La Bilancia NeraQuest C

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    Massacro nel bosco


    Chapter VII



    [Interrogatorio breve]



    Il paziente confessò di essere un falegname di frodo.
    Avrebbe potuto portarlo da Ukoi, il loro contatto, ma si rivelò generoso di informazioni e per questo pensò di rilasciarlo. Egli parlò della foresta e di come quelle piante fossero in grado di difendersi contro le armi degli umani.
    Fu Fudoh a porre alcune domande. Masayoshi incrociò le braccia, curioso di udire le sue risposte.

    [Durante la cena]



    Spostò lo sguardo lontano dal riso insipido e privo di condimento che avrebbe dovuto consumare prima della notte.
    Aveva cercato di nascondere agli altri la sua espressione disgustata ma non era stato abile e Harumi si era accorta della sua avversione a quel pasto che non aveva nulla a che vedere con la tradizione sunese e dell'Anarouch.
    Senza chiamarlo per nome, la ragazza gli offrì i suoi tramezzini.
    Allungò il collo per osservarli meglio. Sembravano molto buoni, corposi al punto giusto, ma non voleva essere etichettato come lo shinobi che aveva tolto il cibo a una fanciulla.
    Esitò un momento, storcendo la bocca, ma poi cedette..
    Si dai, li prendo se non li mangi. Rispose, ringraziandola più volte.
    Grazie eh. Ti devo un favore. E ancora quella sensazione strana all'incrociarsi dei loro sguardi.


    [Camera di Hebiko]


    Masayoshi si voltò verso di lei, sorpreso, quando disse di poter capi
    re molto bene la situazione del Jinchuuriki. Di norma, davanti a qualcuno che aveva la presunzione di poterlo capire, Masayoshi avrebbe riso a squarciagola, ma con il suo monologo, Hebiko toccò punti e aspetti importanti che solo i Jinchuuriki potevano conoscere.
    Accennò un timido sorriso. Avrebbe potuto chiedere maggiori informazioni su chi o cosa logorasse la sua psiche, sia per curiosità sia per allontanare l'attenzione dal Rokubi, ma decise di non essere invadente.
    Rimase in silenzio, con le braccia conserte e il capo inclinato verso il basso, con ciuffi di capelli bianchi e rossi che ciondolavano davanti gli occhi ormai stanchi.
    Tutti gli ripetevano che corpo e mente fossero sotto il suo controllo, in ogni situazione, ma quella convinzione si scioglieva come neve al sole quando il demone decideva di mettere a soqquadro la sua psiche. Al pugno amichevole sulla spalla, Masayoshi reagì con un altro sorriso, più imbarazzato, seguito da uno sbadiglio che non riuscì a trattenere. La stanchezza lo punzecchiava dalla cena e il turno di guardia sarebbe arrivato presto per lui, specie per lei.
    <span class="parlato" style="color:black; font-weight: bold">Avrò il controllo, promesso.
    Si sforzò di crederci. Doveva.

    Inarcò un sopracciglio, a un passo dalla soglia. Da quella raccomandazione sarebbe stato semplice capire cosa Harumi nascondesse dentro, ma la stanchezza gli aveva già annebbiato la mente. Forse la notte lo avrebbe illuminato.
    È stata molto carina prima, a cena. Non sembra una cattiva persona, ma va bene, gli starò lontano. Ridacchiò, con gli occhi semi chiusi. Fece spallucce e chiuse la porta alle sue spalle, dimenticandosi di augurargli la buonanotte.

    [Mattino seguente]



    Il turno di guardia trascorse tranquillo, senza guai, attacchi o azioni sconsiderate da parte di Ukoi.
    Alle prime luci dell'alba, i ninja si ritrovarono tutti al piano terra, sotto le camere in cui avevano riposato. Non ci furono grossi discorsi o organizzazioni. Iniziarono a muoversi in fila indiana, in direzione della Foresta, che di leggendario non sembrava avere nulla.
    Era un normale bosco, con grossi e alti alberi, cinti da un fitto sottobosco ricco di fiori e bacche. I raggi solari filtravano tra le foglie con efficacia, illuminando il sentiero ben visibile.
    Nella sua chioma rossa e bianca pettinata con cura, a riparo dal debole vento, si celava Koinu, il suricato del corpo di esplorazione, lungo meno del palmo della sua mano. Era caduto in un sonno profondo, esausto dall'attività notturna nel deserto e dal riposo negato dal profugo di Suna.
    La vegetazione donava un forte senso di tranquillità e di pace, ma Masayoshi era fin troppo esperto per abbassare la guardia.
    Ogni passo era misurato, calcolato e i suoi sensi in allerta, pronti a captare qualsiasi movimento nella vegetazione.
    Per tutta la durata del viaggio ignorò Harumi. Aveva deciso di seguire l'ordine di Hebiko e concentrare la sua attenzione solo sulla missione, che ora era entrata nel vivo. Ovviamente, se la ragazza gli avesse parlato, il profugo gli avrebbe risposto con interesse, senza pregiudizi. Aveva un favore da restituirgli.&

    All'improvviso, dopo aver marciato per ore senza accorgersene, il Genin notò come il sentiero sotto ai suoi piedi fosse scomparso, mangiato dalla vegetazione che nel frattempo era diventata più fitta e angusta: gli spazi tra gli alberi si erano ridotti e la luce che filtrava dall'alto si era azzerata. L'oscurità li aveva immersi dentro sé, nel suo abbraccio caldo, e solo una guida esperta come Ukoi aveva permesso al gruppo di avanzare senza notare quei cambiamenti.
    Proseguirono per altre due ore, fino a quando, dopo aver superato l'ennesimo muro di alberi, il gruppo si trovò alle porte di un villaggio in legno, illuminato dal sole grazie ad alcune aperture sopra di esso.
    Lo sguardo meravigliato del Jinchuuriki scivolò sui dettagli che rendevano quelle abitazioni vere e proprie opere d'arte, più forti del tempo e delle intemperie. Tutto era così limpido e pulito da far credere che la città fosse stata costruita cinque minuti prima del loro arrivo.
    Guarda Koinu, guarda. Sussurrò, scuotendo con leggerezza il suricato addormentato sul suo capo. In altre situazioni la creatura avrebbe dato di matto, ma la magia del luogo lo catturò appena le sue palpebre permisero alla luce di colpire le sue pupille.
    Sulla pelle fremeva una sensazione di comunione con la natura che non aveva mai provato.

    Si inoltrarono nel villaggio.
    Nessuno rispose a Ukoi, felice di essere tornato a casa.
    Quel silenzio prima piacevole si trasformò nella colonna sonora di un orrore che mai il giovane Genin avrebbe dimenticato. Tra gli edifici aleggiava un odore terribile, nauseabondo, che diveniva sempre più intenso avvicinandosi a un enorme buco.
    Il fetore acre, intenso, insopportabile, unito al ronzare delle mosche, non lasciavano spazio a dubbi. Avevano davanti una fossa comune, coperta di cadaveri mutilati, decapitati e torturati. Il grido di Ukoi rimbombò per tutta la foresta.
    Masayoshi si avvicinò quel tanto che bastò per dare uno sguardo ai corpi senza vita, con una mano sulla bocca e sul naso per proteggersi dall'odore di morte.
    Indietreggiò a fatica, shockato, allontanandosi per vomitare la colazione a qualche metro dal gruppo. Era un ninja piuttosto esperto, autore di almeno una dozzina di omicidi, ma non si era mai trovato davanti una scena simile: l'intera popolazione del villaggio era stata uccisa nel modo più brutale possibile.
    Koinu era sconvolto. Certe cose non accadevano nell'Anarouch, certe azioni erano esclusiva degli uomini.
    Il Rokubi fissava quel teatro di morte e orrore attraverso gli occhi del suo possessore. Non vi era gioia o divertimento per quel massacro di innocenti.
    Ritornò nel gruppo con un nodo in gola che sembrava impossibile da sciogliere, pronto all'azione e alla caccia dei responsabili. Ukoi era in mezzo alla folla senza vita, con i cari tra le braccia, distrutto dal dolore.
    Dobbiamo trovare i colpevoli.
    Nella fossa vi erano solo donne e bambini. Doveva esserci un motivo.
    Qualcuno ha rapito gli uomini. Per spezzare la loro volontà, hanno fatto questo

    jpg



    CITAZIONE
    Masa-san, forse possiamo iniziare a cercare nel lato est, quello più vicino a questo... luogo. Le tue evocazioni sono predatrici, forse hanno buone capacità percettive? Possiamo controllare nelle case, vedere se ci sono segni di lotta, o qualcosa di simile. Questa follia non penso che sia stata fatta in modo pacifico, senza lasciare tracce.

    Il suricato era già sceso a terra per fare ciò che sapeva fare meglio: trovare e seguire le tracce. [Percezione (Base) + Seguire le Tracce]<span>

    Mentre la creatura scandagliava il terreno usando i suoi sensi allenati, il suo evocatore si avvicinò al lato est del villaggio, insieme a Fudoh, per condurre una prima rapida ricerca. Sempre se Hebiko-sama non avesse avuto un idea migliore.







    Chakra: 75/75
    Vitalità: 16/16
    En. Vitale: 30/30
    Statistiche Primarie
    Forza: 500
    Velocità:  500
    Resistenza: 500
    Riflessi: 500
    Statistiche Secondarie
    Concentrazione: 500
    Agilità: 500
    Intuito: 500
    Precisione: 500
    Slot Difesa
    1: ///
    2: ///
    3: ///
    Slot Azione
    1: ///
    2: ///
    3: ///
    Slot Tecnica
    1: ///
    2: ///
    Equipaggiamento
    • Scimitarra × 1
    • Shuriken × 4
    • Cartabomba I × 1
    • Kunai × 6
    • Rivestimento Mimetico × 1
    • Rotolo da Richiamo × 1
    • Tonico di Ripristino Minore × 1
    • Bende Rinforzate × 2
    • Corpetto in Cuoio × 1
    • Tonico di Recupero Minore × 2

    Note
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