IkiryōAdd TS Murasaki

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    Era una giornata come le altre nel quartiere Hyuga. I vari membri del clan, svegli dal canto del gallo, avevano tutti il proprio rigoroso schema della giornata da seguire, chi tra più e meno pesante. Nemmeno i bambini venivano risparmiati da questa rigida regola, i genitori gestivano per loro i vari orari suddivisi tra studio, gioco, faccende ed allenamenti. Nessuno veniva dimenticato in quel maniacale schema, tanto che la più piccola variazione sarebbe stata notata da tutti i membri del clan. E che i Kami proteggano chiunque osi disturbare quell'ordine.
    Il sole stava calando, e mentre gli anziani del villaggio si riunivano nel solito palazzo per la riunione serale, diverse mogli con i rispettivi figli al seguito si godevano il venticello fresco all'esterno, lasciando che i pargoli giocassero insieme: dopo aver terminato ogni incarico della giornata, avevano il permesso di passare le ultime ore a svagarsi, mentre altri membri dovevano sorbirsi la noiosa riunione, forse invidiando gli schiamazzi dei bambini che poco distanti giocavano liberi. Chi a caccia di insetti, chi preferiva rincorrersi, sfogavano il loro bisogno di essere fanciulli in quelle poche ore concesse dallo schema del clan.
    Alcuni gridolini si fecero più acuti del solito. Si poteva distinguere il pianto di uno dei bambini, difficile immaginarne con precisione il motivo, forse solamente il chiacchiericcio confuso delle madri poteva destare qualche sospetto. Difficilmente gli anziani, concentrati nella loro riunione, si sarebbero accorti di una piccolezza del genere.
    Una delle lampade da muro della stanza si spense, all'improvviso. Forse fulminata, o malfunzionante, dato che iniziò in breve a sfarfallare, accendendosi e spegnendosi quasi ritmicamente. Sarebbe bastato che uno di loro facesse notare quel malfunzionamento, e la lampada avrebbe ripreso a funzionare correttamente. Non quella di fronte, però, che sembrò avere lo stesso problema.
    Non sarebbe stato possibile proseguire la riunione in tranquillità. Se lasciata stare per troppo tempo, la lampada accesa avrebbe iniziato a ronzare, fastidiosamente, e non appena qualcuno si fosse avvicinato, il problema sarebbe passato ad una lampada diversa, spesso dalla parte opposta del muro. Che si trattasse di un malfunzionamento delle lampadine piuttosto bizzarro, o un problema con i cavi elettrici stessi, qualsiasi cosa fosse stava decisamente recando parecchio disturbo a quella riunione appena iniziata!
     
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    I



    Da quando Murasaki era diventata genin, la sua routine si era come sdoppiata. Vi erano giornate in cui, occupata con qualche missione, poteva uscire dal quartiere e dal villaggio, libera di esplorare il mondo esterno. Tuttavia, la giovane Hyuga non era solo una genin di Konoha. Come suo padre amava ricordarle, il suo primo e ancestrale dovere era nei confronti del Clan. In quanto leader in fieri, nei giorni in cui la ragazza non era impegnata come shinobi, essa era tenuta a continuare la sua formazione come futura capoclan.
    Era una calda giornata estiva, e Murasaki aveva appena concluso un intenso allenamento con la sorella. Di fronte a lei Tomoe si era appena accasciata a terra, stremata, mentre la sorella maggiore si era piegata sulle ginocchia, cercando di riprendere fiato. Eppure, nessuna delle due ragazze aveva un graffio. Tale era la tecnica segreta tramandata nel Clan da generazioni: pochi danni esterni, devastazione interna.

    Non ti sei proprio risparmiata, sorella.

    Tomoe si alzò, massaggiandosi l'avambraccio destro. Sin da piccole, le due sorelle avevano sempre combattuto l'una contro l'altra, in un'infinita catena di incontri e scontri, il cui risultato era spesso la parità.

    Se lo facessi mi troverei con un braccio in meno, sorellina. Non mi aspetto niente di meno da te.

    Sorrise, rialzandosi e rassettando appena la veste. Di tutte le cose che doveva fare, di certo passare il tempo con la sorella era ciò che preferiva. Si avvicinò a Tomoe, offrendole aiuto per rialzarsi. Non passarono più che un paio di minuti, che lo zio delle ragazze si palesò, richiamando l'attenzione della maggiore delle Hyuga.

    Murasaki, è richiesta la tua presenza. Tuo padre ti ha convocata.

    La sorella alzò lo sguardo, spostandolo da loro zio a Murasaki. Poi, inarcò le sopracciglia, esibendosi in un'espressione confusa.

    Non sarà nulla, tranquilla. Noiose questioni di Clan. Tornerò appena possibile, e potrai avere la tua rivincita.

    Tomoe sbuffò, sorridendo.

    Questo presuppone che io abbia appena perso, sorella. Mi permetto di dissentire.

    Le sorrise un'ultima volta, girandosi poi e seguendo lo zio all'interno del padiglione secondario, alla volta della sala delle riunioni, situata nel padiglione principale. Come da protocollo l'uomo, pur essendo più anziano di lei, camminava ad un passo di distanza dalla ragazza, lasciandole condurre il passo.

    Dimmi, zio. Qual è l'ordine del giorno?
    Ordinaria amministrazione. Rapporti sul commercio, censimento annuale dei nuovi nati, e...

    Parve esitare un attimo, incespicandosi per un momento.

    Formalizzazione della successione. Fino ad ora il tuo è stato un titolo pro forma, in quanto primogenita dell'attuale capo. Da oggi in poi sarai ufficialmente designata quale suo successore. Tuttavia, alcuni degli anziani si sono dimostrati restii ad attribuirti questo ruolo, per il momento.

    Entrarono in un corridoio più stretto, illuminato da lampade ad olio, e dalla pavimentazione in legno scricchiolante. Era chiamato il corridoio dei sussurri, ed era l'unico accesso conosciuto alla sala delle riunioni. Il suo peculiare nome derivava proprio dal rumore che il legno del pavimento produceva ad ogni passo, così da avvertire i convenuti della presenza di ogni nuovo ospite.

    Come sai, il concilio ristretto è allarmato dalla mancata attivazione del tuo byakugan. Ritengono inammissibile che l'erede designata non abbia ancora mostrato appieno le potenzialità degli Hyuga.

    Si fermarono, essendo giunti alla porta che dava sull'antico salone. Murasaki contrasse il volto, in un'espressione contrariata. I suoi occhi, vanto di generazioni di Hyuga, erano inermi e inattivi, occhi del tutto simili a quelli del resto del mondo, fatto salvo per l'inquietante color bianco. Non v'era bisogno che gli anziani le ricordassero di tale problematica, la ragazza aveva tutto ben chiaro, da tempo. Se alla morte del padre non avesse sviluppato la kekkei genkai del Clan, nessuno l'avrebbe mai accettata come leader. Inspirò, cercando di fare chiarezza tra le sue idee.

    Sono nata per questo, zio. Sono stata cresciuta per questo. E nessuno potrà portarmelo via, nemmeno gli anziani.

    Li avrebbe spazzati via tutti, se necessario. Con o senza Byakugan.
    Entrarono nel salone, in cui regnava una forzata penombra. La giovane si era sempre chiesta il perché di questa sceneggiata, quando la tenuta era piena di ampli e luminosi spazi in cui raccogliersi senza alcuna difficoltà. Suo padre si voltò, salutandola con un cenno del capo. Di fronte a lui, quattro degli esponenti più antichi del clan, fra cui suo nonno, stavano seduti, lo sguardo severo che parve scandagliare la figura di Murasaki. Intorno al gruppetto centrale, i membri di spicco del Clan erano raccolti in cerchio, seduti ed in religioso silenzio. La voce di suo padre risuonò potente e profonda, riempiendo la sala.

    Murasaki Hyuga, figlia di Genji. Sei stata convocata dal concilio ristretto del Clan, per discutere della tua posizione e dei tuoi titoli. Siedi, prego.

    Si mosse, andando a collocarsi appena alle spalle del padre. Una volta seduta, i quattro anziani cominciarono la loro filippica, perorando la causa Clan. O così almeno dicevano. Secondo la loro proposta, la nomina ad erede avrebbe dovuto attendere fino al giorno in cui qualcuno di degno non si fosse presentato, dimostrando le proprie qualità di fronte a tutto il concilio. Li guardò, e seppe immediatamente quale fosse il loro problema. Ogni qualvolta la guardavano, vedevano una ragazzina debole e sciocca, che voleva diventare capo per capriccio, o per abitudine. Chiuse un secondo gli occhi, radunando le idee. Avrebbe provato loro quanto si sbagliavano, quanto lei fosse nata per questo compito. Nata per riportare gli Hyuga all'importanza che avevano occupato un tempo, agli albori del villaggio. Quando riaprì gli occhi, mentre ancora gli anziani parlavano e suo padre rimaneva in ascolto, silente, notò un leggero sfarfallio propagarsi dal lato est della sala. Una lampada pareva essere arrivata alla fine della sua vita, emanando gli ultimi bagliori prima di spegnersi.

    Una buona metafora per i vecchi Hyuga.

    Pensò, sorridendo fra sé e sé. Un secondo dopo, la lampada si spense, segnalando la sua dipartita dal mondo. Uno dei membri di più basso rango presenti si alzò, sincerandosi che la lampadine non fosse svitata o malfunzionante. Tuttavia, non appena l'uomo arrivò a distanza ravvicinata, la lampadina si riaccese autonomamente, tornando a splendere come se nulla fosse accaduto. Murasaki scosse le spalle, spostando nuovamente lo sguardo sugli anziani. Che quello fosse un segno? Per quanto avrebbe potuto provare ad imporsi, loro sarebbero sempre rinati, affermandosi nuovamente? Le parole continuavano a susseguirsi, come un fiume in piena. Qualche secondo dopo, però, l'attenzione della ragazza venne catturata nuovamente da problemi di tipo elettrico. Dall'altra parte della stanza, sulla parete ovest, un'altra lampada dava i suoi ultimi segnali di vita, emettendo luce ad intermittenza. Nuovamente, qualcuno si alzò per ovviare al problema, che scomparve non appena la lampada venne toccata. In pochi minuti, la cosa si ripetè diverse volte, creando un certo fastidio in tutta la sala. I convitati cominciarono ad agitarsi, inquieti sui propri cuscini.
    Quella riunione, cominciata come un qualsiasi incontro di Clan, si sarebbe presto rivelata totalmente diversa da ciò che i partecipanti si aspettavano.
     
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    Qualsiasi cosa stesse facendo funzionare le luci in quel modo non sembrava soddisfatta dei propri risultati. Per qualche momento, tutto sembrò esser tornato alla normalità, fino a che una delle luci non prese a ronzare e illuminarsi sempre di più, fino a scoppiare. I vetri della lampadina caddero a terra, ed uno degli anziani lì presenti si alzò all’improvviso dal suo posto, lamentando di sentire il suo cuscino freddo. Sembrava piuttosto pallido in viso, e data la situazione aveva ipotizzato a gran voce che quell’evento fosse opera di uno spirito maligno. Gli altri membri del clan sembravano essere più scettici a riguardo, sostenendo che fosse sì un evento insolito, ma che ci doveva essere una spiegazione logica, forse un problema con dei cavi.
    Mentre gli anziani bisticciavano tra loro, distratti da quell’evento, Murasaki avrebbe percepito la stessa sensazione al suo cuscino, quella di freddo improvviso. La sensazione sparì dopo qualche attimo, e la maniglia della porta dietro di lei sembrò muoversi, come se qualcuno o qualcosa stesse cercando di aprire quella porta. E non si sarebbe fermata fino a che la ragazza non si fosse decisa ad aprirla, ed avrebbe visto le luci del corridoio scattare come quelle in precedenza, ma stavolta più… ordinate. Scattavano sempre una alla volta, accendendosi e spegnendosi ad intervalli abbastanza regolari, ed allontanandosi sempre di più, verso altre sale del palazzo. Quella presenza stava chiaramente cercando qualcosa, ma che cosa? Gli Hyuga custodivano qualcosa che poteva essere rischioso se finiva nelle mani di una creatura sovrannaturale? Oppure era un evento quasi casuale, una sorta di spirito vagante?
    La cosa avrebbe presto o tardi trovato la biblioteca, a quell’ora chiusa a chiaveLa porta ha Durezza 2 e Potenza 20
    I cardini Durezza 4 e Potenza 5
    Il custode è uno degli anziani ed ha con se la chiave, ma non aprirà fuori orario a meno di ottime motivazioni
    per Murasaki, ed una volta dentro si sarebbe dimostrata decisamente più molesta rispetto a quando non si trovava nella stanza con gli anziani. Diversi libri iniziarono a muoversi appena, come se qualcosa li stesse spingendo, alcuni arrivando persino a cadere. Il primo a cadere fu un libro intitolato "Karma", dopo diversi tentativi. Sarebbero caduti, o si sarebbero mossi, se la ragazza avesse deciso di prendere il libro che stava cadendo un altro libro avrebbe iniziato a muoversi fino a cadere, anche altri libri, come "Onore e Rispetto", "L'Arte del Pugno Gentile", "Unione spirituale con la Natura", "Insidiose Tecniche di Combattimento". Due dei libri erano romanzi, mentre gli altri tre riguardavano combattimenti ed allenamenti ninja. Tuttavia lo spirito non sembrava volersi fermare, altri libri si mossero appena, ma nessuno fino al punto di cadere o essere particolarmente evidente, come se stesse freneticamente cercando qualcosa di suo interesse. Che nella biblioteca vi fossero nascoste tecniche segrete sulle quali voleva metter mano?
     
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    II


    La ragazza aggrottò le sopracciglia, osservando i cocci di vetro appena depositatisi sul duro tatami. Negli ultimi minuti la stanza era stata animata da una curiosa serie di eventi, che parvero culminare nel fragoroso scoppio di una delle lampadine atte ad illuminare il lugubre luogo. Qualche secondo dopo uno degli anziani, tale Togoshi, il quale vantava dal canto suo una diretta discendenza dal primo nucleo Hyuga, balzò in piedi, guardando con orrore il proprio sedile.

    È una stregoneria, vi dico. L'ho sentito chiaramente, uno spirito si è impossessato... Si è impossessato del cuscino, ho sentito la sua fredda mano attraversarmi il corpo. Che i Kami possano fulminarmi se non dico il vero.

    Continuò a spostare lo sguardo sui presenti, pallido in volto e con gli occhi iniettati di sangue. Un lieve brusio si levò dall'assemblea, mentre i quattro antichi si riunirono attorno a Togoshi, indicando e pungolando il cuscino in questione. Dal fondo della sala, dove erano relegati i membri più giovani del consesso, pervenne addirittura qualche risata. Alché Togoshi si girò nella loro direzione, paonazzo in viso, tuonando minacciosamente contro quei ragazzini irrispettosi.

    Padre,

    Murasaki si sporse appena in avanti, arrivando a portata d'orecchio del genitore.

    Non trovi che tutto questo sia...

    Inutile? Ridicolo? Una perdita di tempo? L'erede apparente degli Hyuga non fece in tempo a concludere la frase, che una profonda sensazione di sconforto si impossessò di lei. Sgranò gli occhi, mentre il cuscino su cui era seduta da tempo quasi interminabile divenne ghiacciato, quasi fosse composto di neve fresca. Scattò all'indietro, rifugiandosi sul ruvido tatami. Per quanto fissasse il cuscino, tuttavia, nulla pareva realmente cambiato nella composizione dello stesso. Suo padre, di fronte a lei, la fissava con aria nervosamente interrogativa, evidentemente irritato dalla piega irrazionale che quella riunione aveva preso. Se c'era una cosa che Genji Hyuga odiava, era sprecare il suo prezioso tempo in sciocchezze. Stava per parlare, per chiedere spiegazioni al genitore, quando un sinistro cigolio attirò la sua attenzione. Era appena dietro di lei, e pareva provenire dalla porta da cui era entrata qualche tempo prima. Ad uno sguardo più attento, Murasaki notò che era la maniglia a produrre quel suono, muovendosi freneticamente, come se dall'esterno qualcuno stesse provando a fare irruzione. Senza pensarci si alzò, come fatalmente attratta da quel movimento. Dietro di lei poteva ancora udire i bisticci degli anziani, le risa dei giovani, e le proteste del padre, che cercava di richiamare lei e il resto dell'assemblea all'ordine. Eppure, tutto sembrava così lontano nel tempo e nello spazio, così distante che la ragazza vi fece a malapena attenzione. Quella maniglia, quel rumore, parevano catalizzare il suo sguardo, come una sorta di buco nero dalla cui attrazione gravitazionale era impossibile sfuggire.

    Sembra che mi stia quasi... Chiamando?

    Allungò la mano, e quando finalmente afferrò la maniglia le parve che, improvvisamente, tutta la forza di gravità del pianeta si fosse concentrata in quell'unico punto. Durò un secondo, poi la maniglia cedette e la porta si aprì, conducendo allo stretto corridoio dei sussurri.

    Rivelatevi. Questo gioco è durato abbastanza.

    Disse, alzando appena il tono della voce. Non poteva credere alla storia raccontata dall'anziano Hyuga, non razionalmente. Era sicura che dietro a tutto questo vi fosse lo scalmanato gruppo di ragazzini Hyuga, composto da piccole pesti atte a sconvolgere la solitamente monotona vita del Clan. Più volte li aveva visti con i propri occhi, aggirarsi furtivi per le sale, pronti a infastidire più adulti possibile. Aggrottò la fronte quando non ricevette alcuna risposta, nemmeno una risata soffocata che rivelasse la presenza di un qualche bambino troppo fantasioso. Passarono pochi secondi, durante i quali Murasaki non fece altro che scandagliare il corridoio con lo sguardo. Poi, un ormai familiare sfarfallio rimbombò prepotentemente per le pareti. Ritmicamente, le luci che illuminavano appena quel luogo cominciarono a spegnersi e accendersi. Rispetto a quanto accaduto nella sala delle riunioni, tuttavia, pareva che in questo caso esse seguissero una specie di pattern, partendo dal punto in cui si trovava la ragazza, e allontanandosi progressivamente nelle profonde oscurità del palazzo. Murasaki si avvicinò alla lampada a lei più prossima, sfiorandola appena.

    Dovrebbe essere incandescente, invece è come se emanasse una sorta di luce fredda.

    Chiunque avesse ideato quello scherzo, di certo aveva una fervida immaginazione.

    E potenti mezzi.

    Scosse la testa, mentre lo sciocco pensiero di spiriti e infestazioni le attraversò la testa, intrusivo. Lasciò la lampada, proseguendo silenziosamente per il corridoio, sfiorando con la mano sinistra la parete. Seguì il ritmo dettato dall'elettricità, camminando nella penombra per qualche minuto. Era ormai distante dalla sala delle riunioni, e in un angolo della sua testa rimbalzava una sola domanda

    Perché nessuno mi ha seguita? Perché non mi hanno mandata a chiamare?

    La relegò il più lontano possibile, mettendo a tacere quell'orribile dubbio. Più andava avanti, più ogni passo pareva allontanarla dalla sicurezza e normalità della sua routine a villa Hyuga. La luce la portò attraverso il padiglione secondario verso quello principale, facendole attraversare le stanze dei genitori e gli appartamenti della loro servitù. Stranamente, tutto taceva. Non vi era anima viva in giro, e tutto nelle varie stanze pareva essere stato abbandonato di fretta, come se tutti avessero comunemente deciso di abbandonare il palazzo nello stesso istante. Passò nelle cucine, dove una grande teiera in ghisa era stata lasciata sul fuoco ancora acceso. Il suo fischio riempiva gli ambienti circostanti, risuonando come un vuoto allarme. Murasaki deglutì, quel paesaggio era decisamente insolito.

    Da quando sono nata, non ho mai avuto un momento di solitudine in questa casa. Dove sono tutti?

    La luce parve irritarsi, e la lampada vicino alla ragazza prese ad accendersi e spegnersi in modo quasi furioso. Con reticenza, Murasaki si rimise in cammino, lasciandosi alle spalle l'inquietante fischio e il desolante vuoto delle cucine. Percorse ancora qualche decina di metri, quando la luce parve fermarsi, come se avesse finalmente individuato il suo obiettivo. Andò avanti e indietro, cominciando poi a lampeggiare nella lampadina allocata vicino ad una porta in legno scuro e spesso, sul cui fronte campeggiava il carattere 書.

    La biblioteca? Cosa mai potrà volere dalla nostra biblioteca?

    La ragazza si avvicinò, appoggiando appena la mano destra alla porta. Con le dita tracciò il contorno del carattere intagliato nel legno, mentre vicino a lei la luce continuava ad andare e venire in modo sempre più insistente.

    Bambini, se siete voi questo è l'ultimo avvertimento. Sapete che non posso portarvi qui dentro, vi sarà permesso di accedervi una volta iniziati i vostri studi.

    Come tutti i suoi avvertimenti precedenti, anche questo cadde nel vuoto. Dal canto suo, la luce non accennava a tranquillizzarsi. Era davvero assurda come situazione, e Murasaki stessa era la prima a non riuscire a capacitarsene, ma le parve quasi che, nei suoi ritmici movimenti, la luce riuscisse ad esprimere... Emozioni? In quel preciso istante le parve che un'ondata di rabbia e impazienza la investisse, provocandole degli intensi brividi lungo tutto il corpo.

    Va bene, vorrà dire che entreremo in biblioteca.

    Staccò la mano, allontanandosi appena dalla porta. In una situazione normale sarebbe andata alla ricerca del custode della biblioteca, ma quella era tutt'altro che una situazione normale, e quale che fosse l'obiettivo di questa cosa, Murasaki non aveva intenzione di mettere in pericolo altri membri della sua famiglia. Concentrò il chakra nella gamba destra, in particolare sul piede, caricando poi un potente calcio in direzione della maniglia della porta, che le si spalancò davanti con un gran boato. Vicino a lei, la cosa parve soddisfatta, accendendo rapidamente molte luci dell'ambiente. Murasaki entrò, e come aveva sospettato non vi trovò nessuno. Poi, accadde qualcosa che raggelò il sangue della Hyuga, congelandola sul proprio posto. Le alte scaffalature della biblioteca cominciarono a tremare, tanto che la ragazza pensò che, per qualche strana coincidenza, un terremoto avesse deciso di colpire proprio ora la Foglia. Tuttavia, quando dei libri cominciarono a cadere, fu chiaro che era tutta opera della cosa, che dopo diversi tentativi stava riuscendo in quello che pareva il suo intento. Che volesse mostrarle qualcosa?

    Chi sei? Cosa vuoi da noi? Questo... Questo non è più divertente. Ti ordino di palesarti al mio cospetto, chiunque tu sia.

    Murasaki si mosse, inginocchiandosi sul libro appena caduto.

    Karma

    Lesse, aggrotando le sopracciglia. Alzò lo sguardo, percependo un movimento appena sopra la sua testa. Si spostò velocemente, e ci mancò poco che il libro successivo la colpisse in pieno volto.

    L'arte del pugno gentile, Onore e rispetto, Unione spitrituale con la natura, Insidiose tecniche di combattimento...

    Erano tutti libri che aveva letto, alcuni per dovere e altri per piacere. Che la cosa volesse comunicarle qualcosa? Era stata tutta una coincidenza, o era sempre stata lei il suo obiettivo? Si alzò, tenendo in mano L'arte del pugno gentile.

    Chiunque tu sia, qualunque cosa tu voglia da noi... Sappi che non la otterrai facilmente, non prima di passare sul mio cadavere.

    Lasciò cadere il libro con un tonfo, portando poi le braccia di fronte a sé in posizione di attacco, nella configurazione tipica dello stile di lotta Hyuga. Quale che fosse l'intenzione della presenza, di certo Murasaki non l'avrebbe semplicemente assecondata.

     
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    La porta scricchiolò appena, ma si dimostrò più resistente del previsto. I cardini, al contrario, sembravano scossi pesantemente da quel calcio, ma erano apparentemente ancora al loro posto. Forse un secondo colpo in un diverso punto della porta avrebbe ottenuto un diverso effetto...


    Lo spirito sembrava irrequieto, vagava tra i libri, alla disperata ricerca di qualcosa. Quando la ragazza ne prese in mano uno, i libri della biblioteca smisero di scuotersi, ed ella sentì una seconda volta quella sensazione di gelo percepita in precedenza. Poi, lo spirito si spostò nuovamente tra gli altri libri già fatti cadere, facendo sfrusciare un po' le pagine, ma poi richiudendoli di colpo, cercando di far attirare l'attenzione su qualcosa in particolare. Se scossi o aperti pagina per pagina, i libri non avrebbero rivelato di nascondere nulla, nessuno foglietto tra le pagine e, apparentemente, nessun messaggio nascosto. Avrebbe continuato per un po', fino a che Murasaki non si fosse decisa a prestare attenzione anche agli altri libri, indicando come qualcosa li accomunasse. Infine, dopo qualche minuto di ricerca, un ultimo libro cadde: "Yojutsu". L'unico con il titolo composto da kanji, invece che da lettere latine. Ne agitava le pagine freneticamente, ma se Murasaki lo avesse toccato, si sarebbe serrato di colpo, rendendo difficoltosa l'apertura. Poi sarebbe passato ad Onore e Rispetto, ripetendo il processo, e poi ad Unione della Natura... E pareva intenzionato a continuare, stavolta però concentrandosi unicamente sui libri già fatti cadere.

    Minicorso sul distruggere gli oggetti!

    Durezza: La durezza è la resistenza dei materiali: è possibile danneggiare oggetti con durezza pari o inferiore l’arma attaccante; la durezza massima è 5. Un’arma si rompe se la potenza dell’attaccante è superiore alla potenza del difensore per la durezza.
    Per esempio, un kunai (potenza 10 durezza 3) può essere rotto da un’arma di potenza 35 o superiore, pari durezza. Le tecniche (emissioni) offensive possono sempre danneggiare gli oggetti in uso; l'equipaggiamento riposto e non utilizzato è considerato immune alle tecniche. Gli oggetti si considerano con potenza 20 e durezza variabile in base al materiale (plastiche/vetro 1, legno/mattone 2, metallo/roccia 3); sono sempre considerati parienergia la fonte del danno.


    L'oggetto è sempre parienergia l'utilizzatore, quindi in questo caso verde. Tu hai di fronte a te una porta en verde di durezza 2 e potenza 20. Questo vuol dire che ti serve una potenza di almeno (20x2=) 40 per poterla rompere. Il tuo colpo di 350 (275 +3 tacche) è di +2 tacche sopra l'energia; ogni tacca vale 5 di potenza, ed il colpo senz'arma vale 10. Questo significa che il tuo colpo ha potenza 20, ed essendo inferiore ai 40 necessari non scardina la serratura dalla porta.
    I cardini però hanno durezza 4 e potenza 5. La potenza è così bassa perchè sono piccoli e vecchi, quindi un colpo diretto parienergia, oppure un colpo mirato alla porta leggermente più forte li possono rompere.

    Il colpo senz'arma ti da 10 di potenza di base, ma le armi hanno una loro potenza, e pure le tecniche.

    In casi estremi, ricorda che la narrazione conta: in questo caso, ad esempio, la porta è di legno, quindi nelle giuste condizioni può prendere fuoco. Ma potrebbe essere poco saggio dar fuoco al proprio palazzo

    Spero di essere stata esaustiva! In ogni caso sai dove trovarmi :solerò: ed occhio agli spiriti!
     
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    III



    Murasaki sbuffò quando la porta di fronte a lei si rifiutò di cedere al primo colpo, lasciandola all'esterno della biblioteca, in compagnia della cosa che continuava ad agitare le luci. Si avvicinò all'ostinato pezzo di legno, maledicendo internamente chiunque avesse costruito quel momentaneo ostacolo. La parte che più aveva subito gli effetti del tempo parevano essere i cardini, il cui ferro pareva oramai consumato da ruggine e agenti esterni. Concentrò nuovamente un'ingente quantità di chakra nella mano destra, colpendo poi velocemente i due punti di congiunzione della porta con la cerniera. Poi attese, sperando questa volta di essere riuscita a scardinare la pesante asse di legno.

    [...]

    Guardò con orrore il libro che teneva in mano, mentre un'intensa sensazione di freddo si impossessò nuovamente delle sue membra. Pareva quasi che fosse il suo corpo stesso a produrre il gelo, che andava poi ad irradiarsi nella grande stanza. Istintivamente lasciò la presa, mentre i libri ai suoi piedi ripresero vita, cominciando nuovamente ad agitarsi sul terreno, agitando convulsamente le proprie pagine e successivamente richiudendosi. Murasaki si inginocchiò, sentendo le gambe cedere sotto l'assurdità di quella situazione. Afferrò uno dei libri, scorrendo freneticamente le pagine alla ricerca di un qualche segno, un qualche indizio che potesse placare la cosa.

    Tutto questo... È assurdo, non può essere reale, non può...

    L'ultimo libro le cadde accanto, con un sonoro tonfo che riempì l'ambiente, facendo trasalire ulteriormente la Hyuga.

    Yojutsu

    Lesse ad alta voce, allungando la mano e appropriandosi del volume. Al tocco, esso risultò più freddo del ghiaccio, tanto che la mano sinistra di Murasaki parve paralizzarsi istantaneamente, i muscoli intorpiditi da quell'inusuale contatto. Non appena la ragazza lo ebbe afferrato, questo si serrò, impedendole di studiarne il contenuto. Non ricordava di averlo mai letto, e di certo si trattava di un qualche antico libro oramai non più in consultazione.

    Cosa stai cercando di dirmi?

    Sussurrò, mentre confusa appoggiava di nuovo il libro per terra. Qualche metro più in là, il resto dei volumi continuava la sua folle danza sul pavimento. Strisciò sul ruvido tatami, radunando lentamente tutti i libri che la cosa aveva scaraventato per terra.

    Deve esserci un motivo se ha scelto questi libri, qualcosa che li accomuni...

    Trattati di arte ninja, romanzi, tomi filosofici. Non pareva esservi una comunanza d'argomento, né la risposta poteva essere all'interno dei tomi, dal momento che la presenza non sembrava essere intenzionata a darle la possibilità di scorrerne il contenuto. La Hyuga rimase qualche secondo a fissarli, poi un'idea le balenò in testa.

    I titoli, deve essere qualcosa legata ai nomi di questi tomi.

    Li prese in mano uno a uno, riponendoli in modo ordinato, uno accanto all'altro.

    Yojutsu. L'arte del pugno gentile. Onore e rispetto. Unione spirituale con la natura. Insidiose tecniche di combattimento. Infine, Karma.

    Aggrottò le sopracciglia, studiando attentamente ognuna delle copertine. Colori diversi, caratteri diversi, persino sistemi di scrittura non uniformi. Se vi era un codice comune, doveva essere semplice e arbitrario. Scorse lievemente l'indice sulla copertina di Onore e rispetto, la cui prima lettera era stata disegnata a mano, in una grafia elaborata ed elegante. Quel modo di vergare le lettere le ricordava la madre, eccellente calligrafa e amante di questo tipo di estetica. Stava ancora tracciando i confini della O, quando lo sguardo le cadde sul resto dei titoli. In particolare, sulle loro lettere capitali.

    Y. A. O. U. I. K.

    Scosse la testa, aveva sperato che questa fosse la chiave di lettura, ma pareva che non avesse alcun senso. Stava per alzarsi, quando un freddo diverso, più profondo si impossessò di lei. Partì dalla base della nuca, scorrendo veloce per la colonna vertebrale, diramandosi poi per tutto il corpo. Una smorfia di terrore si dipinse sul volto della ragazza, che si lanciò freneticamente sui volumi.

    Non può essere, non è possibile... No...

    Afferrò i libri, riordinandoli secondo una remota intuizione, che si era fatta strada nella sua mente, quasi fosse un pensiero intrusivo.

    Y. O. U. K. A. I.

    Lanciò un grido, allontanandosi istintivamente dai libri. Qualcosa, nel profondo del suo animo, le diceva che quella era la soluzione all'enigma. Ma la risposta che giaceva dietro ad esso era ancora più terribile dell'indovinello stesso. Da qualche parte, in quella stanza, una parte della coscienza di Youkai si stava agitando, cercando un modo di raggiungere il mondo dei vivi, e di mettersi in contatto con lei.

    Youkai, YOUKAI! Cosa succede?!

    Si alzò, spostando velocemente lo sguardo per tutta la sala. Il suo compagno, il suo amico si trovava in quella stanza. Ciò che non sapeva, era come.

     
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    Comunicazione


    IV



    I vecchi cardini instabili saltarono via grazie ai colpi della ragazza, che spostando appena la porta sarebbe riuscita a passare. Ben più difficile sarebbe stato spiegare al bibliotecario il motivo di quel gesto.


    Lo spettro, riconosciuto come Youkai, agitò i vari libri diverse volte, agitandone le pagine senza un ordine preciso. Ma restava ancora un problema comunicare, non poteva certo far cadere libri di continuo per formulare una frase. Si spostò, di oggetto in oggetto, infilandosi in un barattolo contenente delle penne, agitandolo e provocando un rumorino che avrebbe dovuto attirare Murasaki alla scrivania. Era chiaro che il suo obiettivo fosse quello di scrivere qualcosa, ma qual'ora la ragazza lo avesse aiutato porgendo una penna di fianco al foglio, per quanto si sforzasse non riusciva nemmeno a tenerla in piedi, facendo semplicemente rotolare la penna sulla scrivania, incapace di sollevarla. La giovane genin avrebbe potuto persino tentare di tenerla sollevata per lui, ma era chiaro che il suo spirito non sembrava abile a sufficienza da permettergli di scrivere, non aveva buona presa sull'oggetto ed ancora meno controllo. Qualsiasi cosa gli fosse successa, sembrava molto debole ed incapace di comunicare.
    Nonostante i tentativi falliti, Youkai non sembrava volersi arrendere. Non sembrava nemmeno aver particolari idee, poichè tornò a frugare tra i libri sugli scaffali, cosa percepita da leggere scosse qua e là. Sembrava facesse molta più fatica di prima nel buttare giù i libri, cosa che rendeva impossibile riuscire a comunicare nella stessa maniera. D'un tratto, qualsiasi rumore da lui prodotto si fermò all'improvviso, facendo cadere la biblioteca in un silenzio di tomba. In pochi secondi, dal corridoio sembrarono provenire i passi di uno dei ragazzi più giovani, che rimase interdetto nel corridoio, a fissare la porta scardinata, incredulo.

    Mura...Murasaki-sama? La riunione è ricominciata e... mmm... suo padre non sembra affatto felice della sua assenza. Togoshi sembra essersi calmato, sosteneva di aver visto un accumulo sospetto di chakra in questa direzione, ma gli altri erano scettici e avendo notato la tua assenza hanno mandato me a controllare. ...Sta bene? Cos'è successo qui?

    Il ragazzo non potè trattenersi dal farsi domande, tenendo in mano i cardini precedentemente fatti saltar via, ed osservando i libri sparsi per il pavimento. Si guardò attorno stranito, iniziando a domandarsi se quel vecchio avesse ragione, e ci fosse davvero uno spirito nei dintorni. Eppure tutto sembrava tranquillo e silenzioso. Youkai sembrava come sparito nel nulla. Il ragazzo dai capelli corvini si massaggiò il collo, preoccupato.

    E' meglio se torniamo in fretta. Mi dispiace interrompere il suo mmmh... studio, ma se torno da solo non saranno per niente contenti.

    Sembrava sinceramente preoccupato, forse più per sè stesso che per la ragazza, ma tanto bastava per capire che aveva una certa fretta.

     
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    IV



    Sembrava non funzionare nulla. La Hyuga aveva provato a seguire i movimenti confusi di quello che riteneva oramai con certezza essere lo spirito di Youkai, ma pareva che qualsiasi loro sforzo portasse ad un nulla di fatto. Murasaki aveva provato a raccogliere qualche libro, ma di certo quello non poteva essere il modo giusto di veicolare più di una semplice parola, che comunque aveva richiesto diverso tempo per essere decifrata. Dal canto suo, Youkai, in qualsiasi forma esso si trovasse, non pareva essere in grado di afferrare oggetti fisici per più di qualche istante. A nulla servì provare a fargli utilizzare una penna, in quanto lo spettro non riusciva a mantenere un contatto prolungato con il mondo reale. In più, pareva che ogni azione lo indebolisse sempre di più, rendendo necessario più tempo fra un'apparizione e l'altra.

    Youkai, devi aiutarmi. Come possiamo entrare in contatto, dimmelo.

    La preghiera della ragazza sortì l'effetto contrario. Infatti, ogni traccia della presenza dell'albino parve dissolversi, lasciando spazio ad un silenzio assordante, che fece sorgere un brivido in Murasaki. Qualcosa doveva essere accaduto dall'altra parte, qualcosa di terribile. Improvvisamente, dal corridoio dietro di lei arrivò il suono inconfondibile di passi concitati contro il duro legno del pavimento. Bastò qualche secondo che la figura di un giovane Hyuga si palesò all'ingresso della stanza, con aria decisamente perplessa.

    Mura...Murasaki-sama? La riunione è ricominciata e... mmm... suo padre non sembra affatto felice della sua assenza. Togoshi sembra essersi calmato, sosteneva di aver visto un accumulo sospetto di chakra in questa direzione, ma gli altri erano scettici e avendo notato la tua assenza hanno mandato me a controllare. ...Sta bene? Cos'è successo qui?
    Non temere, il bibliotecario è già al corrente di quanto accaduto qui. Devono essere stati i ragazzi, di nuovo.

    Mentì, sorridendo appena al cugino. Era combattuta tra lo sperare che Youkai si palesasse di nuovo, e la speranza che ciò non accadesse proprio in presenza di uno dei membri della sua famiglia. La situazione era già assurda di per sé, e coinvolgere tutto il concilio Hyuga non avrebbe fatto altro che rallentarla.

    E' meglio se torniamo in fretta. Mi dispiace interrompere il suo mmmh... studio, ma se torno da solo non saranno per niente contenti.
    Per favore, riferisci a mio padre che mi è stato espressamente ordinato di attendere qui notizie del bibliotecario. E scusati con gli anziani da parte mia, rientrerò alla riunione non appena mi sarà possibile.

    Si avvicinò, prendendo le mani del ragazzo fra le sue. Era un espediente che aveva appreso dal padre, in anni di apprendistato al suo fianco. Nel momento in cui si richiede qualcosa di complesso, è bene farlo a contatto con la persona. Inchiodò i propri occhi a quelli così simili ai suoi del ragazzo, sperando che quello si convincesse.

    So di chiederti qualcosa di complesso, e so come sia difficile parlare con gli anziani. Ma non posso proprio muovermi da qui, adesso. È mia responsabilità sorvegliare la proprietà fino a nuove direttive. Ora puoi lasciarci, cugino.

    Separò le proprie mani dalle sue, voltandosi e tornando al centro della stanza. Dal canto suo, la discussione era terminata, e si aspettava che il ragazzo tornasse sui suoi passi, verso la sala delle riunioni. Tutt'attono continuava a regnare un irreale silenzio, non era udibile nemmeno un singolo ronzio. Pareva che qualsiasi suono fosse ovattato, persino il respiro stesso della Hyuga le era appena percettibile. Eppure, alla base del collo poteva vvertire chiaramente una sensazione strana, come un pizzicorio, che l'avvertiva che c'era qualcosa di estremamente sbagliato in quella circostanza. Qualcuno era in pericolo, e quel qualcuno era Youkai. Si guardò attorno ancora una volta, ma la perlustrazione della stanza non le restituì nessuna soluzione a cui non avesse già pensato, e che non fosse già stata scartata. Poi, un pensiero si introdusse nella sua testa.

    L'ha visto... Togoshi-sama, lui ha visto un accumulo di chakra dirigersi qui! Doveva essere il chakra di Youkai, non ci sono altre spiegazioni! Io... Posso vederlo, con i miei occhi io...

    Il sorriso che si era appena dipinto sul suo volto si spense tutto d'un tratto, facendo posto all'amara realtà. Era vero, Togoshi era stato in grado di percepire la presenza di Youkai. Ma Togoshi aveva qualcosa che a Murasaki mancava, o che, per meglio dire, la ragazza non aveva ancora sviluppato appieno. Il Byakugan. Onore e onere del Clan Hyuga, costituiva insieme allo Sharingan l'ultima reliquia di un passato oramai dimenticato. Secondo le antiche leggende, il particolare occhio bianco era stato uno delle prime peculiarità genetiche ad essere sviluppato, perlopiù da Kaguya Otsutsuki, la prima ninja della storia. Non vi era giorno, minuto, secondo in cui la Hyuga non avesse quel pensiero fisso in testa, quella sensazione di essere un membro incompleto del Clan di cui sarebbe dovuta diventare la prima rappresentante. Portò una mano al volto, sfiorando appena le proprie palpebre chiuse.

    Questo potere... Non arriva dall'esterno, non è qualcosa che gli altri possono darmi o insegnarmi. Inaccessibile ai più, considerato un segreto da proteggere persino nei nostri ranghi. Tanto da ridursi a marchiare i propri fratelli, pur di garantirne l'incolumità.

    Aprì gli occhi, osservando le proprie mani, dalla pelle color del latte. Cosa vedeva? Come poteva vedere oltre, vedere di più? Aveva provato con la lettura, con la meditazione, con la calma e con il furore. Aveva provato a chiedere agli anziani, ma ognuno aveva fornito una risposta diversa. Aveva interrogato la madre e il padre, ricevendo perlopiù risposte laconiche. Alla fine, presa dalla disperazione, aveva cominciato a chiedersi se ci fosse qualcosa di strano, di diverso in lei. A dire il vero, non esisteva una particolare età a cui era necessario sbloccare i propri occhi, eppure dal giorno in cui aveva iniziato a camminare - e dunque a combattere - era stato come se tutti si fossero messi in tacita attesa, osservando i suoi miglioramenti, che però non c'erano stati.

    La risposta è qui, davanti a me. Sotto questa pelle, e i muscoli, a livello molecolare. È nei miei geni, e non può essere altrimenti. Non può... E allora perché è così difficile? Perché proprio io, fra tutti, mi sento così distante da ciò che è mio di diritto?

    Si sedette, sapendo quali sarebbero stati gli effetti delle sue prossime azioni. Non aveva mai sopportato il modo in cui sua madre la costringeva a sedere, con le ginocchia contro il ruvido tatami, e le gambe che le dolevano dopo pochi secondi. Eppure, aveva capito che era il dolore a farle mantenere la concentrazione. Poi, la paura, l'urgenza. Era come se avesse sempre bisogno di una spinta per saltare nel baratro, sapendo bene ciò che l'attendeva sul fondo. Stavolta, sul fondo avrebbe trovato Youkai, o almeno così sperava. Tuttavia, non era tanto l'atterraggio, quanto la caduta che la terrorizzava oltre ogni immaginazione. Inspirò, sapendo che non l'avrebbe fatto per molto tempo.

    Per Youkai.

    Lasciò che il chakra fluisse libero attraverso il sistema circolatorio, aggrovigliandosi poi intorno ai suoi occhi. L'aveva fatto mille e mille volte, oramai conosceva quella sensazione. Poi, fu come se una lancia le avesse trafitto il cranio da parte a parte. Urlò, afferrandosi le tempie come a voler mantenere unite le due metà della sua testa. Poteva percepire ogni muscolo contrarsi, ogni cellula spezzarsi e ricomporsi. Era come se decine di migliaia di piccole esplosioni si concentrassero dietro ai suoi occhi, pronte a distruggerla, o a condurla alla pazzia. Lacrime copiose cominciarono a scorrere dai suoi occhi, mentre le tipiche vene degli Hyuga si gonfiarono intorno ad essi, tanto da risultare percepibili alla vista e al tatto. Quando aprì gli occhi, tra i gemiti e i singhiozzi, tutto appariva grigio, confuso. Sembrava quasi che qualcuno si divertisse a spostare la stanza, facendole girare la testa e perdere l'equilibrio. Tutto roteava e si muoveva, senza un perché o una logica. Nessuna immagine fissa, solo fugaci impressioni destinate a scomparire pochi millesimi di secondo dopo essersi formate. Chiuse gli occhi, e tutto si fermò. Poteva ancora sentire il dolore alla testa, ma ad occhi chiusi anche questo si riduceva infinitamente. Qualcosa non andava in lei, oramai ne era convinta. Ricordava la faccia sgomenta del padre la prima volta che aveva attivato il Byakugan. La confusione di fronte al dolore della figlia, l'impossibilità di capire cosa stesse succedendo e perché proprio a lei. La sua discendente, la Principessa degli Hyuga. Cos'era una Hyuga senza il Byakugan? Cosa rimaneva del suo retaggio, del suo prestigio, del suo potere, senza i suoi occhi? Respirò, e fu come inghiottire veleno.

    Devo riuscire... Per Youkai, per me... Youkai...

    Per un secondo sentì mancare le forze, il che la costrinse a buttarsi in avanti con il busto. Prostrata, a terra, gli occhi doloranti e gonfi, la testa in fiamme. Se c'era un abisso, un punto di rottura, un luogo di non ritorno, la ragazza l'aveva toccato. E lì non vi era nessuno ad aiutarla, non suo padre, non il suo maestro, non sua sorella. Nemmeno la donna che l'aveva generata avrebbe potuto nulla contro quel vuoto e quella solitudine. Era Murasaki, da sola, di fronte al suo destino.

    Chi sono io?

    Si risvegliò, e sembrava che fossero passati secondi. Eppure il luogo in cui si trovava era un altro, diverso dalla biblioteca di Villa Hyuga. Tutto risplendeva di una lattiginosa luce bianca. Alzò una mano, portandola all'altezza del viso. Quel gesto parve essere al contempo istantaneo ed eterno, come se il tempo attorno a lei si fosse dilatato, salvo poi accelerare. Era una sensazione simile a quella confusione provata all'attivazione del Byakugan. Ma non c'era dolore, non c'era sofferenza. Non c'era... Nulla. Davanti a lei - non avrebbe saputo dire se a pochi metri o centinaia di chilometri - vi era una figura fluttuante. La guardò, e si accorse di stare guardando sé stessa. La figura allungò un braccio, invitandola ad avvicinarsi. Quando ne fu al cospetto, questa aveva già cambiato volto: ora era lo sguardo severo della madre a fissarla, salvo poi cambiare di nuovo, materializzandosi in quello della sorella. Infine, fu quello di una donna sconosciuta a comparire. Pelle bianca, occhi bianchi, due puntini scuri in fronte.

    Chi sei?

    La sua voce riverberò nell'aria, assumendo forme e colori che la Hyuga non pensava fossero possibili. Avrebbe dovuto provare paura, terrore di fronte alla donna. Ma non ne era in grado, non lì.

    Io sono te. Sono me stessa. Sono tutti e sono nessuno. Sono ogni singolo shinobi della Terra. Chi sei tu?
    Io... Io sono Murasaki Hyuga.
    Hyuga. Cosa è Hyuga?

    La voce della donna tuonava potente in quella dimensione. Come poteva non sapere degli Hyuga? I loro occhi erano identici, tanto da apparire inquietanti.

    Hyuga... È la mia famiglia, il mio nome, il mio retaggio. Hyuga sono anche i miei occhi, i suoi occhi.
    I miei occhi? No, i miei occhi non sono Hyuga, sciocca ragazza. I miei occhi sono un mio retaggio. Qualcosa che viene da lontano, oltre i vostri orizzonti di conoscenza. Vi è stato concesso, ma non sarà mai vostro.

    Emanò un'ondata di intensa luce blu, come se tutto l'ambiente fosse una proiezione della sua interiorità. Improvvisamente tutto era divenuto freddo e buio, e Murasaki potè avvertire il terrore impadronirsi nuovamente di lei. Poi, capì.

    Lei... Ho letto di lei, ma non pensavo fosse reale. Non... Non pensavo di trovarla...
    Nella mia testa?
    Non ci sono pensieri che mi siano nascosti, non vi è cosa che io non conosca. Dall'inizio dei tempi, tutto nasce e tutto muore in me. Persino tu, nella tua piccolezza, sei una mia estensione. Avvicinati, Hyuga.

    Non ebbe voce in capitolo, una forza irresistibile l'attrasse verso la donna, come se quella fosse divenuta improvvisamente il centro di gravità di quell'universo. Quando la donna infine le pose una mano sugli occhi, Murasaki urlò. Urlò come non aveva mai fatto, mentre il suo corpo si destrutturava e decomponeva ad un livello che non credeva fosse possibile. Le sembrò di finire in miliardi di pezzi, salvo poi essere ricomposta, in un processo che pareva non avere fine.

    Ho deciso di farti un dono, Hyuga. Ora i tuoi occhi potranno vedere realmente.

    La rispedì indietro, lontano, nella fredda e buia eternità di quel posto che non esisteva in nessun luogo e in nessun tempo. Gli occhi le bruciavano, come se qualcuno le avesse marchiato le palpebre a fuoco.

    Ma ricorda, Hyuga. I tuoi occhi mi appartengono. Un giorno tornerai, e il tuo debito sarà saldato.

    Le ultime parole della donna echeggiarono lontane. Poi, Murasaki si risvegliò, ed era nuovamente sul pavimento della biblioteca. Cercò di regolarizzare il respiro affannoso. Si sentiva come se avesse corso per chilometri, quando in realtà non si era mossa di un centimetro. Non aveva alcun ricordo degli ultimi minuti, ma sapeva solamente di dover aprire gli occhi.

    Devo aprirli, ora.

    Eppure vi era qualcosa che la bloccava, come un'atavica paura. Improvvisamente però, si ricrdò dell'urgenza che l'aveva spinta a quel punto. Youkai. Inspirò, raccogliendo più chakra possibile intorno agli occhi. Pochi secondi dopo, li aprì.
     
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    Il flusso di chakra invase gli occhi della ragazza, gonfiandone le vene sulle tempie. Quando li aprì, una strana sensazione le diede quasi l'emicrania, la sua mente non era ancora abituata a vedere in quella maniera: riusciva a vedere la stanza in un modo impossibile da un comune shinobi, arrivando a vedere la biblioteca al completo, persino la porta alle sue spalle, ad eccezione di un piccolo angolo esattamente dietro di lei, che oscurava il centro della porta. Per il resto però, non aveva nemmeno bisogno di roteare gli occhi per osservare tutta la stanza. Era sicuramente stata addestrata a lungo per essere pronta a quel momento, sapeva bene come funzionava l'innata del suo clan, eppure averla finalmente attivata dava una sensazione completamente nuova rispetto alla teoria. Di fronte a sè potè vedere una figura poco sopra di lei, una sorta di massa di chakra rosso, dalla forma umana. Non sembrava del tutto intera però, quello che avrebbe presto riconosciuto come Youkai, man mano che la vista si abituava a quella visione, mancava della parte inferiore del corpo. Al posto delle gambe, un filo di chakra lo collegava all'ultimo oggetto posseduto, uno dei libri che aveva fatto cadere in precedenza. Sembrava piuttosto emozionato non appena Murasaki dimostrò di riuscire a vederlo, "saltellando" sul posto ed abbracciandola. La ragazza avrebbe sentito una sensazione fredda su tutto il corpo durante quel gesto.
    C'era poco da festeggiare però, nonostante l'incredibile efficacia della sua vista, la kunoichi ancora non era in grado di sentire, ne comunicare con Youkai. Il ragazzo si spostò nuovamente verso la scrivania, indicandole prima la penna e poi mettendo un dito sul foglio, aspettandosi che essa toccasse con la penna il punto indicato. Da lì, iniziò a tracciare col dito un kanji, abbastanza lentamente e ripetendo più volte i primi passaggi per far capire a Murasaki di seguirlo con la penna. Il Kanji tracciato sarebbe stato "casa". La ragazza avrebbe presto capito a cosa si riferiva, ma dopo che ella avesse confermato la cosa, l'avrebbe invitata a scrivere un secondo kanji: "perso". Il messaggio era piuttosto chiaro nella sua testa, ora Murasaki doveva capirlo. Youkai avrebbe potuto scrivere la frase per intero, ma avrebbe perso minuti preziosi. Ad osservarlo bene, sembrava stesse lentamente perdendo frammenti di chakra, forse sparendo sempre di più. Come poteva essere finito in quella situazione?


    Una volta capito cosa volesse Youkai, bisognava capire il dove. La ragazza aveva conosciuto il genin ad una festa, e si erano salutati alle mura del villaggio, perlopiù non sembrava appartenere a nessun clan, era senza piste da seguire! Per risolvere la situazione, se gli fosse stato chiesto, l'albino sarebbe tornato sul foglio di carta, tracciando altri kanji: "sartoria Shiroi Hana". Ancora una volta, il messaggio era abbastanza chiaro. C'era un solo problema: aveva un nome, ma ancora nessuna zona, ed il chakra di Youkai diminuiva sempre di più. Doveva trovare un modo per trovare il luogo indicatole il più rapidamente possibile, o il suo spirito sarebbe scomparso!

     
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    Aprì gli occhi, e per una manciata di secondi la diversità del mondo su cui posò il suo rinnovato sguardo la riempì di meraviglia. Tutto aveva assunto una tinta grigiastra, e i confini materiali parevano non esistere più. Certo, poteva vedere i muri, le porte, i confini della grande villa. Ma era come se il suo sguardo vi passasse oltre, lasciando che ciò che prima era una barriera allo sguardo diventasse null'altro che una semplice sfocatura, che il suo occhio pareva facilmente aggirare. Poi, si accorse di essere rimasta immobile. Eppure il suo sguardo aveva vagato libero, spostandosi per tutta la stanza senza che il suo corpo effettuasse il minimo movimento.

    Io... Ci vedo! Questo, questo è...

    Il Byakugan. Anni, decenni, millenni di evoluzione concentrati in un paio di occhi. Temuti e invidiati dal mondo, erano oggetto delle brame di molti, pronti a tutto pur di accaparrarsi quell'antico potere. E ora anche lei, Murasaki Hyuga, ne era divenuta portatrice e custode. Era come un'investitura. Fu quasi un momento sacrale, di vicinanza a un qualcosa più grande, più significativo, più importante di lei. Ne avrebbe saggiato il potere per quanto i Kami le avrebbero concesso di vivere, poi l'avrebbe rimesso al suo creatore, ammettendo che ve ne fosse uno. Senza accorgersene era finita prostrata in avanti, le mani saldamente ancorate al terreno. Eppure vedeva, vedeva tutto. E vide anche Youkai.

    YOUKAI!

    Urlò, e fu uno sforzo immane. Tutto bruciava, come se avesse bevuto dell'acido. Doveva aver urlato parecchio, ma non portava alcun ricordo degli ultimi minuti. Sopra di lei una presenza continuava ad addensarsi e sfaldarsi, prendendo talvolta l'aspetto del suo compagno d'avventure. Un rosso intenso scaturiva dal chakra dell'amico, nettamente in contrasto con il colore neutro di fondo. Una fitta di dolore le attraversò il cranio, costringendola a chiudere gli occhi per qualche secondo. Quando li riaprì poteva ancora vedere il ragazzo, ma tutto pareva meno uniforme, come se stesse osservando la realtà dietro delle lenti sporche.

    Non so quanto tempo ho a disposizione, le prime attivazioni del Byakugan non sono mai stabili, è un equilibrio parecchio delicato. Devo sbrigarmi, adesso.

    Quando quello capì che era stato riconosciuto, si fiondò verso la Hyuga, ed ella chiaramente la massa rossa attraversarla da parte a parte. Un intenso freddo la riempì, provocandole brividi profondi. Le sembrò di sentire il gelo fin dentro le ossa, ma non disse niente. Non avevano tempo, e c'erano cose ben più urgenti da sbrigare. L'ammasso di chakra che componeva Youkai sembrava provenire da un libro, uno di quelli che in precedenza era volato giù dagli scaffali. Guidata dalla presenza dell'amico, Murasaki afferrò carta e penna, tracciando ciò che il fantasma le indicava mano a mano.

    Casa...

    Il kanji campeggiava solitario sul foglio, immobile e misterioso. Accanto a lei, sovrapposto a lei, Youkai si agitava senza sosta, mentre la massa di chakra pareva quasi involvere, diventando sempre più debole e convulsa.

    Casa tua? Cos'è successo, c'è qualcuno lì?

    Di nuovo la mano del ragazzo si mosse, e di riflesso quella della Hyuga. "Perso", così diceva il nuovo indizio.

    Perso... Hai perso casa? Il tuo corpo, non riesci più a tornare indietro?!

    Sbiancò, mentre una miriade di scenari le attraversò la mente. Qualcosa doveva aver spinto il non morto ad abbandonare il suo corpo, e di certo non doveva essere un'ottima situazione in cui trovarsi. Il fatto che il suo chakra si fosse manifestato lì, di fronte a lei, era una benedizione. Ma non sapeva esattamente per quanto il chakra di Youkai avrebbe resistito, così come il suo Byakugan.

    Okay, casa. Troveremo casa, assieme. Mi serve una mano, Youkai. Devi restare con me, non sforzarti troppo. Qualsiasi cosa accada, non devi scomparire.

    Annuì, scattando verso il libro, recuperando così l'ultimo legame di Youkai con il mondo dei vivi. Ogni passo rappresentava uno sforzo immane, come se ogni cellula del suo corpo fosse prostrata dalla fatica di mantenere una immane quantità di energia concentrata sugli occhi. Quando si mosse, le parve quasi di svenire, mentre il suo campo visivo aveva cominciato inesorabilmente a ridursi. Poteva percepire una profonda oscurità nella coda dell'occhio, che si allargava lentamente ma con costanza. Deglutì, mentre una nuova preoccupazione la investiva. L'aveva sentito dire, ma pensava fosse solo una leggenda, un modo per spaventare i bambini. Gli anziani dicevano sempre di usare i propri occhi con parsimonia, pena...

    Il perdere la vista, completamente. Per sempre.

    Con ancora il libro in mano, portò brevemente le dita della mano destra a contatto con il suo viso. Poteva avvertire il calore del chakra che scorreva potente sotto la sua pelle sottile, rendendo quel candore quasi febbricitante. Poteva davvero accadere? Era possibile che i suoi occhi si spegnessero per sempre. Li chiuse un attimo, scuotendo poi il capo. Poteva essere, ma non era quello il momento di ragionarci. Raccolse le sue ultime energie, rivolgendosi nuovamente a Youkai, che volteggiava ansioso sopra la sua testa.

    È il momento, andiamo.

    Si mosse a tentoni fuori dalla biblioteca, arrancando per i lunghi corridoi di casa Hyuga. Camminare e mantenere attivo il Byakugan si rivelò più complicato del previsto: i suoi occhi tentavano di mantenere il focus su dove stesse andando, ma riusciva a vedere così tanto, e tutto assieme. Ad un certo punto temette di perdere il senno, tanti erano gli input che arrivavano dal mondo esterno. Una volta usciti di casa l'aria fresca la aiutò a riprendere il controllo, mentre i polmoni bruciavano per la fatica.

    Dammi un segno, Youkai. Qualsiasi cosa. Dov'è casa?
     
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    Kuro bōzu


    VI



    Il ragazzo annuì preoccupato man mano che Murasaki capiva cosa gli fosse successo, stringendosi le braccia. Stavolta l'aveva combinata grossa, ed ancora non era chiaro cosa fosse successo e perchè! Quelle motivazioni erano poco importanti di fronte al suo dissolversi imminente, e fortunatamente la ragazza sembrava averlo capito. Raccolse il libro, permettendo così all'albino di non doversi sforzare da uno spostamento all'altro, potendo così mantenere le ultime energie rimaste lasciando che fosse lei a farlo trasportare. Sarebbe stato più problematico raggiungere la meta.
    Youkai posò una mano sulla schiena della ragazza, vedendola tremendamente affaticata. Non poteva comprendere quanto ella si stesse sforzando in quel frangente, quanto quegli occhi tanto invidiati da diversi shinobi fossero un terribile peso su di lei, sia emotivo che fisico. Tutto quello che poteva fare era darle il suo gelido supporto, ed aiutarla a rintracciare una casa che lui stesso era stato in grado di perdere. Usciti da lì però, il ragazzo svolazzò più vicino ad alcuni oggetti, tra alberi, finestre stranamente aperte, e lampadine fulminate dei lampioni. Un comune shinobi avrebbe impiegato diverso tempo per notare tutte quelle piccole cose fuori posto, ma la vista della kunoichi calzava a pennello: tutte quelle tracce formavano un percorso leggermente impreciso, e seguendolo sarebbero finalmente arrivati nel posto tanto cercato: casa. Una modesta casetta, datagli dall'Hokage in persona in attesa che recuperasse la memoria, con un piccolo giardino poco curato ed una robusta porta in legno, leggermente aperta.
    Youkai, frettoloso, uscì dal libro, saettando verso la finestra chiusa, e da lì raggiungendo la sua stanza. Murasaki sarebbe rimasta con un libro ormai vuoto in mano, e la sua missione terminata, con l'albino finalmente a casa, al sicuro.
    Forse.
    Murasaki avrebbe potuto decidere di aspettarlo fuori, educata com'era al suo clan, ma avrebbe atteso invana. I minuti sarebbero passati, e nessuno sarebbe riuscito a ringraziarla. Possibile che il ragazzo fosse tanto ingrato verso la donna da non volerla ringraziare nemmeno di avergli salvato la vita??
    Naturalmente quello non era il caso, ma forse la visione che l'Hyuga si sarebbe ritrovata davanti se avesse deciso di entrare le avrebbe fatto preferire la prima opzione. La casa era quieta, ma un sibilo, un soffio, era appena udibile al suo interno. L'ingresso appariva intatto, salvo qualche oggetto fuori posto, impossibile capire se fosse opera di uno sconosciuto o di Youkai stesso. Corridoio e cucina erano silenziosi, il sibilo proveniva dalla stanza da letto. Il corpo di Youkai giaceva esanime sul letto, più pallido del solito. Se avesse mantenuto o riattivato il suo Byakugan, una figura nera sarebbe apparsa all'improvviso sopra il corpo esanime del ragazzo. Sembrava una lucertola antropomorfa, color pece, con una lunga lingua bavosa con la quale sembrava saggiare il voto del ragazzo, cercando qualcosa che in quel momento non aveva. Lo spirito di Youkai era paralizzato dalla paura in un angolo del soffitto. Sembrava volesse urlare verso la ragazza, ma il Byakugan le donava solamente la vista, non l'udito! L'essere, non appena vide Murasaki, si fece più interessato a lei, trascinandosi a quattro zampe giù dal letto, il corpo robusto coperto da una veste anch'essa nera, che quasi si mescolava con l'essere stesso. Dopo qualche istante di esitazione, la lingua sarebbe scattata rapidamente in avanti, allungandosi cercando di attorcigliarsi alla caviglia della kunoichi. Se la sua presa fosse riuscita, l'avrebbe sfruttata per trascinare la ragazza verso di lui, facendola cadere, colpendola con una violenta zampata sul volto.
    Se la presa fosse fallita, la creatura stessa, che pareva alta e robusta almeno quanto l'Hokage, si lanciò sgraziata verso di lei, puntando a farla sbattere al muro alle sue spalle con una spallata allo stomaco, spalancando successivamente la bocca nel tentativo di morderle il viso!
    Se fosse stata ferita, non avrebbe notato particolari segni sul suo corpo, ma avrebbe percepito il dolore. Allo stesso modo, colpire l'essere con un normale pugno non sembrava un assalto efficace, come se la sua pelle fosse fin troppo resistente. Che avesse bisogno di colpire più all'interno per ferirlo?


    Il byakko ha delle competenze, è il momento di sfruttarle :J ricorda che puoi usare solo gli slot genin però!
     
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    VI



    Ce l'abbiamo fatta.

    Il chakra abbandonò rapido gli occhi della Hyuga, quasi come se fosse la sua essenza stessa a voler rifuggire da quel potere così doloroso. Stremata si sbilanciò in avanti, trovando appoggio sul terreno. La ghiaia le grattava la pelle, attraversando le sottili pieghe della veste che Murasaki indossava. Ma in quel momento nulla importava, mentre la ragazza aspettava di vedere Youkai nuovamente in forma umana uscire dalla casa e venirle incontro. Attese qualche manciata di secondi, che presto si trasformarono in minuti. Eppure nessun movimento pareva pervenire dalla piccola casetta in legno, cosa che non costituiva di certo un segnale rassicurante. Un'orribile sensazione di puro terrore invase la ragazza, mentre essa portava lentamente una mano sugli occhi. Era al limite, poteva avvertirlo chiaramente nel modo in cui il suo chakra scorreva caotico attraverso il suo sistema circolatorio. Ma non poteva riposarsi, non ancora. Concentrò le ultime energie residue dietro le palpebre, mentre lacrime copiose presero a scorrere sul suo volto.

    Non penso di poter resistere ancora a lungo, probabilmente mi resta una decina di minuti. Devo agire ora, e in fretta.

    Con una forza racimolata chissà dove si rimise in piedi, mentre il suo sguardo vagava impazzito scandagliando lo stabile. Fu in un angolo periferico della sua vista che Murasaki trovò una flebile traccia del chakra di Youkai, e a giudicare dalla posizione non era di certo rientrato nel suo corpo, salvo che avesse cominciato a volare. La Hyuga si precipitò in casa, spalancando con fare poco cerimonioso la porta d'ingresso e incespicando lungo il corridoio. Aveva parecchia difficoltà a coordinare la vista telescopica che il Byakugan le donava con i normali movimenti, che le risultavano parecchio macchinosi, specialmente se spinti dalla disperazione come in quell'istante.

    YOUKAI!

    Gridò, e finalmente fu di fronte alla stanza dove aveva individuato il chakra del ragazzo. Era pronta a qualsiasi evenienza, o almeno così pensava. Aveva immaginato che il corpo del ragazzo fosse ostaggio di un qualche intruso, come un ladro o un nemico ostile al villaggio. Ma niente avrebbe potuto prepararla alla scena che le si parò davanti: in un angolo della stanza l'essenza del non-morto si contorceva dalla paura, mimando grida di terrore che Murasaki non poteva materialmente udire, ma che la sua anima percepì chiaramente, e che la riempirono di un terrore intenso e sconvolgente. Fece un passo indietro, in modo istintivo. Ma era troppo tardi, la cosa, quella che sembrava intenta a divorare letteralmente il viso del corpo di Youkai, si era accorta della sua presenza. Una miriade di immagini si impressero a fuoco sulla retina della Hyuga, trasmettendo una quantità immane di informazioni che il suo cervello fece difficoltà a elaborare. Il corpo di Youkai, pallido come la neve, giaceva abbandonato sul letto, mentre la sua coscienza se ne teneva alla larga, tremante. E poi lui, l'infernale essere. Da qualche parte qualcuno urlò, e le pareti risuonarono di quel grido acuto e straziante. Ci volle qualche secondo alla ragazza per capire che il grido proveniva da lei, mentre la bestia si dirigeva veloce verso di lei e le afferrava una caviglia, trascinandola con violenza sempre più vicina, inesorabilmente. Arrivò faccia a faccia con il mostro, paralizzata dalla paura. Cercò invano di coprirla di pugni, ma pareva insensibile ai colpi della giovane. Ma di sicuro non era vero il contrario. Una violenta zampata tentò di colpirla al volto, mentre ancora il mostro le teneva immobilizzate le gambe. All'ultimo secondo la kunoichi riuscì a proteggersi il volto, ma subì il colpo agli avambracci, che - visto il dolore - si aspettò di trovare grondanti di sangue. E invece, nulla. Avvertiva un dolore lancinante, che le lacerava le carni. Eppure tutto era intatto, la sua sopravveste di seta non aveva subito nemmeno una piega.

    Cosa sei?

    Ebbe il tempo di pensare, che quella parve intenzionata a tornare all'attacco. Era così vicina alla bestia da poterne sentire la lingua schioccare con violenza, pronta a trattenere la Hyuga il più strettamente possibile. Non aveva che meri secondi per elaborare una strategia che non comprendesse colpi diretti fisici, visto il precedente risultato. Doveva pur esistere un modo di danneggiare il suo opponente. Si lasciò sfuggire un sospiro sorpreso quando i ricordi di una lezione appresa molto tempo prima riaffiorarono nei suoi ricordi.

    Sei debole, Murasaki. È una realtà che devi accettare.

    Suo padre annuì gravemente alle parole del maestro, dall'angolo del Dojo da cui era solito osservare analiticamente gli allenamenti delle figlie. Ikkaku, il più giovane membro del concilio ristretto degli Hyuga, si avvicinò alla ragazzina, scombinandole appena i capelli con la sua grande mano.

    Questo è ciò che ti renderà forte, non appena sarai pronta ad accettarlo. Sono sicura che tu abbia già appreso tutto i possibile dai libri di testo riguardo lo stile Hyuga. Eppure sei qui, a faticare per riuscire a colpirmi con tutta la tua forza, per quanta una ragazzina di tredici anni ne possa avere.

    Aveva sorriso, questo Murasaki lo ricordava bene. In quel momento le era parsa una presa in giro inaccettabile, come aveva osato rivolgersi così a lei? Eppure anni dopo avrebbe rivisitato quel ricordo, sulla tomba del giovane. E ne avrebbe tristemente sorriso a sua volta.

    Guardati attorno, guarda questi ritratti, Murasaki. Cosa vedi? Uomini forti, donne dai muscoli prorompenti?

    La principessa degli Hyuga aveva fatto scorrere lo sguardo velocemente, scuotendo poi la testa.

    Esattamente. E si tratta dei nostri capoclan, tienilo a mente. Il meglio degli Hyuga. Come abbiamo fatto allora a superare le epoche, a scrivere la storia del mondo ninja? Come abbiamo potuto entrare a far parte del mito degli shinobi?

    Si era abbassato, portando i suoi grandi occhi bianchi a livello con quelli di Murasaki.

    Costanza, abilità, e ciò che più di tutto il resto è fondamentale.


    La concentrazione.

    Il suo braccio si mosse in automatico, come a mimare un movimento antico, memorizzato oramai nei movimenti dei muscoli. Fu come se avesse compiuto quel gesto centinaia di migliaia di volte, come se la memoria di ogni Hyuga nato e vissuto dall'età del mito si fosse concentrata in quell'unico semplice, istintivo gesto. AppoggiòColpo di Chakra
    Maestria: L'utilizzatore può espellere chakra dai punti di fuga delle proprie mani e danneggiare l'organismo dell'avversario. I danni del colpo saranno considerati con Forza pari alla Concentrazione dell'utilizzatore.
    (Da Byakugan I in su)
    [Da genin in su]
    delicatamente la mano destra sul petto della creatura, alzando il suo bianco sguardo sugli occhi della bestia. Il chakra fluì dal suo sistema circolatorio e si concentrò nelle dita affusolate della Hyuga, fino a scontrarsi con la pelle dura dell'essere.

    Muori.

    Soffiò appena, lasciando scorrere liberamente la propria energia.

     
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    VII



    Il chakra della kunoichi fluiva in lei in modo sempre più naturale, permettendole di rilasciare l'antico potere ed orgoglio del loro clan: il pugno gentile. Mortali colpi interni mascherati da movimenti leggiadri ed eleganti. Bastò il solo tocco per rilasciare il suo chakra nella creatura, che subì quell'assalto stridendo dolorosamente, indietreggiando quasi sorpreso. La bestia dalla strana forma antropomorfa soffiò, aggressiva, facendo schioccare la sua lunga lingua. Dalla sua bocca colava della saliva che friggeva a contatto col terreno, lasciando presumere che un morso da parte sua sarebbe stato decisamente pericoloso. Youkai, fermo in un angolo, era visibilmente preoccupato per la sua compagna, ma immobilizzato dalla paura. Voleva aiutarla, ma non sapeva come fare. Aveva ancora abbastanza chakra residuo per poterla aiutare, tuttavia non avrebbe preso l'iniziativa a meno che non gli fosse stato imposto, temendo di intralciare Murasaki.
    La bestia da canto suo non sembrava voler esitare, lanciandosi all'attacco con inaspettata velocità, lanciandosi contro la Hyuuga. Un violento colpo di coda cercò di colpirla al ginocchio con un movimento ad arco, cercando di buttarla a terra e sfruttando le piccole dimensioni della stanza. Avrebbe poi proseguito con un doppio tentativo di morso, il primo al volto, il secondo alla spalla destra. Se fosse stata colpita da quei denti, la saliva nella sua bocca le sarebbe entrata in circolo>Veleno Stordente B0 (5 dosi) [Veleno]
    La somministrazione di 1 dose causa Semiparalisi per 2 round nella zona di contatto. Ulteriori dosi azzerano il contatore dei round passati.
    , svantaggiandola ulteriormente in quel combattimento. La Hyuuga aveva però un asso nella manica che la bestia non stava considerando affatto.

     
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    VII


    Si concesse un sorriso appena accennato quando la bestia si esibì in un doloroso grido, lasciando finalmente alla Hyuga il tempo di respirare. Alzando rapidamente lo sguardo vide Youkai in un angolo, in volto dipinta ancora un'espressione di puro terrore. Avrebbe voluto chiedergli aiuto, ma il suo chakra diventava ogni secondo più inconsistente, e temeva che chiedergli un qualsiasi sforzo l'avrebbe portato a scomparire per sempre.

    Non temere.

    Avrebbe voluto dirgli, ma ebbe a malapena il tempo di pensare che la bestia, ripresasi dal colpo precedente, si rimise in marcia verso di lei, lanciando il suo primo attacco.
    Vide la coda della cosa muoversi pericolosamente verso il suo ginocchio, ma una nuova velocità scorreva nei suoi arti. Era come se il byakugan non si fosse limitato a donarle una nuova vista, ma avesse anche incrementatoSerie Interminabile: L'utilizzatore ottiene 2 tacche in Velocità e 1 slot azione extra al termine di ogni round in cui sfruttato una competenza Juuken. i suoi sensi all'ennesima potenza, attivando in lei un atavico istinto di sopravvivenza, figlio di un antico potere. E vide, vide tutto.
    Come se il mondo si muovesse al rallentatore, la coda dell'essere la sfiorò appena, mentre la ragazza si muoveva lateralmente con estrema velocità, evitando prontamente il primo colpo. Tuttavia, l'offensiva dell'essere non pareva essere finita lì, dal momento che sfoderò i denti, preparandosi ad infliggerle un morso letale. Ma Murasaki non aveva intenzione di farsi trovare impreparata. Alzò il braccio destro, fronteggiando la bestia con il suo palmo. Nuovamente il suo chakra si concentrò in un unico punto, venendo poi espulsoPalmo d'Aria - Hakke Kuushou
    Villaggio: Generico
    Posizioni Magiche: Tigre (1)

    L'utilizzatore può rilasciare di colpo il chakra con un colpo di palmo, causando un'onda d'urto cilindrica con raggio di 1,5 metri e con gittata di 15 metri. La potenza è pari a 20. La Velocità del colpo è pari alla Concentrazione dell'utilizzatore. L'onda d'urto, se colpito una persona, può allontanarla di 9 metri; se colpita una superficie solida, l'utilizzatore può allontanarsi dalla parte opposta in cui diretto il palmo.
    Tipo: Ninjutsu - Ninpou
    (Consumo: Mediobasso)
    [Richiede Byakugan I]
    [Da genin in su]
    ad altissima velocità, con l'intenzione di far volare la bestia contro il muro alle sue spalle. Che il colpo andasse a buon fine o meno, Murasaki avrebbe sfruttato la sua nuova velocità per lanciarsi contro l'essere e scaricargli addosso una raffica di colpi leggeri e intrisi di chakra.
    Avrebbe dunque mirato ai punti nevralgici del sistema circolatorio del Bōzu, appoggiando prima il palmo della mano destra all'altezza del collo della bestia, andando poi a finire l'offensiva appoggiando la mano sinistra sul capo dell'animale, espellendo la maggiore quantità di chakra possibile.

     
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    VIII




    La ragazza si difese con furia, ma sottovalutò troppo il suo avversario, che dopo la violenta spinta si vide un'apertura libera, riuscendo a lanciarsi sull'indifesa donna per azzannarla, iniettandole del veleno. Youkai sussultò, resosi conto della ferita appena subita da Murasaki. Non poteva permettere che per colpa sua quella bestia avesse la meglio su di lei. Era stato lui a portarla fin lì, era stato lui ad aver avuto bisogno di lei per ritrovare casa, ed ora la stava ripagando costringendola a respingere un demone, impotente di fronte ai due. Per quanto il chakra stesse continuando a svanire, si era ormai deciso di volerla aiutare, a qualsiasi costo.
    La creatura aveva subito pesantemente il colpo della ragazza, stridendo dolorosamente e costretta ad indietreggiare. Il colpo era stato brutale ma non mortale, come lasciavano intuire i sibilìì frustrati. Prima che potesse reagire però, una nube di fumo avrebbe offuscato la normale vista di entrambi, riempiendo la stanza, agendo da fumogeno. Sarebbe bastato aprire una porta o una finestra per far svenire il fumo in fretta, oppure sfruttare il vantaggio in qualche modo. Con la vista annebbiata ed infastidita dall'odore, la creatura fu costretta a buttarsi in attacchi alla cieca, ma ad ampio raggio: appiattitosi sul pavimento, avrebbe usato la sua lingua di un metro e mezzo come fosse una frusta, facendola schioccare in orizzontale a livello delle caviglie. Qualora avesse toccato la ragazza, la lingua si sarebbe avvolta a qualsiasi parte del corpo con cui era entrata in contatto, stringendola e, con un movimento brusco, trascinandola a se per poi colpirle il busto con un'artigliata.
    SE non fosse riuscito ad entrare in contatto con la ragazza, cercandone la sagoma si sarebbe lanciato verso di lei a testa bassa, cercando una testata sul bacino, alzandosi poi bruscamente nel tentativo di sbatterla al muro con la spinta delle spalle.
    Nel frattempo, la presenza di Youkai sembrava scomparsa dall'angolo in alto della stanza, ed il fumo provocato dalla sua tecnica non permetteva di vedere se il corpo fosse ancora presente sul suo letto.
     
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