La Bilancia NeraQuest C

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  1. Waket
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    Chiacchiere


    III




    Ognuno di loro, durante il lungo viaggio, parlò a grandi linee delle proprie abilità. Il medico era sicuramente l'elemento migliore che avevano, da proteggere in modo che lui potesse poi proteggere loro. Se non altro aveva la possibilità di combattere un po' dalla distanza, potendo restare al sicuro nelle retrovie. La dicitura "ex beato tra le donne" data ad un misterioso konohaniano le fece tendere le orecchie, anche se i sospetti su Raizen erano bassi. Perchè un genin avrebbe dovuto conoscere l'Hokage in persona, dopotutto? Fortunatamente, dopo un rapido scambio di battute le venne confermato non si trattasse di lui, permettendole di tirare un sospiro di sollievo. Lasciò che fu Harumi a parlare dei vari otesi che Fudoh sembrava conoscere, non si sarebbe impicciata a meno di essere stata interpellata apoositamente.

    Le varie coppie iniziavano ad abituarsi alla presenza dell'altro, parlottando del più e del meno. Youshi non fu di meno, approfittando di un momento dove ogni coppia era per fatti suoi, per fare qualche domanda alla Vipera. Anche il più silenzioso del gruppo, durante una lunga settimana di viaggio, aveva bisogno di sfogarsi e parlare con qualcuno. Hebiko fece spallucce, rispondendo brevemente: Sicuramente più noioso di essere una Mano Nera. Scartoffie, politica... tante chiacchiere. Roteò gli occhi nell'udire il nome di Alosyus, visibilmente infastidita. Certo non gli avrebbe raccontato nel dettaglio in che rapporti era lei con il Kokage, tantomeno come si comportava ad Oto, ma a che pro nascondere il suo disappunto? Dopotutto, non tutti amavano il proprio Kage, non sarebbe servito a nulla nascondere l'astio nei suoi confronti. Insomma, di tempo da perdere ne ha. Non che volesse offendere Youshi stesso, insinuando che le sue abilità non fossero degne di esser viste da un Kage, più semplicemente trovava simili spettacoli delle perdite di tempo. Dopotutto, aveva passato l'infanzia ad essere la campionessa di una piccola arena, aveva perso ogni interesse per simili scontri. Assottigliò lo sguardo, sorridendo incuriosita, alla domanda del kiriano. Come vuoi che sia... Carismatico lo è sicuramente, il villaggio pende dalle sue labbra. Non che in Amministrazione si possa vedere molto del suo operato. Io e Febh gestiamo gran parte del villaggio, perlomeno la parte "noiosa". Il Mikawa... Ha i suoi piani. Condivisi da molti. Non da tutti. Sarebbe stato semplice capire cosa implicassero le sue parole.

    Con Kato avrebbe avuto modo di sfogarsi un po' di più, Dopotutto era solamente il guardiano, una carica decisamente inferiore rispetto al Kage stesso. Ough, Kato! Capisco che di otesi a posto ce ne siano una manciata, ma insomma... Ricordava vagamente il rapporto di quella missione, un'isola alquanto particolare. Beh, posso dirti che, nella mia modesta opinione, è un'idiota. Non aveva ancora dimenticato l'arroganza con la quale l'aveva trattata durante quella piccola riunione privata, mentre i jonin erano assenti. Un giorno pensi che sia un tipo rigido ma a posto, l'altro ti pugnala alle spalle. Patetico. Lo detestava, nonostante alla fine fosse riuscita ad avere il suo meritato titolo da Consigliera, Kato aveva esposto la sua vera natura poco prima, dimostrandole così le sue reali intenzioni. Dimentica qualsiasi cosa ti abbia detto. Probabilmente era una stronzata. Tsk! Si era mostrata molto più aperta e colloquiale nei suoi confronti, al contrario del tono più rigido sulle domande del Mikawa. Dopotutto, nonostante Kato fosse un chunin, lo riteneva un suo pari (nella sua personalissima scala era addirittura inferiore), un collega del quale poteva sparlare, senza andare nel personale con abilità o segreti troppo importanti. Portò una mano sul petto, con fare teatrale. Se non altro avrai occasione di conoscere un'otese come si deve. Hai davanti a te niente di meno che l'Erede di Orochimaru, dopotutto. Aprirsi grazie a Kato l'aveva convinta a "confessare" l'importante dettaglio che la caratterizzava. Di cui non andava orgogliosa, se non per il senso di importanza che le dava. Si sarebbe goduta la sua rezione, prima di incalzarlo ulteriormente: E' un titolo meno importante di quello che sembra. Non sono la "principessa di Oto", tantomeno ho ereditato chissà cosa, oltre ad un terreno vuoto. Ricordò con tristezza la distruzione di quell'enorme palazzo. Ma mi sono sempre chiesta che faccia avrebbe fatto un non otese nel sentirlo. Sghignazzò, soddisfatta. Ormai era difficile chiamare quel suo titolo un segreto, tutta Oto ne era a conoscenza, e qualsiasi voce poteva far uscire la notizia. Non credeva fosse davvero importante, dopotutto. Solamente Kaji aveva reagito con un particolare senso di servitù, ma il suo era un caso particolare. Che poteva importare ad un kiriano un'informazione simile, se non che la rossa si fidava a sufficienza da confessarglielo?

    Il gruppetto si divise, con Youshi che le suggerì di passare prima dal barbiere. Hebiko portò una mano alla bocca, dubbiosa. Non so, i parrucchieri sono pettegoli, ma penso derivi molto dal loro lato più femminile. Portò immediatamente una mano tra i capelli quando l'altro osò nominare una possibile ricrescita. RICRE- Ma stai zitto, tu e i tuoi baffetti adolescenziali!! Borbottò, offesa. Qui è tutto naturale, cosa credi!? Peggio ancora quando l'altro le fece notare il suo seno, bloccandola dallo scoppiare solamente per il suo accenno ad usare il loro corpo in maniera professionale. E SIA!Si spostò di fronte al negozio, frustrata, ancora borbottando su come il kiriano avesse osato dirle una cosa del genere, e blaterando una possibile vendetta con gomme da masticare nei capelli.

    Di fronte al negoziante, avrebbe mostrato un lato più quieto, sorridendogli con una mano dietro la schiena. Salve, perdoni l'invasione. Vengo da un lungo viaggio, e non può immaginare in quali disastrose condizioni si trovino i miei capelli. Il fatto che quel barbiere trattasse spesso folte barbe e intricati capelli di falegnami, liberando le loro lunghe barbe e capelli da qualsiasi lordume la foresta gli avesse tirato addosso, la faceva sentire piuttosto sicura. Probabilmente aveva numerosi shampii e pettini per i nodi più robusti, trattare coni suoi corti capelli femminili sarebbe stata una passeggiata. Oh, mi basta un lavaggio e una piega veloce. Un lavaggio profondo per favore. Sono. Distrutta. Aprì le braccia, teatralmente, andando a sistemarsi su una delle poltrone, iniziando a parlare per prima. Non ha idea di che settimana abbia passato, un campeggio continuo! Intravedere questo pezzo di civiltà mi ha ridato il buonumore dopo una settimana di tende e insetti! Non era una tipa schizzinosa, ma amava il comfort. Avrebbe sempre preferito un buon ostello ad un sacco a pelo. E non bastasse, domani dovremo persino proseguire nella foresta! Mi è stato chiesto di trattare per un certo legno raro... Ne sa qualcosa? Attese con pazienza una risposta, incalzandolo se si fosse mostrato insicuro. Ah già, si parlava dell'interruzione di questo commercio! Mi dica, come va la sua attività da quando è iniziato questo sciopero? Sa dirmi cosa l'ha provocato? Si sarebbe lasciata coccolare da quel trattamento, ascoltando la risposta. Che brutta situazione... Dice che hanno bloccato il commercio verso qualsiasi compratore? Da quello che le era stato detto, solo l'Accademia aveva il diritto su quel rarissimo legno, ma poteva esserci qualche commercio nascosto. Difficilmente un barbiere avrebbe raccontato qualcosa di simile proprio ad un'accademica, ma se si fosse mostrato esitante, quella reazione le sarebbe bastata per capire che ci fosse sotto qualcosa. Avrebbe continuato, distraendolo con una domanda più leggera. Immagino non sia abituato a trattare con delle signore. Spero di non averle provocato troppo disagio. Che clienti ha di solito?
    Hebiko rispose alla presentazione del falegname con un leggero inchino. Fortunatamente non era disturbata dalla poca formalità, abituata com'era al suo paese Natale. Incrociò le braccia, ascoltandolo silenziosa, interrompendolo di tanto in tanto con qualche domanda in modo da capire meglio alcuni punti del discorso. La prima riguardava il suo fare da tramite. Il membro del suo clan la raggiunge fin qui in città? Oppure avete un luogo d'incontro a metà strada? Da come raccontava, sembrava che gli fosse vietato, per qualche motivo, l'ingresso alla foresta. Eppure era lì che viveva la sua famiglia, che da come raccontava non vedeva da ben tre settimane. Quand'è che lei può tornare dalla sua famiglia, solitamente? Dopo aver fatto da tramite? Non era chiaro, dalle sue parole sembrava non si spostasse da quel villaggio, eppure rimarcava come gli mancasse il suo popolo. Pareva che questo commercio fosse molto più antico di quello che credesse la Vipera, ben tre secoli di transazioni senza alcun tipo di problema. E dal nulla un blocco totale. Nonostante l'aspetto, sembrava fin troppo sensibile nei confronti della natura che lo circondava, e turbato da quello che le stava accadendo. Hebiko annuì, lasciandolo parlare. Si fece più turbata verso la fine del suo discorso. Portò una mano al mento, pensierosa. No, siamo in sei... Se dovesse essere un problema vedremo come organizzarci. Possiamo garantirle che è nostra intenzione farla riunire alla sua famiglia nel modo più pacifico possibile. Annuì, decisa. Un alleato soddisfatto in quelle terre avrebbe permesso un commercio più semplice. Di quale pericolo sta parlando esattamente? Vorremmo essere pronti ad ogni evenienza, in modo da creare meno danni possibili. Lasciò infine spazio al Tokugawa, attendendo con pazienza le risposte alle sue domande e, probabilmente, l'arrivo del resto del gruppo.
     
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