- Sbotta? - chiesi con un sorriso stampato sul volto nel vederlo irritato. Non so perché era una cosa che mi portava così tanta gioia, quella. - Io non sbotto. Mi diverto nel vederti piccolo scimpanzè adolescente. Vuoi una banana? - Chiesi divertito anche nel vedere la guancia rossa che gli era rimasta. - Questa è una lezione. Viene trattata come una lezione e te ne ricorderai proprio in virtù della lezione che è. Non importa se ti piace o non ti piace: sono stato chiamato per fare di te una persona, non una scimmia. - A quel punto pensavo di essere stato chiaro con il tipo venuto da Kiri, ma dovetti ricredermi poco dopo, quando mi diede del "tu". - Per te sono Tasaki-sama, - dissi mentre la mia mano a palmo aperto si mosse veloce - SA1Velocità: 550, Forza: 100 verso la guancia sinistra del ragazzo: difficilmente avrebbe potuto evitarla considerando il tutto. - Vedo che sei un caso disperato, ma non ti preoccupare. Io curo anche i casi più disperati. Facciamo così: ogni volta che mi dai del "tu" invece del Lei, ti prendo a schiaffi, cosa che non ha fatto tua madre... Così si divertono anche gli altri, - alla fine dei conti saremmo stati lì per tutto il tempo necessario, senza alcun problema. Alla sua seconda frase sarebbe volato un altro schiaffo - SA2Stesse stat: - Tu, invece, ascolterai me visto che sono l'unica cosa che ti divide dall'iniziare a saltare sui banchi e ricoprire di feci le mura di questo locale. Ah e non mi importa se hai mai discusso su ciò o no. Ficcatelo in testa: di te non importa niente a nessuno e pare che non importi nemmeno ai tuoi famigliari, forse per la tua medesima colpa. A proposito, - indicai la porta, - Non ti sto mica trattenendo qui a forza. Se non vuoi evolvere, non evolvere. Se vuoi restare così, con i vestiti stroppicciati, la faccia scema e l'intelligenza a 0 senza conoscere niente di niente, - indicai di nuovo la porta, - Prego. A quel punto mi sarei fermato aspettando che se ne andasse a Kiri, dove forse viveva insieme ai maiali. - D'altro canto, se vuoi imparare e non sembrare una prostituta dei bassi ranghi di Kiri, allora resta. Fammi vedere che sei in grado di controllare il tuo cervello e comportarti come una persona e non come un animale. - -"Fammi vedere quanto vali".

Alla fine dei conti il messaggio non ci era arrivato in nessun modo. Nemmeno con gli schiaffi. Non lo voleva propri imparare il galateo. In effetti sembrava proprio la persona piùanti-galateo che avevo mai conosciuto nella mia vita. Se avesse mai cambiato il proprio modo di vedere le cose? Questo di certo non lo potevo sapere e sinceramente non me ne importava molto. Alla fine dei conti dimostrò di non valere proprio niente, alzandosi ammettendo la sconfitta. Prima di andarsene da quel posto, però, ebbe persino da ridire su tutto quello che non aveva voluto imparare o sentire o ascoltare. - Non dire bugie. - Tagliai corto. - Se ti dispiacesse davvero tanto per la mia vista resteresti qui a parlarne e invece scappi. Io sarò pure cieco, ma tu sei un codardo senza morale. Non andrai da nessuna parte; non diventerai mai un ninja di valore. Sei destinato all'oblio e al dimenticatoio. Parli dell'aver perso un confronto eppure sei vicino alla porta che tremi. - L'unica cosa che dovetti aggiungere prima che quel tipo strano se ne andasse, fu qualcosa tipo: - Non parlare a nome degli altri e sono sicuro che c'incontreremo prima o poi, quando capirai il motivo per cui la precisione, la consocenza, l'essere in grado di vivere in una società sono cose importanti. - Alla fine dei conti lo strano ragazzo di Kiri pensò bene di dire anche un'altra frase che mi fece abbastanza sorridere. Certo, non lo diedi assolutamente a notare; per lo meno non sorrisi facendolo notare al ragazzo o ai suoi compagni. - Le bugie non fanno per te? Questa mi sembra una bugia... - Dissi senza salutare quel tipo. - E alla prossima volta ricordati: i bambini viziati non piacciono a nessuno. - - In realtà non sapevo proprio se il Destino mi avrebbe fatto reincontrare con quel tizio. A dire la verità speravo di sì per un semplice motivo: volevo vedere cosa mi avrebbe detto una volta che sarebbero trascorsi gli anni. Perché ero certo che alla fine dei conti non ci sarebbe riuscito... a fare nulla. Sarebbe rimasto sempre allo stesso punto; sempre testardo, sempre non voglioso di smuoversi dalle proprie posizioni, per niente voglioso di andare oltre sé stesso.
Un po' come me, - pensai mentre mi risposizionavo dinnanzi agli altri studenti che forse non avevano la voglia di studiare e per questo non erano sinceri, ma facevano comunque qualcosa controvoglia.