La Bilancia NeraQuest C

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  1. Historia
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    Magistra Vitae

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    Il legno della vita


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    La macabra scena davanti ai loro occhi parlava da sé. La loro missione aveva appena subito una svolta inattesa, ma per il verso sbagliato. Chiunque avesse compiuto quel massacro andava fermato, prima che per gli abitanti della foresta fosse troppo tardi. Per poter procedere dovevano prima però tranquillizzare la loro guida. Ukoi non aveva accettato la sua proposta misericordiosa, rifiutando di riconoscere che i suoi cari non c'erano più. La respinse, nel tentativo insensato di difendere sua moglie e la loro prole. L'epitome di un uomo spezzato nello spirito. Harumi rimase impietrita, indecisa sul da farsi. A venirle in soccorso fu Hebiko e, sebbene la sua idea non le piacesse per niente, decise di darle corda, nella speranza di uscire da quella impasse.

    Con circospezione, dando la schiena al falegname in lutto e coprendo quindi col suo corpo la scena, congiunse la mani in segno di rispetto per lo sconosciuto che si accingeva a sbudellare, per il bene della loro missione. Piantò le punta del kunai nella carne già gonfia per la putrefazione. Era pronta a ciò che accadde, ma l'odore sopra ogni cosa le fece venire la nausea. Tuttavia si trattenne al meglio delle sue possibilità, senza dare a vedere il suo turbamento. Non appena fu sicura che la sua voce fosse abbastanza ferma, annuì come se avesse capito qualcosa, poi si voltò con finta sorpresa e sollievo [Abilità].

    Avevi ragione, sono finti! Volevano ingannarci!

    Per fortuna grazie a quel teatrino aveva perso sufficiente tempo affinché i compagni iniziassero a trasmettere i primi risultati delle loro indagini. Mentre Hebiko provvedeva a toglierlo dalla fossa, infatti, ebbero la conferma che mancavano all'appello alcuni degli abitanti. Non solo, ma che a giudicare dalle impronte raccolte intorno alla motta di cadaveri erano stati radunati da qualcuno dopo lo sterminio e costretti a inoltrarsi nel folto della vegetazione.

    Li hanno portati via, Ukoi-san! Dobbiamo seguirli, presto! Lei è l'unico che può salvarli!

    Continuando a recitare, la ragazza fece del suo meglio per proseguire nel suo inganno all'uomo. Si sentiva in colpa, ma era l'unica cosa che potevano fare per il momento. L'alternativa era abbandonarlo al suo dolore, ma tale scelta avrebbe compromesso il proseguo della missione. Certo, potevano provare a costringerlo, ma sarebbe venuta meno quella motivazione che l'aveva mosso a cercare il loro aiuto a discapito delle regole imposte dal clan. Ancora una volta in suo aiuto vennero i colleghi, portando notizia di un sopravvissuto, miracolosamente scampato alla furia omicida che aveva sconvolto l'abitato.

    Per fortuna, sono sicura che potrà esserci di aiuto a capire cosa è accaduto qui. Ukoi-san, andiamo ad ascoltare cosa ha da dirci!

    Avrebbe detto così, ma prima di allontanarsi si sarebbe posizionata al centro della fossa e, accertatasi che nessuno fosse troppo vicino, avrebbe composto due rapidi sigilli. Una coltre di cenere avrebbe ricoperto la buca senza però uscirne, e un istante più tardi un'esplosione sommessa avrebbe trasformato la motta di corpi in un'unica indistinta pira funeraria [Tecnica]. Questo ovviamente a patto che il boscaiolo avesse accettato, preso dalla disperazione, la loro stupida spiegazione che non si trattasse di vere persone ma di una distrazione lasciata lì a bella posta per spaventarli e impedirgli di proseguire le indagini.

    Le fiamme ardevano contenute dalla terra di riporto risolvendo diverse questioni, come quelle sanitarie e di rispetto per i defunti, ma soprattutto impedendo definitivamente all'uomo di controllare se le due otesi gli avevano detto quello che voleva sentirsi dire solo per farlo stare buono. Con agilità Harumi saltò fuori, soffermandosi ad osservare come il fuoco si propagava favorito dai vestiti ormai secchi e cercando di ignorare l'odore acre del fumo che le ricordava inopportunamente quello di una grigliata. Si sarebbe quindi unita al resto del gruppo, dirigendosi verso la casa del capovillaggio.

    Avrebbe lasciato agli altri il compito di occuparsi del sopravvissuto, nella speranza che ottenessero qualsivoglia informazione utile. Lei sarebbe rimasta fuori dalla porta a fare la guardia, nell'improbabile ma non impossibile caso che gli assalitori si facessero di nuovo vivi. Ne approfittò per scambiare due parole con il giovane sunese, sia per ingannare l'attesa che per fare il punto della situazione. O forse solo per stemperare il clima tetro calato sulla spedizione. Harumi cercò di dimostrarsi propositiva, anche se definirla allegra sarebbe stato fuori luogo.

    Masayoshi-kun, cosa ne pensi di questa situazione? Credo che seguire le tracce che avete trovato sia l'unica cosa fattibile. Dobbiamo fermare i colpevoli prima che la situazione peggiori!



     
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