Addestramento sul Campo

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    Un Passaggio Ciascuno


    -III-






    Erano passati ormai una decina di minuti da quando aveva congedato gli altri shinobi ed il fatto di non essere stato interrotto da Sho iniziava ad innervosirlo, costringendolo ad interrompere la sua meditazione per ripetere il piccolo rito di poco prima.

    Gli sfondo la porta di casa a sto giro, mi tocca sempre andare a raccattarlo.

    Il clone sarebbe partito a passi pesanti verso casa del neo jonin ed era a pochi secondi dall’irreparabile gesto di sfondargli la porta con un cazzotto che questo decise di aprirgliela.

    ERA ORA!

    L’avrebbe mandato a vestirsi per poi cavarlo fuori di casa con lo stesso rispetto che si ha di una chiocciola al sugo.

    Forza, pedalare, che già sei in ritardo!
    Tanto lo so che hai montato la scusetta dello scherzo solo per non dire che arrivavi in ritardo per non far vedere il jonin grande e grosso rimandato sui controlli del chakra.


    Non ci credeva troppo neanche lui, ma avrebbe insistito ad accusarlo comunque prendendosi quella piccola vendetta.
    Camminando spiegò anche a lui ciò che aveva detto agli altri, trovandolo inaspettatamente nostalgico.

    Oddio, non ricordo troppo bene... io non c'ero, nel senso mi hai fatto solo rapporto no?
    Ma non mi pare fosse qualcosa di splendido... come ogni missione dopotutto.


    Ma alla fin dei conti quasi tutte le missioni erano un cattivo ricordo, quindi in un modo forse un po' distorto potevano diventare qualcosa di positivo in persone che, come loro, erano costrette ad estraniarsi dalle sofferenze e dalla morte.

    Comunque, niente di più semplice, devi portarti il mio clone appresso, o meglio, ti seguirà ed in caso ti serva ti aiuterà ad apprendere il controllo del chakra distruttivo casomai potesse servirti.
    Devi cercare gli ingressi alla radice, in questa zona potrebbero essercene, ed ignorarli sarebbe un errore, dobbiamo trovarli, assicurarci che nulla sia stato sottratto e poi sigillarli.


    Niente di più semplice, doveva solo decidere dove andare.



    [Kiyomi]

    Il clone avrebbe pazientemente seguito Kiyomi mentre era intenta a fare… niente.
    Camminava, si guardava attorno, ogni tanto sbuffava, ma di fatto niente di particolare.
    Fino al momento in cui non iniziò a lamentarsi, come suo solito, ristabilendo l’equilibrio che i suoi modi gentili stavano rischiando di infrangere irreparabilmente.
    Il clone tirò un sospiro di sollievo prima di risponderle.

    Dai Kiyomi avevi iniziato bene, non essere pesante... purtroppo non posso, accontentati, è una missione dopotutto, ma visto che il pericolo non è elevatissimo vi do anche qualche dritta per il controllo del chakra, mica devi divertirti.
    Siete in così tanti perché gli accessi sono numerosi, se vi accoppiassi perderei l’opportunità di trovare un' altro ingresso.
    E non posso permettere di lasciare strade non battute, e soprattutto non posso occuparmi di tutto con i cloni, se i cloni fossero la soluzione a tutto avrei un villaggio tutto mio popolato da me stessi, ma hanno dei limiti e non si possono aggirare.
    Quindi, marsh.


    In ultimo si rese conto che la sua precedente spiegazione riguardo il chakra era stata abbastanza sbrigativa, aveva infatti risposto come se a porgli la domanda fosse stato qualcuno che sapeva la risposta.

    Ah, prima son stato sbrigativo, i tipi di chakra sono adesivo, repulsivo e distruttivo.
    Conoscendo il primo immaginerai che il secondo è l’esatto opposto mentre il distruttivo… beh è facile anche quello da immaginare, rende più semplice distruggere gli oggetti.


    Se non lo avesse ascoltato avrebbe alzato gli occhi al cielo, sbuffando come un treno.

    Non amo ripetermi, soprattutto con chi me lo fa fare spesso.
    Prendi la cosa seriamente, se ti va bene in mezza giornata sei fuori.
    Se mi fai girare le palle torni a casa…
    ...rasata a zero.


    Era serio, estremamente serio, così serio che Kiyomi non avrebbe faticato ad immaginare la sua immagine riflessa allo specchio deturpata da un taglio scarsamente professionale che le lasciava qualche ciocca di capelli qua e la.
    Si sarebbero quindi diretti verso un esercizio commerciale, pareva essere una panetteria, non si vedevano molti di quegli esercizi in giro per la città il pane era un prodotto non troppo comune, una buona attività di copertura si disse il clone tra se e se mentre anche lui distrattamente picchiettava qua e la per sentire se c’erano parti vuote nei muri.
    E proprio mentre Kiyomi era indaffarata a spostare l’arredo una delle mensole scivolò leggermente, inizialmente senza alcun segno di disastro imminente, non emise praticamente alcun suono coperto com’era dai lavori di modifica della kunoichi.
    Non resistette però ad una leggerissima scossa causata da Raizen che picchiava nel muro vicino causando il definitivo spostamento della mensola e la conseguenza di 4 pagnotte da esposizione praticamente fossilizzate, dritte sulla testa della mal capitata.

    Ahah!
    Ahahah!
    Ahahahahahahahahah!


    E niente, il colosso sarebbe rimasto a fissarla col dito teso fino ad esaurire completamente il fiato, o fino a quando uno scatto, proprio dove era caduta la mensola, non accennò che qualcosa si era sbloccato.

    Ahaha...mh?
    Hai...ahah… sentito?


    Si sarebbe guardato attorno ma il suono proveniva dalla zona di Kiyomi e lei non avrebbe potuto che correggere Raizen se solo avesse saputo cosa pensava: qualcosa non si era sbloccato, qualcosa si era mosso!
    E continuava a muoversi cercando di liberarsi dal posteriore di Kiyomi che lo teneva bloccato a terra.

    Ma…?

    Il colosso si avvicinò accovacciandosi a terra per capire cosa fosse… una lampada!

    Una lampada!

    Se Kiyomi gli avesse fatto eco avrebbe continuato a descrivere meglio l’oggetto.

    Si una lampada da scrivania, quella a molle!

    Nella confusione riuscì a liberarsi e guardandosi attorno mostrò ai due che al posto della lampadina, per quanto luminoso, avesse un occhio!


    Del tutto preso alla sprovvista dai due prese a saltellare sulla base e senza dare possibilità ai due di inseguirlo si sarebbe infilato nella crepa di un muro grande a sufficienza per lui, ma non per Raizen o Kiyomi, il primo avrebbe potuto passarci un braccio, la seconda con un po' di fortuna una gamba ma niente di più.

    Che.
    Cazzo.
    Era.


    I luoghi abbandonati potevano nascondere più di un mistero a quanto pareva.
    Studiando meglio il buco in cui si era infilata la lampada si accorsero che corrispondeva ad una parete movibile, indubbiamente resistente, ma movibile col giusto metodo.

    E sembra che possa pure portarci da qualche parte.

    Un leggero gioco della parete, normale in tutti quegli anni di incuria rivelò che andava spinta, ma il senso di apertura della porta era senza ombra di dubbio il minore dei problemi, bisognava infatti capire come funzionava la serratura.

    Maledetta lampada, avesse aspettato magari avremmo potuto chiedergli come aprire la porta.

    Non si accorse in un primo momento di star desiderando informazioni da una lampada.

    Mio dio.
    Ne ho viste decisamente troppe.


    Purtroppo la porta non sembrava fornire particolari indizi se non quelli forniti da un utilizzo costante della stessa, ma che il clone riuscisse a fare quel lavoro di deduzione era fuori questione, toccava all'impolverata Kiyomi.



    [Satoru]

    Satori era quello che forse aveva ragionato maggiormente sulle parole di Raizen, fortuitamente lo portarono ad una soluzione poiché quello dell’Hokage altro non era che un riassunto storico di quella zona!
    Senza qualche nozione di strutture non sarebbe comunque stato semplice notare le imperfezioni da lui ricercate, le ombre soprattutto necessitavano di almeno un intera giornata di osservazione quindi sarebbero state da escludere a prescindere.
    Le insegne storte invece erano una miriade, praticamente la ruggine aveva mangiato la stragrande maggioranza dei sostegni, [il quartiere è stato abbandonato da un bel po', siamo intorno al centinaio d’anni] sceglierne uno anziché un altro era praticamente impossibile, tutto attorno a lui era vecchio, dannatamente vecchio.
    Eppure quando andò a verificare l’allineamento di una colonna all’interno di un tempietto diroccato notò che attorno ad essa il pavimento era meno vecchio.
    Venire attratti dalla colonna non era difficile, era l’unica di quelle che reggevano la copertura del tempio ad essere rotta ad un altezza ben superiore a quella della base, cosa strana visto che una colonna, se collassata era proprio in quel punto che cedeva.
    Quando gli fosse stato segnalato il clone annuì.

    Mh… ci sta che ci sia qualcosa li sotto.

    Sotto alla copertura del tempio si poteva notare un piccolo altare, due statue in pietra finemente scolpite rappresentati due tengu sventolavano su una fiamma, la tipica rappresentazione associata alla fiamma della nazione del fuoco.
    Provare a muovere la colonna, sfortunatamente, non diede indizi sul metodo d’accesso, era ben salda nella sua posizione.
    Era però evidente che se il pavimento era rifatto la cosa aveva a che fare col meccanismo che non poteva fare affidamento su quello vecchio e incerto.
    Bisognava capire se la colonna si spostava in qualche modo e come lo faceva.



    [Youkai]

    Dopo aver riportato lo spiritello in carreggiata i due si avviarono per una direzione casuale, Kiyomi sarebbe stata bloccata dal clone che l’accompagnava quindi Youkai non sarebbe stato disturbato mentre fantasticava sulla vita dei clan.
    Il Clone lo lasciò fare per un po', poveretto, dopotutto non doveva essere facile essere lui, sradicato non solo dalla sua casa, dalla sua famiglia, ma persino dagli amici e da qualsiasi cosa che fosse successa prima del suo risveglio, al suo posto nemmeno sapeva cosa avrebbe fatto.
    Non saper immedesimarsi in lui neanche gli permetteva di capire quanto potesse aiutarlo la totale assenza di ricordi, dopotutto si poteva davvero essere tristi per una cosa che non si sapeva di amare?
    O semplicemente per l’assenza di qualcosa di amare.
    Il suo carattere però era mutato, ricordava il cipiglio antipatico che aveva la prima volta che andò a trovarlo all’ospedale, costrinse i medici a rimettergli in sesto il dito medio che gli aveva rotto.
    Forse un tipetto così antipatico non era adatto ad una vita senza appigli e mutare in qualcosa di più sensibile, di predisposto ad amare più che a qualsiasi altra cosa era forse un eccessiva risposta alla necessità di avere qualcosa, che poi la vita gli mettesse davanti qualcosa che accettasse il suo amore o meno sarebbe comunque stato un sentimento col quale ricostruirsi le pareti di un cuore nudo.
    Inspirò gravemente e tese una mano sulla testa di Youkai, per Raizen praticamente qualsiasi umano era piccolo, ma il minuto shinobi aveva praticamente le dimensioni di un adolescente, oltre che la fermezza emotiva.

    Youkai, concentrati adesso, dopo se vuoi ci facciamo un giro qui attorno, mi piacciono i luoghi abbandonati, c’è sempre da imparare e le sorprese son dietro l’angolo, hanno quel non so che di avventura a basso rischio che è sempre un piacere.
    Ma ci penseremo dopo.


    Richiamato al dovere ebbe tra tutti l’intuizione migliore, cercare tracce più che ingressi, e mentre i primi edifici lo lasciarono a bocca asciutta lo stesso non si potè dire dell’unico il cui ingresso mostrava realmente una particolarità: i primi due gradini consunti, poiché esposti alle intemperie essendo fuori dalla linea di gronda, erano marcescenti ma regolari nel loro lento degradare.
    Lo stesso non si poteva dire del piano rialzato al quale portavano, se questi infatti erano stati evitati per paura di lasciare segni dovuti alla loro rottura non era possibile evitare di calpestare oltre loro ed il salto per quanto leggero aveva provocato nel tempo qualche segno marcato in direzione della porta: qualcuno passava da li.
    L’interno dell’abitazione però sembrava essere una normale casa diroccata, con l’unica particolarità che era stata utilizzata come bivacco da qualche barbone… qualche decennio prima.
    Non c’erano ovviamente tappeti visto che il luogo non era stato abbandonato così in fretta ma spostare i vestiti, rigidi come stoccafissi e chiazzati di verdi di chissà quante specie di muschi, rivelarono oltre ad un topo imbestialito per vedersi la sua tana rivoltata all’aria, un incongruenza tra le assi che componevano il pavimento: non avevano lo stesso grado di invecchiamento, dove le altre mostravano solchi del tutto putrefatti, muschi e persino ciuffi d’erba quelli parevano essere congelati ad un leggero strato di muffa grigiastra, uno dei primi parassiti che colpiva le case abbandonate.
    Il clone vi si avvicinò immediatamente.

    Oh, questo era un Senju, non ci piove.

    Sorrise mentre faceva l’affermazione e toccava il legno, la muffa non veniva via.

    Un banale trucchetto, l’invecchiamento è parte integrante della tecnica stessa.

    Anche al tatto si poteva percepire che quello non era legno comune, ben più solido e duraturo persino di alcuni tipi di acciaio inossidabile. La toppa copriva un quadrato di due metri per lato, troppo grande per essere un passaggio, ma giustificato per un innesto che coprisse i lavori fatti per realizzarlo.
    La parte della botola era grande poco meno della metà.

    Dovrò trattenere il fiato per passarci.

    Quello che si poteva notare era la perfezione dell’incastro di quelle assi, una linea c’era ma distinguerla affaticava quasi gli occhi: non sarebbe stato possibile utilizzare delle leve per aprire quella botola, sempre che non ci fosse stato un meccanismo di chiusura che ancora non avevano individuato.


    Edited by F e n i x - 15/12/2019, 15:26
     
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