[MG] - InfiltrazioneTerritorio: Kiri

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    Kiri • Capitolo I

    Makiko aveva ricevuto un compito estremamente rischioso, il genere di incarichi che raramente veniva affidato ad una recluta appena arruolata. Ma in fondo è del Villaggio del Suono che stiamo parlando, che quando si trattava di svezzare le proprie nuove leve non era propriamente famoso per i suoi metodi ortodossi. Come era accaduto ad un povero pivello che, appena messo piede a Oto, era stato marchiato con un Sigillo Maledetto e messo di fronte a una sequela di prove mortali.
    Ecco, per la kunoichi era stato pensato qualcosa di un po' diverso, forse meno d'effetto, ma la pelle l'avrebbe rischiata eccome! La sua missione consisteva nel recarsi a Kiri e cercare di infiltrarsi nelle file di un gruppetto di Nukenin.
    Ora, un qualsiasi novellino se la sarebbe fatta sotto se messo di fronte ad un compito così pericoloso e delicato, e non avrebbe neanche avuto torto. Però Makiko era una tosta e, nonostante si fosse appena affacciata al mondo ninja, era una donna ormai matura, non un'ingenua ragazzina. Ne aveva viste di cotte e di crude, aveva esperienze di vita alle spalle che molte delle sue coetanee non potevano neanche sognarsi. Da un punto di vista bellico sapeva di non poter fare granché, ma almeno sperava che la sua scaltrezza e una visione piuttosto disillusa del mondo l'avrebbero aiutata a colmare quella grossa lacuna.

    Makiko giunse dunque alla Nebbia, da sola, sfruttando il passaggio di una nave mercantile per raggiungere l'isola in gran segreto.
    Si recò nella zona più periferica del Villaggio dove, secondo le informazioni fornitele, sorgeva un vecchio capannone in disuso che un pugno di Nukenin stava utilizzando da una decina di giorni come base provvisoria, mentre organizzava chissà quali loschi affari in quell'area. Si avevano informazioni decenti solo su un membro di quel gruppo, una certa Hisako, per il resto c'era ben poco su cui lavorare.

    Raggiunto il fabbricato dismesso, l'otese vi entrò con passo cauto.
    Le poche finestre erano ricoperte di polvere e ragnatele al punto che la luce riusciva a malapena a filtrare dai vetri. C'erano casse in legno, due enormi vasche d'acciaio, vuote se non si contava la fauna di batteri e microrganismi che vi sguazzavano all'interno, e poi tutta una serie di macchinari arrugginiti, apparentemente inutilizzati da anni. C'era lerciume ovunque, e una soverchiante puzza di pesce.
    C'è nessuno qui? avrebbe chiamato con voce forte e chiara.
    Qualcuno uscì dall'ombra con fare guardingo, venendo allo scoperto.
    Era proprio lei, Hisako.
    Ciò che si sarebbe trovata davanti era una donna dai capelli blu e dalle iridi dorate, gli occhi inclinati leggermente all'ingiù che le conferivano un'espressione perennemente apatica.
    Sembrava che avesse passato chissà cosa. Le vesti erano strappate in più punti, aveva un paio di lividi sulle braccia e diverse piccole ferite da taglio ed escoriazioni sparse un po' ovunque. Presentarsi in quelle condizioni era una parte fondamentale del suo piano. Per la cronaca, non c'erano trasformazioni o arti illusorie di mezzo. Quei danni erano reali, e l'accademica se li era inflitti da sola affinché la sceneggiata risultasse quanto più autentica fosse possibile.
    Quello era il suo livello di devozione alla missione.
    Chi va là? Qui non sei la benvenuta, otese! avrebbe ringhiato la Nukenin.
    Makiko, che volutamente portava ancora l'effige di Oto in bella vista, si sfilò il coprifronte con una mano, muovendosi molto lentamente per non suscitare allarmismi inutili, e lo getto lontano da lei con tutto lo sdegno e il disprezzo di cui era capace.
    Poi mise le mani in alto allargando le braccia.
    Mi chiamo Makiko, e non sono qui per conto di Oto. Non sono tua nemica.
    Ti prego, ascolta quello che ho da dire!




     
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    Volare basso è sempre stato il mio modo di restare al sicuro, lontano dalle folli e militaristiche gerarchie che affliggono il mondo di questi ninja moderni. Purtroppo non posso più farlo.
    Ho notato che, se voglio davvero sviluppare la mia conoscenza dell'arte e del mondo, non posso esimermi dal venire in contatto con quell'universo dal quale tanto cerco di fuggire. La motivazione è molto semplice, all'interno dei villaggi sono custodite opere meravigliose, inoltre la vita stessa in ognuno di questi micromondi è alquanto peculiare, unica.
    Entrare nei villaggi è però tutt'altro che semplice per quelli come me, ronin senza dimora, questo problema si risolve se la mia reputazione con i suddetti villaggi migliora, se dimostro di essere loro amico; come fare? Aiutarli in piccoli lavori, esattamente quello che mi appresto a fare.
    L'amministrazione di Oto, vista la mia volontà di aiutare, mi ha affidato il compito di coadiuvare uno dei loro ninja ad insinuarsi in un'operazione criminale, così da averne un membro all'interno, un compito che posso quasi apprezzare, vista la possibilità di non dover alzare le mani. Sembra impossibile, una missione senza la necessità di scannarsi, verrà davvero da un villaggio ninja? Sussurro tra me e me mentre vedo arrivare Makiko, la donna che devo aiutare.
    Sono giunto sul posto prestabilito in anticipo, arrivare assieme sarebbe stato sospetto, una piccola mosca d'inchiostro fuoriesce dal mio quaderno e si avvicina al capannone nella quale la kunoichi è entrata, intanto io mi mantengo nascosto nelle sue prossimità, pronto ad intervenire.
    Osservo ed ascolto la conversazione con un membro della banda nella quale cerca di infiltrarsi grazie alla mia spia che si è posata su un barile pieno di pesce marcio, un normale comportamento da mosca; non serve un genio per capire quale sia la strategia che Makiko ha intenzione di utilizzare. Ingegnoso, vediamo di dare una mano. Sussurro uscendo dal mio nascondiglio ed avvicinandomi al capannone per entrarvi senza cercare di nascondere la mia presenza. Non mi aspettavo di vederti qui, non mi aspettavo di vederti affatto. Dico sorridendo verso Makiko con tono estremamente calmo e compiaciuto. Dopo quello che hai combinato al suono pensavo ti avrebbero fatto la pelle, vedo che ci sono andati vicini comunque... Indico il suo corpo ferito prima di colpirmi la tempia destra con un debole buffetto da parte del palmo della mano omolaterale. Dovete perdonarmi! Intromettermi così nella conversazione di due incantevoli donne senza nemmeno presentarmi! Io sono Zora, un ramingo senza né casa né patria, al vostro servizio. Eseguo un rapido inchino , poi, con un rapido gesto della mano, estraggo un pennello dalla mia tasca e disegno nell'aria un fiore d'inchiostro che, in un istante, prende vita, pur mantenendo il suo colore nero, tipico dell'inchiostro. A lei. Dico con un tono basso all'interlocutrice di Makiko, porgendole la mia creazione.
    Il primo atto è cominciato, chissà se sarò in grado di portare a termine la recita.
     
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    Kiri • Capitolo II

    Makiko quasi sobbalzò quando udì la voce dello sconosciuto echeggiare nel fabbricato abbandonato.
    Si voltò di scatto scrutando ad occhi sgranati quel tipo che si stava rivolgendo direttamente a lei. Un tizio mai visto prima, peraltro. La sua espressione sorpresa fu del tutto genuina, non ebbe bisogno di fare appello alle sue doti di attrice.
    Chi diavolo era quel tizio? Possibile che Oto o l'Accademia le avessero assegnato qualcuno in supporto alla sua missione senza neanche dirglielo?
    Dannati burocrati. Se si trattava dell'operato del Suono non sarebbe stata neanche troppo inverosimile come eventualità, a dire il vero. La sua Amministrazione aveva sempre avuto la reputazione di fare casini, specialmente ai tempi della reggenza di Febh Yakushi, anche se nella metà dei casi veniva poi fuori che non si era trattato di un disguido quanto piuttosto di puro sadismo.
    Fatto sta che la kunoichi ormai era in ballo e doveva continuare a ballare, sperando ardentemente che il ragazzo dai capelli verdi stesse per davvero dalla sua parte. Avrebbe dovuto modificare in volata il suo piano iniziale e adattarsi quanto meglio poteva al nuovo contesto, approfittando dell'aiuto di qualcuno che, si sperava, le avrebbe retto il gioco.
    Non mi aspettavo di vederti qui, non mi aspettavo di vederti affatto.
    Tu! avrebbe esclamato lei, dando l'impressione che i due si conoscessero.
    Non sapeva come si chiamasse l'uomo, quindi doveva tenersi sul vago per il momento.
    Dopo quello che hai combinato al suono pensavo ti avrebbero fatto la pelle, vedo che ci sono andati vicini comunque...
    C-come hai fatto a trovarmi? Mi hai seguito? domandò, arretrando di un passo.
    Gli è andata fin troppo bene, a quegli infami! Quando le cose si sono messe male, mi hanno abbandonata in territorio nemico e se la sono filata.
    Durante la mia prima missione! Sono viva per miracolo, cazzo!!

    La sua voce si spezzò appena. La ragazza ci sapeva fare, poco da dire.
    Sì, ho piazzato dell'esplosivo nell'edificio amministrativo, volevo farla pagare a quegli sporchi Accademici che si riempiono tanto la bocca di belle parole salvo poi trattare i loro soldati peggio della feccia, come se la loro vita contasse meno di zero.

    Nel frattempo Hisako restava silenziosa, con espressione accigliata. Sicuramente non era contenta del fatto che, d'un tratto, quello che doveva essere un nascondiglio sicuro e segreto si fosse fatto così affollato, e non cercava certo di nasconderlo. Tuttavia, il suo viso si illuminò in maniera evidente quando il bellimbusto si presentò e le porse con fare galante un fiore molto particolare. Era stato dipinto a mezz'aria con un pennello e l'inchiostro si era subito solidificato rendendo il disegno tridimensionale.
    La Nukenin prese il dono tra le mani con aria affascinata, guardandolo da ogni angolazione, come a volerne studiare le caratteristiche.
    Tecnica interessante, Zora. Te la invidio, sai?
    Inoltre hai una bella pennellata. Fluida, pulita. E' sempre un piacere confrontarsi con un collega artista.

    Inaspettatamente gettò, un po' a malincuore c'è da dire, il fiore a terra abbastanza lontano da lei. Si trattava pur sempre di uno sconosciuto, e chissà quale diavoleria si sarebbe potuta celare anche dietro qualcosa di apparentemente inoffensivo come un fiore d'inchiostro.
    Poi il suo tono cambiò, facendosi freddo e sprezzante.
    Non posso dire di avere altrettanta stima per qualcuno che non sta né con l'Accademia né con chi le è avversa, come noialtri, se non per un temporaneo guadagno personale.
    Quelli come te che rifiutano di schierarsi li disprezzo ancora di più di quei topi di fogna accademici.


    Ad ogni modo, devo chiedervi di sloggiare. A tutti e due.
    Se avete dei conti in sospeso andateli a regolare da qualche altra parte.

    No! fece l'altra, scuotendo ripetutamente la testa quasi implorante.
    Non voglio tornare sui miei passi, ho chiuso con quei maledetti! Ho giurato di fargliela pagare, e lo farò a modo mio.
    Ti prego, lascia che mi unisca al vostro gruppo!

    Poi si sarebbe voltata verso Zora, guardandolo con astio mentre si metteva in guardia come se si aspettasse di essere attaccata da un momento all'altro.
    Oto ti ha mandato per finire ciò che aveva iniziato, vero? Sei qui per uccidermi?
    Si dispose dunque accanto a Hisako, come se fosse una sua amica e alleata.
    O forse sei a caccia di taglie?

    La situazione era parecchio confusa e il fatto che il ragazzo e l'otese non fossero stati in grado di concordare una strategia insieme era un bel problema. Ma l'obiettivo di Makiko restava quello di guadagnarsi la fiducia della Nukenin per riuscire a penetrare nella sua organizzazione, e se il pittore doveva essere messo in una situazione spinosa, se non pericolosa, a tal fine...beh pazienza. A meno che il tipo non avesse un piano tutto suo per coadiuvare l'infiltrazione della recluta, un asso nella manica.
    In tal caso era forse giunto il momento di giocarlo.



     
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    Il gatto e il topo


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    Ottimo, Makiko ha capito subito il gioco. Un bel botto di sicuro, anche se penso abbia inevitabilmente leso il tuo udito visto che non sembri minimamente aver sentito le mie parole. Mi rivolgo a lei con un sorriso. Ho detto che non mi aspettavo di vederti qui, che non mi aspettavo di vederti affatto. Se la mia missione fosse stata riportarti a casa non pensi ce quantomeno mi sarei informato su dove fossi diretta? Scuoto leggermente la testa portando la mano sinistra alla fronte con pollice e medio che vanno a poggiarsi sulle tempie. E tu non sei di certo meglio. Mi rivolgo quindi ad Hisaki, il tono diventa duro. Parti dal presupposto che , visto che non sono né a favore né contro l'accademia, non viva secondo un mio credo, ma son ben lontano dall'essere un ignavo. Ti potrei intendere di disegno, ma la tua chiusura mentale non ti permetterà di essere un artista. Un profondo sospiro mentre porto entrambe le mani sui fianchi e scuoto la testa. Per l'amor di Dio, non sei nemmeno un ninja decente, se non sono qui per la bomber per quale motivo pensi che ci sia? Assieme a quelle parole parole la rosa d'inchiostro che Hisaki ha gettato alle sue spalle scatta rapidaVelocità 600 forza 500 Potenza 5 (1/2 unità) verso il punto in mezzo alle sue scapole, un attacco più che altro di distrazione, infatti le mie mani disegnano quasi istantaneeAzione Rapida un'enorme tigre d'inchiostroFūinjutsu: Koshi Tandan - Sigillo della Tigre Vigilante
    Villaggio: Generico
    Posizioni Magiche: Disegno (10)
    L'utilizzatore disegna una tigre e la emette dall'immagine ottenuta. La creatura è grande 6 Unità, prosegue con la velocità delle Manipolazioni in linea retta fino a 15 metri e cerca un tentativo di Presa contro una vittima vivente. Non causa danni ma procura Intralcio Grave. La Forza è parienergia l'utilizzatore, aumentata di 4 tacche. Se la vittima è incosciente o consenziente, o se mantiene la stretta per tre slot azione consecutivi, potrà imprigionare la sua vittima nel disegno come se la stipasse in un rotolo da richiamo. Un prigioniero nel disegno non può essere danneggiato in nessun modo, può essere liberato tramite la tecnica del richiamo o si libererà autonomamente dopo un'ora.Tipo: Fuuinjutsu - Ninpou
    (Consumo: QuasiAlto)
    [Richiede Bestia Illustrata III]
    [Da chunin in su]

    Forza 600
    Velocità 550
    che rapida copre i pochi metri che mi dividono dalla kunoichi tentando d'intrappolarla a terra. L'enorme bestia d'inchiostro, se colpito il suo obiettivo, non avrebbe causato ad Hisaki alcun dolore, ma l'avrebbe tenuta ben ferma e, se questa non fosse riuscita rapidamente a liberarsi dalle sue poderose fauci, l'avrebbe imprigionata in un rotolo da richiamo. L'arte non è rabbia, non è odio. L'arte è vita, impara questa lezione. Rivolsi quindi le spalle alla nukenin rivolgendomi verso Makiko per farle un vistoso occhiolino. E ora veniamo a te, la tua testa mi garantirà sicuramente un compendio extra non indifferente. Le parole sono dette ad alta voce, ben scandite, voglio che Hisaki le senta bene, prima di finire al buio in un rotolo.
     
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    Kiri • Capitolo III

    Makiko ascoltò lo sconosciuto affermare di non averla affatto seguita né cercata. Una balla grossa quanto una casa, ma non si trattava che dell'ennesima menzogna nella menzogna in quella commedia estemporanea messa in piedi dalla donna e dal ragazzo, una pantomima dove saper improvvisare e adattarsi erano fattori fondamentali.
    La kunoichi non ribatté a quelle parole, lasciando che l'altro recitasse il suo ruolo, continuando solo a fissarlo facendo trasparire ostilità.

    Quando il pittore poi si rivolse aspramente alla nukenin, quest'ultima ovviamente non gradì affatto.
    Non sarei un'artista, eh? Chi diavolo ti credi di essere?!
    Per me matita e pennello non avevano segreti già prima che tu venissi al mondo, lattante!
    Puoi dire quello che ti pare, ma resti un vigliacco che si nasconde dietro una presunta etica e ideali filosofici per pararsi il sedere, ostentando una neutralità che gli serve solo da scudo.


    Per l'amor di Dio, non sei nemmeno un ninja decente, se non sono qui per la bomber per quale motivo pensi che ci sia?
    Poi, Zora passò all'azione.
    Il fiore che Hisako aveva gettato via ma incautamente alle sue spalle, la colse di sorpresa colpendola in mezzo alla schiena.
    Vacillò, poi si voltò, disorientata.
    Ma che dia--?!
    Intanto il ragazzo dai capelli verdi realizzava un enorme dipinto con una rapidità sorprendente. Una tigre a dimensione naturale, se non più grossa ma fatta d'inchiostrò, prese forma tridimensionale, proprio come era accaduto con il fiore, e in due soli balzi fu addosso all'attempata criminale, troppo veloce perché ella potesse sperare di evitarla.
    La belva schiacciò la sua preda a terra, affondando zanne e grinfie su di lei, senza ferirla o provocarle particolare dolore, ma sicuramente impedendole di muoversi.
    Merda! imprecò la donna cercando di divincolarsi ripetutamente, ma invano. Sembrava avere un macigno addosso tanto la bestia illustrata sembrava inamovibile.
    Lasciala andare, maledetto! intimò l'otese con tono minaccioso.
    Si trovava proprio accanto alla nukenin e, forte della consapevolezza di avere a che fare con un alleato, approfittò della situazione per guadagnare punti agli occhi della donna.
    Sferrò un pugno alla tigre come a voler tentare di liberare la nuova alleata, ma non servì a granché. Proprio come si aspettava e sperava.
    Cazzo, questa cosa non si smuove!
    Nel frattempo Zora si avvicinò, rivolgendo le sue ultime parole a Hisako prima di darle le spalle, mentre Makiko si allontanava ponendosi a qualche metro da lui. Recepì con chiarezza il segnale d'intesa che il giovane le lanciò, ma ovviamente non reagì, pur gioendo dentro.
    E ora veniamo a te, la tua testa mi garantirà sicuramente un compendio extra non indifferente.
    Non così in fretta, tesoro! avrebbe esclamato con l'ultimo barlume di spavalderia la criminale, prima di giocare la sua ultima carta.
    Il pittore avrebbe sentito una voce a lui sconosciuta ma di sicuro appartenente a una bambina chiamare ripetutamente il suo nome, e la voce proveniva dall'esterno, oltre l'ingresso dal quale era entrato in quel vecchio capannone. Il ramingo si sarebbe sentito istintivamente attratto da quella voce ed esimersi dal cercare di raggiungerla gli sarebbe costato un discreto sforzo di autocontrollo, nonché un po' della sua capacità di reazione.[H ST]
    Ragazza!
    Pareva che Hisako avesse un piano, e sarebbe toccato all'otese portarlo a compimento.
    Lascia fare a me! replicò la kunoichi componendo alcuni sigilli, certa di non venire ostacolata mentre lo faceva.
    In qualsiasi modo l'artista avesse reagito all'illusione, lei avrebbe approfittato del momento di possibile distrazione per aggredirlo. O almeno questo era quello che avrebbe dovuto credere la disgraziata spalmata a terra.
    Subito Makiko estrasse la sua cerbottana da sotto il giubbotto, ma tutti l'avrebbero vista come un kaiken leggermente più lungo del solito, la cui lama per giunta si sarebbe tinta gradualmente di un viola acceso.[M ST]Efficacia: 10
    Prendi questo, bastardo!
    Zanna della Serpe Assassina!

    Il nome di una presunta tecnica inventata di sana pianta sul momento fu proclamato a gran voce, mentre la donna si scagliava su Zora facendo in modo che la nukenin non potesse vedere il punto d'impatto della finta lama, possibilmente il busto.
    La donna avrebbe inoltre fatto pure lei un occhiolino al compare, quando fosse stata sicura di essere vista solo da lui, per rassicurarlo sulla natura inoffensiva dell'attacco. L'avrebbe lasciata fare?

    Fortunatamente, la recita non dovette durare oltre perché subito dopo la "pugnalata", Hisako, che aveva seguitato a cercare di divincolarsi inutilmente, fu trascinata dalla tigre d'inchiostro all'interno di un rotolo dell'uomo. Diventando ella stessa un disegno impresso su di esso!
    Se il giovane avesse fatto notare all'alleata che potevano finalmente gettare la maschera e parlare liberamente, lei avrebbe tirato un sospiro di sollievo.
    Meno male, va. Grazie dell'aiuto, Zora.
    Ammesso che sia il tuo vero nome ahahah!

    L'atmosfera sembrava essersi distesa di colpo, e anche la donna sembrava un po' più amichevole di quanto apparisse.
    Ti hanno mandato da Oto? Non mi hanno neanche avvisato, quei dannati.
    Poi riguardo la preda.
    Oddio, cosa le hai fatto?
    Fissò la pergamena dubbiosa.
    Penso che verso la fine abbia abboccato, ma ora devi spiegarmi come la tiro fuori da lì incrociò le braccia mentre sorrideva complice al compagno.





    Edited by Munisai - 14/12/2018, 12:57
     
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    Atto finale


    Post Terzo




    Tutto secondo i piani, la tipa è tra le grinfie della mia tigre e Makiko ha perfettamente eseguito la sua parte. Lo avevo detto che era un ninja pessimo. Eh sì, perché urlarmi contro una frase che mi fa capire che sta in per fare qualcosa, poco prima che io senta un misterioso suono provenire da non so dove, non è esattamente il modo giusto per mascherare l'evidente utilizzo di una genjutsu, ma non tutto il male vien per nuocere, dicono. Cosa??? Sussulto a quel suono come se fossi veramente convinto che qualcuno mi stia chiamando e non oppongo forza all'ammaliamento che mi spinge in quella direzione. Intanto l'altra attrice di quell'opera passa a quello che parrebbe il suo assalto contro di me. Utilizza una tecnica lenta, abbastanza da permettermi di reagire, ma non lo faccio. A che scopo dovrei? Ah, maledizione! Urlo, simulando dolore, mentre l'arma di Makiko impatta contro il mio addome, protetto dal giubbotto rinforzato, e non crea quindi alcun danno. Mi accascio comunque in avanti e cado in ginocchio, quelle sono le ultime cose che vede la nukenin prima di essere segregata in un rotolo.
    Ottimo direi. Mi alzo e pulisco le mie ginocchia dallo sporco che vi è depositato quando le ho poggiate sul terreno. Direi che è andata bene. Dico rivolgendomi a Makiko. Sì, mi manda Oto, strano che non ti abbiano avvertita, ma nemmeno troppo, considerando come funzionano le cose lì. Mi avvicino quindi al rotolo da richiamo lo raccolgo e lo lancio all'infiltrata. Non preoccuparti per lei, tra un'ora uscirà da sola, almeno avrai anche tempo di inventarti qualche storia su come sono dovuto darmela a gambe. Da adesso dovrai far conto sulle tue abilità, dirò io ad Oto che la tua operazione è stata un successo. Buona fortuna per tutto. Così dicendo me ne vado, il mio lavoro lì e finito, spero solo che Oto mi sia riconoscente per le mie doti da attore.
     
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    Kiri • Capitolo IV

    Tutto andò come Makiko aveva sperato.
    Zora si prestò a subire il suo attacco, del tutto innocuo, e finse di averne subito gli effetti in maniera decisamente convincente. Poi, la nukenin fu risucchiata nel rotolo e il sipario poté calare su quella riuscita commedia.

    Quando il ragazzo lanciò la pergamena arrotolata alla donna, lei l'afferrò al volo, con una certa cautela, per poi osservarla incuriosita.
    Non preoccuparti per lei, tra un'ora uscirà da sola, almeno avrai anche tempo di inventarti qualche storia su come sono dovuto darmela a gambe. Da adesso dovrai far conto sulle tue abilità, dirò io ad Oto che la tua operazione è stata un successo. Buona fortuna per tutto.
    D'accordo, capito. Grazie ancora del supporto, a buon rendere disse lei sorridendo mentre alzava il rotolo il gesto di saluto nei confronti dell'alleato, prima che quest'ultimo si congedasse.

    [ ... ]


    Esattamente un'ora più tardi, proprio come il giovane aveva spiegato, Hisako fu sputata fuori dalla carta nella quale era stata imprigionata.
    MA CHE ACCIDENTI--?! urlò subito, girandosi intorno come una forsennata in cerca del nemico.
    Per lei era come se il tempo si fosse congelato al momento il cui quella tigre d'inchiostro l'aveva trascinata via dalla base kiriana sigillandola nel vuoto più assoluto. Ma il suo aguzzino era ormai sparito da un pezzo.
    Solo Makiko era rimasta lì con lei.
    Dov'è quel bastardo?! le chiese subito.
    Stai tranquilla, se n'è andato. Stai bene? rispose l'altra, avvicinandosi con aria sollevata mentre faceva come per sincerarsi delle sue condizioni.
    Abbiamo cominciato a combattere, poi tu sei finita vittima della sua tecnica...beh, alla fine se l'è filata ammise, simulando contrizione.
    Avevo anche messo a segno un paio di buoni colpi, ma il maledetto è stato veloce a scappare. Ma va bene così, non credo che si rifarà vivo.
    Ho preferito restare qui con te. Sì insomma, con il rotolo. Sinceramente non sapevo che pesci prendere per tirarti fuori, ma fortunatamente pare che il jutsu di confinamento abbia una durata limitata
    concluse, sorridendole.
    Oh fece la criminale, tranquillizzandosi un poco, ancora scombussolata da quanto era accaduto.
    Beh...ti ringrazio, allora disse infine la nukenin, mostrando per la prima volta un briciolo di dolcezza.
    Immagino tu ti sia guadagnata la chance di entrare nel nostro gruppo, se è questo che vuoi. Non ho l'autorità di decidere se qualcuno può essere arruolato o meno, ma se metto una buona parola penso che sarai dentro.
    Io sono Hisako, a proposito.

    Come se Makiko non sapesse già il suo nome.
    Ti ringrazio, Hisako. Vedrai, non vi deluderò!



     
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