Addestramento sul Campo

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    VII




    Il fatto che il clone si fosse accorto della cosa non fece che peggiorarla. Youkai strinse le labbra, annuendo colpevole. La situazione precipitò non appena si lasciò andare con la sua filastrocca, scatenando una reazione apparentemente violenta, che lo portò a rannicchiarsi su se stesso, a testa bassa. M-Mi scusi. Mormorò, con un filo di voce. Raizen non lo stava davvero sgridando, ma la sua innata aggressività nel reagire fece credere a Youkai che il suo approccio fosse aggressivo. La cosa peggiore era il pensare di averlo deluso in qualche modo.

    Annuì più volte al comando di aprire la botola, strofinandosi gli occhi prima di approcciarsi ad essa. Ci mise un po' a ritrovare la giusta quantità di chakra, distratto dalla delusione di poco prima, ma finalmente riuscì a rialzare la botola, rivelando il segreto di quel meccanismo, oltre al passaggio sotterraneo che proteggeva. Il passaggio non sembrava essere dotato di luci automatiche, dovevano trovare un'altra fonte di luce. Raizen gli consigliò di dare un occhiata nei dintorni. Oh... Okai. Io ho una torcia. La estrasse dal suo rotolo, insieme ad un accendino che aveva in tasca. Se non fosse bastata, si sarebbe diretto verso la ferramenta indicata, dove avrebbe cercato una torcia elettrica funzionante, o, più probabilmente visto il degrado della zona, una lampada che avrebbe potuto accendere col suo accendino.

    Inoltratisi nel corridoio, Youkai sentiva l'emozione della scoperta crescere in se. La zona era ancora troppo spoglia per fare qualsiasi tipo di teoria, ma l'odore di chiuso poteva suggerire come fosse inesplorata da parecchio tempo. L'idea di scoprire qualcosa di ormai dimenticato lo emozionava. Illuminando la zona con la flebile luce della torcia, raggiunsero un bivio. Il primo istinto del rosso era quello di prendere la mano di Raizen, dandosi coraggio, ma si trattenne. Era sicuro che sarebbe risultato infantile, o avrebbe provocato imbarazzo come in precedenza. Cercò di osservare al meglio le due strade, cercando un qualsiasi tipo di indizio, come una targhetta, segni particolari sul muro o sul pavimento, chiedendo al clone, ben più alto di lui, di controllare il soffitto, ma nulla. Non un singolo indizio che spiegasse quale forse il corridoio giusto. Si morse il labbro, dubbioso. Magari portano solamente a due stanze diverse... Credeva poco alle sue parole. Nonostante la sua inesperienza, i semplici dubbi posti dall'Hokage stesso su trappole di ogni genere gli fecero credere che una delle due strade portava ad una trappola, facendo sì che trovassero sempre la strada giusta solo gli Anbu addestrati, o i visitatori fortunati. Di sicuro, anche nel corridoio corretto, più avanti avrebbero trovato qualche altro inghippo. Inspirò, gonfiando il petto. Destra.

    Proseguì, con l'attenzione al massimo, controllando dove pestava i piedi per cercare di scoprire per tempo strani rialzamenti del terreno, fili ben nascosti o qualsiasi stranezza che quel corridoio spoglio possedesse per indicargli trappole o targhette che indicavano la strada. L'unica cosa a cui non fece attenzione era proprio il clone. Di punto in bianco, si accorse della sua scomparsa. Si voltò, speranzoso, immaginando fosse rimasto indietro per qualche assurda ragione, o per dargli il "coraggio" di avanzare da solo. Signor clone? Gli occhi cercavano di scrutare la fitta oscurità oltre la sua torcia, incapaci di notare alcuna sagoma. Il respiro si fece più affannoso. Ra-Raizen?? Nessuna risposta.

    Una fitta al petto lo interruppe. Stringendo i denti per il dolore, simile a diverse punture di vespa, si alzò la maglietta, convinto che fossero stati effettivamente degli insetti a pungerlo, gli unici esseri viventi che potevano aver messo piede lì sotto. Invece, al posto di bestioline striscianti, scoprì uno strano simbolo. Al tatto poteva sentire come fosse stato inciso su di lui in qualche modo. AH?? Quando era successo?? Era davvero reale?? Erano forse caduti in un genjutsu? Voltandosi nella direzione opposta, gli apparve davanti qualcuno. Non era possibile dire chi fosse, visto il volto completamente coperto, ma aveva un vestiario decisamente insolito per l'epoca in cui si trovavano. E le sue parole confermarono il terribile dubbio del ragazzo. Sgranò gli occhi, sussultando, spaventato più dalla sua affermazione che dalla persona stessa. La figura lo invitò a procedere. Seppur incerto, iniziò a muovere qualche passo tremolante verso quella direzione, recuperando il passo con l'estraneo. A-Aspetti, ero qui con un'altra persona! La trappola ha preso anche lui?? Avvicinandosi, iniziò a pensare a chi, o cosa, potesse essere l'individuo che aveva davanti. E vista la sua presenza in un luogo abbandonato da tempo, aveva un'unica ipotesi al momento. Mi scusi... Lei è un fantasma? Protegge questo posto? Come si chiama? Quella domanda era la cosa che lo spaventava di meno. Dopotutto si era abituato, in un certo senso. Tra simili ci si intendeva, i suoi poteri gli consentivano di diventare un vero e proprio fantasma.

    Raggiunsero un muro, rivelando quello che sembrava un vicolo cieco. E ben presto gli sarebbero state spiegate le regole di quel gioco crudele. Nel sentire le parole di quello che credeva uno spettro, si toccò il petto, paralizzandosi per il terrore. Il sigillo doveva essersi collegato al suo stesso cuore, e farlo scattare lo avrebbe sicuramente bloccato o distrutto. E la cosa peggiore era che quel sigillo non era collegato solamente al clone, ma all'utilizzatore dello stesso. L-L'Hokage ha il mio stesso sigillo!? Si poteva leggere puro terrore nei suoi occhi. L'Anbu misterioso parlava di sacrifici, di come scegliere di morire non avrebbe necessariamente portato la morte al diretto interessato. Youkai strinse la sua torcia a due mani, come fosse una spada. N-non voglio morire per così poco! Supererò la trappola! Dopotutto non aveva senso sacrificarsi senza nemmeno fare dei tentativi. Il sacrificio era l'ultima, estrema risposta, ad un problema irrisolvibile, e a seconda della persona che decideva di sacrificarsi poteva essere un terribile errore.

    Il prezzo per avanzare non sembrava tremendo, e lo spettro fu pronto ad obiettare prima che potesse esporre il suo pensiero. L'Anbu sembrava certo che Raizen, l'originale almeno, avrebbe reso quella missione particolarmente difficile. Youkai osservò l'entità di fronte a se, insicuro. Peggiore? Peggiore in cosa? L'Hokage, l'attuale Hokage, era per lui fonte d'ispirazione. Un po' troppo aggressivo, certo, ma lo aveva sempre visto agire per il prossimo, e verso il prossimo. Seguendo la teoria dello spettro, stringendo la mano al petto osservò l'interlocutore di fronte a se, chiedendogli con un velo di tristezza: Cosa le ha fatto?

    Youkai rimase dunque lì, di fronte il muro, a ponderare quale fosse la scelta migliore. Secondo l'entità, era Raizen a doversi sacrificare, proteggendo Youkai, più debole, dal perdere metà del suo chakra. Ma per l'Hokage metà era una quantità spaventosamente superiore rispetto a quella del giovane genin, che avrebbe dovuto rinunciare a molta meno energia a confronto. Inoltre la sua capacità di riassorbirlo poteva fargli recuperare il chakra perso proprio tramite l'Hokage, arrivando così ad una spesa infima, rispetto al sacrificio di Raizen stesso. Ma un dettaglio lo fece sussultare, rispondendo con una certa fretta. I-IO! Lo spendo io metà chakra! Sembrava piuttosto frettoloso, toccò la porta più volte cercando di attivarne il meccanismo. Quello che c'è dall'altra parte non è un clone normale!! Il signor Raizen si è diviso, e ci ha lasciato dei cloni con una quantità piccolissima di chakra! Lo ricordava dall'addestramento, quando era stato sgridato per la sua richiesta d'aiuto. Il clone non poteva spenderne. La sua scelta però sembrava andar contro al suo ragionamento precedente. All'inizio ho pensato che fosse il più debole a dover cedere. Dopotutto, con una riserva inferiore, spenderebbe meno chakra come team. Ma a volte nel tuo team possono esserci membri troppo deboli, che non possono rinunciare nemmeno ad una goccia della poca energia che possiedono. Strinse le labbra. Non sapeva se fosse la scelta giusta, se fosse tutto un inganno, ma temeva che il sacrificio del clone gli sarebbe costato la vita, trasferendo quel destino all'originale. In questo team sono io il responsabile della sua sicurezza. Perciò decido di cedere il mio chakra. Per favore.
     
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    Non ostante tutto i fili d'erba tendevano ancora a volare evidentemente mancava qualche piccolo dettaglio tecnico nell'esecuzione come ben presto fece notare la copia. Serviva contenere il flusso trovare un limite tramite una sensazione precisa. Un concetto non molto chiaro nella mente del ragazzo ma in pratica doveva "semplicemente" mettere insieme quanto imparato fino in quel momento.

    Il ragazzo aveva già memorizzato la sensazione di pressione durante il primo esercizio doveva usare tale sensazione come limite per contenere il flusso. A questo punto fu chiaro come il visualizzare il tutto tramite il cuscinetto-palloncino fosse la strada forse più immediatamente per riuscire nell'obiettivo. L'allievo concentrò il chakra nella mano emise il minimo flusso d'energia e lo controllò d'intensità tutto come aveva imparato ricordando la sensazione di pressione limitò ed isolò il flusso visualizzando nella sua mente il cuscinetto che man mano si gonfiava fino a fermarsi e rimaneva stabile con il senso di pressione. Sembrava finalmente ad un buon punto così ripeté il tutto varie volte nel tempo che gli fu concesso.

    Ci sono...

    Poco dopo il maestro clone spiegò come la fase successiva prevedesse il rilascio della forza accumulata ma non del flusso e a quanto pareva una procedura utile per allungare i salti. Il giovane aveva abbastanza capito l'ultima spiegazione intuendo un'ulteriore utilizzo pratico e subito volle chiedere al Raizen

    Raizen-sama si possono muovere oggetti?

    In caso di risposta affermativa per capire molto più chiaramente il meccanismo - sopratutto evitare di volare contro un muro - il genin decise di provare prima a spostare un sasso quindi raccolse una piccola pietra e la sistemò sopra una vecchia tavola di legno - il resto di una grossa porta - ponendosi il semplice obbiettivo di fare cadere il sasso con il chakra repulsivo. Dopo qualche sospiro ripeté i passaggi che aveva imparato: creò il minimo flusso d'energia e lo controllò d'intensità tutto come aveva imparato ricordando la sensazione di pressione limitò ed isolò il flusso visualizzando nella sua mente il cuscinetto che man mano si gonfiava fino a fermarsi e rimaneva stabile con il senso di pressione. L'effetto ventilatore sembrava assente Satoru cercò allora di rilasciare la forza accumulata ma il sasso non fece una piega evidentemente aveva rilasciato il flusso e la cosa si ripresentò per almeno altri 5 tentativi.
    Ancora tutta la procedura e la pietra sussultò però non era sufficiente in compenso il meccanismo era sempre più chiaro e semplice. Al nuovo tentativo un vero movimento chiaro ma a mancare il rilascio: troppo controllato; ecco doveva essere più brusco. Ulteriore ripetizione e alla fine il sasso saltò certamente di pochi centimetri abbastanza da cadere ma l'obbiettivo era raggiunto.

    Sicuramente era sulla strada ma era giunto il momento di provare a potenziare i suoi salti come spiegato dall'hokage quindi il Kusano applicò tutto quanto aveva appena fatto ma dapprima su un solo piede e poi sull'altro. In pratica creò e gonfiò l'oramai famoso cuscinetto su entrambe le piante dei piede un qualcosa di simile a quanto il genin aveva per il chakra adesivo tempo addietro. Subito dopo tentò di saltare rilasciando in contemporanea l'energia senza ottenere nessun risultato particolare ancora aveva rilasciato il flusso. Provò nuovamente fallendo ancora e ancora aveva certamente capito il meccanismo ma con i piedi era semplicemente diverso. Imperterrito il diciannovenne continuò a saltellare qua e la come un canguro finché non effettuò un salto leggermente più lungo, finalmente non aveva rilasciato il flusso però mancava ancora il giusto rilascio. Ancora senza arrendersi l'allievo avrebbe provato e riprovato determinato come sempre. Sicuramente avrebbe continuato fino allo stremo delle sue forze. Alla fine ci sarebbe riuscito? Era vicino al successo?



     
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    Sorrisi. Non scusarti, so che i comportamenti di Kensei non sono certo tra i più gradevoli. La mia faccia si fece quindi seria. Se avesse ritenuto che quest'informazione avesse potuto compromettermi in qualsivoglia maniera mio fratello non l'avrebbe rivelata. Puoi avere preoccupazioni verso mio padre, Raizen, ma non verso mio fratello. Mi fido di lui e tu dovresti fare lo stesso. Ad oggi, senza il cinque code, sono solo un ninja come tanti. Non sono il bersaglio di nessuno, il massimo che qualcuno potrebbe fare con quest'informazione è il tentare di andare ad Ame a recuperare il demone, ma non ci riusciranno. Lui è mio. Le parole si alteravano al fluire del chakra nel mio pugno, la mia concentrazione non era alterata da quella discussione, sapevo che l'avremmo affrontata prima o poi ed ero quindi pronto da tempo.
    Il problema è che tu lo continui a vedere come un problema, invece si tratta di un'occasione. Tu dici che Kensei è il mizukage, ed hai ragione, ma prima di quel ruolo lui è mio padre; se c'è qualcosa che conta per quell'uomo è il sangue ed io ho il suo. Hai un problema a trattare con lui? Bene, ci parlerò io. D'ora in avanti lascia che sia io a gestire le questioni diplomatiche con il villaggio della nebbia. Kensei si fida di me, ed io di lui, ma siamo entrambi professionisti che sanno quali informazioni rivelare o meno per il bene del proprio villaggio. Dici che può andare come soluzione, o devi comportarti in modo prudente anche nei miei confronti?

    Sorrisi alle parole del decimo, non era difficile immaginarlo a distruggere muri e pareti col chakra distruttivo. Dammi un attimo. Solo un secondo per modulare il chakra e fargli raggiungere le dimensioni emissione desiderate, oramai il mio corpo si muoveva da solo e fu estremamente facile.
    Mi concentrai e colpii la depressione nel muro con la quantità di chakra che ritenevo necessaria, questo attivò il meccanismo che rivelò un passaggio segreto con dietro una stretta scalinata. Inizialmente ero estremamente contento della mia riuscita rapida in quell'impresa ed avrei voluto condividere quel gaudio con Raizen. No, direi che non è il caso... A meno che non avessi voluto sentirmi dire una frase come "Beh, sei un jonin, era anche l'ora!".
    Sempre detto che sei troppo grosso per fare il ninja. Scherzai mentre osservavo il kage passare con difficoltà nello stretto passaggio.
    Ci procurammo una torcia di fortuna e intraprendemmo quel buio ed angusto corridoio che ci condusse in una ancro più buio ed angusto archivio. Affascinante... Sussurrai mentre il kage passava la luce davanti alle miriadi di boccette su mensole e scaffali rivelando alla mia vista il loro misterioso contenuto. Sì, direi che qui c'è spazio a malapena sufficiente per uno, tu vali diciamo per due, due e mezzo, quindi è meglio se lasci controllare me. Fortuna volle che trovassimo un'ulteriore torcia in quella specie di laboratorio segreto, questo permise al clone di allontanarsi senza lasciarmi sprovvisto di una fonte luminosa. Vediamo.... vediamo... Passai in rassegna le varie boccette, evidentemente disposte senza un'ordine preciso, tentando di recuperare quantomeno quelle di cui riconoscevo il contenuto. In quella situazione le mie conoscenze mediche e le mie sventureti ricordo la quest con Febh coi veleni sarebbero tornate estremamente utili.
    Una volta radunate le boccette delle quali fossi stato in grado di identificare il contenuto avrei cominciato ad analizzare quelle a me sconosciute, non avevo idea di quello che Raizen volesse che ci facessi, ma si trattava di un ex laboratorio della radice, quindi il contenuto misterioso di quelle fiale poteva rivelarsi un'arma per il villaggio della foglia.
     
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    Ancora?


    A quanto pareva, l'entusiasmo di Kiyomi era del tutto immotivato e venne spento all'istante dall'assillante clone, il quale intervenne ancora una volta per cercare di spiegare meglio quale risultato la donna dovesse ottenere.
    Non lo so! Non lo so cosa sento, e non so come fare a sentire quello che mi hai chiesto. Perchè invece non mi spieghi come sentirlo e non aspettarti risultati facendomi fare dei tentativi al buio?
    Peccato che ottenne soltanto l'effetto contrario, in quanto Kiyomi iniziava ad essere ampiamente stufa di tutte quelle chiacchiere, ascoltando il tutto a braccia conserte e senza emettere un fiato, conscia che qualunque parola fosse uscita dalla sua bocca, sarebbe risultata decisamente offensiva nei confronti di Raizen. Con il volto disteso, privo di qualsivoglia emozione, nonostante la bruciante collera che provava internamente, ascoltò ogni parola del suo insegnante fino a quando questi si mise a fare degli esempi con un foglio, cosa che non capì, ma una volta finita la lezione, iniziò nuovamente con i tentativi, sempre senza dire una parola.
    Non sapeva spiegarsi se quella rabbia fosse dovuta al non riuscire a fare una cosa "semplice", a detta del jonin, o perchè questi non si decidesse a spiegarle il come raggiungere l'obiettivo e non solo quale obiettivo dovesse raggiungere, fatto sta che dovette impegnarsi ancora per cercare di fare quanto richiesto, ma non avrebbe retto ancora per molto.
    Cercando di fare come richiesto, smise di emettere chakra a caso, nonostante in quel modo le sembrava di aver raggiunto lo scopo, e cercò di controllarlo; il punto doveva essere concentrarlo come aveva fatto prima, ma in un modo più complesso, quindi cercò anche di manipolarlo. Di sicuro non era così semplice come il ninja grande e grosso che aveva davanti voleva farle credere, specie se non sapeva come fare, ma tentando di seguire i suoi consigli, prese come ispirazione il foglio di carta che prima aveva arrotolato, e a mano a mano che emetteva flebili correnti di chakra, lo concentrò in tanti minuscoli punti sotto il palmo della mano, quasi come se fosse ricoperto da uno strato di piccolissime biglie di chakra; in quel modo, provò ad aumentare sempre più l'intensità di quelle sfere in modo da dargli un effetto respingente al minimo tocco, e dopo aver perfezionato quel controllo in modo da mantenerlo stabile, senza perdite inutili di chakra, avrebbe provato a poggiare il palmo sul foglio.
    In quel momento, mantenendo il chakra concentrato in quello stato, lo avrebbe rilasciato tutto in una volta facendo schizzare via tutte le micro biglie, e se avesse visto che il foglio si fosse spinto verso il basso, avrebbe saputo che stava andando nella direzione giusta; a quel punto, le sarebbe bastato fare un ultimo tentativo, accartocciando quel pezzo di carta, ponendoselo tra le dita e ricreando l'effetto di prima, per poi rilasciare nuovamente le piccole sfere, in modo che saltasse spontaneamente in alto, e se fosse riuscito, avrebbe riprovato altre 5 o 6 volte, finchè non le sarebbe risultato facile.


    Edited by Yusnaan - 17/3/2020, 02:01
     
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    Dentro la Radice


    -VIII-






    Raizen gli rivolse un cenno della testa disinvolto.

    Macchè scusi, mica hai colpe.
    È che il mondo è uno stronzo.
    E quando te lo dimostrerà non sarà gentile.


    Profetico, ma ancora non poteva sapere quanto.

    Beh, meglio averne due a questo punto, poi se non trovi niente ce la caveremo con una.

    Fortunatamente però sarebbe riuscito a trovare una lampada a carburo, anche se fino a separarsi sarebbero andati avanti insieme senza avere necessità di accenderla.

    Si certo, e in una un accetta casca dal soffitto tagliandoti in due per il lungo.

    Affermò con tono ironico.
    Quando finalmente si decise il clone annuì.

    Va bene, io avrei scelto sinistra, non so perché tendo ad andare sempre a sinistra.
    Ma tanto è uguale.


    Si sarebbero quindi introdotti nel corridoio in cui Youkai si sarebbe ritrovato solo in compagnia dell’emanazione del Fuuinjutsu.

    Ovviamente si.

    Rispose quella alla domanda del Fantasma, con il tono leggero di chi risponde all’ovvia domanda di un bambino.

    No, non un fantasma, ma lo proteggo, se così vogliamo dire.
    Da un certo punto di vista potrei anche esserlo, ma non sapendo da quanto sono qui e non avendo informazioni sul mio utilizzatore è probabile che sia morto.
    È più corretto descrivermi come una guida, la memoria del mio utilizzatore è stata trascritta ma definirmi essere pensante è troppo, ho molte informazioni e rispondo in base a quelle e ad altre che posso acquisire.


    Ma non disse nulla sul come le acquisiva, mostrandosi particolarmente accondiscendente quando quello prese il coraggio a due mani per non morire in quella prova.

    L’Hokage?
    A me?!?
    Assolutamente nulla!
    Sarebbe tanto se fosse a conoscenza della mia esistenza, sono qui più o meno dai tempi del Godaime ed oltre a farmi fare sogni molto intensi ha fatto poco.
    Il problema sarebbe per lui.


    Sorrideva, con quella sua pagliuzza arrogante, ma non era felicità la sua.

    Bene, quindi questa è la tua scelta, passiamo oltre, così saprei cosa ha scelto il tuo… Hokage?

    Quella che sembrava una parete, con al centro un intarsio a spirale circondato da una fiamma stilizzata, sicuramente una semplificazione del sistema circolatorio del chakra, si tagliò nel mezzo, rivelandosi una porta per quanto massiccia, aprendosi su una nuova porzione di corridoio.
    Passando oltre la porta Youkai avrebbe avuto quasi un mancamento, per quanto avesse conservato metà della sua riserva la metà era appena stata portata via tutta in una volta, ma avrebbe comunque resistito.
    Non pareva avesse perso però neanche un oncia in più della metà del suo chakra, Raizen pareva avesse fatto la sua stessa scelta.

    Faticoso immagino.

    La nuova porta era più curiosa, forse anche più inquietante della precedente: sopra di essa erano rappresentati due occhi uno dei due però era deturpato da una lunga cicatrice.

    Niente di più semplice piccolo ninja, chiudi un occhio per passare, ma non pensare di poterlo riaprire.
    Hai mai sentito la frase che per trovare un amico devi chiudere un occhio ma che per tenerlo devi chiuderli entrambi?


    Poteva sacrificare un occhio?
    Non era come il chakra, era una perdita permanente, e soprattutto, se era vero che per passare quella porta era necessario sacrificare un occhio e questo verificava la prima frase era possibile che nella successiva si verificasse la seconda?
    Una scelta ancor più difficile aspettava il piccolo ninja.

    Lui questa volta deve fare una scelta differente… ma chissà cosa sarà.

    Tacque, e rifiutò di parlare a prescindere da quante domande facesse Youkai.



    [Satoru]


    Satoru iniziava lentamente a venire a capo delle sue difficoltà col chakra, provando a sperimentare come meglio riusciva.

    Mmmmmh, non è il tuo obbiettivo al momento, ci vuole un controllo più raffinato, ora potresti provarlo ma rischieresti uno spostamento fuori controllo, quindi fai in modo di non lanciarti niente addosso o addosso a me.

    Trovò quindi un modo per testare il rilascio del chakra senza spararsi pericolosamente per aria e dopo qualche tentativo affinarlo a sufficienza da raggiungere l’agognato traguardo.

    Bene, direi che hai un buon controllo, puoi provare ad applicarlo sul disco adesso.
    Non dovrebbero esserci problemi.

    Eseguito il consiglio, come ipotizzato precedentemente dal clone, il disco assorbì il chakra e respinse la serratura ma non sarebbe scattato nulla, piuttosto uno sbuffo di fumo avrebbe trasformato una delle due statue in un VERO piccolissimo tengu!


    unknown

    Nononononono!
    Non lo far…!


    Si guardò attorno, evidentemente scosso, stava tentando di scappare quando notò che la fonte della sua paura non era evidentemente presente.

    Eh?
    Chi sei tu?
    Chi è lui?
    Dov’è Jimbo?
    Quel maledetto mi ha imprigionato qui per non so quanto tempo!
    E…


    Sembrava annusasse l’aria per quanto la cosa fosse particolare per un corvide.

    ...Perchè odori di sudore, imbarazzo e tengu mescolati assieme?

    Lo guardava con aria accusatoria e ostile nonostante la dimensione ridotta lo rendesse più comico che pericoloso, ma era evidente che avesse percepito qualcosa che non gli andava a genio.
    Impossibile non notare che il particolare bastone che possedeva era perfetto per essere incastrato in un piccolo foro presente nel piedistallo in cui stava a sorreggere il disco fino a poco prima.
    Come convincere quel guardiano in miniatura a collaborare?




    [Sho]


    Scosse la testa quando Sho gli parlò di Oda.

    No, no.
    Mi hai frainteso.
    Porca puttana basta pensare che io abbia la mente costantemente bacata dal tradimento di qualcuno!
    Non ho ne detto ne lasciato intendere questa cosa!
    Mi fido di Oda tanto quanto mi fido di te e di me stesso!
    E se pensi che ti sto facendo gestire il recupero di Kokuo questo dovrebbe darti una buona misura della fiducia che ripongo in te.
    Il mio timore è che l’informazione gli sia stata estorta, non che lui l’abbia ceduta.
    E che, conoscendo Oda, anziché confessarla abbia cercato di risolvere la questione da solo.
    Ha un villaggio alle sue spalle, non è solo.


    Chiarito quel punto Sho gli avrebbe dato uno scorcio di come vedeva Kensei, trovando Raizen abbastanza dubbioso.

    Spero non ne rimarrai deluso.
    Ma so per esperienza diretta che il titolo può venire prima della famiglia senza nemmeno che tu possa accorgertene.
    E forse non mi sono spiegato, ma ho già accettato di far gestire la cosa a te.


    Affermò con decisione ma senza durezza, ma con spiccata fiducia.

    Ti chiedo solamente una cosa.
    Non mi ha voluto riferire i suoi informatori, o ammesso di aver estorto lui stesso l’informazione, vista l’attenuante della situazione familiare potrei anche pensare di passarci sopra, ma non fino a quando non avrò una risposta.
    Se dovrai parlare in mia vece sappi che è una cosa su cui non transigo.
    Come villaggio non abbiamo attivo controspionaggio e subirlo, considerando che siamo alleati e che non nascondiamo nulla… mi infastidisce.
    Che mi venga sbattuto in faccia poi...


    E su quella richiesta chiuse il discorso.
    Poco dopo nei sotterranei il Jonin passava in rassegna ai vari ingredienti e liquidi premiscelati presenti davanti a lui in numero spropositato.
    I documenti erano appunti, il diario di un chimico decisamente poco ordinato ma geniale, sparso li sotto alla rinfusa la cosa che più saltava all’occhio era la conclusione di ogni capitolo che riportava una formula, generalmente di 5 ingredienti, ognuno di essi aveva un particolare obiettivo, accentuare un effetto, modificarlo per essere più efficace su altre persone o semplicemente aggiungerlo a quello di un altro ingrediente.
    Dedicarsi con attenzione su ognuno di essi non era facile, anche perché alcune boccette erano tinte e non permettevano di identificare con precisione il loro contenuto dovendo quindi affidarsi alla prima occhiata.
    Tra di esse però compariva qualche etichetta che riportava la composizione chimica sia del diluente che del solvente, finì che tra etichette e composti noti individuò cinque contenitori su cui poteva mettere le mani con effettiva certezza.
    La curiosità, così radicata nell’animo umano da essere la più infida delle trappole.
    Appena la prima boccetta venne sollevata dalla mensola questa dimostrò quanto precario era il suo equilibrio, o forse quanto precisa era stata la disposizione delle boccette. Fatto sta che caddero sul terreno ed un tentativo di recuperarle sarebbe stato ben poco proficuo visto che la loro superficie pareva avere una piccola traccia di chakra repulsivo, cosa che avrebbe aiutato il disastro anche se avesse solo sfiorato la boccetta.
    Infrangendosi al suolo col suono caratteristico di un contenitore sottovuoto che viene rotto gli ingredienti delle boccette si sarebbero mischiati immediatamente dando vita a chissà quale dei veleni riportati negli appunti.
    Presto la pelle si sarebbe chiazzata di viola, sintomo del fatto che il veleno era… permeabile o corrosivo?
    E quella che tipo di reazione era?
    Aveva in mano una manciata di informazioni per cercare negli appunti ciò che gli interessava, doveva fare presto se voleva riportare a casa la pelle.

    [ingrediente noto: arsenico. Trova i rimanenti e creati l’antidoto, ho dato dei sintomi di massima, se vuoi essere più preciso puoi aggiungerne, questo è territorio tuo XD]



    [Kiyomi]


    Il clone sbuffò rumorosamente quando venne accusato di inadempienza del suo dovere.

    L’ho fatto!
    Te l’ho descritto e te l’ho fatto sentire, te l’ho pure mostrato!
    Non è colpa mia se sotto ai capelli hai così tanto spazio vuoto da fare invidia alle banche sunesi!


    Fortunatamente la konohaniana adottata era dura sia nel comprendere che nell’arrendersi ed a furia di tentativi riuscì finalmente nel suo intento.

    Oh, eccellente!
    Non ti resta che attivarlo e strisciare la mano nell’arco che sta sul muro.


    Quando avesse eseguito il compito il movimento della mano sarebbe stato accompagnato da rumorosi scatti di qualcosa che stava oltre la porta, definirli ingranaggi forse era troppo, sembrava qualcosa di massiccio, forse addirittura pietre, che con uno scatto andavano a posizionarsi in una precisa sede.
    Quando tutti i blocchi fossero scattati la porta sarebbe scivolata verso il basso, scorrendo come una saracinesca al contrario, per quanto spessa, da li in poi solo oscurità.

    Finalmente.

    Quasi non fece in tempo a finire la frase che una luce balenò per le scale e con un cigolio accompagnato da un tonfo metallico si fiondò giù per i gradini, illuminandosi autonomamente la strada fino a scomparire una volta girato un angolo almeno dieci metri più sotto.

    Ma dove cazzo va a finire?

    Il clone si sporse oltre la porta ma l’oscurità era insondabile e richiedeva l’utilizzo di una torcia.

    Hai qualcosa per farci luce?

    Tuttavia, come se fosse stato esaudito un desiderio, la sua attenzione venne richiamata da una lanterna appesa al muro poco più in là.

    Toh, che culo.

    Una piccola scintilla e la calda fiammella fu in grado di illuminare la via ai due, o per meglio dire, la discesa.
    Gli scalini erano fatti di nudo cemento quantomeno fino a che non arrivarono ad un apertura franata.

    Oh, strano.
    Anche se quello è più strano.


    Affermò mentre osservava le rocce che sporgevano da quello che un tempo era un corridoio, la discesa infatti proseguiva con rozzi gradini scavati nella nuda roccia.
    Scavalcare quel masso sarebbe stato… strano.
    Un lungo brivido avrebbe percorso la schiena di entrambi, come se un sesto senso atavico li avvertisse che oltre quella soglia succedeva qualcosa di singolare, se Kiyomi fosse riuscita a superare quell’avvertimento sarebbero continuati a scendere fino ad arrivare ad una grotta sotterranea di cui era impossibile stabilire i confini per via della poca luce, nelle pareti si distingueva però qualche scintillio che rifletteva la luce della lanterna quando spostata.
    Della piccola lampada nessuna traccia.
     
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    Per un bene superiore


    VIII




    Quella cosa che aveva davanti, per quanto sostenesse di non essere un fantasma, più si descriveva più sembrava uno di quegli spiriti che infestavano i luoghi a loro importanti. Probabilmente era la cosa più vicina ad un fantasma fittizio che uno shinobi poteva sperare di creare artificialmente. Oh. Stai custodendo casa tua? Aveva afferrato il concetto, nonostante non sembrasse dalla risposta data.

    Non sembrava avesse rimorsi con Raizen, dimostrando come Youkai aveva malinterpretato il suo carattere. Lo "spirito" era lì dai tempi del quinto Hokage! Qualsiasi cosa avesse trovato alla fine di quel percorso, poteva nascondere preziose informazioni dimenticate o che mai avevano visto la luce, conosciute solamente dal Quinto. La determinazione superò la paura, l'idea di tornarsene a casa vincitore, con chissà quali preziose informazioni per il villaggio, avrebbe ripagato ogni suo sforzo. Ancora più importante però, era mantenere salvo il suo Hokage, che come lui, tramite un debolissimo clone, stava cercando di superare quella prova dalla quale era impossibile scappare.

    La prima scelta fu probabilmente la più facile di tutte quelle che lo aspettavano davanti. La porta si aprì, mostrando quanto fosse massiccia. Non appena la oltrepassò, Youkai ebbe un mancamento, come se all'improvviso la sua pressione si fosse abbassata di colpo. La debolezza che percepiva indicava che una grossa fetta del suo chakra era appena stata risucchiata via da quella porta. Ah... Sono passato! Quindi il clone è salvo?? Tuttavia, nonostante durante il suo ragionamento iniziale non lo avesse capito, il fatto di averne perso esattamente metà significava che anche la copia aveva deciso di cederlo. Una rapida risposta della sagoma gli avrebbe spiegato il reale funzionamento di quella trappola. Il sacrificio, se negato, passava all'altra persona. Il suo sacrificio era stato vano? Sacrificarsi insieme avrebbe portato a qualcosa di positivo? Non sapere quali altre prove li attendesse rendeva ogni scelta più difficile. Lo spettro comprendeva lo sforzo necessario nel cedere tutta quell'energia, ricevendo una muta risposta, con il rosso che scosse la testa in un cenno di assenso. Era preoccupato per le sorti del suo Hokage, ma ancora abbastanza sicuro di sè. Il chakra poteva essere recuperato. Poteva ancora salvare il clone e, di conseguenza, il suo proprietario.

    La seconda porta apparve subito più inquietante, e le parole della guida non addolcirono la pillola. Le sfide iniziavano a farsi invadenti. I-Il mio occhio!? Esclamò, turbato. Le immagini sulla porta erano chiare, e la spiegazione a voce non lasciava dubbi. Il detto, tuttavia, suonava sadico. C-Certo che no!! Si dice "Chi trova un amico trova un tesoro"! Tutto questo è... E se io fossi arrivato qui ed avessi già avuto un occhio solo!? Che razza di trappola dovrebbe essere questa! Iniziò a lamentarsi, scosso da quella rivelazione. Ancora non la realizzava a pieno, gli sembrava tutto fin troppo assurdo. Certo, gli archivi della Radice dovevano essere impenetrabili, impedire l'accesso a completi sconosciuti ed avere trappole in grado di proteggere al meglio ciò che custodiva... ma così era troppo! E-E poi che vuol dire che non lo posso riaprire!? N-Non riavrò mai più nemmeno il mio chakra?? Il mio occhio sarà inguaribile!? Lentamente, analizzando meglio la faccenda, la cosa si faceva sempre più pesante. Era ancora incredulo. Sacrificarlo non sapendo cosa ci fosse oltre quella porta sarebbe stato comunque un grosso problema, dover combattere qualcuno al suo pari ma con un punto cieco così ampio poteva costargli la vita. Ma la cosa poteva addirittura diventare definitiva, senza possibilità di cure di alcun tipo?? La sua carriera da shinobi avrebbe subito un duro colpo. Senza un occhio sarebbe diventato ancora più vulnerabile di quanto non era, forse addirittura un peso per il suo team. Naturalmente non voleva un destino simile. La mia risposta...

    Sussultò, ricordandosi della doppia prova. Negare quel sacrificio significava costringere Raizen al destino che aveva appena immaginato. Costringere l'Hokage stesso ad una pesante debolezza, che i suoi numerosi nemici potevano sfruttare. L'Hokage aveva sicuramente molti più assi nella manica rispetto al giovane genin, ma al contempo aveva più nemici. Più responsabilità. Più conseguenze per i suoi errori. Privarlo parzialmente della vista, una cosa fondamentale per un assassino, rischiava di condannarlo più di quanto non avrebbe condannato il giovane Youkai, ancora uno shinobi in erba, con più strade percorribili di fronte a sè, meno nemici e meno rinunce se la cosa avesse effettivamente compromesso la sua carriera. Di genin ce n'erano tanti, persino migliori di lui. Uno in meno da addestrare non avrebbe fatto la differenza.

    L'idea di dover rinunciare alla sua carriera lo stava distruggendo. Fissava il pavimento con occhi vitrei, spento. L'unica cosa che ricordava della sua vita passata era di esser stato uno shinobi. Uno shinobi fallito, vista la sua incredibile resurrezione. Eppure così terribilmente attaccato alla vita, al punto che nemmeno l'inferno stesso era stato in grado di contenerlo, al punto che un demone albino lo aveva forzato a tornare in vita, per terminare chissà quale scopo. Non avrebbe potuto rinunciare così facilmente a quella vita. Ma sarebbe diventato tutto molto più difficile e pericoloso con un simile handicap. Si morse il labbro, riuscendo a trattenere dei deboli singhiozzi, ma non le copiose lacrime che gli offuscavano la vista. Non poteva mollare come un codardo. Non poteva condannare un Jonin del livello del suo Kage a vivere con una simile debolezza. Non riteneva giuste quelle prove, quella crudeltà all'interno del suo stesso villaggio. Ma se non fosse arrivato fino in fondo, non sarebbe riuscito ad impedire che altri subissero la sua stessa sorte. Doveva farsi carico di una pesante responsabilità, per far sì che quel luogo non venisse mai più riaperto da nessun altro, e dimostrare che non si sarebbe arreso nemmeno nel peggiore dei casi, dove non sembrava esserci alcuna soluzione se non ubbidire ad un sadico destino. Non importava quanto sarebbe stato difficile proseguire come shinobi da lì in poi. Quello era il suo scopo, e per dimostrarsi degno doveva portarlo a termine, avendo cura di riportare a casa il suo compagno di team sano e salvo.

    Alzò lo sguardo, in lacrime. Era determinato, almeno mentalmente, ma gli si leggeva in faccia quanto quella decisione pesasse, nonostante avesse deciso qual'era l'opzione migliore. Annuì debolmente. Mi sacrificherò io. Riuscì a pronunciare quelle parole senza che la voce gli si spezzasse. Per favore... Non posso diventare la rovina del nostro Hokage. L'idea che il clone potesse decidere di sacrificare chissà cosa dall'altra parte lo stava distruggendo. Era colpa sua se entrambi erano finiti in quella situazione, sarebbe stata colpa sua se quelle trappole avrebbero costretto il Juudaime a vivere con un handicap. Non se lo sarebbe mai perdonato.
     
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    La Radice


    Post settimo




    Non penso che tu non ti fidi di Oda, ma non lo ritengo uno che si farebbe sfruttare tanto facilmente. Presi una pausa. Ma lo ha davvero, Raizen? Oramai non siamo più delle reclute, viviamo avventure ed affrontiamo problemi che il villaggio non avrebbe la forza di sopportare.

    Ti ringrazio per la fiducia che riponi in me, cercherò di non crearmi aspettative. Dissi al decimo, riferendomi alla questione di Kensei. Indagherò sulla questione.Risposi, estremamente sintetico, su quello Raizen aveva ragione.

    [Poco dopo]

    Se le molteplici boccette ed il loro misterioso contenuto era affascinante la cosa che senza dubbio mi lasciò più estasiato fu il diario che ritrovai su una delle mensole. Doveva trattarsi degli appunti della persona a cui apparteneva quello strano laboratorio, in esso vi erano centinai di formule di decotti, tonici e veleni ad indicare per essi uno studio lungo ed accurato. Affascinante... Sussurrai sfogliando le pagine. Meno eccitante era il report degli esperimenti fatti su cavie umane, leggere i sintomi e le sofferenze di quella povera gente mi fece accapponare la pelle mentre l'ammirazione che inizialmente provavo per il misterioso autore inevitabilmente diminuiva.
    Grazie anche all'aiuto dei dati su quel terribile libretto riuscii ad identificare diverse sostanze nella molteplicità di fialette che si trovava in quell'angusto luogo. Quasi ad emulare l'autore del passato, presi da una delle mie tasche un libretto nel quale cominciai ad appuntare minuziosamente quello di cui ero certo tra solventi, soluti, e soluzioni varie.
    Forse lo spazio angusto e poco illuminato, forse lo stato di abbandono totale del posto o forse, più semplicemente, la dualità del mio animo tra euforia e disgusto per una situazione del genere aveva reso la mia mente distratta. Non di preciso cosa fu, tuttavia non appena misi le mani sul primo contenitore che ero riuscito ad identificare, la mensola su cui era poggiato crollò rovinosamente facendo infrangere al suolo non solo la fiala di cui conoscevo il contenuto, ma anche tutte le altre lì presenti! Le esalazioni provenienti dalle sostante adesso a terra si mischiarono in una nube di fumi tossici che, essendo l'ambiente estremamente angusto, non potei evitare di respirare. Maledizione! In una manciata di secondi sul mio copro cominciarono a comparire macchie viola a dimostrare che il veleno era entrato in circolo, più che via transcutanea era supponibile che la via d'ingresso fosse proprio quella respiratoria. Concentrati Sho, la boccetta di cui conoscevo il contenuto era? Ah sì, arsenico... andiamo andiamo andiamo..
    Il primo passo doveva essere quello di limitare i danni, il fegato artificiale di cui ero dotato cominciò a lavorare per tamponare l'effetto dell veleno che avevo incidentalmente inserito mentre la mia mente ricercava nei sintomi che stavo provando la soluzione definitiva la problema.
    Ripresi rapidamente in mano il diario del proprietario di quel luogo che speravo non sarebbe diventato la mia tomba e cercai nei vari report dei test su cavie umane. Ok, sull'arsenico ci siamo... Sussurrai mentre facevo attenzione agli altri sintomi che lentamente insorgevano. cefalea, ansia, vertigine, bruciore alla bocca e alla faringe, dispnea, tachicardia, nausea, vomito, ipertensione, diaforesi e dolore ai muscoli... Cianuro! Tuttavia non era soltanto quello , c'era dell'altro: la mia temperatura corporea stava chiaramente aumentando mentre sentivo la bocca impastata e negli occhi come se ci fosse finita la sabbia, dovevo muovermi. Andiamo, dai....febbre, secchezza di pelle e muscose... sembra una sindrome anticolinergica.... cazzo. Mi fermai di botto sulla pagina di quellla che, purtroppo, era la terza sostanza nel misterioso veleno: Belladonna, un veleno per cui non c'è un antidoto.
    Non potevo però perdermi d'animo, dovevo porre rimedio intanto ai primi due veleni e potevo farcela; per la prima volta, ringraziai mentalmente mia madre per avermi fatto studiare medicina. Ricercando tra le varie boccette riuscii a reperire quello che stavo cercando: la Penicillamina come agente chelante che inibisse l'arsenico e Tiosolfato di sodio, che avrebbe reagito con il cianuro divenendo Tiocianato, una sostanza estremamente meno tossica e che avrei semplicemente eliminato con le urine.
    In pochi istanti creai un preparato per le due sostanze e lo assunsi mentre continuavo a concentrare la maggiore quantità di chakra possibile all'interno dell'organo artificiale che speravo depurasse il mio sangue dalla belladonna. Ma sarebbe stato abbastanza?
     
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    Addestramento sul Campo


    Ottavo Post


    Gli sforzi del ragazzo furono finalmente ripagati infatti l'hokage decretò il raggiungimento di un controllo sufficiente e che ora era il momento di riprovare con la serratura.

    Finalmente.
    Ok, signore provo immediatamente.

    E così il genin si avvicinò al braciere allungando il braccio destro dopo qualche sospiro ripeté i passaggi che aveva imparato: creò il minimo flusso d'energia e lo controllò d'intensità tutto come aveva imparato ricordando la sensazione di pressione limitò ed isolò il flusso visualizzando nella sua mente il cuscinetto che man mano si gonfiava fino a fermarsi e rimaneva stabile con il senso di pressione ed infine rilasciare la forza accumulata.
    Tutto sembrava funzionare ma come risultato un imprevisto scherzo del fato: uno sbuffo di fumo e una statuina divenne un vero piccolo tengu abbastanza confuso e pieno di domande. Satoru restò interdetto per qualche momento grattandosi la nuca con la mancina per poi rispondere alla creatura:

    Ciao tengu-san io sono Satoru, lui è il decimo hokage. Jimbo non so chi sia...Bhe io sono l'eremita dei tengu clan Furuidesu...Mi sono allenato fino a un attimo fa. Tengu-san qual è il tuo nome? Cosa ti è successo? Chi è Jimbo? Per caso hai fame? Ho dei biscotti...

    Con un sorriso tirando fuori da una tasca un piccolo pacchettino di biscotti al cacao.

    Tengu-san sai come si apre la serratura dietro di te?

    Ogni sua parola avrebbe avuto un tono calmo e amichevole.


     
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    Nuovo Addestramento

    Il tunnel


    Finalmente le cose sembrarono andare per il verso giusto e la tenacia della Saito venne premiata con dei risultati molto positivi; quando infine il jonin, soddisfatto dei risultati, le disse di provare sulla porta, Kiyomi seguì il suo consiglio e tentò nuovamente a far scivolare la mano mantenendo la forma respingente che aveva imparato a dare al chakra, lasciando che questa si aprisse meccanicamente su un lungo e buio tunnel.
    Kiyomi si potè dire sicuramente felice e soddisfatta di essere riuscita in quell'ingrato compito che Raizen avrebbe potuto fare tranquillamente da solo, ma la luce che videro scendere le scale e che si trattava certamente della lampada saltellante, le spense totalmente l'entusiasmo; non credendo a quanto detto dal clone in precedenza, era ancora convinta che si trattasse nient'altro che di un demone o dello spirito di un defunto, motivo per cui non si sentì decisamente sicura di voler addentrarsi in quel covo di spiriti maligni.
    Ma è proprio necessario? Ormai l'abbiamo trovata, che hai contro il concetto di non disturbare gli spiriti demoniaci che sicuramente abitano lì sotto? Guarda, ci manca solo il cartello "Ingresso per l'inferno". Se l'uomo però avesse insistito ad addentrarsi, la genin si sarebbe fatta coraggio ed avrebbe accettato, ma non prima di eseguire un proprio rituale contro gli scongiuri, spuntando 3 volte a terra, calpestando la sua saliva con entrambi i piedi e battendosi il petto 5 volte mentre pronunciava una formula magica. Izanami e Izanagi mia, siate la salvezza dell'anima mia.
    Convintasi finalmente a scendere in compagnia dell'omone, dal quale non si sarebbe allontanata di più di 30 cm e guardandosi ossessionatamente intorno con i nervi tesi per la paura di essere aggredita da qualche sorta di demone, arrivarono infine ad un qualcosa che mise insicurezza nell'animo dell'Hokage.
    Oh bhe, abbiamo fatto 30...facciamo 29, 28 e scendiamo fino a 0, tornandocene indietro. La kunoichi stava per mollare, ma visto il tentennamento anche dell'uomo al suo fianco, si convinse che quella sarebbe potuta essere una punizione anche per lui, convincendosi quindi ad andare avanti e, in caso di pericolo, era comunque in compagnia del ninja più forte di Konoha: al primo segnale di pericolo, sarebbe potuta scappare tornandosene indietro e lasciando sbrigare a lui tutta la parte pericolosa. Una degna rivincita per tutto quello che le stava facendo passare.
    Anzi, no, col cazzo, mi hai portata tu quaggiù e ora andiamo avanti, perchè non sono una che scappa alla prima difficoltà. Guardami, sono qui da appena 3 anni, 1 mese e 17 giorni e ancora ti sopporto.
    Facendosi coraggio, quindi, avrebbe scavalcato quella roccia fino ad arrivare all'entrata di quell'immensa caverna, attendendo che il clone facesse luce con la propria torcia.
    Eeed eccoci qua, benvenuti all'inferno.
     
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    Sacrifici e Parate


    -IX-






    Alla domanda riguardo alla sua casa la figura traslucida scosse la testa, probabilmente il suo essere l’imitazione di una coscienza umana più che un essere completo in grado di spazientirsi per il tempo perduto lo stava salvando da una crisi di nervi.

    No, non è casa mia.
    Sono una tecnica, o poco più, il mio creatore ci sapeva decisamente fare, io ci sapevo decisamente fare in senso lato, ma sono semplicemente a guardia di questo ingresso.
    Ma non è neanche del tutto vero, sono una prova più che altro.


    Ma le sue divennero solamente parole di passaggio mentre Youkai si focalizzava sul suo sacrificio.

    La prendi parecchio a cuor leggero per uno che non sa cosa ci sia oltre quella porta… se dovessi combattere il chakra che hai dato via ti sarebbe parecchio utile.

    Era li unicamente per instillare il dubbio e seppure interrogato a riguardo non avrebbe parlato delle prove successive.

    Beh, mi sembra ovvio, se già avessi perso un occhio avresti dovuto scegliere tra l’affliggere a qualcuno la tua stessa disabilità oppure rinunciare del tutto alla possibilità di vedere.

    Il ninja lievitava qua e la, quasi fosse felice di sgranchirsi lo sbuffo di fumo dopo chissà quanto tempo e la risposta a Youkai fu secca e decisa.

    No, ovviamente no.
    Altrimenti che servirebbe la prova?


    Rispose mestamente alla domanda riguardo la durata di quella maledizione.
    Poteva impietosirsi quell’effimera effige umana?

    Eccellente.

    No, non poteva.
    Indicò la porta e Youkai dopo la sua indecisione sarebbe passato, ma un orribile sensazione gli strinse le viscere, come se qualcuno strozzasse il suo apparato circolatorio abbastanza forte da mozzarne una parte, quella vuota, togliendogli persino la possibilità di ripristinare[status Affaticato: durata???] il sacrificio precedentemente compiuto.
    Ma quella sensazione era solo fisica?
    O si spingeva oltre cercando le ragioni che avevano spinto qualcuno dall’altra parte del corridoio a fare una scelta differente dalla sua?
    Così, mentre la palpebra sinistra del Rosso si svuotava mentre il suo occhio perdeva di consistenza, il vecchio aguzzino sghignazzò, mostrando un lato che forse aveva tenuto nascosto fino a quel momento.

    Oh!
    Che peccato!
    Pare che qualcuno dall’altra parte non la pensi come te.
    Ma dopotutto…


    Indicò la porta successiva: quasi identica, questa volta però gli occhi chiusi e deturpati erano due.

    Non ho forse detto che per trovare un amico bisogna chiudere due occhi?

    Il crudele shinobi rise, rise di una gioia bieca e perversa, che godeva nel vedere nell’altrui turbamento la propria realizzazione.

    Forse però vuoi vedere l’altra porta!

    La sua mano si tese ed improvvisamente una porzione di muro si schiarì, fino a lasciar intravvedere la porta ancora chiusa e che Raizen avrebbe dovuto affrontare, una sagoma con un doppio contorno e delle catene che tenevano la parte interna ancorata a terra.

    Il sigillo dell’anima!
    Non importa quale fuuinjutsu venga applicato, quella parte del corpo sarà intorpidita e non potrà usare il chakra.


    Per Raizen una cosa pesante ma evitabile grazie alla capacità del demone di espandersi oltre il corpo del portatore, ma per Youkai voleva dire che qualsiasi sigillo gli venisse applicato addosso acquisiva la capacità di sigillare quella parte di spirito all’interno del corpo!

    Sai cosa c’è di bello?
    Lui sa che oltre la porta c’è un esperto di Fuuinjutsu ad attenderlo!
    AHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAH!


    Quello rideva, si contorceva, e Youkai poteva sentirlo rimbombargli nella testa, martellandolo come se non volesse lasciare spazio ai suoi pensieri innervosendolo ulteriormente, ma seppure fosse riuscito ad isolarsi da quel fastidioso rumore avrebbe trovato una soluzione?
    Rinunciare agli occhi ed avere fiducia nel proprio Hokage, sperando che non l’avrebbe condannato ad una vita di inutilità, oppure sacrificare entrambi gli occhi di un jonin sufficientemente esperto da sopperire alla mancanza ed essere lui a salvarlo?
    Era l’ultima porta, magari sarebbe stato possibile venir salvati, lo spettro però aveva detto che l’attesa non era contemplata come soluzione.
    Oppure poteva passare prima che l’Hokage arrivasse a quella porta, quando gli venne concessa una sbirciata sembrava che Raizen non fosse ancora arrivato e dargli un segnale poteva fargli comprendere che avrebbe combattuto insieme a lui quella lotta
    Cosa fare dunque?



    [Sho]

    Le mani nervose di Sho cercavano di correre ai ripari dopo la rovinosa caduta della prima mensola con sopra le cinque boccette, ma complice il nervosismo di una situazione che precipitava in picchiata aveva dimenticato di utilizzare il chakra adesivo sulle ampolline.
    Fece a malapena in tempo a stringere al volo le due boccette della sua lista disimpegnando repentinamente anche la mano occupata dagli appunti del folle che aveva orchestrato quella trappola, che le altre caddero rovinosamente a terra: un caleidoscopico disastro.
    Certo, era riuscito grazie alle sue conoscenze in medicina ad arginare grandiosamente i danni basandosi esclusivamente sulla sintomatologia di ciò che era venuto a contatto col suo corpo, ma questo non l’aveva del tutto messo al sicuro.
    Il veleno che si era mescolato questa volta infatti aveva praticamente girato la ruota cromatica della sua percezione dei colori, per un momento le ampolle quasi lampeggiarono di luci cangianti per poi permettergli di capire che nessuno dei colori che aveva in precedenza riconosciuto o memorizzato corrispondeva a quelli che vedeva in quel momento.
    Poteva quindi affidarsi ancora ai suoi occhi per scegliere gli ingredienti od avrebbe dovuto utilizzare altri sensi?
    O magari poteva correre il rischio di sintetizzare un altro antidoto?
    Se non altro i sintomi in via di alleviamento segnalavano che prima le sue deduzioni erano state corrette.



    [Satoru]

    Il piccolo tengu guardò arcigno Satoru, con degli occhi così affilati che era evidente non gli importasse un fico secco dei biscotti che gli venivano offerti.

    Senti ciccio, non provare a distrarmi col cibo, non sono mica uno straccione morto di fame.
    Ho chiesto perché hai questo strano odore, non se hai qualcosa da mangiare.


    Mentre parlava saltellava sul posto quasi volesse fare a cazzotti.

    Quelli come te non mi sono mai piaciuti tanto, sempre a fare i superiori perché la vostra natura di branco vi permette di avere risorse in abbondanza!
    Biscotti!
    Puah!


    Certo continuava a saltellare nervoso ma era evidente dalle attenzioni che dava al dolcetto che non avrebbe sgradito becchettarlo un po', anche se era troppo orgoglioso per ammetterlo, ed anche troppo testardo per essere sviato dalla sua domanda.

    Temo tu debba rispondergli Satoru.

    Poco dietro il clone aveva dei pesanti lacrimoni agli occhi dovuti allo sforzo di trattenere le risate mentre osservava il piccoletto combattivo fare nero il genin.



    [Kiyomi]

    I due aprirono la porta che ancora Kiyomi si lamentava, era quasi una costante, come avere uno stereo rotto sintonizzato sulla stazione religiosa.
    Il clone si sarebbe girato verso di lei con un sorriso inquietante, palesemente forzato in quell’espressione che cercava di sostituire una faccia iraconda cercando di sostituirla con quanti più denti possibili.
    Ad una creatura selvatica sarebbe probabilmente sembrato l’ultimo ringhio di avviso prima del morso.

    Kiyomi… non farmi essere scorbutico.

    Scandiva le parole senza perdere il sorriso, stringendole tra i denti.

    Ogni volta che ti avvicini a più di un metro è per lamentarti di qualcosa senza renderti conto che è a causa della tua inadeguatezza e scarso impegno se ancora siamo qui a ciarlare di cosa avresti già dovuto avere.
    IO sto sopportando te, e non costringermi a sondare i limiti della mia pazienza.
    Puoi tacere e fare il tuo lavoro?
    Grazie.


    Se quella avesse anche solo provato a fiatare, quel tono costante e privo di modulazione sarebbe esploso.

    KAMI MALEDETTI SE NON LA SMETTI DI LAMENTARTI GIURO SU HAGOROMO CHE DONO I TUOI CAPELLI IN BENEFICENZA AL PARRUCCHIERE PIU’ GENIALE DEL VILLAGGIO E FARO’ IN MODO CHE VENGANO DONATI AL CICCIONE PELATO PIU’ BRUTTO ALLA CONDIZIONE CHE PASSI OGNI GIORNO A VANTARSENE DAVANTI CASA TUA.

    Ma forse urlare non era la cosa migliore, non per quello che avrebbe causato: un tremore deciso, non troppo lungo, come se avesse svegliato qualcosa.

    Mh?

    Se avessero continuato a guardarsi attorno avrebbero notato che i piccoli bagliori notati all’inizio si spostavano, come in preda ad un fuggi fuggi generale, da sopra la loro testa però arrivava lo strano rumore di un rollio, come se qualcosa rotolasse verso di loro.
    Puntarono la lampada ma senza grossi risultati fino a che non calò nuovamente il silenzio e dall’alto precipitò un rotolo dorato, facendo irruzione nel raggio di luce all’improvviso, centrando la fronte di Kiyomi esattamente tra le sopracciglia, accecandola per un momento dal dolore mentre una singola goccia di sangue cadde esattamente sopra il cilindro che la prese al volo con una lingua.

    bestiolina



    Una lingua?

    Il clone era incredulo ma li davanti aveva proprio un rotoloo che si stava gustando la goccia di sangue di Kiyomi, e non era che l’inizio.
    Una serie di faretti da teatro si accesero con botto illuminando progressivamente l’intera grotta che si rivelò essere costruita a grossi gradoni, pieni all’inverosimile di ogni oggetto e cianfrusaglia che si potesse mai immaginare ed oltre, e non solo oggetti recenti ma anche strumenti antichi!
    Uno squillo di trombe li riportò in vita, iniziando quella che sembrava una festa o un comitato di benvenuto!




    Nemmeno coi quaranta suoi dragon
    L’Hokage-san è ricco quanto te
    Noi ti abbiamo scelto, sai perché?
    La tua anima ha un certo non so che



    Attorno a loro tutto si muoveva, come se un intera discarica di rottami avesse preso vita e si muovesse a ritmo cercando di coinvolgerli nel ritmo.
    Ma chi cantava?
    Un grosso microfono a stelo munito di occhio ovviamente!

    Adesso tutto ciò che butti è mitico e quando vuoi lo puoi adoperar
    Saran finiti tutti i tuoi guai se questo contratto vorrai firmar
    E noi direm bonjour madame che cosa scrive sul carnet
    Faremo tutto ciò che vuoi, per un amico, un amico come te!



    In quel musical improvvisato tutti avevano dei ruoli e le azioni erano coordinate per dare profondità alla scena mentre gli oggetti recitavano questa o quell’altra parte della canzone.

    La vita è un ristorante, è come un gran buffet
    perché tutto ciò che chiedi avrai
    Grazie a degli amici come noi



    In quel momento un tavolo si stava apparecchiando da solo davanti a Kiyomi mentre una sedia insisteva da dietro perché si sedesse, certo la scena era un po' più triste dell’allegro motivetto visto che cibo non ce n’era poi tanto, anzi, niente, ma questo non faceva certo perdere vita agli oggetti, che ad ogni strofa aumentavano volume e luminosità in un tripudio autentico di gioia.

    Siamo felici di servir te
    Siete il boss, il re, lo scià
    Rottami d’ogni tipo controllerai
    Buttane ancora ed uno nuovo nascerà
    Si vive in Serie A
    Dimentica la B
    Comanderai la servitù
    E potrai dormirci persino su!

    Degli amici come noi

    Son mitologia
    Non fantasia
    Ma stregoneria
    Siamo magia
    Sta a guardare



    Su quella parola una montagna di carabattole prese letteralmente vita, diventando un colosso di una trentina di metri che scuoteva il terreno con i suoi passi, armato di cilindro e bastone da passeggio si muoveva con disinvoltura e naturalezza nonostante fosse composto da centinaia di vecchi oggetti che lavoravano insieme con l’unico scopo di mostrarsi a lei: KIYOMI!

    Siam qui per te

    Ma se dici Rottami, via di qua
    Spariremmo fin che piace a te
    Avrai gli occhi che ti schizzan via
    Per le sorprese che ti farem
    Siamo una polizza di garanzia
    E i problemi tuoi risolverem
    Non vediamo l’ora di aiutarti sai
    Tu chiedi tutto quello che ti vien
    La lista lunga quanto la vorrai
    I desideri tuoi esaudirem



    Il colosso si disfò nuovamente cadendo in due gigantesche onde che infrangendosi nei palchi laterali li riempirono di nuovo di una folla festante!

    Oh madame Kiyomi questo mondo è qui per te
    E capirai che solo noi
    Siamo tuoi grandi amici, tuoi grandi amici
    Siamo i tuoi veri amici, veri amici
    Nooon c’è altri
    amici
    coooOOOOOMEEEEEE
    NOOOOI I I I I I I I I



    Scintille prodotte dai falsi contatti di chissà quale elettrodomestico rotto produssero le luci necessarie ad un finale esplosivo mentre dei Taiko sfondati tuonavano come esplosioni.



    Ad ultimo rimase solo un vecchio cartello davanti ai due, munito di un occhio al centro della A che lampeggiava chiedendo applausi, sotto di loro il rotolo ondeggiava a destra e sinistra euforico, sbattacchiando prima la parte destra, poi la sinistra, mentre il nome di Kiyomi si incideva su di esso, preceduto da una lunga fila di identità cancellate da profondi segni di penna.
    E Raizen?
    Applaudiva, inebetito, rapito, assolutamente affascinato dalla…

    DANNATISSIMA PARATA DEI CENTO DEMONI!

    Si, ma Kiyomi?


    Edited by F e n i x - 7/4/2020, 00:41
     
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    La Radice


    Post ottavo



    CAZZO! Mi scappò detto, in un impeto di rabbia, quando un'ulteriore mensola rovinò in terra, facendo sì che anche le sostanze velenose su di essa si nebulizzassero una volta che i loro contenitori si infransero sul pavimento.
    Il fegato artificiale stava lavorando duramente, ma pareva proprio che avrei avuto necessità di fargli fare anche gli straordinari. Per fortuna ero riuscito a prendere i due antidoti per l'avvelenamento precedente e riuscii ad assumerli senza difficoltà, lenendo i sintomi che questo mi provocava.
    Il problema adesso era che, oltre alla bella donna già in circolo, nel mio corpo adesso si trovavano una pletora di veleno che mi avevano reso praticamente daltonico. Identificare le boccette in quel modo era praticamente impossibile, ma non dovevo perdere la testa. Sfogliai il libro degli appunti che ero riuscito a salvare in maniera frenetica, fino a che non giunsi ad una pagina interessante.

    In essa erano descritti dei peculiari cristalliAccordato off che posso trovarli che l'autore utilizzava per accumulare la parte più pura di un veleno, una cosa che in quel momento poteva sembrare perfino peggiorativa per la mia situazione, ma che forse le mie conoscenze mediche potevano trasformare in un vantaggio. Vediamo se ce ne sono altri.... sembra di no.
    Il libro non pareva parlare di altri cristalli, quindi riconoscerli sugli scaffali sarebbe stato facile, nonostante non ne potessi vedere il vero colore. Esaminai le mensole, stando ben attento a non toccarle, e una volta trovati presi direttamente tutta la mensola su cui si trovavano, usando anche il chakra adesivo se questo si fosse rivelato necessario, per poggiarla delicatamente sul banco di lavoro e prendere da lì i cristalli, per evitare che quel posto continuasse a crollare peggiorando la mia situazione.

    Presi quindi dal banco un contenitore e , facendo uso di una specie di paletta, raccolsi un campione del misto di sostanze che si era venuto a creare sul terreno per inserircelo. Una volta che le polveri furono nel contenitore vi posizionai il cristallo che in pochi secondi carpì l'essenza stessa del veleno, adesso però veniva la parte difficile: trasformare quella cosa mortale in un antidoto.

    Estrassi il cristallo dal contenitore per metterlo sul piano di lavoro, a quel punto attivai contemporaneamente due tecniche che massimizzavano le mie conoscenze mediche.
    Posizionai le mie due mani copra il cristallo; dalla destra cominciò ad uscire un flusso di chakraEstrazione dei Veleni
    Villaggio: Generico
    Posizioni Magiche: Tocco (0)
    L'utilizzatore può estrarre dosi di veleno dal corpo toccato. Se rimosse tutte le dose di un veleno, i malus verranno annullati. Ogni 3 dosi di veleno estratto richiedono 1 slot tecnica/azione extra per essere rimosse.Tipo: Ninjutsu - Hikariton
    Sottotipo: Medico
    (Consumo: Basso per Dose)
    [Richiede Tecnica delle Mani Curative]
    [Da chunin in su]
    che attirava le sostanze tossiche dall'interno dello stesso, mentre dalla sinistra fuoriusciva un flusso di chakra verde Tecnica delle Mani Curative - Shousen Jutsu
    Villaggio: Generico
    Posizioni Magiche: Tocco (3)
    L'utilizzatore può ripristinare l'energia vitale guarendo i danni e status. La vitalità non verrà ripristinata, non rigenera arti amputati o organi interni distrutti, gli oggetti presenti all'interno delle ferite non sono rimossi. È possibile guarire ferite differenti, entro la Guarigione Massima; è possibile alleviare ferite d'entità superiore la Guarigione Massima. La Guarigione Massima è pari ad 1 Leggera ogni grado ninja.Tipo: Ninjutsu - Hikariton
    (Consumo: Basso per Leggera guarita )
    [Richiede Conoscenza Medica (Base) o superiore]
    [Da genin in su]
    chiaro che andava ad infondersi dentro il cristallo.
    Lo scopo di quelle azioni era quello di estrarre le tossine mentre la tecnica delle mani curative avrebbe invertito la polarità del cristallo, sfruttandone le affinità che aveva col chakra, riempiendo il vuoto che veniva lasciato dai veleni con dei veri e proprio antidoti!

    Quando il cristallo mi risultò essere privo di veleni lo inserii in un altro contenitore e, con un pestello, lo sbriciolai. O la va o la spacca. Sussurrai, per poi ingerire quella polvere che avevo appena creato. Intanto il fegato artificiale sembrava voler gridare aiuto per il carico di lavoro che stava fronteggiando.
     
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    Nonostante Kiyomi fosse palesemente spaventata e nervosa, Raizen non faceva altro che lamentarsi a sua volta del fatto che lei si stesse lamentando, facendola irritare a sua volta. Era un circolo vizioso che i loro caratteri dominanti avrebbero potuto far sfociare in nient'altro che una gran litigata.
    Il primo ad urlare fu l'hokage, che sbraitò qualcosa che Kiyomi non aveva voglia di ascoltare, rimanendo a guardarlo con aria annoiata finchè non terminò di sgridarla. Dovresti farti una tisana, Raizen. E via ad urlare ancora di più in faccia all'otese, che non mosse neanche un sopracciglio, non essendo minimamente intimorita dalle sue minacce. Appena quello ebbe finito, la genin si preparò a rispondere di nuovo a quelle provocazioni, ma un rumore attirò la loro attenzione.
    Quel bestione, in barba a tutte le regole da seguire quando ci si trova in un campo in esplorato e probabilmente pullulante di pericoli, si era messo ad urlare, attirando su di loro chissà quale sciagura. Si susseguirono una moltitudine di suoni che la ragazza non riuscì ad identificare.
    AAAHOO!!! Per un attimo vite solo buio accompagnato da un forte dolore al centro della fronte, e quando riaprì gli occhi rimase letteralmente pietrificata da quello che si trovò davanti; forse era un'allucinazione dovuta alla botta o forse erano i demoni dell'inferno venuti a prenderla, ma davanti a lei c'era una pergamena volante dotata di linghua ed un occhio che la fissava, ma quell'evento era solo l'inizio di qualcosa di ben peggiore.
    Non era solo il rotolo, erano dappertutto, oggetti di ogni tipo che iniziarono a puntare riflettori, cantare e muoversi in una coreografia eseguita tutta intorno alla povera ragazza, che ormai era sempre più terrorizzata; Kiyomi era troppo occupata ad urlare e scappare via dalle attenzioni che quegli oggetti maledetti le riservavano, per ascoltare le parole che quel microfono animato andava cantando, ma qualunque cosa facesse non sembrava abbastanza, dato che prima una sedia le volò sotto il sedere facendola accomodare ad un tavolo balzato difronte a lei. Riprovò a scappare, ma venne irrimediabilmente riacciuffata da altri oggetti che non la smettevano di volerla trattenere come se l'adorassero, arrivando poi a comporsi insieme fino a diventare un enorme ammasso di immondizia vivente che spaventò ancora di più la kunoichi. Tentò di scappare a destra, tentò a sinistra e in qualunque altra direzione, ma ormai era circondata, finchè quelle decine e decine di demoni non terminarono tutti insieme in un tripudio di urla a squarciagola, tutti attorno a Kiyomi, che a quel punto non seppe più cosa fare.
    La canzone finì, le luci si spensero e l'unico suono udibile furono gli applausi di Raizen che era rimasto affascinato da quel musical improvvisato, al contrario di Kiyomi, che rimase immobile per qualche lungo istante, finchè le troppe emozioni staccarono la spina al suo cervello e la gravità la trascinò all'indietro fino a terra, priva di sensi.

    Ci sarebbe voluto un po' perchè riprendesse coscienza, a meno che qualcuno (o qualcosa) non le avesse dato una spinta per farla tornare in sè, ma alla fine, con la testa che ancora le girava, riaprì gli occhi, non badando a qualunque cosa ci fosse stata davanti a lei e tenendo gli occhi fissi nel vuoto.
    Raizen?...Raizen?... Con un filo di voce avrebbe cercato a presenza di del clone, ma che avesse risposto o meno, gli avrebbe parlato come se le fosse vicino, con tono debole e decisamente melodrammatico. E' finita, vero? Siamo davvero all'inferno e non mi lasceranno più andare. Ahhh...mi dispiace, Raizen...lo so che sono sempre cattiva con te, ma io non ti odio, lo faccio perchè so che sei forte e non ti arrabbieresti per dei dispettucci. Qualunque cosa fosse successa nel frattempo, la ragazza avrebbe continuato a parlare con quel tono melodrammatico, a metà tra il piagnucoloso ed il rassegnato. Non è mica facile essere me, ma tu sei il mio unico amico. Bene, adesso vai, almeno tu salvati. Lasciami qui a patire l'eterno tormento...non si invecchia all'inferno, giusto? Almeno c'è un lato positivo. In fondo è colpa mia se siamo finiti qui, ho pregato così tante divinità che qualcuno doveva pur ascoltare.
    Va', non pensare a me. E licenzia il mio giardiniere, l'ho sempre odiato.
    Potrei abituarmi a stare qui, non sembra così male...

    Il suo sguardo rimase per tutto il tempo fisso, perso nel vuoto ed un lunghissimo sospiro mise fine alla sua sceneggiata che però fu estremamente sentita, da parte sua.
     
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    Il piccolo tengu non si mostrò particolarmente amichevole o facilmente corruttibile. Quella creatura aveva senza dubbio grinta, orgoglio e carattere da vendere; un tipino quanto meno interessante.

    Bel carattere....

    Pensò il genin sorridendo di gusto e riflettendo sul fatto di come un evocazione con una tale grinta sarebbe stata alquanto utile ma altrettanto difficile da convincere.

    Satoru sgranocchiò un biscotto per poi sospirare, sinceramente non avrebbe voluto entrare nel dettaglio ma la verità sembrava l'unica strada

    Hei stai calmo non volevo offendere. Va bene Tengu-san. L'odore che senti è bhe come dire di Tsuyo la mia compagna tengu. Noi ci amiamo...Abbiamo dei piccoli...E come ho già detto sono l'eremita dei tengu è mio dovere aiutare e proteggere lei e il mio clan tengu, la mia famiglia, anche a costo della vita.

    Sarebbe stato semplicemente sincero e serio ma senza essere minaccioso o aggressivo. Per poi se il tengu fosse stato più amichevole.

    Allora Tengu-san come ti chiami? Quale è la tua storia?



     
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    Lo spirito fittizio sembrava divertirsi nel provocare Youkai, facendogli dubitare le proprie scelte. Il rosso però sembrava fin troppo sicuro della sua decisione. N-Non importa. Devo prima pensare ai più deboli. Combatterò con quello che mi rimarrà. Il clone dopotutto non aveva che un'oncia di chakra, una quantità troppo infima per aiutarlo con il suo addestramento, figurarsi con un combattimento. Probabilmente anche la sua resistenza ai colpi era piuttosto bassa, e c'era il rischio che la distruzione di quel clone mutasse nella morte del suo originale. Doveva proteggerlo, ad ogni costo.

    Se il chakra era un costo che aveva preso a cuor leggero, la seconda prova si rivelò più infame. Dover perdere un occhio, parte della vista, per evitare che il suo Hokage restasse debilitato a vita, senza possibilità di cura. Una scelta crudele, che lo fece crollare in lacrime, attraversando la porta sconfitto. Nel passare oltre, il suo occhio sinistro perse consistenza colando via dalla propria orbita. La mano si mosse a tapparla, come se potesse impedirlo, mentre un'altra tremenda sensazione invadeva il suo corpo, mozzandogli il fiato. Si accovacciò, reggendosi con le braccia, tremante e spaventato. Avrebbe presto capito cos'era successo, grazie alla crudele spiegazione della figura di fronte a lui. Aveva a malapena il tempo di realizzare che il clone aveva passato a lui la propria maledizione, che un'altra, tremenda prova gli capitò davanti, gettando via le poche speranze rimastegli. Crollò, in lacrime, incredulo nel vedere ciò che aveva davanti. Perchè... Perchè tutto questo... Sembrava tutto inutile. Tutti i problemi che avere un singolo occhio gli avrebbe causato, tutte le possibili soluzioni, nonostante ci fosse il rischio di abbandonare l'unica carriera per la quale sembrava essere nato, quella speranza a cui si era aggrappato... Non era servito a niente. Era bastata un'ulteriore prova, ed era tutto finito in frantumi. Si sentiva distrutto. Sentiva le forze abbandonarlo, una lacrima dopo l'altra, singhiozzando, coperto dalle risate di quella sadica guida.

    La guida lo illuse di avere ancora una speranza. In un gesto che definire compassione era da illusi, rese la parete al suo fianco trasparente, mostrandogli la porta che avrebbe dovuto attraversare Raizen. Un sigillo che avrebbe bloccato il chakra, ovunque gli fosse stato imposto un funjutsu. Ed un esperto in quell'arte subito dopo quella porta. Raizen non doveva attraversare quella porta. Il ragazzino era certo che avrebbe passato quella maledizione a lui, rovinando l'ultima goccia di speranza rimastagli. Youkai battè i pugni contro la parete, nel disperato tentativo di contattarlo, chiamandolo a gran voce. Ma non sembrava essere in grado di sentire. Il rosso era più furbo però, sfruttando la sua anima, poteva attraversare la parete e avvertirlo! Senza esitare, attivò la sua abilità, infilando la testa nella parete... ma quello che vide fu solamente uno strano trip, come se si trovasse in mezzo a due specchi, uno di fronte all'altro. Più si avvicinava, più Raizen sembrava allontanarsi. Non lo avrebbe mai raggiunto.

    Ritornò alla sua realtà. In ginocchio, sul pavimento. Le lacrime continuavano a scendere, nonostante la sua espressione si fosse fatta più vuota. Non aveva più molte speranze. Gli stavano portando via tutto: la vista, il chakra, la possibilità di sfruttare il poco che gli era rimasto... e più importante, la sua volontà. Ormai era chiaro, quella sfida era stata fatta per far mettere in ginocchio i più leali, i più onorevoli. Per coloro che non avrebbero mai voluto far del male a qualcun altro, e che si ritrovavano puniti dai loro stessi amici, o dai leader che rispettavano ed ammiravano, dovendo subire le punizioni a cui gli altri rinunciavano. Una prova per ricordare quanto l'animo delle persone fosse marcio, quanto dietro ad un bel faccino e grosse parole si nascondesse in realtà uno spirito codardo e pronto a sacrificare il prossimo per il proprio tornaconto.
    Youkai si rimise in piedi. Lo sguardo lasciava trapelare la sua determinazione. Non sarò io a cedere. Sentenziò. Forse il finto spettro credeva di averlo finalmente in pugno, ma dovette ricredersi quando il ragazzo ricominciò a parlare. Non mi farò controllare da simili trucchetti. Io voglio salvare le persone. Voglio dare tutto me stesso, perchè altri meno fortunati abbiano la possibilità di vivere felici, al sicuro. Guardò la porta con odio, incapace di fermare le lacrime, ma con i pugni stretti, impaziente. Dall'altra parte non c'è il vero Hokage. C'è una persona debole, con a malapena il chakra per reggersi in piedi. E' mia responsabilità far sì che ritorni a casa sano e salvo. Un temante sorriso apparve sul suo volto, anticipato da un piccolo singhiozzo. Succeda quel che succeda. Terminerò questa missione con onore, riportando a casa i più deboli. Le tue prove possono togliermi tutto. Ma non la mia volontà. Inspirò.

    Con una leggera malinconia osservò la porta che aveva davanti, l'ultima cosa che avrebbe visto una volta attraversata. Prendi la mia vista. Avrebbe atteso con impazienza che la porta si aprisse, attraversandola senza esitazione. Stava abbandonando non solo la sua vita da shinobi, ma anche una normale vita da cittadino qualunque. Sarebbe stato difficile per lui continuare a vivere da solo. Non gli importava. Solo una cosa contava: portare al termine quella missione con il miglior esito possibile. Aveva fatto tutto ciò che riteneva giusto, portando la salvezza di altri prima della propria. Era fiero delle proprie scelte. Avrebbe perso tutto, sì, ma con onore. Una volta attraversata, si sarebbe posizionato in guardia, sfruttando i sensi rimasti per capire cosa si trovasse davanti, con le lacrime che ancora scendevano sul viso, ma un fiero sorriso sul volto. Sono pronto. Fai pure il peggio che credi! Non ti lascerò nemmeno sfiorare il mio compagno!
     
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    Il cristallo rintracciato da Sho era quello che negli appunti veniva definito il solvente perfetto, similarmente ad una spugna era in grado di assorbire e amplificare qualsiasi elemento chimico appropriatamente trattato venisse a contatto con lui.
    E come anticipato il cristallo avrebbe assorbito senza alcun problema i componenti liquidi, come se dotato di una porosità incredibile non percepibile mediante il tatto ma percepibile grazie alla vista per via delle venature di cui si rigava durante il processo.
    A quel punto doveva scegliere se accontentarsi degli ingredienti necessari ad eliminare il daltonismo oppure aspettare, sopportando tutti i sintomi mentre cercava di comprendere come includere il resto dei componenti.
    Ingerire la polvere comunque non sarebbe stato un idea eccellente, per quando sminuzzata la polvere era comunque ancora nella sua forma cristallina quindi altamente concentrata e lo stomaco, decisamente impreparato ad un composto simile si sarebbe immediatamente irritato, forse a causa di un indebolimento delle mucose, ma che in breve avrebbe evoluto in delle ulcere.
    Agendo rapidamente avrebbe potuto trovare qualche protettivo per mettere una pezza prima che il danno fosse troppo grave, ma erano ancora presenti altri sintomi per cui gli sarebbe servito consultare gli appunti.
    Le proprietà del cristallo infatti erano espandibili, alle giuste condizioni, permettendo all'oggetto di mescolarsi con ciò che ancora mancava a Sho per mettersi in salvo.
    Restavano però da assorbire tre elementi in forma solida, come poteva fare?
    Tra gli appunti era riportato come poter sfruttare al meglio la natura del cristallo, serviva solo una fonte di calore e qualcosa per portarlo dentro il suo corpo, visti gli effetti della polvere poco prima l’ingestione non sembrava il metodo migliore a causa della purezza degli elementi con cui aveva a che fare, inoltre non permetteva un assorbimento rapido come altri metodi di assunzione.


    Niente di troppo sbagliato, ma sporcati un pò le mani, devi CREARE qualcosa, hai le materie prime, quindi ingegnati un pochino, trova il tossicodipendente che è in te ed armeggia un pò


    [Kiyomi]

    Gli applausi di Raizen, causa il silenzio sempre più profondo che andava avvolgendo l’intera caverna, si fecero sempre più forti fino a che non si girò, incuriosito dal fatto che ci fossero solamente i suoi applausi a risuonare li sotto, e vide Kiyomi accasciarsi al suolo come un scacco di patate.
    Inspirtò.
    Ed espirò.
    Una tipica reazione alla Kiyomi, certo non la immaginava così timorosa degli spiriti ma quella era proprio andata.
    Era li che decideva quale trauma farle avere al risveglio in modo da bilanciare lo shock degli oggetti animati ed impedire che svenisse in futuro quando la lampada incontrata all’esterno prese a saltellare verso di loro, molleggiando allegramente, stranamente non più impaurita.
    Si sarebbe avvicinata e scuotendo quelle che nel suo corpo corrispondevano in altezza alle chiappe di un essere umano fece scoprire due fili, probabilmente i rimasugli del cavo di alimentazione.
    Poggiò i due cavi addosso alla donna e rilasciò una piccola scossa che fece irrigidire leggermente la donna, risvegliandola lentamente.
    Raizen gli prese la mano nella sua mancina, battendoci sopra con la destra come a consolarla.
    Certo le parole non passarono del tutto inascoltate, ma a ben pensarci non poteva dargli chissà quale peso, di certo non odiava Kiyomi, ma il suo modo di fare lo mandava in bestia come nessuno riusciva a fare, ed il fatto che non riuscisse a sfogarsi in nessuna maniera…

    Ohhhh… ma tu guarda.

    In quel preciso momento un paio di forbici stavano passando per di là, allegre come qualsiasi oggetto li attorno quando Raizen si chinò verso di esse.
    Gli sussurrò qualcosa di inudibile per la stordita kunoichi che sembrò illuminarle, facendole spalancare gli occhi, posti negli anelli, come quando si rivela ad un bambino che è il suo compleanno per due giorni di fila.

    Su Su Kiyomi, ti riprenderai.

    Continuava a battergli sulla mano mentre l’allegro strumento da parrucchiere senza nemmeno spostarsi si mosse, come se impugnato da qualcuno, compiendo il misfatto.

    Più che altro dovrai risolvere questa cosa, svenendo non hai notato che il tuo nome è scritto nel rotolo che ti è caduto sulla testa.

    Certo non l’aveva scritto lei, ma mentre era svenuta il rotolino si era assai impegnato, muovendosi sotto il suo dito e trasformando la goccia di sangue nel suo nome completo.
    Quando fosse stata abbastanza lucida da alzarsi comunque, un indiscreto refolo d’aria le avrebbe solleticato le spalle nude, ed il collo era assai più leggero.


    Raizen li affianco era inorridito, certo non sinceramente visto che era stato lui a dire che la cosa che più rendeva felice e rilassata Kiyomi erano i cambi di immagine radicali, ma le sue capacità di recitazione davano una discreta mano, mentre le forbici li sotto sembrava sorridessero con gli occhi chiusi.
    Se Kiyomi odiava quelle creature creazioni abbandonate avrebbe dovuto far qualcosa per separarsi da esse.


    R e a g i s c i.
    Sii propositivo, cerca di far uscire Kiyomi da questa situazione in qualche modo, non mi pare che gradisca questi Yookai, no?



    [Satoru]

    Quando il genin si confessò col piccolo tengu Raizen era poco dietro di lui, pur non volendo ascoltare, non avendo in alcun modo Satoru tentato di nascondere le sue parole, sentì tutto.
    Tutto.
    Inizialmente il suo cervello quasi non processò le parole, ma immaginò solamente un tenero passerotto, con tutto il necessario nascosto nascosto dalle piumette e quell’indiscreto Satoru che ci curiosava in mezzo.

    Ohporc… buorgh…
    Buorgh…


    Era fortunatamente a stomaco vuoto ma la sua mente non smetteva di riproporgli l’immagine dell’accoppiamento tra un pennuto ed un essere umano, ed ogni volta aveva un conato, fino a quando il suo corpo per esorcizzare in qualche modo non si costrinse a sputare della saliva.

    Mio dio… ma che… ma che cazzo!

    E mentre lui era li dietro trafelato a borbottare tra se e se il piccolo tengu era rimasto immobile con un palmo di becco, gli occhi sgranati e le ali così basse che pareva si fossero rotte.

    Il…

    Si indicò timidamente.

    MiO…NoMe?

    Disse con voce strozzata.
    Era possibile vedere un essere piumato diventare paonazzo?
    Da quel giorno Satoru avrebbe potuto rispondere senza alcun dubbio che SI era possibile.

    MA TU TI RENDI CONTO DI QUELLO CHE TI ESCE DI BOCCA TI SEI ACCOPPIATO CON UN TENGU STUPIDO MAIALE BIPEDE MA COSA TI SALTA PER IL CERVELLO!!!!

    Il tono troppo elevato non gli permetteva di scandire i toni della sua frase e la concitazione non gli permise di inserire la benchè minima pausa mentre le penne si arruffavano diventando di un rosso quasi arancio mentre le estremità cominciavano letteralmente a bruciare!

    TU HAI LA MERDA NEL CERVELLO COCCO!
    TE LA FACCIO PASSARE IO LA VOGLIA DI USARE QUEL TUO AFFARINO SCHIFOSO PER GENERARE MOSTRUOSITA’ SENZA PORTI IL MINIMO PROBLEMA!
    PENSA ALL’AMORE QUESTO QUI MA IO NON HO MAI VISTO NESSUNO ANDARE A GIRO AD ACCOPPIARSI CON CAVALLI, CANI O PESCI!


    E partì all’attacco veloce come una saetta!
    Avrebbe colpito col suo becco ben tre volte la testa di Satoru procurandogli un discreto Dolore[danno base + 10 e dnt leggero ustione vel Blu] ogni volta dopo il colpo si sarebbe rapidamente spostato con la rapidità e la precisione di un colibrì cercando di colpire sempre parti scoperte evitando le mani poste a difesa del capo o qualsiasi equipaggiamento avesse tentato di frapporsi.

    PERVERTITO SCHIFOSO TI COLPISCO FINO A QUANDO NON LO DIMENTICHI IL TUO AMORE L’AVEVO SENTITO LONTANO UN MIGLIO CHE SAPEVI DI MANIACO SESSUALE!!!

    E senza null’altro aggiungere creò una nuvoletta di cenere con un rapido guizzo circolare dentro la quale si nascose.
    Satoru doveva trovare il modo di far capire al nobile volatile le sue ragioni, se per caso si fosse girato verso Raizen questo avrebbe chiaramente posto le mani dinnanzi a se agitandole in senso di diniego.

    Ah no non ci pensare, non ti sto riempiendo di sberle solo perché già lo sta facendo lui!

    E rimase al suo posto, dimostrando che a quel punto sarebbero state due le persone da convincere.


    Bisogna far qualcosa di più Rex, rimpolpa un pò questi post, fai vivere Satoru, cosa prova? che faccia fa? gli da noia l'esserino? come si giustificherà? magari serve aggiornarlo?
    Insomma, fammi vedere come te ne cavi fuori




    [Youkai]

    E così il piccolo genin sacrificò tutto ciò che gli venne richiesto, oltre quella porta, così crudelmente indicata dallo shinobi di fumo, lo attendeva solo la più profonda oscurità e mai sarebbe riuscito a dissiparla.
    La porta che si ritirava dentro i muri, sarebbe stata l’ultima cosa che al suo occhio fosse dato vedere.
    Ma sarebbe bastato?
    No.
    Se avesse cercato di estrarre la sua anima per poter sfruttare i suoi sensi infatti si sarebbe accorto che era bloccata all’interno del suo corpo.
    Alla fine l’Hokage aveva rifiutato persino il suo ultimo sacrificio, quale che esso fosse, non avrebbe nemmeno potuto piangere, il sigillo si portava via gli occhi con una lacrima, l’ultima, trasformando gli occhi in due vuote cavità inespressive.
    Lo spirito in compenso non era più li, la prova era stata superata, ma per cosa?
    Pochi passi nell’oscurità l’avrebbero fatto scontrare con una corrente d’aria, che avrebbe portato al suo naso un forte odore di carta, poteva quasi sentire con le narici le pagine ingiallite, secche e impolverati di chissà cosa… ma non poteva vederle.
    Quel sigillo gli aveva permesso di accedere alla più grande fonte di informazioni della radice togliendogli la possibilità di consultarle!
    Muovendosi avanti di qualche passo, od anche cercando il supporto di un muro si sarebbe accorto che più che considerare “archivio” quel posto era o riduttivo o eccessivo, dipendeva dai punti di vista, ogni singolo ancolo di quell’ambiente era colpo di carta, alcuni erano fogli, altre copertine altre semplici cartelle, era certo che ci fosse anche qualche pergamena.
    Eppure tra tutti quei raccoglitori e rientranze date dalle pile di fogli accatastati, non aveva percepito una porzione di muro sgombera grande a sufficienza da poter ospitare due ingressi.
    Non ebbe il tempo di pensarci che in un punto indefinito, più o meno ad una decina di metri, davanti leggermente sulla destra, sentì qualcuno tirare su col naso e successivamente un asse di legno venir stritolata, schioccando come se avesse voce propria.
    Era così che avrebbe sentito da ora in avanti?
    I suoni sembravano avere un diverso spessore, come se fossero in grado di dirgli qualcosa in più rispetto al solito.

    Vieni qui Youkai.

    Era la voce di Raizen, sembrava che trattenesse qualcosa che non volesse andare ne fuori ne dentro, fermandosi a metà.
    Se non fosse riuscito a raggiungerlo, per via dei vari ostacoli, sarebbe stato il Colosso a raggiungerlo.

    Il rilascio, serve il rilascio.

    Qualche secondo dopo un ondata di chakra spaventosa sarebbe arrivata da Raizen, ripulendo i sensi di Youkai e ridandogli la luce, ma lasciandogli qualche dubbio sul suo kage.
    Se lo ritrovò davanti, imponente come sempre, ma in qualche modo più piccolo.

    Ho fatto io tutte quelle cose… tu hai superato delle prove, e hai subito le scelte che io avevo già fatto in precedenza, ed ora ho potuto vedere cosa ho fatto con queste mani.
    Io non potevo che guardare.


    E non aggiunse altro, non poteva di certo commentare simili scelte, se quella prova era passato come un terribile genjutsu ciò che restava era un immagine di Raizen decisamente diversa.
    Ed oltre quello?
    Beh, naso ed orecchie non si erano sbagliati, la stanza era letteralmente invasa da colonne di rapporti degli Anbu della Radice, non squadre speciali qualsiasi, ma quelle che non temevano di sporcarsi le mani perché era dalla terra che venivano.
     
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