La Bilancia NeraQuest C

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  1. Shiltar Kaguya
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    Falce dei Kaguya


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    Sette giorni di viaggio


    E l'Ambulatorio a cui si arriva



    [Prima della Partenza]

    Masayoshi era un tipo simpatico, sapete? E mentre parlavo con lui realizzai due cose: non avevo mai visitato Suna e questo "deserto", così come lui non era mai stato in mezzo alla neve, in più, cosa più grave, non avevo nemmeno una maglietta con sopra disegnata una tartaruga!
    Devo trovare in ospedale qualche maglietta con una tartaruga sopra, fra le cose lasciate dai pazienti..., valutai, guardando la maglietta con quella sorta di strano topo, La tua è molto originale, Masa-san!, lo era effettivamente, anche se ammetto che non avevo idea di cosa fosse l'animale rappresentato.

    Finito il briefing con la Kakita ed il vecchio scorbutico con i baffi, ci riunimmo per organizzarci prima di partire.
    La ragazza dai capelli rossi, Hebiko, suggerì di dividerci in coppie per facilitare la gestione della squadra, idea non male, devo dire. Di testa ci stava la tizia.
    Masa-san si propose di guardarmi le spalle: il ninja di Suna con cui avevo combattuto quando ero ancora un genin inesperto, probabilmente assieme a Youshi-san (che la rossa di Oto prenotò per se), quello di cui mi fidavo di più fra tutti quei visi più o meno sconosciuti.
    Ottimo, Masa-san, io guarderò le tue!, confermai sollevando il pollice e sorridendo all'altro.
    C'era comunque da dire che già l'otese e Youshi-san stavano facendo scintille prima di partire, chissà come sarebbero andati d'accordo in missione.

    [In Viaggio]

    Dopo le prime ore di viaggio accadde una cosa strana: una voce arrivò alla mia testa e sulle prime pensai che fosse la mia coscienza!
    Poi, però, mi resi conto, con grande stupore, che la mia coscienza aveva la voce di Masayoshi e mi stava dicendo di essere il Jinchuuriki del Sei Code, cosa che ero abbastanza sicuro di non essere.
    O la mia coscienza sa cose che io non so, oppure Masayoshi-san mi ha appena rivelato un segreto parecchio importante... parlandomi direttamente nella testa.
    Sapevo, più o meno, cosa fosse un Jinchuuriki: persone in cui erano sigillati creature di chakra, avevo letto qualcosa nei libri in ospedale, avevo anche sentito dire che il predecessore di Elmo-san era stato un Jinchuuriki, un potere da tenere all'interno di un vilaggio e, soprattutto, ben nascosto ai più.
    Fui inorgoglito all'idea che qualcuno si era fidato così tanto da dirmi di essere uno di questi "individui", sorrisi e ripresi a camminare normalmente.
    Certo, fosse stata la mia coscienza... pronto? Coscienza? Mi senti?, ma niente nessuno mi rispose, qualora ve lo steste chiedendo.

    Durante i giorni di viaggio, poi, ebbi modo di farmi qualche idea anche su tutti gli altri compagni.

    Del gruppo, Hebiko era la più silenziosa. La Rossa di Oto (chissà se lei mi etichettava "il Rosso di Kiri"?) parlava poco e quando descrisse le proprie capacità non andò nemmeno molto nel dettaglio: poteva strozzare la gente ed era resistente, noi dovevamo solo prendere la mira? Perfetto, non è per niente adatta a combattere in coppia con me che attiro i nemici e li respingo..., pensai, immaginandomi lei che cercava di strozzare un taglialegna ed io che finivo per spingerli entrambi via. Sarebbe stata una scena comica, ma poco funzionale.

    Durante poi le chiacchiere sulla gente di Konoha che conoscevamo, fu Masayoshi il primo a dire un nome a me noto: Yato-san! Sì, siamo andati in missione assieme qualche tempo fa, anche lui è un ninja medico e servivano due medici di scorta a dei ricconi su una nave in viaggio per l'arcipelago intorno al Paese del Thé. Era un tipo così educato, poco portato per il chakra repulsivo, ma cordiale., ricordai, senza entrare troppo nelle piccole avventure in cui finimmo in quella missione.
    Satoru, il ninja di Konoha, invece, mi disse due nomi che non mi dicevano niente: No, non conosco nessun Raizen-sama o Koyomi-san... però l'ex beato fra le donne mi pare si chiami Shin... come nome è facile da ricordare., spiegai.
    In compenso, conosceva una qualche "Ryugi" di Suna, come chiese a Masayoshi, ma anche quella non sapevo chi fosse.

    Harumi-san, invece, accennò al suo ruolo di assistente in amministrazione e del Kokage, che dato il suffisso "Kage", immaginai fosse il capo del villaggio del Suono.
    Io conosco il Juudaime di Kiri ed in una missione ho incontrare il Kazekage, un ragazzetto poco più grande di noi, ma parecchio capace. Simpatico, fra l'altro. Il vostro Kokage, che tipo è? Conosco l'Amministratore Febh-sensei, un insegnante parecchio particolare., ricordai, memore di quella volta sulla nave ghiacciava.

    In un momento in cui, durante il viaggio, fossi stato più in disparte dal resto del gruppo, con Masayoshi, gli avrei detto: Grazie per esserti fidato di me con il tuo segreto. Non lo dirò a nessuno, non preoccuparti., gli confermai, con sincera cordialità

    Mi resi conto di una cosa, però, durante quei sette giorni: per quanto strani e caratteristici, eravamo, soprattutto, un sestetto molto portato per il corpo a corpo!
    Solo Masayoshi utilizzava doton e Satoru i katon; per il resto avevamo pochi ninjutsu o almeno in pochi li avevamo citati.
    Certo, io e Youshi sfruttavamo arti illusorie, ma se fosse servito qualche Fuuton o Suiton, un pò come all'Abete, saremmo decisamente stati in difficoltà.

    [Al Villaggio]

    Alla fine, comunque, arrivammo al villaggio e lì ci dividemmo per studiare un pò cosa ci offriva quel luogo.
    Ed a me e Masa-san cosa offrì? Un medico vanitoso e con un'incredibile puzza sotto il naso, che stava estraendo una scheggia dal corpo di un pover'uomo.
    Già quando mi disse "esimio", mi sentii sporco come non mai, stavo anche per chiedere a Masa-san se per caso puzzavo, ma mi sembrava brutto interrompere le parole dell'altro, che iniziò tutta una chiacchiera sulla sua famiglia di abilissimi medici.
    Ora, voi mi conoscete, se c'è una cosa che non sopporto sono quelli che basano la loro identità dalla famiglia o il clan, o idiozie simili... come se fosse chi ti ha fatto nascere che ti definisce! Come se perché sono un orfano cresciuto per strada valgo meno, o sono sfortunato! I clan, come vi dico sempre, sono sopravvalutati!
    Ma sto divagando, torniamo all'allegra chiacchierata.
    Io sono stato introdotto alle arti mediche da Meika Akuma, luminare del villaggio della Nebbia, più grande medico del Paese dell'Acqua., dissi, agitando la testa e, lo ammetto, facendo un pò il verso al tipo, poi, l'altro nominò "Loro" e "Ukoi".
    Il secondo era il nome del nostro contatto, ma quel "Loro", era usato in modo particolare, in quel contesto, così volli chiedere più nel dettaglio che intendesse, ma a modo mio.
    Mi chiedevo: cosa la porta qui, egregio ed abile collega? E, se posso, chi sono questi Loro? , chissà se il risultato ottenuto sarebbe stato quello che speravo, da quello spocchioso medico con quelle poche, ma ben pilotate, parole.
    Ad ogni modo, finito con il medico, sarei uscito di lì assieme al Jinchuuriki e lì avrei chiesto a Masayoshi: Qualche idea su altri luoghi da visitare? O ci dirigiamo alla Locanda?, avrei atteso suggerimenti in tal senso.

    Quando fossimo andati alla locanda, comunque, avrei cercato la Rossa di Oto e Youshi-san, se poi ci fosse stato anche il falegname, Ukoi, ancora meglio: avrei chiesto informazioni su quanto potevano aver scoperto e, allo stesso tempo, li avrei informati su quanto aveva detto il medico spocchioso.
     
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