Crisi all'Ombra del FerroEvocazioni per Youshi

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    All'Ombra del Ferro

    VIII

    Il mio maestro dimostrò nuovamente la sua supremazia nella conoscenza della tecnica segreta del nostro clan, usava tecniche di cui non ero minimamente a conoscenza e, nel vedere il suo braccio spuntare dall'ombra di Motonori bloccando il mio attacco, rimasi basito. Ma quello che accadde dopo stupì entrambi i Tokugawa presenti nel vicolo: Motonori venne spinto contro la mia mano affilata da una mano di terra controllata dal ninja di Konoha, ponendo la parola "fine" all'esistenza del guerrafondaio del Paese del Ferro.
    Sorrisi in direzione del Senju quando rispose a mio nonno, aveva ragione: non ero solo. Eravamo riusciti a concludere la missione, assassinando il protetto di Ossuri-sama, sebbene fossi ancora distante dalle capacità di mio nonno, insieme eravamo riusciti a superarlo, a rendere vane le sue difese. Aveva ragione, forse ero ancora immaturo e la strada per raggiungere la sua conoscenza era ancora lunga e tortuoso, ma in quel istante - quando la mano perforò il polmone di Motonori - era stato compiuto uno dei tanti piccoli passi che mi avvicinavano a lui. Non ero più il bambino che addestrava nel giardino di casa, non ero nemmeno il giovane genin che aveva visto entrare nella Mano Nera; stavo crescendo, diventando più forte e accumulando esperienza, forse se ne era finalmente reso conto.
    No, nonno, aspetta! dissi in sua direzione un attimo prima che se ne andasse insieme all'altro Karasutengu, avevo molto di cui chiedergli, ma non mi ascoltò e, così come era arrivato, sparì.

    Ascoltate le parole di Kenku-san, alzai lo sguardo dal cadavere riverso a terra, appoggiai prima lo sguardo su di lui e poi verso Yato-san, quindi con voce leggera risposi Ti sbagli, Kenku-san, ce l'abbiamo fatta. Da solo non avrei potuto nulla quindi sorrisi in direzione del Karasutengu.
    Le parole dello shinobi della foglia ci riportarono all'imminenza della situazione: il cadavere andava eliminato per non lasciare tracce, mi affidò una cartabomba da lasciare sul corpo e mi anticipò nella ritirata verso la base operativa.
    Presi la carta bomba e la attivai, dandole un tempo di esplosione di una ventina di secondi, nel porla sul cadavere notai una busta bianca su cui era riportato il simbolo di Taki del Paese delle Cascate. Non esitai a prenderla, che tipo di contatti poteva avere, infatti, Motonari con quel villaggio? La busta e la lettera, una volta che la presi, iniziarono a scottare bruciandomi le dita della mano, non un dolore incredibile, ma se le era stata posta un tale sistema di sicurezza allora significava che il suo contenuto era altrettanto scottante. [ Ustione DnT Leggero ] Le informazioni ivi contenute mi stupirono e diedero nuove prospettive all'esordio della guerra tra il Paese del Ferro e i Tengu. Da quella lettera, infatti, si poteva evincere che: una non ben definita "nuova taki" - che già faceva pensare a un movimento insurrezionalista che non si rispecchiava nel governo del paese delle cascate - avesse, tramite la promessa di forza e potere da parte di una "Signora", spinto Motonori a combattere i tengu. L'obiettivo, così dicevano nella lettera, era ottenere "parte delle spoglie di guerra" e consegnare il metallo dei tengu ad Hanta. Dalle parole successive si rese palese il doppiogioco dell'uomo riverso a terra, queste informazioni, questi intenti, non erano stati rivelati a tutti i samurai, ma erano informazioni unicamente in suo possesso.
    Di tutte quelle informazioni però, l'unica che si stampò nella mia mente, che accese in me una spasmodica curiosità e desiderio di possesso, venne riportata tra due virgole anticipata dal nome del possessore "Il Guardacaccia Benimaru Nikaido, portatore di Ago" Possibile che si trattasse di quell'Ago, la spada leggendaria appartenuta a kiri e data per dispersa da secoli?
    Tutte quelle informazioni dovevano essere riportate immediatamente a Kensei-sama, lui avrebbe deciso se condividerle con l'Accademia, ma quello che mi premeva sarebbe stato il suo permesso di formare un team e appurare se Benimaru Nikaido fosse in possesso veramente della spada di Kiri.

    Avevo tardato, leggendo la lettera e lasciandomi andare a quei pensieri, le guardie del corpo di Motornori fecero irruzione nel vicolo. Solo due di questi ebbero l'ardire di lanciarsi contro di me armati delle loro katane, con il primo attacco tentò di decapitarmi, il colpo era piuttosto veloce ma, impastando un po' di chakra per velocizzare i miei riflessi, non ebbi difficoltà a schivarlo abbassandomi e lasciando che la lama scorresse qualche centimetro sopra al mio capo. [ I Slot Difesa - Schivata | Rifl 600, Basso] Mi stavano attaccando entrambi frontalmente, per questo non ebbi difficoltà a vedere partire l'attacco del suo compagno: un affondo al torace. Nuovamente impastai del chakra per facilitare la schivata, torcendo il busto e lasciando andare la lama a vuoto. [ II Slot Difesa - Schivata | Rifl 600, Basso] Immediatamente, una volta che il colpo era andato a vuoto, tentò di colpirmi con un fendente discendente alla spalla. Non avevo spazio di manovra e la posizione in cui mi trovavo, rannicchiato e con il busto ancora in torsione, mi era pressoché impossibile schivare il colpo, decisi quindi di aumentare la mia resistenza e lasciare che fossero i miei parabraccia ad impattare il colpo. Alzai il braccio irrorato di chakra e subii il colpo che, sebbene mitigato dalla protezione, dimostrò avere una discreta potenza. [ III Slot Difesa - Parata | Rifl 550, Res 500 Basso | Pot Difensiva 25, Pot Offensiva 40, 1,5 Leggere][Parabraccia in cuoio]
    Nel frattempo l'altro samurai si era mosso alle mie spalle tentando nuovamente di decapitarmi, questa volta però avevo uno spazio per schivare, quindi, non rialzandomi dalla mia posizione, mi tuffai sulla mia destra e, dopo aver rotolato per un tre metri circa, mi sarei rialzato lanciando uno sguardo compiaciuto in loro direzione. [ IV Slot Difesa - Schivata | Rifl 600, Basso]
    Signori, è stato un piacere il boato dell'esplosione si sarebbe sentito anche dal palazzo amministrativo, lo spostamento d'aria, probabilmente, avrebbe velocizzato la demolizione del palazzo in fiamme e i due samurai difficilmente sarebbero sopravvissuti ad un'esplosione così vicini.
    Composto il sigillo necessario, tutto intorno a me sarebbe calata una fitta nebbia che avrebbe coperto il vicolo e la strada in un raggio di diciotto metri circa. [ Slot Tecnica - Velo di Nebbia, MedioBasso]
    Quindi, con il favore della nebbia e lo scompiglio che l'esplosione e l'incendio avrebbero potuto verosimilmente scatenare nella cittadina, dopo aver corso rapidamente tra qualche vicolo, mi sarei tuffato nella strada affollata e, con l'ausilio della tecnica della trasformazione, mi sarei confuso tra la folla muovendomi rapido verso la nostra base operativa non perdendo il sorriso nel ricordo di ciò che era appena accaduto e delle informazioni che avevo appena recuperato.
     
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    Crisi nel Ferro


    Ombre di Fuoco e Nebbia 9

    Ero fuggito per i vicoli e sembrava che la mia tattica diversiva con le illusioni stesse dando buoni frutti. Non avevo idea che ciò che stava trattenendo eventuali inseguitori era in realtà Youshi, distratto da una lettera al punto da perder tempo e trovarsi circondato. Le informazioni raccolte ovviamente erano di estrema rilevanza, ma trovarsi contro due samurai armati e pericolosi non fu salutare per la sua salute. Forte di una maggiore agilità riuscì a schivare gran parte degli attacchi, ricorrendo solo una volta al suo parabraccio con danni comunque contenuti, tuttavia quando venne circondato giocò male le sue carte, e sebbene fosse riuscito a schivare un tentativo di decapitazione, mentre scartava lateralmente due fendenti ascendenti lo raggiunsero in pieno, con danni tutt'altro che insignificanti [Difesa Omessa]!
    Il quinto attacco era un attacco ascendente simultaneo sia frontale che posteriore. A ogni attacco DEVE corrispondere una difesa dichiarata. Avresti dovuto specificare che, con quinto slot difesa (un azione convertito magari), continuavi volutamente a rotolare per evitarlo, ma non lo hai minimamente citato, quindi subisci un danno

    Vieni colpito da entrambi gli attacchi mentre rotoli, fortunatamente poco profondi visto che eri in movimento, finendo per ricevere due ferite Gravi al torace (8 Leggere), la Henge si interrompe (si era già disfatta in precedenza in realtà)
    Fortunatamente l'esplosione e il successivo Velo di Nebbia gli permisero di mettersi in salvo e fuggire, ma sanguinava copiosamente e sarebbe stato facile per gli inseguitori raggiungerlo, a meno di inventarsi qualcosa per coprire le tracce. Comunque andasse aveva comunque un pò di vantaggio e in qualche modo non notò nessuno alle sue spalle mentre cercava di raggiungere la locanda che faceva loro da base. Con quelle brutte ferite era impossibile sfruttare il cento per cento del suo fisico senza ripercussioni, e sentiva chiaramente il sapore del sangue in bocca, ma era vivo e se la era cavata, in qualche modo. Per fortuna un paio di artigli saldi lo afferrarono sollevandolo da terra: era Kenku! Youshi-sama, mi ero preoccupato Volare trasportando una persona non è semplicissimo, ma intanto userò i miei corvi per spargere sangue in giro e confondere le tracce. Posso controllare lo stormo e suddividerlo in tre gruppi, se voglio, per distanze considerevoli se mi concentro. Con il suo aiuto sarebbe stato facile tornare al punto di incontro, e lasciatolo sulla porta si sarebbe appostato sul tetto.

    Ero nella sala comune della locanda assieme ad Hangetsu-san, quando la porta si aprì e Youshi fece il suo ingresso, ferito e francamente con una pessima cera. Che è successo? Ti hanno raggiunto? Scattai in piedi, e con me anche il caposquadra, per andare a soccorrerlo. Ferite di Katana... Disse con occhio esperto, mentre il cane guizzava fuori dalla porta, forse di vedetta. Hangetsu-san, più rapido di me, afferrò Youshi su un lato in modo che si potesse appoggiare mentre lo conduceva verso il divano. Molto sangue...non mi piace.Penserà Ludo a farlo sparire, tu occupati della ferita. Cosa è successo, Youshi? Yato mi ha detto che era andato tutto bene fino a quando non vi siete separati. Usai rapidamente un mio genjutsu con lo scopo di anestetizzare le ferite [Tecnica delle Mani curative Fantasma] così da permettere al Tokugawa di muoversi e respirare più liberamente, mentre con le normali Mani Curative avrei iniziai a trattare la ferita superficialmente. Il resto lo avrei affrontato con le mie conoscenze mediche e col kit che avevamo appresso.

    Una volta ricevuto il rapporto di Youshi, e stabilizzate le ferite, il caposquadra tirò un lungo sospiro di sollievo. Avresti dovuto dirmi che Ossuri era qui per la missione e non per tenere d'occhio te. Avete corso un enorme rischio: vi avrei mandato assieme a Ludo per tenere a bada il vecchio. Borbottò. Ma almeno è finita bene. Questo però dovrò riportarlo sul rapporto finale. La morte di Motonari tranquillizzerà la regione, e se non vi hanno identificato allora non sapranno quali ninja accusare...faremo circolare voci che mettano nei guai Taki. Anuuii, pur gettando uno sguardo torvo al Tokugawa. Avevamo collaborato, e bene, ma tacere le informazioni su suo nonno sarebbe potuto essere fatale per entrambi. Anche se il risultato era stato buono, certamente avrei catalogato Youshi come poco affidabile, almeno per qualche tempo. Cerca di non muoverti troppo e dovresti guarire completamente nel giro di tre giorni. Fammi dare uno sguardo anche alle mani: hai il parabraccia scheggiato, non vorrei ci fosse qualche danno all'osso. Ero comunque il ninja medico del team. E ora cosa pensi che farai con tuo Nonno? Stava di fatto opponendosi a una missione accademica per motivi personali. La mia era un'obiezione molto semplice, ma sensata, e anche Hangetsu si fece scuro in volto: forse sperava che nessuno di noi due sollevasse la questione per insabbiarla velocemente. E' una faccenda spinosa ma...

    Credo non ci sarà bisogno di fare alcunchè, visto che alla fine vi ho aiutato. La voce del vecchio mi fece sobbalzare! Pareva che venisse da dietro il divano, nello specifico dall'ombra che gettava sul suolo. Le luci saltarono per una frazione di secondo creando un buio completo, e quando si riaccesero lui era là in piedi davanti a noi, a forse tre metri da me e Youshi e magari quattro dalla poltrona di Hangetsu. Il caposquadra sembrava rilassato ma il suo occhio sinistro era diventato rosso quando il chakra aveva risvegliato le proprietà dello Sharingan: era evidentemente pronto a qualunque cosa. Tuttavia Ossuri, che levò il cappuccio mostrando il volto severo, non pareva avere intenzioni bellicose. Il mio onore mi imponeva di difendere quel pezzo di sterco di Motonari, e ci ho provato al meglio delle mie capacità...più o meno. Che si fosse in qualche modo trattenuto? Ma se un mio allievo ha l'ordine di ucciderlo e riesce, allora il mio onore è intatto in quanto maestro che non si è risparmiato contro il suo allievo. Kenku aveva ragione. Tuttavia sapevo della vostra missione, e so che dovevate evitare che l'omicidio fosse riconducibile all'accademia. Avrebbe fatto un passo verso Youshi, mentre io lo fissavo pronto a reagire. E tu invece, sciocco nipote, non solo ti sei fatto ferire, ma sei scappato usando il Velo di Nebbia, che è il marchio del nostro Villaggio Segreto. Lasciando un biglietto con scritto "sono di Kiri" avresti reso meno palese la tua origine. Scosse il capo, indispettito, mentre sia io che Hangetsu-san consideravamo la cosa. Ho dovuto uccidere tutte le guardie del corpo che avevano visto il jutsu. Quindi avendo salvaguardato la missione direi che siamo pari. Deglutii, trovandomi a dargli ragione, e lo stesso valeva per il caposquadra, che tuttavia non mancò di fare un commento sarcastico. Ossuri-san. E' un piacere vedere che sa perdere con sportività. Il vecchio lo guardò di sbieco. Sempre impertinente ragazzino. Troppo impertinente.

    Quindi si rivolse a Youshi. Come ti ho detto sei immaturo. Ma sei cresciuto. Forse il tuo ruolo a Kiri non è così scontato, se ti sprona a migliorare. Frugò tra le pieghe della tunica estraendo un singolo rotolo di carta, a malapena un foglio, e una penna nera, forse di corvo ma estremamente elegante e dalla punta intinta di qualcosa che poteva sembrare sangue. Quando torneremo al villaggio passeremo alla fase successiva del tuo addestramento, e ti insegnerò le altre tecniche del nostro clan. Non sembrava una proposta, ma qualcosa a metà tra un ordine e un premio. E dopo aver parlato con Yahane e con Ura-Sojobo, leader del KarasuTengu, mi hanno sostanzialmente imposto di darti questo. Scrivi il tuo nome su questo foglio di carta, usando il tuo sangue come inchiostro. Fortunatamente ne hai sparso in giro in abbondanza. Persino io mi accigliai a quella frecciatina. Dunque quel foglio così semplice è il Contratto dei KarasuTengu? Mi aspettavo qualcosa di più elaborato I KarasuTengu sono servitori del sovrano dei Tengu. Lo stesso ura-Sojobo è l'ombra del Sovrano, ed è signore di tutti i KarasuTengu. Non hanno bisogno di orpelli o decorazioni, nè di inutili chincaglierie. Fanno il loro lavoro e lo fanno con orgoglio. Ma quel foglio è bianco...non c'è scritto nulla. Puntualizzai, ottenendo uno sguardo severo da parte del vecchio. La carta non conta, ed è fin troppo banale per rappresentare il clan di chi serve nell'ombra. Il vero contratto è la piuma. Dopo aver scritto il tuo nome, la piuma lo ricorderà. La carta potremo bruciarla, è del tutto irrilevante. Ora sbrigati e scrivi. Ho parlato con Kenku e sarebbe lieto che tu usassi il Richiamo per portarlo a te.

    Sembrava che tutto si fosse concluso, finalmente...Youshi doveva solo dimostrare di essere un degno evocatore, guarire e riprendere il suo addestramento. Hangetsu si sarebbe occupato di far circolare voci false e di tenerci nascosti per qualche giorno, prima del nostro rientro nei territori accademici.
     
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    All'ombra del Ferro

    IX

    Avevo sottovalutato l'agilità di quei samurai, schivati la maggior parte degli attacchi, rotolando per terra evitando un tentativo di decapitazione, non riuscii a eludere i loro attacchi successivi che mi colpirono al torace provocando due ferite critiche.
    Fortunatamente, l'esplosione e il velo di nebbia, mi permisero di fuggire dal vicolo, sebbene sentissi distintamente il sapore ferroso del sangue in bocca e, anche mischiandomi tra la folla con l'aiuto di una Henge, stessi lasciando diverse tracce di sangue a terra. Fu Kenku-san a, nuovamente, venire in mio soccorso, sentii i suoi artigli afferrarmi e poi perdere il contatto con il terreno iniziando rapidamente a volare. Ti ringrazio, Kenku-san... Coff Coff Tossendo altro sangue venne richiamato alla bocca, avevo bisogno di cure e rapidamente.

    Una volta arrivato alla locanda, venni subito soccorso dal jonin e il genin di Konoha, quest'ultimo si prese immediatamente cura delle mie ferite donandomi maggiore sollievo. Mi lasciai cadere su una sedia, un ronzio in testa ovattava le loro domande Stavo eliminando il cadavere di Motonari quando due sue guardie del corpo mi hanno raggiunto, ne stavo uscendo indenne ma all'ultimo sono riusciti a colpirmi provocandomi queste ferite... dissi a denti stretti, non mi piaceva ammettere le mie debolezze, ma era evidente che, senza l'esplosione della carta bomba e il sotterfugio della nebbia oltre all'aiuto di Kenku-san, non sarei riuscito a tornare alla locanda.
    Abbassai il capo quando Hangetsu-san, mi chiese perché non l'avevo informato del ruolo di mio nonno in tutta quella faccenda, lasciai scorrere lo sguardo sul pavimento in legno, non avevo una risposta sensata, a logica avrei dovuto dirglielo era ovvio, ma qualcosa di profondo mi aveva spinto a non parlarne. Hangetsu-sama, non volevo informare l'Accademia del ruolo di mio nonno in questa faccenda, pensavo di... alzai lo sguardo verso il jonin di risolvere questa situazione senza coinvolgerla. Perché fare ricadere la cosa su Taki? Che altre informazioni non ci sono state fornite, Hangetsu-sama, su questa missione?
    Spostai lo sguardo verso il Senju, si stava prendendo cura delle mie ferite e mi aggiornò sulla mia situazione, alla sua richiesta allungai il braccio dolorante così che potesse dargli un'occhiata Ti ringrazio, Yato-san. E perdonami, se puoi, per averti messo in pericolo con il mio silenzio quando mi domandò cosa avrei fatto nei confronti di mio nonno, la mia espressione di fece scura in volto, una volta rialzato lo sguardo avrei così risposto Proverò a parlarci, ci sono molto cose che gli devo chiedere, quel uomo è custode di molti più segreti di quello che dà da pensare. Ma ripeto, vorrei che la sua presenza non fosse riportata nel suo rapporto, Hangetsu-sama. Mi rivolsi così al Jonin, il quale, dopo poche parole, venne interrotto da una voce familiare: Ossuri-sama, era lì!

    Il mio sguardo si illuminò e si mosse rapido verso la direzione da cui proveniva la sua voce. Il tempo non lo aveva intaccato, non c'erano nuove rughe a solcargli il viso e la voce, perentoria, non era mutata, rimanendo così profonda e severa. Dopo essersi giustificato per le sue azioni, parlato d'onore, si rivolse a me facendomi la ramanzina per essermi fatto ferire e per aver utilizzato il velo di nebbia. Abbassai il viso pieno di vergogna, lo stavo nuovamente deludendo, serrai la mascella quando sentii il dolore nel constatare ciò, mi ero promesso che non sarebbe più accaduto Mi perdoni, Ossuri-sama. La strada è molta ma il passo inarrestabile
    Quindi, alle sue parole dure, seguirono la cosa più vicina ad un complimento da quando l'avevo conosciuto. Aveva ammesso la mia crescita nelle arti ninja e, per questo, mi riteneva pronto a passare alla seconda fase del nostro addestramento; i miei occhi si accesso di curiosità, erano anni che non avevo più l'onore di allenarmi con lui, da quando ero entrato nella Mano Nera passavo le ore pomeridiane ad addestrarmi con i miei compagni di squadra. Sarà un onore, Ossuri-sensei
    Ma, per ciò che disse dopo, non trovai parole con cui rispondere, abbassai unicamente il capo in segno di ringraziamento. I KarasuTengu, venuti a sapere di ciò che era accaduto, volevano che mi legassi a loro tramite contratto, per un attimo dimenticai le ferite e le dure parole di mio nonno. Con un larghissimo sorriso, presi quella piuma nera e la guardia con attenzione, ero così sorpreso e contento, che non curai la frecciatina che mi rivolse rispetto al mio sangue; ascoltai però con attenzione ciò che disse rispetto al contratto e la piuma. Così sia dissi, apportando la mia firma sul foglio candido. Quindi alzai lo sguardo verso Ossuri, anche se non l'avrebbe mai ammesso, lentamente, ma come ho detto, inesorabilmente, mi stavo avvicinando a lui e, nel farlo, acquisivo suoi tratti, sue caratteristiche. A quel punto composi i sigilli necessari, usai un po' di sangue fresco che avevo sulle vesti per evocare Kenku-san e così mi sarei rivolto al tengu che si era presentato la sera prima nella mia stanza Ringrazio te, Kenku-san, e tutti i KarasuTengu, in primis Ura-Sojobo e Yahane, per l'onore che mi state facendo quindi, per quanto me lo permettevano le ferite al busto, feci un inchino in sua direzione.

    Credo che dovremo rimandare di qualche giorno l'inizio della seconda fase, maestro feci una pausa assaporando il momento. Tra le storie che mi raccontava per addormentarmi le mie preferite erano quelle che riguardavano le antiche spade di Kiri, per cui l'agitazione mi prese dato che stavo per parlargli proprio di una di quelle Forse, abbiamo rintracciato Ago, nonno dissi con un sorriso leggero in viso, il mio sguardo si spostò prima sul Senju e quindi verso il Jonin, dovevo dargli qualche informazione, il coinvolgimento della "nuova Taki" doveva essere riportato al Jonin.
    Mi sono fatto raggiungere della guardie perché, mentre posizionavo la bomba sul cadavere di Motonori, ho trovato una lettera raffigurante il simbolo di Taki il mio sguardo studiò serio l'espressione dell'Uchiha Motonori era manipolato, assoldato, da una "Signora" - probabilmente la mandante - che immagino faccia a capo ad un gruppo di ninja denominato "Nuova Taki" feci una pausa, socchiudendo gli occhi e respirando lentamente, quindi ripresi Il metallo presente nel paese dei Tengu, dopo la sua conquista, sarebbe dovuto essere portato nelle terre degli Hanta. Un uomo, la cui identità, finché non mi verrà concesso il permesso da parte del Mizukage, rimarrà un segreto, avrebbe condotto Motonari dalla Signora. Quindi mi ammutolii nuovamente, il dolore al torace era pungente e i pensieri non fornivano una sufficiente distrazione Come dicevo, Kiri deve indagare su questa persona e lo farà appena mi sarò ripreso. Oggi stesso partirà un dispaccio per il Mizukage in cui gli chiederò il permesso di formare una squadra Non avevo altro da dire e non mi sarei lasciato andare il nome del portatore di Ago. Appurati o meno i nostri sospetti, condivideremo tutte le informazioni con l'Accademia. A prova di questo, con il suo permesso, mi farebbe piacere venisse anche Yato con noi. rivolsi lo sguardo verso di lui, parlando con voce calma di chi ne conosce il valore Malgrado il nostro inconveniente feci un cenno con il capo in direzione di Ossuri-sama Ce la siamo cavata piuttosto bene, senza il tuo intervento avremmo fallito miseramente. La tua esperienza e le tue doti sarebbero sicuramente d'aiuto, inoltre rappresenteresti un secondo villaggio e l'Accademia. abbassai lo sguardo e quindi lo rialzai verso di lui Posso contare sul tuo aiuto, Yato-san? domandai infine lasciando aprirsi un sorriso leggero tra le mie labbra.
     
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    Crisi nel Ferro


    Ombre di Fuoco e Nebbia
    Conclusione

    Ossuri ebbe solo uno sguardo severo verso il nipote, ma annuì quando questi ammise che pur essendo consapevole dei suoi limiti si sarebbe impegnato. Anche io dovevo fare altrettanto con la Missione, e osservai entrambi con intensità: dovevo riavvicinarmi al Sensei, dovevo chiedergli di intensificare il mio addestramento o non sarei mai riuscito a migliorare. Osservai il rituale di Evocazione con cui Kenku apparve davanti a noi dalla sua posizione, oltre all'inchino formale con cui si rivolse al nuovo evocatore borbottando qualcosa sul fatto che Youshi-sama non avrebbe mai dovuto inchinarsi ai Tengu, sotto il freddo giudizio del vecchio Tokugawa e lo sguardo esperto dell'Uchiha, che probabilmente aveva visto scene del genere decine di volte. Direi che potremmo omettere qualche piccolo dettaglio dal rapporto. Spargere voci su Taki è parte di un obiettivo più grande per arginare quel villaggio, che sta crescendo, prima che diventi una minaccia come Kumo o un deterrente come Iwa, tutto qua.

    Mi accigliai però quando nominarono Ago. Cos'era Ago? Una delle Sette Originali? Hangetsu sorrise, intrigato. Molto, molto interessante! In effetti avevo sentito parlare delle Sette Spade di Kiri, ma non immaginavo che si trattasse di una di esse. Buffo nome per una spada...al momento preferivo di gran lunga il Lato Oscuro del Ciliegio, pur non essendo in grado di utilizzarlo a dovere. Dal breve racconto di Youshi capimmo cosa era andato storto: un documento segreto che implicava Taki nelle azioni di una parte dei Samurai (anche se probabilmente esistevano anche delle relazioni tese di base o altre motivazioni, o l'attacco non sarebbe stato così ampiamente condiviso) e che metteva in discussione cosa stesse capitando in quella parte del continente. Hangetsu non era autorizzato a condividere le sue informazioni ma prese accuratamente nota di cosa si diceva, mentre il vecchio Ossuri si accigliò. Quindi è questo che facevi col cadavere? Hai corso un grave rischio. Ma le informazioni sembrano allettanti.

    Immaginavo che la Signora o forse l'intermediario citato avessero a che fare con Ago, ma essendo un oggetto di proprietà di Kiri non andai ad approfondire e lo stesso fece il caposquadra. Sicuramente il Maestro, il Mizukage, avrebbe saputo cosa fare. Annuii nel sentirmi citato e lodato, nonostante la mia inadeguatezza, e replicai. Sarebbe un onore, a patto di essere informato di tutto, la prossima volta. Frecciatina dovuta, visto come era andata. Sarà sicuramente un'esperienza importante per maturare come Shinobi. Mi pare che il tuo amico qui sappia come tenere la testa concentrata. Bene. Cerca di prendere esempio. Prendere esempio da me? Da una nullità quale ero? Forse quell'Ossuri non era poi così abile...

    La missione in ogni caso era finalmente conclusa.

    Potevamo tornare a casa.




     
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