Incontri Mondani

Atto III
Le buone intenzioni †

Diogene afferrò l'ampolla quasi con avidità: nei suoi occhi si scrutava quella luce tipica dei curiosi, di coloro perennemente alla ricerca del potere e della conoscenza, la luce di coloro che non sanno accontentarsi di quello che si dà davanti ai loro occhi. Il Kokage era un uomo di cultura, un uomo di disciplina e zelo ed ogni centimetro del suo corpo trasudava carisma. Stargli accanto era un piacere ed un onore per un ninja del mio calibro. Nonostante in un meandro della mia mente avessi ancora ben vividi i ricordi delle vicende della Rosa e quelli della Chiamata, niente mi spingeva a odiare - paradossalmente, aggiungerei. Nel Garth vedevo soltanto un uomo esperto, non riuscivo a scorgere la minaccia che il mio predecessore mi aveva raccontato potesse essere. Lo Spirito del Mondo che tramava nell'ombra adesso, per me, era come un faro nel buio della notte. Onore a te, Inquisitore di Kiri. Disse Aloysius mentre io ricambiavo con un gesto della testa.
Aveva finalmente sorseggiato il Sangue, il mio ricettacolo di potere e conoscenza, ed era stato là dove ero stato io, aveva visto ciò che avevo visto io. I ricordi del mio passato erano serviti per ravvivare i suoi, per fargli comprendere ciò che ero diventato, ciò che ero sempre stato e ciò che sarei potuto essere assieme a lui. Dopo le mie domande, il Kage del Suono non tardò ad esternare le sue reali intenzioni. La guerra, Kensei. Solo la guerra può riportare l'ordine in questo continente. Ad uno ad uno tutti i nemici dovranno cadere, conquisteremo le loro terre e poi ne detteremo noi le leggi per guidare i popoli verso un radioso futuro. Il mio occhio ora è puntato sui Cremisi e sul Paese del Fulmine che hanno soggiogato...iniziando con un territorio così vasto daremo un forte messaggio a Cremisi, Ame, Hayate e chi ne a più ne metta dando inizio ad un periodo di sangue. Le parole del Mikawa mi colsero alla sprovvista. Non tanto per il contenuto quanto per la tempistica. C'era qualcosa di strano anche per il sottoscritto, qualcosa che avrebbe stonato, qualcosa di ... pericoloso. Forse non nel suo piano ma nell'ottica di una visione più ampia: avevamo davvero le forze per sconfiggere Kumo? Avevamo davvero gli uomini, le conoscenze per attaccare il paese del Fulmine? Eravamo adeguatamente equipaggiati per quel tipo di missione? E soprattutto, potevamo contare sui nostri alleati? Lasciai che l'uomo terminasse la sua frase prima di rispondere esternandomi in qualcosa che neanche io pensavo che mi sarei mai trovato a dire. Sono d'accordo, Aloysius, ma non credo che questo sia il mono migliore d'agire. Ho alcune osservazioni ... ma non riuscii a proseguire il discorso: il Colosso del Sangue mi gettò tra le braccia uno scalpo inciso. Quando lo aprii vidi parole che non fui in grado di leggere in un primo istante; la promessa, tuttavia, al mio fianco vibrò, parlando con quel frammento di anima che albergava nel suo acciaio. Quella lingua è antica e persa nel tempo, Kensei. Si tratta delle indicazioni per l'attivazione di un rituale di forgiatura di una spada dalle incredibili capacità, una spada che tu hai già incontrato, la Saishu heiki. [Note]Eredità Kenkichi [Generica]

La Yakusoku Kenkichi, la Promessa, contiene in sé le anime delle spade dei primi maestri Kenkichi, e ne rammenta dunque gran parte delle capacità. Chiunque la possieda, tramite la meditazione, può accedere a queste conoscenze perdute, cercando di trarne insegnamento.

Cronache del Sangue Guerriero
Conoscenza: L'utilizzatore conosce e ha memoria della maggior parte delle antiche tradizioni e dei costumi degli utilizzatori di Kenjutsu affrontati dai Kenkichi del passato, le cui anime risiedono nella Yakusoku. Può, a discrezione del QM, fornire informazioni più o meno specifiche su un determinato luogo se è stato abitato o frequentato per un lungo periodo da questi combattenti.
[Da genin in su]

Anime Complementari nel Sangue
Arte: L'utilizzatore, tramite una meditazione di almeno un round completo, può entrare in comunione con la sua Arma Kenkichi. Indipendentemente dalla distanza, saprà dove si trova l'arma in quel momento e avrà una minima visione dell'ambiente circostante in un raggio di 3 metri. Non può utilizzare questa capacità se ha volutamente ceduto l'arma per poterla usare per lo spionaggio, a meno di forti motivazioni psicologiche.
(Consumo: Medio)
[Da genin in su]

Mente Condivisa nel Sangue
Speciale: L'utilizzatore e la Yakusoku hanno stretto un legame spirituale fortissimo, rendendo l'arma capace di manifestare nettamente la propria volontà. In caso di situazioni che mettono a repentaglio la salute mentale dell'utilizzatore, ella può manifestarsi nel suo mondo interiore, prendendo le redini del corpo e sostituendone la personalità.
[Da chunin in su]

Acciaio del Mio Sangue
Conoscenza: L'utilizzatore può studiare una spada e valutarne il valore e le proprietà. Posto uno studio di almeno un round, può comprendere fino a una tecnica per grado che è stata utilizzata con quell'arma nell'ultimo mese.
[Da chunin in su]

Carne e Sangue, Acciaio e Sangue
Speciale: L'utilizzatore, meditando per cinque minuti, entra in comunione con la Yakusoku, scendendo nel suo mondo interiore per comunicare con essa. Se presenti una o più armi Kenkichi, altri utilizzatori della Tecnica Speciale consenzienti o membri del Clan Mikawa consenzienti, può accoglierli nel mondo interiore. Ciò che avviene nel mondo interiore è illusorio e non ha alcuna ripercussione nel mondo reale, anche il tempo scorre diversamente, dato che un round reale corrisponde a dieci round illusori.
[Da jonin in su] I ricordi del Kagome affiorarono nella mia mente come appena vissuti: un tumulto di passione e fervore mi investì riportandomi su quel tempo in cima alla gelida montagna della Rosa d'Acciaio nel quale io, Kyobi, Garui, Diamera e Morua affrontammo con fatica l'anziana saggia posseduta ed il Garth mutato durante il rituale. Feci un breve sospiro, buttano lo sguardo sullo scontro che avveniva sotto di noi. I due ninja stavano dimostrando grandi capacità ma la mia attenzione richiedeva tutta la mia concentrazione da altre parti. Mi rivoltai verso Mikawa e lasciai che continuasse a presentare la sua proposta. Conosco solo una persona che sarebbe in grado di forgiare un'arma simile e abbastanza vecchio da conoscere meglio di tutti la storia dei nostri clan. Talaltro è stato proprio leggendo uno dei suoi scritti che, quella stessa notte, una voce di aveva suggerito di spingermi nel Bosco dell'Upupa...il suo nome è Loxion Mikawa. Sorrisi, sentendolo parlare in quel modo. Se solo mi avessi contattato prima probabilmente ti avrei risparmiato di molto la fatica. Il tono era bonario ma lasciai che l'uomo capisse ciò che voleva da quella frase, senza espormi più di tanto. Sarò lieto di accompagnarmi ovunque tu ritenga opportuna la mia presenza, Diogene, specialmente se si tratta di affari del nostro clan. Come saprai molti dei membri che hanno vissuto le avventure con Midorinaka alla Rosa si sono trasferiti a Kiri e mi hanno aiutato a rifondare il nostro clan. Benché non sia ancora il capo del mio clan ho ragione di credere che non declineranno una eventuale nostra richiesta di aiuto. Feci una breve pausa perché stavo per cambiare discorso, per affrontare qualcosa che mi stava molto a cuore. Non credo che il tuo piano per affrontare Kumo sia il giusto punto di partenza, Aloysius. Tornai a guardare il Tokugawa e l'Otese combattere. Vedi Youshi e Harumi? Loro rappresentano bene Kiri ed Oto. Sono instancabili, sono disposti a tutto, sono abiliti, sono furbi e ... sanno essere letali. La Kunoichi si era illuminata di un certo bagliore oscuro. Era evidente che quella ragazzina nascondesse qualcosa di grosso. Ma se dovessi definire Konoha? E se dovessi parlare di Suna? Loro non sono come noi, Diogene, non lo sono affatto. Riportai lo sguardo sul mio interlocutore. Per sconfiggere Kumo noi non bastiamo. Abbiamo bisogno di Konoha e Suna. Ma io con quei paesi non ci voglio avere niente a che fare. Parliamoci chiaro: io non mi fido di Raizen Ikigami. È viscido, è scontroso, è testardo. Ha avuto il coraggio di venire a minacciarmi in Amministrazione il giorno del mio insediamento - durante un giorno di festa per Kiri! Raizen è pericoloso per l'equilibrio dell'alleanza tra villaggi. Guardai il Kokage: non avevo idea di cosa pensasse della Montagna del Fuoco ma le mie intenzioni erano piuttosto chiare. Contro il giovane prodigio di Suna non ho assolutamente niente. Mi domando però se è un ninja in grado di prendere le decisioni che vanno prese, se abbia il coraggio di fare ciò che va fatto. In ogni caso non lo vedo molto affine alle nostre visioni. Presi una ennesima pausa. Dobbiamo partire dai villaggi a noi più vicini, Mikawa. Dobbiamo conquistare piccoli territori, espandere le nostre zone di influenza, avere più ninja nei nostri ranghi, essere numericamente più importanti. Solo così potremmo pensare di dettare legge sia nei seggi Accademici sia per le decisioni da prendere. Io non sono contrario all'Accademia, Aloysius: io sono contrario a questa accademia. Io voglio che i villaggi non si attacchino tra loro perché un attacco significherebbe l'annientamento reciproco di tutti i quattro villaggi nascosti. Non voglio amicizie fraterne e strette di mano. Nessuno ha bisogno di essere compiaciuto. Onore, gloria e rispetto.
Tacqui, infine, riportando lo sguardo sui due contendenti. E tu un tuo deterrente me lo hai appena mostrato qui in arena, non è vero?

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