Una promessa dal passato

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  1. Jotaro Jaku
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    Jotty2Hotty

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    GRAN FINALE




    Quando Febh accettò il piccolo oggetto, sembrò rilassarsi completamente. La sua espressione cambiò, la sua postura anche, sembrò essere diventato del tutto un'altra persona. Per un attimo un brivido scese lungo la schiena del ronin, qualcosa lo spaventò, una sensazione che non provava da moltissimo tempo. Secondo lui la calma era il dettaglio più terrificante che poteva nascondersi in ogni uomo, e vedere Febh così improvvisamente calmo in un posto simile, lo fece trasalire. Pochi istanti dopo però si separarono, ma lui continuò a pensare a quello che aveva appena percepito. Ovviamente nelle steppe oscure del Bonshuno, Jotaro non fu un grado di udire la verità riguardo l'identità di Febh, mentre lui urlava alle lucertole; le sue parole si persero nell'infinita oscurità.
    Quando si trovò nella più nera oscurità, circondato dalle ombre sue gemelle, la più grande di loro non era scomparsa, era semplicemente l'ombra stessa che li accoglieva, e i due grandi occhi, uno rosso e uno bianco, restavano dietro la schiena di Jotaro, e si spostavano con essa, impedendo al ronin di scorgerli, qualora si fosse voltato. Poteva sentirti osservato, ma non poteva osservare. Ci avrebbe messo un bel po' per capire cosa stava succedendo. Il grande drago era abile nelle illusioni, ovviamente, e quella poteva tormentare un'anima mortale per l'eternità, ma non aveva le reali sensazioni che le esperienze della vita potevano dare, e Jotaro aveva passato una grande quantità di tempo con le anime dei suoi compagni, per questo comprese quanto stava accadendo, ma questo non gli avrebbe permesso di spezzare quella infame maledizione. Le sue capacità di contrastare le capacità illusorie non erano che nella media, e liberarsi da quella poteva essere quasi impossibile, non aveva certo il chakra necessario, e Indra non era un demone, non poteva fornirne alcuno, però poteva essere d'aiuto.
    La serratura per l'Antico era chiusa, serrata, ma Jotaro avrebbe potuto giurare di aver percepito un sussurro, un'idea, un consiglio...era farina del suo sacco, o Indra in qualche modo era riuscito a lambire la sua mente oltre la Porta?

    L'idea era semplice, ma efficace. La sua mente gli apparteneva, era l'arma più potente che aveva a disposizione, e con il supporto dell'Antico lo era divenuta ancora di più. Poteva distorcerla volontariamente come nessuna illusione avrebbe mai potuto, per questo liberò il suo chakra, che fluì nella sua corteccia cerebrale come un fluido velenoso, e gli sembrò di avere Mataza che gli conficcava le unghie nello scalpo. La sensazione non fu piacevole.

    All'inizio.

    XGbyZN3



    Le immagini che percepiva iniziarono a distorcersi, le ombre che aveva accanto cambiarono, da vapori oscuri presero forma, e divennero i vari corpi brutta copia di Jotaro che erano stati creati per proteggerlo, o meglio, per fare la guardia alle reliquie. Brando, Yugito, Ashura, Amanimaru, erano sempre loro, riprodotti attorno a lui nell'uniforme da ombra, come se fosse sempre stato lui a vegliare su se stesso, e non i suoi compagni. Era l'unico su cui poteva fare affidamento, ed era sempre stato così, il padre che tanto diceva di esserne orgoglioso, era solo l'ennesimo buffone. E quando finalmente il Jaku si voltò, una sciocca caricatura del "padre" lo fissava, intento saltellare in maniera divertente.

    Sembri Hoshi, ma meno divertente.

    Le ombre erano sempre lì con lui, e anche l'illusione, ma almeno la via adesso era chiara.

    [Akira e...Febh?]

    La strana coppia era invece arrivata al banco degli imputati, dove il guardiano della lanterna era sotto l'attenzione del guardiano del tempio, che gli proponeva un accordo. Raramente in una situazione simile, l'accordo sarà a vantaggio del povero malcapitato, ma forse questa era un'eccezione alla regola. Se Jotaro fosse stato presente, e ancora non lo era, avrebbe spinto Akira a siglarne uno; strangolarsi in un pessimo accordo con le proprie mani era, secondo lui, il miglior modo per imparare dai propri errori. Altri però racconteranno l'esito della storia di Akira, dal momento che la nostra attenzione si focalizzerà su...Febh. Dopo essere stato, nuovamente, deriso e insultato, stavolta anche dal vecchio scribacchino di Amesoko, lo strano Febh avrebbe percepito di essere osservato. Non dal vecchio, da Akira, o da Jotaro, ma da qualcos'altro presente nel tempio. Improvvisamente una sezione di una delle pareti, iniziò a cambiare pigmentazione, divenendo sempre più scura. La sezione in questione era molto grande, parecchi metri infatti, quasi tutta una zona, e non solo si stava annerendo, ma a contrasto col colore più chiaro, sebbene sempre antracite, del resto del tempio, divenne chiara una forma ben precisa.
    Akira non avrebbe notato nulla di tutto questo, ma un grosso animale, una lucertola decisamente più grande e sicuramente più oscura dei cacciatori che avevano inseguito Febh, divenne chiara ed evidente, attaccata alla parete del tempio. Il vecchio guardiano chiaramente la scorse, volgendo appena il volto e fissandola con la coda dell'occhio, mentre questa lentamente scendeva dalla parete che la ospitava, senza però emettere nessun rumore eccessivo, se non appena quello di mille squame che strusciavano sinuose sulla nuda pietra. Il grande...qualunque cosa fosse, diciamo per comodità lucertolone, si fece avanti e andò ad appollaiarsi a giusto un metro da Febh, la sua testa era grande come tutto l'amministratore di Oto. Dopo qualche istante di osservazione, una lunga lingua lucertolosa uscì dalla cavità orale, che rimase socchiusa, e andò ad avvilupparsi attorno al ninja, senza però stringerlo, restò ferma qualche istante, come per misurare...qualcosa, poi venne ritratta fin nella bocca della creatura, la quale, sibilando, parlò!

    << Pressssssssssto. >>

    Nuovamente solo Febh, o chiunque lui fosse realmente, avrebbe potuto avere consapevolezza di tutto questo, mentre la lucertola chinava rapidamente il capo e dondolando, tornava dietro al vecchio guardiano, appollaiandosi sopra a una colonna, nonostante fosse ben più grande di quest'ultima, restando però visibile all'Otese. Quella cosa era quasi certamente uno dei cacciatori, ma oltre a essere più grande e dotato di un intelletto superiore, aveva anche percepito qualcosa, che sarebbe stato chiaro a Febh appunto...presto.

    [Jotaro]

    Non molto tempo dopo, anche Jotaro arrivò al tempio, apparendo quasi magicamente dietro le spalle di Akira, mentre questo era intento ad udire le parole del guardiano, il quale si rivolse anche all'ultimo arrivato, come fosse il portiere di un parco dei divertimenti.

    [QUOTE]

    Propongo anche a te un patto. Il Custode del Tempio dei Contratti stava veramente proponendo un patto anche a colui che, più di tutti tra i mortali, si era fatto beffa di quel luogo. Ma, a differenza di tutti gli altri, il mio giudizio sarà più severo. Non voglio più correre inutili rischi con te. Non voglio più vedere te che ti fai beffe del Mondo dei Morti. Cosa cerchi, Jotaro Jaku? Il patto sarà valutato, ma il Sommo Amesoko richiede come prezzo... La tua anima. Quando giungerà la fine per te, la tua anima sarà reclamata, questa volta per sempre... E saranno... Si, mi pare equo.
    Mille anni.
    Mille anni tra le fauci del Sommo.

    [QUOTE]

    Il ronin attese che Akira completasse la sua arringa, prima di dire la sua, fu in effetti stupito dalla richiesta di Akira, curioso che il ragazzo volesse davvero Quindi, quando il vecchio posò del tutto lo sguardo su di lui, il ronin sbuffò, come se non fosse la prima volta che si trovava davanti al guardiano in procinto di terminare quella conversazione.

    Touki ogni volta che sono passato di qui mi hai fatto la stessa proposta, e ogni volta il tuo padrone ti ha impedito di ricordarlo, io non ho un'anima come gli altri, e Amesoko questo lo sa bene.

    Quindi Jotaro si grattò il mento. Che il destino lo avesse messo sulla stessa strada di Akira per un motivo ? Dopotutto la richiesta del ragazzo non era così diversa dal vero motivo che aveva portato Jotaro nel Bonshuno a incontrare il drago del Nadir e il suo guardiano. Era il momento di scegliere cosa fare, se restare nel limbo, o varcare la soglia per il destino che lo aveva sempre atteso. Quindi si rivolse ad Akira.

    Akira, puoi passarmi quella per un istante ? C'è dentro una cosa che mi appartiene.

    Ovviamente Jotaro si riferiva a Tamashi, che indicò, cosa che generò un certo fastidio nel vecchio guardiano, fastidio che Jotaro si premurò di troncare immediatamente. Abbi pazienza guardiano, sono sicuro il tuo padrone apprezzerà.
    Al ronin non serviva davvero impugnarla, gli sarebbe bastato che Akira sporgesse il braccio verso di lui tenendo la lanterna, mentre questa si apriva da un lato, e una piccola, fioca pallina luminosa verdastra si facesse strada fluttuando verso la mano del ronin. Quella "cosa" sembrava danneggiata, molto danneggiata, e se ne stava accesa per miracolo, ma cosa era quella strana sfera, e perchè si trovava nella lanterna? Ovviamente questo Jotaro non lo spiegò ad Akira, ma il vecchio guardiano sembrò capire subito cosa aveva davanti.

    Ho una controfferta. Questo luogo non mi è ostile, e sono arrivato alla conclusione che "questa" non mi è di alcuna utilità per il mio scopo; quindi che il tuo padrone se la prenda, non per mille anni, può tenerla per sempre. In cambio, chiedo di poter essere il nuovo Shugojine9pbUJq. Il traghettatore shinigami di coloro che sono sfuggiti alle grinfie della morte che calpesta la terra dei vivi da morto. Questo è il mio destino, e sono pronto a compierlo per l'eternità. Se tanto sono destinato a passare per il Bonshuno, in questo modo il tuo padrone avrà solo da che guadagnarci, cedo la mia anima volentieri.

    Ovviamente Jotaro non aveva mai fatto parola con Akira di quale fosse il suo desiderio. Voleva cacciare gli immortali? Voleva servire la Morte stessa? A quale scopo? Magari l'ultimo viaggio nel Bonshuno gli aveva fatto capire quale fosse il suo ruolo, e lo aveva accettato. O Magari, era tutta un'idea di Indra?
    Qualunque fosse la verità, Tamashi avrebbe in poco tempo preso a divenire molto luminosa, attirando l'attenzione di Akira, che sarebbe in pochi attimi, al termine della stipulazione del suo contratto, stato avvolto dal fascio di luce verdastro della lanterna, ma lui soltanto.

    Ci vediamo in giro ragazzo. Gli disse il ronin, prima che il Kiriano sparisse avvolto nella luce. La lanterna non lo avrebbe riportato indietro, ora che aveva offerto la sua anima al Bonshuno.

    Quando fossero rimasti soli, Jotaro si rivolse a Febh.

    Noi non siamo così diversi non è vero? Io sono a mio agio quaggiù, ma non come te. E una tale calma non la si guadagna semplicemente con la morte. Devo portare un messaggio? Un messaggio di Febh per qualcuno? A cosa si riferiva Jotaro ?

    Quindi, quando tutti i riti di sorta fossero arrivati a conclusione, Jotaro si sarebbe inchinato a Febh e al guardiano, prima di venire letteralmente risucchiato dalla terra morta che stava calpestando.

    [Intanto a Oto]

    A Villa Mikawa in parecchi erano passati davanti a una delle tante finestre che davano sul cortile posteriore. E altrettanti servi di Diogene si sarebbero chiesti come mai Fyodor stesse scavando una fossa ormai da diverse ore. Usando una pala per altro. Lui solo era uscito dal Bonshuno in tempi recenti, fatta eccezione per Akira, e forse in qualche modo era collegato a questa storia. Dopotutto, un amico a Oto aveva dato a Jotaro la pergamena rossa per entrare nel mondo dei morti, e quello stesso amico forse, aveva anche preparato la fossa per il ronin. Quando la pioggia prese a bagnare la testa della Carcassa, questo, ormai terminato lo scavo, piantò la pala per terra, e se ne tornò ai suoi affari. Dopo qualche ora, dalla terra umida di pioggia di quella che era a tutti gli effetti una vera e propria fossa da morto, delle pallide dita presero a scavare verso l'alto, facendosi strada verso il cielo in tempesta.

    [Akira]

    Quanto al Kiriano, quando la luce si fosse affievolita, Akira si sarebbe ritrovato nella capanna di Sanjuro, nella palude. Lo sciamano aveva disegnato un cerchio a terra con delle candele marce ricavate con degli escrementi di montone del deserto, e si era appisolato mentre le teneva sotto controllo. Accanto a lui, Gassan era appoggiato davanti ad una tavola Ooujia, e per qualche ragione, il duo sciamanico aveva percepito uno spirito di passaggio, e grazie al loro intervento, Akira era risorto a Kiri, e non, che ne so, nella sala da tè del Kazekage.


    OT
    Grazie a Febh e Hidan per la bellissima giocata X3



    Edited by Jotaro Jaku - 14/5/2020, 21:06
     
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