Addestramento sul Campo

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    La Radice


    Post nono




    L'ingestione della polvere curò il mio daltonismo ma mi causò dei fortissimi crampo allo stomaco, il dolore perforante sembrava martellarmi fino alla nuca causandomi anche dei fortissimi acufeni, ma lo avevo messo in conto, e poi, adesso, potevo vedere!
    Riacquistata la capacità di discernere i colori non fu difficile trovare un protettore gastrico tra i vari elementi che avevo a disposizione e che avevo oramai posizionato sul terreno nella loro totalità tramite la stessa premura precedentemente adottata.
    Il libro mi fu nuovamente d'aiuto, permettendomi di scegliere, tra quelle a disposizione, la migliore sostanza per lenire i sintomi allo stomaco; mentre questa faceva effetto posizionai anche il palmo sinistro in corrispondenza dell'epigastrio e rilasciai ancora una volta il chakra curativo di cui ero capace, guarendo i danni che la sostanza aveva inizialmente creato a quel tratto del mio sistema digerente.
    Se quel problema era stato sormontato, avevo ancora tre sostanze solide a cui trovare un antidoto e che non erano state assorbite dal cristallo; un ulteriore consultazione del libro mi permise di notare che il calore amplificava gli effetti di quel misterioso oggetto, dandomi quindi un'idea per risolvere i miei problemi.

    In un attimo ridussi in polvere i componenti solidi di quel veleno e li mischiai con la polvere di cristallo, dopodiché inserii tutto in in piccolo tegame in cui misi anche dell'acqua distillata, presente tra le molteplici sostanze del posto. Presi il piccolo tegame tra le mani e ci feci affluire del chakra bollentemanipolazione della natura. Impronta Fuoco fino a portare a bollitura ciò che era al suo interno. Tramite un bastoncino di porcellana mischiati il tutto e lo travasai in un altro tegamino utilizzando un filtro sul quale ancora una volta applicai la tecnica delle mani curative e l'estrazione dei veleni mentre vi versavo il pericolosissimo liquido attraverso.
    Finito quel processo posizionai una cupola di vetro sopra il tegamino ed ancora una volta cominciai a riscaldarlo.
    In poco tempo il liquido fu in ebollizione ed il vapore cominciò ad accumularsi sulla cupola producendo una condensa; fermai il processo e presi in mano la cupola di vetro cominciando ad inclinarla e muoverla in senso rotatorio così da raccogliere la condensa in un unico punto, generando una sufficiente quantità di estratto.
    Presi quindi quel liquido che speravo potesse salvarmi ed ancora una volta lo travasa in un altro piccolo tegame, portai quindi anche questo ad una temperatura che permettesse al liquido al suo interno di bollire e ne ispirai i fumi che ne derivavano, se la via orale non era stata adatta per una cura, magari lo era quella respiratoria.
     
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    ehm...da qualche parte

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    Nuovo Addestramento

    Patto di Sangue


    L'hokage non sembrava per niente compatire la disperazione della kunoichi, la quale ormai era rassegnata al suo destino di essere rimasta intrappolata all'inferno da dei demoni sotto forma di oggetti; anzi, a Kiyomi sembrò che lui trovasse addirittura divertente quella situazione, cosa che la fece sospettare che magari non era tutto come se lo era immaginato.
    Sì, l'ho visto il mio sangue su quella pergamena, non è quello il punto? Mi hanno fatto stringere un patto di sangue con loro che mi terrà qui in eterno, no? Avrebbe detto, tirandosi su con la schiena, ma rimanendo piuttosto stranita da qualcosa; o meglio, da qualcosa che mancava. Si sentì la testa stranamente troppo leggera, per non parlare degli spifferi sul collo che la costrinsero a guardare le proprie spalle, solo per scoprire che i suoi lunghissimi capelli erano ancora per terra.
    Inspirando e trattenendo il respiro per il terrore della scoperta che la aspettava, si toccò immediatamente la testa, infilando le mani tra i capelli che le erano rimasti e facendoci scivolare le dita per testarne la lunghezza. In preda alla rabbia si alzò immediatamente in piedi e se la forbice colpevole del misfatto fosse stata ancora lì vicino, le avrebbe mollato immediatamente un calcio per spedirla il più lontano possibile. Ma porci kami, come è successo?! Tu eri qui, hai visto tutto e non hai fatto niente? Ma sei impazzito? Lo sai quanto mi costa rifarmi le extension ogni volta che mi rovinano i capelli in missione???
    In effetti, un taglio di capelli improvviso non era mai stato un problema per Kiyomi, eccetto la prima volta, dato che solo la metà della lunghezza dei suoi capelli era naturale, mentre l'altra metà era diventata abitudine farla artificiale ogni qual volta le venivano tagliati o bruciati durante un combattimento.
    Cercando di riprendere il controllo tirando un lungo sospiro, avrebbe quindi chiesto delucidazioni al clone di Raizen cosa fosse realmente successo, se avesse avuto delle risposte più plausibili delle sue. Ma insomma, si può sapere che succede? Questi cosi sono demoni o no? Non sembri minimamente turbato, neanche fosse una cosa che ti succede ogni mercoledì.
    Se l'uomo non avesse avuto le risposte che questa cercava, la donna allora avrebbe saputo di doversi dare da fare, individuando il più vicino di quei demoni o all'occorrenza chiamandone qualcuno, se non ne avesse visti in giro per via dell'oscurità.
    Mi scusi! Si può sapere che succede? Possiamo andare via e fare finta di niente o siamo intrappolati qui per sempre? Non diremo a nessuno di questo posto, qualunque esso sia, se ci lasciate andare, promesso.
    Non era sicuramente una situazione normale, ma tanto Raizen vedeva 2 fuochi d'artificio, una bella coerografia e stava apposto, che cazzo gliene fregava. Lo dicevo io, si diverte con poco. La prossima volta mi porto un sonaglio, così sta buono e non mi urla contro. Tutto io devo fare, qui.
    Nel caso in cui qualcuno fosse finalmente riuscito a risponderle ed a dirle come stavano realmente le cose, Kiromi sarebbe rimasta alquanto sbigottita dalla notizia, comprendendo solo vagamente ciò che avrebbe comportato da allora in poi; non si era mai interessata molto alla faccenda delle evocazioni, essendosi informata quel giusto che le bastò a capire che che molti ninja erano abituati a stringere patti di sangue con delle bestie per poter avere il loro supporto in combattimento. Inutile dire che gli unici animali che avrebbe potuto desiderare sarebbero stati dei draghi o altre creature volanti da utilizzare unicamente per viaggiare, ma sarebbe stato comunque abbastanza scomodo e antigienico; detto ciò, cosa se ne sarebbe mai dovuto fare di un mucchio di roba vecchia salterina? Dopo aver appreso la notizia, rimase per un po' di tempo pensierosa, guardandosi intorno per scrutare quella moltitudine di oggetti che prima l'aveva accolta, anche perchè ciò significava anche che si era sbagliata sulla natura di quel contratto e che fosse anche libera di tornare alla propria vita; ma quella vita sarebbe quindi anche cambiata per via di quell'evento? Forse sarebbero potuti tornarle utili in qualche modo. A quel punto allora avrebbe chiesto come mai avessero scelto proprio lei per il loro contratto, e se la risposta avesse soddisfatto il proprio ego, avrebbe dunque accettato l'idea di potergli dare una chance.
    Orbene...sì, adesso capisco un po' meglio quella...canzone di prima. Certo che siete parecchi...avete un capo con il quale almeno possa parlare?
    Era la prima volta che si trovava ad avere a che fare con una situazione del genere, sebbene avere dei fan adoranti non fosse tra queste, ma questi in particolare avrebbero potuto diventare anche aggressivi, per quello che ne sapeva, ed in qualche modo avrebbe tentato di cercare lo sguardo del clone di Raizen, che sapeva avere lui stesso un contratto con delle creature.


    Edited by Yusnaan - 8/4/2020, 21:41
     
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    La realtà dietro l'illusione


    IX




    Attraversata la porta, Youkai era pronto a combattere, aspettandosi questo esperto in Fuinjutsu che lo spirito aveva citato poco prima. L'unico occhio rimastogli scivolò via sciogliendosi, accecandolo definitivamente. Non gli importava. Se n'era fatto una ragione, perlomeno dimenticando che fosse permanete per restare lucido durante la battaglia Ma nel tentare di preparare il suo braccio spirituale, si accorse di non essere in grado di estrarlo. Con orrore, nonostante non potesse vedere, si voltò verso il braccio, riprovando più e più volte e confermando la sua paura. Raizen aveva attraversato la porta finale, cedendogli anche l'ultima delle maledizioni. ...No... Un tremante sussulto uscì dalla sua bocca. Si accovacciò su se stesso, rannicchiandosi sul pavimento. Nessuna lacrima era più in grado di scendere, eppure i polmoni continuavano a togliergli il fiato, costringendolo a singhiozzare. Non gli era rimasto più niente di se.

    Farsi forza per proseguire in quel mondo ora oscuro richiedeva un incredibile sforzo. Aveva ben pochi motivi per volersi rialzare da terra. Sapere di essere stato condannato ad una vita di inutilità, potendo solamente contare nell'aiuto altrui per andare avanti, vedendosi così bruciato il suo destino di shinobi, lo aveva distrutto. Fortunatamente, sembrava non esserci nessuno, oltre a lui. Aveva ancora una vita buia davanti a se. Era difficile per lui pensare ai lati positivi di quella storia, o a come sfruttare il poco che gli fosse rimasto. Poi si ricordò di Raizen. Certo, doveva essere colpa sua se quelle punizioni gli erano piombate addosso... Ma questo significava che lui fosse salvo. La sua ultima missione se non altro era riuscita.

    Tremante, si alzò in piedi. La sua posa era insicura, esitante. Con le mani di fronte a se cercava un muro, un appiglio sicuro grazie al quale proseguire. I primi passi lo fecero entrare del tutto nell'ambiente, sentiva scricchiolare della carta sotto ai suoi piedi, ed il forte odore di libri risvegliò subito il ricordo dell'obiettivo primario di quella missione: aveva raggiunto il covo della Radice. L'odore di vecchio e di polvere era così forte da dargli quasi fastidio. Di sicuro portar fiori qualcosa da quell'inferno sarebbe bastato per la sua missione. Con un piccolo aiuto degli occhi del clone, sarebbe riuscito a scegliere il rotolo o il tomo migliore da riportare in superficie. Proseguendo a tastoni, raggiunse una delle librerie, percependo grazie al tatto la varietà di oggetti che contenevano, tutti in grado di contenere preziosissime informazioni. Sentiva la polvere accumularglisi sulle mani ad ogni tocco, alcuni libri ne avevano uno strato così denso da risultare appiccicoso. Sobbalzò quando le sue mani raggiunsero una ragnatela, scuotendosela rapidamente di dosso con un lamento. Proseguì, cercando di toccare solo il minimo necessario, col terrore di incappare in qualche grosso ragno che aveva fatto di quel luogo la sua casa.

    Il rumore di legno spezzato lo fece sussultare, seguito dal forte respiro di una persona. Fece un passo indietro, accovacciandosi appena, intimorito. Il silenzio non gli permetteva di capire chi fosse la figura che doveva avere davanti, tantomeno se si fosse trovato in una posizione al di fuori del suo capo visivo. Fortunatamente, fu la voce di Raizen a parlargli, cosa che lo rasserenò un minimo. Che si fosse già liberato dell'esperto citato dallo spettro? Per quanto Youkai volesse ubbidire alla sua richiesta, per l'Hokage sarebbe stato chiaro come avesse difficoltà nel farlo, proseguendo a piccoli passi, tenendo una mano sulla libreria e una di fronte a se, cercando di raggiungere a tentoni la voce. S-Sì... Fu Raizen a raggiungerlo, poteva sentire i suoi passi avvicinarsi, forse impietosito dalla sua condizione. Nonostante la sua neo disabilità, non riusciva ad alzare la testa, tenendola bassa. Avrebbe voluto piangere, ma non gli era possibile. Non era nemmeno certo di tutte le emozioni che provava, era successo tutto così in fretta, ed il buio tutto attorno a se non lo aiutava a concentrarsi. Raizen borbottò qualcosa, attirando l'attenzione del ragazzo. Hm? Ripetendo l'ordine, il giovane genin avrebbe tentennato, componendo i sigilli per il rilascio. Una spaventosa ondata di chakra lo attraversò, ripulendo le sue maledizioni. E la luce riapparve.

    Reagì con un pesante sussulto, guardandosi attorno incredulo. Dalla foga, arrivò a toccarsi un occhio, lamentandosi subito dopo per il dolore. Quella tremenda trappola si era rivelata nient'altro che un orribile genjutsu. Era nuovamente in grado di estrarre il suo spirito, visto il braccio spirituale che ondeggiava alle sue spalle. Riusciva finalmente a vedere l'archivio in tutto il suo polveroso splendore. Il suo chakra sembrava perlopiù intatto. Il suo volto sembrava illuminarsi ogni secondo che passava, sostituendo i profondi respiri ad una risata sempre più allegra. Si sarebbe goduto la sua ritrovata vista dopo quei terribili minuti di buio totale, osservando tutto quello che aveva attorno con gran curiosità. Si dovette calmare, richiamato all'ordine dall'Hokage, che confessò la verità su quelle prove. Youkai, fissandolo dopo aver spento il suo sorriso, iniziò a respirare profondamente. Ben presto, gli occhi gli si assottigliarono, annebbiati da copiose lacrime, e la bocca, fino a poco prima serrata, lasciò spazio a pesanti singhiozzi, ovattati solo dalle vesti dell'Hokage, nelle quali il rosso aveva affondato la testa. Mi sono sentito abbandonato... Le mani stringevano il lungo mantello che l'uomo indossava. Pensavo di non valere più niente... Rimase aggrappato a quell'uomo, lo stesso che aveva confessato di aver fatto lui quel gesto in passato, di aver condannato qualcun altro che aveva dovuto subire le stesse maledizioni che aveva ricevuto Youkai. Era in lui che ora cercava conforto, che cercava la prova del suo cambiamento. Avrebbe continuato a singhiozzare per diversi minuti, incapace di smettere.

    Avrebbe impiegato un po' per riprendersi. Diversi confusi pensieri si erano fatti spazio nella sua mente, i suoi insoliti occhi porpora ora fissavano la figura di fronte a lui, giudicandola inconsapevolmente. Raizen aveva già avuto modo di vedere cosa aveva fatto, e grazie a Youkai anche di sapere come una persona in quelle condizioni poteva sentirsi. Si toccò un braccio, portando lo sguardo a terra. Si sentiva un po' arrabbiato. Dopotutto lo aveva detto, si sentiva come abbandonato. Certo, la sfida era tremenda, non era possibile trovare una vera soluzione. Forse avevi ragione. Forse il mondo è davvero un brutto posto. Dopotutto, quella trappola non era colpa nè sua, ne di Raizen. Non la prima che aveva subito, perlomeno. Sta a noi renderlo un posto migliore. Esitò, stretto su se stesso. In certi momenti sentiva un gran bisogno di contatto fisico. E'... E' una buona cosa. Accorgersi dei propri errori. Il passato non definisce chi sei. Puoi ancora cambiare, se lo vuoi. Non serviva essere empatici come il rosso per rendersi conto del pentimento dell'Hokage. Glielo si leggeva in faccia. Era stato terribile in passato, e si era punito a sufficienza rivedendo i propri errori su uno dei suoi sottoposti più fedeli. La positività di Youkai, nonostante il sorriso stanco e gli occhi rossi dal pianto, erano sufficienti per fargli capire come ancora credesse in lui. Aveva forse una brutta storia alle spalle, ma da quando lo conosceva lo aveva visto agire per il bene. E tanto gli bastava, per ritenerlo una persona di cui fidarsi. Si strinse su se stesso, strofinando il piede a terra con fare indeciso. Nonostante gli avesse pianto addosso per diversi minuti, si sentiva comunque troppo timido per lasciarsi andare ad un abbraccio consolatore, era pur sempre l'Hokage. Anche se in un triste momento di debolezza.

    Tutta quella sofferenza aveva però dato i suoi frutti. Erano nel covo della Radice. E con la sua vista ritrovata, poteva finalmente decidere di esplorare quel luogo. Signor clone, ho bisogno del tuo aiuto! Zompettò tra una libreria e l'altra, indeciso sul cosa cercare. Non poteva certo portar fuori ognuno di quei libri o rotoli. Doveva concentrare le sue attenzioni su qualcosa di preciso, in modo da trovare il più possibile su uno specifico argomento. Gli occhi saettavano ovunque, avidi di informazioni e di idee. Poi si bloccò, come illuminato. Si voltò serio verso l'Hokage, pronto a dargli ordini. Cerca ogni cosa riguardante gli Uzumaki. Sentenziò, sicuro di se. Rotoli, tomi foglietti, non importa. Ogni cosa che faccia anche solo un accenno al mio clan. Per ora limitiamoci alle copertine ed i titoli. Voglio saperne di più. Un po' di egoismo non guastava. Forse sarebbe finalmente riuscito a trovare il suo albero genealogico, rintracciando così la sua identità. Avrebbe cercato anche nel più alto degli scaffali e nel più polveroso degli scomparti, a costo di accumulare tutto ciò che poteva su quel clan, a detta di Raizen, ormai estinto. Avrebbe accumulato tutto sul tavolo centrale, iniziando a leggere avidamente i primi ritrovamenti, cercando informazioni su di se, sui componenti del clan, e sul loro peculiare potere.
     
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    Addestramento sul Campo


    Decimo Post


    Il piccolo tengu carico di rabbia, odio e disgusto dopo l'aggressione verbale si lanciò in una vera e propria tempesta di colpi molto più rapida di ogni previsione. Ma evidentemente non aveva capito minimamente Satoru e le sue parole o nemmeno si era sforzato di pensare con un cuore puro, ovviamente da buon karasu tengu perverso pensare male era più facile sempre se sapeva pensare.

    Il giovane Satoru Kusano genin della foglia si chiedeva ripetutamene: come era finito in quella situazione? Cosa aveva fatto di male? E perché? Chi poteva giudicare? E cosa gli dava il diritto di giudicare? Sapeva perfettamente in cuor suo di non avere fatto niente di male o di sbagliato perché non c'era niente di male o sbagliato nell'amore. Vero, sincero e profondo amore era quello che lui provava verso Tsuyo e che lei provava per lui, un legame indissolubile non vi era nulla di perverso. Ma quel essere piccolo, malvagio, perverso e bigotto si era eretto a giudice e giuria senza minimamente capire. Chi o cosa gli aveva dato quel potere? Il ragazzo si ritrovava ancora una volta additato, etichettato prima come assassino di madre ora come pervertito ancora giudicato e condannato sempre essendo non colpevole, innocente. In fondo non aveva commesso reato: nascere non era reato, era il dono d'amore di una madre; un puro singolo bacio carico d'amore con una dolcissima ragazza tengu non poteva essere reato.

    Nel cuore del giovane si addenso rabbia, proprio non capiva che ci poteva essere di sbagliato? Esseri diversi che si amavano sinceramente era perverso? No non poteva esserlo, non doveva. Strinse i pugni fin quasi a sanguinare, digrignò i denti.

    Tsuyo ti amo veramente e sinceramente...

    Pensò incassando ogni colpo con orgoglio, senza emettere un gemito, un sospiro o una lacrima non avrebbe concesso tale soddisfazione. Poi raccogliendo l'energia parlò, quasi con calma, come se nulla fosse o era semplicemente travolto dal dolore fino al punto di non sentirlo più? Difficile dirlo.

    Colpisci pure quanto vuoi, uccidimi anche ma tanto non cambierà nulla! Io amo la mia Tsuyo e lei ama ma! Se questo è un crimine sono felicemente colpevole. Ma un essere bigotto può giudicare il mio amore e definirlo perverso! Io so che è amore vero e sincero e anche lei. Le mia mente, il mio cuore, il mio corpo e la mia anima non vacillano ne ora ne mai. E appartengono a lei. Tu non puoi capire, voi non potente capire figuriamo giudicare...

    Tuonò praticamente; sincero, sicuro e determinato; Parole cariche d'onore e orgoglio. Improvvisamente nella sua mente si fece largo con furente prepotenza una sola parola: praticamente una vera e proprio formula magica!?

    Mezame!

    il foglioso senza rendersene conto risvegliò il potere assopito dentro di se. Un potente flusso di selvaggio chakra naturale avvolse Satoru dalla testa a i piedi. I capelli del genin divennero bianchi e candidi come la neve mentre gli occhi assunsero un sinistro calore rosso. Rosso come le foglie in autunno. [Img] [Slot Tecnica]Attivazione ts livello I - Medio; Ma non si mosse al attacco anzi sorrise ad allargò le braccia.

    Non mi interessa essere giudicato, indicato ed etichettato. Insultami, colpiscimi, uccidimi ho già detto che è inutile non cancellerà il mio amore. Offro volentieri la vita al mio amore! Nessuno lo può giudicare...

    Ormai non gli interessava l'opinione del tengu e nemmeno quella del kage, non importava la missione. Era fermamente deciso a sacrificarsi per il suo vero e sincero amore, sperava solo che sua madre non se la prendesse troppo ma anche lui era disposto a sacrificarsi per amore. Solo che Tsuyo si sarebbe certamente infuriata.

    Mi spiace Tsuyo! Non posso non proteggere il nostro amore!

    Pensò sorridendo ancora era proprio un sincero e bravo stupido ragazzo innamorato disposto anche alla morte per non infangare il suo amore. Intento ben più che onorevole degno di un samurai più che di un ninja; E pensare che tale devozione è uguale sia verso la famiglia sia verso la foglia. Che sciocco lasciare la vita in mano a un infimo tacchino bigotto e perverso ma la violenza a cosa poteva servire? Non certo a dimostrare la sincerità e la purezza di un amore tra creature diverse o uguali.

     
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    Le Ricerche della Radice


    -XIII-






    Mentre Sho improvvisava il suo Aerosol, salvandosi la vita, il Clone fu di ritorno.

    Ma che disastro hai combinato?!?
    Manco avessi lasciato un cane slegato dentro alla bottega di un macellaio!


    Si guardava in giro sempre più meravigliato.

    Guarda liiiii!
    Ma quanta roba ti è caduta!


    Intuendo poi dall’odore che quelli fossero elementi concentrati di chissà quale natura si fece serio, guardando tutti gli ammennicoli che Sho aveva approntato per curarsi, ma senza di fatto capirci poi troppo.

    Sho, hai sentito un po' troppa pressione dopo essere tornato da Cantha?
    Lo sai che è un tunnel dal quale si può uscire, vero?
    Ciò che trovi qui dentro non è la risposta.


    Avrebbe ascoltato compassionevolmente le giustificazioni e le risposte del jonin annuendo di quando in quando.

    Capisco, capisco.

    Non era vero, l’avrebbe iscritto a sua insaputa ad un corso di gestione dello stress post traumatico.



    [Kiyomi]

    Il clone sarebbe rimasto abbastanza meravigliato dalla rivelazione sui capelli di Kiyomi.

    Extension?
    Davvero?
    Ecco perché da una certa lunghezza in poi sembrano quella canapa che usano gli idraulici per sigillare i tubi.
    Certo che non gli dicevo nulla, l’ha fatto con così tanto amore, pensavo ti togliesse solo quelli rovinati e vedendo che restavano solo quelli messi bene ho pensato fosse una cosa buona.


    Ma quella non pareva dello stesso avviso e cercò di rifilare una pedata alla forbice che per tutta risposta scattò verso l’alto e tagliò la roccia sotto di se per poi inserirsi li spaventata.

    Che bestia che sei, l’hai spaventata!
    Voleva solo farti un favore!


    Alla domanda di Kiyomi si sarebbe guardato intorno, osservando tutti gli oggetti che ci stavano li, quasi impossibili da enumerare.

    Per quanto ne so io si, anche se da quello che mi ricordo quegli yokai, che si chiamano tsukumogami, ignorante che non sei altra, avevano un solo occhio e… non so, erano meno talentuosi?
    Cosa dovrei trovarci di strano qui?
    Ma ti rendi conto di quello che ho visto io cocca?
    Evoco draghi!
    E sono abbastanza sicuro di essere morto almeno una volta


    Quando Kiyomi chiamò uno degli oggetti fu il microfono a piantana a rispondergli, con una voce profonda, calda e suadente, così tanto che nonostante la paura e l’adrenalina avrebbe quasi desiderato di chiudere gli occhi e lasciarsi coccolare da quelle vibrazioni baritone.

    Lei, Mylady, può andare ovunque il suo impeto e i suoi desideri vogliano condurla.

    Disse con tono gentile ma non malizioso, come se infatuato, non tanto del corpo ma di un idea che andava oltre il corpo perennemente esposto come un quarto di manzo dal macellaio di Kyomi.

    Che importa se siamo demoni oppure no?
    Abbiamo un'anima e grazie ad essa possiamo assolvere al meglio al nostro compito.
    Se vuole…


    Ed un tappeto rosso, lungo chissà quanto, dai suoi piedi prese a srotolarsi prendendo la via verso l’uscita e salendo addirittura le scale per fare in modo di guidare la donna all’esterno.
    Raizen poco dietro stava riflettendo.

    Insomma non è così complesso, hai firmato un contratto di richiamo, ed il sangue è uno strumento assai potente, che ti lega indissolubilmente a loro.
    Vedi i contratti sono una specie di tramite, non solo un pezzo di carta come i contratti sono per noi esseri umani, è una specie di assicurazione per entrambe le parti, tu richiamandoli sai che otterrai il loro aiuto e loro sapranno che non si feriranno quasi mai.
    Hai mai visto evocare due volte una stessa creatura?
    Le ferite sono sempre rimarginate.
    Penso che a loro servisse un legame per sostentarsi, una ri evocazione.
    Da quando hai firmato il contratto tutto qui è… più luminoso.
    Io ho ottenuto la fiducia dei miei draghi aiutandoli, combattendo per loro, tu… salvandoli.
    Guarda quel rotolino.
    È intaccato, macchiato eppure saltella qua e la brillante come non mai, nel senso, potresti davvero buttarlo?


    Il rotolo davanti a quello che pareva essere la cosa più vicina ad un complimento che gli fosse mai stato rivolto socchiuse l’occhietto, e forse proprio per via del monocolo, quasi una disabilità dal punto di vista di un essere umano, pareva fosse più espressivo, nonostante fosse quasi l’unico ad avere un solo occhio, lucido per la commozione tra l’altro.

    Ma ovviamente non è solo questo, è qualcosa di più, ma non è detto che tutti riescano ad apprezzarlo o a comprenderlo.

    Forse convinta dalle parole di Raizen sembrò più convinta da quella situazione a tal punto di chiedere di incontrare il capo.
    Come se avessero delle emozioni condivise, anche se poco probabile, tutti chinarono il capo sconsolati, in barba al materiale di cui erano fatti.

    Purtroppo non è possibile, il nostro Boss è assente da un lungo periodo… che bello che era… quando c’era lui qui attorno era un caleidoscopio di luci, riflessi e colori, questo spettacolo sarebbe stato magnifico…

    C’era dell’evidente tristezza nelle parole dell’oggetto.

    Lui… lui era… il riflesso più nascosto dentro ad ognuno di noi.
    Quando c’era lui tutti potevano essere il boss e lui poteva essere tutti.
    Così gentile e modesto ma al contempo magnifico.
    Sarebbe piaciuto anche a te, non si rifiutava mai di riflettere qualcuno.


    Per quanto gentili ed accondiscendenti quegli oggetti non avevano faticato ad inquadrare la vanitosa Kiyomi.

    Ma qui noi non siamo abbastanza potenti da riuscire a reclamarlo tra le nostre fila… lui era il più forte, il tsukumogami più forte che potesse esistere, ma anche fragile, non si poneva mai al di sopra di nessuno, combatteva sempre ad armi pari.

    Sospirò, sconsolato, seguito fuori sincrono da un pò tutti gli oggetti, persino la linguetta del contratto era mogia e abbandonata al suolo.




    [Youkai]


    Cosa poteva fare Raizen a quel punto?
    Niente, forse decolorarsi qualche capello per darsi un aspetto più attempato, ma la realtà dei fatti era che non sarebbe voluto essere nei suoi panni quando gli toccò mettere una mano sulla spalla ed una sulla testa di Youkai per carcare di farlo smettere di inzuppargli i vestiti.

    No, no, tranquillo.

    Ogni tanto si immaginava come su un podio: l’inarrivabile Hokage di Konoha, alto, possente, fiero, il capo della nazione più potente e rinomata, la cui voce possente riempiva i cuori con poche e ben assestate parole, con un austerità tale da tenere chiunque a distanza, ma poterlo comunque scaldare con un singolo sorriso.
    Invece eccolo li, con un ragazzetto delicato quanto una bambina che gli piangeva addosso e lui che gli batteva sulla testa senza nemmeno volergli dare una pedata.

    No homo eh.

    Avvisò come a mettere in guardia chissà chi.
    Soltanto dopo che Youkai chiuse i rubinetti che i ruoli si invertirono.

    Non so mai quanto sia vero.
    Le persone tendono a dirlo per mettersi l’anima in pace, per fare ammenda con se stessi e dirsi che si, ormai il passato e passato e ormai sei diverso, ma non sai mai quanto sei cambiato, o se magari son cambiate le persone che ti stanno attorno, se magari le hai scelte perché non stuzzicassero quel tuo lato.
    La verità è che solo chi hai ferito può assolverti, e molto probabilmente la cicatrice se la porterà comunque dietro.
    Ho sempre la costante paura che quella parte di me possa riemergere, la sento... mordermi la schiena, scalciare e graffiarmi per prendere il sopravvento, per marciare avanti come… un demone in bilico tra la lucida razionalità e la violenta paranoia che si lascia dietro solo desolazione.


    Sospirò.

    Penso che se dimenticassi per un solo istante tutti gli errori che ho fatto li rifarei tutti.
    E non so se valga la scusa del farli per essere migliori dopo.
    Non so se sarò mai più di uno stronzo consapevole.


    Guardò l’ingresso da cui erano usciti entrambi.

    Una trappola antipatica, se ci passi uno per volta nemmeno si attiva, dai due in su il suo obiettivo è minare la fiducia basandosi sulle esperienze.
    Spero che tu abbia capito perché è antipatica.
    Per quanto si voglia essere buoni c’è un limite tra bontà, sospettosità, prudenza ed idiozia.
    Io mi sono spezzato la schiena cercando un equilibrio, spero che a te venga più semplice.


    Aspettò una conferma, un segno del fatto che Youkai avesse fatto un passo verso un mondo più disilluso, per guardarsi attorno finalmente incuriosito da ciò che vedeva.

    Beh, di sicuro qui ci sarà più di una risposta.

    Si guardò attorno cercando di dare una dimensione a quel luogo, che tutto sommato non era così sconfinato, la luce giungeva tenue dall’alto, cosa che probabilmente aveva aiutato a mantenere i documenti in buono stato insieme all’umidità quasi del tutto assente, ma grazie all’assenza di correnti d’aria era impossibile che variasse per cui non c’erano troppe variazioni, la cosa più grave per la conservazione delle anticaglie.
    Comunque, se avessero voluto trovare qualcosa sarebbe stato necessario del tempo e non poco, e per quanto il clone fosse un clone era consapevole che sia Raizen che prima o poi Youkai avrebbero avuto bisogno di mangiare.

    Beh, senti, tu datti un occhiata in giro, io penso al cibo, qui non ce la caviamo in fretta.

    Minuziose ricerche avrebbero fatto capire a Youkai che, seppure non sembrasse, in mezzo a quelle scartoffie un ordine c’era, pareva avesse davanti rapporti di missioni risalenti a periodi abbastanza variegati e tutto sommato impossibili da catalogare in breve, sembrava però che l’attività di quel gruppo d’elite così segreto non si fosse arrestato immediatamente dopo la sua scoperta guidata dell’Hokage reggente Danzo Shimura.
    Qualcuno era rimasto a portare avanti quel lavoro di protezione così particolare, sacrificando alla patria, fratelli, antenati e persino gli dei.
    In quell'interrato c’era una tipologia di cartella per ogni stato in cui la radice era attiva, e questo includeva praticamente tutti gli stati in cui fosse presente un villaggio segreto od addirittura ci fossero segnali di accorpamenti di clan, certo l’assenza di missioni troppo lunghe e contemporanee lasciava desumere che il gruppo per quanto grande non poteva certamente essere paragonato alla forza di un villaggio.
    La prima cosa che riuscì a categorizzare era la lettera presente nel codice alfanumerico ritagliato nell'orecchietta della cartella in modo da non essere cancellabile, questa identificava infatti la tipologia di missione ed al giovane genin interessavano le missioni di ricerca, per la Radice infatti quello degli Uzumaki era un potere che era stato sottratto a Konoha.
    Le prime ricerche erano state effettuate senza alcun tipo di successo nella regione storica di appartenenza dell’antico clan: il Paese del Vortice, che attualmente non aveva più alcun corpo militare appropriatamente formato, ma nel quale pareva permanessero ancora residui delle antiche e peculiari arti degli Uzumaki.
    Niente di più preciso però riguardo i ritrovamenti se non l’apprendimento di qualche tecnica di confinamento faticosamente reperita in lunghi condici trovati in antichi e diroccati templi.
    In più era riuscito a capire che il numero successivo alla lettera indicava il paese in cui la missione era stata eseguita.
    A quel punto però avrebbe dovuto tentare di ricostruire un ordine cronologico per comprendere dove quelle ricerche avevano portato gli Anbu.
    Si, ma quale poteva essere il codice assegnato alle missioni di tracciamento degli Uzumaki?
    Esclusa la tipologia rimanevano cinque cifre ad identificare la missione, data di inizio, durata in giorni, cosa facilmente verificabile nei rapporti, l’obiettivo che era ciò che interessava a Youkai e il luogo e la riuscita della missione che pareva fosse espressa con uno zero o con un uno.
    Un mero lavoro di comparazione tra cartelle simili gli potè confermare che il codice identificativo delle missioni riguardanti gli Uzumaki era il centoquarantasette, forse un voluto parallelismo con le figure di spicco che erano passate per la foglia.
    Il lavoro della radice pareva esser invidiabile, nulla era stato lasciato al caso e ogni semino trovato era stato propriamente piantato ed accudito fino a che il ramo più alto non era approdato a Kumo, proprio li, nella regione controllata dai Cremisi.
    Come sarebbe stato per lui sapere che gli unici suoi parenti lo volevano probabilmente morto insieme al paese che l’aveva accolto?
    Intanto mentre Youkai si barcamenava alla ricerca del giusto rapporto il Clone era tornato con un pacchettino di chissà quale bancarella alimentare ben sigillato.

    Vai nel corridoio a mangiare, neanche ci provare ad aprirlo qui.

    Quando avesse eseguito, prendendogli il fagottino di mano, avrebbe notato che il clone aveva distrattamente preso una delle cartelle rimanendo impietrito davanti al suo contenuto.
    Cosa poteva aver scoperto?



    [Satoru]

    Il piccolo corvetto dopo aver assestato le sue beccate ed essersi rintanato nella sua nuvoletta di cenere ascoltò le parole di Satoru, e vista la non aggressività di quest’ultimo non volle privarlo della sua dimostrazione di rabbia.
    A pugni stretti e mani lungo i fianchi tremava di una furia composta e sull’orlo dell’esplosione, il suo rosso divenne prima giallo e poi bianco, ed il calore che emetteva era percepibile persino dalla distanza mentre concentrava le energie.

    Brutto brutto BRUTTO. STUPIDO!

    Esplose in un modestissimo fungo nucleare di un metro di diametro riuscendo comunque a sbalzare sia il clone che Satoru, ma danneggiando solo quest’ultimo per via della sua vicinanza se non si fosse difeso [potenza pari a 30]

    Io qui io là!
    Avrai al massimo venti anni e pensi all’amore della vita!
    Sacrificarti per l’amore?
    Tu non lo sai cosa è l’amore!


    Continuava a saltellare sul posto sprizzando fiamme manco fosse un fuoco d’artificio.

    L’amore è sacrificio cocco e la morte è la scelta più semplice!
    Un mucchio di frasi fatte ecco cosa è l’amore per te.
    Ma cosa può saperne un poppante dentro il corpo di… un ventenne?
    La che ho trentaquattro anni, li conosco quelli come te!
    E se non sei anche pedofilo lei ne ha almeno duecento!


    Lo indicò, col bastoncino in fiamme.

    Forza, dimmelo, gran pensatore: cos’è l’amore per te e perché la ami!
    Ci scommetto che l’hai vista cinque minuti e il tuo “amore” è scoppiato.
    Ma questa è diversa dalle galline del pollaio della nonna.


    No, nemmeno l’arrendevolezza di Satoru l’aveva convinto, era evidente che il piccolo tengu volesse qualcosa che dimostrasse quel sentimento, per lui, e non soltanto, quell’amore era profondamente sbagliato e fuori da qualsiasi logica.
    Ottenuta la sua risposta però si sarebbe fatto pensieroso.

    Ah, aspetta.
    Hai forse detto Tsuyo?


    Avuta la sua conferma si sarebbe spento, come soffocato.

    Ah, va bene allora.
    C’è pur sempre una ragione se sono stati isolati in quel tempio e si “corrompono” come dicono loro.


    Saltellò placidamente e prese a riordinare il suo piccolo altarino, Satoru avrebbe chiesto delucidazioni in merito?
     
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    La radice


    Post decimo




    Il dolore scompariva, le vie respiratorie cominciavano e divenire meno edematose e riuscivo, finalmente, a respirare in modo decente: ce l'avevo fatta.
    Lasciai che il mio corpo si appoggiasse alla parete dietro di me per poi far cedere le gambe e scivolare lentamente fino alla posizione seduta e prendermi la testa tra le mani. Era stato decisamente troppo vicino alla tragedia.
    Sentivo chiaramente il cuore battere così forte dal sembrare di volermi sfondare la cassa toracica, anche se lentamente rallentava, visto che la situazione si era risolta.
    Fu allora che Raizen , o meglio il suo clone, decise di tornare, facendomi sussultare coi suoi modi sempre pacati e gentili. Ma porc.... Scattai in piedi mentre, per un secondo, il cuore era tornato a battere all'impazzata. Non. Sono. Un. Cane. Ero estremamente serio in quelle parole, ma poi il mio tono si calmò, così come il mio spirito. Questo posto cade a pezzi! Dissi indicando le varie mensole, prima di venire accusato di fare abuso di sostanze stupefacenti. Espirai profondamente, portandomi la mano destra alla fronte, come per massaggiarla, salvo venire fermato dalla maschera della tigre. Non mi stavo drogando... stavo cercando di non morire... La mia attenzione si spostò quindi sulla maschera che stavo toccando. Senti, Raizen, ma perché la tigre? Un animale potente, certo, ma non mi pare che sia particolarmente affine al mio spirito, non trovi? Attesi la risposta del kage, prima di fare l'effettivo rapporto di quello che avevo scoperto.
    Le sostanze qui sono interessanti, ma non fondamentali. Quello che è importante è questo. Mostrai al decimo il libro degli esperimenti che avevo trovato. Questo sarà decisamente un vantaggio per noi, la situazione mi ha costretto a guardarlo velocemente, ma con calma potrò studiarlo attentamente e trarne conoscenze preziose. Se vuoi te lo presto... Dissi aprendo il libro e mostrandone rapidamente il contenuto alla montagna. Ma non penso gradiresti questo tipo di lettura...


     
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    Nuovo Addestramento

    Tsukumogami


    La genin non aveva parole per descrivere quanto odiasse il comportamento di Raizen in quel momento, il quale stava provando evidentemente a stuzzicarla, ma questa decise di ignorarlo, limitandosi ad alzare gli occhi al cielo e ad ascoltare ciò che sapeva su quelle strane creature. Per lo meno, il colosso le spiegò bene o male ciò che voleva sentire, dandole qualche informazione in più su di loro e dissipando i suoi dubbi circa il contratto; fu poi lo stesso microfono che aveva cantato la canzone di prima a farsi avanti ed a rispondere alle domande della donna.
    Di sicuro, nonostante l'aspetto vecchio e logoro aveva una personalità molto eloquente, e questo, unito ai modi gentili (quasi adulatori) che tutti loro avevano verso la Saito, stava convincendo pian piano la ragazza che molto probabilmente sarebbero potuti essere alleati preziosi. Dalla reazione che ebbero quando Kiyomi nominò il loro capo, potè intuire che quel ciarpame animato fosse molto più emotivo di quanto già non sembrasse.
    Sebbene non fosse disponibile, il boss di quegli Tsukumogami doveva essere un tipo (o oggetto) molto forte, a detta del microfono parlante, e dalle sue parole potè intuireche si trattasse di uno specchio. Più ci pensava e più si convinceva che degli oggetti animati sarebbero potuti tornarle utili, immaginando vari possibili scenari in cui facevano da guardia alla sua casa o attaccavano dei nemici ignari della loro natura, motivo per cui si decise ad aiutarli nel limite delle proprie capacità. D'altronde erano stati loro a sceglierla ed erano sempre loro ad essere decisi ad adorarla senza che lei avesse fatto alcunché, quindi pensò che se fosse riuscita a guadagnarsi anche la loro fiducia, non le si sarebbero scollati più da dosso.
    Va bene, non fate quei musi lunghi. Se posso fare qualcosa, vi aiuterò io a ritrovare il vostro capo. Attese che le sue parole, pronunciate con un tono decisamente più pacato di prima, provocassero una qualche reazione nella folla, prima di riprendere a parlare. In ogni caso, il mio nome è Kiyomi. Voi avete dei nomi? In caso di risposta positiva, avrebbe chiesto ad ogni singolo oggetto presente di presentarglielo, considerandola una buona mossa per sembrare più empatica ai loro occhi, mentre in caso di risposta negativa, avrebbe annunciato che avrebbe personalmente trovato dei nomi per ognuno di loro, se avessero voluto.
    A dispetto di ciò che pensava di lei Raizen, La Saito non era solo un bel visino, ma sapeva molto bene come parlamentare e farsi amare, ed è questo a fare di lei la donna che la gente adora. Se solo fossi un filo più ricca, mi comprerei una nazione e sarei una regina fighissima.
    Una volta terminata quella parte di conversazione, Kiyomi avrebbe incitato gli Tsukumogami a rivelare qualcosa in più sul loro capo e come recuperarlo. Bè, allora cosa si potrebbe fare per il vostro Boss? Avete detto che "qui" non avete il potere di richiamarlo, vuol dire che dovete essere in un posto particolare?
    Avrebbe quindi atteso che quei curiosi Yokai le rispondessero, e se le avessero indicato o l'avessero voluta condurre in qualche luogo, li avrebbe certamente seguiti.
    Se invece, al momento, non ci fosse stato nulla da fare, la donna avrebbe seguito il tappeto rosso verso l'uscita, invitandoli a seguirla all'esterno.
     
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    Le verità nascoste


    XIII




    Con ancora gli occhi rossi per il pianto, stavolta toccava a Youkai consolare il grosso e fragile Colosso che si ritrovava davanti. Una persona con una vastissima esperienza alle sue spalle, che tuttavia sembrava un pesce fuor d'acqua nel saper gestire le sue emozioni. Il rosso lo lasciò parlare, ascoltando educatamente tutti i suoi dubbi. Non credo che tu debba dimenticare. Affermò con certezza, con un tono di voce che avrebbe potuto placare una bestia inferocita. Se dimentichi i tuoi errori, potresti ripeterli. Se fossimo realmente finiti in quella trappola, e tu ti fossi dimenticato di ciò che avevi fatto al tuo precedente compagno di team... lo avresti rifatto. Lo fissava, senza però giudicarlo. Per quanto quelle parole potessero essere conficcate in lui come dardi fiammeggianti, sembravano invece posarsi leggere. Solo il ricordo del tuo errore ti impedirebbe di ripeterlo. Certo, ricordare fa male... E forse la persona che hai ferito non ti perdonerà mai. Devi rispettare la sua decisione. Fece una pausa, consapevole del peso che poteva causare quel pensiero. Tu hai detto che ti ha fatto male vedere com'ero ridotto. Quell'errore ti ha cambiato. E' una tua scelta decidere se vuoi continuare a cambiare, per non ripetere lo stesso errore e non farne di più gravi, o se farti consumare da esso. Non devi per forza essere solo in tutto questo. Sorrise, stanco ma sincero. Ormai la barriera di Hokage era stata sorpassata, per quanto continuasse a portargli rispetto, non si sarebbe tirato indietro se avesse dovuto aiutarlo emotivamente.

    Dovette invece abbassare lo sguardo quando Raizen cercò di capire se l'esperienza aveva reso Youkai meno ingenuo. Era difficile dire quanto lo avesse effettivamente cambiato quell'esperienza, ma era chiaro che non l'avrebbe dimenticata facilmente. Il trovarsi in un'enorme biblioteca segreta lo avrebbe distratto abbastanza per mettere da parte quell'ingiusta punizione. Sembrava un bambino in un parco giochi. In quegli archivi avrebbe sicuramente trovato qualcosa sul suo clan, potendosi finalmente sentire davvero parte di esso, non solamente una persona qualsiasi con il loro stesso cognome. L'Hokage lo avrebbe lasciato solo per un po', andando a prendere qualche provvista. Lo aspettava un bel po' di lavoro lì dentro.

    L'aver imparato il chakra adesivo gli avrebbe permesso di raggiungere i ripiani più alti senza troppa difficoltà, e senza dover usare pericolanti scale, che visto il luogo di cui si stava parlando, non era nemmeno sicuro ci fossero. Un paio di volte rischò di cadere rovinosamente, salvandosi all'ultimo. Un braccio rotto non gli avrebbe comunque impedito di proseguire la sua ricerca, così vicino dall'avere informazioni sulla sua famiglia... Ma era indubbiamente più comodo sforzarsi di restare tutto intero.

    Il primo approccio verso quella valanga di informazioni sarebbe stato il più difficile. Non sapendo da dove partire, non poteva che andare alla cieca. Prese una cartella qualsiasi, studiandone il contenuto: ognuna di esse conteneva foto e informazioni degli shinobi che avevano partecipato alla missione, uno o più rapporti scritti dagli stessi, ed una descrizione dello scopo iniziale della missione. Non gli restava che prenderne un grosso mucchio, posarlo sul tavolo centrale ed iniziare ad analizzare le varie cartelle, in modo da comprenderne le sigle incise sulla lunguetta esterna, sicuramente il modo più rapido per rintracciare quello che gli serviva. Grazie al foglio che descriveva il motivo della missione, potè facilmente capire che la prima lettera si riferiva al tipo: assassinio, ricerca, recupero... Si fece pensieroso, di fronte a quella scoperta. Raizen diceva fossimo estinti da parecchio, che persino ai tempi del settimo fossero rimasti solo una manciata di membri... Sicuramente l'interesse di Konoha era quello di ritrovarli! Dopotutto Konoha doveva essere casa loro, seppur molti anni addietro. Ripose ogni cartella che non avesse la sigla che voleva, rintracciando svariate cartelle con il codice che indicava le missioni di ricerca.

    Aveva ridotto il cerchio, ma restava ancora parecchio vasto. Konoha aveva interesse nel rintracciare parecchie cose. Lesse rapidamente i vari documenti all'interno, mettendo da parte ognuno di quelli che conteneva la parola "Uzumaki". Confrontandoli, avrebbe visto la parte di codice identica in ognuna delle cartelle: subito dopo la prima lettera, il numero che gli interessava era il 147. Ormai il cerchio si era ridotto a sufficienza: gli ultimi numeri erano ora facilmente decifrabili come date. La vera ricerca poteva finalmente iniziare: avrebbe finalmente iniziato a racimolare le giuste cartelle, limitandosi ad un lasso di tempo di trent'anni prima, in modo da non trovare troppe cose superficiali. Accumulò una montagna di documenti sul tavolo centrale, ordinandoli cronologicamente. Poteva finalmente iniziare la sua lettura. Si sgranchì le mani, emozionato. Si comincia!

    Nonostante fosse riuscito a riordinare le cartelle, restavano un paio di cifre di cui ancora non era a conoscenza: il luogo della missione, che poco gli importava, dato che per quanto ne sapeva il suo clan poteva essersi sparso ovunque, e il codice che indicava se la missione avesse successo o no. Avrebbe preferito concentrarsi solo sui successi, ma era possibile che nei fallimenti ci fosse qualche indizio importante. Non poteva lasciare nulla al caso. Decise di partire cronologicamente, leggendo con avidità i rapporti delle prime cartelle, scoprendo immediatamente qualcosa di eccezionale: pareva che gli Uzumaki vivessero in un luogo chiamato Paese del Vortice, che tuttavia aveva perso col tempo le sue forze militari. Huh. Forse un tempo era lì che vivevano, prima di unirsi a Konoha. Dovrei cercare in cartelle vecchissime per avere una risposta, temo...Non gli era chiaro se il luogo fosse ormai una reliquia del passato, o se ancora resistesse un piccolo villaggio di civili al suo interno. Di sicuro sarebbe partito per dargli un'occhiata il prima possibile. Man mano che proseguiva nella sua lettura, scoprì che erano state recuperate alcune delle arti peculiari di quel clan. Mise da parte ognuna delle cartelle che ne descriveva almeno una parte. Le avrebbe imparate, dalla prima all'ultima, non gli importava quanto tempo e quanti sacrifici la cosa avrebbe richiesto. Se davvero era uno degli ultimi del suo clan, doveva dare il meglio di se per ridar vita a quelle conoscenze così rare.

    Aveva accumulato diverse cartelle che descrivevano le sue dimenticate arti, emozionato all'idea di rimettere insieme i pezzi per poterli sfruttare. Nonostante il numero di cartelle contenenti simili informazioni, non sembrava ci fosse molto, dopotutto ogni clan aveva interesse nel custodire gelosamente i suoi segreti. Forse una conoscenza base di qualche tecnica contenitiva e vari fuinjutsu gli avrebbero permesso di far fruttare la sua futura gita nel Paese del Vortice, permettendogli di raggiungere aree che solo un Uzumaki sarebbe riuscito a sbloccare. L'emozione cresceva in lui, sentendosi sempre più parte di quel clan così misterioso.

    Man mano che proseguiva, l'emozione mutò in terrore. Gli ultimi insediamenti trovati di Uzumaki ancora in vita si trovavano a Kumo. In mezzo ai Cremisi. Youkai si abbandonò sulla sedia, fissando il soffitto con aria assente. Era arrivato così vicino... eppure una singola informazione era riuscita a rendere la possibilità di riunirsi col suo clan un'obiettivo suicida. Come avrebbero accolto l'ultimo Uzumaki konohaniano? Se anche lo avessero risparmiato, avrebbe dovuto scegliere tra Konoha e Kumo. Come poteva? Konoha era il suo paese natale, lo aveva accolto ed accudito senza farsi domande dopo essersi risvegliato nella neve. Inoltre era il villaggio della lealtà e, per quanto fossero comunque assassini, i più probabili nel risparmiare eventuali shinobi penitenti. Almeno Myo gli aveva raccontato così, mentre gli raccontava dei vari Hokage e di cosa essi simboleggiassero per il paese. Kumo, invece...

    Portò una mano tra i capelli, frustrato. Il Paese del Vortice ancora gli dava qualche speranza, ma Kumo gli aveva dato una bella botta. Sfogliò distratto alcune delle cartelle successive, incapace di concentrarsi. Gli occhi, ancora arrossati dal pianto e dalla stanchezza, si spostarono sulla figura di Raizen, appena tornato. Gli porse un fagottino caldo dal quale usciva un invitante profumo. L'Hokage avrebbe potuto notare il velo di tristezza e delusione che ricopriva il giovane genin... se solo non fosse stranamente concentrato su di una cartella in particolare. Aveva un'espressione troppo sconvolta stampata sul viso. Youkai ridacchiò sarcastico, distogliendo lo sguardo. Sì, ho letto anche io di Kumo. Pare che molto siano finiti là. Ma, insomma, la mia famiglia era sicuramente di Konoha, la Radice non avrà di certo investigato all'interno del proprio villaggio, forse sto cercando nel posto sbagliato. Perlomeno ho scoperto che non siamo estinti. Accennò un sorrisetto stanco. Se Raizen non avesse reagito come si aspettava, avrebbe corrugato la fronte, confuso. ...Cos'hai trovato?
     
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    Addestramento sul Campo


    Undicesimo Post


    Ancora le parole sincere e sentite del ragazzo non furono sufficienti a toccare il cuore e placare l'inaudita furia del piccolo tengu, tanto piccolo quanto cattivo.
    La creatura prese letteralmente fuoco fino addirittura ad esplodere con una katon ad area, d'istinto senza pensare ormai abituato da molti scontri Satoru reagì scagliando la sua Endan. Che però non fu sufficientemente potente per annullare completamente l'offensiva. [Slot Tecnica Avanzata - Counter]Larghezza 3 metri; Velocità 475; Potenza 20; [Danni]Potenza 30-20=10->1 leggera diffusa;
    Il genin senza subire particolari danni o ferite fu sbalzato indietro di qualche metro ma non erano certamente i colpi fisici di quella sotto specie di tacchino pigmeo a fare male bensì le sue parole velenose e le sue perfide insinuazioni. Davvero il giovane non riusciva a capire tanto futile astio quelle parole sul sacrificio lo ferirono direttamente al cuore lui sapeva perfettamente cosa volesse dire sacrificio per amore sua madre si era sacrificata proprio per tale ragione, donato la vita senza chiedere nulla in cambio. Non sopportava che qualcuno pretendesse di dargli lezioni sopratutto con tale superbia quell'essere continuava a giudicare senza averne diritto alcuno. Il Kusano fu preso di rabbia digrignò ancora di più i denti e lentamente si rimise in piedi

    Anche se sono giovane so perfettamente cos'è il sacrificio per amore...Donare tutto se stesso, anche la vita, per l'altro senza avere nulla in cambio, senza chiedere nulla, senza nemmeno pensare ad ottenere qualcosa. Lo perfettamente tu non mi conosci non puoi giudicare ne me ne il mio amore. Tu spari solamente pregiudizi e frasi fatte e bigotte. Il tempo non conta nulla e un perché non esiste l'amore è un effimero frammento d'eternità, è sacrificio, è gioia, è dolore, esiste lei e soltanto lei, e il desiderio di proteggere lei il suo sorriso...

    urlò furioso e furente convinto ormai che quel tacchino non poteva capire, aveva già deciso sciocco e presuntuoso com'era. Poi un improvvisa domanda evidentemente non aveva ascoltato praticamente nulla delle parole del diciannovenne.

    Si, Tsuyo...

    rispose perplesso il genin abbandonando ancora la rabbia con un sospiro seccato.

    Che cavolo vuoi insinuare sotto specie di tacchino pigmeo???

    forse era meglio lasciare perdere quell'infimo volatile mal pensate?!

     
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    Le Vie della Radice


    -XI-






    Il clone si stava ancora chiedendo perché Sho si fosse concentrato così tanto sul fatto di non essere un cane quando ecco che quello gli chiese della sua maschera.

    Beh, lo decidemmo insieme ad Oda, ci sembrava la più adatta al tuo stile di lotta.
    Non ti ci ritrovi?
    Se tra le disponibili c’è qualcosa che ti aggrada di più non ci sono problemi a cambiarla visto che sei così viziato.


    Sottolineò quella parola pesantemente seppur in maniera goliardica.
    Rifiutò poi l’offerta degli appunti di Sho.

    Considerando i fogli che ci sono per terra direi che quel taccuino non è neanche l’unica cosa che devi consultare, ma comunque no, per quanto io sia bravo ho ancora un intero mondo da imparare e che ruota attorno al metallo.
    Sono interessato a tutto, ma ho solo una vita.
    Ma se vuoi qualcosa di veramente fico da fuoco a questa roba.


    Se gli avesse chiesto delucidazioni in merito il clone, dirigendosi verso l’esterno, avrebbe pensato qualche secondo.

    Partiamo da una cosa basilare, come si fa una lama?
    Metallo fuso, stampo e affili, no?
    Tutta la roba accademica viene fatta così basicamente, la qualità è tutto sommato accettabile.
    Ma accettabile non vuol dire buona.
    Quindi per fare una lama buona cosa fai?
    Prendi il metallo, lo riscaldi, lo batti, lo batti sempre di più, gli dai la forma giusta, lo tempri e lo affili, un processo un po' più lungo per avere un arma superiore non trovi?
    E un arma leggendaria?
    Per quella devi scendere nelle viscere della terra, scegliere la vena con più energia e strizzargliela via a suon di altoforni e martellate.
    Poi scegli di nuovo in quali dei pezzi ottenuti la vita si è concentrata maggiormente e li pesti fino a che non senti una voce che risponde alle tue domande.


    E li forse già si poteva intuire che il confine tra filosofia, mitologia e manualità cominciava a sfumare.

    Taglierò l’infinità di processi intermediari ed andrò dritto al punto per dirti che alla fine avrai qualcosa in grado di comunicare con la tua stessa anima.
    E questa conoscenza così esaustiva, così sconfinata e precisa, in grado di rispondere a qualsiasi domanda possa venirti in mente secondo te dove può trovarsi?


    Sho non lo sapeva di certo, ma l’Hokage aveva la risposta.
    E non solo.

    Nelle memorie di un folle ovviamente.

    Disse come se essere l'allievo di un folle non fosse minimamente un problema.

    Quando avrai appreso a sufficienza da quegli appunti da renderli inutili dimmelo, e ti farò avere qualcosa di interessante.
    Ma per ora direi che possiamo sbrigare la faccenda della maschera.


    Camminando passarono davanti all’originale, immobile come un’antica statua sopra il pilastro diroccato su cui l’avevano lasciato, uno spesso manto di chakra demoniaco ben definito nella forma lo avvolgeva in quella posa meditativa, era strano però, le code del demone erano stranamente sproporzionate e si fondevano insieme quasi come i petali di un loto.

    Beh, una ragione doveva pur esserci se ho creato dei cloni, no?

    Lo lasciarono li mentre si dirigevano verso l’amministrazione.

    Tra le altre cose, qualche tempo fa avevamo parlato di Kokuo… avevi detto di volertene occupare, ma vorrei che la cosa rimanesse tra le mura del villaggio, temo di indebolire troppo la posizione di Konoha se dovessimo affidarci eccessivamente agli altri.

    Inspirò.

    Insomma, i nostri shinobi hanno bisogno di crescere, e per quanto metterli a rischio non mi piaccia… è il pericolo ad essere il miglior maestro e la necessità la madre di ogni virtù.

    Se Sho avesse concordato, ormai giunti in amministrazione l’avrebbe condotto nella sua armeria personale, o per meglio dire quella dell’Hokage, ed era piuttosto ben fornita.
    Due lance, due martelli, l’ormai celebre Zanna di Drago ed al centro, ad osservarli, le maschere della foglia.

    Sei uno dei pochi che non valuta il peso di queste maschere in base alla fatica che fa per indossarle.
    Non ti ho fatto raccomandazioni sul come adoperarle la prima volta e non te ne farò adesso.


    Sorrise.

    Devo ancora sbrigare alcune faccende, ma a breve indirò una riunione per ufficializzare il tuo ritorno e decidere come muoverci.
    Adesso che finalmente ho delle certezze riguardo le mura vorrei concentrarmi sulle squadre speciali e… non ti nascondo che l’esplorazione della radice non è stata una mera precauzione.


    Lasciò il discorso sospeso, per sentire cosa ne pensasse Sho.





    [Kiyomi]

    L’entusiasmo non tardò ad arrivare nei volti così particolari dei tsukumogami, ma la sola offerta di Kiyomi ebbe un effetto singolare, se grazie alla firma apposta VOLONTARIAMENTE sul contratto aveva tolto la polvere dagli oggetti, come se fossero stati tirati a lucido, la sua generosità fece ancora di più.
    Gli effetti più apprezzabili poteva vederli sugli oggetti più malridotti le cui crepe si saldavano a suon di venature dorate!

    Ci aiuteresti?
    Davvero?
    Quale gioia!
    Abbiamo trovato la più gentile oltre che la più bella!


    Li dietro intanto l’Hokage diventava paonazzo, nel tentativo di non rovinare quel momento infatti stava trattenendo una fragorosa risata, quasi strozzandosi.
    Se qualcuno si fosse interessato a lui avrebbe fatto un semplice gesto della mano per rassicurarli sul suo stato di salute.

    Mia giovane principessa, i nostri nomi già li conosce!
    Boroboroton, Chōchinobake, Kameosa, Karakasa, Menreiki, Minowaraji, Zenfushō, Shamichoro, Shōgorō, Zorigami siamo creature vecchie ma semplici, ci accontentiamo del nome con cui tutti ci chiamano!


    Mentre il Microfono elencava i vari nomi dalla folla si alzava qualche oggetto o addirittura qualche mano, per quanto assurdo sembrasse qualcuno aveva pure quelli, sebbene fossero fumose ed evanescenti e comuni negli oggetti che non avevano propaggini adatte a ricoprire quel ruolo.
    Grazie a quella specie di appello Kiyomi potè notare che nonostante le leggende pareva che non tutti gli oggetti avessero un singolo occhio.
    All’ultima domanda la tristezza si impadronì nuovamente degli oggetti animati.

    Sigh… Noi non potremmo comunque richiamarlo, le creature non si richiamano tra di loro, non ci servirebbe e ci depotenzieremo troppo.
    Ti avevamo detto che lui era speciale… abbastanza da essere incluso in un contratto tutto suo, una cosa che l’ha cambiato, che in un certo senso l’ha reso anche più forte, ma ora non sappiamo neanche quanto sia lontano da noi, non riusciamo neanche a percepirlo.
    Abbiamo anche provato a portare ad elevare qualcuno che gli somigliasse… ma il nostro benevolo Kagami non può essere imitato solo lui può im…


    CHI HAI DETTO?!?

    Quella volta Raizen non si trattenne, ed il suo tono di voce improvvisamente alto fece incurvare il microfono che quasi spaventato dall’irruenza della voce emise il tipico effetto larsen.

    Kagami?

    Quel Kagami?

    Lei lo conosce per caso?

    Per poco il Colosso non si strozzò con la propria saliva ed afferrato il primo strumento utilizzabile come matita avrebbe disegnato un omino stilizzato con un cilindro sulla testa per poi riempirlo di strisce zigzagate, facendolo apparire crepato, spezzettato.

    Lui?

    È un po' diverso, ma non penso ci siano altri come lui al mondo, lui è stato tra i primi...

    Qualcuno si abbracciava, qualcuno piangeva, altri ridevano, dopo chissà quanto tempo avevano finalmente notizie di Kagami!
    Ma gli altri, quelli più accorti, guardavano l’espressione del Kage e la temevano.

    È al servizio di uomini malvagi.
    So che per voi creature potrebbe avere poco senso, ma non sarà facile salvarlo…


    Diteci di più!
    Di più!


    Ma Raizen scosse la testa.

    Ne so troppo poco, ho solo combattuto con lui perché non volevo che uccidesse una mia alleata.

    Li si fermavano le sue conoscenze sul Boss, ma con un pò di tempo avrebbe potuto accertarsi delle sue informazioni e dare agli Tsukumogami una pista.





    [Youkai]

    Raizen sospirò.

    Io voglio cambiare… è il timore di non riuscire a farlo a spaventarmi.

    E con quell’ultima frase il discorso si sarebbe esaurito, dando al genin tutto il tempo e lo spazio di frugare tra i rapporti e comprenderne il funzionamento, un lavoro di ricerca tutto sommato tranquillo e senza risvolti imprevisti, quantomeno fino a che non arrivò l’Hokage.
    Gli bastò un occhiata al primo codice per comprenderlo immediatamente avvezzo com’era a quelle codifiche ed immediata fu anche la reazione.

    Youkai… questi rapporti non dovrebbero esistere…!

    Due rapide ed ampie falcate, che ne sarebbero costate almeno il triplo a Youkai e fu al centro della stanza, rovistando nervosamente tra qualsiasi rapporto su cui riuscisse a mettere mano, mentre la sua faccia non mutava minimamente espressione.
    Nemmeno apriva le cartelle, non era interessato ad esse, non lo era minimamente per il momento, consultava solamente i codici, fino a che, non si fermò, arrestando quella marea così come l’aveva avviata.

    Maledizione.
    Youkai… La radice è ancora… viva…


    Probabilmente Youkai aveva solamente sentito parlare della Radice quindi il colosso avrebbe dovuto integrare.

    Era un organo segreto, non era al servizio dell’Hokage, era al servizio del villaggio, o almeno così dicevano, avevano una loro via un loro metodo, e nessuno era a conoscenza delle loro azioni perché erano ninja tra i ninja, ma ogni missione intrapresa per l’accademia aveva come scopo primario qualcosa di legato alla radice.
    Per loro non esisteva nulla di illecito, non importava cosa la radice avesse dovuto trapassare per sostenere l’albero, l’avrebbe fatto, affondando sempre di più nel terreno, ghermendolo con forza ed accertandosi che nulla, NULLA potesse abbatterlo.
    Ne i nukenin, ne la leggendaria Akatsuki, nemmeno il daimyo.
    Finchè la radice avrebbe scavato l’albero avrebbe ributtato, nonostante le tremende potature.
    Certo non si poteva dire che fossero inutili, i risultati come vedi sono tangibili, ma è comprensibile che non potessero lavorare agli ordini dell’Hokage o comunque alla luce del giorno, siamo stati sempre un villaggio onorevole che faceva della giustizia molto più che un mero valore, ed i loro metodi erano spesso lontani dall’onore... ma assai pratici.


    Inspirò gravemente.

    Vennero scoperti e smantellati ai tempi del quinto Hokage, ma a quanto pare non del tutto, hanno sottovalutato la vitalità della radice.
    Questi rapporti sono vecchi, ma non a sufficienza, vuol dire che per non so quante decadi hanno continuato la loro visionaria missione.


    Si alzò lentamente, guardandosi attorno..

    Merda…

    Si guardava attorno incerto.

    Qui manca sicuramente qualcosa, era un luogo sicuro da poter sfruttare, ma penso che le cose realmente importanti non siano qui, dal periodo più recente che ho visto qui attorno ad ora non c’è stato alcun nuovo smantellamento, o l’avrei saputo, ciò vuol dire che con molte probabilità si sono nascosti meglio.
    E si sono portati dietro le missioni più recenti.
    Questo… è vecchiume.


    Prese posto sopra una pila di cartelle e si sfrego gli occhi mentre borbottava.

    Porca puttana odio queste cose.

    Il peggio è che non sapeva da dove iniziare, ed un indagine interna dal nulla sarebbe stata ancora più inutile, funzionando solo come campanello d’allarme.

    Non far parola a nessuno su ciò che trovi qui sotto Youkai.
    Nessuno.
    N e s s u n o.
    Quello che reputi tuo amico potrebbe avere amici che non sono suoi amici.
    Se questa cosa uscisse da qui dentro prima del tempo non saremmo in grado di gestirne gli effetti.
    Cerca di non portarti niente dietro.
    Rimetteremo tutto come l’abbiamo trovato.


    Avrebbe quindi letto i rapporti da cui Youkai aveva ricavato le informazioni, annuendo.

    Di sicuro a Kumo c’è qualcosa, o qualcuno.
    Probabilmente la Radice è andata alla ricerca di membri in grado di utilizzare le abilità del clan, il sangue penso che al vortice sia piuttosto comune, ma il sangue ha il brutto vizio di diluirsi.
    Cosa che se hai notato preoccupa parecchio i clan.


    Era leggermente schifato dalla cosa ma non lo diede troppo a vedere.





    [Satoru]

    Il piccolo corvo lo guardò incerto, sospettoso mentre quello parlava dei suoi valori, ma non parlò fino a quando non gli venne data parola con un insulto.

    Rimetti apposto le penne, dodo, che quando le arruffi accentui l’aria da tonto!

    Lo redarguì, mettendolo al suo posto senza lasciarsi spiazzare da quel piccolo piccolo insulto, il corvetto era evidentemente avvezzo a quel genere di scontri verbali, di certo il suo carattere non gliele risparmiava.

    Ah quindi tu non ottieni nulla?
    Davvero?
    Sei sicuro?
    Mh!
    Sei un illuso mio caro.
    Così preso dalla tua stessa immagine di bontà da non reputare importante nemmeno porti qualche domanda.
    Ti spiego due cosine.


    Saltellò a destra e a manca, spolverando con l’ala l’altarino.

    Purtroppo non siamo semplici animali, l’intelletto è una brutta bestia, e tende a generare brutte bestie.
    Pensi che l’amore esista in natura?
    Oh no mio caro.
    In natura esiste l’accoppiamento e li si decide in base agli ormoni cosa genererà l’essere in grado di mettere KO i suoi genitori.
    Persino tra le creature di contratto, che sono notoriamente più sviluppate di quelle semplici che si trovano in natura grazie all’utilizzo del chakra, non abbiamo completamente bypassato questo precetto.


    Non si sarebbe però soffermato su quello, concentrandosi sugli effetti del loro modo di trovare il partner.

    E siamo ancora in grado di fare qualcosa che sia giusto per il futuro della nostra specie.

    Si poggiò sul suo rametto.

    Ma tu… oh, il tuo sacrificio, quello si che mette le cose apposto.
    Rimette tutto in sesto no, dopotutto, che male c’è se due creature di specie diverse si amano.
    È anche comodo, due sigilli e Bam, tutto a disposizione.
    Già.
    Nessun problema.
    Nessuno.
    Tsk.


    Lo guardò dritto negli occhi, perché Hinoaku sapeva, sapeva che Satoru sapeva ma consciamente o meno aveva ignorato.

    Lo sai che sono corrotti, vero?
    Pensi che tutti i Tengu abbiano quel problema?
    Pensi forse che normalmente esistano dei Tengu che così, di punto in bianco, diventano corrotti?
    Povero tapino, magari hai anche trovato strano che i corrotti comparissero proprio li.
    È molto difficile che esistano più clan delle stesse creature, tendiamo a raggrupparci anche noi, ma non essendo invasivi come gli esseri umani non diventiamo mai troppo numerosi.
    Potrebbero esserci clan di cui non sono a conoscenza, ma so per certo che il clan del tempio venne esiliato.
    Un tempo era la casta sacerdotale dei tengu di Monte Corvo di cui io faccio parte.


    A quel punto il clone si risvegliò.

    Ah davvero?
    I tengu di Itai Nara?


    Il corvo annuì e fece un piccolo inchino.

    Esattamente nobile Hokage, ma purtroppo è da tanto che non richiede il nostro aiuto.
    Dicevo.
    Un tempo eravamo un unico clan con loro, ma hanno ceduto all’egoismo ed hanno contaminato i loro corpi.
    Incanalare l’energia naturale non è semplice ed un fattore molto importante è appunto il legame con la natura, voi umani l’avete dimenticato, per questo è difficile per voi accedervi.
    Ed il legame che si forma tra un tengu ed un essere umano non è naturale, per questo parliamo di contaminazione, non è una questione di libertà dei sentimenti.
    Si può essere legati senza amarsi, senza essere egoisti.
    Ma questo il clan del tempio non lo accettò, volevano un legame più profondo con gli umani che li adoravano, si sono mischiati a loro, hanno diluito il loro sangue spezzando il giuramento che ci eravamo imposti millenni or sono quando il nostro sangue, proprio nelle terre del fuoco, diede origine ad un potere che a molti avrebbe portato sofferenza.
    Guardali ora, incapaci di tener fede ad un divieto per il bene del mondo si stanno uccidendo tra loro, chiamano corrotti i loro stessi fratelli che insieme a loro sono stati esiliati, e si uccidono l’un l’altro senza comprendere che è solo una questione di tempo prima che vengano divorati.


    Ecco perché per Hinoaku quell’amore era così sbagliato ed aveva così poco significato: il vero sacrificio era proprio la rinuncia, non la fine della vita, ma il dolore nel rimpiangere qualcosa che sarebbe potuto essere ma mai sarebbe stato, per il bene di tutti, persino per i diretti interessati.

    Noi sappiamo bene che la natura è un delicato equilibrio, e sappiamo bene che quando questo si rompe tende a ripararsi da solo.
    Se non possono più assorbire il chakra naturale, a cosa attingono?


    Rimase in silenzio, quasi spaventato.

    Ce lo siamo chiesti spesso, ma non abbiamo mai davvero voluto una risposta, ci spaventa.
    Ma sappiamo che è un modo per la natura di dirci che qualcosa non sta andando bene.
    Hai detto di essere eremita, e mi hai citato solo loro, quindi immagino tu abbia appreso proprio li come assorbire il chakra naturale, magari ti hanno pure detto che sei predestinato e che la facilità con cui l’hai appreso era straordinaria...


    Scosse la testa.

    Per queste cose non esistono scorciatoie.

    Lo guardò, nuovamente, con i tratti del volto severi ed al contempo tristi.

    So che hai mentito.
    Nella stragrande maggioranza dei casi le uova non si schiudono.
    Davvero non ti sei mai chiesto come fosse possibile che un uomo, un mammifero, potesse procreare con un oviparo?
    Davvero questo non ti ha insospettito?


    Satoru aveva mai sentito una profezia?
    Aveva mai udito delle parole che per certo si sarebbero avverate?
    Proprio in quel momento, quasi un sesto senso lo avvertì che le sue orecchie dovevano stare ben parate perché quelle parole non sarebbero state ripetute ed avrebbero segnato la sua vita.

    Quando la bilancia non potrà più mettersi in pari un uovo si schiuderà, e ciò che ne uscirà non avrà pietà per nessuno.

    Persino il clone, dietro a Satoru, non fiatò.
    Raizen era ben consapevole di cosa significasse Equilibrio in quel contesto, e quel clan di tengu stava sfidando la sorte, consapevolmente o meno.
    Ma il genin come avrebbe reagito ad informazioni di quella portata?


    Edited by F e n i x - 21/4/2020, 10:40
     
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    La radice


    Post undicesimo




    Viziato? E da chi? Da te che come basto usi una spada e, come carota, un martello. Scoppiai in una sonora risata.
    Chiesi a Raizen il motivo per cui avrei dovuto bruciare tanta conoscenza su veleni, antidoti e tonici, non lo avessi mai fatto! Mi si aprì davanti un discorso filosofico su spade e profondità della terra, al che cominciai a guardarmi attorno per accertarmi che altri fumi tossici non stessero obnubilando la mente della montagna con i loro misteriosi effetti, ma non pareva essere quello il motivo di tale volo pindarico. Quello che dici. Provai a dedurre incrociando le braccia in maniera pensosa. E' che per fare qualcosa di nuovo e straordinario devo andare io stesso oltre la barriera del normale, ci può stare. D'altro canto qui c'è moltissima conoscenza di cui ho ancora bisogno, le mie conoscenze in campo non sono poche, devo dire, non mi ci dovrebbe volere molto ad assimilare tutto questo come una spugna. Triste e goliardico riferimento alle disavventure appena vissute. Però Raize, ad essere onesti, io non ho capito niente di quello che intendi... HAHAHAHHAAH.
    Mi piacevano i discorsi filosofici e le metafore, ma in quel momento dire che avessi carpito il più minimo indizio su quello che Raizen cercava di dirmi era oltremodo errato.

    Che stai combinando? Chiesi al clone, indicando con il pollice di sfuggita il corpo originale del decimo, intento in quello che aveva l'aspetto di un misterioso rituale che sfruttava il potere del demone a nove code. Ci hai per caso portato qui perché comunque ci saresti dovuto venire da solo per fare tutto questo?

    La strada per l'amministrazione non era particolarmente lunga, soprattutto considerando la nostra fisicità, però ci concesse il tempo di discutere di argomenti delicati. Ne sei sicuro? Condurli ad Ame li metterà in un pericolo che prima hanno affrontato solo durante la notte della Luna di Sangue. Non conosco molto bene le nuove leve, ma sono comunque preoccupato per loro. La responsabilità delle loro vite è tua Raizen, questo è il peso che porti come capo del nostro villaggio, ricordati che è sulle tue spalle che porterai il rischio.... Anche se proverò ad aiutarti come posso. Stavo cercando di comunicare al kage che ero d'accordo sullo svolgere la missione come azione di villaggio, ma dovevamo tenere ben conto dei rischi che avremmo potuto incontrare, non come singoli, ma come gruppo. Direi che il primo passo è farmi conoscere i compagni di missione.

    Fui condotto nell'armeria personale di Raizen, il vecchietto si trattava bene. Perché non le vedo come armi. Gli risposi, andando ad aprire il baule contenente le maschere. Quando indossiamo queste noi siamo Konoha. Sono il simbolo che ci investe della volontà del fuoco, tutto il resto non conta... questa, questa è perfetta! Estrassi la maschera del Lupo, che sostituii su di me con quella della tigre. Allora? Come ti pare?

    Qual è il vero motivo per cui siamo andati alla radice oggi? Cosa cercavi e cosa hai trovato? Per quanto riguarda la riunione, attenderò con ansia. Te l'ho detto, voglio essere un simbolo di speranza, non nascondermi nell'ombra. Ritengo inoltre che, se durante essa conoscerò i ninja più validi del villaggio, potrò aiutarti a scegliere qualcuno di adatto per i vari ruoli.

     
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    Oscure ipotesi


    XI




    Youkai osservò confuso il suo Hokage, ancora sconvolto di fronte a quei documenti. Non era sicuro di capire cosa intendesse. Non ebbe il tempo di obiettare, Raizen si mosse verso gli altri documenti raccolti ed il rosso gli corse dietro, con il suo pacchettino fumante ancora tra le mani. Quando lo sentì confermare i suoi dubbi, inclinò la testa, ancora più confuso. Non era un grande esperto nel settore, e, per quanto ne sapeva, i documenti che aveva trovato risalivano comunque a diversi anni addietro. Ma io non ho trovato date recenti... Ciò che non sapeva, e che gli venne spiegato da lì a breve, era che la radice era stata smantellata molto tempo prima, a detta di raizen ai tempi del Quinto Hokage. Il rosso iniziò a capire il panico del Colosso, ricontrollando lui stesso qualche data, anche se ormai non restavano dubbi.

    Non solo la radice era ancora attiva, ma da come ne parlava Raizen persino immorale, nonostante giustificassero le loro azioni "per il bene di Konoha". Youkai ne sapeva poco e niente (dopotutto si parlava di servizi segreti in un villaggio segreto), mentre l'Hokage, sia grazie al suo titolo che forse all'esperienza, aveva capito subito cosa non andava in quei documenti. Il Colosso era visibilmente stressato, e parte di quello stress si stava trasferendo a Youkai, che maneggiava i documenti ritrovati, incredulo. Voleva dire qualcosa, ma non ci riusciva. Non era in grado di capire come, in un villaggio simile, potesse ancora esistere un'associazione del genere. M-Ma... Se tu non ne sai niente, chi sta sfruttando tutto ciò che ottengono? Iniziava ad ipotizzare che forse i clan potessero avere qualche aggancio con alcuni dei membri per approfittare delle loro informazioni, una sorta di mercato nero. Trovava difficile pensare che a Konoha qualcuno si spingesse a tanto per il potere. Povero, ingenuo Youkai.

    Sapere che potesse esserci molto altro nascosto chissà dove, e probabilmente ben più protetto di quel posto ormai abbandonato, lo rese estremamente insicuro. Molti dettagli di quella faccenda lo stavano rendendo insicuro. Chiuso si se stesso, si era rintanato in un angolo del tavolo, maneggiando alcuni di quei documenti, tenendo le mani impegnate. Persino Raizen sembrava non sapesse dove mettere le mani in una situazione del genere. Il tutto sembrò degenerare quando ordinò a Youkai il silenzio assoluto sulla faccenda. Inspirò secco, annuendo, senza essere in grado di nascondere la sua espressione sconfitta e sconvolta. Sussultò all'ordine di non portare niente con se, guardando prima i documenti e poi Raizen: M-ma! Ci sono le tecniche del mio clan qui! Io devo almeno... Abbassò la testa, consapevole del rischio. Era sicuramente improbabile, ma possibile che qualcuno si accorgesse di un furto. E se così fosse stato, rintracciare la nuova Radice e tutte le informazioni sul suo clan ancora segrete sarebbe stato impossibile. Si morse il labbro, arrendendosi all'idea. Non avrebbe insistito ulteriormente. ...Ed io di chi posso fidarmi, ora? Quella giornata stava mettendo seriamente alla prova il suo buon cuore. L'ultima scoperta rendeva ogni cittadino di Konoha un possibile "bracconiere di informazioni". I volti che aveva imparato a chiamare amici potevano in realtà essere ciò che lui avrebbe definito un traditore della Foglia: per quanto la Radice sostenesse di lavorare a suo favore, le loro azioni andavano così tanto contro i principi di quel villaggio da non riuscire a considerarli veri konohaniani. La sua diffidenza stava crescendo, e la cosa lo turbava non poco. Dover stare sugli attenti nel proprio villaggio non era una bella sensazione.

    Un altro, terribile dubbio si era fatto spazio nella sua mente. Forse azzardato. Ma non era da escludere. C'erano sì poche se non nessuna informazione a confermarlo, così come c'erano dettagli a renderlo sospetto. Ancora chino su quei documenti, nonostante non sembrava li stesse realmente leggendo, attese impaziente chissà cosa. Forse il coraggio di aprir bocca ed esporre i suoi dubbi. Raizen... Borbottò, con voce tremante. Non aveva il coraggio di guardarlo negli occhi. Forse per il peso di colpe che non ricordava e non era sicuro di avere. Il dubbio bastava per farlo crollare. Se è vero che sono così segreti e nessuno li conosce... Trovò il coraggio di alzare lo sguardo, alla disparata ricerca di una risposta. ...Forse anche io facevo parte della radice? Dopotutto non ricordava nulla del suo passato. Fino a questo momento era certo che la cosa riguardasse la sua morte, e che la resurrezione avesse eliminato i ricordi della vita precedente. Eppure ricordava gli ultimi istanti della sua vita. Possibile che i membri della radice avessero un fuinjutsu che, se attivato dal possessore, eliminasse ogni suo ricordo, impedendo che potessero essere interrogati se catturati, o che fossero estratte informazioni dai cadaveri stessi? Avrebbe esposto il suo dubbio a Raizen, nella speranza di ricevere un "no" come risposta, o perlomeno una risposta sufficientemente soddisfacente da negare del tutto la sua ipotesi. Ipotesi che sembrava spiegare il suo passato assente, ed il fatto che, pur essendosi risvegliato con il coprifronte di Konoha addosso, nessuno, nemmeno la bibliotecaria konohaniana per eccellenza sembrava avere informazioni della sua presenza nel villaggio.

    Youkai fissava Raizen, triste ma vuoto. L'idea di far parte di una di quelle fecce lo stava distruggendo. Forse era tutta una bizzarra coincidenza, forse le sue ipotesi erano così assurde da non aver ne capo ne coda. Eppure il dubbio lo tormentava, corrodendolo. Aveva bisogno di supporto, qualsiasi fosse stata la risposta definitiva.
     
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    Nuovo Addestramento

    Abbiamo finito?


    Le parole di Kiyomi sembrarono sortire l'effetto sperato e tutti gli Tsukumogami furono più che felici di riferirle i propri nomi e divennero, se possibili, ancora più adoranti nei suoi confronti. Secondo loro, però il loro capo si era allontanato da quel posto ed ora aveva anche un contratto tutto suo; non che a Kiyomi importasse, anzi, non capendone di contratti di sangue pensò che avrebbe potuto liberamente firmarne uno anche con lui, se quello era il desiderio di quegli tsukumogami.
    Fu il Raizen-clone però ad intromettersi nella discussione, affermando di conoscere il cosiddetto "Kagami", dopo che uno di quei demoni glielo disegnò anche; certo, non era quello che la ragazza si era aspettato, ma dato che al momento era impossibile richiamarlo e che fosse in mano aad altre persone, non vedeva perchè darsi pensiero. Bene, allora prima o poi lo troveremo. Magari mi dirai qualche dettaglio in più, se ne verrai a conoscenza. Disse infine, rivolgendosi all'Hokage.
    Allora, Raizen...eravamo venuti qui per fare qualcosa o sbaglio? La genin tentò di riportare la conversazione all'obbiettivo della loro piccola missione, dato che tutto quel casino era successo perchè Raizen e i suoi cloni stavano cercando l'entrata per la Radice, chiedendo così informazioni ai suoi nuovi alleati.
    Voi sapete qualcosa sula Radice o comunque qualche covo segreto da queste parti? Ve ne sarei molto grata, così finalmente potrò tornare a casa.
    Se gli Tsukumogami avessero avuto informazioni da dargli ed avessero voluto condurli da qualche parte, Kiyomi li avrebbe senza dubbio seguiti, ma se invece lei ed il clone avessero fatto un buco nell'acqua inoltrandosi in quel passaggio segreto nella panetteria, dal suo punto di vista non ci sarebbe stato altro da fare, proponendo all'Hokage di tornare insieme in superficie ed invitando gli Tsukumogami a seguirla a casa sua. In fondo, avere una casa abitata da oggetti viventi era sicuramente più comodo e utile che tenere delle cameriere impiccione in giro per le proprie stanze.
     
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    Addestramento sul Campo


    Dodicesimo Post


    Ben presto l'atteggiamento del piccolo tengu sembrò mutare lentamente si era finalmente deciso a spiegare i veri motivi della sua rabbia. Quella furia che sembrava completamente priva di ragioni era in vero motivato almeno secondo il punto di vista della creatura. Forse un punto di vista obiettivo e saggio non offuscato da sentimenti più o meno giustificati, logico, distaccato e razionale ma altrettanto corretto? Tutte parole contornate da domande e dubbi veritieri entrambe cose che il ragazzo coscientemente o no aveva ignorato e o sorvolato. Nel silenzio il genin ascoltò e valutò attentamente ogni parola del pennuto effettivamente cercando di nascondere la reale sorpresa e lo stupore per avere scoperto certi aspetti sulla corruzione, chinò il capo quasi tremando una sorta di shock bloccò la sua mente. Solo qualche lungo minuto dopo che gli parve infinitamente lungo sospirò pesantemente per varie volte non nascondendo una reale e profonda sofferenza cercò di rispondere in qualche maniera al tengu.

    Non conosco molto della storia dei tengu. Non so chi sia Itai Nara. Ho affrontato i corrotti e visto cosa fa la corruzione. Non ho mai realmente creduto di essere speciale perché non lo sono affatto. Il mio cuore è puro così ha detto Yuudai no non è mai stato vero...Lo sapevo perfettamente. Il chakra naturale non so da dove viene e nemmeno mi intessa più di tanto. Ho semplicemente bramato questo potere, l'ho cercato e grazie al fato l'ho ottenuto. Il potere, la forza per realizzare un sogno neanche mio ma devo almeno tentare con ogni mezzo non importa quale. Ma ormai ho firmato il contratto con il mio sangue, ho promesso, giurato, sul mio onore e sulla mia vita combatterò con loro e per loro e sopratutto per lei. Non mi importa altro ormai anche se dovessi rinunciare a quel sogno. Sono corrotto come loro quanto loro. Affronterò qualsiasi cosa uscirà dall'uovo e morirò combattendo per il mio clan tengu. Il loro destino è il mio destino. Forse sono solo uno stupido ingenuo accecato dai suoi sentimenti ma non posso più tornare indietro l'unica cosa che posso fare è seguire i miei tengu fino alla fine.


    Era molto probabilmente un discorso non tanto sensato basato su onore, orgoglio, senso del dovere e sentimenti. Il ragazzo era pronto a farsi carico delle conseguenze della sua brama di potere affrontare la corruzione propria e dei suoi tengu. Niente altro che un folle?!

    Aveva risposto senza valutare adeguatamente ogni aspetto ed improvvisamente ebbe chiaro di non aveva fatto due domanda forse fondamentali

    Forse sono un illuso. Ma tu conosci le lacrime del cielo? Si dice possano formare la corruzione?! Quindi ti chiedo posso salvarli dalla corruzione? Tutti? Salvarli è più importante dello stupido potere no?

    Aggiunse risollevando il capo sperando in qualche parola di speranza...



    Edited by -RexDraco- - 22/4/2020, 19:36
     
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    Legami


    -XII-






    Rise di rimando all’affermazione di Sho, per poi farsi immediatamente serio, terribilmente serio.

    E ringrazia che non ho usato il cazzo come carota, perché avrei potuto.

    Gli avrebbe detto mentre gli puntellava l’indice sul petto, riprese a ridere dopo qualche secondo di totale silenzio.

    Ahahah… ahah… ah.
    Ti prego non dire in giro che faccio queste battute di merda.


    Disse con un tono tra il disperato e l’estrema stanchezza, e mentre guardava se stesso con la coda dell’occhio avrebbe risposto.

    Beh, essere il migliore in qualcosa di certo non ti proibisce di continuare a crescere.
    Io sto cercando di farlo.
    Definire i demoni batterie di chakra è riduttivo, se gli si vuole dare il nome di un oggetto, con buona pace loro, il nome più adatto è convertitori.
    Quando scoprii che la volpe non mi era stata tolta durante l’invasione di Shiro, ma soltanto nascosta la ritrovai in uno stato pietoso e scoprii che il loro sostentamento è il chakra naturale, mediante la meditazione sono in grado di accumularlo, e non importa che siano dentro un jinchurki, non hanno limiti in questo.
    Attraverso la meditazione sto cercando di comprendere meglio quel chakra, espanderlo, manipolarlo, concederlo… voglio capire fin dove può arrivare, ma per l’appunto prima devo… elevarmi?


    Che la forma assunta dalle code non fosse un mero caso?

    Hai capito tutto comunque, non c’era altro da capire.

    Disse una volta arrivato in amministrazione.

    Ti manca solamente un particolare.

    A quel punto aprì un cassetto e ne tirò fuori un diario, un piccolo libretto che all’apparenza era in tutto e per tutto uguale ad altri li riposti, seppure tutti diversi erano in qualche modo tutti uguali: non avevano niente di particolare.

    Quanto rapidamente potresti apprendere se ogni singola volta che sei focalizzato su un concetto ed un vuoto di memoria ti rapisse la comprensione finale dello stesso, il libro da cui stai studiando ti desse la risposta?
    Quanto sarebbe semplice se qualsiasi cosa ti passasse per la mente avesse un libretto delle istruzioni?


    Allungò la mano, porgendo il piccolo diario: La Leggenda della Spada Eterna.
    Salvo poi ritrarlo poco prima che Sho lo afferrasse.

    È uno strumento potente, dovrai capire come usarlo prima di poterlo usare.
    E soprattutto, avrai una stanza nei laboratori botanici, potrai sfruttarlo li quando me ne farai richiesta.
    Non è qualcosa che può fare il giro del mondo.


    Ed a quel punto glielo porse, permettendogli di guardarlo e di capire cosa Raizen intendesse quando gli aveva fatto l’esempio riguardo i processi di costruzione delle armi.
    Appena aperto, saltate le prime pagine di introduzione che, curiosamente, riportavano i concetti da lui appresi durante la creazione del suo antidoto, le nozioni andavano facendosi più precise, indicando temperature accurate fino al centesimo di grado, pesi al microgrammo, chakra di diversa natura da utilizzare in questo o quel passaggio ma poi…

    Bello, ma deludente, non trovi?

    Lo guardava con un sorrisetto astuto.

    Non avrà mai fine, potrai ideare ciò che vorrai, avrà sempre un suggerimento, ma mai una risposta.
    Non so se abbia dei limiti, non so nemmeno quale sia la sua funzione primaria, a volte ho il sospetto che quando lo consulto le informazioni non siano a senso unico.


    Finita la presentazione di una delle Pergamente di Indra, particolare che gli avrebbe rivelato solamente se si fosse mostrato appropriamene interessato, sarebbero passati alla scelta della maschera.

    Riguardo Ame non ne sono sicuro, ne sono certo.
    Non posso pretendere di tenerli sotto la mia ala per sempre, devo essere certo che se dovessi allontanarmi la mia coscienza sarebbe libera da preoccupazioni.
    Devo potermi fidare di loro.
    Ame è pericolosa, ma non è un campo di guerra, con la giusta astuzia possono cavarsela.
    I bassifondi saranno un buon inizio per la raccolta di informazioni e per fare esperienza sul campo.
    Non lo faccio a cuor leggero, ma sono ninja Sho, come tutti.
    Io sono responsabile della loro vita ma anche della loro crescita, e se non cresceranno la prossima luna rossa li mieterà come grano maturo.


    Non era facile comprendere il suo punto di vista, ne era consapevole, ma erano stati proprio gli anni da Kage a fargli comprendere che la fiducia nei propri shinobi doveva obbligatoriamente tradursi nella capacità di lasciargli affrontare il pericolo da soli.
    Inspirò, non stava per dire qualcosa di semplice.

    So cosa pensi Sho.
    Non voglio dire che so cosa hai passato, perché non lo so, ma mentre eri a Cantha ho cercato di rintracciarti, tuttavia avevo le mani più che legate… impotenti.
    Convivo tutt’ora con l’inadeguatezza che in quel momento mi ha impedito di salvarti.
    Non ricapiterà.
    Non lo permetterò.


    Non era facile pronunciare quelle parole, e probabilmente ascoltarle lo era ancora meno, ma se non altro poteva sdrammatizzare.

    Oh…!
    Quella del lupo?
    Accidenti non so come sia finita qui ma recentemente la stavo utilizzando io…


    Interminabili secondi di tesissimo silenzio che avrebbe spezzato con un sorriso.

    Penso ti si addica.

    Gli avrebbe dato una pacca sulla spalla per poi accompagnarlo all’esterno, verso la conclusione di quella giornata.

    Nessuno Sho, perché continui a chiedermelo?
    Ahahah!
    Temevo soltanto, a buona ragione visto cosa abbiamo trovato, che potessero esserci segreti a cui col tempo qualcuno di pericoloso avrebbe potuto accedere.
    Come ti ho detto il furto di un rotolo mi ha fatto drizzare le orecchie, e se temi che un ladro possa entrarti in casa la cosa migliore da fare è riordinare e mettere la roba di valore in cassaforte.
    Per il resto vedremo alla riunione stessa.


    Disse mentre camminava, certo non sapeva ancora cosa aveva scoperto il clone insieme a Youkai.





    [Youkai]

    Raizen scosse la testa quando Youkai si oppose dicendo che non aveva trovato date recenti.

    Il problema è che queste date sono tutto sommato recenti Youkai.
    Ma sono casi chiusi probabilmente.
    Vedi gli Uzumaki?
    Non ho potuto cercare approfonditamente, ma il loro codice è sempre affiancato a quello di missioni di ricerca, non di recupero.
    Qui c’è una storia finita.
    Qualcuno ha probabilmente stilato un rapporto completo, che riassumesse tutta la questione, ma se è nei dintorni non lo vedo, dovrebbe essere più corposo di queste cartelle.


    Ed in effetti pareva che di corposo non ci fosse nulla, come se i riassunti non fossero stati appositamente messi nello stesso luogo.

    Il problema è proprio questo: non lo so.
    Se seguono i precetti della precedente Radice non sono comunque traditori e ciò che ottengono lo faranno maturare nei momenti più proficui ed in modo che non possano essere collegati alla loro attività.
    Ma sempre e comunque nel bene del villaggio.
    Di base l’unico vero pericolo è che per loro esiste solo la missione, e non c’è mai certezza di cosa questo possa voler significare.


    Nonostante tutto sorrise a Youkai.

    Non farti spaventare, è la natura dell’informazione che la rende maggiormente pericolosa.
    Ma nessuno ti vieta comunque di sfruttarla.
    La radice ha i suoi metodi e sono efficaci, ma se tu dici che sai dove trovare degli Uzumaki… perché dovresti dire che è proprio grazie alla radice che lo sai?
    Riguardo la radice… il problema delle persone di cui puoi fidarti è in secondo piano, come ti dicevo le persone che hai attorno potrebbero essere degne di fiducia, ma lo stesso non puoi dire delle persone che stanno attorno a loro.
    Non potendo avere questa certezza la cosa su cui devi basarti è che tu sai di poter tenere la bocca chiusa perché sai quanto è importante questa cosa, ma loro non l’hanno vissuta e non gli attribuiranno mai lo stesso valore.
    È così che il battito d’ali di una farfalla si trasforma in un uragano.
    Tutto può andare avanti quasi come prima, semplicemente inizi a capire che ciò che scopri potrebbe spezzare la realtà per come la conosci… dovrai difendere per un po' ciò che sei e ciò che hai attorno.


    Adesso il suo sorriso era amaro.

    E poi puoi fidarti del tuo Kage, non è poco!
    Pensa se fossi stato un kiriano… il tuo miglior confidente sarebbe stata una teiera particolarmente tediosa!


    Sdrammatizzò, prima di ascoltare la nuova domanda del genin.

    Importa qualcosa?
    Sei Youkai, Genin di Konoha.


    Scandì quelle parole come se cercasse di stampargliele addosso come un numero di serie.

    E sei nato cinque anni fa.
    Anche se sei alto meno di due metri non vuol dire che il passato influisca su di te in maniera diversa.


    Disse ricordandogli le sue stesse parole di poco prima.
    Oltre quello non c’era alcuna certezza, inclusa la sua appartenenza alla Radice.




    [Kiyomi]

    L’Hokage si voltò lentamente, guardando in cagnesco Kiyomi.

    Ma cercatele le informazioni no?
    Non mi sembra che l’ho firmato io questo contratto.
    Se non gli fai fare un po' di moto quel culo ti si ingrossa sai?


    Commentò senza il minimo tatto mentre otteneva il consenso di qualcuno degli oggetti li presenti: un paio di mutante, ed una bilancia che annuivano in silenzio, mentre qualche sparuto tsukumogami distoglieva lo sguardo perdendo un po' di entusiasmo nel vedere che la prima cosa fatta da Kiyomi era tentare di smarcarsi da quell’incarico per loro così importante.
    Alla sua domanda nessuno seppe rispondere, anzi, per la maggiore vide sguardi assai confusi.

    Radice, Kiyomi-sama?
    Noi siamo qui sotto da sempre, abbandonati al buio come se fossimo in uno scantinato, i primi di noi.


    E fece un cenno con la testa ad un piccone, una pala ed una carriola, tutti con due occhi e poi al rotolo che ancora la scrutava col suo monocolo allegro.

    Sono giunti qui ed hanno scavato questo luogo perché potesse ospitare degli oggetti dimenticati come noi che non vogliono arrendersi al passare del tempo, ci siamo sempre molto divertiti… forse però lei si riferisce al passaggio li in alto.
    Durante una delle prove del nostro spettacolo facemmo un po' più baccano del solito e crollò… penso… un centinaio di anni orsono.


    Raizen fece una smorfia, ma dopotutto non era interessato alla Radice, quantomeno non lo era quel clone, per lui l’importante era che il passaggio fosse chiuso e inaccessibile, e considerando che le creature praticamente lo vigilavano potevano stare al sicuro.

    Bene, se non altro abbiamo qualche certezza in merito.
    Ti lascio a sbrigare le ultime cose io ti precedo al centro di ricerca, chiedi di me quando arrivi, ti indicheranno la stanza giusta.


    Il centro di ricerca pur essendo in centrocittà non era troppo distante da quella periferia, una ventina di minuti a passo sostenuto, niente di sufficiente a far sudare Kiyomi, le avrebbero permesso di raggiungere la struttura.
    Semplice e tutto sommato spartana si presentava come un grande edificio bianco a due piani per cui non si era badato a spese, vetro e pareti verdi verticale la facevano da padrone, spezzate da del purissimo bianco di quando in quando, in tutto questo l’albero del primo Hokage troneggiava all’ingresso, facendo bella mostra di se quasi fosse messo in vetrina nella ampia Hall, su di lui continuavano ancora a germogliare le foglie rosse trasformatesi dopo il contatto con Raizen.
    Sotto di lui il nome della struttura, come se si presentasse ai visitatori:

    Shinme
    Centro Ricerca e Sviluppo



    Quando si fosse presentata al punto informazioni l’avrebbero squadrata da capo a piedi ed era evidente che la stessero giudicando.

    La scorteremo dall’Hokage, ma dovrà prima indossare degli indumenti protettivi.

    Di sicuro la donna era più abile di molti impiegati nel convincere il prossimo visto che gli indumenti servivano per la maggiore a proteggere l’ambiente sterile dalle condizioni in cui era ridotta Kiyomi.
    Avvolta in una specie di palombaro giallo la condussero ad uno dei laboratori, ma non sarebbe entrata, Raizen attendeva all’esterno davanti ad un ampia vetrata che dava su un laboratorio.

    Senza troppe spiegazioni.
    Tu sei a sinistra a destra invece è come dovresti essere.


    Cosa c’era dunque oltre il vetro?
    Cavie, gli esperimenti infatti erano giunti allo stadio di verifica su animali viventi, in quel caso i classici topi da laboratorio.

    In molti lo riterrebbero immorale, ma purtroppo non abbiamo alternative.
    Dicevo, sulla sinistra puoi vedere topi semplici, niente di più che semplici cavie da laboratorio, a destra vedi topi a cui ha badato il clan degli Inuzuka, una divisione particolare ci aiuta con mammiferi in modo che imparino a gestire un minimo il chakra.
    Nemmeno ti puoi immaginare quanto siano costose quelle super pallette di pelo bianco.
    L’obbiettivo è quello di creare un ibrido tra piante e esseri viventi.
    Sono partiti dai geni dei Senju essendo loro in grado di dare vita al legno.
    Il risultato al momento è la sostituzione del sangue con un composto simile alla clorofilla, attraverso di esso innescano un processo di mutazione genetica che ti cambia… dentro.


    Indicò nuovamente i topi, quando uno dei ricercatori lo prese per indicarne una ferita che si stava rimarginando in maniera similare ad un ramo spezzato, certo il paragone non era facile, ma si poteva notare come da un punto della mutilazione si stesse generando una porzione di carne sempre più estesa che lentamente trasformava il vecchio moncone in una parte secca ed inutile che dopo il corpo eliminava come se fosse un comedone.

    Ma quelli sono i topi preparati.
    Hanno un sistema immunitario forte, chakra e sono stati immunizzati contro una buona parte di veleni naturali.
    I topi normali… beh non se la vedono bene.


    A sinistra infatti c’erano 5 roditori in vari stadi di quello che pareva essere avvelenamento, il primo era evidentemente aggressivo, il secondo spaesato e sul terzo, i peli mancanti facevano notare una curiosa vasodilatazione che striava il topo di un verde del tutto innaturale.
    Il quarto era evidentemente con un piede nella fossa ed il respiro accelerato rilasciava di quando dei vapori che tutto erano fuorchè salubri.
    Il quindo era ormai morto, coperto di grossi lividi e da quelle che solo ad un primo sguardo parevano verruche, ma in realtà erano germogli.

    Capisci di cosa stiamo parlando?
    Di quanto possa essere pericoloso essere inadatti a questo genere di cose?
    Capisci che non basta stare a fissare le lancette dell’orologio perché tutto si sistemi e vada come tu credi che debba andare?
    Se non altro c’è una cosa curiosa.


    Fece un cenno della testa per mostrarle che un iniezione di sangue dei topi preparati era in grado di salvare persino il topo al quarto stadio.

    Stanno cercando di evitare, come dire, effetti collaterali troppo definitivi.
    Tuttavia sembra che dopo l’iniezione di sangue i topi normali, seppur successivamente addestrati, sviluppino la totale immunità al composto, come se le cellule si fossero stabilizzate.
    O quantomeno questo è ciò che mi hanno spiegato.
    Il problema è che non tutti sono interessati ad una modifica così profonda del loro corpo, quindi sintetizzare quella specie di antidoto dal sangue umano è impossibile, si potrebbe farlo sperimentando sulle scimmie, ma ci sarebbe sempre un certo margine di errore che invece la crescita delle tue capacità fisiche eliminerebbe quasi totalmente.


    Si sarebbe voltato a guardarla.

    Io ai miei ninja ci tengo.
    E per quanto il tuo carattere faccia schifo ti reputo persino più importante di un ninja qualsiasi.
    Spero questa sia l’ultima volta che darai a me la colpa ed inizierai a lavorare sulle tue mancanze.


    E senza aggiungere altro l’avrebbe lasciata li, ad osservare quanto la fretta potesse essere deleteria per la bellezza che tanto voleva preservare.

    E comunque i capelli ti stanno meglio così, slanciano il collo.





    [Satoru]

    Il piccolo tengu, pur non avendolo alzò un sopracciglio, dubbioso.

    Tutte queste incertezze eppure guarda come ti muovi sicuro.
    Hai appena ammesso di non sapere nulla… eppure hai scelto di condannarli.


    Il piccolo pennuto era ormai atterrito.

    Hai sentito cosa hai detto?
    Ti ascolti quando parli?
    Hai appena esplicitamente detto di essere corrotto e di voler continuare per questa strada senza voler prendere alcun provvedimento nonostante io ti abbia allertato.
    Li hai definiti i TUOI tengu!
    Ma tu non sei ne un tengu ne tantomeno ti appartengono!
    Hai accettato di combattere ma non sai nemmeno per cosa!
    Ed il bello è che quella cosa non ferisce te, ma loro!


    Era sconvolto.

    Tu non stai proteggendo nessuno se non te stesso!
    Tu ti stai mettendo al riparo dal dolore che proverrebbe dall’effettuare le rinunce che questa strada ti porrebbe davanti!
    Mentre invece dovresti essere la loro guida, la loro salvezza, il loro tutore…


    Lo stava accusando puntandogli le sue penne primarie dritte contro la punta del naso.

    Potrai fingerti ingenuo quanto vuoi, potrai raccontarla a te stesso lunga quanto ti pare, ma TU, Satoru, stai mettendo la tua personale felicità e forse quella di Una singola tengu davanti ad un popolo intero.

    Sbuffò vistosamente quando questo gli chiese delle Lacrime.

    Utili, ma un mero palliativo.
    Fermeranno la corruzione ma non la combatteranno, dovranno stare sempre a contatto con il corrotto ed appena tolte si corre il rischio che la corruzione faccia un balzo violento e renda impossibile un loro secondo utilizzo… senza considerare che il loro numero non è illimitato.


    Se gli fosse stato chiesto se c’era una soluzione si sarebbe leggermente ammorbidito, vedendo un leggero spiraglio di speranza.

    Il sacrificio.
    Quello vero.
    Dovrai rinunciare al legame, sacrificandolo per qualcosa di puro, come è puro voler proteggere qualcuno senza riceverne niente in cambio, ne una carezza, ne un grazie… niente se non la felicità che deriva dall’averlo salvato.
    Altrimenti il tuo amore li riporterà sempre nel baratro.
    Dalla corruzione non c’è salvezza ma comprendo che sia infima e la sua forza si origini dal legame più forte che si può creare… ma non puoi farti accecare da esso e correre il rischio di condannarli tutti.
    Puoi farlo, ma se sarai così gretto… abbi la decenza di non presentarti come salvatore, perché non lo sei.
    Saresti solo l’ultimo tra gli ultimi.


    Parole dure, parole dure di un tengu tutt’altro che strano.
     
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64 replies since 21/11/2019, 00:58   1082 views
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