La ChiamataRiunione Segreta dei Kage

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  1. - Hohenheim -
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    Così questi erano i fatti. Diogenes era rimasto della sua posizione, non riuscendo a mettere il bene dell’alleanza davanti al suo ego. Sarebbe bastato ridare subito il demone a Suna, così come il consiglio aveva stabilito, e l’alleanza avrebbe superato quel momento per andare avanti. Ma era chiedere troppo. Quando le azioni dei singoli diventano sinonimi della volontà di un intero villaggio, quando l’io parla per tutti, si perde di vista il quadro generale.

    I Kage non dovrebbero essere solo persone, pensò Hohenheim. Non dovrebbero essere come singoli individui che reclamano le loro azioni come favori personali, invece di riconoscere tali azioni come semplice ottemperare ad impegni presi. I Kage non dovrebbero minare l’interesse di tutti; a fronte poi di che cosa? Eppure, le persone che aveva davanti - eccetto chiaramente Itai, che non era più presente - si stavano comportando come individui e non come Kage.

    Persino l’Hokage, che pure era suo alleato in quel momento, nel fronteggiare le affermazioni di Diogenes, lo aveva criticato come farebbe una persona, ma non un Kage. Nelle sue affermazioni, c’era il disprezzo di Raizen Ichigami, ma non la presenza politica dell’Hokage di Konoha. Per questo, nonostante le sue parole, forse per il bene della pace, l’Hokage non aveva intrapreso nessuna azione politica per far valere la decisione del consiglio. Così facendo, non aveva avallato la sua richiesta di formalizzare quel tentativo unilaterale di Oto di tenersi il demone e farne quello che voleva, alle condizioni che voleva. Questo era intollerabile.

    Tutte queste considerazioni colpirono il jonin bambino con una tale forza da lasciarlo basito. La sua rabbia scemò, cristallizzandosi in una ferma determinazione: che lui non si sarebbe comportato nella stessa maniera. In quel momento, lui non doveva essere Hohenheim Kakita, ma il Kazekage, e solo gli interessi di Suna in quel momento dovevano avere importanza. Per questo, non poteva ignorare i danni che la Sabbia aveva seguito, nè mettere a repentaglio la sua futura sicurezza all’interno dell’alleanza. Serviva una soluzione politica e, se l’Hokage non lo spalleggiava in maniera istituzionale, avrebbe dovuto lui stesso portare il discorso a quel livello.

    Con rinnovato controllo nella sua voce, il Kazekage disse:

    Le azioni che hai descritto, Kokage, rientrano negli accordi che i nostri villaggi hanno stabilito quasi 40 anni fa. Non considerando il ritorno personale che potresti aver avuto da ognuna di queste azioni, è nostro dovere, di ciascuno di noi, aiutare un accademico in difficoltà. In quest’ottica, recuperando lo Yonbi, non hai fatto un favore a Suna, ma hai fatto il tuo dovere. Alla stessa stregua, salvare il ninja che si è sacrificato per recuperarlo, o recuperare il 5 code, è dovere di ognuno di noi e non ci sarà nessun debito da saldare quando questo verrà portato a termine.

    Questo infatti diceva lo statuto dell’Accademia che tutti si erano imposti volontariamente.

    Complottare contro i villaggi, fraternizzare con i nukenin e alterare la coscienza di ninja accademici...queste sono cose che violano completamente il codice che ci siamo dati. Che Hoshikuzu Chikuma ti abbia perdonato o meno, questo testimonia solo in favore della sua bontà, ma agli occhi di Suna tale comportamento non può passare inosservato. Per quanto dice la legge dell’Accademia, ci sono tutti gli estremi per imprigionarti e buttare la chiave. Tuttavia, questi sono tempi eccezionali, perchè la sopravvivenza di noi tuttI è messa a rischio. Allo stesso tempo, la posizione della Sabbia è stata chiara fin dall’inizio: non possiamo continuare a considerare Oto un alleato se l’equilibrio tra i villaggi non viene ristabilito.

    Per questo, decreto con effetto immediato, che tutti i ninja di Suna non considerino Oto ed i suoi ninja come membri appartenenti all’accademia; che l’accesso a Suna sia proibito ai ninja di Oto, così come l’approvvigionamento di tecnologia ninja prodotta dal DESERT. Inoltre, Suna non parteciperà a nessuna azione offensiva di alcun genere che sia capeggiata o proposta da Oto, se il consiglio non avrà deliberato in suo favore.

    Questa condizione permarrà fin quando lo Yonbi non sarà ridato a Suna senza ulteriori condizioni.

    Visto che viviamo in tempi particolari, come atto di buona volontà da parte del Villaggio, Suna si impegna a continuare a difendere il Suono in caso di attacco da parte dei Cremisi o di Chanta. Alla stessa maniera, Suna continuerà ad onorare gli impegni presi nel consiglio dei Kage. Invito inoltre il Mizukage e l’Hokge a emanare misure restrittive simili nei confronti di Oto, per velocizzare il processo di restituzione e lasciarci questo brutto episodio alle spalle


    Così il Kazekage avrebbe parlato, emanando una direttiva dura verso tutti i suoi ninja e verso l’alleanza. Non era così che avrebbe voluto che le cose andassero, ed aveva fatto del suo meglio per trovare una soluzione politica che non compromettesse ulteriormente la stabilità tra i villaggi. Ma tutto quello che avevano stabilito e concordato in assenza del Kokage era stato distrutto nel momento in cui lui aveva aperto bocca nuovamente.

    Ora puoi andare a riposare Kokage, se ne hai bisogno. Spero che il riposo ti porti consiglio.

    Avrebbe quindi lasciato la sala, probabilmente con Daishin al suo seguito. Il suo consigliere probabilmente non sarebbe stato d’accordo con quella linea così dura che il Kazekage aveva adottato. Tuttavia, il Consigliere non era arrivato a quell’incontro con suggerimenti di varie linee di azioni e quindi Hohenheim aveva agito secondo quello che reputava il bene di Suna e dell’alleanza. Ad ogni modo, il Kage bambino avrebbe ascoltato la sua opinione e qualsiasi suo consiglio su come continuare a gestire quella situazione.

    Prima di lasciare quel luogo, l’Hokage lo sarebbe venuto a trovare confermandogli il suo supporto. Hohenheim avrebbe desiderato che Raizen gli avesse dato più supporto politico durante la riunione, ma probabilmente non si era voluto esporre tanto nei fatti quanto nelle parole. Ad ogni modo, Raizen si era offerto di aiutare a superare quella crisi, e Hohenheim non poteva rifiutare il suo aiuto:

    Grazie per i tuoi consigli e per l’aiuto che stai mettendo a disposizione per superare questa crisi tra villaggi.

    Avrebbe riposto Hohenheim, in tono riconoscente, ma forse con meno calore rispetto a quanto avrebbe fatto in altre circostanze. Del resto aveva un peso nel cuore. Quella era la prima riunione tra i Kage a cui partecipava ed era stato un bagno di sangue. Augurarsi che le cose potessero andare avanti e per il meglio non sarebbe bastato. Le parole non sarebbero bastate. C’era bisogno di più fiducia tra di loro e di azioni che creassero quella fiducia. Oto, o per lo meno Diogenes, non si era mostrato degno di tale fiducia, nè aveva dimostrato di aver fiducia nel loro giudizio. Se le cose fossero rimaste così com’erano, avrebbero perso tutto quanto.
    Hohenheim si chiese se avesse dovuto lasciar correre e lasciare che lo Yonbi rimanesse dov’era. Sicuramente, Diogenes avrebbe comunque trovato un modo di adoperarlo anche se i Kage si erano opposti all’utilizzo che ne voleva fare. Sarebbe stato meglio in quel caso? Solo il tempo avrebbe potuto dire quali conseguenze le scelte di oggi avrebbero prodotto domani.

     
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