La Bilancia NeraQuest C

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  1. Youshi2
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    La bilancia nera


    V

    La strage che trovammo in quel villaggio era stata perpetrata con grande crudeltà. I cadaveri, o quanto meno una parte delle vittime, erano stati ammucchiati in quella fosse comune in cui Ukoi si era tuffato a cercare i propri cari. La fossa, larga e profonda, era ricolma di corpi mutilati e lì, con le mani che sembravano badili, spostava arti e busti, sporcandosi di fango misto a sangue.
    Serrai la mascella percependo solo in quel momento l'odore di decomposizione nell'aria, lo sguardo si perse per un attimo nella disperazione della nostra guida, fu difficile non empatizzare il suo dolore. Alzai lo sguardo verso i miei compagni partendo da Fudoh, sebbene la situazione fosse drammatica, non potevamo permetterci di rimanere con le mani in mano, c'erano prove da trovare e avevamo bisogno di una visione più chiara dell'insieme. Per questo apprezzai quando, rapidamente, ci dividemmo le aree del villaggio da studiare.

    Non potei nascondere uno sguardo schifato vedendo l'evocazione dell'amministratrice di Oto: un lungo serpente blu si presentò a noi dopo che la tipica nuvoletta di fumo si dissolse. Il motivo non mi era chiaro, fin dalla tenera età erano creature che mi mettevano un profondo disagio, la paura l'avevo superata la prima volta che avevo schiacciato la testa ad una vipera, ma il senso di orrore e schifo non mi aveva mai abbandonato. Forse per il modo in cui strisciavano a terra, oppure il corpo viscido e squamato.
    Non potei fare a meno di arricciare il naso quando venne affidato alla mia compagnia, feci un cenno di assenso e, senza dire una parola, iniziai a muovermi verso la casa del capo villaggio.

    Quella foresta, le cui ombre degli alti alberi si proiettavano sulle case ammucchiate in qua e là, teatro di una cruenta strage, richiamavano un sentimento conturbante. Perché, se da una parte, l'immersione in un ambiente non contaminato dal perfido trascorrere della storia riproduceva la calma di un paradiso terrestre, un locus amoenus, dall'altra, la lotta e il sangue riportavano i segni di quella crudele realtà a cui ero solito, non solo ad assistere, ma esserne fautore.
    Riconoscere la casa del capo villaggio fu tutto sommato semplice, si ergeva sulle altre ponendosi in mezzo ai due complessi abitativi che formavano il paese. Inoltre, dopo uno sguardo più accurato degli interni e della facciata, era facile notare piccoli accorgimenti e intarsi nel legno che la rendevano più autorevole delle altre.
    A darci il benvenuto fu un braccio mozzato la cui mano reggeva ancora un'ascia con cui, probabilmente, il proprietario aveva provato a difendersi dall'aggressione. Erano presenti diversi schizzi di sangue sulle pareti, per la quantità di questi e le diverse inclinazioni con cui si erano seccati, era facilmente deducibile che appartenessero a persone diverse. Il mobilio, d'altra parte però, a parte il risultato della lotta all'interno del locale, non aveva ricevuto alcun trattamento particolare dal vincitore, prova che non stessero cercando qualcosa; o che, quanto meno, quello che stessero cercando non era un oggetto.

    Con poche parole sibilate, a cui risposi serrando le mascelle mentre la pelle mi si accapponava, la creatura di Hebiko mi riferì che vi era un superstite sotto di noi. Feci un cenno con il capo quando, porgendo maggiore attenzione, potei notare delle luci e delle ombre tra le travi. Quindi, parlando con un tono sufficientemente alto nella speranza di venire sentito, gli risposi Ottimo, avvisa Hebiko. E fai chiamare subito Ukoi, avvisali che c'è un superstite
    Una volta che il serpente si fosse allontanato dalla casa, mi sarei avvicinato a quella fessura, non avevo la possibilità di capire di chi o di che cosa si trattasse, nemmeno se si trattasse di un nemico o di un effettivo superstite. Quindi, posizionatomi sull'uscio della porta, temendo possibili attacchi che difficilmente avrei potuto prevedere provenienti dal pavimento, parlai cercando di assumere un tono rassicurante in attesa che venissi raggiunto dalla nostra guida. Ehi lì sotto, sono Youshi un ninja di Kiri. Siamo stati chiamati da Ukoi, che come saprai si occupava della relazioni con l'Accademia, perché temeva che qualcosa di brutto stesse per succedere nel suo villaggio feci una pausa in onore dei morti Ci dispiace essere arrivati troppo tardi, avremmo voluto aiutarvi. Comprendo che tu possa diffidare di me e pensare che possa essere un tranello, per cui aspetteremo Ukoi che potrà darti ogni spiegazione Quindi attesi, cercando di percepire eventuali movimenti provenire dal piano sotterraneo.
    Avevo valutato la possibilità di teletrasportarmi, grazie alla tecniche segrete del mio clan, nel piano sotto. C'erano delle ombre che facilmente avrebbero potuto farmi da ponte, ma non avevo intenzione di correre il rischio di rimanere intrappolato in un ambiente a me totalmente sconosciuto. Inoltre sarebbe stato avventato e la persona lì sotto avrebbe potuto considerarlo un'aggressione, per questo motivo mi decisi ad aspettare.



    Edited by Youshi2 - 16/10/2020, 00:26
     
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