La Chiamata

Riunione Segreta dei Kage

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    La Prima Testa a Crollare


    - II -




    Sorrise al Kazekage, ma senza troppa enfasi.

    Una bella serata, kazekage?
    A Suna conoscete bene il concetto di “occhio del ciclone” immagino.
    Ora ci siamo comodamente seduti in mezzo, persino respirare impudentemente potrebbe spostarlo.
    Non alzi troppo la voce.


    Il suo tono, come quello di Hohe era tranquillo, ma non per questo poco serio, era realmente ciò che pensava, per quanto i presupposti fossero buoni infatti tra quelle quattro persone non era certo buon sangue che scorreva.
    Salutò con un cenno della testa l’ingresso di ogni singola persona in quella sala, conosceva tutti tranne l’individuo che scortava Itai, a cui tuttavia concesse il medesimo saluto per pura formalità.
    Jotaro prese subito la parola imbastendo gli argomenti da trattare durante la riunione più pericolosa di sempre, facendo un appunto sui draghi a cui Raizen rispose solamente col pensiero.

    Fossero in grado di ucciderci tutti in una volta sola di certo non sarebbe la segretezza dell’incontro a salvarci.

    Ma per il bene della riunione tacque, sorprendendo perfino se stesso, si concesse solo un cenno di diniego.
    Il resoconto fu abbastanza generico, atto a far sputare ai protagonisti di quella riunione qualsiasi informazione in loro possesso, sorprendentemente, e ben oltre ogni sua più assurda immaginazione il Kazekage parlò senza accennare minimamente ai dissapori che intercorrevano tra loro e il Kokage.
    Ma prima di prendere parola, tenendo fede a ciò che aveva anticipato a se stesso, avrebbe taciuto fino a quando anche Itai non avesse parlato, fortunatamente riportando la ragione a quel tavolo, anche se solamente per pochi minuti.
    Quando la voce del Colosso si spense fu Raizen ad inspirare, mai in maniera così grave in vita sua.

    Oda.

    Chiamò mentalmente.

    Preparati a comunicare con Kunihiro, non si sa mai.

    Tornò quindi sui presenti, stringendo le labbra.

    Temo di dovermi scusare Jotaro, ma dovrò scendere nel personale, esimermi dal farlo renderebbe questa riunione ancor più ridicola dell’accademia.

    Avrebbe passato lo sguardo su tutti i presenti, ma senza restare in silenzio a sufficienza da cedere la parola.

    Credo che l’inizio di questa riunione non debbano essere sporche menzogne, ne tantomeno parziali verità.

    Guardò verso Diogene.

    È giunta l’ora di finirla con questi giochetti da poppanti.

    Si orientò nuovamente verso Jotaro, in assenza di una figura imparziale da osservare mentre si apprestava a parlare di argomenti che interessavano tutti.

    Sono l’Hokage, e come i miei predecessori uno dei sostenitori più convinti dell’alleanza a cui abbiamo dato il nome di accademia.
    È un traguardo raggiunto con enormi sacrifici che non andrebbe mantenuto esclusivamente per inerzia, ma perché ogni villaggio singolarmente non è che uno sputo di fronte ad ogni singolo pericolo finora elencato.
    Ed è per questa precisa ragione che oggi siedo a questo tavolo.
    Io stesso in passato non vedevo alcun vantaggio nell’alleanza chiamata Accademia, io stesso facevo parte di quel gruppo di sovversivi capitanati da Diogene che verso la stessa ed i villaggi ad essa appartenenti non avevano che intendi distruttivi.
    Suna e Kiri non erano che terre da spartire nei patti fatti tra me e il non-ancora-kokage.
    Non è vero che Kiri non è stata danneggiata dalle tue mani, possedevi e temo tu possegga ancora le precedenti katane o wakizashi della nebbia.
    Lo so bene perché usandole come merce di scambio avrei dovuto utilizzarle per attirare il precedente mizukage ed ucciderlo.


    Inspirò nuovamente, era un informazione che meritava un minimo di riposo, per chi la sentiva la prima volta e per chi pensava non fosse mai venuta a galla.

    Ma il tempo e le esperienze cambiano tutte le persone, o quasi.

    Si voltò nuovamente verso Diogene.

    Ho trovato un tuo diretto sottoposto, Eiatsu, che durante la festa per la mia elezione a Prima Fiamma del paese del fuoco progettava ben due attentati ed ha avuto la pessima idea di confessarmeli proprio quel giorno.
    È stato catturato ed interrogato riguardo la tua persona e l’operato della tua associazione, di cui Yashimata faceva parte.
    Kiri e Konoha sono state danneggiate, o ci sono andate parecchio vicino.
    Di Suna siamo tutti ben al corrente, non mi dilungherò oltre.
    Non possiamo stringerci la mano ed accontentarci di quattro parole, persino mal combinate, e procedere come se nulla fosse accaduto.
    Io so con chi sto parlando, ma non fatico a comprendere la posizione del Mizukage o del Kazekage.
    Per quanto io possa fidarmi di Febh anche lui ha dei limiti, l’essere solamente UN uomo e non un kage che dispone di un intero villaggio.
    Mediante le informazioni ottenute mi sono impegnato a sedare gli animi, cedendo di quando in quando scoperte anche vecchie di mesi, ma utili a far apparire la situazione in costante movimento e sotto controllo, facendo da cuscinetto tra Kiri e Oto, mentre rendevo a Suna uno shinobi che non mi stupisce non sia seduto al posto di Hohenheim.


    Chinò leggermente il capo in segno di rispetto.

    Non è per i miei sforzi che chiedo onestà, ma per dare prova della volontà di mettere un piede davanti all’altro, accettando che il passato dei quattro villaggi sia impossibile da riscrivere per quanto disastroso, ma sufficientemente piccolo rispetto alle volontà dei quattro kage riuniti perché questi possano metterci una pietra sopra, se le eventuali divergenze verranno appianate.

    Allungò la mano verso il suo cappello indicandolo.

    È la fedeltà alla mia nazione che guida le mie azioni, ed è per essa che sostengo l’alleanza.
    Se vogliamo che questa riunione porti dei benefici, a prescindere da chi eravamo, dobbiamo credere in essa, con tutto ciò che questo comporta.
    Fino a quel momento condivideremo informazioni col timore che ci vengano in qualche modo ritorte contro, in un circolo vizioso in cui ogni informazione è un arma data a coloro che ancora non reputiamo Veri alleati e ci accontentiamo di riceverne a nostra volta perché sicure di poterle usare eventualmente come difesa.
    Questa non è un alleanza, è un armistizio, una guerra fredda.
    Dobbiamo interromperlo, è l’unico modo perché ciò che diremmo da ora in avanti possa essere produttivo.


    Di sicuro era strano sentire quelle parole proprio da Raizen Ikigami, meritevole dell’appellativo di montagna del fuoco, se non per la sua stazza per la passione e l’ardore che lo contraddistinguevano nell’agire, spesso, in solitaria.

    Per quanto possa valere vi chiedo scusa per le azioni da me compiute o programmate in passato, e per la mancanza di onestà nelle mie azioni.

    Si sarebbe alzato in piedi per poi piegarsi, ma senza inchinarsi, la lieve inclinazione della sua schiena suggeriva rispetto verso i tre paesi, ma non sottomissione, era un gesto che chiedeva di essere emulato più che semplicemente accettato.
    Nonostante tutte le parole, nonostante tutte le azioni, nella sua mente ancora torreggiava un unica parola, indelebile, come marchiata a fuoco: Indegno.
    Forse, nemmeno quel giorno se ne sarebbe liberato.
    Se il vento del cambiamento avesse iniziato a soffiare con un sorriso sincero si sarebbe seduto al suo posto.

    Direi che possiamo realmente cominciare, scusa Jotaro, non potevo davvero evitarlo.

    Disse riferendosi al discorso appena sciorinato per poi compiere cinque sigilli e far comparire Kubomi, portava con se un rotolo.

    Grazie, puoi andare adesso.

    Difficile descrivere l’espressione e l’emozione del drago nel ritrovarsi davanti a tutte quelle personalità, ma fino a quando non avesse rilasciato il richiamo l’avrebbe mantenuta, come se pietrificato.

    Iniziamo da queste.

    Disse indicando l’innocuo rotolino di carta.

    Al suo interno sono contenuti due oggetti, il primo ha mostrato di essere in grado di trasmettere la propria posizione, mentre il secondo potrebbe farlo, quindi vorrei estrarli solo se estremamente necessario.
    La prima è una grande tentazione che ancora oggi guardo con sfiducia.
    Un mio shinobi l’ha portata da cantha, e ad essa è in grado di riportarci, ma non ho mai smesso di pensare che il suo ago non punti che la morte.
    La seconda… forse Febh può riconoscerla.
    Qualche tempo fa ci fu un emergenza a Kawakin, e tra un indagine e l’altra trovammo un guanto particolare, per i cremisi pareva essere importante, ma ne scoprii il reale potenziale solo successivamente.
    Il guanto in cui era incastonato come le altre pietre non erano che uno specchietto per le allodole, quest’unica pietra è infatti un… cristallo di chakra?
    Non saprei come definirlo al meglio, ma in esso è sigillato un mondo interiore simile a quello dei jinchuriki in cui si trova il chakra del Veterano.
    Dai recenti rapporti pare che la sua mancanza non sia stato in grado di fermarlo, ma al suo interno è costituito comunque un grande potere e se è vero che fuoco mangia fuoco un arma utile contro un nemico che si prospetta ben più ostico di quanto mostrato.


    Spiegato dei due artefatti sarebbe passato alle altre informazioni in suo possesso.

    Riguardo Iwa e delle armi che vi furono create, Kumo e Cantha mi sembra di non aver omesso nulla dei rapporti che mi sono giunti dai miei ninja, ma se necessario mi occuperò di far fare un lavoro similare ai fascicoli di Diogene.
    Ci sono però importanti novità riguardo alle armi, una di loro pare sia nascosta nei dintorni del paese della Zanna, nelle porzioni più orientali, e sembra si stia attivando.
    L’arma in se è una donna immortale che potrebbe aver dato alla luce una figlia a cui ha passato sia i suoi poteri che la natura di arma.
    Non chiedetemi come, sono tecniche vecchie di millenni.
    Tecniche scritte nelle pergamene di Indra.
    C’è più di un filo che connette più di un evento alle stesse e pare che di persè non siano gran cosa, ma gli appunti riportati sono importanti indizi per la creazione di nuove arti ninja.
    Grazie ad una è stata creata un arma in grado di disperdere le anime delle persone, un altra poteva dare vita a cose inanimate, è stata applicata all’arma ad esempio… penso ce ne siano di tutti i tipi, non mi stupirebbe scoprire che le hijutsu dei villaggi derivino da esse.


    Ripensò poi alle parole di Diogene con un mezzo sorriso.

    Per quanto ho capito dei cremisi, sperare che le armi convenzionali siano in qualche modo utili è mera fantasia, noi siamo ninja, abbiamo armi ben più efficaci di archi e frecce leggermente evoluti.
    La guerra in campo aperto non ci appartiene, e per lo stile che abbiamo probabilmente non ci apparterrà mai.
    La nostra vittoria sta nel lavoro di squadra che i nostri shinobi possono fare tra di loro.
    Dal mio punto di vista, quantomeno.


    A quel punto avrebbe passato la parola a chiunque volesse aggiungere qualcosa.

    Ah, e auguri Diogene.

    Un sorriso onesto, alleggerire la tensione era un obbligo a quel punto.
     
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