Il Peso del Tempo

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  1. - Hohenheim -
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    Ritorno a Casa


    XIX



    Tuo padre?.. Chiese con tono acuto la donna, mentre i suoi occhi si riempivano di stupore e tristezza. Forse anche lei doveva sentirsi un po’ come Raizen in quel momento: forse si stava interrogando sui suoi genitori di cui non si ricordava nemmeno. Sono sicura che riuscirai nel tuo intento. Del resto, hai salvato anche me dal deserto, no? Gli sorrise di rimando cercando di rincuorarlo.

    Una volta scelto il suo nome, la donna lo ripetè un paio di volte ad alta voce, quasi come se fosse una preghiera per non dimenticarlo. Sembrava di essere di buon umore, e quando Raizen le chiese cosa volesse fare del suo nuovo inizio, Mai disse senza quasi nessun dubbio: Voglio aiutare le persone! Fare del bene, così come tu mi hai aiutato oggi! Io non so ancora come, ma farò il mio meglio per ripagare la tua generostà, Sig. Ikigami.

    […]

    Una volta che ebbe pronunciato le fatidiche parole, il guardiano cambiò improvvisamente atteggiamento. Con un gesto della mano accettò la sua offerta di resa, mentre il tempo intorno a loro si piegava al ritmo del volere dell’essere. Il corpo di Hohenheim fu quasi distrutto dal flusso di chakra e tempo che lo pervase. Gli parve come se il suo io venisse spaccato, cercando di coesistere in lui cioè che era stato, fin dal momento in cui era nato, a ciò che sarebbe diventato, quando la vita lo avrebbe infine lasciato.

    In quel marasma di sensazioni, avvertì quel nodo vicino al suo tentien, che afferrava ogni volta che doveva piegare il tempo al suo volere, sciogliersi come neve al sole, fino a che nessuna traccia ne rimase. Nel flusso che lo percuoteva, avvertì una voce, un monito con una missione, che gli intimava di portare al suo giudizio tutti i Koro che vagavano ancora a piede libero sulla terra.

    Poi la sensazione scomparve.

    Hohenheim si ritrovò accasciato, con le ginocchia a terra. Aveva gli occhi chiusi e si accorse di star urlando. Quando li riaprì, scoprì con stupore di essere da solo e, tutto sommato, di non provare alcun dolore fisico. Così come Satoru, la tecnica del guardiano sembrava averlo guarito nel corpo, ma anche nella mente. Si accorse infatti che la sua mente si era in qualche modo alleggerita e le ombre che permanevano ai margini del suo campo visivo si erano sciolte. Non avvertiva più alcuna traccia del controllo sul tempo che prima brandiva.

    Sì alzò, guardandosi intorno. Era quasi del tutto buio, eccetto la luce pulsante del Kiseki Verde che gli brillava nel petto. Ma cosa…? Guardando in basso, verso la pietra, un frammento della stessa si era colorata di nero, simile all’alabastro con cui i Koro avevano imbrigliato il potere del tempo. Che cosa era successo? Troppo presto per valutare una cosa del genere, in generale non prometteva nulla di particolarmente buono. Il Kiseki, come i suoi gemelli di diverso colore, erano note anche come PIetre dell’Anima, ed un loro cambiamento non poteva che significare che qualcosa era fondamentalmente cambiato nel loro portatore. Questo sarebbe stato cosa il giovane Kazekage si sarebbe portato a casa da quell’esperienza.

    Uscito dal tunnel, trovò un clone di Raizen ad attenderlo. No, no particolarmente, ma riesco a camminare. Arriverò da te a breve Quando il clone fu scomparso, Hohenheim attraverò rapidamente l’accampamento, guardandosi intorno. Si aspettava di vedere Satoru ed il manipolatore della terra da un momento all’altro, ma questo non successe. Si dovevano essere intascati i manufatti del Koro per poi sparire tra le ombre. Non che fosse strano: ora Satoru non poteva più usare il tempo, ma sicuramente il Kage di Iwa avrebbe potuto. Il Kage…un altro Koro…un altro maldetto…un’altra vittima…

    Trovò Raizen alla locanda e si sedette a fianco a lui. Alle sue domande, raccontò quello che gli era capitato, con una voce che non gli sembrava nemmeno la sua. Solo alla fine, vedendo il volto del jonin avrebbe detto: Mi spiace Raizen, probabilmente speravi che io potessi aiutarti con tuo padre…

    Anche al jonin della Foglia era però successo molto e, appena seppe di Eruzione, Hohenheim la scandagliò con le sue capacità da sensitivo:La donna non ha alcun sigillo nè genjutsu addosso…quindi la sua memoria non è stata artificialmente ritoccata. Tenerla è comunque un rischio Raizen, ma sono certo che questo tu lo sappia.

    Per quanto riguarda il tuo regalo…la porterò a chi è più competente di me in materia. Vedremo di tirarne fuori qualcosa.

    Direi che è ora di tornare a casa. Non so se questa missione sia stata davvero un successo. La mia conoscenza sui Koro è aumentata ed allo stesso tempo mi sono lasciato sfuggire quel retaggio. Forse è un bene lasciare indietro le cose che ci fanno star male, ma non posso non chiedermi se le cose che ho visto nelle mie visioni diventeranno infine realtà, oppure si trattava tutto di una menzogna.



     
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