La ChiamataRiunione Segreta dei Kage

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  1. Ade Geist
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    ~ The Red Capes are coming!

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    La Chiamata


    Prologo


    Atto I
    Essere la Mano Sinistra



    Avevo capito qualche giorno prima che accadesse che qualcosa non andava; quando ti passava accanto ne percepivi la tensione, l'aria si faceva estremamente pesante quando ti trovavi nella stanza con lui ed il silenzio, quello che solitamente non lo accompagnava mai, era adesso il suo più fidato seguace. Avevo capito che prima o poi avrebbe ceduto, che proprio lui che non poteva essere spezzato ... si sarebbe spezzato. Fui il primo ad accorgersene: andai a bussare al suo ufficio ma la porta non era neanche chiusa. Sul tavolo una pila di fogli da firmare, una risma di rapporti da siglare: non aveva neanche più la forza o la volontà di scaricarmeli. Era diventato apatico, distaccato. Tutto ciò che sapevo era che la sua ultima missione era stata un disastro. Erano morte molte persone. Se lui era sopravvissuto, però, dovevano essere morti soltanto i più deboli, quindi non riuscivo a capire il perché di tanto rammarico: non c'è da compatire una perdita, se ciò che si è perso non era di valore. Anzi, spesso la perdita è inutile patirla del tutto. Ciò che è stato non potrà mai essere perché, appunto è stato.
    Quando avvertii il Mizukage la sua reazione non mi sorprese. Nessuna azione nei confronti di Akira: sarebbe tornato, prima o poi, né io né Itai avevamo dubbi al riguardo. Si era comunque comportato come un irresponsabile - era pur sempre il capo delle squadre speciali ed uno dei dententori sia delle vecchie che delle nuove Sette, non poteva permettersi di abbandonare il villaggio senza dare notizie di sé.
    Fui incaricato di sostituirlo in sua assenza e così feci. Neanche Meika sembrava sapere niente di quella faccenda: ho sfocati ricordi di Keiji Kagome riguardo la riunione di Kiri; il suo ardore nel voler andare a salvare la sua amata, la testardaggine con la quale sfidò il neo-mizukage ed al quale mi unii erano così in contrasto con il suo coevo comportamento che non riuscivo a trovare una soluzione razionale. Forse perché di razionale c'era ben poco. Ero spesso in ospedale dalla Akuma per via dei miei antidolorifici o - placebo che dir si voglia - ed ogni giorno il suo colorito sbiadiva come quello di una rosa bianca che stava morendo; ogni giorno sembrava sempre più trasparente invisibile. Mi ricordava ancora una volta la degenza per la malattia contratta a Shulva.
    Quel giorno però, mentre andavo in ufficio sgranocchiando un tonico, fu diverso. Fu inaspettato. Trovai una lettera del Mizukage di convocazione sulla scrivania. Inutile negare che il mio primo pensiero fu una missione di salvataggio o ricerca di Akira Hozuki - erano passati troppi giorni! Quando entrai Itai fu piuttosto breve. Si percepiva ancora tensione nell'aria, anche lui, probabilmente, iniziava ad essere molto preoccupato e l'assentarsi dal villaggio lo turbava ma non poteva in nessun modo. Era stata indetta una riunione dei Kage. Itai voleva che lo accompagnassi. Se ci fosse stato Akira quello sarebbe stato compito suo. Va bene. Dissi, grave. Ma non possiamo continuare a fare finta di nulla.

    Ci ritrovammo davanti alle mura del villaggio come avevamo stabilito. Yogan ed il Mizukage erano già li nonostante non fossi in ritardo. Quel giorno avevo dei colori che non mi si addicevano: un lungo drappo grigio molto chiaro, quasi bianco, scendeva dal collo fino a più o meno metà gambe, fermato alla vita artificiale da una spessa fascia nera in cui era riposta la Yakusoku. Un cappuccio collegato ad un mantello dello stesso colore del drappo mi cingeva la testa e delle spesse fasciature grigie, questa volta più scure rispetto al drappo, tenevano caldi i miei arti. Sul volto, già di per sé molto coperto dal cappuccio, giaceva una maschera nera decorata in oro.
    Non ci era stato chiesto di andare disarmati quindi avevo portato con me ogni singolo oggetto del mio arsenale. Quando volete partire, io sono pronto.

    Non fu un viaggio pieno di parole, come potete immaginare. C'erano molti più motivi per tacere che per discorrere. Inoltre la presenza prolungata di Itai e de suo drago mi destavano un certo fermento interno dovuto forse all'agitarsi del Drago Nero. Non forzai alcuna discussione, non ce n'era motivo. Mi limitai a meditare, in attesa.
    Più ci avvicinavamo al luogo stabilito, più ci rendevamo conto che il clima non ci era così inospitale anche se forse era più simile a quello di Genosha o Azumaido che a quello del Villaggio Segreto. Una volta atterrati il mastodontico edificio che ci trovammo dinnanzi mi ricordò il palazzo Kenkichi, almeno nello stile architettonico. Squadrato, spartano, imponente. Una vera architettura del potere, c'era poco da dire. Nonostante mancasse di fronzoli e tipiche scene volte ad accrescere l'immaginario sulle persone raffigurate, quell'edificio trasmetteva sicurezza, fermezza e austerità. Ad attenderci c'era soltanto un messo accademico, disarmato. I Mizukage mi precedeva: fummo accompagnati nella nostra stanza e lasciati accomodare. Vi era un pasto caldo ed una lettera che invitava a riposarci dato che la riunione si sarebbe tenuta la sera. Ogni minuto era buono per meditare quando non si è più avvezzi al dormire - sebbene non disponessi dei complessi sistemi di sospensione che mi ero installato a casa per poter potenziare quella sensazione di riposo. Per quanto riguarda il cibo invece, declinai semplicemente col gesto di una mano. Non mi sarei certamente tolto la maschera, nemmeno davanti al Mizukage, avrei piuttosto aspettato un momento di tranquillità per ingerire uno dei miei tonici supernutrienti.

    Quando si fece l'ora fummo accompagnati alla sala della riunione. Avevo osservato poco il palazzo in cui ci trovavamo quel pomeriggio: solo in quel momento, infatti, mi rendevo conto di quanto fosse sporco e malmesso. Probabilmente quel posto era abbandonato da anni e fu racimolato all'ultimo istante per indire quella riunione straordinaria: davvero era necessaria tanta furia?
    Quando le porte della sala principale si spalancarono le sorprese furono molte, troppe. Prima di tutto, quel luogo non era vergine alla presenza di tutti e quattro i grandi Kage. Le enormi pietre raffiguranti i vari kanji del villaggio lo dimostravano. Inoltre il kanji centrale, quello dell'accademia, suggeriva un utilizzo non troppo remoto. Erano già arrivati due dei quattro Kage: Raizen Ikigami e ... Hohenheim Kakita! Il giovanissimo Jonin della Sabbia si era dimostrato il ninja più forte ed affidabile del suo villaggio. Avevo avuto la fortuna di testare le sue capacità in più di una occasione e devo ammettere che lo ritenevo perfettamente all'altezza di quel titolo. Ad accompagnarlo c'era Daishin Iga, altro ninja con cui avevo avuto modo di fare conoscenza. La sua formalità era un ottimo biglietto da visita per una rionione di quel tipo.
    Sul Kage della foglia invece avevo poche notizie, se non qualche ricordo sbiadito di Keiji Kagome. Il cuore però saltò un battito in un momento di lucidità non mio. Mi appoggiai con una mano alla spalla di Itai. Un eterno dolore mi afflisse mentre sentivo perdere il controllo su quel corpo: il ninja di Taki aveva per un attimo così intensamente cercato suo figlio da farmi annebbiare la mente. Possibile che ad accompagnarlo fosse Sho? I due successivi passi mi confermarono che si trattasse la sagoma di un Saitama ma di quello sbagliato: era Oda. Gli lanciai una occhiata per poi rivolgere la mia attenzione al centro del tavolo. Una sagoma incappucciata che non conoscevo era affiancata da ParlatoAkira. dissi, bisbigliando. Ecco dove si era rintanato quel bastardo. Aveva più di una cosa da raccontare a me ed al Mizukage.
    Con compostezza ci dirigemmo verso quella porzione di tavolo che recava il simbolo della nebbia. Porsi la sedia al Mizukage e mi sedetti in quella a me adibita subito dietro la sua.
    Il destino del mondo era rinchiuso in quattro mura nel gelo di una fredda montagna ed io, insieme ad altre nove persone, ero lì per tesserne i fili.




    Chakra:
    Vitalità:
    En. Vitale: 30/30
    Statistiche Primarie
    Forza: 750
    Velocità: 550
    Resistenza: 600
    Riflessi: 600
    Statistiche Secondarie
    Concentrazione: 600
    Agilità: 600
    Intuito: 600
    Precisione: 600
    Slot Difesa
    1:
    2:
    3:
    Slot Azione
    1:
    2:
    3:
    Slot Tecnica
    1:
    2:
    Equipaggiamento
    • Tonico Coagulante Medio × 3
    • Sistema di Ancoraggio dell'Arto Artificiale × 3
    • Elmo integrale dell'Inquisitore × 1
    • Cotta di Maglia Completa × 1
    • Arto Artificiale Kiriano Base × 2
    • Filo di Nylon [10m] × 1
    • Spiedi Potenziati × 2
    • Tonico di Recupero Medio × 1
    • Braccio Sinistro dell'Inquisitore × 1
    • Unagi × 1
    • Yakusoku Kenkichi × 1

    Note




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    Citato
    Koutsu
    Kyofu
    Yakusoku

     
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73 replies since 17/11/2018, 17:03   3090 views
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