Il Peso del Tempo

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  1. - Hohenheim -
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    Il guardiano


    XVI



    L’ultima informazione che Boku lasciò passare verso Raizen, prima che questi lo uccidesse, fu la posizione di dove vivesse Eruzione. Il cyborg non conosceva la posizione precisa, ma immagini di montagne gelate si riversarono nella mente di Raizen, insieme a pozze calde di sorgenti termali e una moltitudine di macachi delle nevi. Con ogni probabilità, si trattava di qualche parte del paese della Neve.

    Dopo di che, Raizen si gettò a capofitto nella ricerca della donna. Bisognava dire una cosa dell’Hokage: era davvero tenace e caparbio. In questo caso, la sua perseveranza pagò proprio quando le sue speranze di ritrovare la donna dovevano essersi ormai ridotte a zero.

    Invece, proseguendo nella direzione per il paese della Neve, avrebbe infine trovato Eruzione. La donna appariva al centro di una chiazza di lava in rapido raffreddamento. Il getto sembrava essere emerso dal sottosuolo, facendo capire all’Hokage che la donna doveva aver usato la sua affinità con quell’elemento per scavare un tunnel apposito.

    Tuttavia, avvicinandosi, avrebbe notato che Mai non si muoveva. Il suo corpo giaceva sdraiato a terra, accovacciato come se la donna si fosse addormentata in una culla. I suoi vestiti erano divelti in molte parti, parzialmente bruciati, lasciandola quasi del tutto nuda. L’Hokage si sarebbe ben presto accorto che non si trattava di una recita e che la donna aveva davvero perso i sensi, arrivando fino a quel punto forse guidata dal suo istinto piuttosto che dalla sua volontà di fuggire. Inoltre, di Wukong non c’era traccia.

    Mai si sarebbe risvegliata solo quando Raizen le fosse praticamente arrivato ad un palmo di distanza. Avrebbe aperto gli occhi azzurri, battendo le palpebre un paio di volte. Sembrava leggermente confusa e, quando il suo sguardo si posò su Raizen, sembrò non riconoscerlo. Dopo di che, dovette rendersi conto di essere sdraiata in maniera non appropriata, di essere quasi nuda e esplose in grido di sconcerto ed imbarazzo: Whaaaaaa! Con una mano tentò uno schiaffo che non aveva nulla di marziale. Stai lontano da me! Chi sei? Dove mi trovo…non ti avvicinare, ti ho detto! Che cosa mi hai fatto? La donna era genuinamente spaventata e confusa. Sembrava non riconoscere Raizen, nè sembrava ricordare quello che era appena successo nella grotta. Inoltre, all’Hokage non sarebbe sfuggito il fatto che, nonostante lo stato emotivo della ragazza, non aveva causato nessun terremoto o altri cataclismi naturali. Se Razien l’avesse interrogata su quello che ricordava, Mai avrebbe detto: Io..non so come sono arrivata qui..io non riesco a ricordare nulla…o per i kami…non riesco nemmeno a ricordare il mio nome… I suoi occhi azzurri si riempirono di lacrime e la donna iniziò a singhiozzare proprio davanti all’Hokage, portandosi le mani sul volto. La donna non emanava nemmeno un’oncia della furia che aveva mostrato poco prima. In quello stato, non era più pericolosa di una bambina in carrozzella. Che cosa avrebbe fatto Raizen?


    […]

    La vanga, nonostante le apparenze mediocri, sembrava avere un potere incredibile. Hohenheim non aveva idea di come qualcuno ci fosse riuscito, ma sembrava che fosse stato in grado di donare all’arma la capacità di possedere del chakra tutto suo, e con questo potesse attivare una capacità di manipolazione temporale addirittura superiore alla sua. Poteva far compiere in pochino instanti, a chi la impugnava, lavori che, normalmente, avrebbero richiesto giorni. In un certo senso, era molto simile alla sua capacità di comprimere il tempo, con la differenza che la vanga chiedeva un prezzo non indifferente al fisico dell’utilizzatore. Tuttavia, poteva essere molto utile in quel frangente. Come aveva detto il manipolatore della terra, poteva mettere quel posto in sicurezza, ma gli serviva solo molto tempo per farlo. Quell’attrezzo faceva proprio al caso loro, quindi.

    Tuttavia, Hohenheim non ebbe il tempo per passare il messaggio, che Satoru gli urlò contro qualcosa di incomprensibile. Prima di poter capire di cosa si trattasse, l’essere di ombra e ossa che aveva già visto nelle sue visioni comparve dal nulla. Era una creatura imponente e terrificante. Non solo, Hohenheim percepì che aveva il dono di manipolare il tempo, così come lui stesso poteva fare.

    La creatura li mise davanti ad una scelta: morire, abbandonare i loro poteri oppure diventare un suo emissario. Satoru scelse immediatamente la seconda opzione, quando il Kazekage stava ancora cercando di capire il perchè ed il per come delle cose. Quello che vide, tuttavia, gli bastò a capire almeno una parte delle cose. Satoru aveva scelto di rinunciare al suo potere per far smettere il tormento che la maledizione doveva causargli. Hohenheim lo capì vedendo le cicatrici che sparirono dal suo volto, concedendogli di nuovo il dono della vista, e dalla serenità del suo volto.

    Solo allora si rese conto di quanto la maledizione potesse essere un peso intollerante. Lui aveva già sperimentato il tormento delle ombre, ma era stato per poco. Inoltre, aveva inteso che, tanto più il suo controllo sul tempo fosse cresciuto, tanto più quel tormento sarebbe aumentato a sua volta. Voleva più risposte.

    Che cosa sei tu? E cosa sono le ombre che vedo e che sento? Perchè questo potere è maledetto? Se vuoi che prenda una decisione, raccontamelo. Io non ho mai chiesto questo potere, e devo sapere cosa è successo in passato per capire che strada prendere.

    Era un tentativo che non sapeva se sarebbe andato a buon fine, ma doveva tentare. Doveva capire. Se avesse rinunciato al controllo del tempo, che cosa gli sarebbe successo? Se avesse acconsentito a diventare il braccio armato di quell’essere, la maledizione avrebbe continuato a tormentarlo?

    Hohenheim non cercava il potere e preferiva essere solo quello che era sempre stato piuttosto che vendere la sua anima a quella forza. Eppure, mentre così ragionava, ebbe una visione, rapida e confusa:

    vide uno scontro che sapeva non essersi ancora tenuto. Osservò gli eserciti accademici scontrarsi contro nemici senza insegna e senza volti. Vide un uomo tra di essi, un uomo che poteva anche lui manipolare il tempo e non solo questo. Vide il suo futuro sè, con l’orecchio sinistro nuovamente al suo posto, combattere quell’uomo - e morire poco dopo. La scena si ripetè un’altra volta, ma in questo caso Hohenheim vestiva di bianco, il suo orecchio era assente, la sua capacità di manipolare il tempo era cambiata - ma il risultato dello scontro rimase lo stesso. Dopo di che, vide il villaggio di Suna attanagliato dalle truppe nemiche. Vide le case bruciare ed il palazzo del Kazekage crollare sotto le grida dei cittadini del villaggio nascosto della Sabbia.

    La visione si concluse, lasciandolo stordito. Osservare la sua morte lo aveva scioccato, ma ancora di più lo aveva sconvolto vedere il suo villaggio raso al suolo. Aveva capito che rinunciare alla manipolazione del tempo gli avrebbe fatto perdere quello scontro e abbandonare il suo villaggio nelle mani nemiche. Aveva capito che diventare un servitore dell’essere di ossa non sarebbe bastato a difendere il suo villaggio. L’unica sua chance era coltivare potere dei Koro, sopportare la maledizione, fino al giorno in cui quello scontro fosse avvenuto.

    Hohenheim guardò nuovamente il gaurdiano di Ossa, che attendeva la sua risposta. A livello istintivo, sapeva che l’essere aveva visto quello che lui aveva appena sperimentato. Così disse:

    Guardiano, se hai visto quello che io ho appena visto, sai che non posso rinunciare a questo potere. Non per me stesso, ma per le persone che ho scelto di proteggere. Perciò ecco la mia proposta: se mi lascerai coltivare il potere dei Koro, io catturerò tutti coloro che hanno perso il senno a causa dello stesso potere e li porterò a te per dare loro la stessa scelta che tu mi stai dando adesso. Se, in qualsiasi momento, dovessi io steso soccombere alla maledizione, arrecando danno alla linea temporale o in qualsiasi altro modo tu ritenga inaccettabile, potrai uccidermi seduta stante. Tutto questo fino a quel giorno in cui i nemici di Suna verranno a bussare alla mia porta. Dopo, se non sarò già morto, rinuncerò ai miei poteri sul tempo, così come Satoru ha fatto. Cosa dici delle mie condizioni?









     
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