La Bilancia Nera

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  1. ~Cube
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    Il Fiore Lupo

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    La Bilancia Nera
    Parte V




    Fudoh e Masayoshi

    Nel mentre il Ninja della Sabbia stava inseguendo il vecchietto ferito Fudoh ricevette una risposta sincera, ma sicuramente parziale da parte del medico: - Non ne ho idea! Non capisco perché se ne è andato, francamente. Sono senza dubbio il miglior dottore di tutta la regione e non potrà trovare di meglio! Certo anche lei è un dottore… anzi un Ninja Medico. Sa, la differenza è sottile ma sostanziale. -

    La fuga del vecchietto, perché tale si poteva definire, non ebbe vita lunga. Nonostante l’arzilla velocità dell’uomo venne presto raggiunto dal giovane Genin di Suna, e poi dal Kiriano, e al falegname senile non restò altro che arrendersi davanti alla forza della gioventù. Le domande dei Ninja lo misero visibilmente in difficoltà, e per qualche attimo non rispose… come se dovesse ponderare bene le sue parole. Rigoli di sudore scesero lungo la sua fronte. Forse per lo sforzo, forse no. Comunque dopo qualche indecisione di troppo rispose: - Sì, sono un falegname di frode, ma non di questa foresta. E credo sia abbastanza chiaro che il pezzo di legno conficcato all’interno della mano sia un pezzo di Legno Vivo. E sì, sono stato ingaggiato dal medico per consegnare qualche pezzo per le sue ricerche. – stava candidamente ammettendo le sue colpe – Ma mi sembra evidente che sono finito in un guaio più grande di me. Ho rotto tre accette, di prima fattura, per scalfire solo un bordo del tronco di un Albero della Vita e la scheggia che sono riuscito ad estrarre è partita a razzo, come se fosse dotata di vita propria, contro di me ferendomi profondamente la mano. E’ da quaranta anni che faccio questo lavoro e onestamente non avevo mai incontrato un albero che fosse in grado di difendersi, letteralmente, da un’accetta. – concluse sconsolato – Ci sono vari tipi di Alberi della Vita, e alcuni di essi crescono anche ai bordi di questa foresta e al di fuori dei loro confini. Per lo più vengono ignorati dal Clan Mori e io ho provato a ricavare qualcosa da questi alberi… tuttavia con questi risultati. Vi prego, lasciatemi andare. Non ho motivo di mentirvi ulteriormente, né posso fare qualcosa altro per voi. – si sarebbe lasciato curare senza troppi problemi ma le capacità di Fudoh avrebbero innescato una reazione decisamente inaspettata. Nel momento stesso in cui il Ninja medico sfruttò il proprio chakra curativo sulla ferita il legno vibrò e scattò staccandosi dalla mano dell’uomo e cadendo a terra. Forse ci sarebbe voluto qualche attimo prima di accorgersi ma la mano dell’uomo era completamente guarita ma non solo… era ringiovanita! La differenza balzava subito agli occhi. Da una parte c’era l’altra mano rugosa, solcata da mille ferite e calli e dall’altra la mano curata che richiamava un’età ormai persa, priva di imperfezioni o segni. L’uomo scrollò la testa, sconsolato più che incredulo: - Vi prego, signori. Lasciatemi andare via. – Solo forzandolo fisicamente di fatto li avrebbe seguiti altrimenti senza troppi patemi si sarebbe girato e avrebbe preso il largo.



    Harumi e Satoru


    Per quanto riguarda le ricerche di Harumi e Satoru non ci fu molto da scoprire. La cassaforte del commissariato era dotata sia di chiave che di una combinazione, ma nessuna delle due era presente in mezzo ai documenti dell’ufficio. O sarebbero riusciti ad individuare il modo per sbloccarla o sarebbe stato necessario una notevole forza per rompere la serratura di blocco [Cassaforte]Potenza: 30, Durezza: 4. Inoltre proprio grazie alle abilità investigative di Harumi la Ninja di Oto si sarebbe presto accorta che c’era fin troppo ordine. A parte un leggero strato di polvere disposto sulla scrivania niente era fuori posto, tutto era stato organizzato e predisposto con cura. Tra le varie cartelle c’erano informazioni di tutti i generi: infrazioni, denunce, esposti e segnalazioni tuttavia nulla che potesse richiamare alla loro missione. O il Commissario era un tizio maniacale dell’ordine e della precisione oppure in tutta quella perfezione nulla tornava.


    Hebiko

    Il barbiere si stava trovando a suo agio con Hebiko, un po' perché non capitava spesso di avere un contatto con una donna e in secondo luogo perché finalmente stava facendo pratica con un cliente molto diverso dal suo solito. Purtroppo non seppe rispondere alle domande ulteriore e la Genin poteva leggere benissimo, dal riflesso dello specchio, lo sguardo dispiaciuto dell’uomo: - Mi dispiace, non saprei risponderti a nulla del genere. Mi poni questioni troppo complesse per un umile barbiere! Comunque Ukai non lo conosco bene, né i suoi predecessori. Sono tizi estremamente riservati. So solo che loro fanno costantemente tappa alla locanda e niente di più. Amano i liquori ma non l’ho mai visto una sola volta esagerare. – non sarebbe stato in grado di aggiungere molto altro. Non era a conti fatti nessuno, se non un semplice e maldestro barbiere!


    Il resto del gruppo e la Locanda


    La conversazione con Ukoi continuò e il Falegname risposte cercando di essere il più disponibile possibile, ma sarebbe stato evidente che le continue domande di Hebiko sulla cultura e vita del Clan Mori stavano mettendo sempre più in difficoltà l’uomo: - Viviamo isolati, è inutile nasconderlo. Ma non per questo viviamo come barbari. Abbiamo le nostre tradizioni e il nostro modo di vivere. La famiglia e il Clan è tutto. Ed è per quello che sono così preoccupato. – non lo smetteva di dire del resto – Per quanto riguarda il mio collegamento con la foresta vi posso assicurare che non avrà nessuna ripercussione negativa. Come vi ho anticipato esistono vari Clan all’interno dei Mori. In tutti è presente questa sensazione, non so come chiamarla, che ci connette quasi indirettamente alla vita e prosperità della foresta. Noi percepiamo gli Alberi della Vita e loro sanno che siamo lì con loro. Per esempio il Clan Zokai è quello deputato a procurare direttamente il legno e la loro connessione con la natura è talmente forte che riescono a capire quale Albero della Vita è pronto e quale no. Io non dico che gli alberi hanno una coscienza… ma è la qualità più vicina che posso descrivervi per farvi capire! –

    A quel punto dunque non vi fu molto altro da fare, se non quello di aspettare la mattina seguente. Alla locanda i Ninja avrebbero avuto modo di recuperare largamente le proprie energie, scambiarsi qualche parola e segreto; nulla di rilevante sarebbe successo. Quindi fortunatamente per il gruppo le precauzioni adottate non servirono.

    Una volta partiti il gruppo di Ninja condotto da Ukoi si lasciò alle spalle il villaggio per inoltrarsi così all’interno della Foresta della Vita. Nella prima parte del percorso, la prima oretta circa, nulla avrebbe differenziato quel luogo da una foresta comune ma passo dopo passo ben presto si sarebbero accorti che la natura stava cambiando, radicalmente.



    Il percorso scomparve, il sentiero in generale, e per loro l’orientamento si sarebbe presto perso. Tutto sembrava uguale, solo il sotto e il sopra sarebbero stati appena distinguibili perché in mezzo ad alberi secolari e alti non meno di trenta metri solo una tenue luce riusciva a procedere e infiltrarsi verso la superficie. Arbusti e liane impedivano letteralmente ai Ninja di passare senza difficoltà… tuttavia Ukoi sapeva esattamente come muoversi ed evitare quei percorsi irti di ostacoli. Se non fosse stato per lui il gruppo ci avrebbe impiegato almeno il triplo del tempo per percorrere la stessa distanza!

    Dopo quasi due ore di intenso movimento Satoru avrebbe percepito qualcosa di unico, la sua tecnica speciale si sarebbe attivata in automatico. Tutto il suo corpo sarebbe stato invaso da una terribile sensazione che si poteva tradurre come un pianto. Un incomprensibile, oscuro e raccapricciante grido di disperazione che proveniva da tutte le direzioni e in maniera totale. Tuttavia si sarebbe trattata esclusivamente di una sensazione interna, a meno che non avesse esternato la propria esperienza per nessuno degli altri Ninja sarebbe stato possibile accorgersi dell’evento. Poi di colpo la sua Modalità Eremitica si sarebbe spenta. [Nota QM]Percepisci che la tua Percezione Naturale ha subito un profondo cambiamento. La tua Percezione Naturale a lungo raggio è cambiata. Gli effetti del suo utilizzo sono a te sconosciuti e ignoti.

    Alla terza ora, con un leggero anticipo, sarebbero giunti a destinazione: - Eccoci qua, questo è il primo Cerchio, quello Esterno dove noi del Clan Rokku viviamo. Questa è la mia casa, la mia famiglia. – disse con entusiasmo, era da tempo che non ritornava e la sua felicità era sicuramente contagiosa.

    In mezzo a quella Foresta della Vita il villaggio di origine di Ukoi si proiettava davanti agli occhi dei Ninja. Partendo dall’alto esso era in qualche modo illuminato maggiormente dal sole, grazie ad alcune aperture più ampie tra le fronde degli alberi. Scendendo poi con lo sguardo gli Shinobi avrebbero osservato la presenza di circa una quarantina di case. Tutte chiaramente in legno, incredibilmente affascinanti. Erano lavorate con cura quasi maniacale, nel legno erano intarsiati motivi floreali che richiamavano alla natura. Il legno che costitutiva le case, nonostante l’umidità del posto, sembrava come se fosse stato appena lavorato. Non solo l’esterno e le parti comuni erano pulite, armoniche con la Foresta e organizzate in amene stradine che collegavano casa per casa. Si poteva quasi definire come un paesaggio di un tempo passato, una bolla temporale.

    Così con passo veloce anticipando i vari Ninja si diresse verso la sua abitazione, superando la linea di ingresso che segnava l’inizio del villaggio immerso nella foresta: - Rikki e Tosu! Dove siete? Kaede, amore mio? – si fermo, non c’era un singolo rumore. In tutto il Villaggio.


    Nessuno.

    Solo un odore terribile. Una puzza nauseabonda che richiamava i sensi di tutti i presenti verso una precisa direzione. Ukoi corse, disperato, spinto daldesiderio di sapere. Ma allo stesso tempo dall’angoscia di non voler credere a ciò che sarebbe presto diventato realtà. Se i Ninja avessero seguito la propria guida si sarebbero fermati davanti all’Orrore, con la prima lettera maiuscola.


    NOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO



    Un grido ruppe il silenzio di tomba dell’intera foresta. Il grido di disperazione di Ukoi precedette l’amara, terribile costantazione di trovarsi davanti ad una fossa comune. Un buco di almeno cinque metri di profondità e largo altrettanto e all’interno di quella piccola voragine erano presenti i corpi di tutti gli abitanti del villaggio.

    Tutti terribilmente mutilatati. Tutti senza occhi, senza labbra e lingua e senza orecchie. Tutti gettati come spazzatura. Ukoi si gettò in mezzo a quella marea di cadaveri, almeno cinquanta persone, cercando disperatamente i suoi famigliari, rompendosi le unghie delle dita, sporcandosi di sangue e fango in mezzo ai residui di decomposizione. Scavò finché non trovo la sua piccola figlia, morta e sfregiata. Se in quei frangenti i Ninja fossero riusciti a ritrovare la lucidità si sarebbero subito accorto di un dettaglio fondamentale: non c’erano uomini tra i cadaveri. Solo donne e bambini. Perché? Dove erano finiti? Cosa stava succedendo?

    Davanti a loro difficoltà forse insormontabili stavano per sorgere. Dovevano per prima cosa gestire la pazzia di Ukoi e poi cercare indizi o quantomeno una spiegazione a quella mattanza, se mai ci fossero riusciti.


    MAPPA DEL PRIMO CERCHIO



    Una rappresentazione visiva del primo cerchio




    CITAZIONE
    Avete diverse possibilità davanti:

    1) Gestire Ukoi, aspettatevi di tutto da lui.
    2) Indagare presso la casa di Ukoi
    3) Indagare nei dintorni del Villaggio e/o del Cerchio
    4) Indagare nell'insieme di case a est
    5) Indagare nell'insieme di case a ovest
    6) Indagare presso la casa del Capoclan, posta in alto rispetto al resto del Villaggio.
    7) qualunque altra cosa vi viene in mente.

     
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