Venerdì OteseFree, Competenze Generiche.

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    Non era un venerdì come gli altri soliti noiosi ad Oto. Quel giorno era speciale per un motivo molto semplice. Era la giornata del Mercato delle armi e dei Mestieri ad Oto. Una volta ogni tanto tutti gli artigiani, i fabbri, gli armaioli e tutte le altre professioni artigiane si ritrovavano nel capoluogo della regione per mettere in mostra le proprie creazioni, presentarle al pubblico e sperare di vendere quanto più possibile a mercanti, Ninja e criminali. Tuttavia Oto non era una benefattrice, e non agiva per il sociale. Il Villaggio del Suono chiedeva un pizzo, una tangente per dare la possibilità di avere uno spazio nel quale presentare le proprie creazioni e tra le varie dunque questo giorno ero interessato a richiedere in alternativa al pagamento alcuni servizi. Ma non avrei agito da solo. Nell'ottica di presentare il meglio di Oto al nuovo Chunin del Suono avrei invitato Tasaki a presentarsi nella piazza principale per condividere questa caratteristica del Villaggio.

    Una volta di fronte all'ex ronin mi limitai a presentare la situazione: - Tasaki, come vedi questi sono artigiani arrivati da tutti gli angoli del Paese del Riso, e non solo, per condividere e vendere le proprie creazioni e conoscenze. Per questo ti ho chiamato, oggi avevo intenzione di recuperare qualche lezione da un paio di Maestri alquanto famosi. Il primo è un esperto di veleni, mentre il secondo è fine artigiano abile nel costruire meccanismi. Posso fare in modo che alcuni servizi di questi artigiani ti vengano utili. Dimmi pure. -

     
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    Non capivo perché Kato mi avesse chiamato e non sapevo nulla del mercatino che si teneva a Oto di tanto in tanto. Il venerdì, sebbene non sembrava il solito a Oto, non conferiva a quel villaggio niente di buono... perché di buono non vi era assolutamente niente considerando la discarica nella quale mi ero ritrovato. In ogni caso feci il buon viso al cattivo gioco accettando di buon grado l'invito del chunin otese che mi aveva portato lì dopo avermi battuto in uno scontro che non potevo (forse) vincere. La giornata dei Mestieri e delle Armi mi piaceva e mi passionava, diciamocelo chiaramente. Anche perché vi avrei potuto trovare qualcosa che mi sarebbe piaciuto avere, appassionati di armi e di conoscenze segrete com'ero. Certo, le speranze di trovare quello che cercavo non erano affatto altissime, perché dubitavo delle capacità artigiane dei professionisti del Paese del Riso. Ciononostante, come potevo rifiutare l'invito di uno come Kato? Certo, speravo che non avesse idee strane in merito ai combattimenti o altre cose disonorevoli... come sarebbe stato al suo solito. Ovviamente accettai, trovandolo in mezzo alla folla di tutta quella gente che veniva, come diceva Kato stesso, fin lì per proporre i loro oggetti di vario genere. - «Perché mi hai portato qui? – Chiesi ascoltando poi la sua replica sugli artigiani. - «Ho dato un'occhiata alle bancarelle e non ho visto niente che fosse interessante,» – risposi poi accennando alla scarsa e bassissima qualità degli articoli che c'erano in vendita. In ogni caso, continuai ad ascoltare il discorso di Kato e mentre quello parlava il mio viso si faceva via-via sempre più interessato. - «Veleni?» – chiesi con fare interessato. - «Sì, mi piacerebbe molto saper preparare i veleni,» – gli confessai in un modo estremamente interessato. In effetti veleni li usavo davvero tantissimo: in combattimento servivano come poche altre cose. - «D'accordo Kato, ma non ho molti soldi con me. Quanto costano i servizi di questi signori?» – Chiesi mettendo mano sul portamonete. Alla fine dei conti, ero disposto a imparare qualcosa di buono sui veleni, ma non se quel signore di cui Kato parlava mi avesse chiesto troppi soldi: dovevo risparmiare fino a guadagnare altri soldi per me.





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    Scoppiai in una fragorosa risata: - Pagare dei servizi? Noi? Ninja di Oto ad Oto? Sei completamente fuori strada, Tasaki. - appoggiando una mano sulla spalla dell'ex ronin mi limitai a proferire qualche parola aggiuntiva: - Devi ancora ambientarti al Suono, ma sappi che in questo Villaggio molto dipende da quanto si vuole una cosa. Desideri un'arma? Rubala, se poi avrai la forza per tenertela otterrai il diritto di possederla. Lo stesso vale per questi mercanti e artigiani. Sono qui ad Oto per vendere le loro creazioni e noi in cambio otteniamo qualcosa. Generalmente sono soldi ma possono essere servizi. Possono trasferirci le loro conoscenze o la loro arte. Mi parli di veleni? Vieni con me. -

    E così mi avvicinai alla bancarella di Sadai Doku. Era conosciuto ad Oto per la sua notevole esperienza in fatto di veleni. E la sua postazione in quel mercato risaltava particolarmente in vista. Lo spazio che occupava era notevole rispetto al resto dei mercanti. Infatti la sua zona era divisa in due. La prima era la vera e propria bancarella con l'esposto, mentre dietro si sviluppava un grosso tendone bianco, ma dall'esterno non si riusciva a vedere nulla. Probabilmente si trattava del laboratorio – Buongiorno, Doku-sama. Le presento il Chunin Tasaki, brevemente... mi chiedeva se poteva apprendere la sua arte? Immagino sia possibile. - un no d'altro canto non era ammissibile e di conseguenza la risposta del Maestro fu istantanea, mostrando un leggero inchino, il vecchio uomo sulla cinquantina e dalla barba curata risposte: - Certo, assolutamente. Prego, mi segua. - e allargando il braccio verso l'entrata del tendone invitò Tasaki ad accedervi. Da parte mia invece mi limitai a dire le ultime due parole al mio collega: - Io mi dirigo verso l'altro artigiano, il Maestro Geniere. -

    Sadai Doku appena entrato nel tendone insieme a Tasaki scacciò il proprio assistente, un giovane dai lunghi capelli scuri e alquanto effeminato dal portamento che dimostrava: - Via! Vai al bancone, e sostituiscimi... ehm dunque signor. Chunin conoscere i veleni significa conoscere la chimica delle sostanze e di come esse interagiscono tra di loro. Ora non le chiederò di bilanciare una reazione o conoscere i più intimi legami elettronici tra i vari elementi... questo lo lasciamo ai veri esperti. Ma il primo passaggio fondamentale è sapere che le combinazioni giuste di macro sostanze, per esempio se un fiore o un fungo di base sono velenosi e quanto lo sono per gli esseri umani... e in particolare per voi Ninja, dotati di una resistenza tremendamente elevata. - A quel punto dunque proseguì: - La prima parte dei miei insegnamenti sarà teorica. Insieme ci metteremo a studiare e conoscere i vari ingredienti per costruire un vero veleno... prego! Mi segua. - E così Sadai Doku avrebbe fatto. Avrebbe seguito passo per passo Tasaki, ci sarebbero voluti giorni per insegnare la prima base per il Chunin. Doku avrebbe introdotto la conoscenza dei principali effetti tossici, delle erbe e dei fiori principali, di come il veleno poteva agire. In sostanza bisogna sfruttare la memoria, e ciò sarebbe avvenuto studiando vari volumi, utilizzando l'olfatto e la vista per riconoscere odori e forme. Un lavoro ripetitivo ma essenziale per raggiungere il passaggio successivo. Un lavoro duro ma imprescindibile.

     
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    In effetti le usanze e le tradizioni del Paese del Riso non mi erano chiare affatto. Ero uno di quelli abituati a pagare le cose che usavo. Ciononostate, quando Kato mi disse che avrei potuto imparare qualcosa aggratis, mi si illuminarono gli occhi: «Davvero?» – chiesi abbastanza incredulo. In effetti le cose non funzionavano affatto così nel mondo e se volevo una cosa era indubbio il fatto che dovevo pagarla quella cosa. Poi non che quel modo di fare tipico di Oto mi piacesse, anzi. E' che ormai mi ci stavo abituando. In ogni caso, non potevo semplicemente farmi scappare una simile opportunità e mi presentai dal signor Doku-sama, il Maestro dei Veleni, eccitato come prima di dare l'esame per diventare genin. Svolte tutte le presentazioni, Doku-sama mi prese come suo allievo, invitandomi a seguirlo fin dentro al suo negozio o quello che era. E così, mentre Kato scompariva per andare dal Mastro Geniere, io restavo, per così dire, da solo con una delle mie passioni più grandi. La conoscenza dell'assistente di Doku-sama non fu così piacevole. Ciononostante, cercai comunque di non farci caso. Alla fine dei conti, ben si sapeva che Oto non era come gli altri villaggi. Oto era davvero particolare e probabilmente tutti coloro che in quel venerdì otese ne approfittavano per vendere le loro cose, ne erano ben a conoscenza. L'unica cosa che feci presente a Doku-sama, fu il fatto che non ero propriamente un esterno a tutto ciò che riguarda il mondo della chimica. Tutt'altro. - «In realtà Doku-sama non sono propriamente un esterno al mondo della chimica e dei veleni. So bilanciare le reazioni, inoltre mi appassionato dei legami elettronici. Quello che mi manca è la conoscenza relativa al mondo dei veleni nella natura: da quali piante si estraggono? Come posso far interagire un veleno e un non veleno al fine di ottenere un veleno più potente? E se mischiassi due veleni?» – La mia poca pazienza era nota a tutti, ma se volevo apprendere il mondo dei veleni dovevo mettermi a studiare. E così feci: insieme a Sadai Doku cercai di svolgere tutta la fase teorica dedicata allo studio. E anche se la base teorica era lunga e forse noiosa, ce l'avrei messa tutta per apprendere. - «Hum? Belladonna dice? Pensavo che era solo curativa... Ah...Quindi se la facciamo reagire... ah... okey... Il veleno di serpente? Sì, credo che se lo facessimo reagire con una tossina paralizzante, potrebbe venire qualcosa di buono... Come?.. Ah sì, serve una reazione bilanciate che uniformi il veleno...» – Insomma, mi sarei rivelato un ottimo studente apprendendo a memoria vari nomi di piante e animali velenosi, i luoghi da dove potevo estrarre i veleni, come facevo a farli reagire creando dei veleni più potenti e come facevo a conservarli. La memoria, che mai m'ingannava, mi dava la possibilità di ricordarmi anche di numerosi effetti tossici delle erbe vicino a Oto e in altri Paesi del continente oltre che dei fiori principali (nonché dei funghi) che potevo usare proprio per tutto ciò che riguardava la creazione dei veleni di vario genere.
    Avrei ascoltato ogni singola parola, cercando di ricordarmi ogni singolo nome, ogni singolo effetto, ogni colore e ogni odore. Noioso? Forse, ma non per me. Era una delle poche cose che mi faceva emozionare e pensare a quello che avrei potuto creare.

    E Kato? Avrebbe raggiunto il Mastro Geniere senza problemi nonostante la folla per le strade tra le bancarella. Tuttavia, a differenzia mia che potei subito iniziare l'apprendimento, Kato avrebbe visto una scena, forse, insolita e normale al contempo: una persona incappucciata si sarebbe avvicinata alla bancarella del Mastro Geniere prima di Kato, rubando una borsa. Un secondo dopo Kato avrebbe sentito la voce del professionista: - «Aiutoooh! Mi ha rubato la borsa con gli attrezzi! Qualcuno lo prenda! Senza quegli attrezzi perdo tutto! Ogni cosa! AIUTO!» – Per dirla brevemente, insomma, il Maestro Geniere non avrebbe insegnato nulla a Kato se non avesse prima recuperato i suoi attrezzi. Come avrebbe potuto notare anche Kato, i movimenti del ladro non erano [velocissimi]Velocità: Energia Verde. Per questo raggiungere il ladro e prendere la borsa degli attrezzi del professionista non sarebbe stato difficilissimo. L'unico problema era la folla: come fare per prendere il ladro in mezzo a tutte quelle persone?
    Poco dopo aver visto quella scena, il Mastro si sarebbe rivolto proprio a Kato, vedendo l'unico ninja in mezzo a tutte quelle persone:
    «Per favore! Ti supplico! Riportami quella borsa con gli strumenti! Sono preziosissimi per me! Mi danno da mangiare! In compenso t'insegnerò tutto quello che so sui meccanismi, ma prendete quel ladro!»
    Allo Yotsuki la scelta su cosa fare.






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    Doku-sama udendo le prime parole di presentazione di Tasaki rimase alquanto contento. Anzi sul suo volto si scoprì una luce che da tempo era rimasta rimasta sopita. Da quanto non aveva ricevuto l'onore di addestrare Ninja? Di trasmettere le sue conoscenze a chi davvero poteva sfruttarle? Dunque non perse tempo e con ritrovata energia si dilungò senza freni nella spiegazione teorica. Non solo, notò fin da subito l'interesse del Chunin nelle sue spiegazioni e con ciò il tutto fu più semplice. Si creò una sorta di intesa tra maestro e discente. E così nei giorni successivi le lezioni teoriche volarono, letteralmente, e le conoscenze sul mondo delle tossine e sugli effetti tossici di ingredienti, molecole e sostanze venne sostanzialmente appresa da Tasaki.

    A quel punto Doku-sama iniziò a spiegare al Chunin la seconda parte della sua arte: - Tasaki, ora che hai imparato le teoria devi apprendere ovviamente la pratica e con ciò intendo le conoscenze necessarie per creare i veleni. Perciò iniziamo dalle basi... per ottenere un effetto tossico è necessario utilizzare uno degli elementi, ricavati dalle sostanze, che ti ho elencato e che hai imparato. E' chiaro che non è sufficiente mescolare un elemento con un altro per ottenere l'effetto voluto. Dovrai utilizzare determinati strumenti e precise percentuali di peso per migliorare e portare al massimo l'effetto venefico. - a quel punto dunque Doku-sama prese i vari alambicchi, bilance, contenitori e vasi. Muovendosi come se fosse quasi un gesto naturale riunì, mescolò e compose varie sostanze tra di loro – Vedi, ora è diventata una micella! - continuò – Oppure mi raccomando mai gettare l'acqua nell'olio bollente! - e così avrebbe proseguito. Sostanzialmente avrebbe insegnato a Tasaki tutto il sapere basilare per essere in grado di creare un veleno convenzionale. Ci sarebbe voluta una settimana, chiaramente con il mio permesso di continuare a mantenere attiva e in piazza la propria bancarella. Terminato il periodo di addestramento Doku-sama avrebbe chiesto a Tasaki una prova di quanto appreso: - Bene, ora produci tu stesso un veleno! Sarò curioso di vedere il risultato! - [Nota per Leopolis]Per evidenti necessità di narrazione i nostri eventi si svilupperanno per il momento con tempistiche diverse!


    Le grida di aiuto richiamarono subito la mia attenzione, proprio perché stavano provenendo direttamente dalla direzione verso cui stavo proseguendo. Scrollai la testa, limitandomi a pensare che si trattasse di un banale furto in pieno stile otese, tuttavia quando mi avvicinai verso la fonte mi accorsi che il derubato non era altro che il Maestro Geniere, la persona a cui volevo proprio chiedere il favore di istruirmi sulle sue arti. Sbuffai, e sconsolato inizia a muovermi verso il ladro; dopo aver udito la richiesta dell'uomo. In un attimo evocai il Maestro e ordinai alla mia evocazione di seguire il fuggitivo, saltando sul suo dorso. Non avrei dubitato sulla mia scelta di azione. Il Maestro, grazie alla sua acuta vista e al fatto che si stagliava sulla folla, avrebbe avuto altissime probabilità di individuare il ladro. Sarei rimasto dunque in groppa sulla mia evocazione, correndo al massimo della velocità che il Corvo riusciva ad esprimere. Appena avrei rilevato il rapinatore con i miei sensi avrei eseguito, una volta giunto a distanza sufficiente, la mia Nota AssordanteAmplificatore di Suoni, Raggio 15 metri.


    Nota Assordante
    Villaggio: Oto
    Posizioni Magiche: Nessuna (0)
    L'utilizzatore può creare un rumore costante che assordi tutti gli avversari presenti entro 3 metri. Causa Intralcio Medio e riduce di mezza leggera la vitalità ogni round. Se utilizzato un amplificatore di Suoni, il raggio d'azione è 15 metri anziché 3 metri. La Velocità della propagazione del suono è pari alla Concentrazione dell'utilizzatore. È necessario produrre rumori per attivare tale tecnica. Mantenere la tecnica richiede uno slot tecnica.
    Tipo: Ninjutsu - Ninpou
    Sottotipo: Emissione
    (Consumo: Mediobasso / Mantenimento: ½ Basso ogni vittima)
    [Da genin in su]
    così da rallentarlo e subito dopo avrei lanciato una bolasForza: 675


    Bolas [Distanza]
    Si tratta di un semplice caccio di cuoio alle cui estremità sono presenti due sferette di metallo pesanti che fanno da contrappeso. Quest'arma, per quanto inoffensiva, può legare l'avversario o immobilizzarlo: può causare Intralcio Medio. Non può essere utilizzato entro 3 metri il proprio obiettivo e non oltre i 15 metri.
    Tipo: Da Mano - Immobilizzo
    Dimensione: Media
    Quantità: 1
    (Potenza: 1 | Durezza: 2 | Crediti: 20)
    [Da genin in su]
    nella sua direzione. Avrei lanciato l'arma in modo tale da intrappolare le sue gambe in una morsa difficilmente evitabile. Se fossi riuscito a bloccarlo mi sarei limitato a scendere dal Corvo e riprendendomi i strumenti trafugati mi sarei limitato a mandare un avviso molto chiaro al ladro: - Se ti becco un'altra volta il corpo sparirà dal continente. - una minaccia molto vaga, ma alquanto concreta. Successivamente sarei tornato dal Maestro Genieri: - Ecco a lei, i suoi strumenti. In segno di riconoscimento non mi ringrazi, mi insegni le sue abilità. Sono qui per imparare la sua arte. -

     
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    Doku-sama, come lo chiamava Kato, mi piaceva alquanto. Era un vero e proprio professionista del suo settore: sapeva quello che faceva e, cosa ancora più importante, lo faceva davvero bene. A me piaceva studiare i veleni con lui. A lui piaceva insegnarmi qualcosa delle tante conoscenze che aveva. Eravamo come se l'uno fatto per l'altro, o quasi. Certo, dovetti compiere un lungo tragitto relativo ai veleni vari. Volevo imparare quanto più possibile profondamennte, in modo da capirne davvero di più. La teoria, però, non era altro che teoria, mentre la pratica era tutt'altra cosa e Doku-sama me lo fece capire in un modo straordinariamente semplice facendomi praticamente inghiottire quello che potevo a tutti gli effetti considerare come una solida e forte realtà. In effetti, i veleni mi sarebbero serviti davvero un sacco da lì a poco, considerando anche la loro enorme utilità in battaglia. Quando invece arrivò il tempo di passare dalla teoria alla pratica, fu l'insegnante stesso a comunicarmelo spingendomi, per l'appunto, a mettere insieme le due cose al fine di ottenere ciò che desideravo maggiormente: un veleno di mia stessa produzione. Non era male come idea, no? Ovviamente, per ottenere quello che volevo sarei dovuto mettermici seriamente d'impegno. Non c'erano altre strade più semplici da percorrere. Tutt'altro: stava tutto proprio nella produzione dei vari veleni di questo genere, nella pratica. - «Va bene,» – gli dissi. - «Ma mi permetta di raccogliere tutto il necessario prima di procedere oltre.» – Le tossine con le quali volevo realizzare il mio veleno non erano né poche, né tantomeno facilmente reperibili. Per dirla brevemente, quindi, sarei dovuto andarle a cercare per tutto il Paese del Riso. E anche questo non era facile: mi serviva tempo. - «Mi dia un paio di giorni,» – dissi al Maestro dei veleni. La cosa mi portò via ben più di qualche giorno a dire il vero, ma raccolsi proprio tutto ciò di cui avevo bisogno: la tossina di una pianta che cresceva nei pressi del Bosco dei Sussurri, il veleno di un serpente che abitava nei pressi delle colline a nord del Paese, oltre che i vari ingredienti di supporto. Tutto ciò mi servì in seguito, quando passammo finalmente dalla teoria alla pratica.

    Mi ritrovai nell'officina del Maestro dei Veleni come se fossi in ciò che si può a tutti gli effetti considerare come un vero e proprio laboratorio, per giunti di quelli parecchio grandi e con vari strumenti annessi. Usai tutti gli ingredienti che avevo raccolto in una maniera consecutiva: prima il veleno più forte, a cui non aggiunsi l'olio, proprio come mi aveva suggerito di fare il Maestro. La preparazione tutta, compresa la raccolta degli ingredienti, mi portò via non poco tempo. Alla fine però chiamai il Maestro con fare pieno di pathos: «Ho fatto il mio primo capolavoro, Doku-sama. – Dissi presentandogli un liquido dal colore violaceo. Un semplicemente liquido che però conteneva delle tossine in grado d'intorpidire chiunque: tutto ciò che serviva era semplicemente entrare in circolo. - «Allora? Cosa ne dice? E potrebbe consigliarmi anche come rendere questo veleno una specie di gas?»

    [...]



    Kato, come previsto, usò il suo mix di abilità per riuscire a raggiungere il ladro, bloccarlo e prendergli quello che aveva rubato al Mastro Geniere. Quest'ultimo fu particolarmente felice di vedere la sua borsa con gli attrezzi, tanto da ascoltare Kato con un sorriso sulle labbra. L'unica smorfia che fece fu alla parola "Arte": - «La mia non è un'arte signor... » – quella pausa evidentemente serviva per capire il nome del nuovo ninja arrivato. - «La mia è pura logica e razionalità: un'antica scienza degli ingranaggi, della meccanica e della fisica. Se vuole padroneggiare ciò che chiama Arte, ma che è Scienza, la aiuterò senz'altro a farlo. Ma dovrà prepararsi a uno studio intenso e prolungato. Dovrà padroneggiare tutte le conoscenze relative agli ingranaggi. Dovrà capire perché si tende un arco e come funziona una balestra. Si ritroverà immerso nelle formule, equazioni e calcoli che la faranno impazziare. I meccanismi sono solo matematica e logica. Allora, lo vuole comunque seguire questo percorso?» – Se Kato avesse comunque accettato, conscio delle difficoltà che lo attendevano (oppure forse inconscio delle stesse), il Mastro Geniere gli avrebbe fatto cenno di seguirlo fin dentro non alla tenda vicino al mercato (dove invece avrebbe lasciato un proprio sottoposto a vendere le cose), ma persino fino a una delle case che si affacciavano sulla strada principale di Oto, una di quelle che aveva preso in affitto. Lì Kato avrebbe trovato numerosi libri relativi alle scienze naturali: Fisica, Meccanica, Algebra, Geometria, Trigonometria e molto altro ancora. - «La scienza inizia dallo studio,» – avrebbe allora esclamato il signore facendo cenne a Kato di sedersi dinnanzia alla scrivania e studiare, studiare e studiare ancora. - «Le consiglio d'iniziare dalla meccanica. Se non le sarà chiaro qualcosa, resterò qui soprattutto per aiutarle con i calcoli.» – In effetti nei libri Kato avrebbe trovato non solo molta teoria, ma anche tantissimi compiti da svolgere. Doveva risolvere numerose equazioni, trovare varie soluzioni ai problemi dell'alta matematica e così via. Tutto questo insomma avrebbe richiesto tempo, tanto tempo. La nota positiva era che il Maestro Geniere rimase sempre con lui, suggerendo cose come: «Aha, sì... questa è una funzione semplice... Aha... Qui è l'equazione di 2° grado... No, sono gli integrali che deve fare... Nono... le derivate qui... Qui si può approssimare signor Kato... Nono, la vede, questa è tensione... Se la ricorda ancora la formula per calcolare l'energia cinetica di un corpo in moto?» – E così via. Avrebbe smesso solo quando Kato fosse stato in grado di risolvere da solo i più difficili problemi di tutte le scienze citate.
    Non prima.






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    Il Maestro Doku-sama seguì con attenzione certosina l'apprendimento e la pratica di Tasaki Moyo. E fu durante uno dei giorni di pratica che spostando i vari alambicchi che tra i due vi fu uno scambio decisamente insolito. Infatti passando uno dei strumenti a Tasaki il Maestro Doku-sama finì per sfiorare la mano del Chunin otese. Fu questione di un attimo che il Maestro dei veleni divenne paonazzo in volto e cambiò il più velocemente possibile argomento: - Ah ecco, vedi Tasaki... devi stare attento a quella cosa. - insomma si poteva dire che il Maestro Doku non sarebbe stato dimenticato molto in fretta da Tasaki.

    Dopo diverso tempo comunque il Maestro finalmente si confrontò con i risultati raggiunti dall'allievo e quando analizzò il veleno prodotto dal Chunin sul suo volto si poté leggere una punta di orgoglio: - Bravissimo Tasaki! Hai ottenuto un risultato eccellente, sotto ogni punto di vista. Dunque per il discorso del gas è sufficiente agire in questo modo... - un ultima lezione di fatto che preluse al compito finale: - Ora, Tasaki... prima di lasciarti andare come allievo ti chiedo l'ultimo compito. L'ultima prova, quella definitiva... assoluta. Dovrai provare il veleno su qualcuno... per tastare effettivamente la sua efficacia. Fai un giro ai Vicoli di Oto. Credo che troverai più di una occasione. -

    Se Tasaki avesse accettato la proposta probabilmente per la sua prima volta si sarebbe diretto nei Vicoli di Oto. Per la prima volta avrebbe incrociato quanto di peggio, o di meglio (a seconda dei punti di vista), il Villaggio del Suono poteva offrire. Mendicanti, persone dallo sguardo distrutto dalla droga o dalla prostituzione, poveri e malati affollavano quelle luride stradine. Tasaki avrebbe scoperto il lato più oscuro del Villaggio, quello dove la malavita poteva agire liberamente. Trafficare senza problemi. Il posto dove era nato Mani d'Oro, dove erano nate le Asce... e molte altre bande criminali.

    Ad un certo punto durante il suo percorso avrebbe assistito ad una scena disgustosa, e terribilmente sconfortante per un Ninja del calibro di Tasaki. Nel buio di un vincolo quattro uomini stavano importunando, se non molestando una donna. Lei gridava aiuto, ma nessuno poteva darle una mano. I suoi vestiti erano strappati, mostrando la nuda pelle. Ancora pochi secondi e la situazione sarebbe degenerata in un qualcosa di irrersibile. Come si sarebbe comportato il Ronin? [Nota QM]Ti trovi a circa 15 metri. Ci sono 4 uomini, tutti armati e alquanto loschi. Agisci come preferisci.


    Ascoltai con il massimo interesse le parole del Maestro Geniere e onestamente quando mi mise di fronte a ciò che mi sarebbe aspettato tentennai per qualche secondo. Sarei stato in grado di sopportare una tale quantità di studio? Sorrisi rispondendo al contempo all'uomo: - Non c'è problema. Mi impegnerò al massimo. Se posso chiedere... come posso chiamarla? Comunque inizio già da ora. - E così avrei sfruttato niente altro che la stratagemma più furbo che potessi mettere in atto. Utilizzando la Kage Bushin mi sarei diviso in quattro copie e ciascuna di essa, me compreso, si sarebbe messa davanti ai libri. Ogni copia avrebbe dato il massimo per imparare quante più nozioni possibili, fin tanto che non sarebbe bastato al Maestro Geniere. Certo sarebbe stato un bel bagno di umiltà perché molto semplicemente mi reputavo (e sicuramente lo ero) un vero ignorante nelle materie scientifiche. Non sapevo nulla di matematica, o di geometria o di come funzionavano effettivamente i meccanismi. Di conseguenza io, e le mie copie, ci saremmo esercitati il più possibile.

     
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    Quell'accenno e l'espressione di Doku-sama non lo compresi nemmeno un po' a dire il vero, ma poco importava. In effetti ero duro di comprendonio, soprattutto quando mi concentravo intensamente per fare qualcosa. Non feci nemmeno caso all'espressione di Doku-sama in volto. - «D'accordo,» – dissi solamento non riuscendo a comprendere ben-bene qual'era quella "cosa" di cui parlava. D'altro canto, molto più interessante era il discorso relativo ai veleni in forma aerea. Difatti, molti ninja erano ben protetti e toccarli o graffiarli sarebbe stato decisamente difficile. Tutti, però, respiravano. E per questo avrei fatto un'attenzione ancora maggiore a tutto ciò che riguarda i veleni da inalazione. A tutto questo, - che mi sembrava essere più che sufficiente, - si aggiunge anche la lezione finale che Doku-sama mi diede. Che lezione finale era? Non osavo nemmeno pensarlo, ma si rivelò più interessante del previsto e soprattutto utile per Oto. Dovevo, difatti, semplicemente provare i veleni di mia creazione sulla feccia locale cercando così di capire se funzionavano per davvero (e in teoria dovevano farlo), oppure no. -«Sì, senza alcun problema.» – Alla fine dei conti, se volevo per davvero fondare il corpo di polizia di Oto, dovevo iniziare dai luoghi meno indicati. Quelli in cui la crminalità era davvero tanta; in cui serviva una bella ripulita. I vicoli di Oto erano il luogo perfetto per testare ogni sorta di veleno, anche quello più macabro, sulla feccia umana.

    Proprio per questo mi presentai nei vicoli di Oto munito non solo dei miei veleni inalanti-semiparalizzanti, ma anche con tutte le mie armi al seguito, oltre che un'espressione felice stampata sul viso. Del resto, massacrare i criminali era il mio lavoro, no? Per fortuna ci fu l'occasione di farlo praticamente subito, non appena vidi come 4 molestatori cercavano di strappare i vestiti da una donna. - "Dov'è rivolta l'attenzione di Febh Yakushi?" - Pensai avvicinandomi, senza ancora estrarre le mie spade. Difatti, dove pur dare loro l'occasione di redimersi, no? Sfruttare quel tempo per [capire] Percezione del Chakra [0]
    Speciale: L'utilizzatore può vedere il colore del chakra di una persona osservata. L'utilizzatore può scoprire alcuni aspetti del chakra: impronte possedute; alterazioni da tonici, droghe, tecniche speciali, possessioni e simili; quantità approssimata della riserva. [Da chunin in su]
    chi c'era davanti a me: la quantità di chakra, l'impronta e così via.

    Solo a quel punto avrei dato loro la possibilità di redenzione. Perché lo facevo? Beh, credevo che tutti potessero avere diritto a una seconda chance. - «Facciamo così,» – iniziai, - «voi ora lasciare stare quella donna, vi stendete a terra con le mani bene in vista, io vi lego e vi porto nelle Prigioni di Oto dove sarete puniti per quello che avete appena cercato di fare. Nel caso di una risposta negativa, la vostra finirà qui e oggi.» – Insomma, ero stato chiaro. Avrebbero saputo cogliere quella mia proposta?

    [...]



    «Bene ragazzo! Bene! Chiamami Satoru!» – disse il Mastro Geniere alla vista di quelle copie che apprendevano i vari concetti delle scienze naturali per conto di Kato. - «Prova a creare altre copie del genere Kato! Così velocizzerai l'apprendimento ancora di più, no?» – Alla fine dei conti era una soluzione interessante quella e anche se Kato, forse, non aveva alcun talento nelle arti matematiche e nelle scienze naturali precise in generale, aveva comunque un cervello che sembrava usare bene: trovava le soluzioni che gli servivano senza problemi. Satoru osservò tutto quello con un sorrisino e lo aiutò quando serviva farlo, proprio come aveva detto. Anche grazie alle copie, Kato riuscì ad apprendere molto, moltissimo, già in una settimana. Ce ne volle un'altra, però, affinché riuscisse a padroneggiare benissimo la Fisica e la Meccanica, le due principali discipline che servivano per la produzione dei meccanismi. - «Ah sì... vedo che hai risolto bene questo problema... la curva... sì... l'equazione... nono tutto torna. Ti ricordi di cos'è la Forza, no? Ecco la tensione qui dev'essere un po' più grande, ma in genere è comunque a un livello ottimale. » – L'apprendimento di Kato non si sarebbe fermato nemmeno a pranzo o a cena, dove Satoru gli avrebbe fornito diverse altre nozioni molto utili, perché relative alla sua stessa esperienza. - «Eh, una volta ho sbagliato a calcolare l'energia cinetica che avrebbe avuto un corpo sparato dalla balestra. Fatto sta che quella freccia si rivelò troppo pesante per la balestra che avevo realizzato e non percorse nemmeno dieci metri prima di cadere hahaha... Il cliente non mi pagò... E un'altra volta ho sbagliato a calcolare la profondità di un'incastonatura nella spada di un cliente e semplicemente l'intero meccanismo non si incastrò bene per colpa di un pendolo... Ecco, devi sempre fare attenzioni ai moti oscillatori dei pendoli e all'energia cinetica, perché sono concetti molto importanti nel nostro lavoro.» – Infine, come per me, anche per Kato sarebbe arrivato il momento della messa in pratica. - «Bene, vieni con me.» – Satoru lo avrebbe portato in un'officina situata proprio nella casa presa in affitto a Oto. Lì Kato avrebbe trovato diversi strumenti utili al lavoro. - «Ecco qui. Sono i miei strumenti, quelli che mi hai riportato. E hai anche il metallo, i bulloni, le viti... Insomma, qui c'è tutto quello che ti potrebbe servire. Forza, realizza qualcosa... Mostrami sul piano pratico cos'è che ti ha dato la teoria.» – La missione era chiara, no? Realizzare un meccanismo. Kato avrebbe avuto tutto il tempo che desiderava e tutto ciò che gli serviva per riuscirci.
    Il resto era una questione di Arte.
    O di scienza.









    Vitalità: 14 leggere
    Chakra: 60 bassi
    Chakra temporaneo: ///
    Equip.: Katana: 2/2 (nelle mani)
    Tonico di Recupero Medio: 2/2
    Tonico di Ripristino Medio: 2/2
    Shuriken Gigante: 1/1 (dietro la schiena)
    Veleno debilitante B2: 2 dosi su una katana, 2 sull'altra katana e 1 sul shuriken

    Status: ///

    Attese:

    Slot Azione:
    I – ///
    II – ///
    III – ///
    IV (Bonus Agilità) – ///

    Slot Difesa:
    I - ///
    II - ///
    III - ///

    Slot Tecnica:
    I – ///
    II – ///
    III (Bonus Intuito) – ///



    Slot Gratuito: ///
     
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    - Certo, Ninja di Oto. – e con quelle parole i quattro si allontanoro dalla donna in difficoltà, dirigendosi esattamente verso la stessa strada da dove era giunto Tasaki. Solo che passando a fianco del Chunin, praticamente a due metri, la situazione si sarebbe incredibilmente movimentata. Infatti ciascuno dei quattro avrebbe reagito con violenza e all'improvviso contro il Ninja, era una sorta di trappola! - Ai Vicoli di Oto non ci facciamo di certo mettere i piedi in testa da voi Ninja! - ed effettivamente era così. Nessuno Ninja di basso livello osava mettere piede in quelle strade malfamate, il pericolo di uscire scottati era decisamente alto.

    E così il quartetto avrebbe attaccato da più lati Tasaki, e in sequenze temporali staccate... dimostrando una certa esperienza. Il primo, il più possente, ma forse anche il più stupido avrebbe eseguito un fendente con una sorta di coltellaccio ad altezza dell'addome del Ninja [Attacco 1]Forza: 675, Velocità: 675. Potenza: 30 (arma paragonabile ad una Wakizashi). Il secondo, che nel frattempo si era portato al fianco destro del Ninja, invece avrebbe aspettato la fine dell'attacco del suo compagno, per estrarre poi la propria mannaia e tentare un fendente dall'alto al basso al centro della sua testa [Attacco 2]Forza: 500 Velocità: 700 Potenza: 30(simile ad una Wakizashi). Il terzo avrebbe a seguire eseguito un affondo con una sorta di uncino sul fianco sinistro, infatti si era mosso precedentemente per circondarlo [Attacco 3]Forza: 675, Velocità: 650. Potenza: 40 (paragonabile come dimensioni ad un tanto). Infine il quarto aspettando la conclusione dell'assalto dei suoi compagni avrebbe lanciato la propria arma, una specie di coltellaccio, ad altezza della testa di Tasaki [Attacco 4]Forza: 675. Potenza: 30 (simile ad un Kunai). Sarebbe riuscito a difendersi l'ex-Ronin? La donna nel frattempo avrebbe iniziato a gridare disperatamente, ancora più spaventata.

    Il tempo scorreva veloce, così come la fatica che si accumulava per me e le mie copie. Uno dei vantaggi di dividersi in così tanti Kato era quello di moltiplicare lo sforzo ma d'altra parte questo comportava nel momento stesso in cui richiamavo le Kage una ripercussione mentale notevole sul mio corpo, quello principale. Comunque ero ben consapevole dello sforzo che stavo portando avanti e tutto sommato mi rendevo conto che seppur con diverse difficoltà stavo imparando argomenti e nozioni che mai prima di allora avevo considerato di apprendere. I segreti che si celavano dietro ai meccanismi, al modo in cui ingranaggi interagivano tra di loro, era interessante. La mia curiosità venne poi ulteriormente spronata poiché il Maestro Satoru, un nome che richiamava un Ninja di Konoha di mia conoscenza, mi invitò ad applicarmi costruendo io stesso un meccanismo. Non ci pensai due volte: avrei dato il massimo!

    Questa volta mi sarei concentrato solo con me stesso, senza l'aiuto delle Kage superflue. La mia volontà di imparare i meccanismi era molto semplice. Volevo incrementare la potenza dei miei tirapugni e per farlo dovevo sfruttare qualcosa che rendeva ancora più letale quell'arma. Prendendo tutto il materiale che avevo a disposizione sperimentai, sbagliando e riprovando. Passai giorni interi, rivoli di sudore macchiarono il banco di lavoro e numerosi tentativi misero in serio pericolo la mia volontà di proseguire ma non mi calai d'animo e continuai fino a rendere concentrata l'idea di partenza. Avevo creato una sorta di sega, aggianciata sotto il filo del tirapugni. Bastava premere un piccolo meccanismo vicino al pollice per attivarla e creare una sorta di rotazione su se stessa. Un modo grezzo ma decisamente pratico per macinare e spezzare la carne. Avrei proposto quanto ottenuto al Maestro, con un fare decisamente soddisfatto. Il Maestro avrebbe valutato positivamente la mia opera?

     
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    Se mi aspettavo che quei tizi facessero come gli avevo detto dopo quel primo, apparente, passo incontro? Ovviamente no: da quando ero a Oto avevo imparato a conoscere gli abitanti del villaggio e sapevo che i Vicoli di Oto erano uno dei quartieri peggiori di tutti. Qui c'era la feccia della feccia: una zona completamente disastrata. Per questo capii anche che la reazione di certo non si sarebbe fatta aspettare. Per questo [attivai - ST1]Velocità: 550 + 2
    Riflessi 550 + 2
    Bestialità: +2 a Velocità, -2 a Resistenza
    9 Bassi di Chakra (-1 Medio)
    +4 tacche a CAP di ogni statistica primaria
    Intuito +2 tacche
    le mie capacità speciali estraendo anche le due spade quando ancora quei malviventi si trovavano sul cammino verso di me. Non fui, dunque, preso di sprovvista né rimasi particolarmente sorpreso quando ognuno di quei shinobi (o forse non erano propriamente dei shinobi, chi poteva saperlo mai?) si gettò contro di me. Il primo che estrasse la spada provò a colpirmi con un diretto fendente diretto verso il mio addome: con entrambe le spade nelle mani e i riflessi migliorati, non mi restò che [parare – SD1]Riflessi: 650 quel colpo antponendo le mie spade dinnanzi alla sua lama. L'altro, che si portò sul mio fianco destro, mi permise con quel suo spostamento di capire da dove sarebbe provenuto il colpo. Mi girai di scattò, di nuovo [anteponendo - SD2]Riflessi: 550 + 2 (TS) + 4 (Assalto Bestiale) dinnanzi alla sua, deviandola con lo sforzo di entrambe le mie katane. Lo stesso avvenne poco dopo, quando roteavo intorno al mio asse come una trottola cercando di parare/deviare tutti loro attacchi. Semplicemente una delle mie katane andò a [anteponendo - SD3]Riflessi: 550 + 2 (TS) + 4 (Assalto Bestiale) contro una delle sue. Quello dopo, però, non lo riuscii a schivare e osservando che si muoveva verso la mia testa, più precisamente in direzione del visto, riuscii semplicemente a [creare - ST2]Creazione della Forma
    Villaggio: Generico
    Posizioni Magiche: Nessuna (0)
    L'utilizzatore può creare l'equipaggiamento [A Distanza], [Mischia], [Potenziamento] e [Protezioni] con il proprio chakra. Può creare equipaggiamento di una singola classe ogni utilizzo della tecnica; si può creare una singola [Protezione] per ogni slot tecnica. È possibile creare solo l'equipaggiamento di lista a cui si ha accesso o equipaggiamento posseduto dall'utilizzatore; non è possibile creare Competenze [Equipaggiamento]. L'equipaggiamento avrà potenzialità massime parigrado all'utilizzatore e potrà essere influenzata da altre tecniche come se fosse un normale equipaggiamento. L'equipaggiamento [Protezione] creato sarà in grado di proteggere dai ninjutsu esclusivamente nelle zone in cui interagisce con gli stessi: colpirli o pararli non ridurrà la potenza dell'intera tecnica ma solamente quella della zona colpita. L'equipaggiamento così creato dura per un singolo slot azione/difesa/tecnica in cui viene utilizzato, poi scompare.Tipo: Ninjutsu - Ninpou
    (Consumo: ½ Basso ogni 20 crediti )
    [Da chunin in su]
    una [maschera]Maschera [Protezione]
    Maschera che copre e protegge interamente il volto del suo utilizzatore, lasciando scoperti solo gli occhi. Può presentare decorazioni identificative.Tipo: Protezione - Supporto
    Dimensione: Mediopiccola
    (Potenza: 20 | Durezza: 3 | Crediti: 30)
    [Da chunin in su]
    sul mio volto. Fu quest'ultima ad attuire il colpo provocandmi comunque un notevole [danno]Taglio, medioleggera sulla guancia destra sulla guancia destra.

    Per un attimo rimasi sorpreso da quell'evento: forse avevo sottovalutato i miei nemici? Fu per questo che divenni immediatamente più concentrato e serio in volto, promettendomi di eliminarli [tutti e 4] Missione in Solitaria [0]
    Speciale: L'utilizzatore può affrontare più facilmente una missione se non ha alleati al suo fianco: ogni azione intrapresa è potenziata di 2 tacche in una statistica a scelta dell'utilizzatore al momento della scelta della missione. La missione non deve essere continuativa (come proteggere un obiettivo); il potenziamento non è applicabile per eventi collaterali la missione e non strettamente collegati.[Da chunin in su]

    Bonus a velocità
    . Subito dopo partii all'attacco, bruciando la distanza dal nemico più vicino [SGI] per colpirlo subito con entrambe le mie katane a una velocità piuttosto assurda. Il [doppio fendente – SA1]Velocità: 550 + 2 (TS) + 2 (Bestialità, malus a Forza) + 4 (Assalto Bestiale) + 3 (Impasto Basso) + 2 (Missione in Solitaria) = 875
    Forza: 450
    mirava a colpire il lato della sua testa, tagliandogliela in 3 parti: la superiore, la media e tutto quello che c'era giù. Se non fosse morto, avrei [continuato]SE non muore consumo tutti miei slot azione per ucciderlo, con colpi sempre a velocità 875 a colpirlo con le mie spade.

    SE, invece, fosse morto, avrei cominciato a colpire gli altri: per lo meno quei due che mi si erano avvicinati prima ed erano rimasta a distanza da corpo a corpo. Il primo colpo sarebbe arrivato verso il tizio che mi era più vicino, quello con l'uncino probabilmente (anche perché alla fine dei conti non era arretrato). Il colpo in questo caso sarebbe stato preceduto da una violentissima e velocissima finta, che gli avrebbe fatto pensare di un attacco doppio con le katane al suo polpaccio sinistro. [Finta] Proprio nel mentre, però, avrei modificato la traiettoria delle katane spingendole in alto verso un violento [doppio affondo - SA2]Velocità: 550 + 2 (TS) + 2 (Bestialità, malus a Forza) + 4 (Assalto Bestiale) + 3 (Impasto Basso) + 2 (Missione in Solitaria) = 875
    Forza: 450
    verso la base del suo collo, in modo da ucciderlo sul colpo. Se non fosse morto avrei continuato a [impensierirlo]SE non muore consumo tutti i miei slot azione per ucciderlo, con colpi sempre a velocità 875.

    SE, invece, fosse morto anche questo, avrei deposto le mie katane [SGI] per prendere lo Shuriken Gigante e lanciarlo verso quel coglione che poco prima mi aveva ferito. Il lancio sarebbe stato diretto verso il centro del petto di quest'ultimo a una velocità a dir poco [incredibile - SA3]
    Forza: 450 + 4 (Assalto Bestiale) + 4 (Impasto Mebio-Basso)
    . L'obiettivo era, ovviamente, quello di ferirlo in attesa del gran piatto finale.

    Con le mani libere, difatti, avrei preso una piccola capsula con il [veleno]
    Veleno Semiparalizzante (5 Dosi) [Veleno]
    Questo veleno è un gas incolore, ma con un forte odore. La somministrazione di 1 dose causa semiparalisi agli arti superiori e al busto per 2 round. La somministrazione di ulteriori 2 dosi entro 2 round alla prima somministrazione rende al vittima Paralizzata. La somministrazione di 5 dosi in 3 round aggiunge alla vittima il Dolore (DnT Medio). Una dose utilizzata crea una nube tossica pari a 1.5 metri di raggio.
    Tipo: Supporto/Veleno - 0
    Dimensione: Minuscola
    Quantità: 1
    (Potenza: 1 | Durezza: 1 | Crediti: 125)
    [Da jonin in su] )
    che avrei subito rotto [lanciandola – SA4 – Bonus Agilità]Uso veleno, tutte e 5 le dosi per terra. Ovviamente sarei subito [arretrato – ST3 – Bonus Intuito]Scatto Rapido
    Villaggio: Generico
    Posizioni Magiche: Nessuna (0)
    L'utilizzatore può scattare rapidamente verso una direzione, muovendosi della distanza concessa da uno slot azione. La velocità di spostamento è incrementata di 4 tacche.Tipo: Taijutsu -
    Sottotipo: Mossa
    (Consumo: Basso)
    [Da studente in su]
    scappando via da quella zona: con ben 5 unità di veleno usate sarebbe stato coperto un territorio pari a 7,5 di raggio, cioè 15 di diametro. Io, invece, mi sarei posizionato a una ventina di metri di distanza, osservando gli effetti di quel mio veleno incolore, ma con un fortissimo odore.

    Inoltre, anche su ogni mia lama e persino sul Shuriken Gigante c'era del veleno: quello che debilitava i riflessi.

    [...]



    Ma torniamo un attimo a Kato. Dopo un sacco di tempo di duro lavoro e studio delle oscillazioni dei pendoli meccanici, il ninja otese riuscì finalmente a dar vita al proprio meccanismo. - «Bene,» – commentò il vecchio prendendo un righello per misurare tutte le dimensioni di quella strana sega che Kato aveva agganciato poco sotto ai suoi tirapugni. - «Qui va bene... il meccanismo si attiva... qua fai attenzione che non s'incastri...» - Alla fine Satoru rimase abbastanza colpito da quell'invenzione di Kato, considerando che poteva fare davvero moltissimi danni e aggiungeva un qualcosa di abbastanza inaudito a un'arma che già di suo sembrava molto potente. - «Non dovrebbero esserci problemi. Alla fine dei conti mi sembra che tu abbia fatto bene i calcoli. L'unico problema che ci potrebbe essere è il tasto qui sotto,» – indicò Satoru. - «Non vorrei proprio che potesse incepparsi al momento meno opportuno. » – Fu Satoru a prendere un filo di olio di qualche genere e ce ne mise una pochissimissima quantità nel foro creato per il bottone che usciva. Grazie a quell'accorgimento il bottone non si sarebbe inceppato e la polvere non sarebbe entrata in quel foro.
    «Vogliamo provarlo sulla pratica?» – chiese Satoru? In caso di risposta affermativa avrebbe portato Kato in un'altra stanza mettendolo di fronte a un manichino fatto di una gelatina strana: un materiale sicuramente molto prezioso. - «Su, prova su quel manichino! Vedi quanto danni riesci a fare e magari così capirai anche cosa devi modificare per raggiungere un risultato migliore!» – Poi, dopo un po' di tempo, il Maestro dei Meccanismi aggiunse: - «Da te a questo punto vorrei due cose: prova a colpire il manichino più volte, per vedere se riesci a fare sempre la stessa entità di danni. Prova a colpirlo in modi diversi: montante, gancio, diretto, al viso, allo stomaco, al fianco e così via. Mentre l'altra cosa fu:» – Il Maestro Satoru si grattò la nuca, - «Vorrei anche che mi producessi un meccanismo da lancio. Riesci a realizzare una balestra personalizzata?» - Insomma, i compiti per Kato erano chiari.


    Vitalità: 14 leggere – 2 leggere (taglio sulla guancia)
    Chakra: 60 bassi – 3 Bassi (Attivazione TS) + 9 Bassi (Chakra Temporaneo) – 1 Basso (SD2 e 3) – 1 Basso (Creazione della Forma) – 1,5 Bassi (SA1) – 1,5 Bassi (SA2) – 2,5 Bassi (SA3) – 1 Basso (Scatto Rapido) = 58,5 Bassi

    Chakra temporaneo: ///

    Equip.: Katana: 2/2 (nelle mani)
    Tonico di Recupero Medio: 2/2
    Tonico di Ripristino Medio: 2/2
    Shuriken Gigante: 1/1 (dietro la schiena)
    Veleno debilitante B2: 2 dosi su una katana, 2 sull'altra katana e 1 sul shuriken

    Status: ///

    Attese:

    Slot Azione:
    I – Doppio Fendente
    II – Affondo
    III – Lanchio Shuriken
    IV (Bonus Agilità) – Uso veleno

    Slot Difesa:
    I - Parata
    II - Parata
    III - Parata

    Slot Tecnica:
    I – Attivazione TS
    II – Creazione della Forma
    III (Bonus Intuito) – Scatto rapido



    Slot Gratuito: ///
     
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    I Vicoli di Oto come presto scoprì Tasaki non erano di certo luoghi tranquilli, e nessuno di Oto con un minimo di senno ci entrava senza un buon motivo. Le persone infatti che abitavano quelle strade luride erano per lo più esseri infimi, malviventi e criminali. Tuttavia raramente vi era qualcuno in grado di usare il Chakra o abilità ninja. Infatti buona parte di essi per quanto pericolosi non disponeva di mezzi simili. Dunque Tasaki si trovò a fronteggiare quattro banditi abili nella lotta di quartiere ma decisamente inesperti nel confronto con uno Shinobi. Quindi il risultato fu abbastanza scontato, soprattutto quando il Chunin andò ad attivare la propria abilità speciale. Dopo aver incassato qualche brutto colpo l'Otese bruciò sulle tempistiche il primo avversario che non poté far altro che morire. Molto semplicemente la sua testa venne completamente staccata dal corpo, in seguito al fendete di Tasaki. Così come il secondo avversario. L'affondo sul collo trapassò da parte a parte colpendo la colonna vertebrale e uccidendo istantaneamente il bandito. Il terzo avversario, quello che aveva lanciato il coltello, venne coinvolto invero da un lancio di un gigantesco Shuriken che tuttavia riuscì a schivare all'ultimo grazie ai suoi riflessi sviluppati da infinite risse di quartiere, però poté fare ben poco contro l'assalto con il veleno. La tossina lo coinvolse direttamente costringendo a subirsi appieno gli effetti dannosi.

    Tasaki tuttavia non si occupò del quarto e ultimo avversario, quello al suo fianco destro con la mannaia. Ignorandolo completamente permise all'avversario di fuggire verso la donna. Il bandito infatti puntando la mannaia sul collo della vittima avrebbe minacciato Tasaki: - Bastardo, lasciaci andare! - il riferimento al suo compagno avvelenato sarebbe stato evidente – Oppure ucciderò questa donna! - Che fare dunque per il Ninja di Oto?


    Da parte mia invece mi trovavo in una situazione ben diversa, e decisamente più tranquilla. Il rapporto con il Maestro Geniere era ottimo, e stavo sempre più imparando nozioni utili. Quando andai a proporre la mia creazione rilevai una ottima impressione e questo mi rincuorò. Non stavo perdendo tempo! E tutt'altro nel momento stesso in cui mi chiese di provare direttamente il meccanismo scattai verso il manichino pronto a scaricare tutta la potenza del mio tirapugni, Rongusukai. Eseguii varie combinazioni di colpi, tutte da varie angolazioni e tutte quante attivando il meccanismo aggiuntivo che avevo inserito nel tirapugni. La differenza era notevole e di sicuro questo vantaggio mi avrebbe dato maggior sicurezza nel colpire gli avversari. Uno dei miei problemi infatti era il danno che andavo a produrre. Non era sufficiente, ma con quel meccanismo... potevo sicuramente colmare la lacuna.

    La richiesta successiva del Maestro Satoru fu molto specifica, e abbastanza distante da quelle che erano le mie preferenze. Tuttavia accettai l'incarico e di buona lena mi misi a lavorarci sopra. Questa volta sfruttai quattro Kage bushin per velocizzare il compito ricevuto. Non conoscevo così bene le balestre e i meccanismi ad essi associati. Infatti come avevo previsto commisi numerosi errori, e molte balestre finirono letteralmente buttate nel cestino per via della loro scarsa qualità. Tuttavia ci misi ore, giorni ma alla fine ottenni i primi risultati, le prime armi veramente funzionanti. Fu a quel punto, dopo molta fatica e sudore, che conclusi la mia prima balestra a ripetizione. Un'arma molto grezza, senza dubbio, ma allo stesso tempo funzionale – Ecco, il mio prototipo, Maestro Satoru. Mi dia la sua opinione -

     
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    In pratica ero riuscito a eliminare 2, - quasi 3, - malviventi grazie a quelle mie capacità potenziate. Cosa diavolo si aspettavano, dunque? Alla fine dei conti, non era stato così terribilmente difficile come potevo aspettarmi a prima vista... Le capacità di quei cosi, che non sapevo proprio come dovevo chiamarli, erano decisamente sopravvalutate se su 4 ne avevo eliminati 3 già dopo le prime battute di caccia. Valevano qualcosa sul mercato nero? Chissà-chissà... chi mai poteva saperlo? Di certo avrei comunque raccolto le loro teste e, forse, avrei provato a rivenderle ad Ame con uno solo scopo: ottenerci qualcosina in termini di Ryo. Ovviamente qualche calcolo lo feci male: l'ultimo rimasto, anziché permettermi di tagliare via la 3° testa uccidendo il 3° dei 4 malviventi prese in ostaggio la donna intimandomi di lasciarli andare. - «Va bene,» – feci spallucce rimettendo entrambe le mie katane nei foderi. - «Ma facciamo così: voi lasciate andare immediatamente quella donna senza se e senza ma. E che non le caschi un cappello dalla testa.» – Su quello ero estremamente categorico, come quelli potevano benissimo percepire dal tono della mia voce. - «Una volta che lascerete andare quella donna, vi dò la mia parola d'onore che non vi toccherò finché non vi vedrò di nuovo commettere qualche cosa illegale e infame.»

    La mia parola era SEMPRE una parola d'onore. Per questo, non appena il tizio avrebbe lasciato andare quella donna, le avrei chiesto se stesse bene osservando come il tizio che era riuscito a sopravvivere raccoglieva il suo compagno malmesso e si allontanava nei vicoli di Oto. - «Hai una casa? Una famiglia?» – Chiesi. Se avesse risposto che non aveva dove andare o cose del genere o che la sua casa era lì, in quel posto lurido, le avrei detto qualcosa tipo: - «Allora vieni con me.» – La mia famiglia non era ancora stata portata ad Ame, il che era un enorme problema per me. Ciononostante, la mia casa era praticamente libera e si trovava in una zona più o meno sicura di Oto: sarebbe stata decisamente più sicura lì che nel resto del villaggio.

    E SE il malvivente che restava avrebbe deciso di fare qualche follia? Tipo uccidere la donna o ferirla e scappare? A quel punto, ovviamente, se l'avrebbe vista con me. L'avrei [inseguito]
    Passi: 9 + 1 (impasto Basso)
    ovunque fosse andato, standogli dietro come se fossi una specie d'ombra. E, una volta che l'avrei raggiunto (e sarebbe successo senz'ombra di dubbio), se l'avrebbe vista con tutta la mia [furia]
    attacchi doppi con le due katane portati a velocità 875



    In qualunque caso fosse andata tutta quella storia, Kato Yotsuki avrebbe avuto da me una missiva. Per dargliela avrei usato uno dei miei Animali Esploratori, - un corvo della zona, - che con una lettera in mano avrebbe percorso la città in lungo e in largo cercando di trovare Kato. Considerando che ero un sensitivo, non avrei avuto problemi a riconoscere il suo colore di chakra, la sua impronta, non avrei avuto problemi, insomma, a fargli recapitare la missiva nel mentre io mi trovavo ancora ai Vicoli di Oto.

    [...]



    Il lavoro di Kato fu difficile e duraturo, proprio come aveva potuto immaginare. Lavorò sulla balestra per molto tempo e i suoi sforzi non erano affatto vani. Lo studio che aveva svolto si trasformabvano ora in un oggetto di grande praticità. Era un oggetto di quelli davvero degni di nota, che ogni ninja che combatteva a grande distanza avrebbe voluto avere con sé. Tentativi ed errori portarono alla fine dei conti verso la realizzazione di un'arma grezza, ma personalizzata. Arma che poteva essere migliorata con il tempo e l'esperienza. Il primo a provarla fu il Maestro Satoru stesso. «Il dardo è un po' sbalzata all'inizio. Credo che devi migliorare qui...» – gli indicò il punto in cui il dardo veniva caricato sul meccanismo. - «In generale però è accettabile. Ha percorso la distanza sufficiente... Certo, usandola in campo aperto bisognerà considerare anche le difficoltà del vento... Ma questo sarà il problema del tiratore.» – Con quella parole il Maestro Satoru mise la balestra al suo posto, prendendo un foglio segnandosi le varie migliorie che ci doveva apportare per renderla più stabile. - «Va bene... Credo che tu abbia appreso la mia arte. Hai altre domande? Suggerimenti?» – Se Kato le avesse avute, avrebbe potuto esporre tutto a Satoru. Altrimenti non vi restava niente da fare per lui nell'officina di Satoru.

    Tuttavia, quella giornata non sarebbe finita per lui così facilmente. Tutt'altro: uscendo dall'officina di Satoru e dirigendosi da qualche parte sarebbe stato senz'ombra di dubbio notato dal corvo che condivideva le percezioni di Tasaki. Il corvo gli si sarebbe poggiato delicatamente sulla spalla e Kato non avrebbe avuto molte difficoltà a vedere una piccolissima [pergamena]
    Caro Kato,
    dopo il nostro incontro al mercato sono finito nei Vicoli di Oto a testare i miei veleni di propria produzione. Sfortunatamente ho scoperto che la situazione criminale qui è disastrosa. Ho visto come 4 persone cercavano di violentare una donna alla luce del giorno. Ovviamente sono intervenuto e ora qui giacciono 2 corpi (gli altri 2 li ho lasciati andare). Ciononostante, sono estremamente deciso di cambiare lo stato delle cose qui. Per questo ti devo parlare subito e vorrei farlo qui.
    Scusa se ti ho distratto dalle tue facciande. Il tuo amico,
    Tasaki :)
    legata alla sua gambina sinistra. Non avrebbe avuto nemmeno molti problemi a slegarla e leggerla, oltre che notare la faccina finale.

    Ovviamente Kato poteva non venire o fare a meno di venirci. Ma se avesse deciso di venire, mi avrebbe trovato dov'ero, con quei due corpi uccisi, la donna che ormai era chissà dove (forse in casa mia) e tutto l'ambiente criminale della peggior sorte intorno a me. Ma avrebbe deciso di venire Kato?



    Vitalità: 14 leggere – 2 leggere (taglio sulla guancia)
    Chakra: 60 bassi – 3 Bassi (Attivazione TS) + 9 Bassi (Chakra Temporaneo) – 1 Basso (SD2 e 3) – 1 Basso (Creazione della Forma) – 1,5 Bassi (SA1) – 1,5 Bassi (SA2) – 2,5 Bassi (SA3) – 1 Basso (Scatto Rapido) = 58,5 Bassi

    Chakra temporaneo: ///

    Equip.: Katana: 2/2 (nelle mani)
    Tonico di Recupero Medio: 2/2
    Tonico di Ripristino Medio: 2/2
    Shuriken Gigante: 1/1 (dietro la schiena)
    Veleno debilitante B2: 2 dosi su una katana, 2 sull'altra katana e 1 sul shuriken

    Status: ///

    Attese:

    Slot Azione:
    I – ///
    II – ///
    III – ///
    IV (Bonus Agilità) – ///

    Slot Difesa:
    I - ///
    II - ///
    III - ///

    Slot Tecnica:
    I – ///
    II – ///
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    Le parole intimidatorie del bandito fecero effetto sul neo chunin Otese. Tasaki infatti rifoderando le katane macchiate del sangue dei malviventi si pose sul suo stesso livello e trattò per la vita della donna. Fu un'azione rischiosa ma alla fine davanti ad una morte sicura, visto il massacro appena perpetuato, decisero di fidarsi delle parole di Tasaki. Lasciando la donna dopo una decina di metri corsero letteralmente via, il più velocemente possibile lontano da quello scenario. Certo è che la promessa di perseguire una strada di legalità... Beh sarebbe stata una pura utopia. Nei vicoli di Oto regnava la legge del più forte, e la debolezza non era contemplata per nulla.

    Tasaki avvicinandosi comunque alla donna notò maggiormente i dettagli. In primo luogo non era una donna ma una ragazza appena matura, sebbene il suo sguardo mostrava i segni di chi ne aveva passate per più di una vita. Era dolorante e ferita in più parti, ma nonostante le condizioni pessime era un bella ragazza, capelli lunghi e dorati. Ascoltò con molta difficoltà le parole di Tasaki e rispondendo con sincerità pose davanti al chunin la sua situazione critica: - Ora sono morta... Signor Ninja, appena se ne andrà sarò alla mercé di chiunque. Sarò macchiata come la puttana dei Ninja.- tuttavia quando sentì le parole di Tasaki sull'accettarla a casa... Per la prima volta dopo molti anni di dolore sul suo viso si scorse un lampo di speranza - D-d-davvero? Non voglio crederci! Il mio nome è Kanede. Posso fare qualunque cosa domestica e soddisfarla per qualunque servizio vuole! Le sarò debitrice a vita! - quanto erano vere quelle parole. Avrebbe fatto qualunque cosa pur di uscire viva dai vicoli.

    Da canto mio con la produzione di quella balestra avevo di fatto concluso il mio percorso di apprendimento nell'arte dei meccanismi. O per meglio dire la scienza sulla costruzione di tali opere. Era stato un percorso intenso che mi aveva portato a valutare aspetti e materie che mai avevo preso in considerazione e alla fine quello che avevo portato a casa era un insieme di trucchetti per rendere i miei attacchi ancora più forti! Ringraziai il maestro chinandomi in segno di rispetto - La ringrazio Maestro Satoru. I suoi insegnamenti mi torneranno incredibilmente utili. Glielo posso assicurare! - e con quelle parole avrei lasciato il Maestro geniere alla sua normale attività.

    Passò giusto qualche giorno che durante la mia attività di sorveglianza alla mura ricevetti niente altro che un messaggio di Tasaki. L'avevo lasciato in mano al venditore di veleni ed era passato del tempo. Da parte mia avevo immaginato che il suo apprendistato si era concluso, tuttavia leggendo la missiva mi lasciai scappare un sorriso... Del resto ogni volta che un Ninja entrava nei vicoli non poteva succedere niente di buono.

    Mi diressi così verso il luogo indicato da Tasaki e nel momento stesso in cui varcai la soglia dei Vicoli una certa sensazione negativa. Arrivato a destinazione notai la presenza di Tasaki e dei due cadeveri ai suoi piedi. Il mio primo commento fu molto semplice: - Sei fortunato ad essere ancora vivo. Avrei scommesso sul fuoco che saresti stato accerchiato dagli amici dei tizi qui a riposo. Forza cambiamo almeno luogo, prima di trovarci in una situazione terribilmente peggiore. - Aggiornato sui fatti decisi di allonatarmi dai Vicoli per un motivo molto semplice: - Qualunque cosa tu abbia in mente Tasaki non la possiamo fare con questa donna. Se dobbiamo agire contro quei tizi dobbiamo farlo senza avere un peso morto dietro. Accompagnamola dove vuoi te, e poi discutiamo. Tanto nessuno andrà da nessuna parte. -

    Così una volta assicurata la vita, letterlamente, della ragazza discussi con Tasaki: - I Vicoli di Oto sono pericolosi, e l'ho imparato a mie spese fin da quando ero Genin. Tu sei arrivato dopo la Riunione di Oto, dopo l'assegnazione dei Sigilli Maledetti. Ecco, devi sapere che io, Hebiko, Kamine e altri Ninja abbiamo affrontato pericolose minacce per recuperare dei Sigilli che erano stati rubati sotto il naso di Febh! - continuai - Abbiamo affrontato nei Vicoli pericolosi banditi, uccidendo uno dei loro massimi capi, un certo Mani d'Oro delle Asce legato a doppio filo con Lord Goemon... uno dei capi di Ame. Con difficoltà siamo riusciti a cavarcela. Infine devi sapere che i Sigill sono stati assegnati dal Kokage durante la riunione. Non saprei dirti se ce ne sono di disponibili... ma il mio consiglio è quello di parlare con Diogene Mikawa e chiedere direttamente a lui. Infondo meriti decisamente un Sigillo anche te... rispetto ad altri Ninja di Oto di cui ne sono in possesso.- attesi qualche secondo - In ogni caso l'aggressione di banditi così forti non è un buon segno, è normale che ci sia una certa quantità di malviventi ma di certo non tanto forti da metterti in crisi. E' evidente che dobbiamo agire in qualche modo. All'epoca non era abbastanza potente, ma direi che è arrivato il momento di testare la mia crescita. Se ti va, possiamo muoverci nei Vicoli e cercare la tana di quei vermi. Magari se siamo fortunati troveremo anche il loro capo. Che ne pensi Tasaki? -


     
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    Ascoltai le parole della ragazza sinceramente dispiacendomi per la sua sorte. Cosa ci potevo fare io? Nulla. Ero l'ultimo arrivato in un villaggio in cui da troppo tutti non stavano facendo nulla per il bene del villaggio stesso. I sintomi della nullafacenza di Febh, il Kage e chissà altri erano proprio quelli: strade sporche, mafia ovunque, donne violentate e dispare, famiglie sul lastrico e nessun segno di positività. Quel villaggio era un vero e proprio concentrato di Caos: un posto pessimo e non potevo negarlo. - «Puttana dei ninja...» – dissi incazzato. - «Vivrai nella mia casa,» – "finché non viene mia sorella" – «come domestica. Io ti procurerò cibo e ti pagherò per il tuo lavoro. Potrai usare quei soldi come vuoi. Potrai anche licenziarti o andare dove vuoi tu quando avrai abbastanza ryo: sei una donna libera. In compenso ti chiedo di pulire la mia casa in modo che sia sempre ordinata e pulita... ed... uhm... ecco... uhm... non sono molto bravo ai fornelli...uhm... non è che... per caso... ehm... sai cucinare? E forse hai dei figli o una famiglia? Perché se li hai possono comunque venire con me.» – In ogni caso, se lei avesse accettato la mia proposta, l'avrei portata nella mia casa. Non era molto grande, ma avrebbe avuto una stanza tutta per sé e finalmente sarebbe stata lontana dai frutti della nullafacenza di Febh e del Kage.

    Solo dopo aver sistemato lei, mi sarei incontrato con Kato Yotsuki. Ovviamente, mi avrebbe incontrato proprio nei Vicoli di Oto, sul posto dove c'erano i due cadaveri. Prima ascoltai tutto, - ma completamente tutto, - il suo discorso. Parlava del fatto che ero fortunato a essere ancora vivo e che scommetteva che la prossima volta mi avrebbe visto accerchiato dagli amici del tizio che era membro della mafia locale. Ovviamente gli raccontai della donna (che ormai era bella nascosta nella mia casa) e su sua richiesta cambiammo luogo lasciando i due cadaveri per strada. L'unica cosa che gli chiesi mentre ci spostavamo fu: - «Va bene, ma poi dobbiamo almeno seppellirli. Anche coloro che hanno svolto una vita di crimini hanno il diritto a una degna sepoltura. » – A quel punto Kato mi si mise a raccontare su quanto erano pericolosi i Vicoli di Oto. Accennò ai Sigilli, a Hebiko che conoscevo, a Kamine che non conoscevo e al fatto che quei Sigilli a cui lo Yotsuki aveva accennato erano stati rubati a Febh: di quest'ultimo fatto non ero per niente sorpreso a dire il vero considerando che Febh mi sembrava decisamente poco attivo come persona. In ogni caso ascoltai il discorso sul fatto che avevano affrontato nei Vicoli dei pericolosi banditi uccidendo uno dei loro Boss chiamato Mani d'Oro delle Asce legato con Lord Goemon, al che semplicemente chiesi: - «Chi è?» – Ovviamente in riferimento a Lord Goemon, uno dei capi di Ame. Considerando che ero stato ad Ame, avrei dovuto conoscerlo eppure niente. Poi mi raccontò dei sigilli, della loro assegnazione, del Kokage (che sembrava tanto inattivo quanto Febh, se non di più) e del fatto che se volevo i sigilli dovevo parlare con Diogene. - «Non li voglio questi sigilli,» – dissi semplicemente. Infine, Kato addirittura mi anticipo' (che leggesse i miei pensieri?) dicendo che se mi andava potevamo andare a cercare la tana dei mafiosi dei vicoli. Solo quando egli terminò, fui invece io a parlare. - «Bene. Ti ho ascoltato. Ora però ascolta quello che ho da dirti. » – A quel punto avrei preso un bel respirto. - «Da quando sono arrivato a Oto, tutto ciò che ho visto è il Caos totale: uccisioni, stupri, massacri, rapine e quant'altro ancora. A essere sincero, c'era meno criminalità ad Ame che qui a Oto.» – Ed era vero. Ame, seppure fosse un villaggio di soli nukenin, veniva almeno un po' controllato da una grossa organizzazione criminale. A Oto, invece, l'autorità era assente del tutto e completamente. - «Le strade non sono pulite, l'aria sembra pesante, la gente comune ci sopravvive invece di vivere, Febh Yakushi non fa nulla, il Kokage non fa nulla e intanto le persone muoiono per via della completa mancanza dello Stato. Per giunta, mi sembra l'unico villaggio in cui la mafia sembra avere la meglio sul potere organizzato centrale. » – Se Kato fosse stato almeno un po' sveglio, avrebbe capito dove andavo a parare. - «Ovviamente non posso semplicemente restare a guardare mentre le donne vengono seviziate e i bambini uccisi. Per giunta, in tutto questo tempo non ho visto per strade di Oto nemmeno un poliziotto. Ti sembra normale come cosa?» – Infine, arrivò l'ultima parte del mio discorso: - «Faremo come dici. Ora andremo a cercare la tana di quei banditi. Tuttavia, non risolveremo niente a Oto se eliminiamo solo un paio di criminali tra tutti quelli che ci sono nei Vicoli di Oto... Sarà una goccia nell'oceano, mentre la gente comune di questo posto ha bisogno di una pulizia totale e completa, svolta con le maniere più radicale e crude possibili. Svolte alla radice. La gente del posto ha bisogno di essere protetta e difesa da coloro che sono in grado di farlo. Perciò ti chiedo, Kato Yotsuki, sei pronto a Dichiarare Guerra alla mafia di Oto? Sei pronto a ergerti a difesa dei più deboli? Pronto alla Guerra totale contro ogni genere di criminalità in questo posto?»







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    - Inumare quelle persone? No, non lo farò Tasaki. Tuttavia sei libero di agire come meglio credi, non ti impedirò... certo che non è razionale. E' una perdita di tempo, e poi serve da messaggio non credi? Attaccare un Ninja di Oto è follia. - così restai a guardare e ad attendere la decisione sul da farsi del Chunin, di certo non avrei fatto nulla a riguardo, se non quello di osservare divertito Tasaki scavare una fossa per quei disgraziati.

    Comunque dopo avere illustrato la situazione attuale di Oto, e in particolare dei Vicoli, rimasi alquanto sorpreso dalla reazione di Tasaki. In primo luogo il suo rifiuto netto anche solo di interessarsi ai Sigilli - E' un opportunità, anche per conoscere il Kokage. Pensaci. - poi iniziò con un lungo monologo. Discorsi che avevo già sentito... ma non di certo ad Oto. Parlò di ordine e polizia, dichiarò la sua ostilità alle persone che portavano il male al Villaggio. Insomma voleva rivoluzionare il sistema di Oto. La mia prima risposta fu tuttavia netta: - No, non ho alcuna intenzione, Tasaki. Ho già un incarico, sono il Guardiano delle Mura e devo difendere Oto. In ogni caso avrei rifiutato perché Oto... è così. Semplicemente malata. Puoi provare a cambiarla, certo. Io di sicuro non ti fermerò, infondo come dice Febh Yakushi Oto è il Villaggio nel quale realizzare i propri sogni, basta avere la forza per imporsi e portare a termine quanto desiderato. La mia opinione riguardo a tutto questo... - mi guardai attorno indicando lo sporco, il lerciume e la corruzione delle persone - E' che Oto è un costante banco di prova, curare la malattia che la colpisce significherebbe togliermi il divertimento e le occasioni per mettermi alla prova. Quindi sì, oggi ti aiuterò a combattere la malavita, ma bada bene: non perché sono interessato a fermarla ma perché è divertente distruggere crani, o staccare arti dalle persone malvage... - era innegabile, la mia mancanza di cuore stava a poco a poco influendo anche sul mio carattere e sul modo in cui prendevo la realtà - ... quindi certo, chiamami quando avrai bisogno di una mano. Sarò sempre disponibile per del sano divertimento...IhIhIhIh .- una risata inquietante concluse il mio discorso.

    A quel punto se Tasaki avesse accettato le mie condizioni ci saremmo diretti verso la base dei tizi che avevano assaltato il Chunin, fermandoci però dietro all'angolo che dava direttamente sul luogo: - Se mi chiedi come faccio a sapere che loro si trovano direttamente qui... devi ringraziare la mia evocazioni e i miei contatti. Facendo giusto qualche domanda qua e là, e lasciando andare qualche soldo so per certo che la coppia di malviventi che hai lasciato scappare sono arrivati fino a qui e quasi sicuramente sono all'interno di quell'edificio a leccarsi le ferite. - la struttura era praticamente abbandonata, si poteva entrare sia dalla porta principale che da quella sul retro. Si disponeva su vari piani, tre in totale - Tuttavia mi hanno detto che esistono diversi piani interrati, era un magazzino di alimentari inzialmente e quindi è poco ma sicuro che avranno qualche cantina o zona sotto terra. Io mi muovo verso i piani superiori. A te lascio i sotterenai, se non lo sai ancora sotto Oto esiste un labirinto praticamente infinito di cunicoli e gallerie. Sarà una bella gita per te, in una zona nuova e divertente. -

    E così Tasaki entrando al piano terra non avrebbe incrociato nessuno. Il piano era vuoto, tuttavia le scale che portavano al sottosuolo erano ancora ben visibili in mezzo a banconi abbandonati e tonnellate di polvere. Se avesse deciso di scendere si sarebbe trovato a percorrere una galleria alquanto angusta, la muffa era presente praticamente ovunque e rendeva l'aria incredibilmente pesante. Al termine di quellla galleria, alquanto poco illuminata, avrebbe scorto una luce debole provenire da una delle stanze poste alla fine del suo percorso. Utilizzando le sue capacità avrebbe sicuramente individuato delle persone, due per l'esattezza. Entrambe in silenzio, ma vigili. Erano forse di guardia? A Tasaki il compito di appronfondire.

     
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