Una questione d'amore

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    Il Modulo Assassino


    Chapter III - Villaggio di Onitara



    Niente soldi, niente rose per le giovani kunoichi.
    Yukine fece spallucce. Non aveva mai avuto intenzione di spendere i propri soldi per le due ragazze, ma purtroppo per lui, l'ambulante aveva percepito odore di possibili soldi e non mollò la presa. Probabilmente lo avrebbe seguito fino a casa.
    L'uomo consigliò al ragazzo di dirigersi verso lo sportello Erogazione soldi.
    Grazie! Il venditore si era reso utile.
    Senza ascoltare cosa Saru avesse detto alla povera Ryugi, l'otese s'incamminò verso lo sportello consigliato.

    Deglutì quando vide almeno dieci persone in fila sbraitarsi contro, pieni di rabbia.
    Alcuni di loro erano vicini a spintonarsi, con il rischio di dare inizio a una rissa. Le guardie erano pronte ad intervenire al primo cenno di violenza.
    Sebbene fosse un ninja di Oto in possesso di ninjutsu piuttosto potenti se sferrati contro quei tristi individui, egli si avvicinò ad essi con timore.
    La sua piccola statura gli avrebbe permesso di superare gli individui più distratti, ma decise di non rischiare.
    Attese il suo turno, con pazienza.

    All'improvviso, un uomo diede di matto.
    La sua voce echeggiò nel corridoio, sulle scale e in ogni ufficio. Molti si voltarono verso di lui, compreso Yukine, distante solo qualche metro.
    Stressato dalla burocrazia e dall'ennesimo rifiuto ricevuto dall'impiegato, l'individuo vomitò il proprio odio verso un modulo.
    Il Modulo 12 BIS.
    Lo studente indietreggiò di qualche passo, limitandosi ad osservare la scena con espressione neutrale.
    Quando l'uomo portò la propria mano sul cuore, con la bocca spalancata alla ricerca di ossigeno, Yukine intuì subito cosa stesse accadendo.
    Un infarto. Suo nonno era morto per arresto cardiaco.
    Un medicooo! Gridò più volte, guardandosi attorno.
    Morire lì dentro era troppo deprimente. Il destino dell'uomo era stato tracciato: tra tutte le persone lì presenti, non vi era alcun medico, infermiere o individuo in grado di salvarlo. L'infarto impiegò pochi secondi a stroncare la vita dell'uomo.

    Senza un minimo di rispetto per il lutto, l'impiegato dello sportello "Erogazione Soldi" esplose in una fragorosa risata.
    Era un ragazzino di circa diciott'anni, con degli strani capelli grigi.

    CITAZIONE
    Guarda che figo! Mi piace tanto quando si accasciano! Sai com'è? Prima senti un dolore acuto nella parte sinistra del corpo. Il dolore da nel braccio e tu pensi che è qualcosa con il braccio, ma poi ZAC hahaha.»

    Yukine alzò lo sguardo. L'impiegato si era rivolto allo studente di Oto.
    La descrizione delle sensazioni e dei dolori provati dal povero uomo fece inorridire il piccolo otese.
    Con le guardie a lavoro per spostare all'esterno il corpo del defunto, lo studente avvicinò il proprio volto sulla fessura presente sul finestrino, realizzato per facilitare la comunicazione.
    Dovrei ritirare i soldi per un certo Itawa.
    Il ragazzo accolse la richiesta del biondo con una seconda risata. Con stupore, l'impiegato conosceva quel Itawa, il mandante della missione di Ryugi e Saru.
    Evidentemente altre persone avevano tentato di risolvere la sua situazione burocratica.


    CITAZIONE
    «Va bene, va bene... Ma la delega e il documento attestante il deposito? Ce l'hai?»

    Non ho quei moduli. Disse, mordendosi il labbro.
    I tre studenti necessitavano della delega, del documento attestante il deposito e il famoso modulo 21 bis, disponibile al piano superiore, nell'ufficio Documentazione.

    Okay grazie per le informazioni. Arrivederci. Cercando di non farsi vedere dall'ambulante, Yukine si mise alla ricerca delle sue compagne. In quel momento, i suoi occhi incrociarono per caso la lista degli sportelli. Li aveva letti solo qualche minuto prima.
    Non vi era l'ufficio "Documentazione".
    Mi ha mentito? Forse l'elenco riportava i nomi degli sportelli del primo piano, ma non escludeva un possibile scherzo del piccolo sadico.

    Trovare le due ragazze non fu difficile.
    Ci servono tre documenti: delega, modulo 21 bis e documento attestante il deposito.
    Quali abbiamo? Io andrò a prendere il modulo, vieni?
    Avrebbe chiesto sia a Saru sia a Ryugi.

    Con o senza loro, Yukine salì al secondo piano. Senza perdere tempo, si sarebbe messo alla ricerca dell'ufficio 202.
    Lì avrebbe chiesto informazioni per ricevere quel maledetto modulo.







     
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    Falce dei Kaguya


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    Ulteriori documenti


    E problemi



    Allora, dov'eravamo rimasti? Sì, la nostra piccola Nekki, su consiglio della più anziana (e quindi per lei già senpai) Saru, seguì il ragazzino di Oto, Yukine, alla fila dell'erogazione denaro.
    La fila era lunga, molto lunga, pressoché infinita come tempi d'attesa sarebbe potuta sembrare a chi non aveva pazienza, ma, fortunatamente, Ryugi di pazienza era munita e fu così che attese ed osservò.
    La gente si spintonava, era chiaramente nervosa e poi, d'improvviso, uno si mise ad urlare fino a sentirsi male.
    Non fu tanto la reazione del giovane otese di chiedere aiuto ad un medico (c'è da dire che la piccola Ryugi non ci pensò nemmeno per sbaglio a mettersi in mezzo, troppo focalizzata sulla propria missione) a catturare l'attenzione della nostra sunese, bensì furono le guardie, arrivate dopo una decina buona di minuti, che si preoccuparono giusto di trasportare via quello che sembrava ora un cadavere.
    Forse tutte le squadre mandate fin qui hanno fatto una brutta fine in questo modo... ma così tanto ci si può far prendere dalla rabbia?
    Un pensiero più che valido non trovate anche voi?
    Comunque, la nostra piccola Nekki ed il ragazzetto otese arrivarono allo sportello, dove degli impiegati tutt'altro che gentile, piuttosto sadici e menefreghisti, chiesero per chi volevano erogare denaro.
    A quel punto, Ryugi porse il suo foglietto con tutta la spiegazione all'altro e Yukine nominò Iwata, apparentemente ben noto a quei tizi.
    Peccato che i suddetti impiegati chiesero la delega, che la nostra piccola Nekki aveva, il documento del deposito, pure quello lo aveva, ma mancava il fantomatico modulo 21 bis, che aveva causato un infarto poco prima e che avrebbero potuto trovare al secondo piano.

    Poi, mentre Saru sembrava ancora occupata al deposito di denaro, Yukine ripeté quel che aveva sentito: Abbbb... a... abb... Ho i ... du... d... d... due do... doc... docum... un bel respiro nella sua busta di carta, Documenti, m... manca il m... modulo. e subito si sarebbe diretta con il ragazzino al secondo piano, in cerca di indicazioni sull'ufficio 202.
    Il dubbio, che io come loro ho, era se ne avrebbero trovate di indicazioni.

    Chakra: 10/10
    Vitalità: 8/8
    En. Vitale: 10/10
    Statistiche Primarie
    Forza: 100
    Velocità:  100
    Resistenza: 100
    Riflessi: 100
    Statistiche Secondarie
    Concentrazione: 100
    Agilità: 100
    Intuito: 100
    Precisione: 100
    Slot Difesa
    1: ///
    2: ///
    3: ///
    Slot Azione
    1: ///
    2: ///
    3: ///
    Slot Tecnica
    1: ///
    2: ///
    Equipaggiamento
    • Tonico di Ripristino Inferiore × 1
    • Filo di Nylon Rinforzato [10m] × 2
    • Tessen × 1
    • Uchiha Shuriken × 9

    Note
    ///
     
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    Ocean's Three


    III: Kamikaze



    Trenta dannatissimi minuti. Trenta! La Rossa aveva guardato con attenzione quasi ossessiva quella maledetta lancetta fare il giro completo dell'orologio trenta volte. Era stata una tortura, e su quello non c'era assolutamente dubbio, ma quantomeno la sunese aveva avuto tempo di pensare. Prima di arrivare allo sportello fece ben attenzione a mettere via il coprifronte, sia mai che gli impiegati la riconducessero ai poveri sfigati che prima di lei avevano tentato di mettere le mani sui soldi del vecchiaccio. Fatto questo, si dedicò a sbirciare attorno a sé, notando che nella sua fila c'era un bel andirivieni di valige, valigette, borsoni! stracolmi di banconote. In effetti, lei non aveva proprio niente con sé, che diamine ci faceva a quel maledetto sportello, allora?! Guardò con aria disperata la sua triste, tristissima borsa vuota, dal momento che tutto le era stato requisito all'ingresso. Poi ebbe un'idea. Doveva solo aspettare il suo turno, dopotutto.

    E che io sia dannata per aver deciso di prendere parte a questa pagliacciata, maledizione.

    Quando arrivò al cospetto di quell'essere mitologico chiamato bancario. Un bellimbusto dalla faccia pulita e gli occhiali palesemente finti le si rivolse con parole talmente melliflue che mancò poco che alla Rossa non tornasse su la colazione. Tuttavia, la cosa poteva giocare a suo favore.

    Ah, carissimo!

    Squittì, sporgendosi sul bancone in modo da trovarsi faccia a faccia con l'impiegato, con l'intento di mettere in mostra il più possibile le sue grazie.

    A dire il vero, non so nemmeno io quanti soldi devo depositare! Ahahahah! Ecco, vedi tesoro...

    Assunse un'espressione corrucciata, come se stesse facendo chissà quali calcoli.

    Il fatto è che con tutto il denaro che ho dovuto portare, sai com'è. Una ragazza debole come me, come poteva fare tutta sola? Ho lasciato le valigette fuori, nella mia carrozza, ma ho bisogno che qualcuno le vada a recuperare. Saresti così gentile da farmi questo favore, sì?

    Sbattè un paio di volte le palpebre, cercando di sfoggiare tutto lo charme che pensava, o meglio sperava, di avere. Nel frattempo, la genin diede una bella occhiata a ciò che stava dietro alla postazione dell'uomo. Qualora il ragazzo si fosse rifiutato di aiutarla e lasciare il suo avamposto, o se avesse tentennato fino a rimandarla ad un altro sportello, la ragazza avrebbe cercato di individuare un oggetto abbastanza distante, quale uno scaffale, una pianta, qualcosa di inerente all'ufficio, insomma. Qualora l'avesse trovato, avrebbe concentrato tutte le sue attenzioni su di esso, spezzando poi rapidamente i cinque sigilli necessari alla tecnica della sostituzioneTecnica della Sostituzione - Kawarimi no Jutsu
    Villaggio: Generico
    Posizioni Magiche: Ariete, Cinghiale, Bue, Cane, Serpente (5)
    L'utilizzatore può effettuare un movimento accelerato tramite l'uso del chakra, lasciando al proprio posto un oggetto o un essere vivente consenziente di pari dimensioni o inferiore. È un movimento accelerato: non può essere usato per fuggire da uno spazio chiuso o da luoghi dove non vi è sufficiente spazio d'uscita. Le correnti di chakra disturbano l'esecuzione della tecnica: non è possibile apparire a distanza inferiore ai 6 metri da un essere vivente. La distanza massima percorribile è pari a 21 metri. Può essere usata come Difesa Totale; può risultare sleale.
    Tipo: Ninjutsu - Ninpou
    (Consumo: Basso )
    [Da genin in su]
    . Che fosse riuscita a entrare nel back-office della banca e scappare il più possibile velocemente verso il deposito, o che la sua azione creasse un trambusto tale da permettere al resto della truppa di approfittare del diversivo, questa sarebbe stata la strategia di Saru. Kamikaze? Forse, ma aveva già passato in quella banca ben più tempo di quanto le fosse sopportabile.
     
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    × Legenda
    Narrazione
    "Pensieri"
    «Dialoghi»



    Ore 11.30 – ???
    Salire al secondo piano, trovare l'ufficio 202, prendere il modulo 42-Bis. Semplice, no? All'apparenza, per lo meno, perché il duo accademico di bambini avrebbe trovato grandi difficoltà sin da subito. Sin dalla salita al 2° piano. Perché... perché non vi era propriamente una "salita" al 2° piano. Era piuttosto strano. Delle scale che non erano scale. E scale che non portevano dove dovevano. E scale che non portavano scale. E scale su altre scale. Un qualcosa che forse loro due incontravano sul loro cammino per la prima volta, perché dopo aver oltrepassato l'accesso alle scale ed essere saliti al primo gradino, si sarebbero letteralmente ritrovati immischiati in un labirino di scale che portavano da tutte le parti e a nessuna in contempo. Insomma, dopo aver intrapreso le scale per salire al secondo piano e averle apparentemente salire si sarebbero presto ritrovati nel sotterraneo della banca, piano -1 (come la chiama la direzione). Poi, non appena avrebbero camminato un altro po', si sarebbero presto ritrovati sul balcone del 4° piano, e dopo ancora sarebbero di nuovo sbucati dal corridoio che portava alle scale del piano terra. Sul loro cammino, poi, avrebbero trovato altre scale: un vero labirinto e le indicazioni sulle pareti non portavano nemmeno dove dovevano. Ma non era nemmeno l'unica stranezza: camminando avrebbero visto delle scale in su cui camminavano le persone proprio sul "muro", cioè perpendicolarmente rispetto alla loro scale. E poi scale sopra di loro. Quelle a chiocciola che si piegavano verticalmente tanto che le persone camminavano a testa in giù senza accorgersene. E poi c'era anche qualche finestra che sbucava... dal muro su cui c'erano le scale. [Scale]illusioni-scale-relativita-escher

    concavo_convesso

    In ogni caso, se fossero stati abbastanza attenti e svegli, avrebbero capito che... una cosa del genere non era proprio possibile e con un Rilascio dalla [Potenza Sufficiente]30 avrebbero presto "liberato" la loro mente da quell'illusione delle Scale. A quel punto tutto sarebbero tornato normale: una scalinata era solo una scalinata e dopo aver salito i gradini, questa volta senza ritrovarsi nel ripostiglio o nel sotterraneo, avrebbero visto il 2° piano.

    Vi era, a dire il vero, una "valida" alternativa: l'ascensore. Quindi, ritrovatisi di nuovo al piano terra dove avevano lasciato la loro amica e il venditore di rose, avrebbero potuto semplicemente mettersi in coda per prendere l'ascensore e salire al 2° piano. Ma, sebbene dovevano "solo" salire al 2° piano (che era quello immediatamente sopra), anche qui avrebbero visto che qualcuno in quella banca o era un Burlone (quello con la B maiuscola) o amava tanto le illusioni. Perché finché non sarebbe toccato a loro entrare nell'ascensore era tutto normale: porte che si aprivano; porte che si chiudevano; l'ascensore che partiva. Ma non appena sarebbe arrivato il loro turno e sarebbero entrati nell'ascensore, tutto sarebbe cambiato non appena le porte dell'ascensore si sarebbero chiuse: una stanza con gli specchi. Quelli che ingrandivano, rimpicciolivano, deformavano il volto, quelli che facevano sembrare più vecchi, più giovani o più magri. Ma soprattutto: quelli che avrebbero fatto sì che la ragazza sunese avesse il volto del ragazzo otese e viceversa. E con quell'apparenza, l'ascensore sarebbe, - apparentemente, - partito... E la loro corsa sarebbe continuata, continuata, continuata e continuata ancora per una decina o quindicina di minuti buoni. Sotto l'influsso dell'illusione in quell'ascensore l'avrebbero percepito in movimento e, forse, davvero diretto al secondo piano... o forse solo fermo. E se non avessero rilasciato quell'altra illusione, dopo una quei quindici minuti di apparente movimento sarebbero... ritornati al piano terra, sbucando da un altro ascensore allo stesso piano. Anche in questo caso potevano provare a rilasciare l'illusione oppure a intraprendere ancor qualche altro tentativo di raggiungere il secondo piano: magari uscire e sfondare la finestra del 2° piano, oppure farsi accompagnare da qualcuno, o qualcos'altro ancora... ma la cosa avrebbe richiesto molto tempo.

    SE il duo accademico fosse riuscito ad arrivare al 2° piano, - cosa non semplice come abbiamo visto, ma possibile, - si sarebbe ritrovato a fare i conti con ciò che era il 2° piano: vari corridoi e vicoli. La cosa sarebbe potuto sembrare un'altra illusione (forse), ma provando il rilascio non avrebbero ottenuto nulla. In compenso si sarebbero ritrovati a cercare l'ufficio 202... tra un botto di uffici che non seguivano una numerazione ordinaria. La prima porta che avrebbero visto sarebbe stata la 219; la seconda, subito dopo la prima, la 211, poi ancora: la 225. E quindi, in ordine senz'ordine: la 203, poi la 201, la 213. Insomma, sembravano esserci tutte le porte tranne quella giusta. In ogni caso avrebbero potuto rivolgersi alle persone che erano presenti sul piano: un piano di clienti che camminavano qua e la, - ma questi avrebbero detto di cercare anche loro il famigerato ufficio 202, - una donna addetta alle pulizie che avrebbe detto che questo ufficio è situato nell'ala destra del piano e un impiegato di un qualche ufficio che avrebbe riferito che in realtà l'ufficio si trova nell'ala sinistra del piano. Tuttavia, entrambi avrebbero rassicurato loro dicendo che tanto possono trovarlo facile perché sulla porta c'è la scritta con il numero.
    Ai giovani ninja il da farsi.

    Ore 11.30 – ???
    Alle parole della ragazza il funzionario della banca sembrò... emozionarsi. «Oh! Devi essere molto ricca se non sai quanti soldi devi depositare...» – La guardò facendole un occhiolino prima che le sue labbra si unissero a formare un bacio... a distanza. - «Se hai lasciato le valigie con i soldi fuori alla carrozza, non ti preoccupare piccola stella. Ci sono quei scansafatiche alla porta che tanto non fanno niente dalla mattina alla sera. Vado subito a chiamarli. Resta qui. » - Guardando alle spalle dell'uomo attraverso il finestrino dello sportello, - il foro attraverso il quale parlavano era di forma rettangolare, con il lato lungo di 30 centimetri circa, mentre quello corto di 20 centimetri, - la ragazza non avrebbe assolutamente visto niente di che: una pianta da ufficio alle spalle del ragazzo, un muro bianco, poi sotto un tavolo con delle scartoffie, un piccolo archivio che sottostava direttamente sotto il banco, un astuccio con penne e matite e così via. Trovare qualcosa con cui sostituirsi non era mica difficile: era difficile passare attraverso il foro che non era coperta da alcuna protezione e per mezzo del quale comunicavano. Insomma, per dirla brevemente: non ci sarebbe riuscita a entrare per mezzo di quel foro. In compenso, avrebbe visto che il ragazzo dagli occhiali finti, avrebbe posizionato proprio davanti a lei un piccolo cartello: Torno tra 5 minuti. - «Aspettami qui tesoro,» – parole alle quali sarebbe seguito un altro occhiolino. Il ragazzo sarebbe uscito dalla porta sul retro di quel piccolo ufficio per passare poco dopo vicino alla ragazza e dirigersi verso l'entrata della banca, verso le guardie. La ragazza avrebbe visto questi avvicinarsi alle guardie e parlare con loro indicandola con il dito per poi guardare fuori dalla banca e indicare qualcosa con le mani. Tuttavia a questa scena si sarebbero unite le voci dei clienti dietro alla kunoichi di Suna, che per via dell'attesa erano diventati un po'... irritati: - «CHE COSA DIAVOLO STAI FACENDO LI MOCCIOSA!! STAI PERDENDO IL MIO TEMPO!»«GIA, ALLORA HAI DECISO CHE DEVI FARE??? NON POSSIAMO MICA INVECCHIARE QUI PER COLPA TUA!» – Quasi nello stesso istante il gentiluomo con gli occhiali sarebbe tornato in compagnia di due [guardie]18f5e77e3e3b10f71e478d3c0fb7a568
    __sherlock_holmes_fate_grand_order_and_fate_series_drawn_by_sora_yoshitake_yuda__63178ad8a4599c1e8c468b4619988bf4
    . - «Signorina, può indicarci la locazione esatta della Sua carrozza?» – Avrebbe chiesto quello più alto. - «Oppure preferisce venire con noi?»
     
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    Ocean's Three


    IV: Per un pugno di ryō



    Saru guardò il cassiere allontanarsi, sperando che questo le desse il tempo sufficiente per pensare. Tuttavia pareva che il resto dei poveri malcapitati in quella maledettissima banca non fosse dell'idea di lasciar stare la Rossa ai suoi pensieri, viste le grida di disapprovazione che si levarono non appena il bellimbusto si fu allontanato.

    Ohi, sentite! Potete stare calmi e sopportare in silenzio, oppure continuare a sbraitare e costringermi a venire lì e strapparvi le corde vocali uno ad uno. La scelta è vostra, maledizione.

    Lanciò un paio di occhiate in cagnesco, sperando che la marmaglia capisse che quella non era assolutamente una minaccia vuota. Lo stupido teatrino era costato a Saru i pochi minuti preziosi in cui l'uomo si era allontanato, togliendole anche il tempo per elaborare uno straccio di strategia che avesse un minimo di tempo. Sospirò, incrociando le braccia e alzando gli occhi sul viso delle due guardie, che nel frattempo erano comparse assieme al tizio dello sportello.

    Oh, agente, quante sciocchezze. Qualcuno deve aver rubato la mia carrozza, mi pare ovvio! E voi, al posto di aiutare una povera signorina in difficoltà, siete qui a guardarmi con quell'aria minacciosa! Sarò contenta di venire con voi, cosa volete fare, interrogarmi forse?!

    Alzò gli occhi al cielo, roteandoli vistosamente. Era possibile che volessero portarla da qualche parte per perquisirla e farle alcune domande, e questo avrebbe necessariamente significato farla accedere ad una parte più riservata dell'edificio. A quel punto, lontana dai civili e da occhi indesiderati, avrebbe potuto finalmente conciare quei bellimbusti per le feste e mettere le mani sullo sporco denaro del vecchiaccio. Se invece l'avessero scortata fuori, avrebbe comunque avuto l'occasione di ispezionare l'edificio alla ricerca di una falla nella sicurezza. In qualche modo, si disse, se la sarebbe cavata; e sperava fosse lo stesso per il resto dell'allegro gruppetto. Se fosse passata vicino a qualcuno del team, si sarebbe esibita in un breve occhiolino, giusto per far capire che era esattamente nella situazione in cui voleva essere.
    E che i kami gliela mandassero buona.

     
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    Scale infinite prima della 202.


    Chapter IV - Villaggio di Onitara




    Yukine accettò di buon grado la compagnia della sunese.
    Provava simpatia per quella ragazzina dai capelli bianchi. Era convinto che dietro la sua balbuzia si celasse uno spirito divertente e allegro.

    Solo un idiota avrebbe percorso quelle scale per ben due minuti senza nutrire perplessità e dubbi.
    All'esterno, il palazzo era piuttosto alto, ma non si giustificavano tutte quei scalini per raggiungere il secondo piano.
    Genjutsu. Sussurrò, preoccupato.
    Chiunque fosse l'artefice del jutsu, il suo obiettivo era rallentare i due studenti. Nessuno li aveva aggrediti, approfittando dei loro sensi alterati. Infrangere quel genjutsu era d'obbligo.
    In una lezione seguita in Accademia, il sensei di ruolo aveva ben descritto i due soli modi per uscire da un jutsu di quel tipo. Li ricordava con esattezza.
    Rilascio o ferirsi.
    Si morse il labbro inferiore. Yukine non aveva il coraggio di piantarsi un kunai sul palmo della mano.

    Conosci il Rilascio? Domandò alla ragazza, guardandola negli occhi.
    Ricevuto il suo sì, Yukine unì le mani nel simbolo della Tigre, eseguendo la tecnica solo dopo un profondo respiro. [TB] Rilascio - Genjutsu Kai
    Villaggio: Generico
    Posizioni Magiche: Tigre (1)
    L'utilizzatore può deflettere genjutsu usando 2 slot tecnica. L'utilizzatore deve essere consapevole di essere sotto l'influsso di un'illusione. È possibile sfruttare i danni subiti volontariamente per aumentare l'efficacia del rilascio, senza costo in chakra. Ogni leggera subita incrementa di 10 l'Efficacia; status Leggeri aumentano di 10 l'Efficacia, a status Medio di 30, status Gravi di 60. Si possono rilasciare solo illusioni con efficacia inferiore quella del rilascio. Può eliminare più genjutsu solo se la somma delle efficacia di ogni genjutsu è inferiore all'efficacia del rilascio. È possibile usarla su un'altra persona. È possibile sommare l'Efficacia con un'altra persona se utilizzata insieme. È possibile utilizzarla senza sigilli, riducendo di 10 l'Efficacia.Tipo: Ninjutsu - Ninpou
    (Consumo: ½ Basso ogni 5 d'efficacia )
    [Efficacia Massima Rilasciata: 15 per Grado]
    [Da studente in su]

    Il chakra fluì nel cervello, con l'obiettivo di porre fine all'influenza del nemico, ma l'ambiente circostante non subì alcuna mutazione.
    Cazzo. Rabbioso, con le mani occupate, Yukine sferrò una ginocchiata contro la parete. Nei pochi combattimenti in amicizia tra accademici, nel vasto giardino a lato dell'Accademia, il futuro manipolatore di metallo aveva imparato che un ematoma guariva molto più in fretta di un taglio causato da una lama.
    L'impatto contro il muro fu violento, ma non tale da causare fratture.
    ARGH. Un lamento di dolore perforò i suoi denti serrati. [Danno]Due leggere gamba destra
    In ginocchio, con le mani attorno al proprio ginocchio, lo studente si ritrovò a pochi gradini dal secondo piano, fuori dall'illusione nemica.

    [...]



    Qualcuno vuole rallentarci, direi di usare la Henge. Sussurrò nelle orecchie della ragazzina, coprendosi le labbra con la mano destra.
    Dovevano solo trovare un posto affollato in cui trasformarsi senza dare nell'occhio. Lì, al piano superiore, vi erano poche persone. Cinque, sei al massimo, tutti alla ricerca del famigerato ufficio 202.
    Si sarebbero accorti del loro trucco.
    Forse in un altro momento. Aggiunse, prima di avanzare lungo il corridoio principale, interrotto a lato da qualche passaggio secondario stretti come vicoli. Proseguendo a fianco della sua amica, l'otese notò come la numerazione delle stanze non seguisse un ordine logico.

    219, 211, 225, 203, 201, 213.



    Gli impiegati non furono in grado di dare alcun aiuto. Armata di una scopa e di uno straccio sporco, una donna di mezz'età consigliò ai due ragazzini di raggiungere l'ala destra del piano. Un altro indicò la parte opposta, con espressione sincera.
    Con tutto quel caos, Yukine avrebbe desiderato urlare tutta la sua rabbia. La sua parte peggiore suggeriva di torturare ogni dipendente.
    Si maledì di aver sposato quella missione. Lui non ne avrebbe ricavato nulla, nemmeno un centesimo.
    Appoggiò le spalle al muro, pensieroso.
    Se quella stanza 202 esisteva realmente, la sua posizione doveva essere ben celata.
    Qualcuno si sta divertendo. Pensò, sicuro. Uno di essi era il ragazzo che aveva riso della morte di una persona.
    Forse era stato lui a ingabbiarli in un genjutsu.
    Con mille dubbi in testa, Yukine puntò il suo sguardo sulle targhette.
    Una lampadina si accese nel suo cervello.
    Aveva notato un particolare molto interessante.
    Seguimi. Esclamò, entusiasto del suo intuito.
    Si avvicinò alla porta 203.
    Prima di entrare al suo interno, Yukine si rivolse alla giovane sunese.
    Entra nella 201. Secondo me, la 202 non è accessibile da qui, ma solo dall'interno di una delle due stanze.

    Senza bussare, Yukine abbassò la maniglia della 203 e spinse in avanti la porta.
    Se fosse riuscito a varcare la soglia della stanza, l'otese avrebbe cercato un'ingresso per la stanza 202.




    Chakra: 8.5/10
    Vitalità: 6/8
    En. Vitale: 28/30
    Statistiche Primarie
    Forza: 100
    Velocità:  100
    Resistenza: 100
    Riflessi: 100
    Statistiche Secondarie
    Concentrazione: 100
    Agilità: 100
    Intuito: 100
    Precisione: 100
    Slot Difesa
    1: ///
    2: ///
    3: ///
    Slot Azione
    1: ///
    2: ///
    3: ///
    Slot Tecnica
    1: ///
    2: ///
    Equipaggiamento
    • Bende Rinforzate × 2
    • Rivestimento Mimetico × 1
    • Tonico Coagulante Inferiore × 1
    • Lama Interna × 1
    • Kunai × 5
    • Tonico di Ripristino Inferiore × 1

    Note
    ///
     
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    Falce dei Kaguya


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    Numeri e scale


    Tutti un pò sbagliati



    Dov'eravamo? Sì, la piccola Nekki era diretta alla ricerca della stanza 202 al secondo piano di quella banca, quando d'improvviso il susseguirsi di scale e scale non li portò, lei e l'inatteso compagno di missione otese, da tutt'altra e non una sola volta.
    Questo è strano..., pensava fra se la piccola kunoichi di Suna, quando anche Yukine le fece notare come quello fosse probabilmente un genjutsu e che sarebbe stato utilizzare usare il Rilascio.
    C...ce.... certo ch....che lo c...co... co... cono...co... conosco., affermò la nostra piccola amica, osservando l'altro dare una botta contro una parete dopo aver compiuto i sigilli.
    Ryugi eseguì il sigillo Rilascio - Genjutsu Kai
    Villaggio: Generico
    Posizioni Magiche: Tigre (1)
    L'utilizzatore può deflettere genjutsu usando 2 slot tecnica. L'utilizzatore deve essere consapevole di essere sotto l'influsso di un'illusione. È possibile sfruttare i danni subiti volontariamente per aumentare l'efficacia del rilascio, senza costo in chakra. Ogni leggera subita incrementa di 10 l'Efficacia; status Leggeri aumentano di 10 l'Efficacia, a status Medio di 30, status Gravi di 60. Si possono rilasciare solo illusioni con efficacia inferiore quella del rilascio. Può eliminare più genjutsu solo se la somma delle efficacia di ogni genjutsu è inferiore all'efficacia del rilascio. È possibile usarla su un'altra persona. È possibile sommare l'Efficacia con un'altra persona se utilizzata insieme. È possibile utilizzarla senza sigilli, riducendo di 10 l'Efficacia.Tipo: Ninjutsu - Ninpou
    (Consumo: ½ Basso ogni 5 d'efficacia )
    [Efficacia Massima Rilasciata: 15 per Grado]
    [Da studente in su]
    necessario, ferendosi poco dopo con un kunai alla mano sinistra, quel che bastava a sciogliere l'illusione che li stava colpendo.

    Anche così facendo, però, la situazione non migliorò nemmeno troppo: erano al secondo piano e lo stavano girando con poca gente intorno a loro, ma, più di questo i numeri non combaciavano con nessuna logica e, soprattutto, mancava del tutto il 202!
    Dobbiamo ammettere che Ryugi era abbastanza disperata, quando d'improvviso il giovane Otese suggerì qualcosa di intelligente (più che fare una Henge), cioé provare ad entrare nelle stanze 201 e 203 e provare da lì ad accedere alla 202.
    La piccola Nekki sorrise stupita dell'idea: Geniale!, esclamò sorpresa e pronta a seguire quel piano.
    E così Ryugi andò ad aprire la porta 201.
     
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    Ore 11.40 – 12.00- Primo piano
    «Interrogarla?» – Uno dei due mise subito le mani davanti. - «Nono. Dobbiamo solo trovare la sua carrozza. Se qualcuno glie l'ha rubata... beh allora ha perso molti soldi. Possiamo darle un bacio di gratificazione per farci perdonare?» – Non finì uno dei due a dire quelle cose che iniziarono i guai. Perché alla maleducata risposta della ragazza i due tizi che stavano in fila si calmarono... increduli di quello che avevano appena sentito; ma era solo la quiete prima della tempesta. Non che non avessero già sentito qualcosa di simile in quello che più che una banca essa assumeva, - anzi, per molti aveva assunto già da tantissimo tempo, - i contorni di un vero e proprio inferno. Perciò i due tizi che avevano prima urlato contro la ragazza non solo non si spaventarono della stessa, ma, anzi, non volendosi piegare alle minacce di una ragazzina e alle sue parole vuote uscirono dalla fila per avvicinarsi alla stessa. - «SU DAI! STRAPPAMI LE CORDE VOCALI PICCOLA TROIA!!» – urlò quello [con gli occhiali]snapshot20090311062035 per arrivare così vicino alla ragazza da provare a tirare un forte pugno sul suo naso senza nemmeno curarsi che fosse una ragazzina. [Slot Azione 1]Pugno al Naso – Forza 100, Velocità 100 Non contento, l'incazzato uomo avrebbe continuato a urlare e colpire. «TE LA INSEGNO IO L'EDUCAZIONE SE QUEI RATTI DI FOGNA DEI TUOI GENITORI NON CI SONO RIUSCITI PICCOLA CAGASOTTO!!!» – avrebbe urlato di novo quel strano uomo provando a darle uno schiaffo alla guancia con la mano destra. [Slot Azione 2]Schiaffo – Forza 100, Velocità 100 - «NON TI BASTA PUTTANA!!!????» – Avrebbe urlato per poi provare a prenderla per i capelli in maniera tale da provocarle il più dolore possibile. [Slot Azione 3]Tentativo presa – Forza 100, Velocità 100

    L'altro uomo era più [vecchio]old-man-2, ma nonostante questo anch'egli si sarebbe avvicinato alla ragazza con il suo bastone per tentare di colpirla alla testa con una bastonata. [Slot Azione 1]Attacco con il basto – Forza 100, Velocità 100 – Potenza: 15 - «SU, LEVATI... BAMBINA... CHE NON VOGLIO INVECCHIARE ANCORA!! FATTI INSEGNARE L'EDUCAZIONE DA QUALCUNO!» – Durante quelle parole e attacchi, un cerchio di persone si sarebbe formato intorno al gruppetto dei 3 litiganti: alcuni erano impiegati della banca; altri – semplici visitatori. E sembrava che... sembrava che fossero tutti interessati a quella lotta, tanto che alcuni si misero persino a gridare: - «SANGUE! SANGUE! SANGUE!» - «Scommetto 100.000 ryo sulla ragazza! Sentito tutti? 100.000 ryo sulla ragazza!» – Avrebbe urlato il bel ragazzo di prima che era tornato. - «Un tesoro così non può di certo perdere.»«200.000 ryo che la ragazza sarà stesa!» – disse qualcuno dietro. - «100.000 ryo signori! Chi più? Chi più? Accettato! Accettato» - Girandosi la kunoichi avrebbe visto una [donna]9f50b0b0a9b3b374d81d070dc53da81e2e9f4496_hq che aveva anche un'aria autoritaria e minacciosa, nonché un piccolo cartellino legato al petto... Aguzzando la vista la kunoichi avrebbe letto che era una specie di amministratore della banca. E intorno a loro si stava raggruppando sempre più gente, oltre al venditore di rose che cercava di farsi strada tra tutti gli spettatori... E, in aggiunta a tutto questo, poco dopo qualcuno avrebbe emesso un urlo di terrore:
    «HANNO LIBERATO I SCIMPANZE'!!! SI SALVI CHI PUO'!!! CHIUDETE TUTTO!!!» – Alcuni osservatori sarebbero rapidamente scomparsi dandosela a gambe levate verso la porta; altri sarebbero rimasti al loro posto aspettando che anche gli scimpanzé prendessero parte a quello scontro.
    Cosa fare?


    Ore 11.40 – 12.00 – Secondo piano
    Al secondo piano le cose sembravano prendere una piega più... logica. Ma poteva funzionare la logica in quel posto? Così, non appena la piccola Nekki si avvicinò abbastanza alla porta della stanza 201, che poté sentire dall'altro lato provenire dei rumori alquanto... inebrianti. - «OH CAZZO SI! SI CAZZO! DAI! DAI! AH! AH! PIU'! ANCORA DI PIU'! COSI! AH! AH! SI! SI OH! OH AMORE! DI PIU'! DI PIU'!» – La scelta se aprire quella porta o meno ricadeva solo sulle spalle della ragazza, ma di certo avrebbe notato che le altre persone che si trovavano in quel corridoio o non sentivano quei rumori oppure facevano finta di non sentirli. In ogni caso, se avesse aperto la porta, si sarebbe ritrovata dinnanzi a una scena alquanto particolare: una donna seduta dietro la scrivania e un uomo che, sorridendo a 33 dentri, le stava facendo un [sandwich] cercando di calibrare bene la quantità di formaggio che doveva inserire dentro. - «Hey, bambina...» – avrebbe detto la donna. - «Non vedi che siamo in pausa pranzo?» – Le avrebbe chiesto per avvicinarsi alla porta. - «Ma amore... non sono nemmeno le 12...»«HO DETTO CHE SIAMO IN PAUSA PRANZO! E IO SONO IN PAUSA PRANZO QUANDO CAZZO VOGLIO!» – Avrebbe quindi urlato la donna chiudendo di colpo la porta e sbattendo fuori la piccola Nekki. Quest'ultima, però, avrebbe sicuramente visto che l'ufficio non era molto grande e non vi erano altre porte: nemmeno la traccia della 202.

    All'altro ragazzo non sarebbe andata meglio. Tutt'altro: non appena avrebbe aperto la porta, dalla stanza sarebbero usciti circa... [5 scimpanzé urlanti]B6Mf Niente di straordinario, se non fosse che erano degli animali ninja ed erano incazzati. - «Hey, amico, tu ci hai chiusi qua dentro?» – Si sarebbe rivolto uno degli stessi mentre gli altri sarebbero usciti nel corridoio per iniziare ad arrampicarsi sui muri e armadi che vi erano posizionati. - «No bro! Bro! Yo! Io so chi è... è quella strega che... un giorno la fa e un giorno ci è... Ma io non ci sono, io ci faccio, bro! Yo Bro!» – Dando un'occhiata alla stanza, l'otese non avrebbe visto alcuna porta interna, se non i segni di una duratura permanenza degli scimpanze: un disastro completo, non un ufficio. Niente stanza 202.

    Per fortuna, uno degli scimpanzé si sarebbe fermato dinnanzi al loro salvatore: - «Hey perdonalo. Quello è mio cugino ed è un po' ritardato. Grazie per averci liberati comunque... sennò a furia di stare lì dentro è capace pure che diventavamo dei ninja di Konoha... hehe... se possiamo aiutarti in qualche modo, dicci pure!»
    Se il bambino gli avesse chiesto dove si trovasse la stanza 202, la scimmia avrebbe sorriso: - «Sìsì! Io so dov'è! Vieni ti mostro!» – A quel punto il scimpanzé si sarebbe allontanato addentrandosi nell'ala sinistra. Un paio di vicoli di quel che sembrava un vero e proprio labirinto e infine la porta con la scritta 202 sarebbe comparsa dinnanzi ai loro occhi. Una porta in tutto e per tutto normale. Come un ufficio qualsiasi. - «Eccola! Grazie ancora! Ciao!»
    Solo che bussando non avrebbero avuto alcuna risposta e aprendola, avrebbero trovato... una stanza in rifacimento. Al centro un secchio con della pittura, ai muri erano appoggiati diversi attrezzi utili per pittare i muri stessi e sul pavimento dei vecchi giornali. Infine una scala. Niente più. E la scimmia era scomparsa.

     
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    Mother of dragons

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    Ocean's Three


    V: Davide e tanti piccoli Golia


    Oh guardi, non mi dispiacerebbe, ma temo di avere questioni più urgenti al momento.

    Gettò un'occhiataccia appena dietro le spalle della guardia. Due riottosi della masnada allo sportello non parevano volersi arrendere, e si stavano dirigendo verso la Rossa con aria vagamente belligerante.

    Vogliate scusarmi, ho un paio di corde vocali da estrarre.

    Alzò la mano destra, sistemando il guanto di cuoio che la proteggeva. Se volevano la guerra, di certo non sarebbe stata lei a tirarsi indietro. Il primo dei due arrivò caricando un pugno verso il volto di Saru, che però bloccò prontamente il gancio, afferrando rapidamente il braccio dell'uomo di mezza età. Stessa cosa successe quando quello provò a colpirla con uno schiaffo, manco fosse sua figlia! Anche in quel caso la ragazza intercettò il colpo prima che giungesse a destinazione, trovandosi dunque con entrambi gli avambracci dell'uomo in mano. Gli sorrise, inarcando il sopracciglio sinistro.

    Hai ragione, in effetti io i genitori non li ho proprio.

    Concentrò quanto più chakra possibile in entrambe le braccia, e qualora l'uomo non fosse riuscito a divincolarsi dalla sua doppia presa, avrebbe esercitato abbastanza pressione da rompergli entrambe le braccia all'altezza dei gomiti.

    Lo so, ti avevo promesso di strapparti le corde vocali, ma sarà per la prossima volta.

    Se il colpo fosse andato a buon fine avrebbe lasciato cadere l'uomo nella sua agonia, voltandosi verso il secondo avversario. Se invece l'uomo si fosse divincolato in precedenza, la Rossa avrebbe caricato un micidiale pugno diretto alla mascella dell'uomo che, con tutta probabilità, avrebbe perso conoscenza sul colpo. Una volta terminato con il primo demente, si sarebbe rivolta all'arzillo vecchietto che, a quanto pare, aveva deciso di vivere una nuova gioventù. Che sarebbe finita presto, ovviamente.

    Ohi, nonnino, non dovresti essere a fare il riposino a quest'ora?

    Batté le mani fra loro, preparandosi a far capitolare anche quell'omino. Schivò facilmente il triste tentativo del vecchio di colpirla con il bastone, lanciandosi poi con la mano sinistra verso il collo dell'uomo. Avrebbe provato a sollevarlo da terra, lasciando che la sua presa sul collo lo privasse di quanta più aria possibile, senza però farlo svenire.

    Ora dimmi, hai intenzione di continuare a starmi in mezzo ai piedi? O vuoi metterti nel tuo angolino da bravo, a continuare la tua inutile vita?

    L'avrebbe poi lanciato il più lontano possibile, verso il muro che delimitava la stanza. Chissà se ora l'avrebbero finalmente lasciata in pace. Uno stupido manipolo di persone si era raggruppato intorno al magico trio, strepitando stupide scommesse su uno scontro che per i due uomini era già perso in partenza.

    Vi do due opzioni: la prima, disperdervi e tornare a pensare ai vostri loschi affari. Oppure, potete continuare a urlare e lamentarvi, allora farete la loro stessa fine. Avete trenta secondi per decidere.

    Si sarebbe guardata attorno alla ricerca di qualche faccia che mostrasse un minimo intento combattivo, per spegnerlo sul nascere. Se nessuno si fosse fatto avanti, la Rossa avrebbe concentrato la sua attenzione su una donna dall'aria arcigna che pareva essere apparsa dal nulla.

    Ehi, tu! Donna! Sì, dico a te, amministratrice.

    L'avrebbe chiamata a gran voce, cercando di attirare un suo sguardo. Che fosse lei la chiave per entrare in quel maledetto caveau? Fu in quel momento, però, che la situazione da assurda divenne decisamente tragicomica. Qualcuno urlò, e a quanto pare nell'edificio vi erano ora degli scimpanzé liberi e in agguato. Certamente, non c'era nulla di strano in tutto questo. Saru inspirò per ritrovare un attimo di calma, prima che tutta quella storia la facesse uscire definitivamente di testa. Cos'aveva fatto per meritarsi tutto questo? Comunque fosse, per lei la fuga degli scimpanzé poteva rivelarsi una manna dal cielo come diversivo. Si diresse a passo veloce verso la donna di prima, fermandosi solo una volta arrivata di fronte a lei.

    Allora, signorina, io dovrei ritirare dei soldi. Con le buone, o con le cattive. A questo punto, non mi importa.

    Chakra: 29.5/30
    Vitalità: 12/12
    En. Vitale: 30/30
    Statistiche Primarie
    Forza: 325
    Velocità:  300
    Resistenza: 300
    Riflessi: 275
    Statistiche Secondarie
    Concentrazione: 300
    Agilità: 300
    Intuito: 300
    Precisione: 300
    Slot Difesa
    1: Parata
    2: Parata
    3: Schivata
    Slot Azione
    1: Rottura avambracci (o pugno)
    2: Presa
    3: Lancio
    Slot Tecnica
    1: ///
    2: ///
    Equipaggiamento
    • Shuriken × 5
    • Filo di Nylon [10m] × 1
    • Kunai × 5
    • Rivestimento Mimetico × 1
    • Accendino × 1
    • Tekken × 1
    • Chigiriki × 1
    • Guanto in Cuoio × 1
    • Tonico di Ripristino Inferiore × 1
    • Katar × 1
    • Cartabomba I Distruttiva × 2
    • Bottiglietta di Alcool × 1
    • Fumogeno × 1
    • Tonico di Ripristino Minore × 1

    Note
    ///
     
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    Stanza 202 vuota


    Chapter V - Villaggio del Suono



    Il suo entusiasmo si spense. Aperta la porta della stanza 203, Yukine si trovò davanti a un branco inferocito di scimmie. Saltavano di qua e di là, buttando all'aria l'intero arredamento.
    A pochi metri dall'otese, una scimmia sovrastava un suo simile con le mani serrate attorno al collo.
    Non erano animali qualunque, rinchiusi lì per qualche ragione. Due di loro presero parola. Se il primo chiese se fosse stato proprio Yukine ad averli rinchiusi lì, il secondo animale recitò una filastrocca senza senso. Le altre tre scimmie continuarono la loro opera di distruzione.
    Io...io non ho fatto niente. Piagnucolò.
    Per quanto si allenasse duramente, mostrando un discreto talento nel combattimento, il suo spirito era debole. Era sufficiente alzare la voce per destabilizzare il ragazzo e farlo balbettare come la ragazza di Suna.
    Io-io stavo cercando...Il suo sguardo scivolò sulle pareti laterali, sul soffitto e sul pavimento. Della stanza 202 non vi era nemmeno l'ombra.
    Le scimmie fuggirono dalla porta che Yukine aveva spalancato. L'otese riuscì appena in tempo a spostarsi per non finire travolto da quei primati.

    Prima di chiudere la porta alle proprie spalle, l'ultimo scimpanzé del gruppo si fermò davanti l'otese per ringraziarlo del suo aiuto. Avrebbe voluto dirgli che la porta era stata sempre aperta, che lui si era limitato ad abbassare la maniglia, ma rimase in silenzio. Quando quest'ultimo si propose di ricambiare il favore, l'aspirante Genin ne approfittò senza esitazioni. Desiderava tornare a casa. Il suo autocontrollo sarebbe ceduto da lì a poco.
    Sto cercando la stanza 202, sai dove sia?

    CITAZIONE
    - «Sìsì! Io so dov'è! Vieni ti mostro!»

    Sorrise, rinviando i festeggiamenti quando il modulo sarebbe stato afferrato dalle sue piccole e gracili dita.

    Si addentrarono nell'ala est del primo piano, composto da numerosi vincoli e da stanze anonime ai lati.
    Cercò di ricordarsi la strada percorsa, così da ritornare dalle kunoichi con l'ultimo modulo richiesto per avere i soldi del vecchio.

    CITAZIONE
    «Eccola! Grazie ancora! Ciao!»

    Una semplice porta. Dall'altra parte non si udiva alcuna voce o rumore. Qualcuno in quell'edificio si stava già pregustando l'ennesimo fallimento dell'otese. Prima di ruotare la manopola, Yukine si accorse di essere rimasto solo. La scimmia era sparita.
    Aprì la porta.
    Uno sgabuzzino. Pensò, pieno di rabbia.
    Davanti ai suo occhi verdi traboccanti di rabbia vi era una stanza in rifacimento con alcuni oggetti utili per verniciare le pareti. Si avvicinò al secchio pieno di pittura.
    Non è secco. Qualcuno lo aveva messo lì da poco tempo.
    Aveva trovato la stanza 202, ma chi avrebbe potuto dargli il modulo 21bis?
    Stanco di vagare a vuoto in quell'edificio, Yukine iniziò a strappare i fogli di giornali incollati sul pavimento, alla ricerca di qualcosa di cui nemmeno lo studente aveva idea. Se non avesse trovato nulla di utile, l'otese avrebbe iniziato dipingere la parete adiacente alla porta d'ingresso.
    Se nulla fosse accaduto nel frattempo, avrebbe continuato per circa mezz'ora.




    Chakra: 10/10
    Vitalità: 8/8
    En. Vitale: 28/30
    Statistiche Primarie
    Forza: 100
    Velocità: 100
    Resistenza: 100
    Riflessi: 100
    Statistiche Secondarie
    Concentrazione: 100
    Agilità: 100
    Intuito: 100
    Precisione: 100
    Slot Difesa
    1: ///
    2: ///
    3: ///
    Slot Azione
    1: ///
    2: ///
    3: ///
    Slot Tecnica
    1: ///
    2: ///
    Equipaggiamento
    • Bende Rinforzate × 2
    • Rivestimento Mimetico × 1
    • Tonico Coagulante Inferiore × 1
    • Lama Interna × 1
    • Kunai × 5
    • Tonico di Ripristino Inferiore × 1

    Note
    ///
     
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    × Off-Game ×


    × Legenda
    Narrazione
    "Pensieri"
    «Dialoghi»



    Ore 12.00-12.40 – Secondo piano
    Quella banca era piena di sorprese e l'iconico duo composto dalla ragazza sunese e dal tizio otese, lo aveva capito molto presto. Una banca insolita, in cui il signor Iwata aveva depositato del denaro e in cui ora trovava molta fatica per riprenderselo. I sentimenti dei due bambini giunti dinnanzi a quello sgabuzzino erano facilmente comprensibili, ma non potevano fare nulla, se non cercare un'altra strada. Del resto, strappare a vuoto i fogli dei giornali cercando chissà cosa non avrebbe dato alcun risultato. Non vi era nulla, se non delle pareti con della vernice sopra e la vernice non era poi tanto fresca come avrebbero voluto. Prendendo la vernice e gli attrezzi per pittare le pareti, Yukine non avrebbe trovato alcun ostacolo che gli impedisse di farlo e sarebbe riuscito nell'intento per una buona mezz'oretta. Avrebbe potuto pittare il muro davanti alla porta, quello vicino alla porta e così via. In tutto questo da sotto arrivavano dei rumori abbastanza strani: tipo delle scimmie che facevano un gran chiasso e la folla che stava facendo un gran baccano. Di sicuro un'occupazione molto migliore, quella di pittare la parete, invece che ritrovarsi in mezzo a quel casino di sotto.

    Ore 12.00-12.45 – Primo piano
    La giornata di Saru poteva dirsi molto più movimentata di quella di Yukine e della piccola Nekki rimasti, per qualche strano motivo, bloccati al piano di sopra. Difatti, la folla inferocita avrebbe continuato a gridare senza curarsi della ragazza e delle sue parole. La ragazza, però, non era di certo una sempliciotta qualsiasi. Tutt'altro! Bloccò acchiappando entrambe le mani dell'uomo che aveva osato dirle di muoversi. In effetti, l'uomo di una certa età non poteva mica superare in velocità o in riflessi quella che era a tutti gli effetti una shinobi e poteva anche dirsi abbastanza dispiaciuto per quello che aveva fatto... poco prima che le sue braccia vennero rotte con un unico movimento. - «AAAAAAAH» – Urlò questi di dolore mentre delle lacrime, sempre di sofferenza, iniziarono a scendergli lungo le guance mentre questo arretrava velocemente con le ossa che, per quel movimento troppo brusco, gli erano letteralmente spuntate fuori dalle braccia. Tuttavia, mentre quello piangeva divincolandosi e cercando aiuto, gli impiegati della banca, - compresi il carino ragazzo con gli occhiali e l'amministratrice, - se la stavano ridendo di gusto quasi piegandosi per via di quella visione stramba. - «Ma cos... hahahahahaha... OH! Amore mio! Mia dolcezza! Mahahahahahahahahaha.... ma che gli hai fatthahahahahahahahaha » – Nessun aiuto sarebbe arrivato a quel poverino che con entrambe le braccia spezzate stava soffrendo come un cane. Così, mentre piangeva, ci pensarono le guardie, letteralmente, a sollevarlo dalla terra e portarlo fuori dalla banca per poi lasciarlo cadere sulla strada di fronte quasi come se fosse un sacco di patate bucato oppure come una ruota quadrata (insomma, non importava). Nel mentre gli dissero pure tutta quella pappardella imparata a memoria che veniva detta ai clienti per fidelizzarli.- «La banca la ringrazia per essere un nostro cliente. Si ricordi che da noi troverà sempre aiuto e assistenza. Si ricordi anche che la nostra banca è sinonimo di fiducia. Da anni assistiamo i nostri clienti nel migliore dei modi offrendo loro il massimo dei prodotti finanziari disponibili. La nostra banca la ringrazia per averci visitati quest'oggi e le augura una buona giornata.» – A quel punto, con l'uomo ancora dolorante con le braccia spezzate e a terra dinnanzi alla porta d'ingresso, le due guardie avrebbero chiuso la porta davanti alla sua faccia ancora ridendosela per via di quelle ossa che spuntavano fuori dal corpo e tornarono da Saru. Quest'ultima, intanto, era alla presa con il vecchio che stava letteralmente sollevando da terra come se fosse un sacco di patate. Era evidente che il nonnino soffrisse senza riuscire a parlare; o meglio: era evidente che volesse parlare, ma la stretta era così forte che si sentiva solo dei suoi graffianti, quasi come se la voce gli si fosse persa nel collo. Alla domanda della ragazza, però, il nonnino scosse la testa in senso negativo, - che non voleva più a stare in mezzo ai piedi della ragazza, - e a quel punto la ragazzina lo prese e lo lanciò lontano. Questi sbatté contro il muro poco lontano; per fortuna non si fece nulla e si rialzò quasi subito poggiando sul suo bastone e guardando la ragazza come un cane che era appena stato pesantemente bastonato dal suo padrone. Quando si rivolse alla folla, quest'ultima si disperse in meno di quei 30 secondi dati. A quel punto sarebbe toccata la sua sorte all'amministratrice. Lei avrebbe visto l'avvicinamento di Saru con un'espressione di faccia abbastanza fredda e impassibile. Poi, prima che riuscì ad aprir la bocca, successe il finimondo: le scimmie iniziarono a saltare ovunque in quell'atrio urlando: «W La Banca! W La Banca! BANANA! BANANA! SOLDI! W LA BANCA!» – Una di quelle scimmie afferrò la parrucca di una donna di una certa età e le due guardie iniziarono a correre dietro a quelle scimmie cercando di afferrarle in qualche modo per riportarle alla calma. Guardando tutto questo, l'amministratrice guardò la ragazzina perplessa. - «Tutti qui devono ritirare o depositare dei soldi, signorina, e per colpa sua ho appena perso 200.000 ryo. Una bella somma, no?» – rispose l'amministratrice impassibile. Poi la invitò nel suo ufficio situato in mezzo a due sportelli al lato della banca. Dentro non c'era niente di che: - «La prego si siedi. Dunque, non le hanno detto la procedura per ritirare i soldi?.. E' quella inviata da Iwata lei, no? Non si preoccupi. E' una procedura facilitata. Abbiamo una reputazione da difendere e cerchiamo di facilitare la permanenza nella banca per i nostri clienti.» – l'amministratrice si schiarì la voce versando nel bicchiere della ragazza dell'acqua. - «Dunque. Prima di tutto lei deve prendere il modulo 42-bis. Si trova nella stanza 202 al secondo piano. Quindi deve andare al terzo piano per far mettere sul modulo il timbro X. Questo timbro glie lo deve mettere l'adetto al reparto finanziario insieme alla sua firma, altrimenti non è valido. A quel punto torna nella stanza 203 dove le compilano il modulo. Con il modulo già compilato sale le scale al 4° piano per trovare l'ufficio depositi. Lì le devono mettere sul modulo 42-bis il timbro Y insieme alla firma. Con quel modulo, poi, deve andare nella stanza numero 203 dove lavora una coppia di simpaticoni. Devono leggere il modulo e verificare che il tutto sia in regola. Quando avranno fatto questo le rilasceranno il modulo 24A. Si tratta di un modulo con cui poi deve scendere le scale fino al sotterraneo per trovare il nostro custode Yoshimata. Yoshimata ha il compito di verificare che il tutto sia al suo posto. A quel punto lui le da l'autorizzazione per ritirare i soldi. Ma per convalidare questo documento lei deve salire al 9° piano, dove potrà trovare il direttore dalla banca. Lui deve mettere sul modulo la sua firma e un timbro a forma di triangolo. A quel punto le restano poche cose da fare. Per ritirare i soldi, difatti, è necessario anche recarsi presso il nostro esperto di diritto nella stanza numero 753 al 7° pieno. Lui deve verificare che tutti i suoi documenti siano validi. Se non sono validi deve tornare con i documenti validi e ripetere tutto da capo. Infine, per avere l'autorizzazione per ritirare i soldi, deve prima di nuovo andare al 3° piano per prendere un speciale tagliando che confermi la sua possibilità di ritirare i soldi. Quel tagliando dev'essere a sua volta firmato da me. Quindi dopo torni qui e lo faccia firmare. Poi lo deve far firmare anche dal direttore. Solo a quel punto può finalmente andare nella stanza 404 e ritirare un solo documento utile per il ritiro dei soldi. A quel punto le basterà riscendere le scale verso il sotterraneo e consegnare il tutto al guardiano Yashimata. Quest'ultimo verificherà di nuovo che il tutto sia in regola ed emetterà l'ordine di rilascio del denaro. Con quell'ordine deve di nuovo salire nell'ufficio del Direttore, farlo firmare da quest'ultimo, scendere nei sotterranei, farlo firmare da Yashimata, poi da me, e poi può riscendere di nuovo le scale nel sotterraneo e Yashimata le consegnerà la somma richiesta.» – La donna versò del cognac nel suo bicchiere e ne bevve un po'. - «Questa è la prassi che utilizziamo per tutti nostri clienti. Buona fortuna. E si ricordi che è una prassi facilitata. Oh guarda te... ma è già l'ora di pranzo... – Guardando l'orologio affisso alla parete di fronte, la donna si sarebbe alzata arrivando alla porta e aprendola, invitando quindi la donna a uscire. - «Le consiglio di aspettare che finisca il pranzo. Normalmente dovrebbe finire alle 13.30, ma noi lo facciamo durare fino alle 14.00. – A quel punto, invitando di nuovo la ragazzina ad andarsene, la donna sarebbe tornata al suo posto. Fuori dalla porta la ragazza avrebbe trovato la stessa scena di prima, con l'unica eccezione che le scimmie non c'erano più (chissà dove erano finite), la gente che stava di nuovo in fila davanti agli sportelli (che però erano chiusi) e le guardie che camminavano su e giù per il primo piano.

    SE la ragazza avesse deciso di minacciare la donna oppure provare a farle del male, l'amministratrice avrebbe solo sorriso. - Heh, quel porco di Iwata manda sempre dei mascalzoni a ritirare i suoi soldi. GUARDIE! – A quel punto uno dei due guardiani sarebbe entrato nell'ufficio rivolgendosi a Saru. - «Signorina, non faccia la scostumata.» – Con un [velocissimo – Slot Azione 1 - Presa]Velocità: 600 movimento avrebbe tentato di bloccarla in una posizione tale da stringerle le mani ai fianchi e quindi con una gran [forza]Forza: 600 immobilizzarla senza procurarle alcun danno. A quel punto l'avrebbe semplicemente alzata di peso come un sacco di patate portandola fuori dalla porta, spostandosi quindi verso l'ingresso e letteralmente rimettendola al terreno lì davanti alla porta. - «Alla prossima sarò costretto a buttarla fuori dalla banca, una volta e per sempre.»

    In tutto questo, indipendentemente dalle azioni di Saru, a lei si sarebbe avvicinato lo stesso venditore di rose che non aveva smesso di provare a vendere la sua merce, ma ancor ora sostava con quasi tutto il mazzo pieno. - «Brutto aspetto signora. Volere una rosa?» – Le chiese salvo poi andarsene a sedere su di una panchina vuota, quasi invitando la ragazza a seguirlo. - «Lei riposare un po'; le attendere una lunga giornata. Lei non essere la prima a venire qui ritirare soldi. Ma l'amministratrice non darli mai. Cuore duro l'amministratrice. Duro come la roccia. Come la pietra. Amministratice arrabbiata con Iwata. Lei ammorbidire l'amministratrice.»
     
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    Falce dei Kaguya


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    Difficoltà, confusione


    E tanta maleducazione



    Temevate che ci si fosse dimenticati della piccola Nekki? No, ci sono andato vicino, ma non del tutto!
    Anche se, amici miei, devo dirvelo: non c'è molto da poter dire al momento di questa strana avventura della nostra piccola amica: Ryugi trovò la stanza che gli aveva indicato il giovane studente di Oto e vi entrò, ma non trovò alcun ingresso verso la stanza che loro cercavano, bensì trovò due individui, molto molto maleducati, specie per i canoni di una ragazzina così per bene e timida com'è la piccola Nekki, che subito le urlarono contro, poiché desiderosi di fare la loro pausa pranzo.
    Non ebbe nemmeno il tempo per chiedere scusa, semplicemente rimase lì imbambolata per un pò, finché urla, provenienti dal piano inferiore, non l'avrebbero fatta riscuotere.
    A quel punto, la nostra piccola Nekki avrebbe cercato il giovane otese, per trovarlo in una stanza piena di carta da parati e materiali per ridipingere i muri.
    C.... c.... ch... che.... s.... c... c... s... cosa f... fai?, chiese subito a Yukine, al quanto perplessa, c'era da ammetterlo.
    F... fo... f... f... for... forse è... m... meg... me... meg... meglio se sc... scendiamo giù, f... f... f... forse Saru ha t... trovato qualcosa!, avrebbe proposto all'altro, prima di incamminarsi verso il piano sottostante.

    Chissà cosa sarebbe successo!

     
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    Si ritorna al primo piano


    Chapter VI - Villaggio di Onitara



    "Distribuire" la pittura su ogni parete della stanza non accese alcun meccanismo o jutsu. Tutto rimase fermo, immutato.
    Ma dov'è questo modulo? Si chiese, lasciando cadere il pennelo all'interno del secchio. La Nekki lo aveva raggiunto, domandando cosa egli stesse facendo.
    Questa è la stanza giusta, ma ho trovato solo questa vernice. Aveva già udito le urla provenienti dal piano inferiore, ma Yukine aveva deciso di continuare lì, nella stanza in cui doveva trovarsi il documento che molti clienti stavano cercando.

    CITAZIONE
    F... fo... f... f... for... forse è... m... meg... me... meg... meglio se sc... scendiamo giù, f... f... f... forse Saru ha t... trovato qualcosa!

    Annuì. Con il barattolo di vernice fresca sulla mano destra, Yukine si incamminò verso il piano inferiore.
    La sua pazienza era agli sgoccioli.



     
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    Ore 13.00 – Banca in generale
    Forse non lo se lo aspettava nessuno che sarebbe successo, ma è successo: conscio del fatto che difficilmente quel gruppo di ninja sarebbe riuscito a compiere la sua missione, lo stesso diavolo, - il mandante della missione, - si presentò nella struttura bancaria. Successe poco prima del pranzo: quando ormai stava per fallire tutto e la banca stava per chiudere per la sua pausa pranzo, il vecchio uomo entrò in quella banca come un boss entra nella sede della sua organizzazione mafiosa. Al braccio aveva un strano bracciale: uno di quelli dorati, con delle gemme incastonate nello stesso e lo sguardo era quasi sempre lo stesso: fisso sulla struttura bancaria intorno, sugli impiegati e su tutto il resto. A quel punto era chiaro che la pausa pranzo era terminata. - «Portatemi da lei,» - disse il vecchio quando ormai era chiaro che nessuno avrebbe sfruttato la sua pausa pranzo. Nel mentre camminava verso l'ufficio del Capo di quelal banca, - che ovviamente era stata la sua donna in un passato tanto lontano che sembrava un miraggio, - prese i fiori dal tizio che li vendeva: alla fine era quella la chiave verso il cuore di una donna. Camminando, guardò anche il trio dei ninja che aveva inviato a cercare di risolvere quella missione. - «Hmm,» - disse fermandosi un attimo, proprio mentre era davanti alla porta per entrare nell'ufficio della direttrice di quella banca. - «Come vedete non mi servite più... Siete liberi! » - disse abbastanza felice. Per quant'era gioioso, però, non si dimenticò di fare un'occhiataccia ai propri bodyguardi, - che erano 4 per precisione, - facendo anche un cenno del capo verso i 3 shinobi. Ognuno di loro avrebbe quindi ricevuto un piccolo sacchetto con del denaro, - molto di meno rispetto a quanto avrebbero ricevuto se avessero capito come conquistarsi il favore della direttrice portando i soldi al vecchio. Ciononostante, avrebbero comunque avuto una piccola compensazione per il tempo speso e, forse, avrebbero anche tratto da tutta quella storia dell'utile esperienza che gli sarebbe servita in futuro.

    Il vecchio, invece, entrando nell'ufficio della direttrice con il cuore aperto e un mazzo di fiori avrebbe ben presto risolto tutti i fiori. Certo, non senza chiedere scusa diverse volte e non senza che la voce della direttrice avesse più e più volte tuonata in tutta la banca. Alla fine dei conti, però, tutta quella storia non poteva che terminare nel migliore dei modi per tutti... o quasi.
     
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