Il Peso del Tempo

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    I Pericoli del Passato


    XVI






    Rimase deluso da quello che aveva spremuto dalla mente di Boku, sapeva che qualche difficoltà sorgeva sempre ma non di ritrovarsi in un vicolo cieco ne tantomeno di non riuscire a rintracciare la donna che, se non deceduta, supponeva quantomeno di ritrovare ad un ingresso.
    La risposta deludente sulle basi di Kurotempi però lo spinse a fare una domanda più precisa prima di decapitare lo scienziato, non credeva infatti che un organizzazione simile per quanto fatta da elementi indipendenti avesse un unica base, pensava che almeno i loro capi dovessero avere un covo per conservare risorse ed incontrare degli sgherri, domanda per cui avrebbe eventualmente lottato fino all’eventuale morte dello scienziato.

    Dove dimora la Principessa?

    Certo, per quello che aveva visto Boku poteva essere stata sepolta anche lei lì sotto, ma non ci sperava troppo, solitamente a quel livello si era particolarmente resistenti, e la donna in particolar modo aveva ben pochi problemi con la lava visto come ci si faceva il bagno.
    Nonostante tutto all’uscita non trovò niente, se la donna era da qualche parte era riuscita ad uscire da lì senza problemi e senza lasciare tracce, cosa in realtà sorprendente che in quella situazione fosse sufficientemente lucida da pensare a quello.
    Se fosse riuscito ad avere risposta dallo scienziato, tracciando una linea retta immaginaria tra il punto in cui stavano e l’eventuale destinazione della donna, avrebbe creato un percorso da perlustrare e solo in assenza di persone lungo quel tragitto sarebbe tornato indietro.
    Il clone intanto avrebbe rovistato tra il magma, notando che, tra le ceneri che questo si portava sempre dietro, erano presenti alcune delle assi che componevano la botte, notò subito che aveva sottovalutato quel materiale quando aveva sfruttato il mercante per la sua infiltrazione.

    Magari torna utile.

    Disse tra se e se mentre andava a riporre il legno in un luogo sicuro dell’accampamento da cui l’originale avrebbe poi potuto riprenderlo.


    [Antico Tempio Koro]



    Chikyu scosse la testa alla richiesta di Hohe.

    Ci vorrebbe troppo tempo, settimane se non mesi, dovrei procedere per tentativi.
    Hai mai giocato a shangai?
    Se tocchi lo stecchino sbagliato qui fai la fine del topo.


    In effetti Hasuma aveva impiegato parecchio tempo a stabilizzare i sotterranei ed il lavoro eseguito non era da poco a giudicare dalle volte che aveva costruito con la sabbia.
    C’era bisogno di tempo o di più manipolatori, con uno era impossibile svolgere quel lavoro.

    Passaglielo pure, tanto da qui non esce.

    Satoru continuava a mostrare una certezza non da poco nonostante avesse davanti un Kage, eppure non si era mostrato un tipo poco accorto o spavaldo oltre le sue possibilità.
    Ma con quello strumento in mano Hohe cosa avrebbe fatto?
    Le sue percezioni da sensitivo gli avrebbero permesso di scoprire che quello strumento era ben poco comune, forse poteva essere utilizzato mediante il chakra, ma la cosa più particolare è che ne conteneva una traccia, ma non una riserva, non c’era infatti qualcosa di concreto al suo interno ma più la memoria di qualcosa che era passato attraverso di esso.
    Per quanta concentrazione Hohe impiegasse quel chakra era puro, non era il risultato di una particolare impronta ne di una qualche abilità speciale, era energia, ma vista l’assenza di impronte probabilmente non era stata mediata da una creatura bensì dall’arma stessa, ma era un arma?
    La ricerca di risposte l’avrebbe però portato a compiere un errore: utilizzare i suoi poteri sullo strumento.
    Ebbe la risposta che cercava, avendo una lontana visione di un uomo che, munito di quell’attrezzo era in grado di compiere i suoi lavori in un batter d’occhio, lui aveva in mano quello che sembrava uno strumento agricolo e nella visione era in grado di spostare la terra semplicemente sfruttando il tempo.
    Era chiaramente visibile come nella terra apparisse il solco di un aratro o i colpi della lama di una zappa ed al contempo come, una volta eseguito il lavoro che una persona normale poteva sopportare durante una giornata di lavoro, questa cadesse a terra, visibilmente esausta, come se l’avesse effettivamente eseguito. Lo strumento, inizialmente nuovo, aveva ora la superficie scalfita come se incisa qua e la da qualche pietruzza che era normale trovare nel terreno.
    Con quelle informazioni Hohe poteva dedurre che lo strumento era in grado di comprimere il tempo e permettere all’utilizzatore di fare ciò che avrebbe fatto in un arco di tempo maggiore in poco più di qualche secondo, ad un costo che, forse per via dell’assenza di chakra, coinvolgeva il fisico, come se lo strumento costringesse il corpo a sostituirlo.
    Sicuramente utile se utilizzato accuratamente.
    Tuttavia lo strumento era l’ultimo dei loro problemi, appena Hohenheim si fosse nuovamente focalizzato sul presente avrebbe visto Satoru corrergli incontro col volto stravolto.

    NOOOOOOOOO! CHE HAI FATTO!!!

    Aveva la mano tesa verso l’antico strumento e sembrava del tutto intenzionato a riprenderselo quando vennero circondati da un boato, lontano eppure in grado di scuoterli nel profondo, fu solo il primo ed a lui se ne susseguirono altri, come se qualcosa di abnorme stesse risalendo un'altrettanto colossale scalinata dalle viscere della terra.

    Siete tornati, come sempre, alla fonte!

    E qui, perirete!



    In un primo momento la voce sembrava provenire dal tempio stesso, e forse era così, ma da questo iniziò a trasudare un fumo denso e nero, lo stesso che Satoru era riuscito ad evitare scegliendo di non testare lo scettro, che iniziò ad aggregarsi in un punto all’interno di quella sala circolare, lo stesso punto da cui lentamente iniziarono ad emergere le bianche ossa maledette viste prima da Hohe, come se venissero vomitate fuori da un punto imprecisato dentro quel caos.
    La loro capacità di interagire con lo scorrere del tempo li stava già allertando sulla natura di quella creatura ma prima che potessero aver ben chiara la situazione la Bestia puntò un dito verso il loro gruppetto.
    Le sue dimensioni superavano la trentina di metri per quanto emergesse dal suolo solamente la parte dalla cintola in su, ma più che sufficiente ad interagire con i due [dimensione 40 unità] il dito scheletrico fu inesorabile, solamente sentirselo puntare contro equivaleva ad un giudizio.

    Avete rotto il patto



    Sentenziò.

    Ora dovete scegliere.
    Salvezza, attraverso la Purificazione.
    Giustizia, attraverso la morte… o il patto.



    La mente di quella creatura non era complessa, le sue erano parole semplici e sembravano l’eco di una mente ormai distante, viva con l’unico scopo di perseguitare e annientare, ma irreparabilmente distrutta per quanto riguardasse qualsiasi altro tipo di interazione.
    Hohe forse avrebbe potuto voler riflettere a quell’affermazione, ma Satoru rimase totalmente di sale, immobile per alcuni secondi, e pur con quella benda a cancellarne parte delle emozioni che il viso poteva assumere era evidente che q ualcosa stesse accadendo.
    La sua arma rovinò a terra, abbandonata come il fardello che rappresentava, ma sembrava improvvisamente aver riacquisito una certa serenità.

    Salvami…

    Sussurrò.

    Ti prego, salvami!

    Cadde in ginocchio, impossibilitato a piangere ma con la voce tremante, gli occhi vuoti di quella bestia umanoide lo guardarono per dei lunghi secondi, forse il tempo necessario a valutare dopo il quale la sua mano si levò, e per quanto una mano d’osso fosse spesso collegata alla morte, il tempo, accompagnato da quel semplice gesto, prese a scorrere indietro per il jonin e la cicatrice sparì sanando qualcosa altrimenti incurabile.

    C’è… così… silenzio.

    Come poteva essere riacquistare la vista dopo metà della propria vita passata in quella terribile condizione di disabilità?
    Eppure Satoru quasi non ci pensava, per lui era il silenzio ciò che importava.
    Hohe però avrebbe avuto poco tempo per analizzare la situazione dell’uomo, il teschio si voltò da lui, e questa volta non era una visione e desiderava una risposta.
    Se l’avesse interrogato in merito al patto la risposta sarebbe stata breve, ma non sarebbero arrivate soltanto parole.

    Il tempo non si addice alla natura umana.
    Ed a volte si ha bisogno di un esorcista.



    Nella mente di Hohe balenarono le immagini dei membri del clan che si disperdevano e nonostante i loro poteri fossero sigillati apprendevano nuovamente, per fortuna o per ricerca, come spezzare il rituale, e di come, nella follia portata dal controllo di quel potere così smisurato, commettessero i più efferati crimini.
    Ma c’era sempre spazio per riportare ordine, per contrastare e riportare equilibrio anche quando gli stolti credevano di essere abbastanza capaci da poter tenere sotto controllo le loro ambizioni, c’era sempre spazio per un salvatore, una figura ammantata di bianco in grado di sfruttare un potereQuesto è uno spunto per un eventuale TS che verrà sostituita a quella del tempo nel caso tu volessi accettare il patto, sono possibili sfumature ma non cambi alla natura della tecnica il cui obbiettivo è per l'appunto bloccare il tempo senza manipolarlo, cosa non gradita allo scheletrone XD

    Frattura Temporale: L'utilizzatore può generare fratture nel tempo, porzioni di spazio in cui questo non scorre e manipolarlo entro il raggio d'azione; le fratture possono essere divise in ramificazioni. Il movimento richiede slot tecnica/azione; muovere più ramificazioni con traiettoria simile o speculare richiede uno slot tecnica/azione.
    Potenzialità della Frattura: La Frattura si diffonde con velocità pari a X dell'utilizzatore. La traiettoria della frattura è rettilinea, con uno sviluppo massimo pari alla sua lunghezza. Se la zona è stata influenzata da tecniche che manipolano il tempo o concedono preveggenza la distanza percorsa non sarà considerata nello conteggio della lunghezza e non richiederà slot azione. La furtività della frattura è pari a quella dell'utilizzatore; un osservatore percepisce sempre l'ombra modificata almeno entro mezzo metro da sé anziché 1,5 metri. La frattura immobilizza al tocco, per liberarsi è necessario impastare una quantità di chakra superiore ad un basso ogni 10 di potenza, è possibile liberarsi con la forza bruta se questa superiore a 2 tacche per ogni 10 di potenza impiegati.
    Singolarità Temporale: L'utilizzatore può Intrappolare in una singolarità ninjutsu senza mantenimento o costrutti di tecniche speciali toccandoli con la Frattura. La potenza della Singolarità è pari a 5 per ogni consumo ¼ Basso impiegato. Una tecnica Imprigionata viene ridotta di potenza; se azzerata la potenza, non produce effetti.
    Fuori dal Tempo: L'utilizzatore, se utilizzata almeno metà della potenza massima della Frattura nel turno, ha una naturale resistenza agli effetti di Preveggenza e Manipolazione del Tempo pari a 10 per livello di TS o 2 tacche.


    La Frattura può ramificarsi 1 - 3 - 6 - 9 - 12 volte
    La potenza della Frattura è pari a 20 - 30 - 40 - 50 - 60
    La lunghezza della Frattura è pari a 12 - 24 - 36 - 48 - 60
    La furtività della Frattura ha un bonus di 1,5 - 3 - 3 - 6
    Singolarità Temporale ha potenza pari a 10 - 15 - 20 - 25 - 30

    sottolineo che è una base da discutere in sala approvazioni
    che cristallizzava laddove gli stolti manipolavano senza senno.

    Scegli, figlio inconsapevole della maledizione.



    La mente di quella creatura era semplice, evidentemente più la concretizzazione di una volontà che qualcosa di realmente vivente, ma gli aveva mostrato qualcosa, forse c’era altro da scoprire o che la creatura poteva riportare o si sarebbe limitato semplicemente a fare una scelta?
    Magari di abbracciare il potere del tempo e scagliarsi contro quella creatura che dopotutto non sembrava troppo differente da un biju, era una sfida che il kazekage poteva accettare?
     
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    Il guardiano


    XVI



    L’ultima informazione che Boku lasciò passare verso Raizen, prima che questi lo uccidesse, fu la posizione di dove vivesse Eruzione. Il cyborg non conosceva la posizione precisa, ma immagini di montagne gelate si riversarono nella mente di Raizen, insieme a pozze calde di sorgenti termali e una moltitudine di macachi delle nevi. Con ogni probabilità, si trattava di qualche parte del paese della Neve.

    Dopo di che, Raizen si gettò a capofitto nella ricerca della donna. Bisognava dire una cosa dell’Hokage: era davvero tenace e caparbio. In questo caso, la sua perseveranza pagò proprio quando le sue speranze di ritrovare la donna dovevano essersi ormai ridotte a zero.

    Invece, proseguendo nella direzione per il paese della Neve, avrebbe infine trovato Eruzione. La donna appariva al centro di una chiazza di lava in rapido raffreddamento. Il getto sembrava essere emerso dal sottosuolo, facendo capire all’Hokage che la donna doveva aver usato la sua affinità con quell’elemento per scavare un tunnel apposito.

    Tuttavia, avvicinandosi, avrebbe notato che Mai non si muoveva. Il suo corpo giaceva sdraiato a terra, accovacciato come se la donna si fosse addormentata in una culla. I suoi vestiti erano divelti in molte parti, parzialmente bruciati, lasciandola quasi del tutto nuda. L’Hokage si sarebbe ben presto accorto che non si trattava di una recita e che la donna aveva davvero perso i sensi, arrivando fino a quel punto forse guidata dal suo istinto piuttosto che dalla sua volontà di fuggire. Inoltre, di Wukong non c’era traccia.

    Mai si sarebbe risvegliata solo quando Raizen le fosse praticamente arrivato ad un palmo di distanza. Avrebbe aperto gli occhi azzurri, battendo le palpebre un paio di volte. Sembrava leggermente confusa e, quando il suo sguardo si posò su Raizen, sembrò non riconoscerlo. Dopo di che, dovette rendersi conto di essere sdraiata in maniera non appropriata, di essere quasi nuda e esplose in grido di sconcerto ed imbarazzo: Whaaaaaa! Con una mano tentò uno schiaffo che non aveva nulla di marziale. Stai lontano da me! Chi sei? Dove mi trovo…non ti avvicinare, ti ho detto! Che cosa mi hai fatto? La donna era genuinamente spaventata e confusa. Sembrava non riconoscere Raizen, nè sembrava ricordare quello che era appena successo nella grotta. Inoltre, all’Hokage non sarebbe sfuggito il fatto che, nonostante lo stato emotivo della ragazza, non aveva causato nessun terremoto o altri cataclismi naturali. Se Razien l’avesse interrogata su quello che ricordava, Mai avrebbe detto: Io..non so come sono arrivata qui..io non riesco a ricordare nulla…o per i kami…non riesco nemmeno a ricordare il mio nome… I suoi occhi azzurri si riempirono di lacrime e la donna iniziò a singhiozzare proprio davanti all’Hokage, portandosi le mani sul volto. La donna non emanava nemmeno un’oncia della furia che aveva mostrato poco prima. In quello stato, non era più pericolosa di una bambina in carrozzella. Che cosa avrebbe fatto Raizen?


    […]

    La vanga, nonostante le apparenze mediocri, sembrava avere un potere incredibile. Hohenheim non aveva idea di come qualcuno ci fosse riuscito, ma sembrava che fosse stato in grado di donare all’arma la capacità di possedere del chakra tutto suo, e con questo potesse attivare una capacità di manipolazione temporale addirittura superiore alla sua. Poteva far compiere in pochino instanti, a chi la impugnava, lavori che, normalmente, avrebbero richiesto giorni. In un certo senso, era molto simile alla sua capacità di comprimere il tempo, con la differenza che la vanga chiedeva un prezzo non indifferente al fisico dell’utilizzatore. Tuttavia, poteva essere molto utile in quel frangente. Come aveva detto il manipolatore della terra, poteva mettere quel posto in sicurezza, ma gli serviva solo molto tempo per farlo. Quell’attrezzo faceva proprio al caso loro, quindi.

    Tuttavia, Hohenheim non ebbe il tempo per passare il messaggio, che Satoru gli urlò contro qualcosa di incomprensibile. Prima di poter capire di cosa si trattasse, l’essere di ombra e ossa che aveva già visto nelle sue visioni comparve dal nulla. Era una creatura imponente e terrificante. Non solo, Hohenheim percepì che aveva il dono di manipolare il tempo, così come lui stesso poteva fare.

    La creatura li mise davanti ad una scelta: morire, abbandonare i loro poteri oppure diventare un suo emissario. Satoru scelse immediatamente la seconda opzione, quando il Kazekage stava ancora cercando di capire il perchè ed il per come delle cose. Quello che vide, tuttavia, gli bastò a capire almeno una parte delle cose. Satoru aveva scelto di rinunciare al suo potere per far smettere il tormento che la maledizione doveva causargli. Hohenheim lo capì vedendo le cicatrici che sparirono dal suo volto, concedendogli di nuovo il dono della vista, e dalla serenità del suo volto.

    Solo allora si rese conto di quanto la maledizione potesse essere un peso intollerante. Lui aveva già sperimentato il tormento delle ombre, ma era stato per poco. Inoltre, aveva inteso che, tanto più il suo controllo sul tempo fosse cresciuto, tanto più quel tormento sarebbe aumentato a sua volta. Voleva più risposte.

    Che cosa sei tu? E cosa sono le ombre che vedo e che sento? Perchè questo potere è maledetto? Se vuoi che prenda una decisione, raccontamelo. Io non ho mai chiesto questo potere, e devo sapere cosa è successo in passato per capire che strada prendere.

    Era un tentativo che non sapeva se sarebbe andato a buon fine, ma doveva tentare. Doveva capire. Se avesse rinunciato al controllo del tempo, che cosa gli sarebbe successo? Se avesse acconsentito a diventare il braccio armato di quell’essere, la maledizione avrebbe continuato a tormentarlo?

    Hohenheim non cercava il potere e preferiva essere solo quello che era sempre stato piuttosto che vendere la sua anima a quella forza. Eppure, mentre così ragionava, ebbe una visione, rapida e confusa:

    vide uno scontro che sapeva non essersi ancora tenuto. Osservò gli eserciti accademici scontrarsi contro nemici senza insegna e senza volti. Vide un uomo tra di essi, un uomo che poteva anche lui manipolare il tempo e non solo questo. Vide il suo futuro sè, con l’orecchio sinistro nuovamente al suo posto, combattere quell’uomo - e morire poco dopo. La scena si ripetè un’altra volta, ma in questo caso Hohenheim vestiva di bianco, il suo orecchio era assente, la sua capacità di manipolare il tempo era cambiata - ma il risultato dello scontro rimase lo stesso. Dopo di che, vide il villaggio di Suna attanagliato dalle truppe nemiche. Vide le case bruciare ed il palazzo del Kazekage crollare sotto le grida dei cittadini del villaggio nascosto della Sabbia.

    La visione si concluse, lasciandolo stordito. Osservare la sua morte lo aveva scioccato, ma ancora di più lo aveva sconvolto vedere il suo villaggio raso al suolo. Aveva capito che rinunciare alla manipolazione del tempo gli avrebbe fatto perdere quello scontro e abbandonare il suo villaggio nelle mani nemiche. Aveva capito che diventare un servitore dell’essere di ossa non sarebbe bastato a difendere il suo villaggio. L’unica sua chance era coltivare potere dei Koro, sopportare la maledizione, fino al giorno in cui quello scontro fosse avvenuto.

    Hohenheim guardò nuovamente il gaurdiano di Ossa, che attendeva la sua risposta. A livello istintivo, sapeva che l’essere aveva visto quello che lui aveva appena sperimentato. Così disse:

    Guardiano, se hai visto quello che io ho appena visto, sai che non posso rinunciare a questo potere. Non per me stesso, ma per le persone che ho scelto di proteggere. Perciò ecco la mia proposta: se mi lascerai coltivare il potere dei Koro, io catturerò tutti coloro che hanno perso il senno a causa dello stesso potere e li porterò a te per dare loro la stessa scelta che tu mi stai dando adesso. Se, in qualsiasi momento, dovessi io steso soccombere alla maledizione, arrecando danno alla linea temporale o in qualsiasi altro modo tu ritenga inaccettabile, potrai uccidermi seduta stante. Tutto questo fino a quel giorno in cui i nemici di Suna verranno a bussare alla mia porta. Dopo, se non sarò già morto, rinuncerò ai miei poteri sul tempo, così come Satoru ha fatto. Cosa dici delle mie condizioni?









     
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    La Storia del Tempo


    XVII






    L’ultima risposta di Boku furono una serie di immagini, climi rigidi ed estremamente freddi in cui il ghiaccio la faceva da padrone se non per una zona in particolare, quella in cui parevano dimorare dei macachi che grazie al tepore delle sorgenti termali avevano un piccolo ecosistema che dava vita ad un ambiente davvero suggestivo. Infine Raizen riuscì ad arrivare all’informazione che gli serviva maggiormente: quella per continuare il suo inseguimento.
    In breve tempo tutte le energie vennero dirette all’originale che in qualche battito d’ali riuscì a rintracciare la posizione della donna favorito della sua visuale, alla fine il suo ragionamento si era rivelato corretto e riuscì a rintracciarla proprio nella zona che aveva impostato mentalmente come possibile direzione di fuga.
    Prima dell’approccio però si dedico ad un autoanalisi, e per quanto le ferite fossero poche il chakra non era certamente il massimo per iniziare uno scontro da zero, avvicinandosi però si rese conto che forse non occorreva, la donna davanti a lui giaceva addormentata oltre che seminuda, del suo fido macaco neanche l’ombra.
    Atterrò a una ventina di metri da lei e prese ad avvicinarsi con la dovuta cautela, sfruttando la sua furtività che già una volta era stata sufficiente a nasconderlo dalle percezioni della donna e dei suoi sottoposti. Cercò quindi nelle vicinanze tracce di eventuali accompagnatori ma pareva non ci fosse nessuno, e reputava assurdo che qualcuno si fosse sprecato in una trappola ad una simile distanza dallo scontro, era probabile che la donna fosse realmente svenuta, tuttavia non percepiva odore di sangue ed avvicinandosi non ne vide nemmeno, eppure i vestiti lasciavano immaginare che qualcosa fosse stato subito, che si fosse curata istantaneamente?
    Scelse di avvicinarsi con un semplice Kunai alla mano, forse poco durante uno scontro, ma sarebbe stato sufficiente a tagliare rapidamente la gola alla donna casomai si fosse mostrata più vigile di quanto non pareva.
    Giunto a poca distanza da lei, quando stava per saggiarne i segnali vitali di base questa si riebbe, e dopo qualche secondo di indecisione tentò di colpirlo con un ceffone che venne incassato più per la sorpresa del ceffone stesso che per la sua pericolosità, non notò infatti alcun tipo di intento realmente lesivo e cosa ancora più strana era privo di qualsiasi tipo di stile, semplicemente la reazione di una ragazza spaventata.

    Umh.

    Si massaggiò leggermente la guancia, riponendo il kunai.
    Si prese a sua volta qualche secondo per riflettere decidendo di dare una seconda opportunità alla donna, per quanto volesse trovare una scusa per eliminare il problema infatti si rese conto che lei aveva agito in protezione dei suoi affetti e non per assecondare i piani di Boku che lì in mezzo sembrava la vera mente, come se non bastasse, al contrario di prima nonostante i picchi emotivi non si sentì alcuna scossa, cosa che lo convinse a scommettere sulla bontà della donna.

    Va bene, non mi avvicinerò, ma cerca di calmarti.

    Disse mettendo le mani in avanti nel tentativo di mostrare quanto fosse inoffensivo.

    Tieni, mi sembra che tu sia un po' a disagio in quelle condizioni.

    Fece un sorriso amichevole mentre le passava il suo smanicato personale, le svariate taglie in più l’avrebbero coperta fin oltre la vita, lasciando scoperte solamente le estremità e per via delle maniche troppo ampie, lateralmente, si sarebbe intravisto parte del seno, ma nel tentativo di metterla a suo agio avrebbe mantenuto gli occhi sul suo viso.

    Io niente, ero di ritorno verso un villaggio che si trova circa ad est rispetto a questa zona quando ti ho trovata, non sembra tu sia qui da tanto.

    Disse restando sul generale in modo da non attirare l’attenzione su eventuali particolari che avrebbero potuto remargli contro.

    Non ricordi come sei arrivata?

    La risposta lo spiazzò leggermente, la donna sembrava non ricordare praticamente niente, sembrava essere un amnesia post traumatica.
    Ne sapeva davvero troppo poco per fidarsi ciecamente, per cui non avrebbe tentato di risvegliare alcun ricordo fino ad essere certo di avere il controllo della situazione, di sicuro aveva un vantaggio: quale che fossero le capacità di recupero della donna grazie al demone le sue erano superiori e sarebbe riuscito a mantenere un vantaggio da quel punto di vista.

    Oh no, non piangere, non c’è bisogno di preoccuparsi, son certo che c’è una soluzione.

    Disse con tono gentile, a quanto pareva aveva mantenuto il carattere infantile, anche se contrariamente a prima adesso aveva realmente un motivo per piangere, ritrovarsi in mezzo ad un deserto senza alcun ricordo doveva essere un brutto colpo da affrontare.

    Ah!
    Stavo per dirti che eri fortunata ad avermi incontrato visto che sono un uomo buono, ma questo mi renderebbe sospetto no?
    Ahahah!


    Rise in maniera cristallina, aveva valutato che alleggerire quella situazione in maniera scherzosa poteva essere la cosa migliore da fare anziché focalizzarsi sul problema.

    Scherzia a parte, non mi costa nulla accompagnarti almeno al primo villaggio.
    Non so se vorrai fermarti lì, ma è a malapena un luogo di sosta per i mercanti di passaggio e non penso ci siano medici esperti.
    Se deciderai di seguirmi però sono certo che da dove vengo sapranno sicuramente aiutarti.
    Ma immagino che decidere di fidarsi non sia semplice.
    Te lo metto in chiaro fin da subito però, dovremmo fare in modo di farti lavorare per pagare le cure.


    Aggiunse l’ultima frase per esser certo di non apparire come un santo apparso dal nulla, un conto era aiutare, un altro offrire tutto in cambio di niente, ed era decisamente sospetto, diverso invece era offrirle un passaggio e poco più, dopotutto era un uomo e lei una donna, un po' di gentilezza poteva starci.



    [La Maledizione degli Ingordi]




    Nel mentre che Hohe interagiva con la strana creatura i due accompagnatori stavano per le loro, Chikyu in una posizione di assoluta concentrazione si preparava probabilmente a dare il peggio di se pur di salvarsi la vita mentre Satoru continuava a stare inginocchiato, forse in un turbinio di emozioni che credeva di aver ormai dimenticato.
    Le valutazioni del kazekage sull’arma erano indubbiamente corrette, ma quando l’avrebbe provata si sarebbe reso conto che, per i giorni correnti, era assai grossolano come strumento, l’unica cosa che faceva infatti era velocizzare, ma un intera giornata passata a lavorare era generalmente costellata di pause, ma soprattutto di nutrimento, mancanze che un corpo poteva sopportare per brevi periodi, ma sicuramente non in maniera continuativa a meno di rimetterci la salute.

    Colui che resta.
    Questo sono io.



    Rispondeva schematicamente a quelle domande, come se si interagisse con un gigantesco archivio per il quale le domande non erano nient’altro che cassetti da aprire e svuotare.

    Si, una maledizione.
    Perchè il tempo può solo scorrere.
    MAI fermarsi o retrocedere.



    Nel pronunciare quel divieto gli occhi si illuminarono di un potere primordiale per spegnersi poco dopo dando solo un assaggio di quello a cui la creatura aveva accesso, sempre che essere uno scheletro animato da chissà quale energia non fosse sufficiente.

    Tu mi chiedi di conoscere.
    Eppure conoscere non ti cambierà.
    Tu hai già scelto quando hai deciso di fidarti della tua maledizione.



    Ma era evidente che quel guardiano nonostante il suo potere avesse una missione ben precisa ed un ruolo cui adempiere, puntò dunque il dito verso Hohenheim.

    Saprai.



    E come da sua natura la creatura non parlò, ma si limitò a riversare la sua conoscenza, forse frutto di tutta la memoria dei Koro passati, nella mente del kazekage, in un flusso di informazioni che l’avrebbero portato al limite delle sua capacità. La mole di informazioni era così imponente che la sua mente sarebbe riuscita a cogliere solamente i dettagli che in quel momento gli risultavano più utili, o quelli che sembravano i sentimenti più forti di questo o quell’individuo mentre per gli altri sarebbe stato necessario a posteri trovare la calma nella meditazione per imprimere al meglio tutte quelle informazioni. [tradotto, consultandoci puoi trovare qualche spunto per eventuali trame future tra questi stralci]
    Ma quella gioia e quella tristezza o il terrore, il più delle volte incontenibile, come avrebbero lasciato l’ apparentemente giovane sunese?
    Sarebbe riuscito a preservarsi?
    E come avrebbe fatto?
    Per il Guardiano non era un problema, avere un servitore non avrebbe migliorato il servizio che rendeva ai suoi creatori, quindi se lo shinobi fosse morto o irrecuperabilmente impazzito a lui non sarebbe importato.
    Se la mente del sunese fosse maturata a sufficienza da resistere a quell’attacco però avrebbe visto svariate immagini dell’area in cui ora sorgeva il tempio, non certamente un deserto, ma neanche un giardino dell’eden, una zona rigogliosa ma comunque aspra, in grado di sostentare un popolo solo se adeguatamente ammansita.
    Si potè accorgere come i suoi avi che in quell’area c’era qualcosa di strano, mentre le immagini di quella pianura erano innumerevoli altrettanto non si poteva dire per gli strani eventi che vi succedevano, come un uccello che per un corto volo aveva sbattuto le ali al contrario, come se fosse stato riavvolto il nastro che lo riprendeva, o delle formiche tornare dentro ad un formicaio in retromarcia od ancora un fiore ripiegarsi nel bocciolo, non erano gli unici episodi, ma pur potendone aver coscienza non sapeva quanti e quali ne erano stati osservati, era certo che in molti meno li avevano visti rispetto a quelli che avevano osservato il circondario di cui avrebbe facilmente saputo ricostruire una visuale in tre dimensioni grazie alla mole di conoscenze.
    Gli indigeni di quel luogo si accorsero presto che ciò che vedevano era sintomo di qualcosa di particolare che agiva solamente in quella zona ed influenzava in base alla sua attività la vita in quella zona, ed in assenza di strumenti adatti ad una maggior comprensione di quel fenomeno iniziarono a farne un culto, vestendo i sacerdoti addetti ai vari riti come loro immaginavano fosse consono vestirsi per servire delle divinità in possesso di un simile potere, ma probabilmente anche per dare un tono alla casta sacerdotale stessa.
    Col tempo la casta dei sacerdoti assunse una propria forza e loro stessi iniziarono ad essere mitizzati, e venendo scelti da prima della nascita per essere allevati esclusivamente col fine di sostituire un sacerdote ormai anziano, alimentando la credenza che fossero un dono divino. Il culto era basato sulla presunta esistenza di divinità in grado di gestire il tempo che si era rivelata a loro mediante gli strani fenomeni per benedirli con il potere che poi ne era scaturito.
    La capacità di riparare gli strumenti, di velocizzare il lavoro come Hohe aveva visto poco prima permise a quella società di fiorire e di arricchirsi ad una velocità incredibile rispetto agli altri popoli limitrofi. Tuttavia il loro controllo su quel potere era estremamente basico, avevano infatti raccolto le pietre nere trovate nel luogo che avevano compreso essere vicino alla fonte e mediante una volontà straordinaria propria di ben pochi elementi, che probabilmente era una delle prime manifestazioni dell’utilizzo del chakra, riuscivano a piegarlo al loro volere aiutando la loro mente forgiando strumenti della forma consona all’utilizzo che ne doveva essere fatto, anche se, in possesso delle giuste doti di artigiano, Hohe avrebbe compreso che non era tanto la forma, quanto la volontà di compiere un azione mediante essa a farla avverare, meccanismo che con il passare del tempo, nella costate ricerca di perfezionamento, permise a qualcuno di acquisire in prima persona una frazione di quel potere.
    L’ingordigia umana però non tardò a spezzare quel delicato equilibrio, e con il tempo i futuri Koro in grado di maneggiare quegli strumenti si moltiplicarono, causando un eccessiva asportazione di materiale dal sottosuolo, che agli occhi di persone scarsamente recettive al chakra poteva sembrare innocua ma invece iniziò ad erodere il tessuto temporale di quella zona. Tutto iniziò con gli ortaggi, nascevano marci, poi dagli anziani che da un rintocco di bastone all’altro si ritrovavano neonati incapaci di camminare il tutto con una frequenza così alta da affollare la mente di Hohe con immagini strazianti di bambini che nascevano con i denti cariati e le rughe attorno agli occhi, di madri diventate nonne durante il parto.
    La situazione degenerò in poco tempo ed in men che non si dica l’intera popolazione impaurita iniziò ad allontanarsi, a fuggire da quel posto ormai maledetto mentre gli ultimi rimasti si resero conto che allontanare ulteriormente quegli artefatti avrebbe solo fatto espandere quel male, per questo raccontarono la loro storia nell’obelisco, dandogli quella forma nel tentativo di scoraggiare eventuali successori a frazionarlo ulteriormente.
    Solo grazie al potere della stasi che Hohe aveva visto poco prima, ed al sacrificio dell’unico paladino in grado di utilizzarlo, diedero vita ad una tecnica proibita in grado di creare una commistione di anime, che probabilmente avrebbe ispirato qualcuno in futuro, e permettendo di legare l’anima dell’allora capoclan a quel luogo, condannandolo ad esaurirne la forza per sostentare la sua forma mostruosa e diventando un ricettacolo per la maledizione, col fine inaspettato di farne un giudice imparziale e ponendo la parola fine a quel calvario.
    Stranamente mancavano precise immagini riconducibili alla pericolosa rappresentazione dell’occhio.
    Una parte della storia però sembrava finire lì, con gli antenati che fuggivano dalla loro casa ed una serie di immagini dei luoghi più remoti nei quali i Koro si spinsero per essere certi di non essere inseguiti da quell’orrore, Kiri, Suna, Konoha, Oto, qualche antenato comparve in ognuna di quelle terre che più tardi sarebbe stata in grado di associarsi nei grandi villaggi odierni.
    Tra quell’evento e il ritorno dei Koro passarono svariate generazioni, e soltanto quando il chakra risvegliò l’atavica memoria della capacità di manipolazione temporale qualcuno riprese la via di casa, incuriosito e spesso entusiasmato da quel potere, ed al contempo attratto come da un richiamo, come una falena da un rogo. Nessuno aveva ormai memoria della prima generazione del clan, ma anche col ritrovamento dell’obelisco in ben pochi si preoccuparono di cosa potesse loro succedere e ben presto lo studio di quel fenomeno mediato dal chakra gli diede un potere che credevano potesse avere ben pochi rivali. Riunendo le conoscenze dei loro antenati riuscirono ad apprenderne i segreti e nemmeno il guardiano riuscì a fare nulla, finendo a sua volta assoggettato dal soverchiante potere di quella nuova generazione, potente quanto folle, diventandone il cane da guardia ma ora i numeri giocavano a suo favore.
    Ma fu un particolare capoclan, in possesso di una particolare pergamena che raccontò gli venne data da un vecchio archivista presso il quale aveva studiato e che pareva lo stimasse particolarmente, a dare finalmente una forma definitiva a quel potere grazie al chakra che ora veniva manipolato con molta più accuratezza un modo del tutto nuovo e ben più pericoloso: simile a quello di Hohenheim.
    Fu dall’unione di due conoscenze così pericolose che iniziò la stratificazione del tempio e la maledizione riprese a rincorrere i Koro nella forma che il Kazekage iniziava a sperimentare.
    Ma quell’unione non generò solamente il tremendo potere dei Koro la pergamena infatti non venne affidata casualmente a quell’uomo, solo lui sarebbe stato in grado di infondere nella pietra che gli venne consegnata più tardi da un uomo avvolto da fiamme verdi che non avrebbe mai più rincontrato ma dotato di un potere straordinario.
    Se la prima volta l’occhio era stato disegnato tra uno dei principali strumenti che permettevano di sfruttare quella forza primordiale ora in tanti si rivolgevano ai loro individui più forti dicendo che è come se questo si fosse aperto nelle loro teste, erano generalmente i più deboli, quelli che non erano totalmente inebriati dal potere e che riuscivano ancora a comprendere come quella maledizione scavasse nella loro mente e come i più forti di loro venivano a patti con essa, a volte lasciandosi manipolare avviando faide da cui solamente le battaglie li distraevano.
    Ma erano deboli e vennero ignorati, tanti di loro si allontanarono, qualcuno prendendo la via della Stasi, altri emarginati come deboli e senza spina dorsale, e nonostante i loro avi avessero cercato di porre rimedio a quello scempio sigillando il potere e con esso la maledizione rilasciarono nuovamente entrambi, dando inizio l’età d’oro per quel clan.
    Una storia di guerre che li vede ingrandire progressivamente la loro influenza, in una serie di vittorie che però verrà arrestata da altri tre clan in grado di rivaleggiare con loro a tal punto da mantenersi in scacco l’un l’altro fino al giorno in cui deponendo le armi si riunirono in un unico grande villaggio: la Roccia degli Spiriti.
    Lo stesso posto in cui un uomo, dai tratti somatici indistinguibili, proiettava sull’intera roccia un ombra a forma di drago che soltanto quando fu davanti ai capoclan si ridimensionò, nell’atto di passargli i progetti per la costruzione di alcuni Golem.
    Già quel ricordo sfuocato da chissà cosa era abbastanza chiaro, ma se non fosse bastato il proseguo della storia avrebbe mostrato che quei golem sarebbero diventate le armi di Iwa grazie all’ingegno dei quattro clan che le costruirono tentando di assoggettare il continente solo per cadere dinnanzi all’alleanza tra i generali e i saggi e costringersi a sigillare nuovamente il proprio potere pentiti dalle loro malefatte, o forse obbligati, o magari entrambi.
    Una storia che attorno a se poteva vedere ovunque, quel silos era infatti uno dei cantieri usati per costruire i golem, forse un prototipo, ma sicuramente in disuso visto il suo stato ma soprattutto come le sue pareti erano state decorate, nello stesso tentativo di dare un monito al pari dell’obelisco.
    Un monito che come allora veniva ignorato.

    Dunque nonostante tutto, nonostante tu sappia hai scelto di credere alla maledizione.
    Hai scelto la via degli stolti e degli ingordi.



    Come prima la sua mano si ritrasse e il tempo prese a scorrere secondo il suo volere.
    L’arena si sgomberò permettendo di vedere tutta quella storia incisa sulla pietra ma alzando una coltre di detriti decisamente pericolosa [ST1] [se non adeguatamente protetto subisci un attacco ad area di potenza pari a 50, come se fossi all’interno di un tornado] che pure si dissolse dopo poco, divorata, o forse rimessa al proprio posto, lasciando la sala intonsa e… sigillata, se un uscita c’era non era visibile.

    La tua fuga non è contemplabile.



    La mano si mosse nuovamente, nel tentativo di dilaniare il piccolo corpo del kazekage con un singolo attacco grazie alle sue dimensioni [SA1][la sola mano è grande 7 unità, quindi 4.5m, la potenza è pari a 50 se colpisce infligge lo status Fragilità puoi percepirlo ma non sai di preciso cosa è, vel nera +6] contemporaneamente l’altra mano si strinse e i gradini sotto i piedi di Hohe, partendo da una circonferenza di raggio pari a sei metri intorno a lui diventarono rapidamente nuovi, [SA2][la creatura riavvolge il tempo attorno a te, influenzando la materia, partendo da questa circonferenza e stringendola verso di te con velocità pari a nera+6] così nuovi da diventare quadrati di pietra sbozzati fino a sparire, il tutto in pochi istanti.
    Che fosse precipitato o fosse riuscito a scamparla il Guardiano non gli avrebbe permesso di trarre respiro, con quelle dimensioni infatti ogni punto del silos era facilmente raggiungibile, dalla sua massima portata in una normale posizione eretta mancavano a malapena 6 metri per arrivare alle pareti, e spostandosi leggermente non lasciava assolutamente spazio per indietreggiare.
    La mano scheletrica a quel punto si sarebbe snudata del suo manto di tenebra e nel punto in cui Hohe si sarebbe trovato si sarebbe aperta una fenditura, aveva un colore indecifrabile e se fosse venuto a contatto con essa ne sarebbe caduto preda, immobilizzandosi. [SA 3 e 4][sta utilizzando frattura temporale, e da una prima frattura ne dirama altre 5 lunghe 10 metri, a raggiera nel tentativo di catturarti, ha furtività pari a 15 e velocità pari a nera +6 e potenza pari a 60]
    Il tentativo sarebbe stato effettuato per ben due volte prima che si ripetesse un attacco identico al primo, come se fosse un replay, nel tentativo di mettere definitivamente KO il giovane Koro [ST2] [mano grande 7 unità, la potenza è pari a 50 se colpisce zone affette da Fragilità rende le ossa estremamente fragili, un qualsiasi impatto superiore a potenza 10 o impasti superiori a 4 tacche, vel nera +6]
    Quel mostro sembrava insuperabile per Hohe, come poteva averne ragione?
    Aveva due compagni di sventura, fino a poco prima, ma Satoru sembrava sparito, e Chikyu non sembrava in grado di prendere decisioni in autonomia, di fronte a quella minaccia.
     
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    Lo Scontro contro il guardiano


    XVII



    Mai aveva ancora confusione e paura negli occhi quando l’Hokage iniziò a parlare. Tuttavia, poco a poco, il suo tono confortante riuscì a portare un po’ di tranquillità alla donna. Accettando l‘indumento del Kage, Mai si sistemò come meglio potè: Grazie… Si guardò intorno, cercando di orientarsi. Ogni tanto portava la mancina alla testa, toccandola come se le dolesse parecchio. Sanguino.. Disse portando davanti al volto le dita tinte di rosso, ma questa volta trattenne le lacrime e cercò di alzarsi, senza perdere di vista Raizen. Se Raizen si fosse avvicinato per medicarla, non lo avrebbe scacciato…non so chi siete, ma non mi sembrate essere un uomo cattivo. Dove mi trovo? Come mi avete trovato? Si guardò intorno, ma quello che si poteva vedere era solo terra e deserto. Tutto quello che vedeva le pareva estraneo e sul suo volto c’era una nota di disperazione controllata che però sarebbe durata ben poco. Infatti, nuove lacrime avrebbero ripreso a scorrerle sul volto. Per questo, quando Raizen si propose di portarla al primo villaggio, lei lo guardò come un vero e proprio salvatore. Sì vi prego, signor…non so nemmeno il vostro nome per ringraziarvi in maniera appropriata. Senza di voi sarei completamente persa! Forse…forse al villaggio qualcuno mi riconoscerà! Forse…forse ricomincerò a ricordare qualcosa! Non funziona in questa maniera?

    Raizen l’avrebbe quindi potuta condurre al sito archeologico, oppure addirittura fino al primo villaggio che avevano incontrato con Hohenheim, dove le ombre si erano manifestate per la prima volta. Mai riusciva a camminare con difficoltò all’inizio, ma avrebbe acquisito sicurezza poco a poco. Per lo più si teneva avvolta il vestito di Raizen addosso, con lo sguardo basso e corrucciato. Poi però avrebbe chiesto: Da dove venite esattamente?

    Intanto, avrebbero raggiunto il primo centro abitato. Raizen e la donna avrebbero senza problemi trovato un posto dove far visitare la donna, ma nessuno sembrava riconoscerla (ovviamente). Raizen avrebbe visto il viso di Mai perdere piano piano le speranze e si rese ben presto conto che una cosa del genere davvero non si poteva fingere. Era reale: Eruzione aveva perso davvero la memoria. Alla fine dell’ennesima persona che negava di riconoscerla, la donna si sarebbe infine seduta. Si era arresa, ed aveva gli occhi vagamente lucidi. Nessuno mi riconosce qui…ed io non riconosco…nulla intorno a me.. Avrebbe poi rivolto lo sguardo verso l’Hokage. forse…forse potrei venire con te… Si fece rossa in volto improvvisamente.Lavorerò se devo lavorare! Ma ti prego, portami con te!

    [….]

    Il guardiano aveva acconsentito, Hohenheim avrebbe saputo la verità. Bastò un movimento della sua mano perchè centinaia e centinaia di ricordi iniziassero a ronzare nella sua mente. Una quantità inverosimile di informazioni che si accumulavano come un turbine di immagini, dai suoni e di voci. Così veloci e concrete da fargli risalire in gola il contenuto del suo stomaco.

    Vide l’origine del potere di manipolare il tempo come una forza che permeava il luogo dove si trovavano. Vide come, i progenitori del clan dei Koro, impararono a controllare quella forza, trasformandola prima in un culto, poi utilizzando il chakra e degli strumenti per imbrogliarlo. Mentre la loro ricchezza e potere aumentavano, la maledizione si iniziò a manifestare portando scompiglio tra i Koro e su tutto ciò che li circondava. Vide tutti i saliscendi della fortuna di quello clan, fino ad arrivare alla realizzazione delle Armi di Iwa e della loro distruzione. Non era un narrato coerente tuttavia, ma la storia emergeva dai ricordi di centinaia di individui, di cui Hohenheim riuscì anche a vedere la vita privata, le gioie ed i dolori; non solo la maestria con cui brandivano il potere del tempo. Un mare di informazioni che soverchiarono Hohenheim, portandolo in una specie di trance nel quali si stava perdendo. Non era una cosa buona. Doveva lasciare andare, escludere qualcosa o ne sarebbe stato sopraffatto.

    I vecchi insegnamenti ricevuti al monastero del Giglio, il luogo i cui colori indossava anche in quel momento, a fornirgli una via. C’era un esercizio che faceva lì: quello di osservare un complesso nodo fatto di corda di canapa spessa e di scioglierlo mentalmente. Era un lavoro di immaginazione, controllo e concentrazione che serviva ad impartire disciplina e resistere. Così, come un nodo di cui non si possono vedere tutte le pieghe, Hohenheim prese tutte le storie che gli venivano raccontate e le districò le une dalle altre. Eliminò il superfluo, ignorandolo, mantenendo la concentrazione e l’attenzione solo su quegli aspetti che, in una frazione di secondo, giudicò essere rilevanti. Ci voleva un attimo per essere sopraffatto, e molto spesso si trovò sul punto di perdersi. Poi, così come erano iniziate, le visioni svanirono. 

    Quando il turbinio di immagini cessò, Hohenheim era inginocchiato a terra. Si sentiva confuso per tutte quelle storie che erano passate attraverso la sua coscienza, e dalle quelli si era ritratto per un soffio. Le sue guance erano rigate per le lacrime che non erano sue, ma che erano state indotte dai ricordi e dalle emozioni provate nel rivivere tutte quelle vite. Ora capiva, sapeva perchè il guardiano era importante e cosa poteva accadere se il suo potere si fosse sviluppato senza controllo. Eppure, cosa doveva fare? Il futuro che aveva visto era troppo terribile per lasciare che accadesse.

    Quindi, rifiutò al proposta del Guardiano, proponendo un altro patto. Nella mente dell’essere, tuttavia, non era contemplata un’altra opzione e lo attaccò senza pensarci due volte. Hohenheim fu preso alla sprovvista dalla folata di vento che si alzò in tutta la sala. Ancora con un ginocchio a terra, si portò le mani davanti il volto cercando di farsi da scudo, mentre il suo chakra lo irrobustiva. [Danni] Quindi arrivò l’imponente mano della bestia. Schivare non era possibile, per cui Hohenheim attinse alla sua sacca di argilla, per creare un serpente tutto intorno a lui, così da proteggerlo. [SDI] La grossa mano della creatura stritolò la soffice argilla. Non abbastanza da distruggerla, creò vistose crepe in essa. Sfortunatamente, la tipologia di difesa adottata dal jonin gli ostacolò la visuale sul successivo attacco dell’essere. Il pavimento scomparve sotto i sui piedi e quelli della creazione. Per un attimo, Hohenheim si ritrovò a precipitare. Poi la sua prontezza lo portò a rimodellare il serpente, così che parte della coda divenne due ali, che lo portarono nuovamente a stabilizzare la sua posizione. [SDII] Il guardiano era enorme e la sua velocità elevata. Inoltre, si muovevano in uno spazio ristretto, in cui lui poteva con facilità raggiungere ogni punto. Doveva trovare un modo per batterlo. Mentre così ragionava, a meno di un metro da lui si aprì un “qualcosa“ nello spazio tempo. Un qualcosa che sfrigolava di chakra e che si diresse verso di lui. Hohenheim sapeva cosa fosse, lo aveva visto nelle visioni che il guardiano gli aveva mostrata. Sapeva che, se fosse stato preso, sarebbe stato bloccato in una stasi temporale. Non poteva permetterlo. Il suo chakra si mosse copioso mentre, usando il chakra repulsivo, schizzò dalla sua creazione d’argilla. [SDIII]Rif. Nera+3+4 ( MedioBasso) = Nera+7 Scattò verso il pavimento, mentre la sua creazione venne investita, bloccandosi a mezz’aria. Atterrò ad oltre 10 metri dal Guardiano, pensando di essere in salvo, ma si sbagliava. La Frattura non era solo molto veloce, ma anche quasi invisibile, nonostante l’elevata percezione del jonin. Quindi Hohenheim non aveva notato la diramazione della stessa, che lo aveva inseguito nel suo salto. La diramazione lo colpì alle spalle, inondandolo della sua energia e bloccandolo sul posto. Una strana sensazione si impadronì di Hohenheim. Una sensazione che conosceva, perchè era simile a quando lui stesso manipolava il tempo. Dannazione! Il guardiano non esitò a finire il suo nemico, sollevando nuovamente l’imponente arto, proiettato verso il jonin bambino. Il Kage dovette lavorare alla velocità della luce. Aprì tutti i punti di fuga per emanare un’ondata di chakra e sciogliere quel liquame temporale che lo imprigionava. Sapeva che avrebbe funzionato. Glielo diceva la sua affinità con quell’elemento e lo aveva visto nelle sue visioni. [SDIV]Impasto Alto. Dopo di che, richiamò altra argilla per creare una statua raffigurante un portone, il quale sbarrò la strada all’attacco del Guardiano. <b turbospoiler=" Rif. Nera+3+4 (MedioBasso)
    5 unità argilla dalla normale, 1 argilla paladina">[SAI - Difensivo]. Il cancello si piegò sotto la forza del Guardiano, ma senza cedere ed il Kazekage fu salvo. Il mostro quindi interruppe il suo attacco, dandogli modo di passare all’offensiva.

    Lanciò la pala all’uomo di Iwa che sapeva manipolare la roccia. Tienimi questa Disse ad alta voce, solo per poi aggiungere con un sussurro Con un po’ di chakra questa pala permette di compiere azioni che richiederebbero giorni in un solo istante. Non dicevi che ti serviva tempo per sistemare questo posto? Bhè ora devi farlo crollare, ed aprirci una via di uscita. Se minaccerai il guardiano di distruggere il sigillo, farà di tutto per impedirtelo, tienilo a mente. Intanto io lo terrò impegnato. La presenza del portone avrebbe schermato il jonin dall’occhio inquisitore del Guardiano.

    Assicuratosi che l’uomo avesse inteso, Hohenheim sarebbe partito all’attacco. Il chakra del Kazekage penetrò in tutto il terreno intorno a lui, convertendolo in argilla. [SAII] Parte andò a rimpinguare la sua scorta di argilla, mentre 6 unità si trasformarono in centinaia di farfalle che si gettarono contro il Guardiano. Le minuscole creature non avevano potenza offensiva, ma coralmente contribuivano a distrarre l’essere. [SAIII] Poi, toccando il portone, Hohenheim lo avrebbe manipolato così che assumesse una forma completamente diversa, quella di un serpente a due teste. [STAI] I due serpenti automaticamente si attaccarono al suo sistema di manipolazione d’argilla: non era una cosa piacevole, ma questo gli permetteva di combattere in un modo completamente nuovo.

    Quindi, Hohenheim afferrò il tempo intorno a lui e lo torse, rallentandolo, così da poter scattare in avanti alla velocità della luce. [STB+SAIV (da TS)]. La compressione del flusso lo portò ad un metro e mezzo davanti al guardiano e, quando riapparve, con lui si manifestò una statua di argilla. Non era una statua normale. Si trattava di una spada lunga oltre dieci metri, che Hohenheim reggeva utilizzando entrambe le braccia. [STAII] Potenza 90+10 (impronta)+ 10 ( Nin. Inarrestabili)+ 10 ( bonus concentrazione)= 120 Hohenheim fece per muovere la spada, ma quello non era una vera lama e, per questo, non aveva bisogno di muoversi. La spada, che spada non era, esplose istantaneamente coinvolgendo l’intera sala. La dimensione del Guardiano non avrebbe giovato in questo caso: non poteva scappare da questo attacco. Inoltre, Sotoda rendeva possibile attaccare in corpo a corpo, dando vita ad uno stile che Hohenheim non aveva mai potuto usare prima. Solo il Kazekage sarebbe stato risparmiato, insieme ai due ninja di Iwa.
    Un colpo di avvertimento in realtà. Hohenheim voleva capire come il guardiano si sarebbe difeso. Come avrebbe difeso la struttura che incastonava la toppa per sbloccare il sigillo e così via. Più che altro, il colpo serviva a dare tempo all’Iwanese di capire come funzionasse la pala e come farli uscire di lì. Perchè, se ci fosse riuscito, Hohenheim avrebbe utilizzato nuovamente la Compressione del Flusso per allontanarsi il più possibile da quel sotterraneo maledetto. [SAV] Altrimenti, avrebbe usato la compressione per riguadagnare distanza dal Guardiano, mettendosi proprio davanti la toppa dove si poteva inserire lo scettro e sbloccare il sigillo.

    Guardiano non dobbiamo combattere per forza. Lasciaci andare, oppure romperemo il sigillo!

    Chakra: 62,75/150
    Vitalità: 16/20
    En. Vitale: 21/30
    Statistiche Primarie
    Forza: 600
    Velocità:  650
    Resistenza: 700
    Riflessi: 775
    Statistiche Secondarie
    Concentrazione: 775
    Agilità: 700
    Intuito: 700
    Precisione: 700
    Slot Difesa
    1: Parata con Costrutto
    2: Manipolazione costrutti
    3: Schivata
    4: Liberazione
    Slot Azione
    1: Parata con costrutto (difensivo)
    2: Conversione argilla
    3: Attacco con farfalle
    4: Compressione del Flusso ( da TS)
    5: Compressione del Flusso
    Slot Tecnica
    1: Attivazione TS
    2: Sotoda
    2: C3
    Equipaggiamento
    • Kunai × 5
    • Rivestimento Mimetico × 1
    • Cotta di Maglia Completa × 1
    • Maschera × 1
    • Fumogeno × 1
    • D-Visor × 1
    • Tonico di Ripristino Superiore × 1
    • Respiratore × 1
    • Tonico di Recupero Superiore × 0
    • Contenitore di Elemento × 7
    • Rotolo da Richiamo × 1
    • Kiseki Verde × 1
    • Chinmoku no dōkutsu no fukuro × 1
    • Argilla Organica × 5
    • Argilla Sonica × 5
    • Argilla Paladina × 4

    Note
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    XIII




    Mentire in quel modo non gli piaceva eccessivamente, si sentiva leggermente in colpa, ma solamente ora che poteva essere certo di dubitare di una donna appena giunta al mondo a cui non poteva attribuire le colpe della sua vita precedente.
    Anche se, fin dalla prima volta che questa interagì con lui aveva dubitato della sua malvagità.
    Al momento pareva avesse dunque per le mani una potenziale risorsa e contemporaneamente una bomba pronta ad esplodere, ed avrebbe voluto disinnescarla prima di giungere al villaggio.

    Il cammino non sarà breve, andiamo.

    Voleva essere cauto, e pur senza attirare l’attenzione verso particolari eventi avrebbe ripercorso alcuni punti del percorso affrontato da lui stesso in modo da incontrare la lava prima e qualche altro piccolo ostacolo nelfrattempo.
    Ad ogni step tutta la sua attenzioni e le sue percezioni sarebbero state rivolte alla mimica facciale e quella corporea, la donna sembrava aver genuinamente dimenticato il suo passato a quel punto la sorpresa di recuperarlo o l’affiorare di un ricordo non potevano passare inosservati, in un primo momento era impossibile prendere lo stupore in anticipo e nasconderlo, e la Montagna sapeva cosa cercare [nota][raizen usa costantemente recitazione e osserva di continuo il prossimo alla ricerca di segnali che potrebbero rivelargli eventuali menzogne, in casi come questo in cui il momento della menzogna è “isolabile” a prescindere dall'espressione potrebbe dare qualche segnale, valuta tu]
    Dopo la strada avrebbe condotto verso l’accampamento, alla ricerca della testa di Boku.

    Devo ritirare un oggetto, un mio collaboratore sarà qui a breve, avevamo un appuntamento.

    Consultò le stelle qualche secondo.

    Ero parecchio in anticipo, non mi piace arrivare in ritardo, ma fortunatamente il tuo contrattempo ci permetterà di non attendere troppo.

    L’accampamento era abbastanza silenzioso ed attendere ai suoi margini non sembrava gli avrebbe dato problemi.
    Dopo qualche minuto un suo clone, creato grazie alle sue abilità dietro ad una tenda, e senza troppi problemi nel nascondere un singolo sigillo, [ST1]Tecnica della moltiplicazione +
    Arte dei Cloni: Distanza
    Talento: L'utilizzatore può far comparire i cloni entro 24 metri da sè. Non è possibile sfruttare altre abilità 'Talento' in combinazione.
    [Da genin in su]
    sarebbe uscito con qualche abito di fortuna e un sacchetto dentro al quale a meno di sorprese ci sarebbe stata la testa di Boku. Gli abiti erano quelli di chissà quale minatore, ma erano puliti, sicuramente il cambio di qualcuno che il mattino successivo avrebbe avuto una spiacevole scoperta.

    Tieni, sono un po' larghi606izi10ywq61 ma andranno bene per coprire tutto ciò che lascia scoperto la mia giacca.

    Se la donna si fosse dimostrata sufficientemente sveglia ed arzilla le avrebbe risposto cortesemente, pur osservando eventuali reazioni per comprendere se potesse simulare stordimento e quindi evitare di porre domande, per una persona normale infatti una simile connessione era totalmente assurda e solamente la mente di un ninja abituata a simili prodezze poteva classificarla come di poco conto.

    Niente di complesso per chi fa il mio lavoro.
    Sono un ninja, sai cosa sono?


    Per aggiungere un po' di effetto scenico il suo collaboratore si sarebbe allontanato mediante una nuvola di fumo nel tentativo di dare un messaggio ancora più deciso alla memoria della donna.
    Tutti gli elementi finora visti erano infatti troppo comuni nella vita al villaggio o con qualsiasi ninja per rischiare che uno di loro potesse risvegliare la sua memoria.
    Se avesse mostrato curiosità sul sacchetto non glielo avrebbe nascosto.

    Sei sicura?
    A certe cosa bisogna fare l’abitudine e non vorrei spingerti a tanto.
    Ma posso assicurarti che in pochi avevano sulle spalle le stesse malefatte di questo individuo, non era nemmeno più un umano.


    Con l’ultima affermazione si era assicurato di ergere un muro di distacco tra l’istinto empatico riservato ai propri simili e la donna, di modo che le venisse più difficile giudicare come disumane le azioni di Raizen il quale si mostrava comunque estremamente disponibile.
    Se certa delle sua resistenza avrebbe aperto il sacco, mostrando le parti meccaniche della testa di Boku e qualche lineamento della pelle sintetica, quello sarebbe stato il picco più alto dei tentativi di Raizen di comprendere quanto quell’amnesia fosse stabile e se di conseguenza fosse sicuro farla avvicinare al fuoco dove comunque l’avrebbe sottoposta a visite puntuali.
    Se niente di tutto quello avesse causato reazioni sospette si sarebbero infine ritrovati al villaggio, dove avrebbero potuto approfondire la loro conoscenza.

    Quindi ancora nulla?

    Chiese riferendosi ai suoi discorsi.

    Beh, direi che possiamo iniziare dal nome.

    Guardava fuori dalla finestra.

    Oggi c’è una bella luna, tu in un certo senso sei nata stanotte… ti suona bene Meitsuki?
    Ti senti Meitsuki?
    Il germoglio di luna.


    Gli sorrise.

    Con il tempo sceglierai un cognome che ti piaccia, anche io ho inventato il mio, ne vado abbastanza orgoglioso: Ikigami.
    E non temere, ci sarà sicuramente un posto per te.


    Non sapeva ancora come l’avrebbe impiegata, ma probabilmente non l’avrebbe fatta stare direttamente dentro il villaggio, forse un posto nel futuro cantiere della sua dimora per occuparsi dei pasti.
    Il suo clone intanto, per quanto la sparizione fosse stata spettacolare si stava lentamente dirigendo verso l’antico tempio, aggirando l’accampamento.




    Uroboro




    Chikyu guardò Hohe leggermente disorientato, quell’uomo rasentava l’inutilità in quella situazione, fortunatamente fu Satoru a riprendersi prendendo quello scettro al volo.

    Me ne occuperò io.

    C’era una certa aura positiva attorno a lui e il suo compare vedendolo attivo non ne fu ispirato, ma quantomeno smosso, era evidente che tra i due il manipolatore della terra fosse quello che necessitava di una guida salda ed autoritaria.

    Ma non penso sarà semplice, il tempo è la sua arma, non la nostra.
    Ma io qui dentro non voglio morirci, quindi ti darò un unica possibilità, appena sarai vicino al muro noi apriremo un varco dritti verso l’esterno e ci catapulteremo fuori con una delle sue creazioni.
    Hai la tua vita tra le mani.


    Poteva leggere gratitudine negli occhi di Satoru, ma anche la volontà di non sprecare il prezioso dono che gli era stato fatto rendendolo un aiuto incerto per quanto sincero.
    Appena le farfalle si materializzarono davanti a lui bastò tendere la mano davanti a lui che con un unico gesto vennero divorate attraverso il controllo del tempo, facendo deperire rapidamente sia l’argilla che il chakra che la teneva insieme. [SD1]Usa singolarità temporale Quella distrazione però, annichilita dallo scorrere del tempo, non fu sufficiente mantenere impegnato il gigantesco nemico che, per quanto semplice, poteva contare su una molteplicità di scenari da cui attingere per rispondere con efficacia.
    Quando Hohe gli fu addosso non potè fermarlo ma di sicuro riuscì a difendersi, quando l’immane ondata di chakra, estremamente concentrato fu possibile notare che una grossa fetta svanì rapidamente [SD2][potenza ridotta di 60 + protezione naturale di 50] mentre il danno che riuscì a passare quella salvaguardia temporale ustionava, graffiava e squarciava quella materia oscura, ma questa al contempo si curava, ripristinandosi ad una velocità quantomeno paritaria. [ST1][si cura mandando avanti il tempo accelerando il ripristino dei “tessuti”, potenza massima pari a quella di annullamento, ma non ripristina la vitalità... ma ne ha? E se ne ha quale danno può percepire come importante rispetto alla sua riserva?]
    Tuttavia salvaguardare se stesso non gli permise di fare lo stesso con la struttura, un esplosione all’interno di quello spazio chiuso era comunque devastante, danneggiandola seriamente e facendo cadere grossi calcinacci che sarebbero stati un problema per tutti i presenti e l’aumento della pressione che ne scaturì di sicuro non giovò ai presenti che accusarono quell’aumento improvviso di pressione nelle orecchie [danno presenti][sanguinamento leggero dalle orecchie + assordato per 1 round, mai provato a buttare un petardo in un aquario?] che avrebbe dovuto far considerare ad Hohe esplosioni più precise se avesse voluto salvaguardare le sue orecchie. Poteva quella menomazione impedirgli di sentire l’attacco che lui stesso aveva accusato? [stat. massi][vengono tutti bersagliati da calcinacci grossi 2 unità, potenza 30 velocità blu, ne cadono 3 a testa in successione, ovviamente in punti pericolosi, altrimenti non li avrei citati]
    Dal canto suo non era un vero problema, le pietre svanivano prima di toccarlo, polverizzate.

    Un solo maledetto non può niente contro di me



    Per lui il sigillo non era evidentemente in pericolo, era troppo distante ed i suoi avversari in numero troppo esiguo per essere un problema, dopotutto non erano certamente i primi Koro che affrontava.
    Alzò una mano e il tempo chinò nuovamente il capo, ubbidendogli.
    I massi caduti si rialzarono ad una velocità molto più pericolosa permettendo al guardiano di sfruttare anche ciò che per lui sarebbe dovuto essere un danno ed al contempo ripristinando quel luogo [SA 1] [i massi tornano al loro posto ad una velocità pari a nera + 3 e la velocità aumenta il loro danno di 10 per un totale di 40] i due jonin della roccia non necessitavano sicuramente di difese, nonostante tutto per un manipolatore come Chukyu era un attacco facile da evitare, ma per Hohe su cui stavano le attenzioni del gigante non era certamente la stessa cosa.
    Una crepa si sarebbe quindi aperta a mezz’aria, quasi aprendo la realtà e mostrando un immensa oscurità che correva verso il sunese similarmente a prima, [SA 2][frattura temporale, e da una prima frattura ne dirama altre 5 lunghe 10 metri, a raggiera nel tentativo di catturarti, ha furtività pari a 15 e velocità pari a nera +6 e potenza pari a 60] l e tempistiche tuttavia erano differenti rispetto alle precedenti, la frattura si allungò mentre la polvere e i detriti si alzavano a mezz’aria coprendone il percorso [nota polvere][la furtività aumenta di 1 e la distanza di percezione è azzerata] se afferrato Hohe era consapevole che la sua capacità di manipolare il tempo, anche per gli spostamenti non sarebbe più stata disponibile.
    E come lui lo sapeva il guardiano che però l’aveva completamente a disposizione ed una volta immobilizzato avrebbe potuto usara per azzerare lo spazio presente tra il sunese e la mano da cui sarebbe stato stritolato accorgendosi che in materia di tempo quella creatura era probabilmente avanti a qualsiasi Koro esistente [SA 3] [la presa ha potenza pari a 50 e forza pari a nera +4, il trattenimento viene effettuato Anche con frattura temporale che ha potenza pari a 60, la presa e il suo trattenimento assegnano o applicano Fragilità quindi, se già la avevi, accorgendoti della stranezza, subirai prima intralcio medio, poi semiparalisi poi rottura, rispettivamente una per slot in cui vieni trattenuto, ricorda che questi status dopo che viene assegnata fragilità vengono aggravati anche da impasti muscolari superiori a 4 tacche, rottura esclusa, causabile solo da danni diretti di qualsiasi entità.]
    Che fosse riuscito o meno a scamparla da quella presa i due ospiti fino a quel momento silenti si sarebbero risvegliati, riuscendo ad organizzarsi.
    Tre grossi spuntoni di roccia partirono quindi alla volta del guardiano, bersagliandoli inutilmente la testa, o quasi.
    La presa sul sunese infatti si sarebbe allentata ed avrebbe percepito il peso della frattura temporale svanire mentre veniva concentrata sui due che continuavano ad organizzare un diversivo mentre la creatura non accennava a rilasciare Hohe.
    Separandosi diedero un secondi di indecisione al mostro che si concentrò su colui che aveva rischiato di danneggiarlo di fatto seguendo la pianificazione dei due.

    Pronti.

    Quell’unica parola era il segnale di Satoru e se Hohe fosse stato libero e gli si fosse avvicinato questo avrebbe prontamente aperto un varco mentre nella zona diametralmente opposta Chukyu dava tutto se stesso per non far voltare la bestia trasformando una zona circolare della parete in un colossale getto di terra le cui capacità erano parzialmente note ad Hohe.
    La potenza era disarmante e lo si poteva capire dalle quantità di materiale in gioco, ma il tempo l’avrebbe presto erosa.

    Lascialo qui!
    Sa difendersi!


    Appena i due avessero imboccato il tunnel una parte dello stesso si sarebbe fatta fangosa, facendo emergere Chukyu.

    Abbiamo pochi secondi, non pensavo che la terra potesse subire le sorti di qualsiasi altro elemento.

    Ingenuo, sicuramente, per pensare che qualcosa potesse resistere a lungo allo scorrere del tempo
    Poterono compiere soltanto qualche passo quando sentirono un ruggito che andava oltre la rabbia, oltre una missione, qualcosa che richiedeva la vita.

    NON SCAPPERAI MAAAAAAAIII!!!



    Non era una vuota minaccia.
    I tre si sarebbero ritrovati dentro la stanza, perfettamente intatta, con la riserva ristabilita [come al termine del turno precedente] ma ancora imprigionati.
    Nemmeno il terrore li avrebbe colti, non erano consapevoli di ciò che avevano fatto solo piccoli discordanti frammenti, come degli inafferrabili deja-vu gli avrebbero fatto pensare che la strategia che stavano per pensare era inutile.
    Quel mostro controllava il tempo.
    Ed al tempo non si sfugge.
    No?
     
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    La verità dietro la disperazione


    XVIII



    Che tipo di affari conduci qui? Chiese infine Mai a Raizen, quando fossero arrivati all’accampamento. Sebbene ci fosse ancora un po’ di diffidenza nella sua voce, questa era sovrastata da un genuina curiosità ed un pochino di imbarazzo per la sfacciataggine. In realtà, la donna non faceva altro che tirarsi addosso il vestito troppo corto che le aveva passato l’Hokage, e lanciava occhiate furtive a destra e a manca per vedere se qualcuno la stesse guardando.

    Anche per questo, quando Raizen le portò dei vestiti che potessero dirsi tali, Mai li accettò con grande sollievo: avere più stoffa era molto meglio che averne troppo poca. I Ninja? Certo che so cosa sono: sono combattenti che utilizzano arti magiche. Mmmm non ho problemi a ricordare un’idea così generica…però non ho memoria di aver conosciuto un ninja di persona…apparte te, ovviamente…

    Non avrebbe prestato molta attenzione al sacchetto, ma una volta all’accampamento avrebbe cercato di farsi riconoscere dalle persone lì presenti, senza successo. Alla fine della cerca, avrebbe risposto a Raizen dicendo. Nulla di nulla! Nessuno mi conosce qui…sarebbe tutto più facile se per lo meno sapessi il mio stesso nome! Fu allora che Raizen propose di scegliere un nome tutto suo. Meitsuki…Meitsuki…è grazioso, forse un po’ lungo…chiamami Mei. Sì suona bene no? Forse per la prima volta allora la donna si sarebbe lasciata andare ad un sorriso pieno. Avrebbe quindi seguito Raizen nella suo ritorno a casa.

    [Eruzione si considera “ospite” di Konoha. Non potrà comparire in altre scene GdR che non siano compatibili con questa narrativa]


    […]

    L’attacco del Kazekage non sembrava aver avuto un grande effetto sul Guardiano. C’era da aspettarselo: la sua mole e forse qualche protezione naturale lo dovevano rendere piuttosto coriaceo. Inoltre, combattere in un luogo così ristretto faceva riverberare le onde d’urto delle sue esplosioni contro di loro, stordendoli ed assordandoli. I massi che caddero, infatti, Hohenheim riuscì a percepirli più per istinto che per altro. Scattò all’ultimo momento alla sua sinistra, rotolando mentre i massi si schiantavano a terra. Era stato fortunato che non fossero particolarmente veloci. [SDI]

    Però poi il mostro mosse le mani ed i sassi ripartirono al contrario, verso l’alto. Il movimento difensivo precedente aveva allontanato il jonin sunese abbastanza da non essere particolarmente in pericolo. Tuttavia, fu utile a distrarlo e a sollevare abbastanza polvere da occulare bene il successivo attacco. La frattura temporale lo prese alle spalle così come aveva già fatto una volta. Hohenheim si ritrovò bloccato da quella dannata tecnica, con tutto il suo potere di controllo del tempo completamente prosciugato. Dannazione…

    Hohenheim tentò di liberarsi dalla morsa temporale, ma chiaramente invano. Troppo rapidamente poi il Gurdiano lo attaccò bloccandolo, questa volta, in una morsa vera e propria che lo fece urlare di dolore. Mentre le sue ossa si incrinavano, il Kiseki rispose tuttavia alle sue sofferenze, inondandolo di energie curative. [Danni][Fusione di Chakra]
    Fusione del Chakra
    Villaggio: Suna
    Posizioni Magiche: Nessuna (0)
    Il Kiseki può curare l'utilizzatore, ripristinando la Vitalità ma non l'Energia Vitale. Ripristina di 2 Leggere la vitalità dell'utilizzatore o cura uno Status Medio. La tecnica si attiverà automaticamente se ferito l'utilizzatore o usata una tecnica difensiva tramite uno slot tecnica, anziché uno slot tecnica avanzato.Tipo: Ninjutsu - Hikariton
    Sottotipo:
    (Consumo: Medioalto)
    [Da chunin in su]

    Pot. 20 + 10 ( Nin inarrestabili)+10 (impronta luce)


    Ahhhh Urlò, svuotando i polmoni di tutta l’aria che aveva. Fortunatamente per lui, i suoi collaboratori si risvegliarono giusto in tempo, tempestando il mostro di attacchi, La presa del Guardiano si rilassò, lasciandolo cadere poco graziosamente a terra. Hohenheim respirò a pieni polmoni, mentre ancora non si rialzava da terra. Doveva allontanarsi di lì il primo possibile, Il mostro era molto forte ed aveva poteri che andavano oltre al sua comprensione.

    Fu con la coda degli occhi che vide Satoru riuscire ad prime un varco verso l’esterno. Hohenheim non se lo fece ripetere due volte, usando la compressione temporale, per portarsi immediatamente al fianco del ninja di Iwa. {SAI] Ben fatto! Dov’è il tuo compagno? Chiese infine mentre iniziava la corsa, ma il manipolatore di terra comparse vicino a loro dopo pochi istanti. Hohenheim stava quasi per effettuare una seconda compressione temporale e lasciarsi quell’incubo alle spalle, quando un urlo arrivò fino alle loro orecchie.

    E poi tutto cambiò.

    Si ritrovò al centro della sala che aveva appena lasciato; il Guardiano era ancora davanti a lui in tutta la sua potenza e pronto ad ucciderli. Che cosa era successo? Frammenti sconnessi di memorie si accavallavano nella sua mente, ma era impossibile connetterle in una storia coerente. Che cosa è successo? Voi ricordate qualcosa? Il senso di confusione era totalizzante, ma di una cosa il ninja poteva esser certo: doveva essere un potere del Guardiano.

    La sua mente combattente cercò di formulare un piano di attacco: un attacco sfruttando il tempo e Sotoda…ma non lo aveva già fatto? Non aveva appena usato quella combinazioni di attacchi? Quanto era stato efficace? Non molto se si trovava ancora in quella situazione. Dobbiamo andarcene di qui al più presto…come va con la pala? Ma mentre così diceva sapeva di star dicendo qualcosa di cui già forse sapeva la risposta?

    Però doveva fare qualcosa. Non poteva permettere a quel guardiano di sottrargli il controllo del tempo. Non poteva. Ne andava della vita di centinaia di ninja accademici. Di quello era sicuro, no? Del resto lo aveva visto nelle sue visioni, no? O forse era anche quello un trucco del tempo, un errore nella sua memoria? Perchè sentiva quel desiderio di salvaguardare quel potere così chiaro ed intenso, quando normalmente le sue visioni erano così confusionarie e criptiche?

    La risposta a quella domanda si manifestò chiaramente ed improvvisamente nella sua mente, come una rivelazione. Forse perchè aveva visto le vite di tutti quei Koro passargli davanti gli occhi, forse perchè adesso capiva le parole del Guardiano: la maledizione degli ingordi. Era quella la vera maledizione dei Koro: la dipendenza dal potere. I suoi predecessori si erano aggrappati al potere non perchè fossero degli sciocchi, ma perché era il potere stesso dei Koro ad averli convinti che il controllo del tempo servisse ai loro scopi, a qualunque scopo! Così come lui era stato persuaso a combattere per quel potere, pensando di difendere quello a cui lui era caro, così loro dovevano essere stati ingannati.

    C’era quindi una sola via di uscita, Proprio mentre pensava così, una nuova visione tentò di insinuarsi nella sua mente, sicuramente tentando di persuaderlo a cambiare corso di azione. Eppure, il Kazekage urlò con tutta la determinazione di cui era capace: RIPRENDITI QUESTA MALEDIZIONE!!!

    Forse stava rinunciando al più grande potere della sua vita o forse, quella vita, la stava per salvare.



     
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    XIX




    Alla domanda della donna Raizen alzò le spalle, accompagnando il gesto con un sorriso a metà tra il disagio e la malinconia.

    Cerco di salvare mio padre, e sembra che io debba in qualche modo iniziare da qui.
    Ma per questa volta direi che ho finito.
    Anche se credo dovremmo aspettare il mio collaboratore al punto di ritrovo, si trova nel vicino villaggio.


    Quando la ragazza dovette valutare il suo nome scelse di abbreviarlo.

    Beh, mi sembra abbastanza normale, ma se ti piace solo Mei non sono nessuno per obbligarti a spendere fiato.

    Tacque, riflettendo qualche secondo mentre riordinava il materiale raccolto in quella missione, infagottandolo e mettendolo al sicuro.

    Un germoglio quindi.
    Direi che non è male neanche questo, data la tua condizione si potrebbe dire che questo sia un nuovo inizio.
    Cosa ti piacerebbe essere?


    Domanda difficile per una donna che ricordava a stento chi fosse la persona che compariva nello specchio.




    Oltre il Tempo




    Il potere del guardiano spezzò definitivamente il Kazekage, portandolo a ragionare ad un livello differente dal primo, forse iniziando autonomamente il processo di ribellione, acquisendo coscienza di quanto corrotto e pericoloso fosse quel potere.
    E probabilmente iniziando a dubitare di esso, valutando le visioni per ciò che erano: niente più che i fini ramoscelli al termine del più grosso ramo del più grosso albero del mondo, una meta difficile da raggiungere se non volontariamente perseguita.
    Quelle tre parole furono sufficienti, nonostante il guardiano stesse tendendo la mano per un nuovo attacco si arrestò, immobile per un momento, come se stesse decidendosi, ed infine ritraendosi.

    E sia.



    La sua voce fece vibrare l’intera struttura.

    Racconterai ai tuoi pari quanto il Tempo possa essere pericoloso.
    Non dimenticarlo mai.



    Lo sguardo di quel titano divenne innaturalmente intenso, per quanto i suoi occhi non fossero che due buchi aperti sul nulla più totale Hohe avrebbe giurato di averci intravisto la vita di migliaia di persone, ed in ultimo la sua. La sua vita maledetta da Koro.
    La mano si tese verso l’alto ed il tempo prese a scorrere in maniera così innaturale che pensava di percepire contemporaneamente il momento del suo primo veggito e lo sgretolarsi in polvere delle sue stesse ossa, in mezzo a quell’indeterminabile caos si aprì un varco sopra le loro teste.
    Sembrava che solo lui lo vedesse, come probabilmente poco prima era stato per Satoru, eppure sembrava tutto fuorchè illusorio, dopotutto perché mostrargli un illusione proprio in quel momento?
    Qualcosa osservava da quel passaggio, ed ora che Hohe aveva rinunciato si protese al di fuori, un unica lingua di quell’oscurità si mosse incerta ma al contempo inarrestabile verso di lui, affondandogli nel petto e… comunicando.

    Tanti prima di te hanno scelto.
    Tanti prima di te sono morti per mano della pazzia, altri ci sfuggono
    Portaceli e sapremo ricompensarti.



    Aveva rifiutato un aiuto in quella mansione, per cui non gli sarebbe stato dato, come non gli sarebbero state date ulteriori spiegazioni, il compito era chiaro: volevano i Koro e qualcuno che al pari loro fosse stato maledetto.
    Le ombre svanirono, niente sembrava più intorbidire la sua mente o il suo sguardo se non la stanchezza. [nota][La tecnica di manipolazione temporale è totalmente inaccessibile, solo una giocata apposita può darvi nuovamente accesso]
    Uscire dal tempio fu facile, ma lo fece da solo, quando riebbe piena consapevolezza di ciò che lo circondava i suoi accompagnatori erano svaniti portandosi dietro gli strumenti ritrovati su cui, dopotutto, nemmeno l’accademia poteva aver alcun tipo di controllo, non li si poteva neanche definire rubati, ma se non altro, in qualche modo avevano dato una mano ad Hasuma, garantendogli la sopravvivenza seppur con qualche cicatrice.
    Sembrava essere tutto apposto, fino a quando non sciolse il Kiseki dalla sua pelle, notando che una scheggia nera come l’ossidiana che in quel luogo usavano per imbrigliare il tempo, se ne separò, lasciando intonsa il resto della gemma. [nota][Può essere un incipt per un equip leggendario, purtroppo gli aggiornamenti sulle comasterate ci hanno remato contro, altrimenti sarebbe stato un equip già ora, considera in linea di massima che il tema è a scelta tra le varie manipolazioni del tempo che hai visto nella giocata: da quella di Satoru appena accennata, a quella della stasi usata dal guardiano, alla tua, o anche qualcosa in tema ma non troppo differente]
    Fuori dal tempio la situazione pareva tesa ma sotto controllo, un nugolo di ricercatori era raccolto accanto alla tenda divelta poco prima e qualcuno parlottava su possibili crolli dentro al tempio dovuti agli assestamenti di poco prima, ma forse il Kazekage non sarebbe riuscito a parlare con loro, il clone di Raizen infatti lo intercettò all’esterno.

    Raizen è tornato alla locanda, ti aspetterà lì, e c’è un ospite inatteso.
    Non era sicuro per lui entrare qui.
    Stai bene?
    In caso contrario posso darti una mano a rientrare.


    Se Hohe avesse detto di non avere problemi il clone si sarebbe dissolto con un unico cenno di assenso, probabilmente per informare tempestivamente l’originale delle risposte ricevute.
    Al suo arrivo alla locanda avrebbe trovato Raizen ancora sveglio.

    Cos’è successo dentro a quel tempio, i ricordi del clone mi hanno detto che c’è stato parecchio casino.

    Avrebbe chiesto delucidazioni a Raizen in merito alla sua natura?
    Se gli avesse chiesto della donna invece avrebbe raccontato senza problemi l’intera storia, ma chiedendogli di allontanarsi dalla stanza di modo che non fossero a portata nemmeno del più fino orecchio dell’accademia.

    Inoltre…

    Avrebbe fatto attendere il Kazekage qualche secondo mentre andava a portargli la testa di Boku.

    Questa penso sia roba da sunesi, se c’è qualcosa al suo interno penso possa essere non solo utile a voi, ma che siate anche più bravi ad accedervi.
    Il resto del corpo è in un pozzo incastrato nella lava, ma non penso ci si possa ricavare nulla.
    Però penso valga quantomeno una taglia, no?
    Si faceva chiamare Boku.

     
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    Ritorno a Casa


    XIX



    Tuo padre?.. Chiese con tono acuto la donna, mentre i suoi occhi si riempivano di stupore e tristezza. Forse anche lei doveva sentirsi un po’ come Raizen in quel momento: forse si stava interrogando sui suoi genitori di cui non si ricordava nemmeno. Sono sicura che riuscirai nel tuo intento. Del resto, hai salvato anche me dal deserto, no? Gli sorrise di rimando cercando di rincuorarlo.

    Una volta scelto il suo nome, la donna lo ripetè un paio di volte ad alta voce, quasi come se fosse una preghiera per non dimenticarlo. Sembrava di essere di buon umore, e quando Raizen le chiese cosa volesse fare del suo nuovo inizio, Mai disse senza quasi nessun dubbio: Voglio aiutare le persone! Fare del bene, così come tu mi hai aiutato oggi! Io non so ancora come, ma farò il mio meglio per ripagare la tua generostà, Sig. Ikigami.

    […]

    Una volta che ebbe pronunciato le fatidiche parole, il guardiano cambiò improvvisamente atteggiamento. Con un gesto della mano accettò la sua offerta di resa, mentre il tempo intorno a loro si piegava al ritmo del volere dell’essere. Il corpo di Hohenheim fu quasi distrutto dal flusso di chakra e tempo che lo pervase. Gli parve come se il suo io venisse spaccato, cercando di coesistere in lui cioè che era stato, fin dal momento in cui era nato, a ciò che sarebbe diventato, quando la vita lo avrebbe infine lasciato.

    In quel marasma di sensazioni, avvertì quel nodo vicino al suo tentien, che afferrava ogni volta che doveva piegare il tempo al suo volere, sciogliersi come neve al sole, fino a che nessuna traccia ne rimase. Nel flusso che lo percuoteva, avvertì una voce, un monito con una missione, che gli intimava di portare al suo giudizio tutti i Koro che vagavano ancora a piede libero sulla terra.

    Poi la sensazione scomparve.

    Hohenheim si ritrovò accasciato, con le ginocchia a terra. Aveva gli occhi chiusi e si accorse di star urlando. Quando li riaprì, scoprì con stupore di essere da solo e, tutto sommato, di non provare alcun dolore fisico. Così come Satoru, la tecnica del guardiano sembrava averlo guarito nel corpo, ma anche nella mente. Si accorse infatti che la sua mente si era in qualche modo alleggerita e le ombre che permanevano ai margini del suo campo visivo si erano sciolte. Non avvertiva più alcuna traccia del controllo sul tempo che prima brandiva.

    Sì alzò, guardandosi intorno. Era quasi del tutto buio, eccetto la luce pulsante del Kiseki Verde che gli brillava nel petto. Ma cosa…? Guardando in basso, verso la pietra, un frammento della stessa si era colorata di nero, simile all’alabastro con cui i Koro avevano imbrigliato il potere del tempo. Che cosa era successo? Troppo presto per valutare una cosa del genere, in generale non prometteva nulla di particolarmente buono. Il Kiseki, come i suoi gemelli di diverso colore, erano note anche come PIetre dell’Anima, ed un loro cambiamento non poteva che significare che qualcosa era fondamentalmente cambiato nel loro portatore. Questo sarebbe stato cosa il giovane Kazekage si sarebbe portato a casa da quell’esperienza.

    Uscito dal tunnel, trovò un clone di Raizen ad attenderlo. No, no particolarmente, ma riesco a camminare. Arriverò da te a breve Quando il clone fu scomparso, Hohenheim attraverò rapidamente l’accampamento, guardandosi intorno. Si aspettava di vedere Satoru ed il manipolatore della terra da un momento all’altro, ma questo non successe. Si dovevano essere intascati i manufatti del Koro per poi sparire tra le ombre. Non che fosse strano: ora Satoru non poteva più usare il tempo, ma sicuramente il Kage di Iwa avrebbe potuto. Il Kage…un altro Koro…un altro maldetto…un’altra vittima…

    Trovò Raizen alla locanda e si sedette a fianco a lui. Alle sue domande, raccontò quello che gli era capitato, con una voce che non gli sembrava nemmeno la sua. Solo alla fine, vedendo il volto del jonin avrebbe detto: Mi spiace Raizen, probabilmente speravi che io potessi aiutarti con tuo padre…

    Anche al jonin della Foglia era però successo molto e, appena seppe di Eruzione, Hohenheim la scandagliò con le sue capacità da sensitivo:La donna non ha alcun sigillo nè genjutsu addosso…quindi la sua memoria non è stata artificialmente ritoccata. Tenerla è comunque un rischio Raizen, ma sono certo che questo tu lo sappia.

    Per quanto riguarda il tuo regalo…la porterò a chi è più competente di me in materia. Vedremo di tirarne fuori qualcosa.

    Direi che è ora di tornare a casa. Non so se questa missione sia stata davvero un successo. La mia conoscenza sui Koro è aumentata ed allo stesso tempo mi sono lasciato sfuggire quel retaggio. Forse è un bene lasciare indietro le cose che ci fanno star male, ma non posso non chiedermi se le cose che ho visto nelle mie visioni diventeranno infine realtà, oppure si trattava tutto di una menzogna.



     
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    Ritorno


    XX




    Le sorrise di rimando.

    Credo proprio che Konoha sarà il villaggio migliore se è il prossimo ad interessarti.
    Ma ti avverto, è sempre la via più difficile e quella che richiede maggior dedizione.


    Arrivati al villaggio avrebbe mantenuto la parola, facendola visitare da un equip di esperti ma facendo in modo che i referti venissero consegnati e spiegati a lui in prima battuta in modo da capire se era possibile una ricomparsa dei ricordi ed in quali scenari.
    Non di meno avrebbe chiesto la minuziosa analisi del corpo alla ricerca di qualsiasi metodo di tracciamento, nonostante già Hohe avesse scongiurato la presenza di qualsiasi sigillo.
    Dopodichè gli avrebbe procurato una dimora ed un maestro, la scelta sarebbe ricaduta su Youkai, non gli veniva in mente nessuno di più buono, ma soprattutto abbastanza facile da spostare fuori dal villaggio visto che la sua dimora non era esattamente tra le più vivibili.
    Passare da quella ad una piccola casa indipendente dotata di due stanze divise in zona notte e zona giorno sarebbe stato un salto da gigante, e tutto il periodo di formazione di Mei sarebbe diventato un buon esame per valutare le sue capacità.
    A tempo debito le avrebbe dato anche un impiego vero e proprio, ma voleva avere quante più garanzie possibili riguardo la sua inoffensività.
    All’arrivo di Hohe Raizen si sarebbe sporto anche sul suo orecchio quando questo gli raccontò della sua avventura.

    Oh, vedo che ti ha ridato anche l’orecchio.

    Quando lui si scusò la Montagna scosse la testa.

    Chissà Hohe, sembri avere una corsia preferenziale in questo momento con loro, forse se tu riuscissi a portargli qualcuno o qualcosa potrebbero ricompensarci.
    Le gemma del tempo potrebbe stargli molto antipatica ad esempio.
    Ciò che mi chiedo è: chi?
    Qualcosa ti ha parlato, e non era il guardiano, quando ha ucciso il mio clone ho visto ben poco, ma lui non era sicuramente in grado di promettere qualcosa.


    Avrebbe istintivamente guardato verso la stanza quando Hohe si riferì a Mei.

    Si, lo immagino, farò in modo che qualcuno si occupi di lei e al contempo la tenga sott’occhio, dopo che un team apposito mi avrà dato qualche certezza in più.

    Alla proposta di una rapida partenza Raizen sbuffò, era a dir poco esausto, ma non poteva che concordare, quel luogo ormai scottava: se dovevano riposare dovevano farlo lontano da lì.

    La conoscenza è sempre un ottima arma, Kazekage, dovrebbe saperlo.

    Disse con un sorriso.

    Da ciò che ho capito comunque hai basato la tua prima decisione su una visione… io non credo riuscirei mai a farlo.
    Mi reputo padrone del mio destino, non tanto per vanità, ma perché qualcuno a cui non posso che dar ragione mi disse che le profezie diventano un problema solo quando qualcuno le persegue.
    Difendi il tuo villaggio, prendi le decisioni migliori se qualcosa arriverà sarai già pronto, ma non pensare di poter cambiare lo scorrere degli eventi, è proprio nel farlo che li confermiamo, proprio perché in un modo o nell’altro diamo peso a quella profezia.
    Hai un unica arma: la tua libertà, sfruttala.


    Dopo quel colloquio, richiamata Mei, si sarebbero incamminati, procedendo a ritroso e passando nuovamente per il paese della Montagna, dopo il quale avrebbe scroccato una notte di riposo ai sunesi, ma avendo la buona creanza di catturare qualche volatile fruttivoro prima del confine, in modo da non privarli del poco che racimolavano tra le dune.
    E poi amava la selvaggina di piccola taglia.
     
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