La Vendetta dei NomuraCompetenza Erborista e Farmacista.

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    La Vendetta dei Nomura - Farmaci e Veleni


    Chapter I - Paese del Vento



    È stato un avvertimento mio signore! In ginocchio davanti al proprio superiore, in un'ampia sala illuminata da numerose candele appoggiate su delle mensole, il ragazzo terminò la propria frase sguainando di alcuni centimetri la sua katana scintillante, allacciata al proprio fianco.
    Davanti a sé, seduto su un trono di marmo color perla, vi era un uomo con almeno quaranta primavere alle spalle. Aveva dei lunghi capelli marrone scuro, lisci e ben tenuti, e due occhi verdi come le foglie di loto. Sul suo lungo abito nero, all'altezza del petto, vi era un simbolo strano, conosciuto solo dagli anziani del villaggio di Suna.
    Una delle più antiche famiglie aristocratiche di Suna, cadute in rovina per chissà quale motivo. Erano trascorsi secoli e nessuno ricordava il passato glorioso dei Nomura.
    Progetterò la nostra vendetta.
    Il ragazzo rimase in ginocchio fino al cenno di congedo dell'anziano. Con le lacrime agli occhi, il guerriero si alzò e se ne andò, uscendo dall'enorme portone scorrevole.

    [...]


    Erano trascorsi mesi da quella promessa. I preparativi avevano rubato parecchio tempo, ma ora che erano stati ultimati e controllati dall'Anziano, i piani della famiglia Nomura furono messi in moto.

    Jou Satoshi si era fatto un nome a Suna, sopratutto in periferia, dove era cresciuto.
    Non era considerato un criminale, un malavitoso, una persona in grado di danneggiare il villaggio, ma si era guadagnato la nomea di un ninja con strani interessi. La rete di spie costruita dai Nomura lo avevano adocchiato per questo. La sua abilità con la spada non era stata nemmeno considerata.
    Un Venerdì di autunno, in qualunque luogo egli fosse stato, alle 15 un monaco si sarebbe avvicinato a lui con una busta bianca in mano. Vestiva un lungo abito bianco con una corda rossa stretta attorno ai fianchi. Non aveva né un coprifronte né uno stemma visibile. Completamente calvo, con due grandi occhi blu mare, freddi come il ghiaccio, egli porse la lettera al ninja.
    Lei è Jou Satoshi. Non una domanda. Un'affermazione.
    Legga e mi dica se è disposto ad accettare le condizioni.
    Con la mano libera, il monaco spostò di poco il lembo del suo vestito. Sotto il suo tessuto bianco, il Genin avrebbe intravisto due wakizashi.
    Nella missiva erano state scritte poche parole.

    CITAZIONE

    Sei stato scelto per una missione per conto di una potente famiglia di Suna.
    Avrai a che fare con un' attività illegale, di tuo interesse secondo la nostra rete di spie.
    Se accetterai, noi non dimenticheremo il tuo aiuto.






    Qualora Jou avesse rifiutato l'incarico, le labbra del monaco si sarebbero deformate in una smorfia di disappunto.
    Peccato.Se ne sarebbe andato, senza dire altro. Il prezzo da pagare per quel rifiuto sarebbe stato chiaro negli anni a venire e lì Satoshi si sarebbe pentito della risposta data.

    Se Jou avesse accettato il compito, il monaco avrebbe esclamato:
    Raggiungi le porte di Sanbashi. Tra due giorni. Ore 10. Se ne sarebbe andato dopo aver ripreso la lettera, scomparendo tra i vicoli del villaggio.
    Se dopo le quarantotto ore, il Genin si fosse fatto trovare a Sanbashi, avamposto sunese situato nel mare dorato dell'Anarouch, egli avrebbe trovato il monaco ad attenderlo davanti al Gate d'ingresso.
    Non ci sarebbero stati saluti o abbracci ad attenderlo. L'uomo lo avrebbe invitato ad appoggiare la mano sulla sua spalla. Eseguita quella semplice richiesta, lo strano individuo dei Nomura avrebbe unito le proprie mani nel sigillo della Capra. [TA]Tecnica del Teletrasporto Potenziato
    Villaggio: Generico
    Posizioni Magiche: Capra (1)
    L'utilizzatore può viaggiare attraverso lo spazio entro 1 km, è necessario conoscere il luogo d'arrivo. A terra, alla partenza o all'arrivo, possono essere lasciati dei frammenti elementali a scelta. Il viaggio durerà circa un secondo. Il punto d'arrivo non deve essere occupato da altra sostanza solida o liquida, né deve essere presente entro 6 metri una discreta fonte di chakra. È possibile portare altri ninja con se al costo extra pari a Mediobasso ognuno. Dopo aver attivato la tecnica, l'utilizzatore non può compiere altre azioni offensive: il round termina.
    Tipo: Ninjutsu - Ninpou
    (Consumo: Alto)
    [Da chunin in su]


    Scomparirono entrambi.

    [...]



    Apparvero al centro di un'enorme sala, in un turbinio di fiamme, a pochi passi dal trono in marmo in cui l'Anziano aveva giurato vendetta.
    L'uomo a capo dei Nomura sedeva lì e guardava i presenti con la sua solita espressione fredda e calcolatrice. Nemmeno l'arrivo di Jou e del monaco lo destò dalla sua concentrazione.
    La luce proveniente dalla vetrata installata alle spalle dello scranno illuminava tutti i presenti, lasciando nell'ombra i quattro angoli dell'enorme salone.
    Il monaco si inginocchiò, appoggiando entrambe le ginocchia a terra. Piegò il busto in avanti fino a toccare il pavimento con il naso.
    Mio signore. Mormorò.
    Alla destra di Jou, vi era un uomo alto quasi due metri, con dei strani simboli sul volto , avvolto in un lungo abito nero. Lo guardava con espressione glaciale e distaccata.

    Siete stati invitati qui per vendicare un attacco subito dalla mia famiglia. Tuonò l'anziano. Aveva mantenuto la calma per troppo tempo. L'ora della vendetta era giunta.
    Mia figlia è stata avvelenata. Ringhiò.
    E non possiamo rivolgerci alle istituzioni sunesi. Chissà in quali affari si erano immischiati i Nomura. Se nella loro casa vi era un esponente dei Fiori, qualcosa potete immaginare.
    Perciò sarete voi a realizzare la nostra vendetta.
    Puntò il suo sguardo verso Jou Satoshi.
    Ti occuperai della realizzazione di un tonico per rinvigorire la mia amata figlia mentre tu, Oleandro, ti occuperai del veleno per compiere la mia vendetta. Avevano accettato le condizioni. Da lì sarebbero usciti dopo aver portato al termine il lavoro. Vi era una seconda opzione, meno piacevole rispetto alla prima. Morte.
    Namae, conosciuto come Oleandro di Ame, annuì. Si domandò chi fosse quello strambo sunese apparso alla sua sinistra.

    Domande?


     
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    La Vendetta dei Nomura


    Post I°




    La lotta per la sopravvivenza, spintonate, urla, schiamazzi, furti: il mercato di SunaDue di quello e uno di quello per favore! Disse indicando due tipi di pietanze al bancone dei dolci Ho detto di quello, non di questo! Ah, e del burro anche! La commerciante era chiaramente frustrata e rintontita dal caos del mercato quel venerdì pomeriggio, a malapena ci si riusciva a parlare da un metro di distanza. Era pomeriggio presto, forse le 15 e Jou in uno dei suoi pochi giorni liberi si era deciso a cucinare una torta quella sera, una torta mooolto speciale. Era venuto a sapere leggendo dei libri che le piantine che tanto amava e che coltivava in piccola quantità a casa, oltre che a fumarle si potevano anche cucinare in torte, biscotti o muffin. Ci si poteva fare veramente di tutto. E quindi decise di provare. Uscì appunto per andare a prendere i pochi ingredienti che gli mancavano, e una volta presi in quella rissa generale che era il mercato, potè tornare indietro a casa e dedicarsi ai fornelli.
    Per le strade di suna il sole batteva davvero forte e il caldo era quasi insopportabile, se non fosse che Jou ci era nato e cresciuto lì dentro a quella cinta di mura, e per lui era quasi il clima ideale. Se ne camminava a testa alta guardando il cielo e fumando una sigaretta, quando quasi non andò a sbattere contro un vecchietto apparso dal nulla che gli bloccava la strada Eh... scusa vecchio Il signore non si scompose di una virgola e sembrava avercela proprio con l'afro: poi fece il suo nome e gli porse una lettera Per me? Ah, grazie Prese la lettera in mano e in un paio di secondi la lesse. La rilesse altre 5 volte prima di ridarla al vecchietto.

    Non sapeva cosa di quella lettera lo stupisse di più: il fatto che una potente famiglia di Suna lo richiedeva espressamente? Che si trattasse di una questione illegale? O che per non sa quanto tempo ha avuto delle spie che lo seguivano e appunto lo spiavano? Jou non aveva nulla da nascondere, se non appunto la sua piccola coltivazione di semi particolari: per lui erano piante quasi mediche e utilissime per l'uomo, ma sapeva che l'opinione pubblica non era proprio a favore. Che parlassero di quelle attività illegali?
    Era abbastanza confuso, ma la situazione lo interessava molto. Poteva conoscere gente importante che magari avrebbe apprezzato le sue piantine, e quello avrebbe significato soldi e possibilità di sviluppare ancora di più quella sua passione. Non si sentiva per niente un criminale o un ladro, era semplicemente un giovane ragazzo shinobi con forse qualche passione sbagliata.

    Fece due grossi boffi di sigaretta e buttò fuori quasi tutto il fumo addosso al vecchietto, poi lo guardò in faccia Ma si dai accetto, quando e dove? Raggiungi le porte di Sanbashi. Tra due giorni. Ore 10. Perfetto. Ciao vecchio ci vediamo dopo domani! A quel punto si voltò dando le spalle al vecchietto, se non che non capì una cosa Aspetta, 10 di mattina o di sera?! Ma ormai fu troppo tardi, il vecchietto era scomparso in men che non si dica, e così Jou si ritrovò spiazzato Maledizione, mi toccherà andare lì dal mattino, sperando che non sia di sera...

    [...]

    I due giorni erano passati e Jou, dopo essere partito in piena notte, si ritrovò finalmente all'ingresso si Sanbashi, l'ultimo avamposto prima dell'infinito deserto dell'Anauroch. Viaggiare di notte nel deserto non era mai stato un problema per Jou, anzi preferiva per l'assenza del caldo soffocante presente durante il giorno: ma ormai che la mattina era inoltrata e il sole caldo Jou riprese a sudare e a puzzare come al solito Speriamo non mi tocchi fare i salti mortali che non voglio sudare troppo, non ho portato il cambio... In lontananza vide il vecchietto di due giorni prima che lo stava aspettando all'ingresso dell'avamposto. Jou lo salutò da lontano ma lui non rispose e rimase immobile ad aspettarlo. Quando il sunese gli arrivò davanti il vecchio subito lo invitò a poggiargli la mano sulla spalla Ti devo dare una pacca? Ciao vecchio tutto bene? Si aspettò di ricevere un saluto da parte dell'altro ma così non fu, perchè ciò che accadde appena Jou appoggiò la mano sulla spalla ebbe dell'inaspettato. Svanirono

    Quando finalmente Jou sentì di avere un pavimento sotto ai piedi e capì di non essere stato ammazzato aprì gli occhi, e quello che vide a primo impatto fu una stanza piuttosto buia con un trono davanti a sè. Ci mise qualche secondo a far sì che i suoi occhi si abituassero a quella luce, ma piano piano tutte le linee e le persone in quella stanza furono più chiari e distinti: affianco a sè c'era il vecchietto messaggero, prostatosi davanti all'uomo che sedeva sul trono, persona a quanto pare importante visto che veniva chiamato dal vecchio "mio signore". Notò anche che qualche metro più distante c'era in piedi un uomo piuttosto alto e incappucciato; grazie alla luce delle fiamme delle torce Jou potè vedergli il volto tatuato. Non aveva di certo un'espressione rassicurante.

    Poi l'uomo seduto sul trono iniziò a parlare con la sua voce forte e autoritaria e spiegò così ai presenti perchè erano stati chiamati lì: in pratica la figlia di questo signore era stata avvelenata e lui cercava vendetta. Sembrava una situazione abbastanza strana e abbastanza particolare, visto che chiedevano l'aiuto di Jou per creare un tonico in grado di ridare forze ed energie alla povera ragazza avvelenata. Allora avevo proprio ragione... la mia erbetta diventerà famosa! In testa si era fatto la sua idea di quello che stava succedendo e finalmente Jou capì il vero motivo del perchè fosse li: quest'uomo imponente che li aveva richiesti doveva per forza essere il capo della potente famiglia di Suna di cui parlava la lettera e a quanto pare era in mezzo a giri loschi che gli permettevano di chiedere aiuto alle autorità. Lui voleva vendetta personale, e Jou e quell'altro tizio a quanto pare sarebbero stati i suoi mercenari. L'afro era molto divertito per la situazione, soprattutto perchè avrebbe potuto far provare le sue erbe a nuova gente, e se tutto fosse andato bene si sarebbe pure graziato dei tipi importanti. Fortuna che mi sono portato la mia solita bustina. Dovrebbe bastarci Si perchè Jou non era scemo, e aveva deciso di presentarsi a questo appuntamento malavitoso con addietro la sua merce.
    Alla richiesta di domande l'afro non si fece scappare l'occasione Guardi signore per me va benissimo e anzi sono onorato che mi abbiate convocato. Però la mia domanda è questa: sapete bene di che mi occupo io vero? Non ho nessun problema a far riprendere sua figlia, ma lo sa che il mio non è proprio il metodo più ortodosso e utilizzato? Assicuro la mia efficacia, ma mi voglio assicurare che voi sappiate anche che è tutta roba naturale ma mai stata analizzata, io mi fido del mio fiuto e della mia vista per queste cose.
     
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    Incomprensioni- Triturazione Ingredienti


    Chapter I - Paese del Vento



    Il tuo prodotto non mi interessa. Lo liquidò, disgustato all'idea di somministrare alla sua amata figlia una sostanza non testata, prodotta dall'ultimo dei Genin di periferia. Preparerai il farmaco seguendo una ricetta ben precisa e piuttosto complessa. La troverai nel laboratorio che condividerai con lui. Indicò Namae con un cenno del capo. Il suo tono di voce che non ammetteva repliche o lamentele. Pochi ninja avevano la stoffa per controbattere agli ordini dell'Anziano.

    Il Genin sunese non poteva saperlo, ma aveva attirato l'attenzione di un ninja molto particolare. L'Oleandro posò il suo sguardo su di lui, scrutandolo da capo a piedi, dubbioso sul da farsi.
    I Fiori non tolleravano alcuna concorrenza e non si facevano scrupoli ad uccidere nel peggiore dei modi anche piccoli produttori locali, amanti del giardinaggio e della chimica.
    Decise di pensarci dopo. Era stato pagato per realizzare quel veleno e lui l'avrebbe fatto senza fiatare, garantendo a parità di prezzo la più alta qualità raggiungibile dal composto. Aver vissuto per quasi un anno nella Serra di Lord Goemon aveva avuto i suoi vantaggi.

    Avete quattro ore. In bocca al lupo. Ritornò al suo scranno.

    Il monaco alzò la testa. Lame di luce colpirono il suo capo privo di capelli.
    Mano sulla spalla per piacere. Mormorò, posizionandosi tra Namae e Jou. La vita dei Nomura si consumava nel massimo riserbo. Pochi ninja di Suna potevano dichiarare di aver visitato qualche stanza della loro villa.
    Gli ospiti meno influenti venivano sballottati a destra e a sinistra mediante tecnica del teletrasporto.



    [...]




    Comparirono al centro di un enorme laboratorio, situato a meno di cinquanta metri dalla sala di ricevimento.
    Di area rettangolare, con una larghezza di dieci metri e una lunghezza di trenta, la stanza conteneva diversi armadi, un boccione pieno di acqua, delle sedie, alcuni grandi macchinari e due fila di tavoli su cui erano stati posizionati utensili e ingredienti. Le pareti bianche color neve erano state verniciate da poco e il pavimento in mattonelle panna era splendente. Sopra ciascun tavolo da lavoro, qualcuno aveva scritto i loro nomi.
    Qui c'è tutto ciò di cui avete bisogno. Avanzò, mostrando ai due uomini ciò che la famiglia Nomura aveva messo in piedi per la loro impresa.
    A Satoshi toccò il tavolo di sinistra, situato vicino alla porta in legno marrone chiaro. Davanti a dei becker lucidi come cristalli, vi era un grosso libro rilegato in pelle di cervo, con un segnalibro rosso.
    Tonici e farmaci, edizione 0014.
    Era un vecchio testo impolverato, con le pagine ingiallite e con un' odore molto diverso da quello della carta. Chissà in quale biblioteca sperduta nel continente ninja l'anziano aveva scovato quel tomo.

    Dopo aver parlato con Namae nel suo angolo di lavoro, il monaco lasciò la stanza. Erano soli, liberi di parlare seppur con un lavoro da portare avanti.
    Aperto il libro sul segnalibro, Jou avrebbe potuto leggere semplici istruzioni contenute in un elenco puntato.

    CITAZIONE


    Trita 30 g di Bridio con il mortaio mantenendo per almeno dieci minuti un movimento circolare.
    Inserisci nell'acqua distillata.
    Far bollire
    ....


    Seguivano altre indicazioni.
    L'erba menzionata dal tomo era contenuta in un ampolla di vetro marrone, a pochi centimetri da una piastra elettrica nuova di zecca e da un paio di guanti in lattice, sottili e comodi. L'etichetta riportava a caratteri piccola la parola Bridio. Aveva foglie verdi larghe, lisce e sottili. Sui suoi gambi non vi erano spine o fiori. Aveva un profumo tutto suo, molto particolare e diverso dalla cannabis, di cui Jou era appassionato. Il mortaio era lì, insieme a una grande brocca colma di acqua distillata.
    Stava a lui mettersi all'opera.

    Dall'altra parte, Namae aveva il suo gran da fare, ma sarebbe stato più che felice di scambiare qualche parola.
    Il sunese aveva la sua attenzione.



     
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    La vendetta dei Nomura


    Post II°




    Il signore che aveva davanti non batteva un ciglio, sembrava che non stesse nemmeno respirando, era completamente impassibile. Rispose a Jou con tono autorevole e quasi disgustato, segno che a lui di Jou non importava nulla, poteva esserci qualsiasi altra persona al suo posto se non fosse stato che la sua rete di spie gli avesse suggerito proprio il Satoshi. Aveva 4 ore per preparare un tonico con una ricetta mai utilizzata: se non lo avevano chiamato per testare la sua erba, perchè avevano volto proprio lui? Volevano testarlo? Bah, l'afro fece un cenno con la testa quasi menefreghista: ci avrebbe pensato lui a far riprendere la piccola e innocente figlia dell'anziano.
    Certo che sto qua ha una faccia da mica normale Pensò guardando Namae, alto qualche centimetro più di lui ma decisamente più possente di stazza. E poi quei tatuaggi sulla faccia erano molto particolari e lo incuriosivano abbastanza. Il Vecchio si alzò e si avvicino ai due piccoli chimici esortandoli ad appoggiare la mano sulla sua spalla, un'altra volta. A Jou era chiaro che si sarebbero teletrasportati a momenti, quindi si guardò un'ultima volta intorno in quella stanza buia e misteriosa, poi incrociò lo sguardo con il Signore un'ultima volta: gli fece un sorriso, forse un po' prendendolo anche in giro, e poi sparì.

    I tre arrivarono in un laboratorio enorme in pochi attimi: sembrava un vero e proprio laboratorio di un'azienda chimica, c'erano becker, contenitori, fialette, fornelletti, tutto ciò che poteva servire per preparazioni chimiche di veleni, tonici e qualsiasi cosa si possa creare chimicamente. Jou non era mai stato in posto simile e quasi si sentì spaesato all'inizio, non avendo idea di cosa fossero metà di quelle cose. Era abituato alla sua casetta con i suoi tre strumentini con cui ogni tanto faceva qualche esperimento.
    Gli venne presentata il suo tavolo da lavoro, sopra c'era scritto il suo nome, e vi erano appoggiati sopra un tomo, dei becker, un'ampolla, un mortaio e una botte di acqua distillata. Il vecchio dopo che mostrò il luogo di lavoro dei due tirocinanti se ne andò lasciandoli soli Uhhh finalmente se n'è andato... Disse stiracchiandosi la schiena e togliendosi il kimono che indossava Scusa ma io prima di iniziare mi fumo una sigaretta che tutto questo teletrasporto mi ha un po' scombussolato. Mi metto là nell'angolino così non ti disturbo va bene? Prese una sedia e si mise seduto nell'angolo più vicino della stanza, lasciandogli così la possibilità di poter parlare con il suo compagno di malefatte Piacere, Jou SatoshiNon notava nessun coprifronte, nessun riconoscimento di essere un ninja dell'accademia. Effettivamente Jou non si era andato ad infilare in una cosa propriamente legale, quindi ci stava che in quella circostanza potesse conoscere persone che normalmente non avrebbe conosciuto. Continuò a fumare la sigaretta, poi quando la finì la buttò a terra e la schiacciò con il piede. Poi si sfilò il coprifronte di Suna e se lo mise in tasca, per il momento Uff, fa caldo qua dentro. Adesso vedo di darmi da fare! Tornò alla sua postazione osservando le cose che aveva a disposizione Quindi tu ti occupi di veleni giusto? Cercava di fare comunque un po' di conversazione mentre con gli occhi fissi sul tavolo aprì il tomo che aveva davanti Ma tu poi li conosci questi qui? Il segnalibro portava ad una pagina con una ricetta sopra e delle istruzioni per la procedura di composizione del tonico. Aveva tutto ciò che gli serviva e anche tempo in abbondanza, ma seguire alla lettera le istruzioni sarebbe stata solo una perdita di tempo; gli spuntò una smorfia divertita in faccia.
    Aprì l'ampolla marrone e ne fuoriuscì un odore molto forte ma molto piacevole, le foglie erano grandi e belle luminose, segno che erano o state prese da poco comunque conservate in ottimo stato E quindi questo sarebbe il Bridio eh... molto carina e profumata come pianta Quindi Jou si mise i guanti di lattice, pesò 30 gr di bridio e iniziò a tritarlo con il mortaio per almeno 10 minuti, 10 minuti luuugnhi noiosi e stancanti; doveva mantenere lo stesso movimento e pressare con la stessa forza per almeno dieci minuti, e solo aver maciullato quelle foglie sarebbe avrebbe potuto proseguire Ahhh che bell'idea che mi è venuta! Oggi mi divertirò proprio Dopo aver pensato ciò prese la sua bustina di erba e la mise sul bancone affianco all'ampolla contenente il Bridio Ah tranquilla che di te non mi scordo bella mia Sta davvero parlando con dell'erba?

    Nel frattempo anche l'Oleandro avrebbe potuto constatare che la famiglia Nomura aveva pensato anche a lui oltre che a Jou. Il suo bancone era posto davanti a quello del sunese ma sopra di esso chiaramente non c'erano gli stessi materiali che Jou doveva utilizzare. Sul bancone erano messe in fila 5 ampolle con ognuna un ingrediente diverso all'interno e un etichetta che lo denominava: Cicuta, panta con foglie molto grandi e fiori bianchi molto piccoli; Aconite, un gambo con diversi fiori di color viola attaccati; Belladonna, un ramoscello con diverse bacche nere attaccate; Noce Metella, erano solo i fiori ed erano a forma di tromba con un colore bianco sfumato viola; Colchico, fiore con sei petali di colore lilla.
    Attorno alle 5 ampolle c'erano tutti gli strumenti necessari per l'estrazione e la lavorazione delle tossine di quei fiori velenosi. In mezzo al bancone invece era stata appoggiata una lettera

    CITAZIONE
    Oleandro di Ame questi sono i fiori che abbiamo scelto per te. Ovviamente da tutti e cinque si può ricavare un veleno mortale. A te la scelta se usarli tutti e 5 insieme o fare dall'altro, ci hanno detto di fidarci di te. Tieni un occhio sul ragazzo di Suna



    Edited by Ersapo - 9/12/2018, 17:18
     
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    Miscelare non è una buona cosa / Oleandro brutta compagnia


    Chapter II - Paese del Vento



    Catapultato in una stanza sotterranea del maniero, Namae si guardò intorno stupito di ciò che i Nomura erano riusciti a organizzare in così poco tempo. Erano in un vero laboratorio di chimica, con macchinari, strumenti di alta qualità e tutto ciò che era necessario per produrre dell'ottima droga. Forse, al suo ritorno ad Amegakure, egli avrebbe dovuto informare i suoi capi che quella famiglia Suna poteva rivelarsi un problema. L'aver costruito un centro di quella portata era una dichiarazione di sfida ai Fiori.

    Quando il vecchio monaco si tolse dalle scatole, lasciando soli i due aspiranti chimici, Namae ascoltò con interesse le parole del giovane sunese.

    Fai senza problemi. Rispose, estraendo dal suo lungo abito un ampolla colma di whisky. Ognuno ha i suoi riti. Aggiunse, ghignando. Abituato al forte bruciore di quel liquido ambrato, Namae ne bevve due sorsi.
    Appoggiò le mani sul suo tavolo di lavoro. Davanti a sé vi era un biglietto e diverse piante di cui conosceva ampiamente le proprietà.

    Rivelare il suo vero nome era fuori discussione. Impiegò almeno dieci secondi per decidere se rendere noto il suo soprannome a quel pivello. Alla fine, per la sicurezza dello Satoshi, Namae decise di non presentarsi. Quel ninja era un accademico e poco importava se produceva o smerciava della roba. Poteva danneggiarlo e in quel caso avrebbe dovuto ucciderlo.
    Gli omicidi rallentano gli affari.
    Piacere mio Satoshi. Presi il contenitore dell'aconite e un mortaio con cui ridurre in polvere i fiori viola della pianta e le sue foglie verdi smeraldo.

    CITAZIONE
    Quindi tu ti occupi di veleni giusto?

    Sorrise. La mosca si stava avvicinando alla tela del ragno e ben presto, con altre domande, avrebbe rischiato di imbrigliarsi su di essa. Scappare poi sarebbe stato impossibile.
    Sono un semplice mercante. Vendo ciò che gli altri sono più disposti a comprare. Mi voltai verso di lui, curioso di scrutarne la reazione. Mi bastava uno sguardo per capire se il suo piccolo cervello fosse riuscito a collegarlo ai Fiori di Ame.

    E mi hanno pagato per essere qui. Pagheranno anche te, presumo. Continuò a pestare l'aconite, con forza sempre maggiore, stando attento a non spaccare gli utensili.
    Vide con chiarezza una busta di erba al suo fianco. Ad Amegakure quella roba veniva smerciata ai bambini di dieci anni. A undici erano già pronti per le sostanze vere, ma come diceva un suo collega nella serra di Lord Goemon: il primo amore non si dimentica mai.
    Riusciva a percepirne l'odore, o forse era solo una sua impressione.
    Quando vide il giovane Jou aggiungere i fiori di cannabis al Bridio, Namae inclinò il capo, curioso di sapere cosa avesse intenzione di fare.
    Bollire la miscela sarebbe stato un errore gravissimo.
    I fumi generati dalle due sostanze si sarebbero mescolate e dopo l'inalazione avrebbero interferito con i recettori del suo cervello.
    Con le poche conoscenze acquisite da Namae nei suoi mesi di lavoro in serra, probabilmente Jou avrebbe iniziato a provare una sensazione strana..
    Doveva andare avanti nella preparazione del farmaco, sperando che l'immissione di cannabis nella soluzione non avesse già mandato in fumo la bontà del tonico.
    Nella pagina successiva vi erano due istruzioni.

    CITAZIONE

    Prendi un capillare e calcola la quantità di gocce di acido acetico da inserire. Attenzione ai suoi vapori corrosivi.


    Seguivano altre dieci indicazioni di pericolo e sotto di esse, in penna rossa, vi era una semplice formula matematica da risolvere.

    CITAZIONE

    30g: x =1g : 0.05g


    L'ampolla con una ventosa utile per il prelievo del liquido era situata alla destra di Jou, vicino a una maschera con filtro aria incorporato. La sostanza da prelevare era trasparente e piuttosto densa.

    CITAZIONE

    Inserire nel capillare 2g di "terra di fullet".




    Per i novizi, quella polvere era uno dei principali ingredienti per gli antidoti più usati contro una vasta gamma di potenti erbicidi.
    A prova di stupido, il contenitore era stato posizionato proprio affianco all'acido acetico. Sotto, vi era un cucchiaino di dimensioni molto ridotte, utile per travasare la sostanza solida.
    Per un Jou sano come un pesce, quei compiti sarebbero stati semplici da eseguire, ma se avesse messo a bollire la sostanza, inalandone i vapori, inserire il tutto all'interno di quel capillare di piccole dimensioni sarebbe stata una vera impresa.


    CITAZIONE

    Mescola e lascia riposare per dieci minuti.










    Edited by Roroo 2.0 - 9/12/2018, 16:13
     
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    La vendetta dei Nomura


    Post III°




    Il tipo con cui Jou doveva condividere il laboratorio a quanto pare non sembrava essere un tipo noioso e banale, anzi. Due cose colpirono l'occhio dell'afro immediatamente: la prima è che beveva whiskey, quindi era un libidinoso come appunto il sunese; la seconda è che non si presentò, Jou fece finta di niente ma se ne accorse perchè non è proprio una cosa comune non presentarsi. Jou sinceramente non aveva nulla da nascondere e non si pentiva di nulla quindi per lui rivelare il suo nome non era un grosso problema, ma a quanto pare il tatuato non era della stessa opinione. Si definì un mercante che a quanto pare se ne intendeva di veleni, ed era lì perchè pagato per essere in quel posto Ah beh allora due spicci li prentendo anche io alla fine di questa solfa eh... vedi di mettere una buona parola anche te magari eheheh

    Quindi Jou iniziò la preparazione per il suo tonico speciale. Dopo aver tritato per 10 minuti le foglie di Bridio e averle messe nell'acqua distillata, prese un'altra ciotola e un altro mortaio in cui ci rovesciò dentro metà dell'erba che si era portato da Suna. Iniziò a pestare anche quella, per renderla compatta e far uscire tutto l'olio contente il vero siero di quella speciale pianta. Ci mise meno di 10 minuti e tolta l'erba potè vedere come su tutte le pareti della ciotola c'era attaccata una sostanza appiccicosa. La raccolse tutta fino a farla diventare una pallina di color ambra per poi appoggiarla su un foglio sopra il tavolo, terribilmente vicino alla bollitrice...
    Tirò fuori l'ampolla con la soluzione di bridio e acqua distillata appena bollita e la lasciò raffreddare per qualche minuto. Il fato volle però che nel tirare fuori quell'ampolla, Jou mosse per sbaglio il foglio con sopra l'olio della sua erba e lo fece cadere nel bollitore: non se ne accorse, lasciando così che quella sostanza così pericolosa e particolare iniziasse a produrre fumi allucinogeni. I ragazzi non se ne accorsero immediatamente, ma nel giro di pochi minuti avrebbe iniziato a provocare i primi effetti.

    Nel mentre però l'afro continuò con la sua preparazione e lesse le istruzioni che seguivano. Fece una veloce equazione matematica e arrivò con il capire che doveva usare 1.5 g di acido acetico, che avrebbe iniziato un processo chimico a contatto con le foglie di bridio tritate e bollite, e quella poverina particolare con su l'etichetta "terra di fullet". Non gli risultò difficile arrivare a quel punto, tanto che dopo una mescolatina a quel composto e dopo averlo messo a riposare, pure Jou si sarebbe stravaccato sulla sedia più vicina a riposare Ahhh tutta questa meticolosità e precisione mi fanno venire il mal di testa ahahah come vorrei anche una bella birretta... Era completamente stravaccato e si sentiva come sciogliersi su quella sedia, i muscoli erano completamente sciolti e rilassati e la testa viaggiava in tutt'altro posto, che sicuramente non era quel laboratorio freddo e buio.

    Nel mentre Namae lavorava sul suo banco da lavoro tritando i fiori dell'aconite, che avrebbero rilasciato una sostanza gialla e appiccicosa, nettare del veleno che quella pianta poteva creare. Per l'Oleandro non vi erano fogliettini con istruzioni o quant'altro, a quanto pare la famiglia Nomura doveva davvero fidarsi di quel particolare individuo che si spacciava come semplice mercante.
    Ma il danno che Jou che aveva provocato avrebbe colpito anche il temibile Nukenin di Ame, facendolo tornare ai vecchi tempi da giovane quando si fumava le cannette tra i vicoli bui del villaggio della Pioggia. Non si sarebbe allarmato più di tanto, quella sostanza che Jou aveva estratto e che senza volere aveva messo nel bollitore emanava un fumo dall'odore moto piacevole che quasi si riusciva ad ignorare, se non che in pochi minuti avrebbe colpito il cervello di entrambi. L'afro era già cotto e stava già viaggiando per i suoi mondi immaginari, e anche Namae inizialmente si sarebbe sentito ogni muscolo del corpo sciogliersi e avrebbe avuto bisogno di sedersi. Solo in quel momento il suo cervello avrebbe deciso di fargli un brutto scherzetto.
    Iniziò a sentire come una presenza malvagia e angosciante in quella stanza, una presenza tremendamente inquietante che non aveva una spiegazione logica: erano soli in quel laboratorio, lui e Jou.
    Poi l'afro scomparve, non era più in quel laboratorio. E poi anche il laboratorio venne a mancare, e così divenne una stanza completamente buia Namae... Una voce si fece sentire insieme a dei passi Sei veramente ridicolo... I passi si fecero sempre più vicini ma l'Oleandro non potè capire da che parte arrivavano Neanche avessi più 15 anni... Poteva sentire come quella voce era una voce critica e arrabbiata, come se fosse di qualcuno che lo conoscesse Te l'avranno sciuramente detto come li tratto io quelli che lavorano come te... Namae finalmente potè sentire a presenza di qualcuno alla sua destra, e una volta giratosi avrebbe notato una figura stranissima parlargli
    ade
    Non pensavo di conoscerti in una situazione del genere... ma lo sai benissimo come andrà finire questa situazione Sbarrò gli inquietanti occhi gialli e il fuoco blu sulla sua testa si fece più vivo e più acceso.
    Cosa avrebbe fatto e pensato l'Oleandro in quella situazione così irreale?
     
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    Jou combina guai/ Fumi allucinogeni


    Chapter IV - Paese del Vento



    L'aconite offerta dai Nomura era di ottima qualità. La sostanza lattiginosa tipica della pianta emerse dalle foglie senza l'aggiunta di elementi esterni. Tre grammi di quella "melma" erano più che sufficienti per uccidere un uomo in meno di un ora.
    Per evitare l'assunzione accidentale tramite contatto, Namae s'infilò i guanti.
    Si guardò intorno, alla ricerca di qualcosa in grado di veicolare il veleno all'interno dell'organismo della vittima. Su uno scaffale sembrava esserci ciò che stava cercando. Si avvicinò ad esso, lanciando una rapida occhiata al sunese che intanto si era stravaccato su una sedia. Lord Goemon preferiva l'utilizzo di acqua, grassi di natura sconosciuta o liquori, ma lì, non sembrava esserci nulla di tutto ciò.
    Grasso di maiale.Iniziò a percepire un rilassamento dei muscoli delle gambe.
    Forse questo andrà bene...
    Prese il contenitore di grasso animale tra le mani, perplesso per lo strano comportamento del suo corpo.
    Dalle spalle, uno strano formicolio era sceso fino all'avambraccio e alle dita, diminuendo drasticamente la sua forza muscolare. Riuscì ad appoggiare appena in tempo il grasso sul tavolo di lavoro. Si sedette su una sedia, con le mani sul volto.
    Devo lavorare... Con tutta quella sonnolenza che aveva iniziato ad annebbiare la sua mente, Namae avrebbe voluto dormire per giorni sul suo letto ad Amegakure. All'improvviso la temperatura della stanza scese di molto e la schiena di Namae fu percorsa da numerosi brividi.
    Aveva percepito dei passi dietro di sé.
    Si voltò di scatto...e lo vide.
    Un uomo più alto di lui, pallido in volto, con il mento a punta e i capelli blu scuro. Indossava un lungo abito nero pece.
    CITAZIONE
    Namae...
    Sei veramente ridicolo...
    Neanche avessi più 15 anni...

    Il suo pensiero volò a Lord Goemon. Era lui? No, non poteva essere, come era riuscito a raggiungere la dimora dei Nomura senza farsi scoprire? Sopratutto, quali motivi lo avevano spinto ad abbandonare Amegakure? Il suo nome era leggenda tra i Fiori e nessuno (o quasi) aveva avuto l'onore di essere ricevuti dal Principe della Perdizione.
    Non sei tu... Doveva essere il prodotto di un allucinogeno, causa dell'eccessivo rilassamento del suo corpo.
    Puntò il suo sguardo oltre l'oscura figura. Sul tavolo del sunese qualcosa bolliva...qualcosa che aveva respirato per minuti.


    CITAZIONE
    Te l'avranno sciuramente detto come li tratto io quelli che lavorano come te.

    Impalati vivi e bruciati. Pensò, mordendosi la lingua.
    Pur sapendo che quell'individuo fosse un allucinazione, la sua mente non voleva piegarsi a quell'idea. Una parte di sè credeva fosse realmente lui.
    Perché mostrarsi anche al sunese? Chiese aiuto alla sua seconda personalità, ma non rispose, o forse lo fece.
    In preda alla disperazione e all'incertezza, Namae si alzò e si diresse verso il banco. Aprì il barattolo contenente il grasso di maiale, utilizzato fin dall'antichità per mantenere "vivo" il principio attivo.
    CITAZIONE
    Non pensavo di conoscerti in una situazione del genere... ma lo sai benissimo come andrà finire questa situazione.

    Finirò di lavorare anche in questa condizione. Disse, con difficoltà.
    Seppur scettico, egli aveva ceduto all'idea che quell'uomo fosse Lord Goemon.
    Si avvicinò al banco e continuò a lavorare, chiedendo "scusa" almeno duecento volte.
    Con la vista sfocata, i muscoli rilassati, egli si preparò a mescolare la sostanza lattiginosa al grasso. In futuro, i Nomura avrebbero potuto spalmare l'unguento velenoso su un semplice oggetto. Tramite contatto, il principio attivo sarebbe penetrato nei muscoli del malcapitato, invalidando il suo sistema respiratorio in meno di un ora.

    [...]



    Poco più in là, seduto a quattro di spade su una sedia scomoda, Jou riposava.
    Privo di pensieri e preoccupazioni, la mente e ogni muscolo del suo corpo erano completamente sciolti. Ben presto però, anche lui avrebbe avuto il suo bel da fare.
    Da dietro un muro di becker, ampolle e alambicchi per la distillazione, una voce femminile echeggiò nella stanza. Solo Jou avrebbe udito quelle parole cariche di odio e disprezzo.
    Non riesci a separarti da quella roba. Era la voce di Saru, la Genin della Sabbia con cui Jou aveva stretto un fore legame di amicizia. Indipendentemente dalla sua posizione, il ragazzo non sarebbe riuscito a notarla per almeno dieci secondi, dopo di che, a cinque metri dalla sua posizione, la kunoichi sarebbe comparsa agli occhi dello spadaccino.
    Sebbene quest'ultima avesse l'aspetto di Saru, i suoi occhi celavano una malvagità e un odio paragonabile a quello di un Bjuu. Fissava il ragazzo con profonda rabbia.
    Ma oggi dovrai dirle addio. Dall'interno del suo lungo abito rosso fuoco, la ragazza sguainò una wakizashi. Sulla lama vi era del sangue liquido. Aveva ucciso le guardie del maniero?
    La ragazza tracciò un fuunjutsu direttamente sul piatto dell'arma. Come per magia, quest'ultima s'infiammò, riscaldando tutto l'ambiente.
    Il calore e la luce sarebbero stati reali per il povero Jou.
    Ti ucciderò...anche a costo di diventare una Nukenin.
    E Jou avrebbe capito che la donna faceva sul serio: con un fendente dal basso verso l'alto, una lingua di fuoco si sarebe diretta verso il suo volto, come un colpo di frusta. [Slot Azione]Velocità 450
    Potenza 15 + Ustione Leggera
    La fiamma che si avvicina a te è sottile come una frusta.


    Ragazzo devi darti da fare. Indipendentemente dall'esito dell'attacco, una voce autorevole giunse alle orecchie del Genin prima che quest'ultimo o la kunoichi iniziassero a distruggere l'intero laboratorio.
    Era l'Anziano. Lo fissava minaccioso nel punto in cui il monaco era scomparso qualche minuto prima.
    Rimettiti subito al lavoro come il tuo collega.
    La Saru si sarebbe fermata, dando modo al Genin di potersi avvicinare al banco e riprendere il lavoro.
    Concentrarsi con alle spalle una kunoichi pronta a farti a fettine non sarebbe stato semplice.

     
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    La Vendetta dei Nomura


    Post IV




    Divertito e sorridente Jou se ne stava beato a dondolare sulla sua sedia aspettando che il composto appena creato si solidificasse il tanto da poter essere malleabile. Si accese una sigaretta e si godette l'effetto che inconsciamente i fumi dell'erba, che per sbaglio aveva iniziato a bollire, gli stavano provocando sul suo corpo. Stava facendo uno dei suoi viaggi mentali e ignorò completamente Namae alle sue spalle, alle prese con i primi deliri e allucinazioni che da lì a poco avrebbero colpito anche l'afro, quando una voce rieccheggiò nella stanza.
    Una voce tremendamente familiare.
    Una voce che non poteva essere lì.

    Non riesci a separarti da quella roba.


    Jou venne colto alla sorpresa e di scattò atterrò a terra con la sedia facendo rumore e buttò la sigaretta per terra, spegnendola sotto al piede. La sua fu una reazione spontanea al sentire quella voce, senza dubbio la voce di Saru, sua cara amica. I due erano buoni amici e compagni di missione e Saru era solita ad imprecare addosso al malcapitato Jou, che aveva coltivato quasi un timore nelle sfuriate dell'amica. Non che era veramente pericolosa, ma quando si incazzava faceva venire molta soggezione. Ma soprattutto era abbastanza contraria al vizio di Jou di fumare erba, oggetto spesso di discussioni che si concludevano con Jou preso a pugni dalla rossa.
    Ecco perchè era scattato istintivamente, perchè aveva paura che Saru avesse scoperto qualcosa e quindi fosse incazzata con l'Afro. Spuntò da dietro uno dei tavoloni del laboratorio, incazzata come non mai

    Nono senti Saru non è come pensi... Jou indietreggiò di qualche passo andando poi a scontarsi contro un altro tavolo, impedendogli di indietreggiare ancora.
    Completamente appoggiato al tavolo con le mani che ne afferravano i bordi Jou osservava Saru avanzare: i suoi occhi erano colore rosso fuoco e i suoi capelli quasi fluttuavano in aria, come se posseduta da qualcosa Saru è tutto un grandissimo fraintendimento. Usciamo da qui, tu ti calmi un pochino e ne parliamo... Cercava di parlarle per poter avere una conversazione che magari avrebbe potuto salvarlo dalla sua ira, ma la ragazza non sembrava rispondere. Continuò la sua avanzata sguainando una wakizashi e circondandola di fuoco No guarda non vedo il motivo per arrabbiarsi così tanto... è solo per fare due spiccioli... Saru... secondo me sta esagerando un pochino...

    Ti ucciderò...anche a costo di diventare una Nukenin


    Non pensava la ragazza potesse arrivare a tanto e infatti si trovò impreparato in quella situazione. Cosa fare, estrarre la spada e combatterla? Continuare a cercare un dialogo? Che cazzo di situazione di merda, quella non sembrava nemmeno essere Saru, era così... malvagia. Saru non avrebbe mai cercato di uccidere Jou. O così pensava.
    Fatto sta che la ragazza sembrava avere le idee chiari e rapida sferrò un fendente con la sua spada infuocata, da cuì ne uscì una fiammata a forma di frusta che avrebbe certamente fatto male al genin.
    Era pronto ad un eventuale attacco della ragazza vista la situazione e sapeva già dove spostarsi, infatti quando vide la ragazza sferrare la spadata, Jou utilizzò il bancone che aveva dietro per accumulare spinta come una molla e buttarsi in avanti alla sinistra della ragazza, rotolando e finendogli praticamente alle spalle [Slot Difesa I] OHHHH ma sei diventata tutta scema Saru? Jou si rialzò neanche il tempo di andare a litigare muso a muso con l'amica che un'altra voce sopraggiunse nel laboratorio, la voce del vecchio Anziano, che autorevole intimava il ragazzo a terminare il suo lavoro come stava facendo il suo collega; si girò osservando Namae e lo vide si lavorare, ma aveva uno sguardo strano, come se stesse facendo anche lui fatica a concentrarsi
    Basta Saru fare quella incazzata, lasciami finire questa roba che così mi danno i miei soldini e poi ne parliamo tranquilli poi indicò in direzione del vecchio, poi quella di Namae Che già loro non sono simpaticissimi e di massima compagnia, se ti ci metti anche te io ne esco scemo da questa giornata Così si rimise davanti al suo tavolo da lavoro e prese la pappa che si era creata nel frattempo. Saru gli stava dietro a pochi centimetri, la sentiva respirare, sentiva il rumore della sua spada e il calore delle fiamme, non era di certo la situazione ideale per finire i suoi tonici.

    Prese due ampolle di ingredienti che servivano per la miscelazione di tutti gli ingredienti, poi una polverina, mescolò tutto insieme con le mani facendola diventare tipo impasto per una pizza. Aveva una palla di materiale scuro in mano, poi la appoggiò sul tavolo da lavoro e ci fece un piccolo buco al centro: lì dentro voleva metterci la giusta quantità di erba in polvere, così da rendere quell'impasto davvero speciale. Guardò in direzione della sua bustina e non c'era più, corse a vedere e capì ciò che stava succedendo: era caduta dentro al bollitore Cazzo... Non capì che erano i fumi della sua erba a provocare quelle allucinazioni, piuttosto era preoccupato per il fatto che non poteva personalizzare i suoi tonici. Si frugò nelle tasche e sentì che ne aveva ancora poco nelle tasche, così la prese di nascosto tra le sue dita e la mise nel suo palmo, per poi appoggiarla sul bancone cercando di non farsi vedere da Saru che se no si sarebbe arrabbiata [Prestigiatore] Doveva solo tritarla, metterla nell'impasto, reimpastare, fare le due palline a forme di tonico, cuocerle et voilà, in teoria il gioco era fatto... in teoria.

    [...]

    AH SI NON SONO IO?! Alla risposta dell'Oleandro Lord Goemon sbottò, sbattendo con forza il pugno su un tavolo e facendo fuoriuscire una colonna di fuoco blu a pochi centimetri delle gambe di Namae. Il ragazzo dimostrò buona forza di volontà e comprensione della situazione, ma quell'allucinazione non sembrava voler smettere o diminuire di credibilità: Lord Goemon era lì davanti a lui, tangibile e abbastanza pauroso.
    Namae tornò a lavorare dando la schiena al Lord, che scomparì e riapparì in un "puff" dall'altra parte del bancone, esattamente davanti all'uomo Sai Namae... Si appoggiò con i gomiti sembrando molto rilassato e a suo agio in quel momento; appoggiò due dita sul bancone e delle piccole fiamme blu presero forma: una diventò Namae, una Lord Goemon, le altre divennero pali, armi da tortura, un lettino da tortura e dei cadaveri, tutto in miniatura di colore blu sul bancone di Namae, esattamente affianco a dove stava lavorando, quindi per lui impossibile non farci caso
    mi hai dato le spalle, così, come se non fossi nessuno. Non penso che tu abbia capito con chi stai parlando. E questo mi sta bene, finchè tu venga ucciso. Adesso guarda i diversi modi in cui io ti potrò uccidere e scegline uno, che vediamo di organizzarci. Il metodo più convenzionale è che ti infiliamo un palo su per il culo, ti leghiamo e ti diamo fuoco. E' divertente ma c'è poca interazione Disse non cambiando mai il suo tono di voce e manipolando le fiamme ricreando parola per parola le scene che stava descrivendo, emanando un grande senso di terrore e disgusto all'Oleandro Se no ti posso legare al lettino, e strapparti prima unghia per unghia, poi tutte le dita, poi il cazzo e le palle e infilartele tutte in bocca, soffocandoti. Questa è molto divertente per me, ma ammetto essere un po' cruenta. Questa illustrazione non fu per niente piacevole, tanto che anche Lord Goemen finse un piccolo gognato di vomito Terza e ultima opzione puoi cercare di farmi fuori adesso e sopravvivere, ma sappi che le tue possibilità di farla franca sono molto vicine allo 0 percento, e quando ti prenderò ti brucierò personalmente con le mie fiamme blu, e sono fiamme molto calde ma che bruciano molto lentamente, riusciresti a sopravvivere fino a quando non ti bruceranno persino le ossa, pensa te che brutta fine
    Finito di illustrare tutto parola per parola appoggiò la faccia sulle mani e guardò negli occhi Namae, a cui serviva veramente molta attenzione e concentrazione per quella parte delicata del procedimento per la creazione del veleno: se sbagliava in quel momento o ci metteva troppo tempo ci sarebbe stato da rifare tutto, e di tempo non ne avevano più troppo

    Vi rimane un'altra ora Il vecchio sentenziò
     
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    Ultimi ritocchi / Nella stanza da letto


    Chapter V - Paese del Vento



    L'uomo dai capelli blu fiammanti comparve davanti al povero Namae, messo a dura prova dal vapore allucinogeno che aveva già invaso metà laboratorio.
    La sua fronte grondava sudore e la paura di trovarsi davanti al vero Lord Goemon, per giunta arrabbiato con lui, gli faceva tremare le mani e la mascella.
    Socchiuse gli occhi per focalizzare lo sguardo sulla boccetta contenente un liquido ambrato dal nome troppo difficile da pronunciare, ma che aveva conosciuto nei sotterranei della serra in cui lavorava. Lì, ad ogni ora del giorno e della notte, uomini dal volto scavato creavano droghe e tonici.
    Quando non vi erano merci da catalogare, Namae scendeva per assistere al loro operato, consapevole di non poter saziare la sua curiosità.
    S'infilò la maschera antigas, nuovo di zecca.
    Prima di versare le sei gocce di miscela in un piccolo piattino, il ninja di Ame depositò con difficoltà la melma contenente il veleno su una superficie in vetro trasparente.

    Lord Goemon riapparve a pochi passi da lui, oltre il suo banco di lavoro. Lingue di fuoco blu lo avvolgevano.

    CITAZIONE
    mi hai dato le spalle, così, come se non fossi nessuno. Non penso che tu abbia capito con chi stai parlando. E questo mi sta bene, finchè tu venga ucciso. Adesso guarda i diversi modi in cui io ti potrò uccidere e scegline uno

    Non è lui. È un illusione della tua mente. Continua a lavorare. Disobbedire alla sua seconda voce si rivelò un grosso errore. Fece scivolare lo sguardo dal tavolo al volto del presunto Lord Goemon.
    Nelle fiamme che bruciavano a pochi centimetri dai palmi delle sue mani scheletriche, Namae intravide un corpo semicarbonizzato, infilato su di un palo a mò di spiedino. Sebbene quella figura fosse apparsa semplicemente tra le fiamme bluastre del Signore della Perdizione, i suoi sensi erano così alterati che dovette allontanarsi dal bancone per sfuggire alla puzza di carne bruciata emanata da quel corpo privo di pelle e muscoli. Si tappò il naso con le dita della mano sinistra.
    Nelle fiamme si susseguirono numerose immagini raccapriccianti: corpi mutilati, unghie strappate, genitali tranciati a colpi di machete e infilati in gola. Non aveva nulla in stomaco da vomitare fuori.
    Ignorò il suo invito a combattere contro di lui, era ben consapevole di non essere in grado di sconfiggerlo.
    È un illusione! Gridò ancora una volta il suo secondo sé.

    CITAZIONE
    Vi rimane un'altra ora

    Namae ebbe la scusa perfetta per spostare lo sguardo dalla sua allucinazione verso la sorgente del suono. L'anziano della famiglia Nomura lo osservava con espressione accigliata, ma non disse una parola sulla presenza del Lord.
    LAVORA.
    Il tempo è volato Rispose, sottovoce. Non se ne preoccupò, il suo veleno era già pronto.
    Mancava giusto un ultimo tocco...forse il più importante.
    Si avvicinò al tavolo, pronto a compiere l'atto finale.
    Prese il kunai e lo appoggiò sul palmo della mano.
    Prima di incidersi la pelle e i muscoli, il sistema endocrino iniziò a rilasciare ormoni tossici in grado di diminuire la velocità del nemico.
    Le gocce di sangue caldo caddero sulla sostanza gelatinosa, generando striature rosse fuoco. [TS]
    L'utilizzatore può iniettare l'Ormone ad altri tramite morso, unghie o facendo bere l'equivalente di ½ Leggera di vitalità di sangue. Iniettare una Unità concede bonus 2 tacche di bonus in una statistica per 1 slot azione.

    Dopamina: L'utilizzatore può aumentare la produzione di Dopamina. Aumenta l'Intuito, ogni Unità di ormone utilizzata consuma ¼ Basso e concede 2 tacche di vantaggio. L'utilizzatore sarà estremamente calmo, annulla e viene annullato dalla furia di Adrenalina. Iniettare potenzia l'Intuito. Iniettare Dopamina velenosa da malus in Intuito e Riflessi.
    -0.5 Leggera

    Aveva concluso il suo lavoro.

    [...]


    Satoshi riuscì sia a sottrarsi alle lingue di fuoco generate dalla spada della sua amica sia a resistere alla pressione psicologica data dalla sua presenza. Con il fiato sul collo, il Genin continuò il suo lavoro con perizia e precisione.
    Commise un errore.
    Pensò che la sua maestria nel manipolare piccole oggetti fosse sufficiente a nascondere il suo gesto alla kunoichi infuriata.
    Quest'ultima era un allucinazione, un prodotto della sua mente e come tale erano i suoi pensieri a modificarla.
    Saru non disse una parola, ma mutò d'aspetto.
    Le sue braccia s'ingrossarono, come il suo busto, il volto e le gambe. Jou si sarebbe ritrovato davanti a una donna maestosa, alta quasi due metri e cinquanta, dall'aspetto terrificante.

    jpg



    Lo prese per i fianchi con entrambe le mani, a una velocità stratosferica. [Vel: Nera]
    Lo issò di dieci centimetri e senza dire nulla iniziò a esercitare una forte pressione al suo costato. [For: Blu] Liberarsi di lei sarebbe stato impossibile...e piuttosto inutile. Doveva terminare il suo tonico appeso come un vestito e con quel dolore lancinante ai lati del busto.


    Concluso il suo tonico, tramite un segnale esterno generato chissà dove, le ventole montate sul soffitto avrebbero iniziato a girare e ad aspirare tutto il gas allucinogeno, sostituendolo con aria proveniente dall'esterno.
    Avete terminato in leggero anticipo! Il monaco fece la sua comparsa nello stesso punto in cui erano apparsi un'ora prima. Sotto effetto delle tossine, il tempo era volato!
    Prendete i vostri lavori e avvicinatevi. Si sarebbero teletrasportati nuovamente, ma in una differente stanza e lì, ad attenderli, vi era l'Anziano.

    [...]


    Fatevi avanti.
    Comparirono al centro di una stanza rettangolare, più piccola rispetto al laboratorio.
    I muri e il soffitto bianchi come la neve esaltavano la pavimentazione in marmo.
    Davanti ai due ninja vi era un enorme letto a baldacchino, con due tende bianche oblique a coprire la zona frontale. L'anziano sedeva sul lato destro del letto e il suo braccio sinistro era proteso verso la ragazza. Sebbene non vi fossero finestre, l'aria era pulita e fresca.
    Attraverso diversi fori realizzati sui muri che davano all'esterno, ad ogni ora del giorno, la ragazzina "poteva godere" dei caldi raggi del sole.

    Se si fossero avvicinati, Jou e Namae avrebbero potuto vedere il volto della fanciulla in coma.







     
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    La Vendetta dei Nomura


    Post V




    La sua maestria nel maneggiare oggetti di piccole dimensioni fuonzionò in parte. Ebbe giusto il tempo di tritare un po' la sua erba e metterla nell'impasto: poi creò 7 palline che sarebbero poi state messe a cuocere per pochi minuti nel forno apposito. Fu quella l'ultima cosa che riuscì a fare, prima che delle mani enormi e muscolose lo presero dai fianchi: riuscì giusto ad accendere il timer e chiudere il forno, prima di essere issato in aria da quella che prima era la sua amica Saru, e che adesso sembrava una scaricatrice di porto che avrebbe messo in imbarazzo persino il più tosto marinaio di Kiri.
    Le sue spesse mani iniziarono a stringere attorno al suo costato, e la forza con cui stritolava era ben più superiore alla resistenza di Jou AHHHHH SARU FA MALEEE! Cercava di dimenarsi muovendo le gambe, mentre con braccia cercava di forzare la presa della donna, ma tutto era inutile. Il timer stava andando, doveva solo aspettare che i suoi tonici finissero di cuocere Solo due minuti...
    Jou non riusciva nemmeno a girarsi per cercare di parlare con la compagna, e non vide quanto il suo volto e tutto il suo aspetto fisico fossero cambiati, non capendo quindi un'altra volta di essere sotto effetto di allucinazioni
    Ahhh Saru ma ti sembra il caso di stringere così forte? E da quando hai queste mani da scaricatrice di porto? Continuava a sperare che instaurando un dialogo la ragazza iniziasse a rispondere, e magari grazie alle parole convincerla a lasciarlo andare. Eppure niente, la sua amica non lo degnava di una parola, e non le sembrava la solita Saru che conosceva.
    Per forza di cose lo aveva visto maneggiare l'erba che Jou sperava di aver nascosto, perchè se no non ci sarebbe motivo per tutta quella violenza.

    Si sentiva esplodere dall'interno, come se tutti i suoi organi volessero uscire dalla bocca, e sentiva le costole piegarsi e spezzarsi. Lo stava lentamente spappolando, fino a quando il timer del forno scattò. Da lì in poi qualcosa cambiò.
    Saru mollò la presa e lasciò Jou dirigersi veloce dal forno per togliere i suoi tonici e farli raffreddare; dopo di che le ventole di aerazione del laboratorio iniziarono a girare facendo un bel baccano ma ripulendo l'aria dai suoi fumi allucinogeni. Jou si girò e Saru non c'era più, ma poteva vedere come anche Namae fosse leggermente turbato, ma con il suo prodotto terminato Oooi tatuato, ma l'hai vista anche te una ragazza che cercava di uccidermi? Non mi sarò mica immaginato tutto! L'effetto della sua erba iniziò a svanire, lasciandogli un senso di spossatezza che non era rilassante ma stancante, come se fosse pronto a sdraiarsi e a dormire
    Ahhhhhh che stanchezza sbadigliò Va beh, almeno ho finito i miei tonici... eheheh gli venne da ridere, perchè alla fine dei conti era riuscito a produrre quello che voleva: dei tonici speciali aromatizzati alle erbe che avrebbero distrutto il veleno nel corpo della ragazza e le avrebbero fatto sentire un grande sollievo: l'unica controindicazione è che potevano causare dipendenza.

    Ciao vecchio! Jou salutò l'anziano che era venuto a prenderli a lavoro finito. Ormai quello che potevano fare l'avevano fatto, ora dovevano presentare il loro prodotto al mandatario di quell'incarico. Jou prese i suoi 7 tonici e li mise in una sacchetta, dopo di che, solo quando anche Names fosse pronto, avrebbe appoggiato la mano sulla spalla dell'anziano, pronto a teletrasportarsi in un nuovo posto

    [...]



    I due piccoli chimici arrivarono in una stanza nuova, una stanza ricca di luce e aria pulita: i muri e il soffitto bianco riflettevano la luce solare che entrava da piccoli fori sul muro donando a quella stanza un atmosfera molto tranquilla, calda e sana. In fondo alla stanza vi era un grandissimo letto a baldacchino dove giaceva la giovane ragazza, che purtroppo si trovava in un tremendo stato comatoso.
    Poteva solo immaginare la rabbia e la frustrazione del padre nel vedere sua figlia così, ma Jou immaginava che dietro c'era qualcosa di più, probabilmente avevano preso di mira proprio la figlia per far incazzare ancora di più il padre, che appunto cercava vendetta con l'aiuto del veleno prodotto dall'Oleandro.
    I due ragazzi si fecero avanti, Jou stava davanti di un passo visto che in quel momento sarebbe stato soltanto lui ad utilizzare il suo prodotto: il veleno di Namae sarebbe stato sicuramente analizzato e controllato, ma per vederne i risultati doveva aspettare il momento della vendetta
    Signore Il letto a baldacchino era su un piano rialzato che aveva tre gradini, e per educazione e formalità Jou si fermò per poi chiedere il permesso di salire; il signore fece un cenno con la testa e allora Jou si affiancò a lui e a sua figlia Le ho preparato i tonici seguendo le vostre istruzioni Prese il sacchetto da una tasca e lo aprì davanti a lui per fargli vedere i tonici Sono sette perchè la terapia per questo genere di velenisi sviluppa nell'arco di una settimana, quindi uno al giorno L'odore dei tonici era neutro così come il colore era il classico nero; particolarità di quei tonici è che all'interno c'era una pastina di colore verde dove era presente il principio attivo della sua erba, ma rendendola inodore non avrebbe fatto sospettare niente. Jou aveva preparato tutto bene, voleva solo dimostrare come le sue erbe potevano aiutare la produzione di tonici migliori e più efficaci, e quello sarebbe stato un esperimento perfetto. Prese il primo tonico in mano e o fece vedere ai presenti Questo è l'unico tonico diverso dagli altri, ed ecco perchè è il primo. Quello che vogliamo è far sì che sua figlia si svegli dal coma e poi riprenda tutte le sue facoltà. Per risvegliarla dal coma ci serve un tonico più potente, il primo del ciclo dei 7 tonici. Come potete notare è leggermente più grande degli altri perchè appunto è più potente. Con questo sua figlia dovrebbe svegliarsi entro un'ora. Se permette Jou avrebbe aspettato il permesso del padre, dopo di che avrebbe infilato il tonico in bocca alla ragazza e con l'auto di un po' di acqua glielo avrebbe fatto digerire.

    Fatto questo il padre si alzò e guardò Namae Perfetto Satoshi, ora aspetterai con me che mia figlia si svegli, perchè in caso contrario quello che non si risveglierà più sarai tu. Oleandro! Alzatosi si sarebbe diretto affianco dell'Oleandro lasciando Jou da solo a fianco della figlia. Indicando l'anziano parlò Portalo qua
    In pochi secondi il vecchio sarebbe andato e tornato, ma quando tornò nella stanza era in compagnia di qualcuno. Era un ragazzo giovine, chiaramente malmenato e torturato, con le catene sia ai polsi che alle caviglie Oleandro, fammi vedere come funziona il tuo veleno. Su di lui. Sono molto curioso Così, come un bambino davanti ad un cartone animato, il capo avrebbe incrociate le braccia portandole al petto e guardava incuriosito l'Olenadro dettare la morte di quel povero sfortunato; chiaro che Namae non poteva ribellarsi se voleva terminare quel suo incarico vivo e vegeto
     
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    Chapter VI - Paese del Vento



    Colui che si era presentato come Lord Goemon si dissolse nell'aria qualche secondo dopo l'accensione delle ventole di aerazione.
    Si voltò verso il ragazzo di Suna. Dalla sua domanda, il Nukenin intuì che anche lui aveva avuto delle allucinazioni.
    Non ho visto nessuna ragazza. Non perse tempo nel descrivere ciò che aveva visto. Seppur frutto della sua fantasia, le torture che aveva intravisto nelle fiamme bluastre lo avevano sconvolto nel profondo.
    Con l'aria pulita nella stanza, Namae iniziò a sentirsi meglio.
    Il monaco era comparso nella stanza e aveva invitato i due ninja a raggiungerlo. Senza correre, conscio della pericolosità del suo unguento, l'Oleandro spinse quest'ultimo all'interno di un piccolo contenitore piatto. Lo aveva trovato nella mensola sopra la propria testa, insieme a un cucchiaio. Prima di servirsi dei due strumenti, Namae si assicurò che non vi fosse polvere o sporcizia in grado di contaminare il suo preparato.

    Appena le mani dei due ragazzi entrarono in contatto con il monaco, essi si ritrovarono in una stanza da letto luminosa, radiosa e profumata.
    Si avvicinarono entrambi all'Anziano, ma a differenza del Nukenin, il sunese raggiunse i bordi del letto, presentando il suo prodotto: sette tonici, da assumere una volta al giorno, con la prima dose così potente da riuscire a risvegliare la dolce fanciulla.
    Le parole del ragazzo frantumarono l'espressione glaciale del vecchio. I suoi occhi brillarono dall'emozione. Quel sunese era la sua ultima speranza. Secondo il medico assunto dai Nomura, ben presto il veleno avrebbe impedito a qualsiasi sostanza di risvegliare la fanciulla.
    Incuriosito dal prodotto del sunese, Namae allungò il collo per intravederne l'aspetto.
    È inodore. Constatò la sua voce interiore.

    Con il permesso dell'Anziano, Jou somministrò il suo tonico.
    Quanto tempo avrebbe impiegato a raggiungere lo stomaco?

    [...]

    L'Anziano non aveva intenzione di sprecare il suo tempo. Senza attendere il risveglio della sua amata figlia, egli si avvicinò all'Oleandro. I Fiori avevano preteso una grossa somma di denaro e in quella camera da letto era giunto il momento di ottenere i frutti del suo investimento.

    Uscì dalla stanza per rientrare con un prigioniero: un uomo semi nudo, con il volto sporco di sangue incrostato. Le mani e le caviglie erano strette da pesanti manette di acciaio.
    Strattonato, l'uomo fu lanciato ai piedi di Namae. Il Nukenin guardò il disgraziato dall'alto in basso, senza far trasparire le sue emozioni. In tutta la sua carriera da criminale, egli non aveva ucciso innocenti. Quella morte sarebbe gravata sulla coscienza del capo dei Nomura.
    Come desiderate.
    Con il cucchiaio prima utilizzato, l'Oleandro estrasse un po' di veleno dal contenitore.
    Questo veleno può essere iniettato, miscelandolo con acqua distillata, ingerito o assunto per via cutanea.
    Per una morte rapida, consiglio l'iniezione in vena, ma questo unguento è così concentrato da risultare letale anche appoggiandolo sulla pelle

    Con una rapida rotazione del polso, a pochi passi dal prigioniero, Namae scagliò una piccola sfera di lozione direttamente in faccia della cavia. [Forza: Blu+3]
    Le manette avrebbero impedito all'uomo di pulirsi il volto.
    Entro la prima ora, la temperatura del corpo inizierà ad abbassarsi. La vittima inizierà a vomitare, defecare sangue e dopo pochi minuti avrà una grave depressione respiratoria, seguita da paralisi diffuse che lo porteranno alla morte.
    Alzò l'indice della mano destra.
    In questo unguento ho inserito una sostanza molto particolare. Una droga di mia produzione in grado di rilassare il corpo della vittima. Azzererà di netto la sua nausea e rallenterà la reazione del suo organismo al veleno. Si sentirà così bene da non preoccuparsi per il suo stato di salute. Morirà senza nemmeno chiedere aiuto.
    Decise di spiegare i motivi che lo avevano spinto ad aggiungere il suo prodotto.
    So che lei desidera che i suoi nemici soffrano, ma un veleno è veramente letale solo se agisce senza destare sospetti. Una febbre improvvisa accompagnata da forti nausee allarmerebbe la vittima e i probabili medici che lo soccorreranno.
    Aveva assunto quel concentrato di dopamina e ne aveva testato l'effetto rilassante sulla propria pelle. Non si era mai sentito così tranquillo e rilassato in vita sua.
    In quei frangenti, con il mondo che assumeva le sembianze di un orsacchiotto pucchoso, Namae non era stato in grado di reagire prontamente ai pericoli e lui poteva vantare un elevata resistenza alle droghe.

    E questa mia droga, come altre, sono in vendita. Ghignò.

    jpg



    Dopo un ora esatta, il prigioniero iniziò ad accusare un leggero fastidio alla testa. I presenti avrebbero potuto vedere la cavia stringersi il capo tra le mani. Senza mai lamentarsi o implorare pietà, prova che la dopamina si era già diffusa nel suo organismo, l'uomo iniziò a respirare sempre più lentamente, perdendo le forze. Bisbigliò varie volte qualcosa di incomprensibile.
    Si spense come un cerino giunto alla base della candela, accasciandosi a terra senza nemmeno rendersene conto.






     
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    La Vendetta dei Nomura


    Post VI




    La freddezza con cui Namae spiegava gli effetti e i modi di agire del suo veleno era quasi impressionante, soprattutto perchè davanti a sè aveva un povero ragazzo che era lì solo ed esclusivamente per fare da cavia. A quanto pare l?oleandro ne sapeva veramente molto di veleni, e con le sue conoscenze creò un veleno incredibile a sentire come agiva, nemmeno Jou avrebbe saputo come curare una cosa simile.
    Così iniziò a somministrarlo alla povera cavia, e pian piano che il tempo scorreva questo faceva sempre più effetto, costringendo il povero ragazzo a mettersi la testa tra le mani come se stesse per esplodere: però non si lamentava e non diceva una singola parola, era una cosa alquanto inquietante. Jou non era proprio uno dal sangue freddo, e quando vide che la cavia stava per impazzire e morire sotto l'effetto del veleno, l'afro si girò e non guardò, preferendo il concentrarsi sulla ragazza; era un po' di tempo ormai che aveva assunto il primo tonico e se non si fosse svegliata da lì a pochi minuti, allora c'era un problemino.

    Sarebbe mentire non dire che Jou stava iniziando a sudare e preoccuparsi, perchè chiaro che se quel tonico non avesse fatto effetto sarebbe stato Jou quello che poi sarebbe entrato in un profondo coma.
    Si masticava nevroticamente le labbra e le guance, fino a quando non sentì un tonfo dietro di sè: la cavia era deceduta e quasi magicamente quella morte portò il risveglio della ragazza Cazzo finalmente...
    La giovane ragazza dalla pelle candida mosse per prime le dita, poi le mani, poi aprì un occhio: il padre, che fino a quel momento si era dimostrato essere un freddo individuo, spalancò occhi e bocca, e si lasciò andare in un urlo liberatorio
    AMORE MIOOOOOOO Si buttò sulla figlia abbracciandola calorosamente e sporcandola di lacrime Come stai? Come ti senti? O mio dio come sono felice!
    La reazione del padre era più che naturale, ma purtroppo Jou dovette intervenire per l'incolumità della ragazza
    Mi dispiace interrompervi, ma per la giornata di oggi dovreste evitare forti rumori e forti traumi per la ragazza. Sono felicissimo che si sia svegliata ma il tonico che le ho dato è molto forte, probabilmente è ancora intontita e non sta capendo molto... Così dopo aver chiesto il permesso per avvicinarsi, Jou si mise affianco alla bambina Ciao, come stai? Parlava a bassa voce e lentamente, e la ragazza con lo sguardo perso mosse un po' la testa Ora stai buona e tranquilla che il peggio è passato. So che non stai capendo niente, starai così ancora per un'oretta, dopo di che tornerai come nuova Questa volta si girò verso il padre Preparatele da mangiare, quando l'effetto del primo tonico svanirà avrà una fame da lupi. Dopo di che tornerà ad avere energie. Vedrete progressi di giorno in giorno, e non dimenticatevi di darle un tonico al giorno per una settimana

    Dopo di che Jou tornò affianco a Namae, e il padre sembrò volergli parlare Oleandro, ottimo lavoro il tuo veleno mi affascina moltissimo e terremo qua quello che hai preparato. Ma una volta che tornerai ad Ame inizia a prepararne in grosse quantità che continueremo la nostra collaborazione. Satoshi, grazie mille per il tuo aiuto. I miei informatori hanno lavorato molto bene questa volta, portandomi qua uno che di rimedi anticonvenzionali sembra saperne molto. Non nego che ero molto diffidente nei tuoi confronti, ma mia figlia si è svegliata e nessuno ci era riuscito, se non te. Grazie mille.
    Finite queste parola si girò, andandosi a risedere affianco a sua figlia Mi farò sentire molto presto, da entrambi. Ma per il momento siamo a posto così. Portali fuori da qua.E pagali. Il vecchio di soppiatto si avvicinò alla schiena dei due, e toccandoli sparirono, e uscirono per sempre da quel covo segreto.

    [...]



    Non sapeva dire quanto tempo fosse passato o dove fosse stato, fatto sta che ritrovatosi di nuovo nell'avamposto del deserto da cui era partito sembrava non essere passato un solo minuto dalla sua partenza. Aveva appena vissuto un'esperienza piuttosto particolare e finalmente conclusa poteva dirsi soddisfatto di aver fatto un bel lavoro. Affianco a lui c'era Namae, e ai piedi di entrambi una sacca con delle monete all'interno Mio dio da quant'è che non fumo Prese la sacca per terra e poi si accese una sigaretta, voltandosi verso Namae Quindi sei solo un semplice mercante di veleni proveniente da Ame eh? Ahahah Se la ridacchiò un po', sapeva che in teoria gli abitanti di Ame erano persone ostili all'accademia, e quindi nemici di Jou, ma quella non era proprio la situazione e il momento per discuterne L'Oleandro di Ame. Non devi essere solo un mercante. Il mio nome lo sai, e sai anche da dove vengo Iniziò a camminare verso il deserto in direzione di Suna, voltandosi solo un'ultima volta verso l'Oleandro Se dovessi passare per Ame mi fai da guida? Mi porti te a mangiare qualcosa di buono? Ahahah Non aveva bisogno di altre parole, se si erano conosciuti in quella situazione un po' anomala, di certo anche l'Oleandro sapeva che Jou Satoshi non era proprio un tipo convenzionale. E poteva stare certo che prima o poi lo avrebbe visto in quelle terre tetre chiamate Ame
     
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    Chapter VII - Paese del Vento



    Quando l'Anziano rivelò la provenienza di Namae, quest'ultimo non riuscì a nascondere una smorfia di dissenso. La sua vera identità era stata rivelata e quel ragazzo sunese sarebbe tornato a casa ricordando il suo nome.
    Di certo non può cantare.

    Una volta usciti dalla dimora, Jou si avvicinò a lui, con una sigaretta stretta tra le labbra.

    CITAZIONE
    Quindi sei solo un semplice mercante di veleni proveniente da Ame eh? Ahahah

    Esatto. Rispose, glaciale, estraendo le mani dalle sue grandi tasche.

    CITAZIONE
    L'Oleandro di Ame. Non devi essere solo un mercante. Il mio nome lo sai, e sai anche da dove vengo.

    Il suo volto s'incupì. Non doveva indagare sul suo conto. Di più, non doveva affatto pensare a lui e a ciò che faceva in giro nel Continente Ninja.
    Pensò di aggredirlo, di ucciderlo seduta stante, ma quel ragazzo non sembrava essere un ninja accademico come tutti gli altri. E in effetti, anche Namae non era un tipico Nukenin. Un anno prima, nel Paese della Neve, egli aveva affrontato una missione insieme a decine di accademici. Jou non lo sapeva, ma Namae conosceva Daishin e Shuinsui, il marionettista.

    CITAZIONE
    Se dovessi passare per Ame mi fai da guida? Mi porti te a mangiare qualcosa di buono? Ahahah

    Volentieri. Potrai raggiungermi all' Ultimo Rifugio, una taverna che troverai vicino al Gate. Sua figlia Hounko avrebbe avvertito Namae del suo arrivo. Quella bambina sapeva fiutare i pericoli come un segugio.

    Senza dire altro, Namae si diresse verso casa.

     
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