Addestramento sul Campo

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  1. Waket
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    II




    Raizen fu in grado di prevedere la sua domanda (ammirevole, ma abbastanza semplice quando viene ripetuta giornalmente ad ogni occasione possibile), distruggendo le sue speranze di trovare qualche indizio sul suo conto. Ooohw... Va bene. Diede un calcetto al terreno, sconsolato, per poi dividersi con i vari cloni alla ricerca di uno degli ingressi.
    Il suo clone doveva essere uscito un po' male, perchè sembrava piuttosto rabbioso. Ricevette un sonoro coppino, che per Raizen non era che una carezza, ma avrebbe scosso il cervello di Youkai per benino. OWIE! Mi scusi, mi scusi. Si massaggiò nel punto colpito, chino e sconsolato per essere appena stato sgridato. Si guardò attorno, osservando il viottolo in rovina di fronte a sè. Le macerie erano tutte annerite dal tempo, alcune ancora contenevano alcuni ricordi abbandonati dei vecchi proprietari. Cercò di immaginarsi com'era la zona un tempo, ricca di vita. Alcuni edifici un tempo dovevano aver un color rosso fuoco, le tracce a terra mostravano i resti di alcune lanterne che decoravano gli ingressi, illuminando la via di notte. Fortunatamente non disse nulla al clone, che poteva immaginare fosse concentrato sulla missione, e non sgridarlo di nuovo. Il suo puntare il naso per aria però lasciava intendere che la sua mente era altrove, ad immaginarsi come membro di uno di quei clan.
    Sarebbe presto stato interrotto dall'arrivo di Kiyomi, la donna di prima, arrossendo nuovamente alla sua vista, soprattutto per la figuraccia precedente. Si preparò ad incassare un secondo coppino, ma la donna al contrario si mostrò estremamente cordiale, presentandosi a lui. Ricambiò i suoi tentativi con un sorrisetto allegro, scuotendo la testa. No, mi dispiace. Mi chiamo Youkai. Ma sono sicuro che con un po' di allenamento potrebbe diventare una bravissima veggente! Un po' se la immaginava, a prevedere il futuro davanti ad una sfera di cristallo.
    Ricevette un incredibile complimento, che gli fece luccicare gli occhi emozionato. Grazie signorina!! Strinse i pugni, mettendosi sull'attenti emozionato, quasi fosse stato l'Hokage stesso a fargli i complimenti. Non era molto abituato a sentirne, vista la reazione. Quando gli venne offerto il braccio ci si aggrappò senza pensarci due volte, annuendo vistosamente. Sì! Non la deluderò, Kiyomi-san! Era una questione d'onore ormai. La sua tutrice gli aveva insegnato ad essere sempre cordiale con le donne; con una bellezza incantevole come quella della signorina Saito, non poteva che sciogliersi ulteriormente.


    Che fossero riusciti ad esplorare insieme o meno, Youkai si era finalmente deciso a dedicarsi alla missione. Viste le condizioni delle macerie, iniziò a controllare se ci fossero impronte più chiare, tracce senza troppa polvere, maniglie un po' troppo lucide per l'età che avevano, qualcosa che indicasse che qualcuno era passato di lì molto tempo dopo dei proprietari originali. Dopotutto, se aveva capito correttamente, il luogo era diventato covo della radice dopo esser già stato considerato in disuso, quindi una o più visite nel tempo dovevano aver lasciato piccoli ma evidenti segni di un passaggio insolito.
    Difficilmente avrebbe trovato qualcosa in mezzo alla strada, o di fronte alle vetrine. Certo, esisteva il detto "se vuoi nascondere qualcosa, mettilo sotto gli occhi di tutti", ma era anche vero che c'erano più ingressi, ed era probabile che la maggior parte fossero ben nascosti nella parte più interna degli edifici. Sarebbe entrato, a passo lento ma pesante, cercando di sentire se il pavimento faceva un rumore diverso a seconda di dove passava. Alzò ogni tappeto che trovò, ispezionando inoltre le tracce di passaggi altrui che aveva cercato anche all'esterno. Era sicuro che i laboratori si trovassero sottoterra, perciò si concentrò solamente sul pavimento, andando ad esplorare anche le cantine, dirigendosi più in basso possibile. Era sempre stato piuttosto bravo nel rintracciare indizi: se era vero che un tempo poteva esser stato una spia, aveva probabilmente ancora qualche istinto presente del suo vecchio lavoro.

     
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