Una questione d'amore

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  1. leopolis
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    Ore 12.00-12.40 – Secondo piano
    Quella banca era piena di sorprese e l'iconico duo composto dalla ragazza sunese e dal tizio otese, lo aveva capito molto presto. Una banca insolita, in cui il signor Iwata aveva depositato del denaro e in cui ora trovava molta fatica per riprenderselo. I sentimenti dei due bambini giunti dinnanzi a quello sgabuzzino erano facilmente comprensibili, ma non potevano fare nulla, se non cercare un'altra strada. Del resto, strappare a vuoto i fogli dei giornali cercando chissà cosa non avrebbe dato alcun risultato. Non vi era nulla, se non delle pareti con della vernice sopra e la vernice non era poi tanto fresca come avrebbero voluto. Prendendo la vernice e gli attrezzi per pittare le pareti, Yukine non avrebbe trovato alcun ostacolo che gli impedisse di farlo e sarebbe riuscito nell'intento per una buona mezz'oretta. Avrebbe potuto pittare il muro davanti alla porta, quello vicino alla porta e così via. In tutto questo da sotto arrivavano dei rumori abbastanza strani: tipo delle scimmie che facevano un gran chiasso e la folla che stava facendo un gran baccano. Di sicuro un'occupazione molto migliore, quella di pittare la parete, invece che ritrovarsi in mezzo a quel casino di sotto.

    Ore 12.00-12.45 – Primo piano
    La giornata di Saru poteva dirsi molto più movimentata di quella di Yukine e della piccola Nekki rimasti, per qualche strano motivo, bloccati al piano di sopra. Difatti, la folla inferocita avrebbe continuato a gridare senza curarsi della ragazza e delle sue parole. La ragazza, però, non era di certo una sempliciotta qualsiasi. Tutt'altro! Bloccò acchiappando entrambe le mani dell'uomo che aveva osato dirle di muoversi. In effetti, l'uomo di una certa età non poteva mica superare in velocità o in riflessi quella che era a tutti gli effetti una shinobi e poteva anche dirsi abbastanza dispiaciuto per quello che aveva fatto... poco prima che le sue braccia vennero rotte con un unico movimento. - «AAAAAAAH» – Urlò questi di dolore mentre delle lacrime, sempre di sofferenza, iniziarono a scendergli lungo le guance mentre questo arretrava velocemente con le ossa che, per quel movimento troppo brusco, gli erano letteralmente spuntate fuori dalle braccia. Tuttavia, mentre quello piangeva divincolandosi e cercando aiuto, gli impiegati della banca, - compresi il carino ragazzo con gli occhiali e l'amministratrice, - se la stavano ridendo di gusto quasi piegandosi per via di quella visione stramba. - «Ma cos... hahahahahaha... OH! Amore mio! Mia dolcezza! Mahahahahahahahahaha.... ma che gli hai fatthahahahahahahahaha » – Nessun aiuto sarebbe arrivato a quel poverino che con entrambe le braccia spezzate stava soffrendo come un cane. Così, mentre piangeva, ci pensarono le guardie, letteralmente, a sollevarlo dalla terra e portarlo fuori dalla banca per poi lasciarlo cadere sulla strada di fronte quasi come se fosse un sacco di patate bucato oppure come una ruota quadrata (insomma, non importava). Nel mentre gli dissero pure tutta quella pappardella imparata a memoria che veniva detta ai clienti per fidelizzarli.- «La banca la ringrazia per essere un nostro cliente. Si ricordi che da noi troverà sempre aiuto e assistenza. Si ricordi anche che la nostra banca è sinonimo di fiducia. Da anni assistiamo i nostri clienti nel migliore dei modi offrendo loro il massimo dei prodotti finanziari disponibili. La nostra banca la ringrazia per averci visitati quest'oggi e le augura una buona giornata.» – A quel punto, con l'uomo ancora dolorante con le braccia spezzate e a terra dinnanzi alla porta d'ingresso, le due guardie avrebbero chiuso la porta davanti alla sua faccia ancora ridendosela per via di quelle ossa che spuntavano fuori dal corpo e tornarono da Saru. Quest'ultima, intanto, era alla presa con il vecchio che stava letteralmente sollevando da terra come se fosse un sacco di patate. Era evidente che il nonnino soffrisse senza riuscire a parlare; o meglio: era evidente che volesse parlare, ma la stretta era così forte che si sentiva solo dei suoi graffianti, quasi come se la voce gli si fosse persa nel collo. Alla domanda della ragazza, però, il nonnino scosse la testa in senso negativo, - che non voleva più a stare in mezzo ai piedi della ragazza, - e a quel punto la ragazzina lo prese e lo lanciò lontano. Questi sbatté contro il muro poco lontano; per fortuna non si fece nulla e si rialzò quasi subito poggiando sul suo bastone e guardando la ragazza come un cane che era appena stato pesantemente bastonato dal suo padrone. Quando si rivolse alla folla, quest'ultima si disperse in meno di quei 30 secondi dati. A quel punto sarebbe toccata la sua sorte all'amministratrice. Lei avrebbe visto l'avvicinamento di Saru con un'espressione di faccia abbastanza fredda e impassibile. Poi, prima che riuscì ad aprir la bocca, successe il finimondo: le scimmie iniziarono a saltare ovunque in quell'atrio urlando: «W La Banca! W La Banca! BANANA! BANANA! SOLDI! W LA BANCA!» – Una di quelle scimmie afferrò la parrucca di una donna di una certa età e le due guardie iniziarono a correre dietro a quelle scimmie cercando di afferrarle in qualche modo per riportarle alla calma. Guardando tutto questo, l'amministratrice guardò la ragazzina perplessa. - «Tutti qui devono ritirare o depositare dei soldi, signorina, e per colpa sua ho appena perso 200.000 ryo. Una bella somma, no?» – rispose l'amministratrice impassibile. Poi la invitò nel suo ufficio situato in mezzo a due sportelli al lato della banca. Dentro non c'era niente di che: - «La prego si siedi. Dunque, non le hanno detto la procedura per ritirare i soldi?.. E' quella inviata da Iwata lei, no? Non si preoccupi. E' una procedura facilitata. Abbiamo una reputazione da difendere e cerchiamo di facilitare la permanenza nella banca per i nostri clienti.» – l'amministratrice si schiarì la voce versando nel bicchiere della ragazza dell'acqua. - «Dunque. Prima di tutto lei deve prendere il modulo 42-bis. Si trova nella stanza 202 al secondo piano. Quindi deve andare al terzo piano per far mettere sul modulo il timbro X. Questo timbro glie lo deve mettere l'adetto al reparto finanziario insieme alla sua firma, altrimenti non è valido. A quel punto torna nella stanza 203 dove le compilano il modulo. Con il modulo già compilato sale le scale al 4° piano per trovare l'ufficio depositi. Lì le devono mettere sul modulo 42-bis il timbro Y insieme alla firma. Con quel modulo, poi, deve andare nella stanza numero 203 dove lavora una coppia di simpaticoni. Devono leggere il modulo e verificare che il tutto sia in regola. Quando avranno fatto questo le rilasceranno il modulo 24A. Si tratta di un modulo con cui poi deve scendere le scale fino al sotterraneo per trovare il nostro custode Yoshimata. Yoshimata ha il compito di verificare che il tutto sia al suo posto. A quel punto lui le da l'autorizzazione per ritirare i soldi. Ma per convalidare questo documento lei deve salire al 9° piano, dove potrà trovare il direttore dalla banca. Lui deve mettere sul modulo la sua firma e un timbro a forma di triangolo. A quel punto le restano poche cose da fare. Per ritirare i soldi, difatti, è necessario anche recarsi presso il nostro esperto di diritto nella stanza numero 753 al 7° pieno. Lui deve verificare che tutti i suoi documenti siano validi. Se non sono validi deve tornare con i documenti validi e ripetere tutto da capo. Infine, per avere l'autorizzazione per ritirare i soldi, deve prima di nuovo andare al 3° piano per prendere un speciale tagliando che confermi la sua possibilità di ritirare i soldi. Quel tagliando dev'essere a sua volta firmato da me. Quindi dopo torni qui e lo faccia firmare. Poi lo deve far firmare anche dal direttore. Solo a quel punto può finalmente andare nella stanza 404 e ritirare un solo documento utile per il ritiro dei soldi. A quel punto le basterà riscendere le scale verso il sotterraneo e consegnare il tutto al guardiano Yashimata. Quest'ultimo verificherà di nuovo che il tutto sia in regola ed emetterà l'ordine di rilascio del denaro. Con quell'ordine deve di nuovo salire nell'ufficio del Direttore, farlo firmare da quest'ultimo, scendere nei sotterranei, farlo firmare da Yashimata, poi da me, e poi può riscendere di nuovo le scale nel sotterraneo e Yashimata le consegnerà la somma richiesta.» – La donna versò del cognac nel suo bicchiere e ne bevve un po'. - «Questa è la prassi che utilizziamo per tutti nostri clienti. Buona fortuna. E si ricordi che è una prassi facilitata. Oh guarda te... ma è già l'ora di pranzo... – Guardando l'orologio affisso alla parete di fronte, la donna si sarebbe alzata arrivando alla porta e aprendola, invitando quindi la donna a uscire. - «Le consiglio di aspettare che finisca il pranzo. Normalmente dovrebbe finire alle 13.30, ma noi lo facciamo durare fino alle 14.00. – A quel punto, invitando di nuovo la ragazzina ad andarsene, la donna sarebbe tornata al suo posto. Fuori dalla porta la ragazza avrebbe trovato la stessa scena di prima, con l'unica eccezione che le scimmie non c'erano più (chissà dove erano finite), la gente che stava di nuovo in fila davanti agli sportelli (che però erano chiusi) e le guardie che camminavano su e giù per il primo piano.

    SE la ragazza avesse deciso di minacciare la donna oppure provare a farle del male, l'amministratrice avrebbe solo sorriso. - Heh, quel porco di Iwata manda sempre dei mascalzoni a ritirare i suoi soldi. GUARDIE! – A quel punto uno dei due guardiani sarebbe entrato nell'ufficio rivolgendosi a Saru. - «Signorina, non faccia la scostumata.» – Con un [velocissimo – Slot Azione 1 - Presa]Velocità: 600 movimento avrebbe tentato di bloccarla in una posizione tale da stringerle le mani ai fianchi e quindi con una gran [forza]Forza: 600 immobilizzarla senza procurarle alcun danno. A quel punto l'avrebbe semplicemente alzata di peso come un sacco di patate portandola fuori dalla porta, spostandosi quindi verso l'ingresso e letteralmente rimettendola al terreno lì davanti alla porta. - «Alla prossima sarò costretto a buttarla fuori dalla banca, una volta e per sempre.»

    In tutto questo, indipendentemente dalle azioni di Saru, a lei si sarebbe avvicinato lo stesso venditore di rose che non aveva smesso di provare a vendere la sua merce, ma ancor ora sostava con quasi tutto il mazzo pieno. - «Brutto aspetto signora. Volere una rosa?» – Le chiese salvo poi andarsene a sedere su di una panchina vuota, quasi invitando la ragazza a seguirlo. - «Lei riposare un po'; le attendere una lunga giornata. Lei non essere la prima a venire qui ritirare soldi. Ma l'amministratrice non darli mai. Cuore duro l'amministratrice. Duro come la roccia. Come la pietra. Amministratice arrabbiata con Iwata. Lei ammorbidire l'amministratrice.»
     
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