteggendosi così dai detriti che potevano arrivarle addosso. Sarebbe rimasta in religioso silenzio, capendo che quello non era che un gesto per attirare l'attenzione (non che fosse poi necessario) ed iniziare un lungo discorso sulla storia di Oto. Lei stessa rimase sorpresa da alcuni punti del racconto, nonostante fosse l'Erede come ora tutti sapevano, non aveva mai ne conosciuto suo padre, ne tantomeno sentito parlare delle sue gesta al di fuori dei vicoli nei quali era cresciuta. E dalle storie che aveva sentito non aveva ricavato che odio per quell'individuo: odio per come trattava i suoi seguaci, odio per come sfruttava i suoi alleati, odio per l'egoismo che aveva portato alla rovina del villaggio, e odio per... averla ignorata. Averla lasciata crescere sola, inconsapevole della sua vera natura. Odio perchè, una volta scoperta quella natura, si era fatto vivo solamente per il suo corpo, ignorando la sua volontà. Odio perchè lei, così come gli altri eredi, era probabilmente stata creata solamente come mero contenitore... eppure, quando era arrivato il momento, si era ribellata con tutte le sue forze, annichilendolo ed impedendogli di rinascere, forse per sempre. ...Allora perchè, all'idea che il palazzo, il suo simbolo per eccellenza, sentiva un forte desiderio di ribellione? Perchè lei stessa non voleva distruggere definitivamente la sua memoria?
    Kamine fu la prima a parlare, facendo voltare tutti i presenti. E durante il suo discorso, Hebiko percepì quelle parole come se rivolte a lei stessa. Per un attimo, tutto attorno era scomparso, era come se stessero parlando faccia a faccia, se le stesse facendo aprire gli occhi su il peso che portava dietro da una vita. Lo capiva, la donna non la vedeva come una minaccia, non la vedeva come reincarnazione della Serpe. La rossa osservò l'invito a tornare, stringendo un pugno nel petto. Scosse debolmente la testa. Non si sarebbe tirata indietro una seconda volta. Il grido della Jinjurichi fece eco nella piazza, implorandola di indietreggiare.

    Non posso! Non posso più nascondermi. Non voglio farlo.

    Le quattro colonne brillavano come fossero raggi divini, pronte ad esplodere demolendo tutta la zona. Hebiko prese fiato. Non sapeva ancora spiegarsi il motivo, ma non voleva che venisse demolito, ed alzando la testa, facendosi coraggio, si decise ad "affrontare" la minaccia di fronte. Il suo tono di voce era pacato seppur deciso, povero di quell'arroganza e sarcasmo che la caratterizzavano.

    Sai bene come la penso a riguardo. Sai bene che non rispetto ciò che era, nè ciò che ha fatto. Questo villaggio è nato per capriccio, e come tale è cresciuto deforme, sbagliato. Ma in mezzo a tutto il marciume che può aver creato, ci sono anche cose buone. Non gliene do i meriti, probabilmente non erano previste, nè desiderate. Ma come i veleni degli Yakushi, a volte questi possono rivelarsi degli antidoti per certe situazioni. Tutte le persone che hanno sofferto per colpa dei suoi esperimenti, delle sue ricerche, tutte le mostruosità create per arrivare ad un fine che voleva sfruttare solamente per se stesso... Vogliamo davvero distruggere tutto? Mandare all'aria i sacrifici involontari di queste vittime?

    Piccola, in mezzo ai giganti, cercava di farsi grossa non per la sua forza, ma per la sua volontà. Illuminata dalle quattro colonne, in mezzo ad assalitore e shinobi alleati, stava ora attirando l'attenzione di tutti, pur mantenendo il suo focus verso lo Yakushi.

    Se tutto venisse distrutto, faremmo il suo gioco. Il torto maggiore che possiamo fare a quell'uomo è il donare le sue conoscenze, il frutto del suo egoistico lavoro, ai cittadini, agli shinobi. Diventare più potenti non in cambio di fedeltà per un unico padrone, ma per la protezione di questo villaggio, di ciò che è casa nostra. Non abbiamo bisogno di un'Apocalisse, abbiamo già subito terribili attacchi catastrofici, e probabilmente ne subiremo ancora in futuro. Ma quando e se accadrà, saremo diversi.

    Non sapeva dire se lo voleva davvero. Dopotutto, quando si era ritrovata in quel laboratorio con Raizen, aveva messo bene in chiaro quali fossero le sue regole riguardo le scoperte, sembrava volersi tenere tutto per sè, il villaggio non era necessario che sapesse. Ma lentamente, le cose erano cambiate. Doveva smettere di vedere quel luogo come un terreno nemico. Era la sua casa, dov'era nata e cresciuta. Era l'Erede di quel posto. Ed in quanto tale, era ora di far sentire la propria voce, di far capire che quei decenni di tirannia e terrore erano finiti, dovevano finire lì, ora.

    Orochimaru è morto. Io sono la sua Erede. Questo palazzo e tutti i segreti che vi contiene mi appartengono. Ma non sono come lui, non ho intenzione di seguire le sue orme. Considero gli Yakushi i miei alleati più preziosi... Considero te il mio alleato più prezioso. Ed insieme potremo trasformare la palude che la Serpe ha creato in un campo fertile, dove gli shinobi non dovranno più lottare alla morte per avere una goccia del suo potere, ma potranno guadagnarselo in cambio di servigi per il bene del villaggio. Nessuno dovrà più vivere col terrore finché si troverà dentro queste mura. Ricaviamo un antidoto dal veleno che ci ha lasciato. So che non è la tua specialità... Ma sono qui per aiutare.

    Terminò il discorso con una sorta di battuta ed un accenno di sorriso. Il suo segreto era ormai stato svelato, ma forse poteva essere un bene. Aveva messo bene in chiaro il suo schieramento, facendo capire come la pensava riguardo tutta quella questione. Ora stava solamente al distruttore di fronte a lei ed agli shinobi alle sue spalle decidere se accettare la cosa. Era tesa, terribilmente. Ma allo stesso tempo, sentiva di essersi alleggerita da un peso terribile, che portava ormai da tempo. Forse poteva finalmente definirsi orgogliosa di quell'eredità. Forse l'essere associata a quell'uomo non era più una maledizione, ma una speranza. La consapevolezza che nel tunnel più oscuro e profondo si celava un diamante, in attesa di vedere la luce.
     
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    Il Fiore Lupo

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    La Minaccia Più Grande


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    Alla risposta di Yayoi mi limitai ad un sorriso a denti stretti: - Amministratore pro-tempore. Proprio nel momento migliore, che dici? – invero alle considerazioni fatte dal Jonin sensitivo annuii pensieroso. Poteva essere tutto come niente, quantomeno chiesi ulteriori delucidazioni: - E per quanto riguarda la riserva di chakra di quel duo? – indicando con il viso quel strano tipo mascherato accompagnato dal serpente – Rispetto alla mia? Quanto è superiore o inferiore? –

    Il vero colpo di scena tuttavia avvenne quando il serpente rispose ad Hebiko, dimostrandosi in un certo senso non ostile. L’aveva chiamata Erede. Di certo non si trattò di un appellativo messo a caso. Rimasi impassibile, sicuramente colpito. Difficile dire in che modo esattamente. Mantenni comunque la concentrazione alta e seguii con la massima attenzione i momenti successivi, di sicuro l’argomento non si sarebbe esaurito.

    Una volta riuniti tutti dunque lo spazio antistante al Palazzo fu invaso dalle comparsa di enormi creature, mostruosamente grandi e minacciose. La loro apparizione scombussolò pure la zona circostante invadendo completamente l’area di pericolose saette, se tali potevamo chiamarle. Da parte mia mi limitai a concentrare un po’ di Chakra elettrico per difendermi, senza subire danni fortunatamente [Difesa]Rivestire per due volte di fila.

    Mezzo-basso: 10 di protezione.

    0 Danni.
    . Al termine di quella sorta di attacco, se tale si poteva definire, seguirono le parole di quella voce, proveniente dalla strana figura. Con toni altisonanti descrisse praticamente la storia di Oto. Francamente ne ero completamente all’oscuro ma alla fine dei conti… si poteva benissimo capire che di certo il Villaggio del Suono non era mai nato con nobili intenti o sotto giuramenti di onorevoli samurai. Orochimaru e i suoi laboratori (a cui forse erano legati anche i Jigoku?). La guerra cremisi fu il mio contatto con la mia conoscenza del Villaggio e naturalmente da questi fatti si poteva spiegare l’odio che Kumo provava nei nostri confronti. Poco male, pensai tra me e me. Almeno ora era a conoscenza delle motivazioni profonde della guerra che vi era in corso.

    Discorso ben diverso fu quello di Orochimaru. Dalle parole di quella voce, se tali si potevano ritenere a conti fatti veritiere visto che non vi era uno straccio di prova a conferma, sembrava che il primo Kokage non fu altro che un terribile essere, un manipolatore di persone e di vite. In pratica si comportò da Nukenin della peggior specie piuttosto che un Ninja. E da qui dunque la decisione di spezzarlo per mano dei Kage, compreso il secondo Kokage… che si rivelò essere nuovamente un clone di Orochimaru! Comprensibile, e condivisibile, dunque l'intervento dell'Accademia.

    Sorrisi. Per quanto la potevo considerare una semplice deduzione… le parole di Febh che mi rivolse in Amministrazione non furono semplici esempi o ipotesi. Che quella volta volesse mettermi alla prova per anticipare una mia eventuale reazione all’udire lanotizia? Già, perché a conti fatti le persone ad Oto che sarebbero state in grado di fermare un essere di tale potenza non potevano essere state molte: Febh-sama e Diogene Mikawa. Ma era effettivamente morto? Questa era la domanda giusta da porsi. Quella voce dunque terminò in un modo alquanto ambiguo, lasciando aperta a varie interpretazioni il continuo di quella conversazione così condivisa.

    La prima ad intervenire, a mia sorpresa, fu Kamine. Senza voltarmi ascoltai le sue parole, cariche di propositiva fiducia e ottimismo. Non le condivisi, personalmente il periodo in cui stavamo vivendo era tutt’altro che roseo e la debolezza di Oto era alla portata di tutti. Forse era proprio per quello che ci trovavamo lì tutti riuniti.

    Poi seguirono le parole, illuminanti, di Hebiko. Orochimaru era morto. La certezza con la quale pronunciò quelle parole fu assoluta, inequivocabile. Lei sapeva che Orochimaru era morto, e lei era la sua Erede per qualche motivo specifico. Dunque era a conoscenza di molto, decisamente molto di più di quanto uno poteva credere o sapere ad Oto. Forse aveva ricevuto notizie, o aveva seguito specifiche missioni. O forse, più semplicemente… Hebiko non era che la marionetta inconsapevole dello Yakushi. E questo spiegava il perché Febh-sama la tenesse stretta a sé, perché in quella donna scorreva un sangue nobile, un sangue ricco di potere e di segreti. Un potere che valeva molto di più della personalità del Ninja stesso. Hebiko era forse un pericolo, ma se tenuta in una sfera di cristallo, così come lo era da segretaria, la belva non poteva crescere e deviarsi. Forse quello era il motivo per il quale Febh-sama l’aveva convinta di essere il suo più prezioso alleato. Un illusione, un gioco da maestri. Un vero lavoro sublime, perfettamente calcolato dall’Amministratore per chissà quali scopi, ben superiori e francamente preoccupanti.

    Una sfera che però sarebbe stata destinata a rompersi se il gioco si fosse fatto più grande di lei. Le parole di Hebiko, almeno ad un primo approccio, miravano in grande. Miravano a porsi come fautore diretto di quelle modifiche. Ora voleva diventare Consigliere? Oppure Kokage stessa come diretta erede di Orochimaru? Febh come avrebbe gestito le pretese di potere, già evidenti, della Segretaria di Oto ora che il Villaggio intero era giunto a conoscenza della sua eredità? Alzai lo sguardo verso l’uomo misterioso, fissandolo intensamente. Nel mio viso si sarebbe intravista una sincera preoccupazione.

    - ... -



    Nessuna parola. Non avrebbe avuto alcun senso aggiungere qualcosa a riguardo.

    Dopo qualche istante di attesa mi espressi con molta genuinità rispondendo così alle domande poste dall'uomo misterioroso: - Febh Yakushi una volta mi insegnò una cosa fondamentale. Mai rispondere ad una domanda senza sapere le condizioni e i limiti della stessa. Mi sta bene il tuo racconto, e mi fa piacere che molti dei panni sporchi di Oto siano stati messi da parte e puliti nel lontano e recente passato. Ma che cosa vuoi da noi Shinobi di Oto? Per quale motivo ci stai ponendo queste domande e vuoi conoscere le nostre opinioni? E soprattutto… quanto di Orochimaru è rimasto ad Oto? E sotto di esso. – l’allusione alle fonti energetiche presenti nel sottosuolo del Palazzo fu più che evidente senza considerare che di certo non mi sarei abbassato a dare la mia opinione del Suono ad un apparente sconosciuto, per quanto ne poteva sapere di Oto stessa. Escludendo inoltre il piccolo dettaglio che in quel momento era decisamente più importante sul scoprire chi era quel tipo che era stato in grado di distruggere un intero palazzo piuttosto che discutere amabilmente lasciandosi trasportare in romantiche confessioni, come Hebiko o Kamine aveva fatto sul destino di Oto. Il vero lavoro che spettava ad un Guardiano, o Amministratore pro tempore di Oto che dir si voglia era la vera sicurezza dei Ninja e del Villaggio.


     
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    Post 2 ~ Passato, presente, futuro

    Alla kunoichi del Suono, insieme alla sua collega jinchuriki, fu ordinato di rimanere in disparte, dietro ad un clone del novello consigliere. Aveva ormai da tempo realizzato che, se le veniva riservato un trattamento di favore, non era per lei, quanto piuttosto per ciò che custodiva al suo interno. La cosa, tuttavia, non le aveva recato particolare disturbo per il momento, anzi: era ben consapevole dell'importanza del demone a due code per Oto, e desiderava rendersi utile al luogo che l'aveva accolta. Da lì a poco, la voce possente dello sconosciuto li avrebbe interrogati proprio sul loro rapporto con il Villaggio. Ma prima ci sarebbe stato spazio per l'apparizione di mostri giganteschi e lezioni di storia.

    Harumi notò l'arrivo di Haru con la coda dell'occhio, ed in effetti sarebbe stato ben difficile non farci caso visto il vocione, la corporatura, ed il comportamento della donna, più vicino a quello di un alcolizzato cronico che di un ninja. Gli altri presenti non li conosceva, ma sembravano invece professionisti su cui si poteva contare, nonostante le stranezze. A prendere l'iniziativa fu però la segretaria, se tale era ancora il suo ruolo, che intrepida si fece avanti, fronteggiando l'invasore. A dire la verità, sembrava conoscere quel figuro dal volto immerso nella penombra. Ammesso che avesse ragione nel vedere in lui lo scomparso amministratore, venne comunque bloccata dall'enorme serpe metallica, per quanto rispettosamente. L'appellativo erede, rivolto alla Vipera, non significava nulla per Harumi, la quale seguì in quieta attesa la scena e i suoi successivi sviluppi.

    La ragazza spalancò la bocca di fronte all'apparizione dei due giganteschi kaiju, signori del fuoco e del fulmine, ma la sua reazione fu un misto di sorpresa e ammirazione, scevra di paura. Aveva smesso di temere i mostri molto tempo fa, prima ancora di accogliere un demone dentro di lei, quando aveva capito che i veri mostri erano gli uomini. Erano stati infatti degli esseri umani, suoi simili, a trattarla in modo disumano, fino al limite estremo di condannarla, innocente, a morire tra le fiamme. Una linea di confine che, superata, l'aveva cambiata per sempre. Ora la morte non le faceva più paura, né gliela facevano gli enormi rettili che sprizzavano scintille e lapilli. Si sarebbe limitata ad evitarli, spostandosi quel tanto che bastava [Slot Difesa I e II][Schivata] Rif. Blu +2
    [Impasto] 1/2 Basso +2 Rif. *2
    , ma senza considerarli neppure una minaccia o un attacco rivolto contro di lei. Per lei erano alla stregua della grandine, o della tormenta: fenomeni naturali, privi di malvagità, che non facevano distinzione tra giusto e sbagliato.

    Anche l'uomo in piedi di fronte al concesso di ninja non sembrava instrinsicamente malvagio, quanto piuttosto esaltato da qualcosa che alla piccola jinchuriki al momento sfuggiva. Con la testa ancora pesante, ma la mente lucida grazie all'effetto del farmaco, Harumi ascoltò con estremo interesse il racconto della fondazione del Suono, come uno studente che ha scelto intenzionalmente di sedersi in primo banco. Qualcosa lo aveva già letto in alcuni degli innumerevoli libri della biblioteca di Villa Mikawa, ma non furono poche le informazioni che andarono a colmare le sue lacune, se non addirittura a rettificare false conoscenze diffuse ad arte per nascondere una più scomoda verità. E tra queste vi era la reale identità del Nidaime. Una notizia che poteva risultare sconvolgente per i più, ma non per la giovane genin, che si limitò ad annuire, convinta che il discorso sarebbe andato avanti. Invece, si interruppe con delle domande impreviste, alle quali le mancava una risposta immediata. Per fortuna, gli altri shinobi presenti parevano più coinvolti, e uno alla volta replicarono allo sconosciuto, o presunto tale.

    L'intevento di Hebiko avrebbe dato alla quieta, ma sveglia Harumi, molto da pensare. Sembrava che la ragazza avesse preso sul personale l'intera faccenda, o per lo meno molto più seriamente di tutti gli altri presenti. Parole pompose, retoriche, quasi un discorso o una proclamazione. Non che stesse dicendo cose stupide o sbagliate, semplicemente neppure quelle, come la precedente esposizione dell'uomo, fecero breccia nell'animo della portatrice del due code. Tutto ciò che ottenne fu un commento, pronunciato tra sé e sé talmente a bassa voce da essere udibile solo a Eiatsu, se fosse rimasto al suo fianco, e al clone di Kato. Erede? Ma la carica di kage non è ereditaria... Di questo ne era ragionevolmente sicura, lo aveva letto in diversi trattati. C'erano stati dei casi di trasmissione ereditaria, soprattutto all'alba dei Villaggi ninja, ma quella pratica era caduta ormai in disuso da lungo tempo. Nulla di più di un ragionamento ad alta voce comunque: Harumi non si era ancora fatta un'idea di cosa fosse meglio per il Villaggio, e di conseguenza chi fosse la persona più adatta per guidarlo in futuro.

    La paranoia era senza dubbio il tratto distintivo di Kato Yotsuki, guardiano ed attuale consigliere pro tempore di Oto. Non era passata neanche un'ora da quando aveva ricevuto l'onore e l'onere di rappresentare il Villaggio, e già si trovava ad affrontare una questione piuttosto spinosa. Era chiaro che non si trattava di un semplice attacco terroristico, l'ennesimo, ma di qualcosa di molto più oscuro e intricato. A onor del vero, Harumi provava un poco di compassione per il ragazzo, catapultato nolente alle luci della ribaltà. Perfino ai suoi occhi ingenui era stato lampante dalle parole dell'assistente del daimyo che Kato era stato incastrato, messo lì giusto per tappare un buco nello scafo dell'amministrazione, prima che la nave chiamata Oto affondasse per la troppa acqua, o debiti, imbarcati. La sorte aveva però deciso diversamente, e quell'apparizione misteriosa poteva rivelarsi per lo Yotsuki una manna. O un colpo di grazia per il suo già fragile ruolo.

    Kamine era stata la prima a prendere la parola. Acida, aveva rispedito le presunte rivelazioni del loro anfitrione al mittente, scrollandosele di dosso come polvere dai vestiti. Eppure, le sue erano state le uniche parole con cui Harumi si era trovata, almeno in parte, d'accordo. Il consigliere aveva finito la sua breve arringa già da un po', e il silenzio interrotto dallo scoppiettio delle saette e dal crepitio delle fiamme stava diventando pesante, perciò la giovane prese coraggio, fece un respiro profondo ed infine disse la sua. Kamine-nee-san ha ragione. Oto è un Villaggio ninja a tutti gli effetti ora, quale che fosse il suo passato. E come tale, dovrebbe avere un kage a guidarlo. Quello era importante nell'economia della discussione, ma non era il punto focale del suo discorso. Harumi rivolse un sorriso a Kamine, poi proseguì, mormorando. Io... Non dovrei essere qui, ora. Non avrebbe dovuto essere neppure viva, ma lo era forse per un capriccio di un kami, forse per cieca sorte. Si era avvicinata tanto alla morte, e in più occasioni, da aver permesso all'abisso sottostante di scrutare nella sua anima. La sua parte più oscura, nascosta nelle profondità, le era al contempo sconosciuta e cara, una parte di sé che inconsciamente non voleva né richiamare in superficie né lasciare affondare, un frammento del suo spirito affidato ad un demone affinché lo custodisse. Sistemando una ciocca di capelli dietro l'orecchio, la ragazza tornò ad alzare gli occhi sull'uomo che incombeva su di loro e su di Oto. Ma sono qui. Il Villaggio è diventato la mia casa. Non sarà perfetta, anzi direi che non si avvicina neanche lontanamente alla perfezione, ma questo paese mi ha accolto. Quando sono arrivata non conoscevo nulla del mondo, né del Suono. Eppure, ricordo distintamente le parole dell'amministratore: Oto è il luogo dove i desideri delle persone possono realizzarsi. Basta avere la forza di allungare la mano per afferrarli. Non erano le parole esatte pronunciate dallo Yakushi, ma l'impressione che avevano lasciato nella memoria della giovane. Levando il braccio, mimò quanto stava affermando, rafforzandone il concetto. Io... Non so ancora cosa voglio fare della mia vita. Ma qualsiasi cosa sia, è questo il posto dove voglio che accada. Un luogo che, per la prima volta...posso chiamare casa... Un luogo dove, per la prima volta...qualcuno mi aspetta e si preoccupa per me... Cercando di tenere ferma la voce, appena incrinata da una sensazione di calore al petto che la faceva vacillare, da quanto poco era abituata a quell'emozione positiva, chiamata affetto, da molti data erroneamente per scontata. La fanciulla alzò lo sguardo su Eiatsu, pensando anche a tutti gli altri inquilini della Villa. Scuotendosi, assunse un'aria decisa, che sembrava decisamente fuori posto sul suo faccino, ma allo stesso tempo incuteva un lieve senso di minaccia incomprensibile per chi conoscesse anche solo superficialmente la kunoichi. Forse erano gli occhi, che brillavano di una luce strana, vagamente inquietante e al contempo affascinante, quasi ci fosse qualcun altro dietro a quelle iridi scure. Perciò... Non ho idea a che cosa stia puntando, ma se intende distruggere Oto fino alle fondamenta... Non glielo lasceremo fare... Il tono di voce era secco, duro, percettibilmente diverso da quello tremolante per l'emozione della confessione precedente. Una fitta sul retro della nuca avvertì la giovane che l'effetto della medicina stava andando scemando.


     
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    L'incoscienza dei bambini X 2


    Chapter II - Villaggio di Oto



    Realizzò di essersi immischiato in qualcosa di troppo pericoloso.
    Con la fronte grondante di sudore, egli sperò con tutto il suo cuore che quell'uomo non si voltasse verso di lui. Non sarebbe riuscito a reggere il suo sguardo.
    Intimorito dall'oscura presenza, dal serpente di metallo e dai numerosi ninja di alto rango pronti al combattimento, Yukine si limitò ad udire tutti i discorsi dei suoi concittadini, iniziando dalla donna che osò avvicinarsi al nemico, senza mostrare paura.
    Il bambino osservò la kunoichi dalle macerie.

    Deglutì quando l'oscuro ninja si definì la Conclusione di Oto, l'Apocalisse.
    Appena le braccia dello sconosciuto si alzarono verso il cielo, la terra sussultò nuovamente e Yukine si ritrovò a stringere con forza un enorme masso, tremante di paura.
    Il suolo si gonfiò dall'interno, come una bolla d'aria.
    Forse, poco lontano da lì, un gigante armato di cannuccia soffiava con forza nelle profondità del terreno.
    La fantasia dello studente venne smentita dal corso degli eventi.
    Due enormi rettili sbucarono dal sottosuolo. Una lucertola dal manto infuocato sembrava contenere nel suo corpo la potenza di un vulcano mentre l'altra era avvolta da numerose scariche elettriche.
    Due mostri....terribili!
    Alla vista di quei demoni, grandi quanto l'intero edificio dell'Accademia, lo studente di Oto si nascose all'interno delle rovine, approfittando della sua piccola statura.
    Il loro ruggito mise a dura prova i timpani e la vescica del ragazzo.
    Scintille e piccole lingue di fuoco caddero sull'intera area.
    Riparato dai blocchi di cemento, Il ragazzino si salvò dalle ustioni.

    CITAZIONE
    Udite, dunque.
    Non c'è alcuna Fine se prima non viene svelato l'inizio, con le sue luci e le sue Ombre. Cosa sapete di Oto, Testimoni della sua fine? Sapete forse del grande inganno coinvolto nella sua nascita? Sapete forse della sua natura più antica, primordiale?
    Sapete forse di Orochimaru e della sua sfrenata sete di Potere?

    Orochimaru ha fondato il villaggio e fu il primo Kokage. Ripeté la frase letta un ora prima nel suo libro di storia.
    Pian piano, incuriosito dal discorso iniziato dallo sconosciuto, lo studente uscì con coraggio dal rifugio.
    Yukine conosceva la storia del loro fondatore solo dai libri di scuola e dal suo sensei. Quest'ultimo lo aveva descritto come un essere malvagio, assetato di potere e autore di molte tecniche proibite, tra cui un abilità in grado di resuscitare i morti.
    La sua intera esistenza era stata consacrata alla ricerca della vita eterna.
    Cos'altro sapeva quell'uomo su Orochimaru?
    Molto a giudicare dal suo discorso.
    Sebbene lo sconosciuto fosse a pochi metri dal gruppo dei ninja otesi, la situazione continuava ad essere tesa.
    Approfittando della distrazione dei presenti, celato dal rivestimento mimetico, Yukine si avvicinò ai suoi concittadini, rimanendo alla loro destra.

    Udì con interesse l'intero racconto, comprese le domande dell'uomo e le prime risposte dei suoi concittadini, più abili di lui a formulare una risposta.
    Non gli sfuggì l'affermazione della donna a pochi passi dal serpente metallico.
    Erede di Orochimaru?
    A causa della sua giovane età, lo studente non aveva mai affrontato discorsi così seri.
    Pensò a lungo a quali emozioni provasse nel sapere che il loro secondo Kokage fosse Orochimaru sotto false spoglie, vivo dopo decenni dalla sua presunta morte.

    Indifferenza.
    La risposta sarebbe stata ben diversa se fosse stato più grande.
    Immerso nei pensieri, Yukine si ritrovò a prendere parola dopo la promessa di una ragazza di difendere Oto con le unghie e i denti.
    Tagliare...I presenti avrebbero udito la voce da ragazzino provenire dalla loro destra, subito seguita da un lamento.
    Oh no..
    La sua voce era stata percepita da tutti, comprese le due divinità evocate dal nemico, le quali avrebbero forse posato il loro sguardo su di lui, mettendolo ancora di più in difficoltà.
    Voi...voi....balbettò, bianco in volto.
    Puntò il suo sguardo verso il gruppo di otesi. Con l'uomo ammantato di nero nel suo campo visivo, Yukine non sarebbe mai riuscito a parlare.
    Voi odiate Orochimaru...volete tagliare...qualsiasi legame tra Oto e lui..Chiese, con voce tremolante.
    Ma...ma..c'è qualcuno più forte di lui..in grado di prendere il posto di Kage?
    Con il cuore in gola, si rivolse al ninja che aveva appena raccontato la presunta verità sul secondo Kokage.
    Non mi fido di te. Quali sono le ...tue intenzioni?
    Potresti essere ....una sua copia.....
    Chissà quanti ninja avrebbero riso alla sua affermazione.
    Purtroppo, Yukine era troppo giovane per conoscere l'aspetto e le abilità di Febh. Ancora studente, il suo nome non era ancora presente tra i nomi dei ninja di Oto e mai aveva avuto la necessità di rivolgersi alla segreteria del villaggio.
    Chiunque si fosse atteso dal fanciullo un discorso appassionato su Oto ne sarebbe uscito deluso.

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    Tutti i presenti si sentirono in diritto di dire qualcosa, di rispondere alle domande dello strano Febh che avevano difronte...tutti eccetto Eiatsu. Lui si che avrebbe potuto parlare per ore riguardo i segreti di Oto, lui era l'unico che aveva davvero conosciuto il Nidaime e uno dei pochi che lo aveva visto sconfitto per mano dei due nuovi leader del Suono. Il suo lavoro era il solo che permetteva di analizzare e studiare a fondo i segreti dei ninja del villaggio, il funzionamento delle tecniche autoctone e più rare; aveva poi ereditato i libri antichi di Jotaro e di Orochimaru stesso che parlavano dei jutsu proibiti e del vero reteggio culturare di Oto. Era in stretto legame con le serpi, con i morti e con il sangue (visti gli anni passati in compagnia del Mikawa) e poi sapeva indagare la mente delle persone, riuscendo ad entrarvi nel profondo...Infine conosceva il villaggio alla perfezione, gli sterminati sotterranei e sapeva come trattare i Cercoteri ereditati dal passato e che ora era loro compito tutelare e far fruttare.

    Insomma...Eiatsu era il risultato del glorioso passato, del delicato presente e dell'incerto futuro di un villaggio ignoto in fin dei conti alla maggior parte dei suoi ninja. Parlare di tutto ciò, però, non avrebbe cambiato le cose, non fin quando l'obiettivo dello Yakushi non si sarebbe palesato realmente. Aveva parlato della fine di un 'era e del suo obiettivo di distaccarsi da una Oto costruita sulle menziogne e sull'inganno, la vera spina dorsale che sorreggeva quel piccolo agglomerato di case e tortuosi tunnel. Questo in realtò coinvicedva alla perfezione con il sogno di Aloysius, il quale aveva predetto solo gloria per i vessili del Suono sull'intero continente; certo, come ogni grande cambiamento ci sarebbe stato del sangue da versare e proprio per questo il Jonin non abbasso nemmeno per un istante la guardia durante il teatrino al qule avevano appena fatto la loro comparsa le due enormi lucertole di Febh.

    " Qualcuno è in grado di patteggiare quei bestioni? "

    Aveva parlato a voce bassa e con la mano a coprire il movimento delle labbra: lo stile tremendamente scenico di Febh gli faceva ancora sperare che quella sotuazione fosse solo una tremenda buffonata ma il rischio di una seria minaccia era ancora elevato. Fin quando però si trattava di scavare qualche lapillo, lo scontro poteva aspettare a vantaggio del dialogo e di un momento propizio per il loro piano.

    Kamine rivendicò un senso di appartenenza al villaggio del quale l'eliminatore non era affatto a conoscenza, una cosa sperata e ben accetta per una jinkurichi a dirla tutta, mentre Hebiko fece leva sul suo legame con il leggendario Sennin del passato per affermare il suo diritto di appartenenza ad Oto. Due caratteri decisamente interessanti sebbene tanto impetuosi quanto ingenui...il villaggio di cui stavano parlando, così unito e lontano dalle vecchie pratiche esisteva solo nei loro sogni a discapito di una realtà ancora molto più vicina al passato di quanto l'Accademia volesse far credere. Oto era diverso da tutti gli altri Paesi, sorretto da un equilibrio precario che portava la firma di un amministratore scellerato e un guardiano con smanie di conquista. Kato invece intervenne secondo una logica ben più chiara e apprezzata da parte dell'eliminatore; citare Febh stesso poteva essere un buon modo per riportarlo alla normalità e il controquesito posto era l'unica vera domanda di cui valesse la pena interessarsi in quel momento.

    " Qualcuno pensi ad un diversivo per coprire un eventuale attacco e iniziate a caricare qualche jutsu che richiede un elevato tempo di attivazione...non sappiamo ancora quello che ci aspetta. Yayoi, tu o Jinsentsu potete celarvi alla vista? Con il teletrasporto posso garantire un buon cambio di fronte, aggirando le lucertole, ma il movimento finale rimarrebbe a vostro carico. Febh ha sensi sopraffini, non si farà cogliere alla psrovvista facilmente, nemmeno se impegnato a difendersi da qualche bordata. "

    Disse sempre in maniera celata attraverso gli augricolari. Anche Harumi e Yukine presero parte al discorso, la prima cercando chiaramente di fare colpo sul suo "patrigno" permettendo che lo spirito del Nibi animasse un pelo le sue parole, e il secondo palesando il dubbio più grande che il vuoto causato dalla perdita del Nidaime aveva comportato: c'era una persona in grado di prendere le redini del villaggio? La risposta non poteva che essere affermativa sebbene a quel punto un ulteriore quesito, di ben più difficile risoluzione, doveva essere posto:

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    " La vera domanda è se Oto sia pronta per l'unico vero Leader in grado di riportarla in auge. "

    Aveva lanciato il sasso senza nascondere la mano; analizzare le risposte di tutti, Febh compreso, sarebbe risultato utilissimo qualora fossero usciti vivi da quel macello.



    CITAZIONE
    OT/ Scritto dal cell, al mare...mi perdonerete eventuali orrori di battitura XD /OT
     
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