L'Era GlacialeFebh, Kato, Fudoh e Munisai, al freddo.

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    È colpa tua. Ratty

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    L'Era Glaciale
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    Sulla Mappa



    A me comunque sembra un nome stupido. Febh Yakushi era stato Amministratore di Oto e dopo l'elezione del Kokage le cose si erano complicate un poco, ma non vale la pena andare a sottilizzare su chi controllava cosa e chi firmava quali carte, era più utile soffermarsi sul fatto che l'assurdo personaggio era, per il malgrado di molti, uno shinobi del Paese del Suono e come tale veniva di tanto in tanto inviato in missione, da solo o con compagni, per risolvere problemi in giro per il continente. O crearne. O crearne là dove avrebbe dovuto risolvere, ma qui si potrebbe andare avanti per mesi sugli effettivi benefici dell'inviare quel particolare Jonin da qualche parte. Se non altro quel giorno, sulla banchina di un porto piuttosto freddo, era di umore sufficientemente tranquillo e sembrava anche vagamente concentrato sulla missione che doveva intraprendere...tanto che giocava con uno yo-yo senza fare strani trick col filo e persino si ricordava il nome della stupida barca su cui sarebbero dovuti salire.

    Vedete, il problema di queste missioni in territori aperti come il mare è che troppe volte ci sono più committenti interessati a risolvere i loro problemi, e finiscono per comunicare con l'accademia in toto e questa spartisce la richiesta tra più Villaggi. Sbuffava un poco, mentre il gelido vento di quel porto settentrionale non sembrava nemmeno lambire la sua pelle, tanto che non tremava ed era vestito leggero, a differenza dei ninja che lo accompagnavano e che verosimilmente erano imbacuccati per sopportare le intemperie. Questo porto si chiama Kotta Zetsubo...Gelida Disperazione. Chissà come mai? Un nome del genere ammazza il turismo. Commentò, facendo conversazione mentre attendevano l'arrivo degli altri shinobi...alle sue spalle il piccolo villaggio di pescatori annesso al porticciolo non ispirava alcuna forma di turismo salvo forse quello di qualche setta dedita al suicidio collettivo: poche case in legno malamente rinforzate contro il gelo, facce segnate dalle intemperie che avevano assunto un'espressione perennemente arcigna, pochi rifiuti ricoperti di neve e ghiaccio nonostante fosse appena finita la stagione estiva. Voglio dire, è una località ridente! Ricordo quando riscuotevo il pizzo per il mio clan dai pescatori locali, erano tutti così gentili! Ma con un nome del genere... Scosse il capo, e va detto che non c'era un'oncia di sarcasmo nelle sue parole, era seriamente e genuinamente convinto della sua valutazione, segno che il cosiddetto "senso comune" poco si applicava al più forte ninja del clan Yakushi. E al vederlo i pescatori, per inciso, si erano ritirati terrorizzati, ma lui non sembrava essersene reso conto.

    In ogni caso la missione è interessante: Pirati! Sogghignò. Siamo molto vicino al confine con Kumo, ma questa è ancora zona nostra e non ci sono stati attacchi, però un mercantile che fa sempre tappa qui arrivando dal continente orientale prima di recarsi alla Neve è stato già bersagliato due volte, e quindi sia la Neve che la compagnia commerciale ci hanno pagato per scortare la nave. A nessuno dei ninja del Suono tranne lui era stato dato un briefing...cosa poco saggia vista la sua tendenza a leggerli a salti o direttamente a fingere di averlo fatto per poi andare a sentimento inventando di sana pianta le informazioni...ma questo i due otesi probabilmente non lo sapevano. Hanno coinvolto noi e due Kiriani. Almeno due Kiriani, da quanto ho capito, spero non siano più di due perché uno puzza già abbastanza di pesce. In ogni caso il ninja più alto in grado dovrei essere io, quindi sarò il caposquadra. E voi i miei schiavi. Se voleva essere una battuta non lo sembrava affatto. In pratica il mercantile è una nave i cui marinai sono ninja o hanno almeno un'infarinatura. Il capitano è uno Shinretsu, e la nave non è proprio normalissima...ma la vedrete. Il problema è che c'è una nave pirata che la blocca creando degli Iceberg improvvisi, troppi per il capitano e i suoi uomini, e poi quando hanno esaurito le forze c'è l'arrembaggio e il furto delle merci. Liberano tutti così possono fare nuovamente razzia al viaggio successivo..e finora non la hanno fatta franca. Forse la aveva fatta un filo più semplice del previsto, ma stranamente questi dati sarebbero stati più o meno gli stessi del dossier in mano ai Kiriani...peccato che a presentarsi al porto sarebbe stato un solo ninja, peraltro dall'aspetto tutt'altro che incoraggiante, visto che pareva uno straccione. Straccione già conosciuto da Febh, ma che ovviamente lui non ricordava nemmeno alla lontana. [A Fudoh descrivere come mai il suo compagno di squadra non si è presentato]

    Ecco, vedete cosa dicevo della puzza di pesce? Queste le diplomatiche e sensibili parole dello Yakushi all'arrivo del ninja della Nebbia. Visto che ci siamo tutti e che l'Era Glaciale arriverà fra qualche minuto, direi di spendere qualche parola per conoscerci meglio. Non che la cosa mi faccia piacere, ma in missione è meglio avere qualche informazione in più su chi hai come schiavo. Aggiunse, dimostrando ancora una volta le sue spiccate doti da leader. A me dovreste conoscere come se fossi una divinità scesa in terra, animata dalla più profonda modestia. Ancora niente sarcasmo, parlava seriamente. Febh Yakushi, pezzo grosso di Oto. Posso sostanzialmente fare tutto, ma la mia specialità è il movimento furtivo e il danno capillare, mirato e silenzioso. Diversi studiosi della recente storia accademica avrebbero avuto uno o due ictus a quella frase. Ma diciamo che me la cavo anche con la demolizione indiscriminata. E posso facilmente potenziare quasi ogni vostro ninjutsu, se sono abbastanza vicino. Ed evoco delle Lucertole. Poi fece un cenno verso Kato. Di te, Kato, so che se quando passi non c'è più polvere è perché hai una scopa che spunta dal didietro, ma vuoi aggiungere altro? Mentre verso Munisai. Tu invece hai la bocca larga e i capelli rossi, ma non so molto di più. Ti chiami Munisai, no? Il Kiriano invece davvero non se lo ricordava e francamente il suo aspetto non necessitava di ulteriori velenose presentazioni.

    Terminate le presentazioni, attesero ancora qualche minuto, magari speso in chiacchiere superficiali, fino a quando finalmente la nave che avrebbero dovuto scortare, l'Era Glaciale, giunse in vista tra il vento ricco di neve e le foschie del porto. Come annunciato dallo Yakushi non si trattava di una nave normale...ma di un vero e proprio blocco di ghiaccio scolpito a forma di nave! Con vele e tutto piantate a viva forza nel pack e diversi marinai con calzature speciali che si spostavano qua e là senza risentire particolarmente delle temperature. Non credo sia comoda come avevo prospettato in origine. Ora...giusto per completezza...sapete usare tutti il Controllo del Chakra per camminare sulle superfici, saltare da un iceberg all'altro e per spaccare meglio le cose, si? La missione sarà perlopiù rompere degli Iceberg in fondo...e senza chakra adesivo camminare su quel ponte gelato non sarà per niente piacevole. Annuiva del tutto convinto di ricevere solo risposte positive.

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    Il Fiore Lupo

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    Duello


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    [Nota Testo]A pro memoria ricordo che Kato ora ha subito un grosso Shock personale dopo gli eventi del Sigillo e la nomina del Kokage. Uno shock che si è ripercosso sul suo modo di fare e di comportarsi: più freddo e distaccato, ancora più di prima. Il cambio di colore del parlato vuole esprimere in parte tutto ciò.



    Tsk – fu il mio unico commento alla caustica presentazione che Febh Yakushi, ex amministratore di Oto, fece su di me, e alle parole che seguirono. Se ero dannatamente serio era perché lo ero di carattere e naturalmente perché era nel mio essere Shinobi. Di certo mi potevo ben più lamentare del luogo in cui mi trovavo io e la piccola, allegra, combriccola di Ninja. Da una parte vi era un giovane Shinobi di Oto, dall’altro un tizio di Kiri (si chiamava forse Fudoh?) che avevo fatto entrare al Suono un bel po’ di tempo addietro. Chissà se a conti fatti era diventato forte come voleva. E poi a spiccare nel gruppo come un faro nella notte Febh Yakushi. Uno dei Jonin, se non esseri umani, più letali del continente. E allo stesso tempo tra i più imprevedibili. Poteva affrontare un mostro più alto delle mura di Oto e dimenticarsi della sua forza l’attimo dopo. Di certo la sua imprevedibilità lo rendeva ancora più singolare.

    Dopo aver attentamente ascoltato, o perlomeno aver cercato di capire, i discorsi del mio superiore rimasi per qualche momento in silenzio. Poi presi a parlare condividendo alcune osservazioni sulla faccenda: - Se devo essere sincero Jonin… Il fatto che lei sia qui, e che sia stata l’Accademia a decidere la sua presenza, significa che quello che dovremmo affrontare sarà tutto fuorché comune. Siamo vicini a Kumo giusto? Più che pirati si potrebbe di parlare di corsari, Nukenin legati a Kumo. Fortunatamente i marinari e il comandante sono dei Ninja. Almeno alla prima difficoltà non si getteranno in mare – di nuovo rimasi in silenzio per qualche attimo – Forse se riuscissimo a catturare questi pirati potremmo dimostrare il loro collegamento con quei bastardi del Fulmine. No? – una domanda che suonò più come una riflessione – In ogni caso le rispondo con sincerità: sono uno specialista del corpo a corpo, con ampie capacità difensive e di rallentamento per costringere l’avversario a non abbandonare il campo di battaglia. Diciamo che fino ad oggi i miei colpi hanno sempre fatto male. Tuttavia Febh-sama… non ho alcuna base sul Chakra repulsivo. – strinsi i pugni e mi preparai al peggio. Di sicuro non avrei ricevuto una reazione positiva dal Jonin.

    Poi giunse finalmente la nave e osservandola giungere al molo, con lentezza, mi limitai ad un breve commento positivo: - Notevole… per essere una nave mercantile. – e appena avrebbe attraccato con un cenno all’ex amministratore sarei salito: - Con permesso lascio a lei, Jonin, le dovute presentazioni con il Capitano. Nel frattempo perlustro la nave. Meglio conoscere il più possibile l’eventuale campo di battaglia. – e così a conti fatti mi sarei diviso, creando due copie di me stesso. I tre Kato dunque si sarebbero impegnati a sondare ogni stanza, corridoio, magazzino e angolo di quella nave cercando dettagli, o elementi sospetti. Non solo, avrebbero chiesto le generalità, i nomi dei marinai presenti cercando di capire che tipo di Ninja fossero e che storie ed esperienze avevano ricevuto su questi abbordaggi.

    L’ultima cosa che avrei voluto sarebbe stata quella di trovarmi in mare aperto, con una nave affondata, e con i nemici alle costole! [Abilità Utilizzate]Chakra Adesivo Intermedio (1/4 Basso Consumato)

    Kage Bushin + Tecnica Economica 50% di risparmio

     
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    Falce dei Kaguya


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    Freddo...


    Altro che Re dell'Inverno...



    Voi direte, uno che ha salvato il mondo dal Re dell'Inverno dovrebbe essere considerato per importanti missioni? Ecco, di recente m'era capitato un paio di volte, ma stavolta le premesse sembravano assurde e non per colpa di Sanjuro-sama!
    A dirla tutta, stavolta niente sciamano in mezzo alla mia chiamata alla missione, né per il modo strano di viaggiare, bensì fui scelto assieme ad una jonin neo-promossa del clan "Ukataka", tale Kishi, che risultò essere fissata fino alla devozione religiosa verso una sola cosa: il Sapone!
    Immaginate quanto mi possa aver rotto la testa il primo giorno di viaggio in mare, da Kiri fino alla costa del Paese del Fuoco? Ecco, decuplicate questa vostra idea, perché così tanto m'ha rotto la testa sulla questione dell'igiene e della pulizia che, secondo lei, io non consideravo abbastanza!
    E pensare che m'ero pure procurato due coperte dell'ospedale, di quelle invernali, oltre ad aver rispolverato il vecchio cappotto che avevo sotterrato in un mio nascondiglio dopo l'ultimo invero, per andare nel Paese della Neve!
    Avevo saputo da subito che la missione era nei pressi del Paese del Ferro, in mare aperto, e ricordavo il freddo assurdo quella volta che ero andato dai fabbri di scorta.
    Quello che non sapevo era la fissazione di Kishi per la pulizia! E quella fu la mia sventura.
    Il secondo giorno di viaggio, infatti, quando ci fermammo ai limiti del Paese del Riso per accamparci per la notte, siccome durante il mio turno di guardia mi stavo annoiando, evocai Tong, la mia tartaruga.
    Il mio tartarugone si guardò intorno, con quel suo sguardo completamente primo d'intelligenza che così tanto lo distingueva, poi disse: Tong sonno, loquace come sempre.
    Lo so, ragazzone, anch'io ho sonno, ma dobbiamo fare la guardia, ordine di Kishi-sama, quindi pensavo che potevi farmi un pò di compagnia..., gli spiegai e passai le ore di guardia a giocare ad indovina cosa si stava pensando con Tong... peccato che lui diceva sempre il proprio nome quando doveva supporre cosa pensassi io, così vinsi senza troppe difficoltà.
    La noia del gioco, però, nell'ultima mezzora di guardia, mi portò ad appisolarmi.
    Lo so! Non dovevo! Appisolarsi con Tong libero nei dintorni, non è mai saggio, nemmeno se i dintorni sono un bosco con qualche albero ed una kunoichi che dorme lì vicino.
    Fu un urlo a svegliarmi.
    L'urlo di Kishi che s'era ritrovata leccata in faccia dal tartarugone (quante volte gli avevo detto di smetterla!) e poi i mogolii di Tong che stava galleggiando dentro una grossa bolla di sapone.
    Kishi-sama, posso spiegare..., fu la mia prima reazione, la seconda fu di sciogliere il legame di Tong, facendolo tornare alla Valle del Guscio.
    Probabilmente entrambe le azioni furono poco avvedute, perché Kishi iniziò a sbraitarmi contro che non potevo evocare così creature che sporcavano e puzzavano, che anch'io puzzavo, che le coperte che avevo dietro puzzavano e che anche il mio giaccone invernale puzzava.
    Ammetto che mi scese una lacrima, mentre quella mi dirigeva contro la bolla di sapone (voleva lavarmici!).
    Istintivamente, aprii la mano e lasciai andare il mio controllo con il chakra naturale, facendola esplodere e, non so nemmeno io come, sbilanciando la jonin stessa, che cadde seduta sul terreno ed iniziò a lamentarsi ancora di più della sporcizia concludendo con un: Ora basta! Non ci resto in missione con un lurido... barbone! e mi gettò contro la mappa con indicato il posto dove dirigermi.
    Ero ancora bloccato dall'uso del mio chakra naturale, quindi non riuscii ad impedirle d'andarsene su una grossa bolla di sapone... così mi ritrovai da solo e da solo per il terzo giorno, viaggiai fino alla ridente Kotta Zetsubo, leggendo un pò di informazioni sulla missione che riguardava iceberg, navi, Shinretsu e pirati!
    Non avevo mai incontrato dei pirati prima!

    Invece, la prima cosa che scoprii arrivato al luogo dell'incontro con la squadra otese era che due dei miei compagni di squadra li avevo già incontrati: l'amministra-amministrazione ed il guardiano delle Mura otese che aveva picchiato Baffetto! Fortunatamente non era Baffetto il terzo.
    Quando fummo tutti lì, Febh (l'amministra-amministrazione) si presentò, enumerando le sue capacità sull'attaccare silenziosamente e con precisione, oltre all'uso di ninjutsu particolarmente potenti, cosa che mi ricordavo da quando l'anno prima avevamo avuto a che fare con quei pachidermi e lui aveva usato quella sua armatura dell'Orco. Tra l'altro, la sua gentilezza nei confronti dei kiriani non era migliorata.
    Il guardiano, Kato, invece, sottolineò di essere molto bravo nel corpo a corpo e nel non far allontanare gli avversari per continuare il corpo a corpo.
    Io mi chiamo Fudoh, con l'H finale, in caso non vi ricordiate di me, dopo l'altra volta... si ricorda, Febh-sama? Quella storia di elefanti e rotoli volanti?, avrei esordito, Comunque, io me la cavo abbastanza nel corpo a corpo, ho giusto due ninjutsu e non penso che si possano potenziare particolarmente, ma conosco il chakra naturale, con cui evito ai nemici di allontanarsi troppo da me! Ah! Ed evoco UNA tartaruga., avrei detto, fiero di me, sorridendo agli altri e gonfiandomi il petto su quell'ultima informazione.

    All'arrivo della nave, poi, rimasi stupito: una nave fatta di ghiaccio sembrava! E mentre Kato si allontanava, il discorso fra lui e Febh-sama mi portò a riflettere su una parola "repulsivo", vicino al termine chakra.
    Era il terzo di cui aveva parlato quella volta proprio l'amministratore qui?, mi chiesi ed alzai la mano verso il jonin otese: Penso di saper camminare sul ghiaccio con il chakra adesivo e me la cavo ad usare il chakra distruttivo assieme al mio naturale, ma cos'era il repulsivo di cui parlava Kato-sama prima? Serve a qualcosa?, domandai con un sorriso degnissimo di Tong.
    Iniziava bene quel viaggio.
     
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    Gelida Disperazione


    L'Era Glaciale • Capitolo I

    Beh, di certo dovrebbero lavorare sull'ospitalità rimarcò il rosso, mentre lo sbuffo di vapore acqueo dalla bocca si infrangeva visibilmente contro l'aria fredda.
    Per l'occasione il ragazzo si era abbigliato con cappotto trapuntato con tanto di cappuccio pelliccioso, ma sotto i suoi indumenti erano abbastanza normali, niente di eccessivamente pesante. Chi lo avesse osservato avrebbe pensato che fosse uno del posto, dal momento che sembrava non accusare minimamente quel freddo.
    Munisai era cresciuto su Kanashima, una delle tante isole dell'arcipelago appartenente ai territori della Neve, dove le temperature erano molto più rigide in quel periodo dell'anno, per non parlare della stagione invernale che era al limite del vivibile. Pertanto, almeno sotto quell'aspetto, si trovava perfettamente a suo agio lì.
    Kotta Zetsubo era una località scordata da Dio dove si conduceva, era facile intuirlo, una vita grama e monotona. La popolazione era composta prevalentemente da pescatori e, in generale, persone di una certa età, ma chi poteva biasimare i più giovani che avevano deciso di lasciare quelle gelide sponde? Altro che turismo, solo un'anima tormentata intenta ad espiare chissà quali peccati o un asceta masochista avrebbero potuto scegliere di visitare quel porto.

    Ma tornando a noi, il ragazzo aveva ben notato il fuggi fuggi generale che si era consumato all'arrivo del team otese, ma si scoprì che la cosa era dovuta alla mera presenza del Jonin e alla passata attività d'estorsione per conto del suo clan proprio ai danni del piccolo villaggio. Le attività illegali degli Yakushi erano cosa abbastanza nota nel Suono, ma era qualcosa che Munisai prese mentalmente nota di voler approfondire.

    La missione, almeno per come fu presentata, sembrava abbastanza lineare.
    Erano stati ingaggiati, loro più due kiriani, per scortare una nave mercantile che già due volte era stata attaccata e derubata del proprio carico da dei pirati.
    Più che altro le modalità con le quali avveniva l'arrembaggio erano ciò che destava curiosità, in quanto, sempre a detta di Febh, il veliero, che peraltro non era un veliero comune ma anche qui fu lasciato il brivido della scoperta, veniva intrappolato in mezzo a degli iceberg che spuntavano dal nulla, bloccando ogni possibilità di seminare gli assalitori.
    Questo lasciava pensare che non si trattasse di comuni topi di mare, bensì di gente che sapeva il fatto suo, anche perché la ciurma del mercantile stesso era composta da uomini addestrati quantomeno nelle basi delle arti ninja, dunque non esattamente delle facili prede.
    Febh, hai detto che il capitano della nave è uno Shinretsu. Così a naso direi che è un clan, ma non ne ho conoscenza.
    Puoi dirmi qualcosa in più al riguardo?
    interloquì giusto quando udì quel nome a lui ignoto.

    Quando la delegazione kiriana arrivò, questa si rivelò essere composta da un singolo elemento, a dispetto di quanto annunciato. Il nuovo giunto era l'unico tra i presenti che Munisai non avesse mai incontrato. Si trattava di un adolescente caratterizzato da un aspetto trasandato e da un vestiario davvero povero, non di molto migliore di quello di un accattone. Questi si sarebbe trovato davanti un ragazzo sulla ventina, alto ben più di tutti i presenti, avvicinandosi ai due metri. Fisico ben piazzato, capelli ribelli di un rosso acceso e profondi occhi verde acido. Niente sopracciglia e il viso, che era praticamente l'unica parte del corpo lasciata scoperta dal massiccio cappotto, segnata da cicatrici nella sua parte sinistra.

    Dopo che Kato ebbe esposto le sue teorie su ipotetici collegamenti tra gli attacchi e il Villaggio del Fulmine, ed il tentativo di Fudoh di rammentare all'ex-Amministratore chi egli fosse in virtù di un precedente incontro, i due ragazzi esposero quali erano i loro punti di forza, che risultarono essere molto simili.
    Erano entrambi combattenti che eccellevano nel corpo a corpo e in quello si specializzavano.
    Quella era tuttavia forse l'unica cosa che avevano in comune, in quanto anche solo a un'osservazione superficiale parevano individui dalle personalità diametralmente opposte. Il Chunin era tremendamente rigido e serioso, freddo come il ghiaccio di quei lidi, mentre il kiriano pareva un tipo molto rilassato e socievole, spensierato. Forse anche un po' tonto, ma era presto per dirlo. Tra di loro c'era l'autoproclamato "pezzo grosso di Oto", il quale enumerò con quasi commovente vanagloria le sue doti senza tuttavia fare dell'aderenza alla realtà il suo cavallo di battaglia.
    Be', sicuramente le affermazioni riguardanti le lucertole e la distruzione indiscriminata erano veritiere, il giovane ne aveva avuto un assaggio di persona. Sulle altre affermazioni si limitò ad annuire con uno scetticismo che era platealmente palese.
    Arrivò dunque il suo turno di parlare, e fu quasi sorpreso di scoprire che il superiore ricordava il suo nome. E lo ricordava addirittura giusto.
    Il rosso, per quanto fosse nuovo di Oto e stesse ancora imparando a conosce meglio i suoi abitanti, e i vari ninja in particolar modo, ormai si era fatto un'idea abbastanza precisa del più importante esponente del clan Yakushi. E, inutile specificarlo, era un'idea quantomai bizzarra. Il solo fatto che si ricordasse il nome di un novellino come lui dopo averlo intravisto una volta in croce, gli sembrava quasi sospetto.
    Non sapeva se accogliere la cosa con soddisfazione o con sana apprensione.
    Esatto confermò.
    Si grattò il mento, quasi soprappensiero.
    Mh. Diciamo che sto ancora sviluppando uno stile mio ben delineato, e ho troppa poca esperienza per poter dire di eccellere in un qualsiasi ambito.
    Tendenzialmente prediligo il confronto sulla corta o medio-corta distanza.
    Riesco a destreggiarmi sia con le armi che a mani nude, e posso essere d'aiuto nell'immobilizzare o intralciare l'avversario.


    Quando arrivò l'Era Glaciale rimase alquanto colpito.
    Di certo non aveva mai visto una imbarcazione fatta quasi interamente di ghiaccio prima, anche se navigare con un mezzo del genere non aveva nulla di pratico o comodo. O sensato, a dirla tutta.
    Trasportava forse del pesce o degli articoli che si deteriorano così rapidamente da necessitare temperature così basse ed una soluzione così drastica?
    Che genere di merce hai detto che trasporta la nave? chiese al Jonin senza staccare gli occhi dal veliero, sempre più incuriosito da quella vicenda.
    Ma anche seccato, diciamoci la verità, perché non era proprio un viaggio all'insegna del relax quello che avevano davanti.

    Mentre il Chunin si avviava in avanscoperta, il rosso e Fudoh restarono indietro a chiedere delucidazioni sulle ultime parole dello Yakushi.
    Questi, infatti, aveva parlato di utilizzi del chakra piuttosto particolari e specifici. Roba che, con tutta la buona volontà, non si poteva apprendere così, improvvisando. Un ninja doveva esservi un minimo introdotto.
    Le basi ci volevano, le basi!
    Si parlava di un controllo del chakra alquanto raffinato, per ampliare le capacità di movimento o di distruzione dello shinobi. Almeno questo era quello che Munisai dedusse, facendo due più due con nozioni di cui aveva solo sentito parlare o aveva letto su qualche pergamena.
    Ma a lui, tutte quelle belle cosine, nessuno le aveva ancora insegnate.
    Febh, non ho la minima idea di cosa tu stia parlando disse serio, con una tale onestà che sarebbe stato o da abbracciare o da prendere a schiaffi.
    O meglio, un'idea ce l'ho, ma sono abbastanza convinto di non essere capace di usare il chakra in quei modi aggiunse, incrociando le braccia e annuendo.



     
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    Magistra Vitae

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    Missione tra i ghiacci


    Post 1 ~ Rimpiazzo

    Il giovane lanciò l'ennesimo, fugace sguardo al grande orologio circolare appeso sopra il bancone. Quante volte aveva fatto ormai il giro la lancetta? Troppe, per i suoi gusti. Non importava il paese o l'epoca, in un ufficio pubblico ci sarebbe sempre stata coda, e l'Accademia non faceva eccezione. La fila davanti al ragazzo della Foglia era composta da almeno quattro ninja di diverso grado e provenienza, ciascuno in insofferente attesa per terminare delle pratiche burocratiche di cui avrebbe fatto chiaramente a meno. C'era chi doveva consegnare il rapporto dell'ultima missione svolta, chi una domanda di ferie, chi protestare per uno stipendio arretrato, ed altro ancora. Sporgendosi un poco dalla sua posizione Shin diede un'occhiata rassegnata agli sportelli. Di tre, solamente uno era attualmente operativo. L'unico impiegato rimasto a onore del vero si stava facendo in quattro per cavarsela, come testimoniava il copioso sudore sulla fronte, tentando al contempo di contenere le proteste degli utenti. Da alcune frasi che erano giunte fino a lui, il Kinryu aveva intuito che i suoi colleghi era in "pausa tè". Solo che ormai mancavano da talmente tanto tempo che l'unica spiegazione era che si fossero accorti di averlo finito e fossero andati ad acquistarlo direttamente nel confinante Paese del The. Mentre il ragazzo contava ancora una volta le mattonelle sul pavimento, all'improvviso un turbinio travolse lui e gli altri poveretti in fila costringendolo ad alzare lo sguardo. Come una tempesta, una donna dall'aria incazzata aveva fatto la sua comparsa spalancando la porta e, ignorando bellamente tutti quelli in attesa, si era piazzata davanti al funzionario, sbattendo sul banco un foglio con un gesto plateale. Inammissibile. I-NA-MIS-SI-BI-LE. La kunoichi scandì bene la parola per ribadire il concetto, paralizzando sul nascere con la sua furia qualsiasi protesta per aver non aver rispettato il suo turno. S-si calmi, signorina, cosa suc... Con che coraggio mi avete mandato in missione con una persona del genere? Quel...quel...QUEL BARBONE! Shin alzò un sopracciglio, incuriosito dalla conversazione a senso unico. Per quanto l'impiegato cercasse infatti di farla calmare, quella insisteva, sovrastandolo con la voce fino a divenire stridula. Passi la pulizia, passino gli abiti, ma la tartaruga proprio NO! Mi ha leccata, leccata ci rendiamo conto? Che schifo. E la puzza, una cosa insopportabile... Le lamentele proseguirono finché non si fu sfogata del tutto, senza che nel frattempo nessuno dei presenti osasse anche solo respirare troppo forte per timore di divenire il bersaglio della sua ira. Oh, questo comunque è il modulo di rinuncia alla missione, mi metta una timbro che ho fretta... L'ormai miserabile funzionario obbedì senza fiatare, solo per salvarsi da quel supplizio. Quando la donna, finalmente rilassata, lasciò la sala, si udì un sospiro di sollievo collettivo. Bene, dove eravamo rima... La voce morì in gola all'uomo mentre gli occhi scorrevano il foglio che aveva appena approvato. Bianco come chi aveva visto un fantasma, sul punto di piangere, alzò lo sguardo sui presenti, che lo osservavano a loro volta con diverse sfumature di preoccupazione. Yakushi. Febh Yakushi. Abbiamo lasciato Febh Yakushi in missione con solo un chunin e due sbarbatelli. Siamo fottuti. Il piagnucolio dell'uomo fece arretrare i più vicini. Con la coda dell'occhio Shin vide uno degli shinobi al suo fianco eseguire finemente uno scongiuro apotropaico. Un otese, abbandonata con nonchalance la sua posizione, si stava avvicinando alla porta senza dare loro le spalle. E nelle acque confinanti con Kumo per giunta. Una guerra, qui ci scappa una guerra. Mi licenzieranno, ne sono sicuro. Ammesso che esista ancora l'Accademia a quel punto. L'uomo era ormai chiaramente ad un passo da un attacco di panico. Poi, inaspettatamente, il viso gli si illuminò. Gli era evidentemente venuta un'idea per evitare il disastro imminente. Balzando in piedi, si rivolse agli astanti quasi gridando, di un disperato euforico. QUALCHE VOLONTARIO PER UNA MISSIONCINA DI TUTTO RIPOSO, SU AL NORD? PAGA DOPPIA, FERIE GARANTITE UNA VOLTA TORNATI E FARO' LA VOSTRA PRATICA PER PRIMA OGNI VOLTA CHE VERRETE QUI. EH? ALLORA? Quello che seguì fu, contrariamente alle aspettative dell'uomo, un fuggi fuggi generale. L'unico a non muoversi fu il ninja della Foglia, nonostante il suo notevole intuito gli suggerisse di fare altrettanto. D'altro canto non conosceva quel nome, né le sventure ad esso associate, e scappare così senza motivo non era nelle sue corde. Eppure, una parte di sé sentiva che probabilmente se ne sarebbe pentito presto. Con un sorriso da folle, l'impiegato prese a fissarlo. A quanto pare abbiamo un volontario, bene bene! Deglutendo, il Kinryu fece un passo in avanti con la stessa gioia di un condannato diretto al patibolo.

    Il chunin di Konoha aveva trascorso la notte in viaggio. Il ritrovo con gli altri membri della squadra era la mattina successiva, a mille chilometri di distanza. L'unico modo per fare in tempo sarebbe stato volando in linea retta, ignorando fiumi, monti e mari. Per fortuna del funzionario, e forse dell'intero Continente, il giovane poteva farcela, chiedendo un favore alla kitsune giusta. L'enorme volpe era sfrecciata nei cieli che andavano facendosi sempre più scuri al massimo della sua velocità senza risparmiarsi. Dopo aver fieramente opposto resistenza, alla fine il ninja si era lasciato convincere da Anzu a dormire un poco, per non farsi trovare esausto al momento di iniziare la missione. Avvinghiato alla morbida pelliccia, si era concesso un sonno leggero, fino a quando la voce della creatura non l'aveva destato. Ci siamo, quello là sotto è il luogo indicato sulla mappa. Ancora intorpidito, il giovane borbottò qualcosa cambiando lato. Gelida Disperazione... Che nome del cavolo. La volpe atterrò poco fuori dal centro abitato, piegando l'erba giallastra sotto le sue zampe. Sigh, ormai siamo qui, vediamo di fare il nostro lavoro alla svelta e tornarcene a casa. Grazie Anzu, riposati pure adesso. La kitsune piegò appena il capo prima di trasformarsi in una katana, afferrata prontamente in volo dal ragazzo che la legò in cintura. Trovare il porto non fu difficile, bastava scendere il sentiero principale, perché chiamarlo strada sarebbe stato oltremodo generoso, fino al mare. Il Paese delle Risaie non era noto per le sue arti nautiche, e quel posto ne era l'ennesima riprova. La nave sulla quale doveva imbarcarsi era già lì. Enorme, e ghiacciata. Al Kinryu venne da battare i denti solo al pensiero di salire a bordo. Ad attirare la sua attenzione furono però alcune figure ferme davanti al molo, intente a discutere di qualcosa che non colse a causa della distanza. Riconobbe però uno degli shinobi, e gli venne naturale sorridere. Li raggiunse a passo rapido, lasciando bene in vista il suo coprifronte, legato intorno al collo, nel caso gli abiti non fossero sufficienti a identificarlo come alleato. Scusate l'intrusione, sono Kinryu Shin, chunin di Konoha. Mi hanno mandato in sostituzione alla sua compagna. Non era la prima volta che vedeva lo shinobi di Kiri, ma anche se lo fosse stata la descrizione fornita da Kishi era talmente dettagliata, e impietosa, da lasciare poco margine di dubbio. Chinando appena capo e spalle si presentò ai due otesi che non conosceva, scambiando con lo Yotsuki un'occhiata d'intesa. E' un piacere conoscervi, spero che lavoreremo bene insieme. Allora, cosa mi sono perso?
     
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    È colpa tua. Ratty

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    L'Era Glaciale
    II


    Il fatto che lascino la nave e l'equipaggio grosso modo indenni fa pensare che siano pirati fuori dal comune, anche se non ne ho idea. Comunque a me hanno inviato perchè sono rimasto sei mesi senza fare missioni e mi hanno schiaffato sulla prima disponibile. Commentò rifacendosi al lungo periodo in cui si era isolato nei sotterranei del Palazzo di Orochimaru. Quindi non farei troppa dietrologia, mister paranoia. E non stare a indagare sulla nave o su chi ha fatto richiesta per questa missione. Questa l'ironica risposta riferita a una loro precedente conversazione. Quanto a Fudoh, dopo un breve secondo di incertezza e meditazione lo Yakushi fece spallucce. Ho solo un vago ricordo, ma era un tizio vestito da cretino col mantello, che ne sai tu? Il giovane neogenin invece aveva dei dubbi, oltre alla spiccata tendenza a dare del tu al primo jonin che passava e che in tutta risposta corrugò la fronte per qualche secondo. Allora, punto primo: se mi chiami "jonin" come questo manico di scopa qua ti garantisco che ti spezzo le gambe. Secondo: sarebbe gradito un "sua eccellenza" o un "suprema entità davanti alla quale mi umilio" prima di pronunciare il mio nome. E con le dita teneva il conto. Terzo: potrai darmi del tu quando io ti dirò che potrai farlo, pivello. E per concludere: l'amico puzzolente qua potrà confermarti che gli Shinretsu sono un clan di Kiri. Originariamente si chiamavano Yuki e manipolavano acqua e ghiaccio, ma poi il clan venne estinto...le loro capacità sono emerse come atavismo da un ramo cadetto che non era coinvolto nella vita ninja, gli Shinretsu, e così le loro capacità sono tornate in auge. I membri possono decidere di chiamarsi Shinretsu o Yuki, come meglio credono. E il capitano ha scelto il nuovo cognome. Poi ebbe come un'illuminazione. Ehi, Fudocoso...ma non dovevate essere due? Prima ancora che ci fossero giustificazioni ecco che di gran carriera arrivò un ragazzo che non aveva la classica aria da sorbetto puzzolente di Kiri. Era molto peggio. Uno della Foglia? Oh, perfetto! Qualcuno gli spieghi i dettagli, io non ne ho voglia. Non che lui avesse spiegato granchè.

    Poi la fatidica domanda sulle capacità di controllo del chakra, ottenendo perlopiù sguardi vacui e completa ignoranza, alla quale reagì con la nonchalance e la classe che lo contraddistinguevano, sfoderando un caldo sorriso mentre poggiava la mano su uno dei pali di legno del molo. Disintegrandolo. Quindi mi mandano in una missione ridicola con gente che mi sta perlopiù antipatica. Un cenno verso Shin. Antipatica a pelle, nulla di personale. Come se la precisazione rendesse meno sgarbato il commento. E poi scopro che non sono nemmeno buoni a fare quello per cui li mandano? Il suo sorriso aveva qualcosa di demoniaco. Credo che qualche impiegato avrà un bruttissimo finesettimana. Alcuni dicono che nessuno lo abbia mai più ritrovato, pur notando una strana somiglianza con un barbone confabulante di Otafuku, la cui mente era stata irrimediabilmente distrutta da un qualche trauma. Febh intanto fece un profondo respiro, cercando di inquadrare la situazione e far mente locale. Allora, il lattante qua è fresco di accademia ed è giustificato, ma voialtri siete senza vergogna! Chunin senza controllo del chakra, poi ci chiediamo come mai il mondo va a rotoli! Le basi, le BASI, dico io! E come suo solito l'invettiva era qualcosa di fine a sé stesso giusto per sfogarsi, ripetitiva fino ad essere molesta.

    La nave di solito viene attaccata a uno o due giorni da qui quindi c'è tempo per imbastire qualcosa... mugugnò, mentre la nave cominciava le manovre di attracco. Sollevò una mano, guardando la sua platea. Col chakra si possono fare molte cose. Impastandone una certa quantità nei muscoli possiamo portare le nostre prestazioni a un livello superiore, no? Ma se invece ne impastiamo nelle estremità una quantità piccola non tutta in una volta ma con una certa frequenza e distribuzione possiamo ottenere effetti diversi, come per esempio aderire alle superfici o camminare sull'acqua. Questo è il Chakra Adesivo, che ha citato anche il fessacchiotto a base di pesce qui. Usando frequenze superiori, e quindi una maggiore quantità in uno stesso periodo, la capacità che normalmente permette di aderire ha l'effetto opposto e respinge, e controllare questa spinta per salti, spostamenti e lanci è la base del Chakra Repulsivo. Ultimo è il chakra distruttivo, in cui si usa una frequenza di impasto volutamente irregolare per danneggiare la superficie che si colpisce, e qua entra in gioco la distribuzione dell'impasto per trasmettere il danno...e parliamo così di Chakra Distruttivo. Sbuffò, indicando il ghiaccio della barca. Senza Chakra adesivo rischiate di farvi parecchio male ai piedi camminando su quella barca, e se vedo un gelone io taglio. Ci sono alcune passerelle di legno per chi non lo sa usare ma questo limita parecchio la mobilità. La missione poi consiste nel saltare dalla nave sugli iceberg e poi spaccarli, quindi il chakra repulsivo e quello distruttivo sono fondamentali, o alternativamente serve il repulsivo per lanciare delle bombe o simili. Questo in attesa di fare un controabbordaggio dei pirati e pestarli per bene!

    Se non altro guardare il vascello gli fece mettere da parte ulteriori approfondimenti di quanto fosse. Vabbè, anche se voi siete dei poveri fessi ci faremo una gita su una nave molto particolare e con una ciurma dei lupi di mare amabile e pronta a servirci in cambio di protezione. C'era un qualcosa di sinistro nel modo in cui aveva detto ' protezione' ma verosimilmente era un residuo di quando chiedeva il pizzo per il clan. Quindi cercate di rendermi piacevole e interessante il viaggio. La nave intanto era attraccata, subito accolta dai festanti pescatori che raccolsero le cime per assicurarla all'unico molo sufficientemente robusto. Questa sarebbe stata la definizione di Febh almeno, dato che i pescatori avevano volti che non vedevano un sorriso da almeno quarant'anni e modi di fare rigidi e svogliati come quelli di chi non ha nulla nella vita e va avanti per inerzia. Un uomofull-ahead-coco-23 non ancora sui cinquanta ma ancora massiccio si affacciò oltre il bordo della nave, con la corta barba incrostata di cristalli di ghiaccio (da sperarsi che non fosse saliva) e occhi azzurri che avrebbero fatto arretrare più di un demonio, tanto era intenso e glaciale il loro sguardo. Chi di voi debosciati scopabalene è quel cretino di Febh Yakushi con le sue quattro fighette di legno da compagnia? A fronte dell'insulto lo Yakushi mantenne la sua espressione di serafica ammirazione del veliero di ghiaccio, ma una preoccupante arteria apparve in rilievo sulla sua tempia. Personalità amabile, non credete? Alzò una mano. Sono io Febh Yakushi, mio buon capitano! Fingendo di non aver sentito pronunciò quelle parole a denti stretti. E allora perché tu e le tue amichette non smettete di farvi le unghie a vicenda e non salite a bordo? Qui abbiamo da lavorare. E poi come mai il capo è lo smilzo con gli occhiali? Era più credibile quel tizio alto! Febh sorrise ancora per qualche secondo, poi nel giro di un lampo sarebbe semplicemente scomparso dalla vista dei compagni più deboli [Azione]Statistiche: Velocità Nera + 8 tacche atterrando davanti al capitano con una delle espressioni peggiori che potesse mai capitare a qualcuno di vedere.

    jpg



    Mio buon capitano non fraintendere. Io sono qui per aiutarti perché mi pagano per farlo, e puoi insultare quei quattro decerebrati finchè vuoi, ma non è salutare mettermi in mezzo. Chiaro? Poi verso i compagni di team, verso i quali veniva calata la passerella per permetter loro di salire a bordo. Questo era un esempio di chakra repulsivo. E nuovamente verso il capitano. Sono un pò sbarbatelli, non preoccuparti, farò un pò di lezione durante la navigazione.

    [...]

    Il capitano era stato ridimensionato nei confronti dello Yakushi ma il suo carattere rimase perlopiù inalterato con insulti classisti, razzisti, maschilisti e ogni possibile forma di "-isti" che si potesse concepire, segno che pur discendendo da un clan molto antico non aveva esattamente una piena conoscenza dell'etichetta. Inoltre era manesco e tendeva a lanciare getti d'acqua gelida contro chi lo contrariava, usando anche il ghiaccio di tanto in tanto. Oltre a lui sulla nave, che trasportava merci facilmente deperibili come carne, pesce o verdure esotiche perfettamente conservate nel ghiaccio (perlomeno questo è ciò che stava nella stiva e che risultava dai registri di bordo), sull'Era Glaciale lavoravano non meno di trenta persone. Fra queste i più particolari o che comunque saltavano all'occhio erano Asumajpg (il primo ufficiale col vizio del bere, ex genin di Kiri), Dororojpg (il cuoco di bordo), (il nostromo, ex genin di Kumo), Bakuchijpg (un marinaio di esperienza, forte fumatore), Dohkojpg (il medico di bordo, ex genin di Kiri) e Pikojpg (il mozzo, suo fratello, assunto da appena un mese, DOPO l'inizio delle azioni di pirateria). In generale circa metà dei marinai aveva capacità paragonabili a uno studente, tre o quattro altri paragonabili a genin e il resto non aveva capacità ninja. Solo il capitano era paragonabile a un Chunin come competenze.

    Come annunciato da Febh c'erano passerelle di legno conficcate nel ghiaccio che permettevano ai ninja di muoversi anche senza chakra adesivo, ma il freddo era onnipresente e senza coprirsi adeguatamente si potevano rischiare seri danni. Niente fuoco a bordo esclusa la cucina (o cambusa, per meglio dire), ma solo alcuni pezzi di ghiaccio carichi di chakra che brillavano (chiunque poteva caricarli anche solo toccandoli), delle coperte che tuttavia erano poco utili su cuccette scavate nel ghiaccio e a malapena rinforzate col legno, ma per il resto era una nave come le altre...che il capitano poteva plasmare a suo piacimento con le sue tecniche ninja! La mia Era Glaciale è un cimelio di famiglia da generazioni. C'è un legame speciale con questo ghiaccio, con tutto il chakra che i miei antenati ci hanno messo dentro, non può che rispondere al chakra di un consanguineo. E' la mia sgualdrina in tutto e per tutto! Avrebbe detto se interrogato, ma i ninja non avrebbero avuto granchè libertà di manovra per esplorare, visto il regime di addestramento cui li avrebbe sottoposti lo Yakushi, lasciando solo un'ora di riposo al mattino, una al pranzo e una alla sera, con appena cinque ore di sonno concesse, scaglionate in modo che non dormissero mai tutti assieme.

    Va detto che, in pieno stile da addestratore sadico, avrebbe condotto il suo allenamento in maniera un pò atipica. Appena saliti a bordo avrebbe detto a tutti e quattro di spazzare il ponte per quattro ore e lucidare il ghiaccio. Senza alcun motivo, giusto per far prendere loro freddo, vietando l'uso di cloni e di altri trucchetti, mettendo dei pesi addosso a tutti così da farli arrivare stanchi al pomeriggio. Cosa centrasse con il controllo del chakra sarebbe rimasto un mistero per anni, ma quando avesse deciso che erano sufficientemente stanchi avrebbe dato loro dei compiti da portare a termine.

    Allora, pescivendolo e paranoico in un dream team. Fudoh e Kato si trovava con un pezzo di ghiaccio sulla mano, ovviamente senza guanti così da ustionarsi per bene. Se sapete usare il chakra adesivo avrete ottenuto l'effetto repulsivo per sbaglio mentre vi allenavate, quindi conoscete già la sensazione. Il punto è che dovete imparare a controllarlo. Cercate di spedire il ghiaccio esattamente contro quel cerchio. Che aveva tracciato sulla tolda della nave a circa tre metri. Finchè non lo prendete in pieno almeno venti volte di seguito non passeremo alla parte successiva. Tra stanchezza e gelo sulla pelle quella pareva più una tortura che un'addestramento...specie per quanto riguardava il consumo di chakra.

    Munisai ebbe un compito leggermente più semplice, o comunque meno dannoso per le mani. Stando in un cerchio, doveva saltare sul castello di poppa, a circa sei metri d'altezza, decisamente oltre il suo limite attuale. Non dico di stare a piedi nudi sul ghiaccio ma puoi tenere le calze, sono generoso, lo so. Comunque con il freddo sarà difficile concentrarsi, ma quello che ti serve è impastare chakra nei piedi, una piccola quantità ma con cadenza costante, continuamente. Sentirai come se fossi attaccato al ghiaccio, e non per le ustioni, ma aumentando la frequenza d'impasto e leggermente la quantità ti sentirai come respinto. Quello che devi fare è riuscire a coordinare la lieve spinta con il tuo salto per guadagnare un paio di metri. Questo senza sfracellarti sul muro, se riesci.

    Molto più facile a dirsi che a farsi. E ovviamente niente cloni, Febh credeva nel duro lavoro e nella sofferenza. Altrui.

    Tu di Konoha invece...se ho ben capito sai già usare tutti i controlli del chakra. Mister perfettino. Immagino che quel bue ottuso del tuo Kage sia tutto orgoglioso del suo ninja perfettino. L'antipatia a pelle con Febh Yakushi rischiava di essere leggermente nociva. Quindi non ho molte cose da farti fare a parte lucidare il ponte. Aveva quindi ammesso di averlo fatto senza alcun motivo. Quindi boh...abbiamo due o tre giorni se le cose vanno come al solito, quindi che si fa? Vuoi imparare a usare meglio il controllo del chakra? Ci sono dei trucchetti interessanti, per esempio per incassare gli attacchi. Il suo entusiasmo velenoso indicava chiaramente che la sua testa era piena di torture assolutamente spiacevoli, ma Shin poteva anche proporre altro...magari un pò di sparring se avesse voluto.

    Edited by Febh - 8/11/2018, 22:10
     
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    L'Era Glaciale • Capitolo II

    Lo Yakushi sembrò non gradire il tono confidenziale di Munisai.
    Il rosso non era un tipo che amava particolarmente l'eccessiva formalità nel rivolgersi al suo prossimo, compresi suoi eventuali superiori. Non è che fosse estraneo all'etichetta e alle buone maniere, sapeva bene come ci si comportava in società e sapeva anche che molte persone, piuttosto che ambire alla concretezza della sostanza, erano morbosamente attaccate alle liturgie di una forma essenzialmente vuota. Come se il concedere rispetto si manifestasse sotto forma di un inchino o di un appellativo altisonante, come se il rispetto stesso spettasse in automatico a chi ricopriva una certa posizione nella società.
    Il ragazzo non la vedeva così, ai suoi occhi solo le azioni facevano acquisire o perdere rispetto, null'altro. In fondo siamo fatti tutti di carne e sangue, e lui adottava un approccio il più paritario possibile ogni volta che poteva. Grosso modo, quando aveva a che fare con qualcuno per la prima volta, andava molto a intuito. Cercava di capire come gli convenisse muoversi, o comunque che tipo di persona avesse di fronte.
    Ed il problema, in quella circostanza, era proprio il suo limite nel comprendere il superiore.
    Mentre, ad esempio, un Kato era facile da inquadrare e sapeva che egli avrebbe prediletto una certa formalità e deferenza nei suoi confronti, la stessa immediatezza di lettura era impossibile con un personaggio come Febh. Non gli era parso uno che badasse troppo ai convenevoli, anzi sembrava lui stesso uno dai modi molto spicci, bruschi, spesso anche gratuitamente offensivi. Per questo gli era venuto spontaneo dargli del tu malgrado la differenza di grado, ma forse aveva trascurato la sua vanità o comunque la volontà di tenere i propri sottoposti sotto schiaffo.

    A dirla tutta, il giovane non sapeva neanche se prendere il disappunto dell'altro troppo sul serio.
    La possibilità che, in realtà, stesse facendo solo scena e in realtà non gliene fregasse un tubo di come ci si rivolgeva a lui era tutt'altro che trascurabile, tuttavia Munisai decise che non era saggio mettere alla prova una semplice ipotesi con un soggetto così imprevedibile, quindi lo assecondò.
    Perdoni la sfacciataggine di poc'anzi, starò più attento in futuro disse, chinando brevemente il capo, mentre la bocca si piegava in maniera indecifrabile.
    Il tono non era esattamente contrito, diciamocelo, ma era sicuramente educato.

    Quando arrivò il Chunin della Foglia, lo Yakushi rivelò un nuovo aspetto di sé: il razzismo.
    Oddio, a onor del vero l'uomo perculava e maltrattava tutti democraticamente, non c'era scampo per nessuno, eppure, dopo aver ingiuriato il kiriano per la sua provenienza, dimostrò una chiara avversione per il nuovo arrivato, che chiaramente non aveva mai incontrato, per il solo fatto che fosse di Konoha.
    Il rosso non ci badò troppo.
    Si limitò a voltarsi verso il nuovo elemento del team, facendogli un mezzo sorriso.
    Io sono Munisai, Genin di Oto si presentò, lapidario.
    Il Jonin si era rifiutato di ripetersi e mettere al corrente anche Shin delle poche informazioni sulla missione, quindi in teoria sarebbe spettato al secondo per rango, ovvero allo Yotsuki, l'onere di fare un rapido briefing al ritardatario.
    Solo se ciò non si fosse verificato, Munisai, senza troppo entusiasmo, sarebbe intervenuto per mettere al corrente il compagno.
    Per farla breve, questa è principalmente una missione di protezione.
    Ci imbarcheremo su una nave mercantile e dovremo difenderne il carico e l'equipaggio da dei pirati che molto probabilmente tenteranno di abbordarla e saccheggiarla.
    E presumo che dovremo anche fare il culo ai suddetti pirati, così da porre fine definitivamente alle loro scorribande.


    Mentre il veliero si avvicinava alla banchina, il rosso subì in religioso silenzio le lamentele dello Yakushi riguardo l'incompetenza dei presenti, e nello stesso silenzio ma con il massimo interesse e attenzione ascoltò la spiegazione riguardante quegli specifici utilizzi del chakra.
    Si parlava di capacità e azioni quasi sovrannaturali rese possibili da un controllo raffinato e preciso dell'energia che albergava in ogni essere vivente, ma che solo i ninja erano in grado di sfruttarle al massimo del suo potenziale.
    Munisai aveva ovviamente letto di quel genere di applicazioni del chakra su dei rotoli nella biblioteca del Suono, magari ne era stato anche testimone una volta o due, tuttavia tentare di metterle in pratica senza una guida si era purtroppo rivelato infruttuoso. Malgrado quei concetti suonassero così dannatamente semplici, non si trattava di qualcosa che si potesse apprendere senza allenamenti mirati, ed il fatto che persino alcuni Chunin, quindi shinobi di una certa esperienza, avessero ancora delle lacune in quel campo ne era la riprova.
    Il ragazzo non poté che gioire, dunque, quando capì che il viaggio in mare sarebbe stato l'occasione per cominciare a lavorare su quelle sue mancanze che reputava odiose e inaccettabili. Proprio così, gioì e fu grato a Febh perché lo avrebbe aiutato a compiere un nuovo, importante passo in avanti sul suo cammino.
    Il povero fesso non sapeva cosa lo aspettava.

    [ ... ]


    Appena imbarcato sull'Era Glaciale non ebbe neanche il tempo di dare uno sguardo in giro e scambiare due parole con la ciurma che Febh affibbiò a lui e ai suoi compagni di sventure dei pesi da dover indossare. In men che non si dica si ritrovarono in quattro a spazzare e lucidare il ponte di coperta, che ovviamente era fatto di ghiaccio come la quasi totalità del veliero.
    Una cosa inutile come poche.
    Cosa poteva esserci mai da spazzare? E soprattutto, a cosa serviva lucidare il ghiaccio?
    Interrogativi che sarebbero rimasti perlopiù inevasi, almeno per il momento.

    Lavorando insieme il gruppetto riuscì a svolgere il compito senza troppi problemi, nonostante i pesi rendessero i movimenti più lenti e macchinosi, e portassero a stancarsi più velocemente. Il fatto era che, anche dopo finito, gli fu ordinato di ricominciare da capo, ancora e ancora, in un loop che durò delle ore.
    Munisai riuscì bene a nascondere la frustrazione che provava, e non tanto dovuta al dover sfacchinare in quel modo, quanto piuttosto al non vedere un senso in ciò che gli era stato detto di fare. Ma restò al suo posto e fece la sua parte senza fiatare, usando quel tempo almeno per pensare a come rendere più vivibile la sua permanenza su quella nave.
    Come già accennato, il rosso era abituato a climi estremamente rigidi, tuttavia nessuno gli aveva comunicato che avrebbe dovuto trascorrere due o tre giorni in un freezer galleggiante, altrimenti si sarebbe meglio equipaggiato per i freddo. Aveva un cappotto pesante, stivali robusti e calzini imbottiti, ma per il resto il suo abbigliamento non era niente di chissà che.
    Il piano era semplice e lineare: cercare di non morirci assiderato su quella bagnarola.

    Ecco, la prima cosa erano le calzature. Aveva subito notato come i membri dell'equipaggio avessero tutti degli stivali che sembravano permettere loro di spostarsi sul ghiaccio senza alcuna difficoltà.
    Ora, non era ben chiaro se ciò fosse dovuto a come erano progettati, tipo con dei tacchetti di metallo per migliorare la presa sulla superficie, oppure ci fosse dietro qualche trattamento con il chakra, fatto sta che averne un paio avrebbe facilitato di molto la vita al ragazzo, dato che non era capace di aderire a quel pavimento tutt'altro che sicuro. Certo, c'erano delle pedane di legno su cui poteva camminare tranquillamente, ma queste non ricoprivano ogni parte della nave, e avere la massima libertà d'azione sarebbe stato auspicabile, specialmente se ci fosse stato da combattere.
    Fu così che alla prima pausa concessa da Febh, probabilmente quella serale, Munisai avrebbe avvicinato un ragazzo piuttosto giovane, che si sarebbe rivelato essere il mozzo, chiedendogli se poteva procurargli un paio di quegli stivali. Non era proprio facile che ce ne fosse un paio in più e della misura adatta, tuttavia valeva la pena di fare un tentativo. In fin dei conti, come non avrebbe mancato di fargli capire, sarebbe stato solo nel loro interesse che ogni membro della loro scorta fosse nelle migliori condizioni per poter agire al momento del bisogno.

    Oltre a questo, era fondamentale tenersi caldi in ogni modo.
    Ogni forma di riscaldamento era bandito sul veliero, per ovvi motivi, quindi non restava che coprirsi bene e tenersi attivi. Beh, a quell'ultimo aspetto pensava Febh. Fin troppo.
    Mangiare pasti nutrienti e caldi. Zuppe, minestre. Il cuoco di bordo sicuramente sapeva cosa fare al riguardo.
    Magari farsi un bicchierino o due col primo ufficiale, che si sa, una bevanda alcolica di qualità riesce a scaldare sia il corpo che lo spirito.

    Ma il problema più grosso era forse il dormire.
    Finché si era svegli, in movimento, il freddo lo si poteva sopportare. Uno ci faceva l'abitudine a un certo punto.
    Ma appisolarsi a temperature sotto lo zero? Senza una fonte di calore decente?
    Quando il giovane ebbe l'opportunità di visitare i dormitori scoprì che anche i giacigli erano scolpiti nel ghiaccio. C'erano anche delle coperte, certo, ma restavano comunque più bare che letti. Quel dannato Shinretsu aveva chiaramente qualche rotella fuori posto.
    Fu così che, sempre nella sua ora di libertà, Munisai si sarebbe procurato una cima o comunque del cordame, che su una nave non era mai difficile da reperire e in abbondanza, e in quattro e quattr'otto si sarebbe fatto un'amaca di fortuna, intrecciando e annodando abile e veloce le funi a propria disposizione. In caso di necessità avrebbe anche potuto sfruttare della corda che aveva con sé, ma probabilmente non ce ne sarebbe stato bisogno.
    Al momento di andare a riposare, l'avrebbe messa in sospensione, ben lontana dal pavimento gelato, ci avrebbe buttato sopra le coperte e ci si sarebbe avvolto dentro come un bruco nel suo bozzolo. Questo avrebbe dovuto garantire la minore dispersione di calore possibile e permettergli di dormire decentemente, almeno fino alla impietosa sveglia dello Yakushi.

    Tutto ciò sarebbe avvenuto, ma più avanti.
    Adesso riportiamo indietro l'orologio e torniamo ai nostri quattro disgraziati alle prese con le più inutili pulizie della storia.


    Erano ormai quattro ore che andava avanti quella solfa e tutti erano parecchio stanchi, Munisai forse più di altri. Finalmente il Jonin giudicò che poteva bastare così, liberò tutti dai pesi e li divise.
    L'addestramento poteva avere inizio. Forse.

    Munisai fu accompagnato verso la parte posteriore della nave, di fronte al castello di poppa. C'era un cerchio disegnato sul pavimento, il ragazzo vi entrò.
    Non dico di stare a piedi nudi sul ghiaccio ma puoi tenere le calze, sono generoso, lo so. Comunque con il freddo sarà difficile concentrarsi, ma quello che ti serve è impastare chakra nei piedi, una piccola quantità ma con cadenza costante, continuamente. Sentirai come se fossi attaccato al ghiaccio, e non per le ustioni, ma aumentando la frequenza d'impasto e leggermente la quantità ti sentirai come respinto. Quello che devi fare è riuscire a coordinare la lieve spinta con il tuo salto per guadagnare un paio di metri. Questo senza sfracellarti sul muro, se riesci.
    Esalando uno sbuffo di vapore acqueo, Munisai non fece altro che rivolgere lo sguardo al superiore facendo un cenno secco con la testa in segno d'intesa, dopodiché, sia che Febh fosse restato a osservarlo sia che fosse andato via, il ragazzo si sarebbe messo all'opera senza pensare ad altro.
    La prima cosa che avrebbe fatto sarebbe stata rimuovere la cotta di maglia. Non tanto per il peso, irrisorio, quanto piuttosto perché vestire una camicia di metallo a quelle temperature non era il massimo in termini di efficienza termica. Poi, si tolse stivali e calzini. Accettare la concessione dello Yakushi di tenere questi ultimi, infatti, sarebbe stato abbastanza controproducente. Una volta che si fossero bagnati a contatto col ghiaccio, tenerci i piedi dentro sarebbe stato molto peggio che stare scalzo. Dunque se non poteva indossare gli stivali, sarebbe stato direttamente a piedi nudi.
    Guardò in alto verso il cassero. In realtà saltando e alzando le braccia ci si sarebbe potuto aggrappare e issare sopra, la sua statura di sicuro lo aiutava. Ma il punto non era quello, l'obiettivo era atterrarci con i piedi sopra e quella era un'altezza ben al di là delle sue possibilità.
    Senza pensare troppo, fece subito un tentativo. Saltò più in alto che poteva e, come previsto, alzando le braccia riuscì ad aggrapparsi, ma la superficie era scivolosa e subito le mani persero la presa facendolo cadere rovinosamente a terra. Di schiena. E il ponte di ghiaccio era impietoso, rigido come il marmo.
    Si rimise in piedi imprecando a mezza voce, cercando a quel punto di seguire le indicazioni ricevute.
    Tentò di concentrare una piccola quantità di chakra sotto la pianta dei piedi, mentre a intervalli regolari provava a staccare i piedi da terra per vedere se stesse funzionando. Basarsi sulla sensibilità era praticamente impossibile, le estremità inferiori l'avevano in gran parte persa.
    Nel corso di quell'allenamento il rosso fu costretto a delle pause frequenti per dare tregua ai propri piedi, premendone le palme contro le cosce e stringendone le dita tra le mani per rinfondervi calore, mentre stava disteso sulla schiena. Una accortezza che, con un po' di fortuna, avrebbe evitato l'insorgere di lesioni da congelamento.
    Ma l'esercizio doveva andare avanti nonostante le avversità.
    Poggiando le mani sulle gambe e restando immobile, chiuse gli occhi visualizzando nella mente l'immagine dei propri piedi che emettevano in continuazione una sostanza viscosa, che si espandeva poco a poco sulla superficie su cui poggiavano e penetrava nelle sue profondità.
    Un flusso costante dalla frequenza stabile, appena accennato, ma perpetuo. Era come se il suo corpo respirasse senza l'ausilio dei polmoni, come se dalle sue estremità uscisse un alito costante d'energia diretta verso il basso che gli impediva di sprofondare in quel sarcofago di ghiaccio.
    Dopo svariati tentativi sentì che qualcosa stava cambiando, forse iniziava a funzionare. I piedi cominciarono a staccarsi a fatica da terra, ma il controllo era tutt'altro che preciso. A volte gli capitò accidentalmente di espellere troppo chakra, il che ebbe come curioso risultato il farlo sdrucciolare sul ghiaccio come un pattinatore ubriaco.
    Tuttavia era sul controllo della repulsione che doveva concentrarsi, e su quel benedetto salto.
    I suoi muscoli erano sia indolenziti per la fatica del precedente lavoro che scossi dal freddo, e lo scorrere del tempo non migliorava certo le sue condizioni psicofisiche, ed in particolar modo lo stato dei suoi piedi.
    Quindi non si affinò troppo sulla adesione al terreno. Semplicemente, non appena si accorse che il chakra fluiva più o meno correttamente, cercò di aumentare la frequenza e diminuire l'intervallo di emissione, aumentando leggermente la quantità di chakra impiegato e tentando di espellerlo in un colpo solo dopo averlo accumulato. In effetti era l'azione opposta alla precedente.

    I primi tentativi, senza ancora rischiare il balzo, si tradussero nelle cadute più rovinose. Quella spinta improvvisa e priva di controllo rendeva lo stare in equilibrio sulla già precaria superficie una mera utopia. Qualche livido non glielo avrebbe tolto nessuno per la fine di quella storia.
    Quando il chakra era troppo poco non succedeva niente, o si limitava ad aderire, quando era eccessivo invece riceveva una spinta esagerata e irregolare che lo sbalzava bruscamente facendolo finire a terra, ma ci si divertiva davvero quando perdeva il controllo sulla direzione del flusso. Se esso non era perfettamente perpendicolare al piano d'appoggio, infatti, il poveretto finiva sparato in avanti, o indietro, o chissà dove, con risultati disastrosi.

    Svariate botte e innumerevoli tentativi fallimentari più tardi, sembrò finalmente cominciare a venirne a capo.
    L'effetto di spinta era più contenuto, più controllabile. Più focalizzato, soprattutto. Capì che la chiave era la costanza nel dosare l'impasto e il tempismo nel rilascio dell'energia. Non era tanto una questione di sprigionare potenza in maniera esplosiva, quanto piuttosto di imbrigliarla, liberarla sapientemente dopo averla accumulata in un punto preciso. Ora non restava che associare la spinta con il salto.
    Non fu proprio una passeggiata di salute, e quel fottutissimo pavimento di ghiaccio rendeva tutto molto più difficile, sia in termini di stabilità nello spiccare il balzo, sia al momento dell'atterraggio, che due volte su tre si traduceva nell'ennesima caduta. Questo portò Munisai a sperimentare ancora con l'adesione nel tentativo di limitare i danni, ma i risultati furono solo sporadicamente positivi, e comunque era qualcosa di assolutamente secondario.
    Fece appello a tutta la sua tenacia e a ogni grammo di concentrazione che gli era rimasto, tutto rivolto a completare quell'esercizio. Aveva il fiato corto, era stremato, pieno di sudori freddi, ma cos'altro poteva fare se non insistere? E al diavolo le cadute, tanto era già tutto ammaccato.
    Lui continuò a provare, e un salto dopo l'altro cominciò a guadagnare centimetri.
    Certo, andò anche a spalmarsi sul muro alcune volte, e in particolare una facciata sarebbe stata memorabile se solo qualcuno fosse stato presente ad apprezzare il lato comico delle fatiche del rosso, ma lui continuava e imperterrito conquistava altezza. Fino a quando la sua capacità di coordinare un controllo ineccepibile del chakra e il comando impartito ai muscoli non fu perfetta.

    Piegando le gambe e abbassando il baricentro, sentì il chakra formicolargli sotto ai piedi per qualche istante prima che, nel momento in cui questi stavano per staccarsi dall'algido ponte, una spinta decisa arrivò dal basso incrementando la prestazione del gesto atletico.
    Non sapeva quanto tempo fosse passato da quando aveva cominciato l'addestramento, aveva completamente perso la cognizione del tempo, ma finalmente riuscì nell'impresa, atterrando sul castello di poppa. Oddio, appena mise piede sulla nuova stazione scivolò cadendo rumorosamente di schiena, ma il giovane nemmeno parve accorgersene. In un batter d'occhio fu in piedi e si mise a correre giù per le scale che lo avrebbero ricondotto al punto di partenza, un ghigno esaltato dipinto sul volto.
    Doveva accertarsi che non fosse stato un colpo di fortuna.

    Non lo era stato. Riprovò l'azione alcune volte ancora, e ogni tentativo si trasformò in un successo.
    HAHAHAHAHAHAHAHA!
    La risata del ragazzone, piena di soddisfazione e in parte di sollievo, probabilmente si sarebbe sentita per mezza nave.



    Non metto consumi, danni, cazzi e mazzi perché non saprei bene come gestire la cosa, i tempi che se ne vanno e il resto. A seconda delle tue indicazioni, aggiungerò alla tabella riassuntiva dal prossimo turno se è il caso.

     
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    Missione tra i ghiacci


    Post 2 ~ L'Era Glaciale

    Quello fu il giorno del suo primo incontro con Febh Yakushi. Un giorno che difficilmente il giovane avrebbe dimenticato, indipendentemente dal numero di giorni che la sorte gli avrebbe concesso di vivere. La prima accoglienza non sarebbe stata esattamente cordiale, visto il tono infastidito con cui scaricò prontamente sugli altri partecipanti alla missione il compito di ragguagliarlo, come se si trattasse di chi sa quale incombenza. E l'atteggiamento sarebbe solo peggiorato, passando ad insulti tanto gratuiti come superficiali. Ah, sì figuri, ci mancherebbe... Cercando di mantenere un accenno di rilassato sorriso sul suo volto, il ragazzo si affrettò ad accettare il commento del superiore con tutta la naturalezza di cui era in grado. Non intendeva di certo partire con il piede sbagliato con un compagno di squadra, considerando che sarebbero dovuti rimanere a stretto contatto per il futuro prossimo.

    Il giovane lasciò correre gli occhi sui suoi colleghi mentre venivano redarguiti dal jonin per non essere in grado di padroneggiare correttamente il controllo del chakra. In particolare riservò un sorrisetto di sberleffo per l'amico di Oto, che ormai era chunin. Solo se Febh avesse rivolto lo sguardo verso di lui, interrogandolo più o meno direttamente sulle sue capacità, il foglioso avrebbe preso la parola, ancora una volta accondiscendente davanti allo shinobi dall'aria minacciosa nonostante la corporatura tutt'altro che imponente. Ah, io sono in grado di utilizzare tutti e tre i controlli di base... Nonostante il carattere per nulla accomodante, l'otese si dilungò in una breve spiegazione, a beneficio soprattutto dei due genin. A quanto pareva aveva ben chiaro in cosa consisteva il loro compito, e la modalità per portarlo a termine. Shin sospirò. Aveva sperato che l'indole belligerante fosse un'esclusiva di Kato, ma a quanto pareva era un tratto caratteristico del Villaggio del Suono. A differenza dello Yotsuki tutto dovere e serietà, però, lo Yakushi aveva l'intenzione di divertirsi durante il viaggio. Ovviamente, il Kinryu non aveva la minima idea di cosa intendesse veramente il jonin con "divertimento".

    Che fosse pericoloso, invece, gli fu chiaro fin da subito. Le offese ricche di pathos del capitano, tratte direttamente dal manuale del vero lupo di mare, avevano decisamente il bersaglio sbagliato. Il giovane vide lo spostamento del jonin solo come un'ombra indistinta con la coda dell'occhio, ma venne investito dal portentoso spostamento d'aria che gli procurò una spiacevole pelle d'oca, per metà causata dal freddo e per metà dalla spaventosa dimostrazione di forza. Scambiando un'occhiata interrogativa con l'amico del Suono, sarebbe quindi salito a bordo tramite la passarella messa gentilmente a disposizione dalla ciurma, troppo sorpreso per anche solo pensare di imitarlo.

    La nave in sé era sorprendente. Il suo essere scolpita nel ghiaccio la rendeva meravigliosa alla vista, sebbene ciò comportasse più di un inconveniente, come avrebbe scoperto ben presto a sue spese il chunin. Anche le dimensioni erano strabilianti, quasi eccessive, e i trenta uomini dell'equipaggio sembravano addirittura pochi in rapporto alla sua stazza. I singolari personaggi che si alternavano sui ponti e sottocoperta avrebbero incuriosito il Kinryu, ma il tempo a disposizione per socializzare sarebbe stato molto meno di quanto sarebbe stato lecito aspettarsi da una semplice missione di protezione. Per un motivo completamente sconosciuto allo shinobi, infatti, lo Yakushi iniziò ad assegnare loro un compito dopo l'altro, alcuni dei quali di dubbia utilità considerando l'ambiente su cui si trovavano. Shin non protestò, non avrebbe di certo messo in dubbio l'autorità di un superiore che intendeva "allenarli", ma mentre passava lo straccio avrebbe sospirato più di una volta, come era suo solito. Al termine della mattinata ormai la parte assegnata al foglioso brillava, più di quanto non facesse già di suo naturalmente il ghiaccio si intende, ma in compenso il giovane aveva guadagnato un principio di assideramento alle estremità. I pesi non erano stati invece così traumatici come forse il superiore progettava, essendo Shin abituato a portarli per i suoi addestramenti nelle arti marziali, ma ciò non l'avrebbe salvato dalla stanchezza e dall'indolenzimento alle spalle, solo parzialmente lenito dall'effetto anestetizzante del freddo.

    Durante la breve pausa pranzo approfittò avidamente del calore in rapida diminuzione del modesto piatto che era stato loro servito dal muscoloso cuoco, presentatosi come Dororo. Solo se fosse stato sicuro che il tremendo jonin si trovasse ben oltre la portata del suo orecchio si sarebbe azzardato a mormorare sottovoce all'amico. Beh, persona a modo questo Febh, eh? L'intonazione sulla parola modo poteva assumere una pletora di sfumature il cui unico limite era solo la malignità dell'ascoltatore. Tra una cucchiaiata e l'altra avrebbe chiesto al compagno informazioni sul jonin, che proveniva dal suo stesso villaggio, e più in generale come se la passasse ultimamente, aggiornandolo a sua volta delle poche novità.

    Infine, giunse l'ora del vero addestramento. A quanto pareva doveva stargli veramente antipatico, anche se probabilmente il suo odio era dovuto principalmente alla sua appartenenza, a giudicare da come apostrofò il capo villaggio. Non che potesse dargli del tutto torto visto i loro trascorsi. Il chunin avrebbe ignorato la punzecchiatura gratuita, finendo invece per sminuire le proprie capacità, ma non avrebbe neanche cercato di salvare le apparenze. Ah, a dire il vero non siamo esattamente in ottimi rapporti... Aveva inconsciamente assunto lo stesso tono di qualcuno dispiaciuto di deludere le aspettative di un conoscente. La successiva proposta allettò il Kinryu, che era alla continua ricerca di un modo per migliorarsi, desideroso di divenire più forte. Da qualche parte nel suo subconscio, sapeva che era una cattiva idea. Una pessima idea. Un'orribile idea. Purtroppo la sua voce non era abbastanza forte da sovrastare il desiderio del ragazzo di mettersi alla prova. Tutto ciò che il suo istinto di conservazione poté fare fu confabulare in un angolino della sua coscienza che se ne sarebbe pentito. Uh, sarebbe fantastico! La ringrazio per l'offerta, Febh-sama! O preferisce sensei? Ormai la sua sorte era segnata.
     
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    Il Fiore Lupo

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    L'ERA GLACIALE


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    Condivisi il pensiero dello Yakushi, per quanto le mie esperienze marinaresche erano praticamente nulle un abbordaggio non era una operazione incruenta. Morti, esplosioni, sangue e distruzione erano elementi chiave. Lasciare il teatro pulito e libero significava qualcosa di ben specifico, anche se ancora di ignota natura: - Certo, da come i rapporti descrivono l’assalto tutto fa pensare a dei professionisti. Ulteriore prova che potrebbe trattarsi di corsari Ninja al soldo di Kumo o di qualche associazione contro l’accademia! – e con quella frase conclusi di fatto i miei ragionamenti sullo scopo e sul futuro della missione. Tuttavia in quei frangenti il Jonin si lasciò a numerosi discorsi, alcuni dei quali molto interessanti. In primo luogo ero al completo oscuro di questi Shinretsu e del loro passato, così come una velocissima sinossi sulle applicazioni principali, e più semplici, del Chakra. Mi resi chiaramente conto che difettavo in una delle tre: quello repulsivo.

    Quello che invece accadde da lì a poco fu un gesto di pura follia. Quello che presto si sarebbe rivelato il capitano della nave sfidò apertamente il Jonin, con parole difficilmente pronunciabili di nuovo, e in un battito di ciglia si ritrovò ad assaggiare l’immenso potenziale e terribile sensazione di oppressione e di morte che un essere, come Febh Yakushi, poteva esercitare. Sostanzialmente in breve tempo si erano già impostate le regole e la gerarchia in quella nave. Comunque ben presto il nostro team fece conoscenza del resto della ciurma. Un insieme male assortito e puzzolente di uomini di mare, alcuni dei quali fisicamente prestanti ma nulla di più. Mi dimentichai in fretta i loro nomi, limitandomi a memorizzare le loro facce. Probabilmente nell’assalto futuro che avrebbe coinvolto la nave sarebbero stati i primi a morire.

    Due o tre giorni dunque sarebbero stati necessari prima di un possibile assalto marittimo e di conseguenza il Jonin optò per la soluzione più intelligente possibile. Sfruttare il tempo insieme per allenarsi e migliorare le proprie capacità. Non mi servì nemmeno accettare verbalmente la proposta, mi limitai subito ad applicarmi! Con il mio originale dunque mi concentrai sulle indicazioni fornite dallo Yakushi mentre con il resto delle copie fisiche mi limitai a controllare la nave e guardare verso l’orizzonte, in cerca di un nemico che quasi sicuramente sarebbe arrivato.

    Nei confronti di Shin mantenni un comportamento molto distaccato. Quasi asettico, per un motivo molto semplice: l’ultima cosa che volevo far risaltare era il mio rapporto di amicizia con Shin davanti a Febh. Si sarebbe rivelato un punto debole, o comunque un perno sul quale giocare e divertirsi per il Jonin. Dunque verso Shin mi limitai a proferire poche ma secche parole: - Concentriamoci sui nostri incarichi. Inoltre il Jonin è una vera forza della natura. Non dubitare mai del suo potere. – in cuor mio dunque sperai che il Chunin della Foglia intuisse le mie intenzioni. In caso contrario una volta conclusa la missione mi sarei spiegato a dovere, in un luogo e in una situazione ben diversa.

    Fudoh, con la H, ricevette il mio stesso incarico. In pratica dovevamo scagliare dei pezzi di ghiaccio con l’uso del chakra repulsivo in un bersaglio, un cerchio, poco distante. Pensai tra me e me per qualche attimo. Sarebbe stato un gioco da ragazzi ottenere quel risultato con il Chakra compresso, utilizzando la mia tecnica preferita: Nota del Dolore. Avevo raggiunto un grado molto elevato di precisione e raffinatezze ma sarebbe stato solo un modo stupido per evitare l’allenamento, senza ottenere dei risultati. Dovevo ritornare indietro, e giocarmela quasi come se fossi stato un Genin. Umiltà e dedizione, sforzo e fatica con quel classico pizzico di dolore e follia così caro ad Oto.

    Presi in mano il ghiaccio e lo puntai nella direzione del bersaglio. Seguendo esattamente le parole di Febh concentrai il chakra, necessario per l’effetto adesivo, e ne concentrai ancora esattamente come le prime volte che praticavo il Chakra adesivo. L’effetto che sperai di ottenere dunque fu quello di “far esplodere” in un certo senso il Chakra sulla mia mano e scagliare distante il pezzo di ghiaccio. Tuttavia l’unica cosa che accadde fu un magro e pessimo risultato. Il ghiaccio schizzò seguendo una traiettoria troppo angolata e rompendosi dopo pochi centimetri.

    Era naturale del resto, se fossi stato un Genin un risultato del genere mi avrebbe sconfortato fin da subito ma la mia esperienza ormai mi rassicurava. Ottenere fin da subito il pieno controllo di tale chakra era di fatto impossibile. La strada in assoluto più sicura ed efficace era una sola: un sapiente uso della testa e del proprio Tan-tien. Nelle applicazioni più semplici del chakra, che includevano quindi anche il Chakra repulsivo, il passaggio fondamentale era uno: concentrarsi mentalmente su ciò che si voleva ottenere e trasmettere al proprio sistema circolatorio del chakra questo pensiero, renderlo vero e reale. Dunque chiusi gli occhi e mi focalizzai sul mio compito, mi immaginai mentalmente il bersaglio poco distante e la mia mano sulla quale era presente il pezzo di ghiaccio. Quel specifico pezzo di ghiaccio doveva finire contro quel bersaglio. Non doveva rompersi, non doveva finire troppo distante o troppo vicino. Semplicemente doveva comportarsi come fortemente volevo. Inutile a dirsi che i primi tentativi risultarono disastrosi, forse pure ilari a degli occhi esterni ma il giudizio non mi interessava, sapevo che prima o poi sarei giunto al risultato. Avrei passato le ore successive a tentare e ritentare, più volte. Costantemente, senza mai fermarmi e alternando le mani. La mia resistenza al dolore Yotsuki mi permetteva di procedere senza troppi pensieri e di conseguenze ora dopo ora notai che la precisione e la dimestichezza aumentavano a pari passo con i tentativi riusciti di colpire il bersaglio.

    E così proseguii finché dopo parecchia fatica non riuscii ad ottenere venti lanci corretti. A quel punto alzai lo sguardo verso Febh Yakushi. La domanda era implicita: poteva considerarsi soddisfatto del mio risultato?


     
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    Falce dei Kaguya


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    Scegliersi un modello...


    Quello sbagliato...



    Il jonin di Oto era squisito come sempre: mi definì come un "tizio vestito da cretino con un mantello" nel vago ricordo che aveva di me, cosa a cui risposi cordialmente, con un cenno affermativo della testa, Sì, colpa di quel tizio strano con i baffetti ed il villaggio di Colonia, ma immagino siano particolari che anche lei sta cercando di dimenticare, o è più fortunato di me e già li ha dimenticati... e non scherzo, certe volte ancora ricordo con terrore il mio viaggio ad Oto e l'interazione con quel baffetto dalle mani fin troppo lunghe. Un vero trauma, ve lo assicuro.
    Comunque, nel suo sproloquio, perché lasciatemi dire che quello è stato, specie nei confronti di un ragazzetto dai capelli rossi più dei miei, lo Yakushi diede anche informazioni su un clan di Kiri, gli Shinretsu, di cui sembrava che il capitano della nave che ci aspettava (non ricordo se ve lo avevo già detto).
    Ha ragione, Febh-sama, avrebbe detto, anche se non richiesto, considerando che degli Shinretsu conoscevo a malapena il nome, come di ogni altro clan della Nebbia, in fondo.
    Alla domanda sul fatto che dovevamo essere in due, probabilmente divenni più rosso dei miei capelli (e di quelli del ragazzetto otese), ma fui salvato all'ultimo dal dare spiegazione dall'arrivo del chunin di Konoha.
    Nemmeno mi preoccupai di chiedere come mai fosse lì un ninja della Foglia al posto di Kishi, meglio evitare il discorso della maniaca della pulizia che aveva quasi ammazzato me e Tong con le sue bolle di sapone.
    In compenso, ad un certo punto, lo Yakushi ci spiegò un pò di cose sull'uso del chakra, che andarono a sommarsi con quel che avevo appreso proprio da lui tempo prima, seppur ora avevano un senso più chiaro, dato che l'incontro con l'Inquisitore mi aveva fatto scoprire il chakra adesivo e più di recente, in missione con Kitori, avevo scoperto come usare il chakra distruttivo, a quanto pare, me ne mancava uno all'elenco.
    Ma io ho il chakra gravitazionale delle mie abilità eremitiche!, pensai, ma al momento me lo tenni per me quel pensiero.
    Poi arrivò la nave e ci furono dei momenti piuttosto difficili da descrivere: lo stupore per la particolarità dell'imbarcazione, lo sbuffo di noia che mi sorse naturale nel sentire come ci parlava il capitano della nave, erano abbastanza abituato alle gentilezze del mio prossimo dal barbone quale ero, quindi non mi toccarono più di tanto, ma la reazione di Febh-sama mi stupì.
    Dire che fu veloce e temibile era riduttivo. Quando lo avevo visto combattere quel coso di teste, quei pachidermi, era stato di certo impressionante il suo modo di gestire la situazione, ma ora era evidente che oltre ad essere uno che era meglio non far incazzare, era anche un buon modello per apprendere come usare al meglio il chakra.
    Presi una decisione: Ho bisogno di ricevere lezioni da quel jonin, tanto quanto ne ho per apprendere meglio i taijutsu ed i veleni!

    Nemmeno mi soffermai a guardare gli assurdi tizi della ciurma, al di là del capitano, con il suo fare colorito, quando lo Yakushi ci diede spazzole e pesi, dicendoci di pulire il ponte senza usare cloni o altro, feci un segno affermativo, chinando il capo, Sì, Febh-sama-sensei!, dissi.
    Ammetto che ero un pò gasato dopo avergli visto usare in quel modo il chakra e ricordando cosa aveva fatto tempo prima: se avessi potuto apprendere il suo uso del chakra e combinarlo con il mio chakra naturale-gravitazionale, avrei potuto migliorare il mio stile di lotta e non di poco!
    Certo usare i pesi per camminare su un pavimento di ghiaccio non era proprio facilissimo, aggiungete il freddo ed avrete una descrizione della situazione.
    Fortunatamente ero abituato al freddo ed avevo in più una coperta/mantello/abito invernale (unico) con me, come forse vi avevo già detto, e con quello addosso, oltre all'immancabile cotta di maglia della salute, iniziai a lavorare.
    Il freddo pungeva comunque, ma usare il chakra adesivo per non cadere mentre pulivo il pavimento ed i pesi che avevo addosso, mi stavano facendo comunque sudare parecchio, il che non controbilanciava a pieno, ma almeno la fatica mi stava facendo ignorare un pò il freddo.
    Forse l'allenamento si basa sull'usare nel modo più comune il chakra adesivo! Per questo anche i pesi!, pensai fra me e chissà che non avessi ragione.

    Quando quel primo lavoro si concluse, Febh-sama ci diede un nuovo compito ed a me mi mise in squadra con il guardiano otese, che nemmeno mi rivolse la parola.
    La nuova prova, completa di gelida sensazione di ghiaccio sulle mani, consisteva nel sparare con il chakra repulsivo il suddetto ghiaccio contro un bersaglio.
    A quel punto, però, dovetti far presente le mie conoscenze di base: Febh-sama-sensei, io possiedere un'abilità appresa dalle Tartarughe della Valle del Guscio, il chakra Gravitazionale-Naturale, non sono sicurissimo del nome, non ero attento alla spiegazione, le mostro. e così rilasciai la spinta di chakra dal blocco di ghiaccio, spingendolo verso l'alto leggermente.
    Immagino questo non valga, giusto?, avrei chiesto con un sorriso a tanti denti verso lo Yakushi.
    Mi sarei quindi concentrato sul lanciare quel blocco di ghiaccio verso il bersaglio, che, detto così, sembra facile, vero? Bé, non lo era affatto: provate voi a sparare un blocco di ghiaccio senza muovere nemmeno un muscolo, solo con il chakra.
    Ora, oggettivamente, ce la potrei fare con un battito di ciglia ed un pò di formicolio alle gambe, quello sì, ma non potevo usare il mio chakra gravitazionale, così tornai su quello che conoscevo.
    Il chakra adesivo lo avevo usato le prime volte come un guanto che vibrava sulla pelle per tenere attaccati gli arti ad una superficie.
    Il chakra distruttivo, invece, avevo imparato ad usarlo concentrandolo, per poi lasciarlo esplodere da un punto, pugno, o calcio, che fosse.
    Il chakra gravitazionale, poi, era anche quello una sorta di frequenza, ma a più ampio spettro, si dipanava dal mio corpo ed andava ad investire gli oggetti circostanti.
    Di fatto erano tutte frequenze, come diceva Febh-sama, tutte vibrazioni del chakra lungo il corpo, quindi avrei dovuto usare una frequenza più alta da quella che teneva gli oggetti attaccati al mio corpo, una frequenza che li lasciasse partire verso fuori.
    Con queste idee in mente feci un primo tentativo: misero fallimento, vi dico solo che il pezzo di ghiaccio fece un saltello dalla mia mano e cadde a terra.
    E per altri due, o tre, tentativi non ottenni molto di più, se non infreddolirmi la mano.
    A quel punto, sbroccai, lo ammetto, e lanciai per aria il pezzo di ghiaccio con la mia repulsione gravitazionale, riprendendolo poi al volo con il chakra adesivo, fin lì ero bravino.
    E mentre mi saltellavo di mano in mano il pezzo di ghiaccio, per evitare di congelarli, pensai ad un'analogia (si chiama così no?): la mia attrazione gravitazionale era, di fatto, un modo di usare il chakra adesivo però in una zona più ampia, quando attiravo qualcosa, o qualcuno, verso di me, per quanto piccolo, espandevo una forza gravitazionale che, appunto, era una frequenza che dal mio corpo si agitava come il chakra adesivo sulla mia mano, che anche il chakra repulsivo fosse una versione più ridotta della repulsione gravitazionale?
    Ci provai, o meglio, inizialmente mi concentrai.
    Il chakra naturale lo emettevo dalla mano verso l'esterno, perché si espandesse, ma in quel caso non doveva espandersi, doveva vibrare sulla mia mano.
    Ci provai e, indovinate? Ci riuscii!
    O meglio, riuscii a spararlo, ma non beccai il centro e le gambe si muovevano, quindi non era un uso delle mie abilità naturali, ma vero chakra repulsivo!
    Certo, ci vollero un paio di ore, ed un serio inizio di ipotermia alle mani, per arrivare a venti centri di fila, ma alla fine ci riuscii!
    C'era da vedere se Febh-sama sarebbe stato soddisfatto dal mio risultato!
     
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    È colpa tua. Ratty

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    L'Era Glaciale
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    Prima di Salire sulla Nave
    Ecco, pivello. Ogni cosa al suo posto. E dalla sua espressione compiaciuta era evidente che non gli importava minimamente dell'etichetta ma solo dell'essere incensato, e oltre i fumi del suo egocentrismo passò poi a spiegare le varie tipologie di chakra mentre attendevano la nave...e tutto quello che seguì.

    Mentre si Lustra il Ponte
    I cloni di Kato erano di vedetta ma non si persero eccessivamente in chiacchiere. Nulla di preoccupante all'orizzonte, perlomeno.

    Addestramenti Rigorosi - Munisai
    Dopo aver constatato i primi insuccessi e poi via via il miglioramento del ragazzo, lo Yakushi con la sensibilità che lo contraddistingueva decise di incoraggiarlo mentre lo lasciava continuare da solo. Ci hai messo tutto questo tempo? Cos'è, da piccolo sei caduto dal seggiolone e ti hanno poi gettato il seggiolone in testa? Bah, che razza di disgrazie che mi capitano. E concentra meglio il chakra uniformemente sulla pianta del piede o il salto viene tutto impreciso. Come faccio a insegnarti i controlli avanzati più in là se impasti chakra come un dilettante? Non montarti la testa che perdi la concentrazione, deve diventare più facile che respirare, impastare bene il chakra deve essere come battere le ciglia! In un certo senso gli aveva detto che voleva spiegargli delle manovre più precise, magari in altra occasione, e che quindi era compiaciuto dei risultati ma a volte non era proprio bravissimo a esprimersi.

    Addestramenti Rigorosi - Kato e Fudoh

    E anche se lo sai fare con qualche tua mistica dote sai quanto me ne frega? Esistono milioni di modi per sigillare una capacità ninja...saper fare una cosa in due modi apre ai piani B. E al fregare l'avversario mescolando le tecniche, fesso. E avrebbe lanciato un ghiacciolo in fronte a Fudoh (sempre che non si difendesse). Kato invece era silenzioso e si meritò solo sguardi annoiati, come se vederlo impegnarsi non fosse per nulla divertente, quindi durante l'addestramento (alternava tra i due e Munisai, prima di andare a badare a Shin) andò a scocciare uno dei cloni dell'otese mettendogli un dito umido di saliva nell'orecchio a tradimento, per il puro piacere di farlo. Quando finirono (più o meno in contemporanea con il rosso di oto e con Shin) avrebbe detto loro. Bene, bene. Fessi. Tu Kato sei noioso almeno quanto sei paranoico...potevi anche soffrire un pò di più! Comunque hai finalmente un minimo di controllo, quello che dovrebbe avere un genin fresco d'accademia. E lo hai da Chunin, sei praticamente un fenomeno! Tu invece, pescivendolo, ora puoi lanciare sassi in acqua e riempire le tue giornate alla Nebbia. Yuppie! E finse entusiasmo con un tono piatto. Solo perchè una cosa si può ottenere con altre vostre capacità non significa che possiate fregarvene delle capacità di base, le più semplici. Col chakra repulsivo si possono fare cose che nemmeno immaginate, come muoversi senza cambiare posizione...immaginate cosa significa per uno esperto di taijutsu! Bah, mi avete stufato, ora fuori dai piedi!

    Addestramenti Rigorosi - Shin

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    Oh, quindi hai voglia di fare due salti. Benissimo! Quel sorriso e quegli occhi pieni di entusiasmo nascosti dietro occhiali privi di lenti non raccontavano nulla di buono. A guardarti, e sono un discreto esperto, immagino tu non sia male nel corpo a corpo, ma non sei di un clan particolare, quindi fa sempre bene imparare come difendersi a dovere. Congiunse le mani, facendo scrocchiare lentamente le dita con un sinistro concerto, appena meno preoccupante del palese e profondo desiderio di violenza per ammazzare il tempo che brillava sul volto dello Yakushi. Ora, cominciamo con spiegarti esattamente cosa puoi imparare, allievo perfettino. Sollevò una mano con il pugno chiuso e disse semplicemente. Incassa bene questo, usa tutto quello che puoi per mitigare il danno, ok? E quindi da breve distanza cercò di piazzare un pugno stratosferico alla bocca dello stomaco del foglioso, forse qualcosa che non aveva mai provato prima [Dolore Puro]Statistiche: Forza Nera+8 tacche, Velocità Nera, Precisione Nera +3 tacche, Potenza 30+DnT Leggero

    Corpo Perfetto+6 For, -6 Res
    Impasto Basso +2 For
    Bonus Precisione +10 Pot
    Colpo Vibrante +10 Potenza, DnT Leggero
    .

    Lasciò che il ragazzo recuperasse dopo l'impatto, palesemente godendosi la scena come un bambino davanti al più bel giocattolo del mondo, sul quale può fare tutto quello che vuole. Ecco, questo per divertire me e far capire a te che i muscoli e il chakra sono fondamentali per incassare, più o meno agevolmente, qualunque attacco. Ma se il colpo fosse stato portato con un Kunai e tu fossi stato senza armatura? O se avessi fatto una cosa del genere? E sferrando un pugno verso il ponte avrebbe causato una spaccatura netta, come se le sue nocche fossero una lama affilata. EHI! LA MIA NAVE!! Le lamentele del capitano non tardarono ad arrivare, ma allo Yakushi guardò uno sguardo alienato per farlo desistere, mentre col Controllo del Ghiaccio riparava il danno. Come finivo di dirti...se avessi avuto armi avresti comunque potuto ammortizzare il colpo, ma nessuno può fermare una lama con la pelle, non importa quanto forte, al massimo riduci il danno. Oppure...cosa sarebbe successo se avessi fatto qualcosa come questa? Rapido, enormemente rapido, Febh avrebbe cercato di piantare due dita negli occhi del Kinryu, fermandosi ad appena un millimetro prima del tocco, sempre che lui non si muovesse, rischiando maggiormente [Terrore Puro]Statistiche: Velocità Nera+8 tacche, Precisione Nera+3 tacche

    Corpo Perfetto+6 Vel, -6 Res
    Impasto Basso +2 Vel
    .

    E lo stesso valeva per un calcio in mezzo alle gambe, evidentemente. Dove non ci sono muscoli massicci non si può impastare chakra. Una volta un cretino ha provato a rafforzare quelli oculari per resistere a un colpo avversario...ne ha ricavato un discreto strabismo e credo stia ancora piangendo sangue. Non importa quanto sei forte, alcune parti del corpo restano sensibili. E qui sorrise con pura cattiveria. Ma un modo per sistemare le cose esiste. Non aveva ancora spostato le dita da quella posizione così ravvicinata agli occhi di lui. Afferrami le dita col chakra adesivo. Le palpebre possono emetterlo così come qualsiasi porzione di pelle. Non appena l'altro lo avesse fatto Febh si sarebbe facilmente liberato dalla morsa, ma avrebbe incrociato le braccia. Se usi il chakra adesivo nel momento giusto, quella seppur breve attrazione fa da cuscinetto e rallenta il colpo, rendendolo meno pericoloso. Non è molto, ma può fare la differenza tra la vita e la morte, e può aiutare anche quando colpisci altri punti, ovviamente, specie contro nemici più abili. Quindi avvicinò il volto al ninja della foglia. E inoltre è la base per poter fermare una katana con il collo...interessato? Beh, che tu lo sia o meno, ora hai accettato di intrattenermi, pivello perfettino.

    Quindi giocherò con te. E proverò a cavarti gli occhi. Sono abbastanza preciso da eseguire attacchi come quello di prima in successione, ma con un dito solo fino a toccarti la cornea ogni volta senza farti male...se stai fermino fermino e non sbagli la tempistica del chakra. Andrò con una forza talmente bassa che basterà impastare il chakra al momento giusto per impedirmi di toccarti, ma sarò sempre molto veloce e molto spaventoso, e chiudendo le palpebre rischierai di farti più male?
    Toccò due volte l'occhio destro di Shin come a titolo dimostrativo, se non si fosse mosso in maniera inaspettata. A lungo andare potrebbe venirti una brutta congiuntivite...e senza che tu sappia quando, per due volte userò un briciolo di forza extra...se non mi fermerai correttamente ti troverai accecato e con l'occhio fuori uso per un pò...o per sempre. Due volte perchè hai due occhi, ovviamente. La missione andrà bene anche con un foglioso cieco, non ho dubbi.

    Quel sorriso era qualcosa che poteva appartenere solo a un demone infernale...e poi avrebbe iniziato, quali che fossero le lamentele di Shin, inseguendolo se fosse scappato per continuare a toccargli l'occhio destro prima, e poi il sinistro...e davvero avrebbe cercato di danneggiarlo sul serio a un certo punto, per ben due volte (o sull'altro occhio se la prima avesse messo fuori uso l'occhio destro), con la medesima velocità e precisione dimostrata in precedenza. Tutto stava a comprendere adeguatamente come usare il chakra in quella situazione di stress estremo [Conoscenza]. Il tutto sotto gli occhi via via più terrorizzati dei marinai (che si chiedevano chi diavolo avesse mandato l'Accademia) e forse dei compagni di team.

    Notti sulla nave e la Sopravvivenza
    Munisai era stato l'unico a premurarsi di far qualcosa per meglio tollerare il freddo della notte. L'incontro col Mozzo gli aveva permesso di ottenere un paio di vecchi stivali, un pò rovinati e lisi ma decisamente utilizzabili e migliori delle sue calzature. Mi sorprende che siate saliti a bordo senza prepararvi...i tuoi compagni sembrano interessati solo a riposare senza preoccuparsi del freddo, anche se quell'altro coi capelli rossi sembra abituato a dormire all'addiaccio. Comunque quei vecchi stivali puoi anche prenderli, non li usa nessuno. Ma il vostro capo non vi ha avvisati che sull'Era Glaciale bisogna fare attenzione? Evidentemente la verve sadica dello Yakushi non aveva ritenuto importante dirlo (o forse potendosi isolare dalle temperature si era completamente scordato dei suoi compari) e tutti loro ne avrebbero in qualche modo pagato le conseguenze.

    Febh dal canto suo dormì sul ghiaccio ben staccato grazie a un sottile strato di chakra adesivo isolante, dopo aver evocato Ssalschnell, la piccola lucertola affine al fuoco che ogni tanto usava come scaldino (con somma rassegnazione del rettile).

    Il Terribile Secondo Giorno
    Dopo il breve ciclo di sonno Febh guardò i suoi sottoposti stimandone le condizioni e i danni causati dalla percorrenza sulla nave, chi più preparato e chi meno, ma in generale tutti avevano subito le conseguenze della loro scarsa preparazione. Il più inesperto era quello messo meglio, senza principi di congelamento nè danni seri, ma sicuramente pagava lo scotto del suo fisico più debole rispetto a quello degli altri [Malus Munisai]La tua vitalità massima è ridotta di 2 Leggere, non recuperabili fino a quando non avrai un bel fuoco o qualcosa di caldo per un tempo decente. Il Kiriano era abituato a dormire al freddo e poco vestito, ma una cosa erano i gelidi selciati di Kiri, un'altra dormire letteralmente in una ghiacciaia, tanto che si trovò decisamente provato al risveglio [Malus Fudoh]Vitalità Massima ridotta di 3 Leggere. Hai inoltre subito un DnT (Medio) da assideramento.. Shin, a parte i danni subiti nel duro addestramento, era surgelato a sua volta e forse più malconcio a causa del suo abbigliamento inadeguato [Malus Shin]Vitalità Massima ridotta di 3 Leggere e hai recuperato solo 3/4 del chakra. Hai inoltre subito un DnT (Medio) da assideramento e sei Affaticato.. Kato però era quello che forse avrebbe subito gli effetti peggiori non appena rilasciati uno o più cloni, perchè il freddo accumulato e la stanchezza si sarebbero ripercossi sul suo corpo, come se si fosse assiderato più volte, e i cloni non erano eterni, si stancavano come persone normali e dovevano dormire o essere rilasciati [Malus Kato]Vitalità Massima ridotta di 3 Leggere e hai recuperato solo 3/4 del chakra. Hai inoltre subito un DnT (Medio) da assideramento, sei Affaticato. Per ogni clone rilasciato la vitalità cala di una Leggera ulteriore, se i cloni non sono rilasciati, saranno Affaticati e Scoordinati perchè non hanno riposato nè mangiato.

    Febh ovviamente era fresco come una rosa e li accolse, all'alba, con un gran sorriso sulle labbra. Bene ciurma, ci aspetta un'altra bellissima e lunga giornata. Non credo sia divertente farci lucidare il ponte di nuovo, mi annoio a vedere sempre le stesse cose, quindi vi lascio la mattinata libera, fate quel che volete sulla nave. Ma dopo il rancio di mezzogiorno cominciamo a giocare di nuovo. Indicò Shin. Oggi giochiamo con le lame e con le deviazioni. Sembrava deliziato all'idea. Mentre voialtri vi invertirete i compiti, tu imparerai a lanciare oggetti mentre gli altri potenzieranno i loro movimenti. Aggiunse rispettivamente rivolto a Munisai e poi ai due più esperti.

    Dopo la mattinata in libertà avrebbe piazzato una pietra in mano a Munisai, ponendogli davanti lo stesso esercizio proposto il giorno prima agli altri, mentre per Fudoh e Kato avrebbe proposto qualcosa di un pò diverso. Prima di tutto dovrete correre da un capo all'altro del ponte. Molto velocemente. Con uno scoppio di repulsione controllata ogni tanto dovrete riuscire ad allargare la vostra falcata e percorrere una maggiore distanza nella stessa unità di tempo. Chiaramente se non sarete bravi a controllarla finirete per cadere, deviare o rallentare, e ogni errore implicherà che io vi lancerò uno spiedo nella coscia. Starà a voi riuscire a difendervi. [Azione]Statistiche: Forza Nera+6 tacche Poi, quando avrete preso confidenza col metodo, dovrete saltare fino almeno a metà dell'albero maestro, aumentando la forza del salto con la repulsione. Facile, no? Anche se potreste essere un pelo stanchi a quel punto, dato che avrete il doppio dei pesi di ieri mentre lo fate. Scalzi. Poi li guardò con aria quasi contrita. Un vero peccato che abbiamo poco tempo e io sia obbligato a stimolarvi con tanta durezza...ma lo faccio per voi. Probabilmente voleva dire che se avesse avuto più tempo avrebbe elaborato torture molto più convolute e crudeli.
     
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    L'Era Glaciale • Capitolo III

    Munisai era dunque riuscito a fare sua quella prima applicazione del Chakra Repulsivo, ed era abbastanza soddisfatto di sé. Ma sapeva bene che ciò che per lui rappresentava un bel passo avanti ed una piccola grande conquista, per lo Yakushi era appena il minimo sindacale, dato che a uno come lui quella roba riusciva più facile che sbadigliare. Le parole che questi aveva rivolto al sottoposto, più o meno a metà allenamento, erano di certo state dure e sprezzanti, a tratti canzonatorie, un po' come era nel suo stile, tuttavia il rosso vi aveva reagito positivamente, impegnandosi al massimo fino al raggiungimento del risultato richiesto.
    Febh era un tipo intrattabile, lunatico, dai metodi per nulla ortodossi e dalla psiche spesso imperscrutabile. Qualcuno avrebbe detto che si trattava di un pazzoide, qualcun altro che aveva fatto dell'infamità un'arte e ragione di vita, fatto sta che, con tutti i suoi difetti, quel tizio era palesemente un mostro di potenza, con esperienza e sapere ninja da vendere. E il giovane già da tempo aveva deciso che assecondare o scendere a patti con gli atteggiamenti strambi e vagamente sadici del Jonin fosse un prezzo più che accettabile da pagare per diventare uno shinobi più forte.
    In fondo il ragazzo non si era mai fidato molto delle persone troppo miti, che cercavano di spronarti con sorrisi e carezze, non disdegnando invece approcci più incisivi e di polso, in un certo senso più passionali. Dopotutto il loro era un contesto militare, e chi non riusciva a reggere un po' di mano pesante e di pressione psicologica chiaramente non era tagliato per quel mestiere.
    Munisai no. Munisai reggeva botta alla grande, almeno quello di lui si poteva dire.
    Inoltre avrebbe scommesso che nelle parole dell'ex Amministratore ci fosse stata una traccia di compiacimento, un "ben fatto" ben nascosto lì nel mezzo, solo che non sapeva dove. Sicuramente il sentir parlare di controlli avanzati aveva destato il suo interesse.

    Dopo la sua risata liberatoria, il rosso cadde su un ginocchio, ansimando. La stanchezza accumulata per tutta la giornata e l'abbondante utilizzo di chakra arrivavano infine a chiedere il conto.

    [ ... ]


    Quella sera il ragazzo mise nello stomaco quello che poteva, privilegiando pietanze ben calde ed energetiche, tra cui una bella minestra fumante. Potersi finalmente sedere ad un tavolo e consumare un piatto caldo lo fece sentire molto meglio.

    Quando andò a parlare con il mozzo, il quale si presentò come Piko, fu piacevolmente sorpreso nel vedere la propria richiesta esaudita.
    Il marinaio gli mise a disposizione degli stivali che, seppur chiaramente usati e un po' consumati, erano più caldi e avevano una presa assai migliore sulla superficie ghiacciata rispetto a quelli del rosso. E fortunatamente erano anche della taglia giusta.
    Oh, adesso ragioniamo! esclamò il rosso, indossandoli immediatamente.
    Mi saranno molto utili, ti ringrazio.
    Io mi chiamo Munisai, a proposito.

    L'otese non fece commenti sui propri compagni e sul fatto che non avessero preso contromisure per le basse temperature, che era stata obiettivamente una bella leggerezza da parte loro.
    Poi gli fu chiesto se il loro leader non li avesse messi in guardia sulla peculiare natura della nave.
    Non penso ti sia sfuggito come il nostro caposquadra ci abbia fatto sgobbare oggi. Anche se siamo in missione stiamo sfruttando i tempi morti per allenarci, e lui ci fa da sensei spiegò tranquillamente.
    Penso che sopportare questo freddo senza l'equipaggiamento adeguato faccia parte dell'addestramento.
    Per temprarci. Per fortificarci sia a livello fisico che mentale
    affermò con convinzione.
    Stronzate.
    Quel che aveva detto non era necessariamente falso, ma il rosso dubitava che ci fosse una motivazione vagamente sensata come quella dietro il silenzio di Febh riguardo a quella dannata imbarcazione.
    Il giovane aveva volutamente indorato la pillola per darla in pasto a Piko. Questo perché non ci avrebbe guadagnato niente a criticare, anche indirettamente, un suo superiore con uno sconosciuto, né auspicava che la ciurma capisse quanto lo Yakushi potesse essere svitato, dato che la sua autorità non avrebbe dovuto essere messa in discussione in alcun caso. In fondo già ci pensava ampiamente lui a farsi riconoscere, non occorreva gettare ulteriori ombre sulla sua figura.
    Ti dirò, non è affatto facile abituarsi a questo gelo ammise Munisai.
    Tu sembri cavartela bene, lavorerai qui da parecchio...
    L'otese avrebbe così cercato di sapere qualcosa di più sul suo interlocutore senza farlo sembrare un interrogatorio, ascoltando la sua risposta e poi chiedendogli come mai, tra tante navi, avesse scelto di arruolarsi proprio su una così inospitale.

    Dopo essersi congedato dal mozzo, il rosso si procurò il cordame e creò la sua amaca di fortuna, proprio come aveva precedentemente progettato di fare. Ci si buttò sopra avvolgendosi per bene nelle coperte e si lasciò andare ad un breve ma soddisfacente sonno.

    [ ... ]


    Al risveglio sentì la testa pulsargli per qualche secondo. Non si sentiva del tutto ristorato dal suo riposo, ma era anche vero che aveva dormito meno di quanto avrebbe voluto e non nelle migliori delle condizioni.
    Il suo letto improvvisato però aveva retto bene e aveva fatto il suo lavoro. Si era addirittura formato un certo calduccio avvolto com'era nelle coperte, tanto che decidere di uscirne richiese un piccolo sforzo di volontà.
    Quando lo fece, gli occhi ancora ridotti a due fessure, si ritrovò Febh in piedi nel dormitorio con tanto di sorriso smagliante.
    Oddiamine farfugliò, prima di potersi controllare.
    Stava ancora dormendo? Era forse l'inizio di un pessimo incubo?
    Nah, nulla di tutto questo. Era solo l'inizio di un'altra pessima giornata, molto probabilmente.
    Ma non fu così, tutto sommato. Quando tutti i ninja si furono levati dai loro giacigli, il Jonin annunciò che quel dì avrebbero avuto quantomeno la mattinata libera per poter fare quello che preferivano.
    Niente pulizie come il giorno prima dunque, già quella era una gran notizia.

    Ma quindi come impiegare le prime ore della giornata?
    Il primo pensiero di Munisai fu quello di sfruttare quel tempo per allenarsi ancora nel salto repulsivo, ma quella idea fu rapidamente accantonata. Dio solo sapeva quanto avrebbe avuto bisogno di tutto il chakra a propria disposizione per l'allenamento pomeridiano, quindi non era il caso di sprecarlo.
    Per prima cosa il giovane fece una buona colazione. Successivamente fece la conoscenza di Dohko, scambiando due chiacchiere senza troppe pretese con lui, riguardanti soprattutto le difficoltà di restare in forma in un ambiente come quello. Gli avrebbe anche rivelato di come avesse conosciuto suo fratello la sera prima e di come questi lo avesse aiutato, laddove Piko avesse accennato alla parentela tra i due.
    Munisai si augurava che anche i suoi colleghi, che avevano per certi versi patito la notte più di lui nonostante il superiore condizionamento fisico, facessero visita al vecchio medico, che avrebbe probabilmente potuto lenire i loro malesseri. In fondo era il suo lavoro.
    Ma non occorreva un dottore per capire che una delle poche cose utili a mitigare il freddo micidiale dell'Era Glaciale fosse tenersi costantemente in movimento. Fu così che il ragazzo si rivolse al nostromo, chiedendogli di essere impiegato per qualche compito da svolgere sulla nave. Di certo un buon ufficiale non avrebbe rifiutato delle braccia forti e abili, e Munisai avrebbe preso due piccioni con una fava riuscendo a tenersi attivo e dando una mano all'equipaggio, possibilmente ingraziandoselo.

    All'ora del rancio avrebbe mangiato avidamente il suo pasto per poi cercare la compagnia del primo ufficiale.
    Da quando erano saliti a bordo, il rosso aveva visto quel tipo attaccarsi alla bottiglia più volte di quante avesse potuto contare, e dato che anche il ragazzo non disdegnava mai dell'alcool di qualità, ritenne che fosse una buona idea farsi un bicchierino con l'uomo.
    Se questi avesse accettato di farsi una bevuta in compagnia, Munisai ne sarebbe stato molto lieto.
    Ottimo, ottimo. Odio bere da solo.
    All'Era Glaciale! Kanpai!

    E giù a bere come se non ci fosse un domani. Fortuna che l'otese aveva una resistenza agli alcolici a dir poco scioccante, quindi poteva permettersi di farlo senza pregiudicare l'imminente allenamento.
    Il giovane avrebbe cominciato a parlare di cose serie solo alcuni brindisi più tardi, quando sperava che Asuma, questo il nome dell'ufficiale, sarebbe stato almeno un po' brillo.
    Non vedo l'ora che si facciano vivi quei dannati pirati per suonarli come dei tamburi, ti giuro.
    Fottuta feccia
    avrebbe detto, vuotando un altro bicchiere.
    Eppure proprio non li capisco. Si danno tutta questa pena per saccheggiare un mercantile che trasporta generi alimentarsi, neanche chissà cosa.
    Senza offesa, eh!
    avrebbe aggiunto, con fare riverente.
    Fece una pausa, riempiendo il bicchiere a se stesso e al suo interlocutore, dando modo a quest'ultimo di dire qualcosa in proposito.
    In ogni caso avrebbe poi continuato.
    Che poi, pure 'sta storia che sbucano degli iceberg dal nulla. Come se qualcuno di quelle canaglie avesse dei poteri simili a quelli del Capitano.
    Sai che ridere se venisse fuori che si conoscono pure? Hahaha!
    avrebbe riso cordialmente, prima di buttar giù un altro sorso.
    Bah, ma durante l'arrembaggio l'avreste notato se conoscevate qualcuno di quegli infami.
    Non c'era una domanda che fosse una in tutto ciò, e lo scopo era proprio quello. Cercare di scucire qualche informazione ad un allegro compagno di bevute, magari un po' ciucco, senza che nemmeno se ne rendesse conto.
    Voleva dargli solo il la per poi lasciar parlare lui. Non un metodo particolarmente incisivo, certo, ma forse quello più discreto. In fondo Febh non sembrava appoggiare che si andasse in giro a seccare la ciurma con domande sugli attacchi. E il rosso di domande non ne aveva fatte, dico bene?

    [ ... ]


    Nuovo giorno, nuovo esercizio. Lo stesso in cui si erano già cimentati Kato e il kiriano, a quanto aveva capito.
    Febh condusse Munisai nella parte anteriore della nave, piazzandolo a circa tre metri da un cerchio disegnato sulla tolda e mettendogli a disposizione una pietra. L'obiettivo dell'allenamento sarebbe stato quello di centrare quel cerchio almeno venti volte di fila, tenendo la pietra in mano ma contando solo sul Chakra Repulsivo per lanciarla.
    Detta così sembrava abbastanza semplice, e probabilmente lo sarebbe stato più del giorno prima. Vuoi perché stavolta non doveva stare con delle parti del corpo a diretto contatto con il ghiaccio, vuoi perché adesso aveva già un'idea abbastanza precisa di come funzionava la cosa, e sarebbe stata un'ottima base di partenza. Avrebbe dovuto solo applicare qualche aggiustamento qua e là per infondere la repulsione ad un piccolo oggetto come lo era un sasso, invece che preoccuparsi di dover respingere il peso del proprio corpo in combinazione con un salto.

    Il giovane si mise subito all'opera, ma capì altrettanto subito che la nuova applicazione non era così immediata come aveva pensato.
    Cominciò con il cercare di trattenere la pietra sul palmo sfruttando una adesione che, tuttavia, era ben lungi dal riuscire a controllare. E in fondo era anche normale avendo deciso di concentrare tutti i propri sforzi sull'abilità opposta, in quel poco tempo che gli era concesso sul veliero. Quando l'effetto adesivo riusciva male o non riusciva affatto, semplicemente il ragazzo si aiutava con le dita, piegandole, per tenere il ciottolo in mezzo al palmo.
    A quel punto, tenendo braccio e mano immobili, andava con la repulsione. L'effetto si manifestò quasi subito, ma ottenere dei tiri precisi richiese parecchio lavoro e impegno.
    Alcuni lanci riuscirono corti, altri troppo forti, ma questi casi furono una minoranza. Come quantità di chakra utilizzato ormai c'era, era la medesima che aveva adoperato nell'altro esercizio, e tendenzialmente impastare nelle mani riusciva ancora più facile e intuitivo rispetto ai piedi.
    Il vero problema era che il lanci erano imprecisi. Uscivano storti, e questo probabilmente era dovuto ad una spinta non omogenea sulla superficie dell'oggetto da lanciare. Bastava una minima disparità nell'emissione d'energia per far assumere al proiettile una traiettoria ben diversa da quella voluta. E il fatto che l'oggetto in questione fosse così piccolo non aiutava affatto, anzi. La sua massa minima lo rendeva ancora più suscettibile a delle fluttuazioni indesiderate, facendo sì che solo un controllo esemplare potesse garantire un risultato preciso.

    Munisai non si perse d'animo, cercando di analizzare ogni tentativo sballato e correggendo coerentemente il tiro di volta in volta, ricordandosi di passarsi la pietra da una mano all'altra per esercitarsi sia con la destra che con la mancina.
    Cominciò a beccare il cerchio diverse volte consecutive, ma poi arrivava il lancio sbagliato che azzerava il conteggio.
    Provò a concentrare il chakra non su tutto il palmo ma solo sulla superficie che era in contatto con la fredda roccia. La tenne ben pigiata nella mano, cercando di abituarsi a quella sensazione, a quella forma, come se ne stesse estraendo un calco. Chiuse gli occhi e lasciò che fosse il senso del tatto a guidare l'energia in ogni crepa, fessura o irregolarità dell'oggetto, sentendo quel familiare formicolio e immaginando ancora una sostanza viscosa che si accumulava catturando ciò che toccava, per poi sprigionarsi in un unico istante, in maniera uniforme e controllata, ma potente.
    Il rosso aprì gli occhi e il palmo, vedendo il sasso schizzare dentro al cerchio.
    Cambiò mano, ripeté il procedimento. Altro centro.
    Mantenere la concentrazione alta era fondamentale in quella fase, ma un tiro dopo l'altro il giovane avvertì che l'azione gli riusciva sempre più naturale e in maniera immediata. Finalmente raggiungesse e superò la soglia dei venti centri, al che decise autonomamente di alzare l'asticella.
    Si procurò un'altra pietra e provò a lanciare da entrambe le mani, prima in contemporanea e poi con una frazione di secondo di differita l'una dall'altra. Con la sua attenzione ora suddivisa tra due estremità, inevitabilmente perse qualche colpo, anche se almeno una delle due pietre continuava ad andare sempre a segno. Continuò finché non ottenne qualche doppio centro usando ambo le mani, o fino a quando lo Yakushi gli avesse detto di fermarsi.





    Chakra: ?/30
    Vitalità: 10/12
    En. Vitale: 30/30
    Statistiche Primarie
    Forza: 300
    Velocità: 300
    Resistenza: 300
    Riflessi: 300
    Statistiche Secondarie
    Concentrazione: 300
    Agilità: 300
    Intuito: 300
    Precisione: 300
    Slot Difesa
    1: ///
    2: ///
    3: ///
    Slot Azione
    1: ///
    2: ///
    3: ///
    Slot Tecnica
    1: ///
    2: ///
    Equipaggiamento
    • Fuuma Kunai × 1
    • Kunai × 4
    • Coltelli da Lancio × 3
    • Cartabomba I Distruttiva × 1
    • Occhiali × 1
    • Cotta di Maglia Inferiore × 1
    • Gambali in Cuoio × 1
    • Tonico di Recupero Minore × 1
    • Tonico di Ripristino Minore × 1
    • Filo in Acciaio [10m] × 1
    • Corda di Canapa [10m] × 1
    • Rotolo da Richiamo × 1

    Note
    Malus fisso di 2 Leggere alla Vitalità, cause ambientali




     
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    L'ERA GLACIALE


    3




    La prima parte dell’addestramento sembrò soddisfare il Jonin del Suono. E a parte le sue solite esclamazioni e osservazioni al limite della puntigliosità si limitò a dichiarare concluso l’approfondimento di quell’aspetto del Chakra Repulsivo. Alle parole finali dello Yakushi non potei fare altro che condividere pienamente: - Sono completamente d’accordo, Jonin. Più armi e capacità abbiamo a disposizione, più possibilità un Ninja ha di cavarsela nelle situazione più disparate. – Ed era il motivo per il quale avevo scelto di farmi addestrare da un Ninja così… particolare.

    Quello che invece non avevamo neanche lontanamente considerato, e a quanto sembra fu condiviso dagli altri, fu l’ambiente decisamente ostico e inospitale. Pure per dei Ninja navigati come me o Shin il gelo e il freddo che permeavano l’Era Glaciale rappresentavano condizioni ambientali insostenibili se non adeguatamente affrontate. Dunque stupidamente tra un esercizio e l’altro e la notte passata all’addiaccio più sconsiderato portarono il mio corpo a risentirne notevolmente, comprese le mie copie!

    Naturalmente il Jonin apparve fresco come una rosa, grazie evidentemente ad alcune sue abilità, e in un atto di clemenza (se tale si poteva considerare) ci diede la mattinata libera da impegni. Avrei fatto in modo di sfruttarla per recuperare al massimo le forze. Per prima cosa avrei chiesto ai marinari che comportamenti seguivano per resistere al freddo per così tanto tempo e una volta ottenuta una risposta soddisfacente avrei richiesto magari gli stessi vestiti o avrei comunque cercato di seguire il loro esempio. Nel caso in cui avrei invece ottenuto ben poco di utile dalla conversazione con quei quattro cani di mare con le mie due copie mi sarei impegnato al massimo per cercare quanti più possibili vestiti, magari dalla cambusa oppure rubandoli senza molti mezzi termini da alcuni locali dei marinari. Avrei poi recuperato un po’ di energia rifocillandomi con un po’ di cibo e acqua. Comunque a prescindere dal risultato infilandomi in una delle stanze riservate per i marinai (evitando quella del comandante) mi sarei infilato in un loro letto, o branda, e coprendomi quanto più possibile avrei riposato fino a mezzogiorno. Avrei lasciato agire le copie nella stessa maniera, mangiare bere qualcosa di caldo e riposarsi in luogo coperto... così da far recuperare anche a loro l'energie. [Nota per Febh]Kato, considerando il DnT, subisce un danno di 6 Leggere complessivo. In aggiunta allo status Affaticato.

    Lascio a te la decisione di quanto recupera Kato, e le sue copie.


    Una volta ripreso sarei ritornato a rapporto da Febh, mentre le copie nel frattempo si sarebbero limitate a recuperare ulteriormente chakra e forze. Lì il Jonin ci stava aspettando. In breve tempo ci introdusse la seconda parte del mio addestramento e di quello di Fudoh, illustrandoci un’altra applicazione del Chakra Repulsivo. Allungare il proprio movimento poteva risultarmi decisamente utile, soprattutto nelle fasi di transizione in un combattimento e di certo dovevo cercare di carpire il meglio possibile i segreti di tale abilità! L’unico piccolo problema sarebbe stato il costo nel sbagliare un esercizio… Il Jonin infatti ci avrebbe colpito con uno spiedo il centro della coscia. Rimasi impassibile, ma dentro di me non potei restare indifferente. Nonostante le dimensioni dell’arma ero certo che un lancio a massima potenza del Jonin poteva fare molto male! Dovevo dunque concentrarmi al massimo se volevo anche solo avere una possibilità di cavarmela con meno ferite possibili.

    Dunque prima di iniziare a saltare a destra o a sinistra, mi focalizzai sul mio Chakra. Esattamente come avevo fatto per il lancio e la spinta di repulsione dello stesso feci la medesima procedura mentale per i miei piedi. Guardai semplicemente in avanti, e mi immaginai che dovevo raggiungere quella posizione e per farlo dovevo sfruttare il Chakra Repulsivo nel miei piedi. In quei momenti mi stavo immaginando l’azione come un fluire costante di procedure e step. Focalizzarmi sul bersaglio, concentrare il chakra, farlo scorrere lungo i miei canali fino ai piedi e a quel punto farlo uscire in maniera graduale e controllata ma sufficiente a creare il tanto voluto effetto repulsivo.

    E fu in quel momento, al pieno delle mie capacità mentali, che provai a mettere in atto l’azione. Il Chakra scese lungo le gambe ed esplose sotto la pianta dei piedi… con il tremendo risultato che il movimento fu brutalmente deviato verso l’esterno in una traiettoria decisamente sporca! A quel punto fu solo questione di un attimo. Non ci fu nemmeno il tempo di schivare, se non quello di concentrare Chakra e rivestirmi di elettricità. Il dolore fu semplicemente tremendo, e quando abbassai lo sguardo verso la coscia destra notai con sconcerto la presenza di uno spiedo infilato nella carne [Danno]Resistenza: 700 (Mediobasso)
    Potenza difesa: 15 (3/4 Basso Rivestire)

    Potenza Spiedo: 5 Danno: 10 (Leggera)

    Ora Febh questa è una parte del regolamento che mi ha sempre messo un attimo in crisi. Al netto delle 10 tacche di differenza di forza/resistenza il danno massimo di quell'arma è pari comunque al doppio suo nominale giusto?
    . Non era penetrato in profondità ma un piccolo rivolo di sangue scendeva lungo la mia gamba. Con un gesto stizzito e una piccola smorfia di dolore tolsi l’arma dal mio corpo, lanciandola in mare e utilizzando il Chakra repulsivo.

    Scrollai la testa, l’addestramento di Febh si stava rivelando ben peggio di quanto avrei mai potuto immaginare ma il sangue, caldo, che scorreva lungo la gamba in contrasto con il freddo, gelo, pungente mi stava spronando a dare il massimo… più che per imparare l’abilità ma per preservare me stesso! Potevo difendermi certo e così avrei fatto, anticipandolo di fatto ogni volta che avrei tentato avrei abbassato entrambe gli avambracci, coperti da uno spesso strato di cotta, a difesa delle cosce e non solo… nel momento stesso in cui mi sarei accorto dell’errore mi sarei rivestito con uno strato di Chakra Elettrico. [Difesa]Resistenza: 600

    Potenza difesa: 40 (Cotta di Maglia completa) + 15 (Rivestire)


    E così mi comportai le volte successive, sbagliai molto ma ad ogni tentativo il risultato migliorava. Certo, gli spiedi lanciati da Febh risultavano brutalmente pesanti da gestire. La differenza di forza era enorme e sebbene la cotta e lo strato elettrico impedivano a quelle armi di trapassare la carne di certo lasciavano un bel livido! Perciò dopo un bel po’ di prove, di fallimenti riuscii per diverse volte di fila ad ottenere il risultato sperato. E stesso procedimento riservai per la prova successiva: quella che avrebbe mirato a migliorare le mie capacità atletiche nel salto in alto. Concettualmente non era così diverso: dovevo sfruttare il Chakra repulsivo per migliorare il salto, utilizzare la spinta data dal potere magico per aumentare i metri percorsi. La parte difficolta tuttavia venne aggiunta da Febh-sama… dovevamo farlo da scalzi! Tremendo a dirsi e altrettanto a farsi. Sapendo benissimo che non seguire i suoi ordini mi sarebbe costato una punizione infinitamente più costosa non mi lamentai per un solo secondo e riponendo lì vicino i miei stivali da combattimento presi ad esercitarmi.

    Nuovamente fu un tripudio di emozioni positive, da una parte mi trovavo davanti alla necessità di completare l’esercizio e dall’altra resistere agli attacchi di Febh e al dolore, tremendo dolore, che la pelle nuda prendeva contatto con la superficie della nave. Certo, ero uno Yotsuki e sapevo gestire il dolore ma non di certo potevo fare finta di nulla. La pianta dei piedi si stava facendo sempre più rossa, e così via fino ad ustionarsi dal gelo. Rivoli di sudore scendevano dal mio corpo. Lo sforzo fisico e mentale che stavo portando avanti non era indifferente e solo dopo diverso tempo riuscii ad ottenere quanto Febh mi aveva chiesto. Solo quando ormai il gelo aveva raggiunto da un pezzo i miei piedi mi accorsi che con un mio salto avevo raggiunto la metà dell’albero maestro. [Nota per Febh]Mi sembra sempre corretto lasciare a te il successo o meno dei miei tentativi e di conseguenza quanto danno ho subito e quanto chakra ho speso e di quanto ne recupererò in seguito.

    Una volta ritornato a terra, spinto dalla forza di gravità, mi limitai ad osservare Febh: - Jonin, il mio risultato può bastare? – Nel caso di una risposta positiva non avrei atteso. Recuperando le scarpe mi sarei subito fasciato le varie ferite presenti sul mio corpo (piedi, cosce…) e senza molti complimenti sempre ben coperto da vestiti pesanti mi sarei messo da parte, in cerca di un luogo dove riposare e riprendermi il meglio possibile, certo a meno di ulteriori ordini (o per meglio dire torture) da parte del Jonin.


     
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    Falce dei Kaguya


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    Addestramento e oltre


    Sulla nave di ghiaccio



    [Il Primo giorno]

    Il sensei-Febh, per quanto avesse tutta la mia attenzione, non si poteva dire una persona gentile e cordiale, ma non per questo diceva cose sbagliate: sì, sapevo usare le arti eremitiche gravitazionali, ma imparare ad usare quel chakra repulsivo mi avrebbe dato un trucco in più da poter usare contro gli avversari ed un ulteriore asso nella manica! Cose da non dimenticare di certo.
    Mi ci beccai anche un ghiacciolo in testa per ben stamparmelo in mente.
    Ahi! Capito, sensei..., dissi, massaggiandomi la testa appena appena.
    E nemmeno le parole a fine addestramento furono gentili, ma tre concetti mi rimasero impressi: il chakra repulsivo mi avrebbe permesso di muovermi senza spostarmi? Una cosa che con il mio piccolo problema post-uso del chakra gravitazionale, poteva essere d'aiuto; in più poteva essere utile per i taijutsu (ma non immaginavo ancora come) e, non so perché, Febh-san, pensava che io passassi le giornate tirando pietre in acqua.
    Fra ospedale e pasticceria, non ho quasi più tempo per riposare!

    Ma le cose più importanti di quel primo giorno di viaggio? Una avvenne mentre prendevo una piccola pausa al mio addestramento: sentii Febh-san parlare con il ninja di Konoha e spiegare come usare il chakra adesivo per ammortizzare gli attacchi? Cioé, non ci avevo mai pensato, ma, in effetti, il chakra adesivo, per come lo descriveva lo Yakushi, mi avrebbe potuto aiutare, in più io sapevo usare la forza gravitazionale, mettere assieme le due cose avrebbe permesso di creare una qualche difesa straordinaria di certo!
    La seconda cosa che imparai, o comunque che mi ricordai, è che spesso sono anch'io un imbecille (togliete spesso, se volete): avevo preso troppo alla leggera la questione clima in quel viaggio ed il dormire su quella nave di ghiaccio, decisamente, non mi fece alcun bene alla salute!

    [Secondo Giorno]

    Ero infreddolito, avevo la pelle biancastra, mi sentivo stanco e debole ed il principio di assideramento, anche a non essere un ninja medico, lo avrei riconosciuto.
    In compenso, Febh-san, ci diede la mattinata libera e ne avrei approfittato per cercare di capire come non rifare gli stessi errori e come ogni bravo barbone sa, il modo migliore per sopravvivere al freddo e trovarsi una coperta, o un punto caldo in cui stare. Cosa che richiedeva conoscere la gente del posto, o, in quel caso, i membri della ciurma, tutti ex-kiriani, o quasi, mi pareva di capire.
    Per prima cosa cercai il medico di bordo: Salve, mi scusi il disturbo, mi chiamo Fudoh, so che lei è il medico qui a bordo, quindi le volevo chiedere qualcosa contro i principi di ipotermia e contro geloni ed affini, sa, per meglio reggere intanto alla giornata odierna dopo questa notte al freddo.
    Sono anni che dormo per le strade di Kiri, ma mi rendo conto di non aver mai conosciuto un freddo come quello di questa nave!
    , ammisi senza vergogna, sorridendo al vecchietto, Sono un genin di Kiri, e ninja medico, come credo lo sia anche lei, se fa il medico qui a bordo., aggiunse sorridendo ancora.

    [...]

    Finito con il medico, avrei cercato di parlare con qualche altro membro della ciurma, in cerca di coperte o altre informazioni, per primo avrei provato con il fratello del medico: Salve, sono Fudoh, di Kiri. Tu sei il fratello del medico, giusto? Quindi immagino anche tu venga dalla Nebbia, giusto? Senti, fra compaesani, non è che sai come posso procurarmi delle coperte o qualcos'altro da aggiungere al mio vestiario? Stanotte mi sono salvato grazie più che altro al mio essere un barbone, ma un'altra nottata così e domani mi usate per pezzo di prua della nave... dovunque sia la prua..., sorrisi cordialmente, in effetti il dubbio di diventare un pezzo della nave, ce lo avevo, Ma come mai tu e tuo fratello avete scelto di venire a lavorare su questa nave? Anche a non fare il ninja alla Nebbia, immagino che ci potrebbero essere tanti modi per tirare a campare... io faccio il commesso in una pasticceria come secondo lavoro!, il ché era vero, semmai non avessi avuto fortuna come ninja, almeno mi restava quello.

    Poi avrei cercato di parlare con il cuoco, Amico, salve, sembri un tipo piuttosto massiccio, ex-ninja anche tu? Senti, non ti chiedo cibo in più o cose del genere, anche se il mio aspetto potrebbe far pensare il contrario, ma volevo chiederti un favore: acqua calda. Se ne può avere la sera una tinozza o qualcosa di simile... acqua calda ed un contenitore in gomma, ho imparato sulle strade di Kiri che può essere molto utile per affievolire l'effetto del freddo e qui, di freddo, ce ne sta tanto., poi, sperando in una risposta positiva, avrei anche chiesto qualche informazione in più su di lui, così per chiacchierare (e cercare di fargli abbastanza simpatia da avere cibo in più per il rancio).

    Infine, avrei cercato il primo ufficiale, l'ubriacone kiriano, a quel che avevo potuto capire: Asuma-san, mi scusi, una domanda, dato che qui ci sarei anche per la missione: mi saprebbe dire qualcosa in più di questi attacchi? Ne so veramente poco di cosa vi succede qui e, per quanto voi non siate tutti ninja come Febh-sensei, lì, siete in tanti, avete una nave che il capitano controlla con il chakra ed il pensiero e quindi mi chiedo come facciano ogni volta ad avere la meglio su di voi..., domanda semplice e sincera.

    In ultimo, poco prima del rancio, avrei cercato proprio il sensei Yakushi: Febh-sama, mi scusi, ho una domanda: quello che spiegava ieri al tipo della Foglia, usare il chakra adesivo per bloccare gli attacchi, così come quella cosa che le vidi usare, quel suo corazza di non so che... mi può dare qualche suggerimento per sfruttare in questo modo il chakra io stesso? Conosco chakra adesivo e distruttivo, oltre a quello gravitazionale, lei mi sta spiegando quello repulsivo, ma come potrei unire tutto ciò con abilità da taijutsaro?, mi aspettavo la risposta più offensiva e deprimente del mondo.

    [Dopo pranzo]

    Arrivò il momento di riprendere gli allenamenti.
    Febh-sensei ci spiegò cosa voleva che io ed il Guardiano silenzioso facessimo (non era affatto un tipo di molte parole l'otese chunin, il suo compagno genin non ci avevo ancora avuto a che fare nemmeno con il tipo di Konoha).
    L'addestramento riguardava congelarsi i piedi nel correre sulla nave in lungo ed usando il chakra repulsivo per darsi un pò di spinta.
    Oh che bello...
    Pensai più con sarcasmo e rassegnazione che altro, mentre mi preparavo.
    I pesi erano un problema minimo, ma il freddo? Quello era un bel problema dopo la nottata passata all'agghiaccio (letteralmente), a meno di non aver trovato un qualche aiuto dalla ciurma, ovviamente.
    Mi preparai fisicamente comunque, feci qualche saltello e ripensai a quanto imparato il giorno prima con le mani: ora dovevo usare il chakra con i piedi, il ché non era un problema di per se, in fondo lo avevo fatto alcune volte con quello adesivo o distruttivo (mi piaceva aggiungerlo alle testate), ma correndo sul ghiaccio? Prevedevo già dei bei scivoloni.
    E poi c'era la minaccia degli spiedi, il ché, considerando ciò che avevo visto fare a mani nude a Febh-sensei, mi portò a prevedere dei fori nelle gambe che mi perforavano da parte a parte.
    Mi concentrai su quanto avevo capito il giorno prima: le similitudini fra il mio chakra gravitazionale e quello repulsivo ed iniziai a correre.
    Stavo correndo, ma ad ogni passo, i miei piedi sentivano sempre più freddo, così iniziai un pò a saltellare e, cosa più grave, persi la concentrazione: quando provai ad usare la repulsione, mi riuscì di usare la repulsione gravitazionale... non vi dico il salto in avanti, con bella botta di faccia sul ghiaccio.
    Ahio... e nemmeno il tempo di finire di lamentarmi che un dolore acutissimo mi prese la gamba! Uno spiedo mi aveva letteralmente perforato, incastrandosi nella carne.
    Ahi! Sensei!, urlai, prima di battere le mani e la faccia che stavano gelando sul ghiaccio, Freddo, freddo!
    Voi direte: ti sei alzato subito, Fudoh? No, mi concentrai per provare una cosa: focalizzai il chakra sulla ferita alla gamba, concentrai il mio chakra lì intorno ai muscoli e provai a sparar fuori quello spiedo, così come avevo fatto con il sasso dalla mano.
    Non ci riuscii, ma riuscii a spostarlo un pò verso l'esterno, poi lo estrassi con una mano, mentre con l'altra applicavo un pò di chakra curativo.
    Ci riprovai.
    La gamba faceva malissimo dove ero stato colpito, i piedi ancora peggio, ma ci riprovai concentrandomi all'inizio sull'uso del chakra repulsivo, il saltello fu patetico, di pochi passi, mi allungò la falciata, ma fu un inizio e lo usai per accelerare il mio passo e correre dall'altro lato.
    Tentai di nuovo, ma stavolta la mia concentrazione fu minore e sballai di lato, nuovo spiedo alla gamba, provai persino a rilasciare l'energia gravitazionale per rallentare quello spiedo, ma era troppo veloce per me comunque, così arrivai zoppicando e correndo dall'altro lato.
    Ci misi qualche altro tentativo, unendo la spinta repulsiva, in modo a dir poco da ridere, rispetto a cosa riusciva a fare l'otese, beccandomi anche un pò di spiedi nella gamba, ma concentrandomi, ogni volta, per usare il chakra repulsivo per sputarli fuori dalla pelle.
    Alla fine, aggiunsi il salto, con il freddo che si faceva sempre maggiore...e non vi sto nemmeno a dire come stavano i miei piedi.
    Il primo risultato? Feci un bel salto, qualche metro più del solito, ma all'atterraggio caddi malamente a terra, sulle ginocchia, troppo freddo quel terreno per me, naturalmente ci beccai uno spiedo a causa di ciò.
    Secondo tentativo? Iniziai a correre, concentrai il chakra nei piedi e spiccai un salterello, pochi metri in più, niente di ché, quando stavo per atterrare, usai un pò di forza gravitazionale per ridurre l'impatto, peccato che rimasi poi lì, imbambolato e, indovinate? Nuovo spiedo nella gamba.
    Sensei, però, il salto era andato bene!, fu la mia unica protesta... avevo le gambe ridotte come dei formaggi del Paese della Terra (che mi dicono essere pieni di buchi e forse di vermi... come se non ne trovassi formaggi con i vermi nei bidoni fuori dai ristoranti, ma sto divagando...).
    Continuai con i miei tentativi ed iniziai a variare un pò le soluzioni per un atterraggio migliore: le gambe non ce la facevano più fra ferite, per quanto curate, gelo e pesi, ma le braccia? Bé, dato che saltavo sempre vicino all'albero maestro, iniziai ad allungare il braccio verso lo stesso ed a lasciar fluire chakra adesivo dalla mano, che quasi lo sfiorava, non per appendermi, ma rallentare la discesa e così arrivare in piedi e continuare la corsa.
    Qualche altro spiedo lo presi, lo ammetto, ma alla fine penso di essere riuscito ad unire diverse idee per usare il chakra in quella situazione e di aver anche capito come usare meglio quello repulsivoA te dirmi se le pensate e gli spunti per Fudoh che ho messo in mezzo vanno bene e se apprende in questo modo il chakra repulsivo.
     
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    Missione tra i ghiacci


    Post 3 ~ Lupo travestito da agnello

    Shin deglutì, rabbrividendo. La causa non era però il clima rigido, ma lo sguardo sul volto dell'uomo davanti a lui. Oltre gli occhiali privi di lenti, brillavano due occhi terribili a vedersi. Quell'uomo mingherlino, dall'aria mite, si stava rivelando per ciò che era: un lupo, travestito da agnello. Quando il jonin del Suono gli aveva intimato, perché tale era il modo in cui il giovane l'aveva percepito, di utilizzare tutto ciò che aveva per incassare il colpo, aveva avuto paura. Di disubbidire. Di ciò che sarebbe giunto. Di Febh Yakushi.

    Il Kinryu sarebbe arretrato per la potenza scatenata contro di lui dall'uomo, barcollando e restando in piedi a stento [Difesa][Parata] Resistenza Nera, Protezione 35 (Corpetto)
    [Impasto] Mediobasso +4 Res

    [Danno] 3,5 Leggere (Busto)
    [Status] DnT Leggero (0,25 Leggere / 1)
    . Non avrebbe rimesso, nonostante il conato di vomito, ma l'acidità dei succhi gastrici gli risalì fino in gola. In vita sua, era la prima volta che provava un dolore simile per un semplice pugno. Ansimando, avrebbe ascoltato le parole del jonin, solo per avere conferma di quanto aveva già intuito: quell'uomo era pericoloso dalla pianta dei piedi fino alla punta dei capelli. Tuttavia, un ghigno che poteva essere frainteso per un sorriso avrebbe fatto capolino sul volto del foglioso mentre ne ascoltava la spiegazione. Perché aveva ragione. Aveva dei limiti, era debole. E, se voleva superarli, doveva necessariamente mettersi in gioco, ma non per finta, come nei soliti allenamenti, per davvero questa volta.

    Ciò non voleva dire che non fosse terrorizzato. Neppure uno stupido non lo sarebbe stato. Solo un folle avrebbe rinunciato a quell'emozione primaria, fondamentale per la sopravvivenza. Quando le due dita saettarono verso i suoi occhi, troppo rapide perfino perché potesse vederle quasi, tutto ciò che poté fare fu chiudere le palpebre, rimanendo perfettamente immobile al punto dal trattenere il respiro. Riaprendole, avrebbe osservato nel dettaglio la manicure dello Yakushi, e si sarebbe morso la lingua fino a sentire dolore per non esitare, dando a vedere quanto era spaventato mentre eseguiva l'ordine dell'otese, facendo fuoriuscire il chakra dagli tsubo sulla pelle e modellandolo affinché le dita, troppo vicine, ne fossero avvinghiate [Abilità] Tocco Adesivo (Base)
    Arte: L'utilizzatore è in grado di trattenere senza presa oggetti di dimensioni Piccole o inferiori.(Mantenimento: ¼ Basso a oggetto)
    [Da genin in su]
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    Anche se avesse voluto, ormai era troppo tardi per tirarsi indietro. Ignorando l'ennesima frecciatina sul suo presunto essere perfetto, cosa nella testa del ragazzo quanto nella realtà lontanissima dal vero, avrebbe chinato rispettosamente la testa, rispondendo alla domanda retorica di quello che sarebbe stato il suo maestro in quei giorni. La prego di insegnarmi tutto ciò che sa, sensei. Sapeva che stava volontariamente mettendo la testa in bocca ad un predatore in attesa di sbranarlo. Poteva sentire il suo fiato sul collo, le gocce di bava tipiche della bestia che già pregusta il banchetto. Ogni fibra del suo corpo supplicava a gran voce che quel calice fosse allontanato da loro. Ma il Kinryu aveva deciso, con la sua volontà aveva sottomesso i suoi istinti. Voleva diventare più forte, ed era pronto a pagarne il costo. Anche al diavolo che sotto mentite spoglie si spacciava per un essere umano.

    Per prima cosa, il respiro. Esperto nelle arti marziali, Shin avrebbe ridotto al minimo l'ispirazione e l'espirazione, stabilizzando il suo corpo onde evitare vibrazioni pericolose, visti la tolleranza d'errore di pochi millimetri. Per seconda, avrebbe portato le mani dietro la schiena, stringendole tra loro, per combattere la tentazione naturale di usarle per difendersi. Per terza, il flusso di chakra. Nonostante fosse di base un marzialista, lo shinobi aveva raffinato il controllo dell'energia sia tramite l'uso, sia tramite jutsu, sia soprattutto attraverso l'esercizio con la sua tecnica proibita. Per quarta, espandere i sensi. Doveva percepire il movimento con una precisione inferiore al secondo. Impossibile o quasi nella concitazione del combattimento, vi avrebbe provato in quell'addestramento infernale, sapendo dove sarebbero arrivati i colpi. Ridusse i battiti di palpebre al minimo, concentrandosi esclusivamente sull'unico dito che il maestro avrebbe utilizzato.

    Al primo assalto, se tale termine poteva essere usato, Shin espanse la patina una sottile patina di chakra ad avvolgere la palpebra, quasi a proteggerla in via preventiva [Abilità]Tocco Adesivo [Base]. L'effetto ci fu, ma più labile di quanto desiderato: l'estremità del demone del Suono penetrò nello strato d'energia senza accusare rallentamenti percettibili. Solo la sadica attesa di vibrare un colpo inaspettato salvò l'occhio del ninja, sfiorando appena la cornea con il polpastrello. Le spalle del giovane tremolarono lievemente, come percorse da un brivido di freddo, ma sebbene fossero circondati dal ghiaccio, non era quella la causa.

    Ancora, e ancora, e ancora. Gli occhi del foglioso iniziavano ad arrossarsi, e lo sforzo di tenerli aperti, il vento rigido e l'impasto di chakra tutto intorno all'organo non ne erano il motivo primario. Il dito di Febh non esitava a posarvisi a turno. Shin iniziava a prendere il ritmo, ma ciò non l'aiutava particolarmente. Un poco alla volta stava raffinando il controllo, ma gli occorse più di un tentativo per capire l'errore di impostazione. Non doveva solo isolare la pelle, creando uno strato protettivo tra sé e il corpo estraneo. Era fondamentale espandere il chakra prima che intervenisse il contatto, per avviluppare il dito e frenarne la corsa per tempo. Affondati nel ghiaccio, aveva iniziato a perdere sensibilità ai piedi, ma era arrivato ad una concentrazione tale da escluderli dalla sua mente, dati superflui. Invece, ad ogni fendente vibrato, una scarica gli pervadeva i lombi, facendogli tremare la colonna. Nuova adrenalina veniva immessa in circolo, il flusso sanguigno aumentava e si faceva più vigile, ma come per le estremità che stava ignorando, il conto si sarebbe fatto sentire sul suo fisico, progressivamente sempre più spossato. All'ennesima ditata, il Kinryu sentì dolore, ma non perché la forza fosse superiore, bensì perché l'occhio, ripetutamente sollecitato, iniziava a gonfiarsi.

    L'attacco a sorpresa giunse, degno del suo nome, completamente imprevisto. Eppure, dopo aver visto lo stesso movimento un'infinità di volte, Shin capì subito che quella torsione del polso non era uguale alle altre. Impercettibile differenza, ma se voleva metterci tutta la forza che aveva minacciato non poteva semplicemente spostare il dito. Il problema vero era che lo shinobi non aveva ancora finito di calibrare il flusso di chakra necessario ad arrestare correttamente la corsa della propaggine demoniaca. Preso da un panico ancestrale, commise uno sbaglio da dilettante, che probabilmente gli salvò l'occhio, causandogli però un male dannato. Semplicemente, esagerò con la quantità di energia necessaria pur di tenerlo lontano da sé, concentrandone troppa in uno spazio troppo ristretto, e la bolla di chakra esplose, ottenendo un effetto simile al chakra repulsivo [Abilità] Tocco Adesivo (Superiore)
    Arte: L'utilizzatore è in grado di trattenere su mani e piedi oggetti di dimensioni Medie o inferiori.(Mantenimento: ¼ Basso a oggetto)
    [Da chunin in su]

    (viso invece di mani e piedi -> bum)

    [Danno] 1/2 Leggera (Viso)
    . Il chunin perse la sua compostezza, portandosi una mano al volto e mugugnando a denti stretti per il dolore inatteso, evitando a stento di imprecare. Con la coda dell'occhio sano avrebbe avuto l'impressione che un'espressione di disappunto occupasse lo sguardo del jonin, ma sarebbe prontamente scomparsa, rimpiazzata nuovamente dall'intento omicida. Implacabile, Febh Yakushi era pronto per ricominciare, mentre con uno sforzo di autocontrollo il giovane si rimetteva in posizione. Continuiamo.

    Shin aveva perso completamente la cognizione del tempo. Sapeva solo che aveva entrambi gli occhi in fiamme, terribilmente irritati dai ripetuti appoggi e dagli spostamenti d'aria che li anticipavano. Un paio di volte, più per caso che per merito, era riuscito a raggiungere il compromesso ideale tra estensione e volume della patina di chakra, arrestando il colpo prima che raggiungesse il bersaglio, ma replicarne gli esiti era complicato. Doveva lasciar fluire l'energia oltre sé, aggrappandosi all'estremità saldamente, senza lasciarla andare. Febh non aveva più variato la potenza dei colpi, che penetravano la sua difesa con sempre maggior difficoltà. O almeno, questa era l'impressione del Kinryu, che provava al contempo un accenno di soddisfazione, sentendosi ormai vicino alla soluzione, e di crescente ansia in attesa del secondo affondo mortale. La frequenza con cui rallentava gli assalti al momento giusto dovette infastidire lo Yakushi, il quale desiderava, come era facilmente intuibile, prolungare quel supplizio, o gioco a seconda dei punti di vista, il più a lungo possibile. Temendo forse che il foglioso fosse ad un passo dall'appropriarsi del trucco, ad una minaccia normale fece immediatamente seguito, saltando l'intervallo che usualmente intercorreva tra una ditata e la successiva, l'attacco all'altro occhio. Fortuna, o abilità, o kami, o altre forze che stanno su questa terra o nei cieli vollero che quella fosse la volta buona. Con un balzo il chakra del giovane avvolse simile a dita ferme l'artiglio del demone, rallentando la sua corsa quel tanto che bastava perché non raggiungesse il bersaglio [Abilità]Controllo del Chakra Stabile
    Arte: L'utilizzatore può trasmettere il Chakra Repulsivo Esteso contro un attacco fisico che sta per incassare, riducendone la Forza e la Velocità di 1 tacca. Non cumulabile.(Consumo: ½ Basso per difesa)
    [Da genin in su]
    . Un attimo solo di esitazione, e Shin avrebbe saputo cosa provava Kairi quando usava Amaterasu.

    Il ragazzo era sopravvissuto al primo giorno, ma anche la notte non era priva di pericoli, tutt'altro. Il chunin avrebbe volentieri preso delle contromisure al freddo della nave iceberg, se non fosse stato così stanco da crollare letteralmente sulla sua cuccetta una volta raggiunta. La mattina seguente se ne sarebbe pentito, mentre con estrema circospezione staccava la pelle, protetta da un insufficiente stato di tessuto, dal ghiaccio di cui era ricoperto il bordo del giaciglio. La lastra di legno aveva impedito il peggio, ma il giovane era stato meglio. Ovviamente l'unico da incolpare per tale leggerezza era lui, ma ciò non lo faceva stare meglio. Le dita delle mani e dei piedi in particolare non avevano sensibilità e dolevano ogni volta che le piegava o vi metteva peso, ed in generale la pelle era arrossata e ad un passo dal rompersi in alcuni punti. Gli occhi sembravano invece stare un poco meglio, dopo gli impacchi di neve fresca con cui li aveva coperti per un poco finito la terribile prova.

    Prima di colazione, con estrema lentezza, si tolse i vestiti, sostituendo con dei ricambi asciutti almeno l'intimo e le calze, sopra le quali posizionò il secondo paio. Sempre con circospezione, aiutandosi con l'unico piccolo fuoco concesso sul ponte, si scongelò, cercando che il passaggio non fosse troppo repentino per non causare più danni di quelli che risolveva. Al cuoco chiese con estrema gentilezza un piatto caldo, per rinfrancarsi nel corpo e nel morale, e non appena intravisto il medico, con altrettanta cordialità, avrebbe chinato la testa umilmente. Mi scusi, Dohko-san, non avrebbe qualcosa per i geloni? E magari qualche medicamento anche per gli occhi. Non vorrei arrecarle troppo disturbo, ma non ci aveva avvisato delle condizioni meteo. Onde non indisporli, non avrebbe fatto riferimento che il problema non era il tempo, ma la nave in sé. Ad entrambi, poi, avrebbe chiesto con la massima circospezione e al contempo un pizzico di ironia, se avanzassero coperte, o calzari, per evitare di morire congelati durante la notte. In ogni caso, il Kinryu aveva già pensato ad una contromisura. Composti i sigilli necessari, avrebbe fatto comparire una spada dal nulla [Tecnica]Tecnica del Richiamo [Anzu]. Nonostante l'apparenza, la katana era in realtà una kitsune, una creatura evocata che in forma di volpe aveva una dimensione riguardevole, ma soprattutto una calda e soffice pelliccia, come aveva già provato tempo prima diretto verso il Paese del Gelo. Quella notte, salvo doni dai marinai interpellati o novità, si sarebbe trovato un angolino al riparo del vento a ridosso del castello di poppa, tra il sartiame e le scialuppe, dove avvilupparsi tra le code di Anzu. Per quanto poco, almeno non sarebbe stato a contatto diretto con il ghiaccio. Con la lama al fianco, si presentò a rapporto davanti ad un Febh Yakushi. Pronto per un altro round di torture. Eccomi, sensei.
     
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