La Bilancia Nera

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  1. ~Cube
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    Il Fiore Lupo

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    La Bilancia Nera
    Parte VI






    Le domande di Fudoh

    Le domande che pose Fudoh al falegname di frode furono molto specifiche e misero visibilmente in difficoltà l'uomo, il quale tuttavia cercò in qualche modo di rispondere: - Sì, diciamo di sì. Esistono vari tipi di Alberi della Vita, essi sono classificati in base all'età. Più è anziano più è pregiato. E più è pericoloso, nel senso letterale del termine ed è questa la caratteristica distintiva principale. Tentare di abbattere un albero vecchio significa sfidare la morte. Il Clan Mori è l'unico in grado di sfruttare il legno vivo senza rischiare troppo. Io stavo andando in cerca di un albero giovane, che è quasi indistinguibile da un albero comune. Ma a mio malgrado la corteccia si è ribellata lo stesso. - concluse deluso.

    Alle domande invece sulla divisione del Clan Mori Ukoi fu alquanto schivo e rispose alla stessa maniera di Hebiko nei confronti di Fudoh. Aggiungendo nessun altro dettaglio rilevante.


    Primo Cerchio

    La disperazione in quel primo cerchio era sicuramente il sentimento predominate; una sensazione che proveniva da una sola persona, il fidato falegname, ma talmente forte da superare qualunque altro pensiero, reazione od opinione. Solo l'odore di morte era tale da eguagliare il terrore negli occhi dell'uomo. Vani furono i tentativi di calmarlo o di ragionare, quantomeno a parole. Né Hebiko né Harumi furono in grado di distogliere l'attenzione dell'uomo dai propri famigliari mutilati e morti. In quei frangenti, spezzandosi le unghie e sporcandosi fino ai gomiti di fango e residui era Ukoi era riuscito a raccogliere vicino a sé sua moglie e un suo figlio, Rikki, abbrancandoli verso di sé. Sussurrava piano, pronunciando parole indistinguibili. Solo per un attimo Harumi riuscì a distogliere l'attenzione dai propri cari per Ukoi, nel momento stesso in cui propose l'adempimento di un rito funebre per tornare subito dopo verso sua moglie, dondolando avanti indietro con il cadavere della sua amata - Kaede...Non è morta, Rikku e Tosu non sono ancora morti. - sarebbero state le sue uniche parole. Doveva ancora realizzare l'incubo ed era evidente che avrebbero dovuto rischiare di più, se avessero voluto veramente ottenere qualche reazione razionale e logica da parte di Ukoi, le semplici parole non lo avrebbero mai strappato dal dolore della perdita. Almeno per un po'. Anzi avvicinarsi di nuovo avrebbe significato un rischio per i Ninja, Ukoi infatti avrebbe reagito con violenza tentando di spingere con una sola mano lontano chiunque si fosse appropinquato a lui e a suoi cari. Non era un gesto malvagio, ma protettivo caratterizzato da una forza tremenda. Eppure era la loro guida, senza di esso proseguire sarebbe stato terribilmente più complesso.

    Tuttavia nel frattempo i Ninja non rimasero impassibili e si mossero per cercare indizi e possibilmente colpevoli. Youshi, insieme all'evocazione di Hebiko, si diressero verso la casa del Capoclan. La porta era spalancata ed entrare quindi non sarebbe stato un problema, la casa era ovviamente stata costruita in legno e le rifiniture, i mobili e l'ambiente in generale richiamavano una cura e qualità maggiore rispetto al resto, delle comunque rispettabili, case del villaggio. Certo, questo se non fosse stato che l'intera abitazione era stata messa sotto sopra. Segni di lotta erano evidenti, e un braccio mozzato ovviamente dal corpo proprietario si trovava a terra quasi sulla soglia di ingresso. La mano era ancora stretta sull'accetta decorata. Schizzi di sangue erano presenti un po' ovunque. Non sarebbe stato difficile capire che si trattava di persone diverse. Forse il Capoclan era riuscito a difendersi in qualche modo prima di soccombere. Tuttavia i sensi acuti del rettile avrebbero dopo qualche momento percepito qualche movimento, forse. Un flebile respiro che proveniva da sotto il pavimento in cui si trovavano. Eppure non sembravano esserci passaggi o botole, se non qualche piccolo spiraglio dove giusto un filo di luce passava. Solo osservando bene in quel gioco di luci e ombre la coppia avrebbe potuto osservare qualcosa muoversi, una figura scura. Piccola, sicuramente, ma indifesa? A loro la scelta su come agire.

    Fudoh e Masayoshi invero dividendosi dal gruppo e formando nuovamente una coppia si diressero verso est e per il Genin di Suna grazie alle sue abilità non fu affatto notare diversi particolari. In primo luogo il più evidente è che era tutto in disordine. Le porte di ingresso delle case erano state in alcuni casi divelte, in tutti gli altri aperte. All'interno apparentemente, neppure concentrandosi sui propri sensi, era presente qualcuno. In alcune case erano visibili segni di lotta, con varie macchie e schizzi di sangue sparsi per le pareti o per terra. Il sangue, così come i cadaveri, era ormai secco e Fudoh grazie alle sue abilità mediche avrebbe sicuramente stimato che erano passate almeno ventiquattro ore dall'ecatombe. Sicuramente il dettaglio più incisivo sarebbe stato colto da lì a poco, ovvero al margine delle case avrebbe chiaramente distinto delle impronte. Non sarebbero servite grandi abilità visto che nessuno si era premurato di nasconderle. Erano ben sedici impronte, quindi di sedici persone diverse. Alcune sicuramente di donna, altre pure di bambini. Tutte le impronte provenivano da una sola direzione che provenivano dal limitare del bosco e si muovevano verso il villaggio. Le impronte poi portavano agli ingressi delle prime case raggiungibili dalla foresta per poi disperdersi successivamente nelle strade principali. Comunque non sarebbe stato affatto difficile seguire le impronte verso e all'interno della foresta, ammesso che avessero voluto.

    Forse qualcuno dei Ninja presenti si sarebbe messo a contare i morti, e nel caso fosse riuscito a collegare il numero dei cadaveri alla quantità di abitazioni presenti in quel villaggio si sarebbe presto accorto che le case, e di conseguenza il numero di nuclei famigliari presenti, era di gran lunga superiore al numero di morti. Ammesso e non concesso dunque ci sarebbe stato da chiedersi dove era finito il resto del villaggio.

    Il suricato invero concentrandosi con le sue abilità avrebbe realizzato ben altre informazioni. Laddove era stata scavata la fossa e gettati bambini e madri a fianco l'evocazione avrebbe notato la presenza di numerose impronte che si disponevano in maniera alquanto caratteristica. Qualcuno era riuscito a mettere a disporre in fila indiana tutte le persone che non erano state massacrate e da quel punto la fila aveva iniziato a muoversi dirigendosi verso l'interno della foresta. Una scia di impronte che non sarebbe stata per nulla difficile da seguire per il surricato, e di conseguenza per il resto dei Ninja. E ad analizzare le impronte sembrava un miscuglio di persone, maschi femmine e bambini. Indistintamente. Dove stavano andando?

     
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