La Bilancia NeraQuest C

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    Magistra Vitae

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    Il legno della vita


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    L'accoglienza fu ancora peggiore di quella che la ragazza si era aspettata. Il commesso dimostrò un'ostilità che superava di gran lunga la semplice repulsione tipica delle piccole cittadine per gli stranieri. Evidentemente doveva averlo turbato qualcosa che lei aveva detto. La kunoichi, cercando di mantenere il suo sangue freddo, iniziò a far lavorare la sua testolina, mentre si scusava a profusione con l'uomo. Mi... Mi dispiace, non volevo... Non siamo di qui, cerchi di capire... Per fortuna il compagno della Foglia le aveva offerto un aggancio perfetto, quando poco prima si era detto interessato ad acquistare qualcosa per la sua ragazza. Sul momento l'aveva guardato spaesato, cercando di capire, poi una lampadina si era accesa improvvisamente dentro la sua testa: ah ma sta parlando di me! Approfittandone, si sarebbe avvicinata a Satoru e si sarebbe avvinghiata al suo braccio, regalando al fortunato ragazzo un assaggio di morbidezza sovrabbondante, per poi esclamare sempre con fare dispiaciuto. Per farci perdonare compriamo... Sì, compriamo questo! Il dito puntava sul libro ricoperto di polvere che aveva accarezzato poco prima, evidentemente destinato a marcire in eterno su quello scaffale. Grazie per il regalo, caro~♥ Satoru era stato incastrato da quei teneri occhioni. Non gli restava che tirare fuori il borsellino e pagare, per il bene della missione.

    Harumi, che stava lasciando al povero foglioso il tempo di riprendersi dall'emozione del contatto ravvicinato del terzo, o forse quarto tipo, e dal lutto di un portafogli alleggerito con qualche metro di rispetto, prese a scorrere rapidamente il tomo una volta fuori dall'emporio. Il titolo la aveva insospettita. Perché finiva sempre per cacciarsi in situazioni diverse da quelle che le venivano preventivate? Era vittima di pubblicità ingannevole, altro che. La Foresta della Morte... Da dove nasceva quella differenza? Possibile che le voci che giungevano ad oriente fossero così diverse dalla realtà? Dopo diversi minuti, si era fatta un'idea del contenuto. Avrebbe riposto il libro nello zaino, voltandosi verso il compagno. Satoru-kun caro, facciamo un salto anche al commissariato, ok? Difficile per lo sventurato capire se stava venendo canzonato, ma le probabilità erano piuttosto elevate.

    Bussarono rispettosamente alla porta del posto di polizia. Sperduto in mezzo alla foresta, la piccola otese immaginava già che la maggior parte dei casi fossero costituiti da risse tra boscaioli ubriachi e non avesse informazioni utili, ma mai dare niente per scontato. Buon giorno, è permesso...? Se li avessero fatti accomodare, nuovamente si sarebbero presentati per quello che erano, chiedendo di parlare con il comandante, ammesso che non ce l'avessero già davanti. Siamo ninja dell'Accademia, siamo qui per controllare che tutto proceda come da programma nelle spedizioni dalla Foresta. Sembra che gli ultimi carichi siano in ritardo. Ha notato nulla di strano in zona ultimamente? Una parziale verità, accompagnata da una domanda sincera. Harumi ne approfittò per studiare la reazione dell'uomo che aveva davanti, concentrandosi in particolare per capire se stesse nascondendo qualcosa. Ah, non è che magari ha una mappa della foresta. Ci sarebbe incredibilmente d'aiuto. Sorrise con innocenza, concentrandosi sulla carta qualora le fosse stata fornita o riportando le informazioni su un taccuino in caso si fosse limitato a descrivere la zona a parole. Satoru avrebbe potuto intanto aggiungere altre domande, se gliene fossero venute in mente, approfittando del suo silenzio.


    Edited by Historia - 30/3/2020, 17:18
     
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    Falce dei Kaguya


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    Sette giorni di viaggio


    E l'Ambulatorio a cui si arriva



    [Prima della Partenza]

    Masayoshi era un tipo simpatico, sapete? E mentre parlavo con lui realizzai due cose: non avevo mai visitato Suna e questo "deserto", così come lui non era mai stato in mezzo alla neve, in più, cosa più grave, non avevo nemmeno una maglietta con sopra disegnata una tartaruga!
    Devo trovare in ospedale qualche maglietta con una tartaruga sopra, fra le cose lasciate dai pazienti..., valutai, guardando la maglietta con quella sorta di strano topo, La tua è molto originale, Masa-san!, lo era effettivamente, anche se ammetto che non avevo idea di cosa fosse l'animale rappresentato.

    Finito il briefing con la Kakita ed il vecchio scorbutico con i baffi, ci riunimmo per organizzarci prima di partire.
    La ragazza dai capelli rossi, Hebiko, suggerì di dividerci in coppie per facilitare la gestione della squadra, idea non male, devo dire. Di testa ci stava la tizia.
    Masa-san si propose di guardarmi le spalle: il ninja di Suna con cui avevo combattuto quando ero ancora un genin inesperto, probabilmente assieme a Youshi-san (che la rossa di Oto prenotò per se), quello di cui mi fidavo di più fra tutti quei visi più o meno sconosciuti.
    Ottimo, Masa-san, io guarderò le tue!, confermai sollevando il pollice e sorridendo all'altro.
    C'era comunque da dire che già l'otese e Youshi-san stavano facendo scintille prima di partire, chissà come sarebbero andati d'accordo in missione.

    [In Viaggio]

    Dopo le prime ore di viaggio accadde una cosa strana: una voce arrivò alla mia testa e sulle prime pensai che fosse la mia coscienza!
    Poi, però, mi resi conto, con grande stupore, che la mia coscienza aveva la voce di Masayoshi e mi stava dicendo di essere il Jinchuuriki del Sei Code, cosa che ero abbastanza sicuro di non essere.
    O la mia coscienza sa cose che io non so, oppure Masayoshi-san mi ha appena rivelato un segreto parecchio importante... parlandomi direttamente nella testa.
    Sapevo, più o meno, cosa fosse un Jinchuuriki: persone in cui erano sigillati creature di chakra, avevo letto qualcosa nei libri in ospedale, avevo anche sentito dire che il predecessore di Elmo-san era stato un Jinchuuriki, un potere da tenere all'interno di un vilaggio e, soprattutto, ben nascosto ai più.
    Fui inorgoglito all'idea che qualcuno si era fidato così tanto da dirmi di essere uno di questi "individui", sorrisi e ripresi a camminare normalmente.
    Certo, fosse stata la mia coscienza... pronto? Coscienza? Mi senti?, ma niente nessuno mi rispose, qualora ve lo steste chiedendo.

    Durante i giorni di viaggio, poi, ebbi modo di farmi qualche idea anche su tutti gli altri compagni.

    Del gruppo, Hebiko era la più silenziosa. La Rossa di Oto (chissà se lei mi etichettava "il Rosso di Kiri"?) parlava poco e quando descrisse le proprie capacità non andò nemmeno molto nel dettaglio: poteva strozzare la gente ed era resistente, noi dovevamo solo prendere la mira? Perfetto, non è per niente adatta a combattere in coppia con me che attiro i nemici e li respingo..., pensai, immaginandomi lei che cercava di strozzare un taglialegna ed io che finivo per spingerli entrambi via. Sarebbe stata una scena comica, ma poco funzionale.

    Durante poi le chiacchiere sulla gente di Konoha che conoscevamo, fu Masayoshi il primo a dire un nome a me noto: Yato-san! Sì, siamo andati in missione assieme qualche tempo fa, anche lui è un ninja medico e servivano due medici di scorta a dei ricconi su una nave in viaggio per l'arcipelago intorno al Paese del Thé. Era un tipo così educato, poco portato per il chakra repulsivo, ma cordiale., ricordai, senza entrare troppo nelle piccole avventure in cui finimmo in quella missione.
    Satoru, il ninja di Konoha, invece, mi disse due nomi che non mi dicevano niente: No, non conosco nessun Raizen-sama o Koyomi-san... però l'ex beato fra le donne mi pare si chiami Shin... come nome è facile da ricordare., spiegai.
    In compenso, conosceva una qualche "Ryugi" di Suna, come chiese a Masayoshi, ma anche quella non sapevo chi fosse.

    Harumi-san, invece, accennò al suo ruolo di assistente in amministrazione e del Kokage, che dato il suffisso "Kage", immaginai fosse il capo del villaggio del Suono.
    Io conosco il Juudaime di Kiri ed in una missione ho incontrare il Kazekage, un ragazzetto poco più grande di noi, ma parecchio capace. Simpatico, fra l'altro. Il vostro Kokage, che tipo è? Conosco l'Amministratore Febh-sensei, un insegnante parecchio particolare., ricordai, memore di quella volta sulla nave ghiacciava.

    In un momento in cui, durante il viaggio, fossi stato più in disparte dal resto del gruppo, con Masayoshi, gli avrei detto: Grazie per esserti fidato di me con il tuo segreto. Non lo dirò a nessuno, non preoccuparti., gli confermai, con sincera cordialità

    Mi resi conto di una cosa, però, durante quei sette giorni: per quanto strani e caratteristici, eravamo, soprattutto, un sestetto molto portato per il corpo a corpo!
    Solo Masayoshi utilizzava doton e Satoru i katon; per il resto avevamo pochi ninjutsu o almeno in pochi li avevamo citati.
    Certo, io e Youshi sfruttavamo arti illusorie, ma se fosse servito qualche Fuuton o Suiton, un pò come all'Abete, saremmo decisamente stati in difficoltà.

    [Al Villaggio]

    Alla fine, comunque, arrivammo al villaggio e lì ci dividemmo per studiare un pò cosa ci offriva quel luogo.
    Ed a me e Masa-san cosa offrì? Un medico vanitoso e con un'incredibile puzza sotto il naso, che stava estraendo una scheggia dal corpo di un pover'uomo.
    Già quando mi disse "esimio", mi sentii sporco come non mai, stavo anche per chiedere a Masa-san se per caso puzzavo, ma mi sembrava brutto interrompere le parole dell'altro, che iniziò tutta una chiacchiera sulla sua famiglia di abilissimi medici.
    Ora, voi mi conoscete, se c'è una cosa che non sopporto sono quelli che basano la loro identità dalla famiglia o il clan, o idiozie simili... come se fosse chi ti ha fatto nascere che ti definisce! Come se perché sono un orfano cresciuto per strada valgo meno, o sono sfortunato! I clan, come vi dico sempre, sono sopravvalutati!
    Ma sto divagando, torniamo all'allegra chiacchierata.
    Io sono stato introdotto alle arti mediche da Meika Akuma, luminare del villaggio della Nebbia, più grande medico del Paese dell'Acqua., dissi, agitando la testa e, lo ammetto, facendo un pò il verso al tipo, poi, l'altro nominò "Loro" e "Ukoi".
    Il secondo era il nome del nostro contatto, ma quel "Loro", era usato in modo particolare, in quel contesto, così volli chiedere più nel dettaglio che intendesse, ma a modo mio.
    Mi chiedevo: cosa la porta qui, egregio ed abile collega? E, se posso, chi sono questi Loro? , chissà se il risultato ottenuto sarebbe stato quello che speravo, da quello spocchioso medico con quelle poche, ma ben pilotate, parole.
    Ad ogni modo, finito con il medico, sarei uscito di lì assieme al Jinchuuriki e lì avrei chiesto a Masayoshi: Qualche idea su altri luoghi da visitare? O ci dirigiamo alla Locanda?, avrei atteso suggerimenti in tal senso.

    Quando fossimo andati alla locanda, comunque, avrei cercato la Rossa di Oto e Youshi-san, se poi ci fosse stato anche il falegname, Ukoi, ancora meglio: avrei chiesto informazioni su quanto potevano aver scoperto e, allo stesso tempo, li avrei informati su quanto aveva detto il medico spocchioso.
     
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    La Bilancia Nera


    Terzo Post


    Il ragazzo ascoltò la reazione molto maleducata del venditore senza praticamente fare una piega non che non fosse tentato di cambiare i connotati del tipo. Anche senza capire cosa avevano detto di sbagliato il foglioso fece un profondo inchino e cercò di scusarsi.

    Ci scusi! Non volevamo mancare di rispetto ne a lei ne a nessuno. Scusi!

    Subito dopo Harumi comprese il piccolo espediente messo in campo dal foglioso e colse la palla al balzo anche troppo e in maniera abbastanza inaspettata si avvinghiò al giovane. Una certa delicata morbidezza fu obbligatoriamente e inevitabilmente avvertita.



    Così morbide! Mmh ma che cavolo penso...Brutto idiota?!

    Satoru si irrigidì - non in quel senso! - abbastanza teso e imbarazzato, poi sospirò

    Certo cara! Quanto le devo signore?

    Disse pagando la cifra senza discutere sperando di non restare al verde. Sinceramente il buon eremita ci mise un poco a ritrovare la calma dopo tante emozioni, magari aveva trovato un amica? - il detto dice chi trova un amico trova un tesoro e chi trova un amica? Due? -

    Ritrovato il cervello che erano già fuori dal negozio, udì il titolo del libro.

    Che bel titolo rassicurante! Poi fammi una sintesi potrebbe essere utile.

    Dopo qualche minuto di calma e silenzio

    Ok, cara andiamo dove vuoi tu...

    rispose con un sorriso scemo, in fondo la piccola recita era piuttosto divertente.

    In silenzio Satoru si limitò, ancora, a seguire l'otese certamente più abile ed esperta di lui. Ma comunque il diciannovenne si guardava sempre in torno con una certa circospezione *Percezione 6+3+3=12; fin dentro il commissariato, non mancando di osservare poliziotti ed interlocutori vari ed eventuali.

    Salve. In oltre ci sono stati degli stranieri imprevisti a parte noi? Comunque che bella foresta avete...

    Aggiunse dopo le parole di Harumi cercando qualche reazione nel volto del commissario - non si sa mai -

     
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    Uscita dall'ambulatorio - Ritorno in Locanda


    Chapter III - ... In viaggio...





    [Nella foresta]

    Ryugi Nekki?! Sgranò le palpebre. Oh certo che la conosco! È un talento.
    Non aveva parole migliori per descriverla. Aveva imparato a usare il chakra adesivo in poco tempo e grazie alle sue particolari doti combattive si era guadagnata la stima degli animali del deserto. Se non fosse morto prima per mano del demone, un giorno avrebbero sicuramente condiviso il titolo di "Eremiti del Deserto".

    [Masa e Fudoh, in privato]

    Prego. Lo dirò anche a loro quando sarà il momento. Rispose al kiriano, lontani dagli altri membri della spedizione. Avrebbe voluto approfittarne per sfogarsi su cosa significa essere Jinchuuriki, su quanto possa essere usurante combattere contro una coscienza forgiata in migliaia di anni di vita pronta ad afferrare ogni occasione per ucciderti e ritornare libero, ma lasciò perdere. Ogni pensiero che la sua mente formulava sul Bjuu aveva la brutta controindicazione di risvegliare la lumaca. Per il momento se n'era stata in silenzio, passiva, esclusi i pochi momenti in cui, nella foresta, lo Shokuto e la ragazza di Oto avevano incrociato i loro sguardi.
    L'aveva sentita ammettere di avere poco autocontrollo, ma il Genin non fu così perspicace da intuire cosa avevano in comune.

    [Ambulatorio]

    Dall'esterno, più che un edificio ospedaliero sembrò di avere davanti una semplice dimora di boscaioli.
    Senza superare un separé o una tenda, appena entrati i due ninja si trovarono ad assistere a un operazione chirurgica. Affianco a un lettino, su cui era disteso un anziano signore con una grande scheggia conficcata nella mano, vi era un medico. Indossava un lungo camice bianco, una mascherina e un paio di guanti.
    Lo Shokuto fece avanzare il suo amico, esperto nelle arti mediche. Sapeva lui quali domande porre, quali quesiti sollevare per poterli curare quando si sarebbero "immersi" nel mare verde.
    Il Jinchuuriki iniziò a dare un occhiata in giro, con l'orecchio pronto a "acciuffare" qualsiasi informazione utile.
    Non aveva il dono dell'ascolto, men che meno aveva un talento nella psicologia, ma gli sembrò di captare una nota di tristezza nella voce del medico, discendente di un importante famiglia medica ma a lavoro in un villaggio sperduto dove la monotonia e l'assenza di malattie interessanti lo rendevano sofferente.
    Loro, chi? Si chiese, alzando il sopracciglio. Si sporse da una teca per chiedere maggiori informazioni, ma Fudoh lo anticipò. Non ebbe modo di accorgersi del genjutsu eseguito dal kiriano.
    Fu in quel momento che la sua attenzione si focalizzò sulla mano del vecchio. Si avvicinò per curiosità al tavolo dell'operazione.
    E questo è il famoso legno di cui parlano tutti, giusto? Chiese, per poi spostare l'attenzione sul vecchio, probabilmente sotto anestesia locale.
    Lei taglia il legno? Come si è procurato questa ferita?

    [Villaggio]

    Uscirono dall'ambulatorio e Masayoshi iniziò subito a lamentarsi per il freddo.
    Tremendo brrrr... Si strofinò le braccia e poi le gambe. Nella foresta speriamo si potrà accendere un fuoco la sera. Soddisfatti o meno delle risposte ricevute dal medico, i due dovevano decidere il da farsi, se continuare la loro raccolta d'informazioni o dirigersi nella Locanda dove si era recate le due ragazze di Oto.
    Troppo freddo.
    Direi Locanda, vediamo cosa hanno scoperto Hebiko e Harumi. Si sistemò la pesante sciarpa. Io ho pure fame, magari possiamo prendere qualcosa da mangiare, senza toccare la nostra scorta di cibo. Lo mettiamo nel conto di Oto visto che abbiamo una consigliera e un aiutante del Kokage ihihihhi Gli fece un occhiolino.
    Prima di quel giorno, Masayoshi non aveva mai incontrato dei ninja di Oto. Aveva sentito che fossero strani e una prima conferma l'aveva avuta da Hebiko quando aveva confessato di strozzare la gente, ma nessuno li aveva descritti come "tirchi" e dalle braccette corte.
    Che ne dici?
    Ho tanto freedddddddooooooo







     
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    Chiacchiere


    III




    Ognuno di loro, durante il lungo viaggio, parlò a grandi linee delle proprie abilità. Il medico era sicuramente l'elemento migliore che avevano, da proteggere in modo che lui potesse poi proteggere loro. Se non altro aveva la possibilità di combattere un po' dalla distanza, potendo restare al sicuro nelle retrovie. La dicitura "ex beato tra le donne" data ad un misterioso konohaniano le fece tendere le orecchie, anche se i sospetti su Raizen erano bassi. Perchè un genin avrebbe dovuto conoscere l'Hokage in persona, dopotutto? Fortunatamente, dopo un rapido scambio di battute le venne confermato non si trattasse di lui, permettendole di tirare un sospiro di sollievo. Lasciò che fu Harumi a parlare dei vari otesi che Fudoh sembrava conoscere, non si sarebbe impicciata a meno di essere stata interpellata apoositamente.

    Le varie coppie iniziavano ad abituarsi alla presenza dell'altro, parlottando del più e del meno. Youshi non fu di meno, approfittando di un momento dove ogni coppia era per fatti suoi, per fare qualche domanda alla Vipera. Anche il più silenzioso del gruppo, durante una lunga settimana di viaggio, aveva bisogno di sfogarsi e parlare con qualcuno. Hebiko fece spallucce, rispondendo brevemente: Sicuramente più noioso di essere una Mano Nera. Scartoffie, politica... tante chiacchiere. Roteò gli occhi nell'udire il nome di Alosyus, visibilmente infastidita. Certo non gli avrebbe raccontato nel dettaglio in che rapporti era lei con il Kokage, tantomeno come si comportava ad Oto, ma a che pro nascondere il suo disappunto? Dopotutto, non tutti amavano il proprio Kage, non sarebbe servito a nulla nascondere l'astio nei suoi confronti. Insomma, di tempo da perdere ne ha. Non che volesse offendere Youshi stesso, insinuando che le sue abilità non fossero degne di esser viste da un Kage, più semplicemente trovava simili spettacoli delle perdite di tempo. Dopotutto, aveva passato l'infanzia ad essere la campionessa di una piccola arena, aveva perso ogni interesse per simili scontri. Assottigliò lo sguardo, sorridendo incuriosita, alla domanda del kiriano. Come vuoi che sia... Carismatico lo è sicuramente, il villaggio pende dalle sue labbra. Non che in Amministrazione si possa vedere molto del suo operato. Io e Febh gestiamo gran parte del villaggio, perlomeno la parte "noiosa". Il Mikawa... Ha i suoi piani. Condivisi da molti. Non da tutti. Sarebbe stato semplice capire cosa implicassero le sue parole.

    Con Kato avrebbe avuto modo di sfogarsi un po' di più, Dopotutto era solamente il guardiano, una carica decisamente inferiore rispetto al Kage stesso. Ough, Kato! Capisco che di otesi a posto ce ne siano una manciata, ma insomma... Ricordava vagamente il rapporto di quella missione, un'isola alquanto particolare. Beh, posso dirti che, nella mia modesta opinione, è un'idiota. Non aveva ancora dimenticato l'arroganza con la quale l'aveva trattata durante quella piccola riunione privata, mentre i jonin erano assenti. Un giorno pensi che sia un tipo rigido ma a posto, l'altro ti pugnala alle spalle. Patetico. Lo detestava, nonostante alla fine fosse riuscita ad avere il suo meritato titolo da Consigliera, Kato aveva esposto la sua vera natura poco prima, dimostrandole così le sue reali intenzioni. Dimentica qualsiasi cosa ti abbia detto. Probabilmente era una stronzata. Tsk! Si era mostrata molto più aperta e colloquiale nei suoi confronti, al contrario del tono più rigido sulle domande del Mikawa. Dopotutto, nonostante Kato fosse un chunin, lo riteneva un suo pari (nella sua personalissima scala era addirittura inferiore), un collega del quale poteva sparlare, senza andare nel personale con abilità o segreti troppo importanti. Portò una mano sul petto, con fare teatrale. Se non altro avrai occasione di conoscere un'otese come si deve. Hai davanti a te niente di meno che l'Erede di Orochimaru, dopotutto. Aprirsi grazie a Kato l'aveva convinta a "confessare" l'importante dettaglio che la caratterizzava. Di cui non andava orgogliosa, se non per il senso di importanza che le dava. Si sarebbe goduta la sua rezione, prima di incalzarlo ulteriormente: E' un titolo meno importante di quello che sembra. Non sono la "principessa di Oto", tantomeno ho ereditato chissà cosa, oltre ad un terreno vuoto. Ricordò con tristezza la distruzione di quell'enorme palazzo. Ma mi sono sempre chiesta che faccia avrebbe fatto un non otese nel sentirlo. Sghignazzò, soddisfatta. Ormai era difficile chiamare quel suo titolo un segreto, tutta Oto ne era a conoscenza, e qualsiasi voce poteva far uscire la notizia. Non credeva fosse davvero importante, dopotutto. Solamente Kaji aveva reagito con un particolare senso di servitù, ma il suo era un caso particolare. Che poteva importare ad un kiriano un'informazione simile, se non che la rossa si fidava a sufficienza da confessarglielo?

    Il gruppetto si divise, con Youshi che le suggerì di passare prima dal barbiere. Hebiko portò una mano alla bocca, dubbiosa. Non so, i parrucchieri sono pettegoli, ma penso derivi molto dal loro lato più femminile. Portò immediatamente una mano tra i capelli quando l'altro osò nominare una possibile ricrescita. RICRE- Ma stai zitto, tu e i tuoi baffetti adolescenziali!! Borbottò, offesa. Qui è tutto naturale, cosa credi!? Peggio ancora quando l'altro le fece notare il suo seno, bloccandola dallo scoppiare solamente per il suo accenno ad usare il loro corpo in maniera professionale. E SIA!Si spostò di fronte al negozio, frustrata, ancora borbottando su come il kiriano avesse osato dirle una cosa del genere, e blaterando una possibile vendetta con gomme da masticare nei capelli.

    Di fronte al negoziante, avrebbe mostrato un lato più quieto, sorridendogli con una mano dietro la schiena. Salve, perdoni l'invasione. Vengo da un lungo viaggio, e non può immaginare in quali disastrose condizioni si trovino i miei capelli. Il fatto che quel barbiere trattasse spesso folte barbe e intricati capelli di falegnami, liberando le loro lunghe barbe e capelli da qualsiasi lordume la foresta gli avesse tirato addosso, la faceva sentire piuttosto sicura. Probabilmente aveva numerosi shampii e pettini per i nodi più robusti, trattare coni suoi corti capelli femminili sarebbe stata una passeggiata. Oh, mi basta un lavaggio e una piega veloce. Un lavaggio profondo per favore. Sono. Distrutta. Aprì le braccia, teatralmente, andando a sistemarsi su una delle poltrone, iniziando a parlare per prima. Non ha idea di che settimana abbia passato, un campeggio continuo! Intravedere questo pezzo di civiltà mi ha ridato il buonumore dopo una settimana di tende e insetti! Non era una tipa schizzinosa, ma amava il comfort. Avrebbe sempre preferito un buon ostello ad un sacco a pelo. E non bastasse, domani dovremo persino proseguire nella foresta! Mi è stato chiesto di trattare per un certo legno raro... Ne sa qualcosa? Attese con pazienza una risposta, incalzandolo se si fosse mostrato insicuro. Ah già, si parlava dell'interruzione di questo commercio! Mi dica, come va la sua attività da quando è iniziato questo sciopero? Sa dirmi cosa l'ha provocato? Si sarebbe lasciata coccolare da quel trattamento, ascoltando la risposta. Che brutta situazione... Dice che hanno bloccato il commercio verso qualsiasi compratore? Da quello che le era stato detto, solo l'Accademia aveva il diritto su quel rarissimo legno, ma poteva esserci qualche commercio nascosto. Difficilmente un barbiere avrebbe raccontato qualcosa di simile proprio ad un'accademica, ma se si fosse mostrato esitante, quella reazione le sarebbe bastata per capire che ci fosse sotto qualcosa. Avrebbe continuato, distraendolo con una domanda più leggera. Immagino non sia abituato a trattare con delle signore. Spero di non averle provocato troppo disagio. Che clienti ha di solito?
    Hebiko rispose alla presentazione del falegname con un leggero inchino. Fortunatamente non era disturbata dalla poca formalità, abituata com'era al suo paese Natale. Incrociò le braccia, ascoltandolo silenziosa, interrompendolo di tanto in tanto con qualche domanda in modo da capire meglio alcuni punti del discorso. La prima riguardava il suo fare da tramite. Il membro del suo clan la raggiunge fin qui in città? Oppure avete un luogo d'incontro a metà strada? Da come raccontava, sembrava che gli fosse vietato, per qualche motivo, l'ingresso alla foresta. Eppure era lì che viveva la sua famiglia, che da come raccontava non vedeva da ben tre settimane. Quand'è che lei può tornare dalla sua famiglia, solitamente? Dopo aver fatto da tramite? Non era chiaro, dalle sue parole sembrava non si spostasse da quel villaggio, eppure rimarcava come gli mancasse il suo popolo. Pareva che questo commercio fosse molto più antico di quello che credesse la Vipera, ben tre secoli di transazioni senza alcun tipo di problema. E dal nulla un blocco totale. Nonostante l'aspetto, sembrava fin troppo sensibile nei confronti della natura che lo circondava, e turbato da quello che le stava accadendo. Hebiko annuì, lasciandolo parlare. Si fece più turbata verso la fine del suo discorso. Portò una mano al mento, pensierosa. No, siamo in sei... Se dovesse essere un problema vedremo come organizzarci. Possiamo garantirle che è nostra intenzione farla riunire alla sua famiglia nel modo più pacifico possibile. Annuì, decisa. Un alleato soddisfatto in quelle terre avrebbe permesso un commercio più semplice. Di quale pericolo sta parlando esattamente? Vorremmo essere pronti ad ogni evenienza, in modo da creare meno danni possibili. Lasciò infine spazio al Tokugawa, attendendo con pazienza le risposte alle sue domande e, probabilmente, l'arrivo del resto del gruppo.
     
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    La Bilancia Nera

    III

    La consigliera di Oto non si sbilanciò più di tanto parlando del proprio Kage, anche se lasciò intendere che il lavoro dietro alle quinte, in amministrazione, era molto per i due consiglieri: lei e tale Febh, altro ninja del suono che non conoscevo. Pose anche l'accento sul fatto che i piani del Kokage, sebbene appoggiati da molti, non fossero condivisi da tutto il villaggio. La interruppi alzando il sopracciglio dicendo E' particolare la scelta delle tue parole, Hebiko-san continuai, dopo aver abbassato lo sguardo verso la strada che calcavo e calciato un sassolino Perché dici che i suoi piani non sono condivisi da tutti? Potrei capire i modi, non è detto che possano andare a genio a tutti, ma il fine sarà solo uno: il bene di Oto. O sbaglio? domandai, infine, con curiosità. Anche Fudoh-san, alla prima riunione in amminsitrazione, aveva dissentito ai modi che il Mizukage voleva perpetrare per il bene del villaggio; ma sapeva che il fine era solo migliorare la formazione dei ninja del villaggio e non quello di danneggiarlo. Mentre, da quello che accennava la consigliera, qualcuno a Oto era scontento dei progetti stessi del Kokage, tanto da definirli suoi e non del villaggio.
    Iniziavo a scoprire le prime sfaccettature della politica interna del villaggio del suono, per farlo mi erano bastate poche domande, sarebbe stato un viaggio molto interessante. Certo, mi sarei dovuto anche attrezzare per non dar modo di insospettire la consigliera della mia curiosità, ma ponendo qua e là qualche domanda fuorviante, forse sarei potuto arrivare alle risposte che mi interessavano.

    Fu invece molto più loquace quando si iniziò a parlare di Kato Yotsuki, lo insultò senza mezzi termini. Definendolo incline al tradimento e bugiardo, oltre che idiota. Colsi la palla al balzo per domandare Sembra che tu stia parlando per esperienza diretta, consigliera del suono un lieve sorriso si formò tra le mie labbra Cosa mai può essere accaduto per farti avere una così bassa considerazione del guardiano del tuo villaggio?
    Quindi ascoltai con crescente stupore le sue affermazioni successive, la guardai con un occhio diverso, quella ragazza dai capelli rossi fuoco era l'erede del leggendario Orochimaru. Una volta che realizzai la cosa, dopo aver superato il sospetto che si stesse prendendo gioco di me, fermai i miei passi di colpo e la guardai con aria esterrefatta, ricomposta la mia espressione glaciale, resomi conto di aver perso per un attimo la mia aplomb, le risposi Dev'essere un'eredità piuttosto pesante da portare sulle spalle. La sua storia si intreccia con le leggende, so poco sul suo conto. Ma tu sei l'impersonificazione dello strascico del suo potere, il tuo sangue è il suo sangue dopotutto e tu ora sei una consigliera del villaggi che lui stesso fondò il mio sguardo si rivolse verso di lei Un ninja leggendario come lui... non trovavo bene le parole, formavo continuamente nella mia mente domande che non avevano senso, confuse, non generiche ma indirizzate come quelle precedenti Che cosa può avere lasciato, oltre ad un'erede, nel vostro villaggio?
    Avrei ascoltato con interesse le sue risposte, sebbene le leggende mi interessassero, quel piccolo cambio di argomento mi serviva solo per riprendere con disinvoltura la mia ricerca sul sistema politico otese. Ma feci quanto possibile per non farlo notare, per cui ricambiavo lo sguardo, sorridevo, annuivo interessato quando lei poneva l'accento su un argomento piuttosto che ad un altro. Infine, quando il silenzio si fosse ricomposto, avrei domandato Invece, prima, hai citato un altro consigliere, Fobh mi pare che dicessi, no? avrei proseguito con voce leggera A kiri, l'unico consigliere che abbiamo è uno sciamano che vive in una palude fuori dal villaggio. Non si fa molto vedere e, quando capita, lo fa a cavallo di una capra e con un gabbiano, più morto che vivo, sulla testa sorrisi in sua direzione toccandomi con il dito la tempia Dicono che il misticismo sia forte in lui, quello che è sicuro però è che ti sconsiglio di accettare qualsiasi invito a cena nella sua baracca. Invece voi, dicevo, avete ben due consiglieri! Chi è il tuo collega?

    [...]

    Uscita dal barbiere, seguii la consigliera del suono, aspettai qualche minuto per assicurarmi che nessuno lo stesse facendo, quindi la raggiunsi alla locanda. L'uomo, con una notevole barba e armato di ascia, non si indispettì per il mio ritardo e, dopo un breve cenno, iniziò a spiegarci la situazione. Da prima, ci rese nota il suo ruolo all'interno della faccenda: faceva da tramite tra l'accademia e il suo popolo per la vendita del legno vivo; in secondo luogo, approfondì con maggiori informazioni ciò che era accaduto e lo stava preoccupando. Da tre settimane, infatti, non riceva alcuna informazione dalla persona che, settimanalmente, lo informava dei progressi della lavorazione. Inoltre, quasi avesse un legame umano con la foresta, percepiva uno strano senso di inquietudine, violento, che lo turbava in maniera piuttosto evidente.
    Il mio sguardo, serio, non si staccò dai suoi occhi. Volevo dargli chiaramente l'impressione che, per quanto riguardava noi e il nostro team, la faccenda non sarebbe stata presa sottogamba ma, anzi, avremmo fatto di tutto per portare a fondo la questione e non per un mero fine economico.
    La consigliera di Oto lo rassicurò sul fatto che ci fossero altri ninja presenti con noi e pose qualche domanda per chiarire la situazione. A partire dai potenziali pericoli che avrebbero potuto minacciare la foresta e come funzionasse l'incontro con l'altro intermediario.
    Una volta che mi fosse concesso porre a mia volta qualche domanda, con il beneplacito del nostro informatore, avrei iniziato Avremmo qualche necessità di capire meglio gli usi e i costumi della sua popolazione le parole che avevo cercato e selezionato erano le più neutre possibili, senza dar addito a immaginari giudizi nei loro confronti E' evidente che la sua gente non voglia mischiarsi con noi, gli Altri, a cosa è dovuto questo? Addirittura, se lei dovesse introdurci nella foresta per cercare di riportare la pace, potrebbero esiliarla? Ascoltate le risposte, avrei proseguito con una domanda che mi portavo dall'inizio di quel viaggio I nostri superiori ci hanno avvisati della possibilità che, ad un certo punto durante questa missione, potremmo perdere il senno. Dimenticare la nostra semenza. Immagino che sia qualcosa legato alla foresta, sa darci qualche informazione in più?
    Quando, dicendo che percepisce il dolore della foresta le da un sensazione antropomorfa, mi dà da pensare che il legame tra il suo popolo e questi boschi sia molto più saldo e profondo di qualsiasi altro boscaiolo con il suo bosco nel continente. Perchè il legno lavorato in queste zone viene definito "vivo"?
    Certo, la domanda diretta era piuttosto limitata, ma quello che mi interessava era che approfondisse la mia domanda indiretta che l'aveva preceduta: che legame c'era tra quel popolo e la foresta?
    Forse avremmo avuto la possibilità di avere qualche risposta rispetto alla questione che aveva turbato il team alla partenza dall'Accademia. Una volta finito di ascoltare le sue parole, avrei proseguito Noi arriviamo da un lungo viaggio, ma siamo disposti a partire il prima possibile - sebbene una notte di sano riposo non sarebbe cosa sgradita. Lei sarà la nostra guida nel bosco, quando vuole che partiamo, signor Ukoi?
     
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    Parte IV






    L’Emporio e il Commissariato

    Il vecchio venditore dell’emporio si tranquilizzò leggermente all’udire le scuse della ragazza demone. Sbuffò irritato, ma verosimilmente il modo pacato e la prospettiva di guadagno in quella giornata un po' grigia mitigarono il carattere burbero dell’uomo che limitandosi ad accettare i soldi ritorno, barbottando tra se, dietro al bancone. Harumi aveva recuperato un libro, vecchio e polveroso, con i soldi di Satoru e salvando per quanto possibile l’apparenza. Certo, entrambi i Ninja non si erano accorti che a fianco del libro comprato c’era una nuova edizione di Occhi del Deserto, intitolato come “La storia fiammante di Espasito e Domenico: un amore proibito sotto il chiarore della Luna”. Ma quella era decisamente un’altra storia.

    Comunque uscendo dall’emporio ci sarebbe voluto tempo, ore, per Harumi nel leggere l’intero libro appena acquistato. A dire il vero il peso e la qualità della copertina lasciava intendere che quel tomo era di pregevole fattura. Sfogliando qua e là nei minuti successivi sarebbe riuscita a cogliere qualche passaggio:
    CITAZIONE
    Inochi no Mori, la Foresta della Morte. Un libro di Satoi Kusai, emerito Professore di Storia Natuale.
    Anno XXXX (la data era riferita ben a centocinquanta anni prima)

    Inochi no Mori si può considerare come una delle più grandi scoperte naturalistiche di tutti i tempi e in questo libro, io Satoi Kusai, racconterò la mia esperienza passata all’interno di questa foresta. In maniera del tutto eccezionale sono riuscito ad entrare in contatto con il Clan Mori. L’insieme di persone e comunità che si sono appropriate, debitamente o indebitamente (questo lo scopriremo), del tesoro immenso di questa foresta: il Legno Vivo.
    Fin dall’antichità questi luoghi sono sempre stati agli estremi della storia e geografia. Quasi come se non fossero mai esistiti. Semplicemente venivano considerati luoghi disabitati, ostili e poco sfruttabili dagli esseri umani. Tuttavia quasi un secolo e mezzo addietro un gruppo di Ninja in una missione di esplorazione scoprì l’esistenza di una parte di foresta del tutto speciale. La Foresta della Morte.

    CITAZIONE
    Il Legno Vivo è il frutto più importante che viene raccolto dalla Foresta della Morte. Solo i membri e gli artigiani più esclusivi del Continente hanno il privilegio di conoscere e sfruttare le sue proprietà sovrannaturali, e di conseguenza il più delle nozioni apprese su questo materiale sono riservate. Tuttavia in maniera del tutto eccezionale vi svelerò che il Legno Vivo è un materiale organico, ma resistente più dell’acciaio migliore. Ma la vera, incredibile, caratteristica è che in grado di assorbire il Chakra e amplificare il suo effetto!

    CITAZIONE
    Il Clan Mori è una comunità di Ninja che dopo aver abbandonato il loro ruolo si sono trasferiti in questa foresta e hanno costruito una vera e propria industria, basata sulla raccolta e produzione del Legno Vivo. Il vero problema invero è la comunità stessa. Essi sono a dir poco chiusi alle interazioni esterne. E qualsiasi contatto è mediato da specifici membri del loro Clan. Sostanzialmente seguono una scala gerarchica estremamente definita e precisa, non troppo distante da una classificazione militare.

    In ogni caso Satoru e Hiromi entrando nel Commissariato non trovarono nessuno e di conseguenza le domande che avrebbero voluto porre caddero nel vuoto. Come era possibile che non ci fosse nessuno? Una cosa era certa, quel posto era governato da una sola persona vista l’unica scrivania presente. Il locale era spartano. Erano presenti tre armadi, ripieni di documenti vecchi e nuovi. Poi c’era un quarto armadio di metallo, chiuso a chiave con un lucchetto. Altre due stanze definivano il locale, per la precisione un bagno e una cella. Sembrava tutto in ordine, e niente apposto. Insomma la classica apparenza di un ufficio. Cercando qua e là avrebbero notato che sotto la scrivania, ancorato a terra, si presentava una piccola cassaforte rettangolare non più alta di sessanta centimetri e larga la metà. Ma per aprirla serviva una combinazione.

    Come si sarebbero comportati?


    Il Dottore e l'Ambulatorio Medico


    Il giovane medico all’udire che quel suo esimio collega aveva appreso le arti presso un villaggio sbuffò, quasi divertito. L’aria di superiorità era palpabile, lui non era quel genere di dottore o meglio macellaio: - Ah, certo. Molto interessante. Quindi da un Ninja. Sì, i Ninja… già. Grandi dottori. Esimi dottori, certo. – tagliò corto, cercando di superare il suo stesso imbarazzo. L’uomo, semplice civile, cadde senza neanche accorgersi sotto l’effetto del Genjustu e rispose con aria altezzosa alle domande di Fudoh: - Loro? Il Clan Mori! Sbruffoni di prima categoria se mi consente! Loro sì che sono stati in grado di fare i soldi. Grazie al Legno Vivo. Produzione e vendita. Certo, la mia famiglia è ricca, ma non potrà mai scalare il potere e l’influenza che il Clan Mori esercita sul Paese dell’Orso e sull’Accademia… e la vostra presenza è la prova! Ma io ci riuscirò! Io ce la farò! Io spiccherò tra i miei fratelli. Riuscirò… riuscirò a vendere il Legno Vivo e a costruirci attrezzature mediche di prima qualità. Sarò considerato come il genio della nuova Medicina! – il vecchio si alzò di scatto, soprattutto dopo aver udito le domande di Masayoshi, e quasi spaventato da quel cambio di umore e comportamento del dottore lasciò praticamente a metà il lavoro di ricucitura – Forse… forse dottore è meglio che lei riposi. Io… mi farò bastare queste cure per oggi. – e così prese direttamente l’uscita, velocemente e decisamente preoccupato. Se il duo avesse voluto interagire con il vecchio avrebbero dovuto decidersi in fretta perché altrimenti sarebbe scomparso dalla vista svanendo dietro all'ambulatorio. Una cosa era certa, qualcosa non tornava. Però dovevano decidere come muoversi.


    Il Barbiere e la Locanda

    Per quanto riguarda la vicenda di Hebiko dal barbiere la piega che prese non fu solo relativa ai suoi capelli ma anche a quanto avrebbe appreso. Di sicuro il lavoro del barbiere sarebbe stato a dir poco mediocre. Lui trattava esclusivamente gli uomini e le barbe degli uomini in particolare. Non aveva mai avuto a che fare con delle donne: - Sa, signorina. Qui le donne mi evitano. Preferiscono noleggiare una carovana e dirigersi insieme alla città prima di questo posto… Ma per me sarà un onore aiutarla. Non le chiederò un soldo. Lei è la mia prima cliente! – il risultato sarebbe stato a dir poco singolare. Il barbiere non sapendo molto bene il significato di piega andò a creare una frangia davanti agli occhi di Hebiko, in effetti un decennio prima aveva visto in Occhi del Deserto una capigliatura del genere su una certa Donna Esmeralda. E poiché era l’unica figura femminile di spicco con cui aveva avuto a che fare nell’ambito della sua professione (ed era tutto un dire) cerco di riproporre lo stesso risultato. [Aspetto] Le domande invece che pose ottennero bene o male una piega neutra:- Beh ci sono due tipi di falegnami qui. I nostri del Villaggio, che si occupano degli alberi al limitare della foresta. Legno di ottima qualità e venduto molto bene… ma sa. Qui da noi non piace dare a vedere il benessere. Questi ottusi vecchiacci preferiscono tenersi i Ryo sotto il letto o nascosti nelle mutande… dovessi sapere: mai una mancia! Poi ci sono gli altri falegnami… il Clan Mori. Ma ne conosco pochissimi, ora come messaggero c'è Ukai Rikku. Ma non è mai venuto da me, eppure l’ho sempre visto in ordine. Probabilmente con il discorso barba e capelli si arrangiano tra di loro! – attese qualche istante – Di commercio con il Clan Mori io non ne so nulla! Il Villaggio non ci guadagna nulla, mai visto un Ryo. E’ solo un punto in mezzo alla linea. Anche se alcuni di noi hanno pensato di mettere qualche dazio… ma non so bene come o perché ma hanno cambiato in fretta la loro opinione una volta espressa in pubblico! – altro non avrebbe risposto, e una volta concluso il lavoro si sarebbe inchinato formalmente davanti ad Hebiko, ringraziandola per la pazienza e l’occasione.

    Alla locanda l’uomo cercò di rispondere nella maniera più sincera possibile alle domande sia di Hebiko che del giovane Kiriano: - Allora niente di speciale, ci troviamo mai in un punto preciso; semplicemente mi incrocio con loro ai confini della foresta, quando i Ninja vengono da me per ritirare il Legno Vivo. Forse nessuno vi ha detto che lo scambio di valori tra i Ninja e il nostro Clan avviene ogni due settimane. Io faccio chiaramente da tramite, di fatto sono l’unica persona a cui è concesso parlare con persone estranee. I Ninja arrivano, io accompagno loro ai confini con la Foresta Sacra, parlo per i miei fratelli e concludiamo lo scambio. Il nostro, il mio incarico dura qualche anno e poi a rotazione mi scambio con qualche altro membro del ramo. Durante il mio periodo di lavoro posso saltuariamente tornare a casa e stare con la famiglia una notte o due. Nel complesso questo sistema diciamo che è… un modo per evitare di venire influenzati troppo da agenti, mode e persone esterne al nostro modo di vivere. – attese un secondo – Pericolo? Non ne ho idea ed è questo che mi preoccupa. Per questo sì rischierò anche di venire esiliato per l’affronto di aver contaminato la Foresta Sacra di persone che non sono nate al suo interno ma non mi importa. Ho una famiglia e temo per la loro sorte. Non è una semplice paranoia, se è da secoli che non avvengono problemi qualcosa non sta funzionando! – riprese il fiato – Memoria? Vuoto? Non so cosa tu possa intendere. Noi sappiamo usare il Chakra e sappiamo anche combattere ma non siamo Ninja. Non conosciamo arti in grado di farti perdere la memoria. Qualunque cosa sia non appartiene alla nostra cultura! Per quanto riguarda la Foresta Sacra e il nostro Clan non vorrei già peggiorare la situazione in cui mi trovo. Se sarà necessario ti svelerò la nostra organizzazione e il motivo per il quale percepisco il dolore della Foresta stessa. Io mi fido di voi, ma dovete capire che non posso parlare di argomenti vietati da secoli come se niente fosse! – a quel punto concluse il discorso – Siete in sei dunque? Allora vi prego, radunatevi e procediamo verso la Foresta Sacra. Non abbiamo tempo da perdere! – era ormai pomeriggio inoltrato. Come si sarebbero organizzati i Ninja?
     
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    Il falegname sembrava avere una discreta fretta nel partire. La fretta era cattiva consigliera, ed il suo gruppo proveniva da un viaggio lungo una settimana, dove avevano dormito alla bene e meglio in tenda. Gli altri erano ancora nei dintorni, esplorando ciò che meglio credevano potesse essere utile per la loro missione. Ukoi, il nostro obiettivo e di portare a termine questa missione il prima possibile, e nel modo più indolore possibile. Lasciò che l'altro assorbisse al meglio la piccola premessa, per poi continuare con la sua decisione. Penso di parlare a nome di tutto il mio gruppo nel dire che preferiremmo riposare una notte, per poi partire alle prime luci dell'alba. Ne hanno bisogno, in modo che possano affrontare la Foresta della Vita al meglio delle loro possibilità. Non le chiederei di pazientare un altro giorno se non per una questione così delicata. Inoltre, i predatori peggiori tendevano ad uscire di notte. Anche se la foresta si fosse dimostrata perennemente buia, la fauna avrebbe avuto comunque il suo ciclo di vita. Doveva solo sperare fosse come si aspettava. Se ritiene che la foresta sia più pericolosa di giorno che di notte, semplicemente attenderemo fino alla notte successiva, continuando a cercare ulteriori informazioni che possano garantire una buona riuscita della missione. Voglio solo diminuire al minimo i rischi.

    Qualora avesse accettato senza problemi, avrebbe prenotato camere necessarie per tutto il suo gruppo (dopo aver richiamato il fuggitivo locandiere). L'Accademia non avrebbe avuto problemi a pagare una spesa tanto infima, per una missione richiesta da loro stessi. Hebiko attendeva solamente una stanza tutta per sè, dove potersi abbandonare ad una doccia calda, rifocillarsi e prepararsi a dovere per la giornata successiva. Il nome di quella peculiare foresta lasciava intendere che non sarebbe stata una tranquilla passeggiata.

    La Vipera avrebbe atteso il resto del suo gruppo, riunendo tutti in disparte e dando loro le chiavi delle stanze. Avremo tutti modo di riposare, ma devo chiedervi un ulteriore compito: dovrete controllare l'omaccione qui dietro. Aveva già avuto pessime esperienze su persone arrivate al limite, che si spingevano ad assurdi e suicidi tentativi se non controllati a dovere. Voglio che ognuno di voi abbia la possibilità di dormire otto ore, a coppie dovrete controllare uno la porta e l'altro la finestra della sua stanza. Io e Youshi faremo il primo turno, Harumi e Satoru il secondo, Fudoh e Masayoshi l'ultimo. Vi voglio vigili, intesi? Abbiamo di fronte un uomo disperato che sente un grido d'aiuto provenire dalla foresta. Non permettetegli di fare follie.


    Edited by Waket - 4/4/2020, 19:24
     
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    Locanda

    Ukoi fremeva nel partire subito, soprattutto ora che i Ninja accademici erano arrivati in supporto. Era sconfortato e preoccupato oltremodo e quando sentii la proposta di Hebiko nel riposare prima di partire sbuffò, deluso. Si strinse i pugni, sbiancandosi le nocche dalla tensione, e cerco di ragionare. Fece dei bei respiri e poi alzando di nuovo lo sguardo verso la Genin: - Avete ragione, la Sacra Foresta non è un posto ospitale. E di notte nessuno di noi si muove al suo interno. L’oscurità è totale. Ci muoveremo domani mattina, ve ne prego. Di giorno qualche fascio di luce riesce a penetrare al suo interno e io conosco molto bene i sentieri nascosti che ci porteranno all’interno dei miei confini. Non ci vorranno più di quattro ore di marcia. – a meno di non ricevere altre domande Ukoi si sarebbe separato dal gruppo per ritornare in camera sua. In qualche modo, per quanto possibile, avrebbe anche lui cercato di riposare nonostante il pensiero della sua famiglia.
     
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    Inseguimento e interrogatorio


    Chapter IV





    Con lo sguardo sul legno conficcato nella mano dello sfortunato anziano, Masayoshi non diede importanza allo sproloquio del dottore, reso più estroverso dalla domanda di Fudoh.
    La reazione del paziente alle semplici domande del Jinchuuriki fu inaspettata: lo vide agitarsi, quasi spaventarsi e ,con alcuni balbettii, cercare un modo per allontanarsi.
    Fu astuto a sfruttare lo stato di esaltazione del suo chirurgo per darsi alla fuga. Anche lo Shokuto avrebbe interrotto l'operazione se il suo medico avesse iniziato a parlare in quel modo.

    CITAZIONE
    Forse… forse dottore è meglio che lei riposi. Io… mi farò bastare queste cure per oggi.

    Questo non credo. Disse l'amico dei suricati, con una freddezza che poco si addiceva a un giovanotto timido come lui.
    Sapeva di aver toccato un nervo scoperto. Quel signore si era infortunato durante la lavorazione di un legno che non avrebbe dovuto avere.
    Perché non farsi operare a casa. Si chiese, mentre rincorreva l'uomo di mezz'età. Acciuffarlo sarebbe stato un gioco da ragazzi. [Velocità: Blu] E qualora si fosse rivelato più scaltro e sfuggente del previsto, Masayoshi non avrebbe avuto problemi a chiedere l'aiuto a Koinu, uno dei suricati del corpo di esplorazione.

    Se fosse riuscito a raggiungerlo e a sbarrargli la strada, Masayoshi lo avrebbe invitato con gentilezza ad avvicinarsi alla parete di un edificio. In caso di resistenza, non avrebbe esitato a usare le maniere forti.
    Risponda alle mie domande e potrà tornare a casa. Sta diventando buio Il sole era prossimo a tramontare. Perché lei ha quel legno conficcato nella mano? Domandò, con voce bassa ma decisa.
    Lei è un falegname? Chi le ha fornito quel legno? Su cosa sta lavorando e per chi? Rispetto ai suoi compagni, Masayoshi non sapeva nulla del clan della Foresta e di ciò che Ukoi aveva rivelato al team di Oto. La reazione dell'anziano, ma sopratutto quel legno conficcato nella sua mano, facevano pensare all'esistenza di un canale secondario, sconosciuto all'Accademia. Vi erano altri clienti da soddisfare?
    Rispondi! Lo avrebbe esortato in caso si fosse dimostrato titubante.
    Non faremo mai il tuo nome, anzi, se sarai bravo il medico kiriano provvederà a togliertelo dalla mano E se il Fudoh lo avesse raggiunto, avrebbe chiesto conferma solo per tranquillizzare il sospettato.
    vero?Se si fosse rifiutato ancora di rispondere, Masayoshi avrebbe sorriso.
    Che ne dici Fudoh? Lo portiamo con noi da quel Ukoi e dalla Vipera di Oto? Non poteva né sguainare la scimitarra per intimorirlo né tanto meno infliggergli qualche ferita per esortarlo a parlare, ma usare quel nome, Vipera di Oto, forse sarebbe stato d'aiuto per sciogliere la sua lingua. 

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    Falce dei Kaguya


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    Il Vecchio Paziente


    E la notte d'attesa



    Per quanto saccente, il medico del piccolo ambulatorio non aveva le capacità per resistere al trucchetto che avevo usato, così fu più che lieto di dire la sua su di "Loro".
    Il ché offrì a me e Masa-san, diverse informazioni su questo clan Mori che aveva il controllo del commercio del Legno Vivo, a ciò che potei capire, con tutti i vantaggi economici che persino io intuii presenti in questo monopolio.
    In più il medico blaterò del suo obiettivo di vendere strumenti medici fatti con il legno vivo, il ché mi portò a chiedermi e chiedere una cosa: Se il Legno Vivo è perfetto quanto so, quindi anche degli strumenti medici non rischierebbero di produrre ferite sui pazienti e se sono i Mori ad occuparsene, questo signore come s'è ferito con una scheggia di legno?, domandai, incerto se ancora il mio trucco avesse effetto, ma sperando sulla vanità e saccenza del mio interlocutore.

    In ogni caso, il secondo risultato interessante di quel mio trucco fu la reazione del "ferito": che interruppe a metà le medicazioni che gli stava facendo il medico, per suggerirgli di riposarsi e poi andare via a sua volta!
    Il mio amico Jinchuuriki gli andò dietro, io rimasi un secondo in più per ascoltare l'eventuale risposta alla mia domanda di poco prima, poi mi sarei mosso per raggiungere gli altri, sicuro della mia velocità e del fatto che se il ferito si fosse trovato abbastanza vicino lo avrei rallentatoInterferenza Gravitazionale: L'utilizzatore può rallentare le azione dell'avversario presente entro il raggio d'azione del Controllo Gravitazione: causa un malus alla Velocità della vittima.

    LVL 2: Entro 6 metri riduce di -1 tacca la velocità
    con il mio chakra gravitazionale-naturale.
    Se avessi raggiunto Masayoshi-san con il tipo, avrei fatto fare le prime domande al ninja di Suna, mentre mi prendevo un attimo di tempo per studiare la zona su cui stava applicando i punti l'esimio collega.
    Non vogliamo farle del male, anzi, se permette, le finisco di curare la ferita. Ma sarei curioso di capire come questo fantastico legno possa averla scheggiata... non ha usato le giuste tecniche di lavorazione?, avrei incalzato di mio, provando completare la cura del dito, lasciata a metà.
    Se ci pensate, in effetti, la Kakita aveva spiegato che il Legno Vivo ha dei modi particolari di lavorazione, tramandati, e quel medico aveva parlato dei Mori come coloro che ne avevano il monopolio. Se le due cose erano collegate, allora o quello era un Mori che aveva sbagliato qualcosa, o non aveva usato Legno Vivo, o lo stava lavorando senza permesso (e senza le competenze).
    In ogni caso, da soli, o con il nostro poco collaborativo interrogato, ci saremmo poi diretti alla Locanda, per aggiornarci con il resto del gruppo e scoprire quanto dagli altri saputo.

    [Nella Locanda]

    SE l'uomo che avevamo interrogato fuori l'ambulatorio fosse stato con noi, lo avremmo condotto, assieme a Masa-san, ad un colloquio privato con la Rossa di Oto.
    Diciamolo, già Masa-san aveva usato quel soprannome "Vipera di Oto", poi se ci aggiungete la lingua biforcuta, avrebbero di certo intimorito l'altro.
    Che potevo fare io? "Sono il Guardiano della Valle dei Gusci! Il Sostituto Primario di Kiri!" non sono esattamente titoli che intimoriscono, no?

    Quando riuniti con tutti gli altri, poi, Hebiko-san ci diede le chiavi delle stanze dove riposare e spiegò che il falegname dalla corposa barba e la massiccia ascia era il nostro contatto e ci avrebbe condotto nella Foresta la mattina dopo, questo, oltre a suggerire dei turni di guardia per controllare che non scappasse subito nel bosco da solo.
    Su quel ultimo punto mi rivolsi al mio compagno di squadra: Pensi sia meglio usare una delle tue evocazioni? Mi danno l'idea di essere predatori... le mie tartarughe sono poco utili per un inseguimento., proposi, sempre ignaro di come si chiamasse l'animale che aveva sulla maglietta il primo giorno, Potremmo anche dividerci, tu che ne pensi? Io mi piazzo sul tetto, eventualmente potrei anche usare il chakra repulsivo per inseguirlo, o il mio chakra gravitazionale per rallentarlo, mentre tu resti di guardia alla porta. O hai idee migliori?, avrei atteso la sua risposta.

    Prima del turno di guardia, comunque avremmo avuto tempo di raccontare agli altri quanto scoperto dal medico sul monopolio dei Mori e, forse, anche altro, oltre che ascoltare i loro di racconti.
    Nelle ore di riposo, mi sarei accomodato, invece, nella stanza datami, come sempre sul pavimento: come ben sapete non amo i letti, sono abituato a dormire da terra fin da piccolo, perché dovrei cambiare questa abitudine?

    Per il turno di guardia, se Masa-san non avesse proposto altro, mi sarei portato fuori dalla locanda, magari passando dalla finestra nella mia stanza, e combinando il controllo del chakra con la trasformazione sarei apparso simile ad una delle lucertole dello Yakushi-sensei che avevo visto ai tempi della missione sull'Era Glaciale e lì avrei atteso, sul tetto.
    Stavo anche pensando di trasformarmi in uno di quei pennuti demoniaci che hanno invaso Kiri, ma sono bestie maledette che vivono vicino al mare, con quel loro schifoso piumaggio bianco, quindi optai per una lucertola, pensando che più di una di quelle cose del male, quei gabbiani, sarebbe stato meno sospetto trovare un grosso lucertolone verde e rosso che gironzolava sul tetto.
    Geniale, no?

    Ora c'era da vedere cosa la notte, e la mattina successiva, ci avrebbero offerto.
     
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    Entrando nel commissariato si ritrovarono in un piccolo ufficio con una sola scrivania evidente segno della presenza di un unico poliziotto impiegato nella zona, abbastanza normale in piccolo centro abitato. Sfortunatamente l'ufficio era deserto certamente eventualità normale ma visto appunto il quasi sicuro poco lavoro dove poteva essere il tutore dell'ordine? Un assenza che non convinse in modo positivo il genin

    Deserto?! La cosa non mi piace...

    Pensò guardando ancora in giro notando l'ordinato disordine

    Non c'è proprio nessuno...Sembra tutto normale ma la cosa non mi piace comunque. Diamo un occhiatina in giro Harumi? Emh posso chiamarti Harumi?

    Ormai si fidava abbastanza della ragazza tanto da considerarla una amica, era veramente un bravo ragazzo ma anche ingenuo come appariva? Forse nemmeno lui lo sapeva realmente...

    Il ragazzo guardò, osservò e notò in modo particolare l'armadio chiuso a chiave e la cassaforte sotto la scrivania

    Interessante la cassaforte...ma forzarla mi sembra eccessivo...Cerco la combinazione e magari la chiave dell'armadietto...Harumi potresti dare uno sguardo anche a qualche fascicolo recente? Magari c'è qualcosa...

    E così il diciannovenne cominciò*Percezione 6+3+3=12; ad ispezionare per bene la scrivania cercando dentro e sotto i cassetti, sia sopra che sotto il piano d'appoggio e provando a notare eventuali nascondigli segreti. Sperando e provando a trovare numeri della combinazione appuntati o la chiave dell'armadietto.

    Se il foglioso avesse trovato o la combinazione o la chiave avrebbe poi provato con molta attenzione ad aprire la cassaforte o l'armadio in cera di qualcosa di utile o strano per rimettere al posto originale tutto quanto.

    Trovato qualcosa o no alla fine avrebbe detto alla collega otese

    Meglio che torniamo alla locanda e informiamo gli altri cara...

    Sorridendo e facendo l'occhiolino alla kunuichi sembrava che volesse giocare ancora un poco ma alla fine qual era il gioco?

    [...]

    Quando giunto alla locanda Hebiko informò tutti sul da farsi e diede loro le chiavi delle stanze, una stanza singola a testa, il secondo turno turno di guardia al gigante barbuto loro contatto.

    Buon riposo Harumi.

    Con il sorriso ormai solito ma leggermente più dolce di prima sinceramente si era affezionato alla ragazza fin troppo facilmente; inutile dire comportamento ingenuo ma facilmente fraintendibile - Ormai siamo abituati XP -

    Satoru senza perdere tempo semplicemente si lanciò letteralmente nel letto sprofondando nell'abbraccio di Morfeo. Ovviamente non mancò di sognare la sua dolce Tsuyo ma improvvisamente si ritrovò inseguito dalla sua cara nonnina con evidenti intenti lascivi, fortunatamente cadde dal letto svegliandosi di colpo.

    Dannata vecchia bag......

    Casualmente era proprio l'ora del turno di guardia il genin si lavò il viso, si diede una sistemata generale ed uscì raggiungendo la stanza del barbuto.

    Una volta nella stanza avrebbe detto all'otese

    Io penso alla finestra...

    così si appostò alla finestra appoggiandosi comodamente alla parete guardando a volte il barbuto e a volte fuori con attenzione*Percezione 6+3+3=12;.

     
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    Ultimi preparativi


    IV




    Youshi si mostrava sempre più curioso nei confronti di Diogene, incalzandola con una domanda. Hebiko non lo conosceva a sufficienza per potergli dare informazioni più chiare, ma sapeva bene che, se si fosse rivelato un buon compagno di squadra, avere l'appoggio di un altro villaggio sarebbe stato un asso nella manica non da poco. Se solo i due avessero saputo del complotto che i loro stessi Kage avevano deciso alle loro spalle... Diciamo che il bene di qualcuno può rappresentare il male di qualcun altro. Un po' come la missione che stiamo facendo ora: l'Accademia riavrà il suo prezioso legno, ma stiamo togliendo preziose risorse ad il popolo a cui spetterebbero di diritto. Non poteva trovare esempio migliore. A Youshi sarebbe stato chiaro, non si sarebbe esposta troppo da quel punto di vista. Sapere che fosse scontenta del suo stesso Kage poteva forse bastare per eventuali accordi futuri, se avesse voluto approfittare della cosa.

    Iniziò a gesticolare animatamente quando si tornò sull'argomento Kato, innervosita al solo pensiero. E' successo che è un pezzente, ecco cosa! Le prime volte che l'ho conosciuto ha sempre cercato di fare il carino, ma aveva una puzza, un nonsoche che non quadrava. E poi ha cercato di soffiarmi il mio titolo da Consigliera! Lui!! Che di politica ne sa quanto un kiriano ne sa di sole!! Sbottò, calmandosi con incredibile rapidità per voltarsi verso Youshi. Senza offesa. Forse non ci era andata troppo pesante questa volta, dopotutto il loro villaggio non si chiamava "della Nebbia" perchè suonava bene. Agitò la mano al cielo, come a voler scacciar via la questione. Mi ha detto in faccia cosa pensava di me, dopo tutto il tempo che aveva tenuto la facciata opposta. Mi conosce a malapena e ha avuto il coraggio di insultarmi, non ritenendomi idonea a quel titolo, e forse nemmeno come kunoichi. Mi interessa poco, dato che è stato l'Amministratore stesso a darmi il mio meritato titolo. Una persona che conta decisamente di più di "Mr Guardiano che si piega di fronte ai superiori ma fa il bulletto con chi è più debole". Non avrebbe sputato per terra, dopotutto era una signora, la sua espressione disgustata avrebbe parlato da sola.

    Il kiriano rimase di sasso alla confessione della Vipera. Si voltò verso di lui, bloccatosi qualche passo indietro, portando le mani sui fianchi. Beh? Non sarai stanco? Roteò gli occhi, sbuffando nel sentire quelle parole. La grandezza di Orochimaru non si limitava ad Oto, dopotutto. Il suo sguardo si inasprì quando l'altro parlò di eredità. Spazzatura, ecco cosa ha lasciato. Rispose secca, con una rabbia più profonda rispetto a quella riservata al suo Kage, con una punta di delusione finale. Le leggende non sono tutte uguali. Aveva sicuramente una conoscenza incredibile, una forza tale da permettersi di creare il suo stesso villaggio... Ma l'ha fondato su spazzatura. E spazzatura è rimasto. Si indicò con entrambe le mani, nervosa. Da dove credi che provenga io?? Così come mezza Oto? La città è nata e cresciuta come un suo gigantesco esperimento. Metà Oto almeno deriva da una o più delle sue follie scientifiche. Chi più, chi meno. Lei, naturalmente, faceva parte dei più. Sono probabilmente l'otese più simile a lui, per quel che ne sappiamo. Il mio vantaggio? Quello di esser quasi diventata un mero contenitore per permettergli di risorgere! Le sue pupille si erano ristrette al punto da diventare una sottile linea scura, mentre la donna si vaceva involontariamente più grossa, allungando appena le gambe per sovrastare il ragazzo. Resasi conto del suo scatto d'ira si ricompose con vergogna, voltandosi verso il percorso. ...Avrà fatto anche cose buone, immagino. Borbottò, parzialmente sarcastica. Solo parzialmente. Lei, dopotutto, era viva solo grazie a lui. Si morse il labbro, nervosa. Credeva di aver superato la cosa, invece ancora la feriva. Non... dovevo dirtelo. Distolse lo sguardo nel dirlo, più dispiaciuta che rabbiosa. E' complicato. Sono... fortunata, nell'aver ottenuto un potere così raro. Questo è quanto. La sua insicurezza tornò a galla. Si era lasciata andare troppo, pestandosi i piedi da sola. Forse quello sfogo le avrebbe fatto bene, in futuro. Dopotutto era la prima volta che ammetteva di apprezzare le sue peculiari abilità.

    L'argomento si spostò sui consiglieri di villaggio. Si sorprese nello scoprire che il kiriano ancora non conoscesse la fama di Febh Yakushi, sbagliandone persino il nome. La descrizione del consigliere della nebbia la fece reagire con... sorpresa, più o meno. E un velo di preoccupazione. Forse è questo lavoro che fa impazzire la gente... Sussurrò, tra se e se, quasi preoccupata per il suo futuro destino. Vorrei dirti che Febh è più normale... Ma credo che se dovesse entrare in ufficio con un gabbiano in testa, sarebbe comunque un evento nella norma. Un semplice commento per descrivere quanto fosse strambo, anche se nessuno dei due aveva conosciuto l'altro di persona, perciò era difficile definire al meglio il tipo di stramberia che li caratterizzava. Lo Yakushi però aveva qualcosa in più. C'è da dire che quando vuole sa essere terrificante. Non vorresti essere suo nemico. Il miglior jonin del tuo villaggio non vorrebbe esserlo. Si voltò verso Youshi, ridacchiando. Mi sorprende che qualcuno ancora non abbia imparato ad averne paura. Se mai ti capiterà di passare a Oto, ricordati di entrare nel giusto ufficio... Sempre che tu voglia tornare a casa tutto intero. Mhmhmh! Rise di gusto, immaginando come potesse essere l'approccio di una persona che ancora non lo conosceva.


    Un brivido le percorse la schiena quando il barbiere accettò di servirla gratis. Si sforzò di sorridergli, accennando un leggero inchino. Onorata. Se le donne del paese si spingevano tanto lontano per una semplice piega, non voleva immaginare il motivo. Per la missione, fallo per la missione...

    Se non altro, era riuscita a scoprire che c'erano due tipi di falegnami: chi si occupava di un legno di qualità, ma meno raro, e i Mori, unici a poter mettere le mani sul legno vivo. Non riuscì a trattenersi nel commentare l'assenza di quel clan da quel barbiere: Mi domando il perchè. Si sforzò di mantenere un tono meno sarcastico, seppur teatrale. Perlomeno per non offendere il barbiere, soprattutto mentre aveva ancora le mani tra i suoi capelli. La questione dei dazi però la insospettì: reagì nuovamente con teatralità, portando una mano alla bocca: Ma è inammissibile! Avete diritto ad una quota, che storia è questa?? Per quale motivo avete rinunciato? Il sospetto che si fosse trattato di una qualche illusione era alto... forse collegata alla perdita di memoria citata dal vecchio jonin. Possibile che la sfruttassero a loro vantaggio, e che il pericolo non fosse la foresta, ma il clan stesso? E mi dica, com'è questo Ukai? E com'erano i precedenti falegnami prima di lui? Da come ne ha parlato fin'ora sembrano tipi nervosi e riservati.

    Sarebbe uscita dalla locanda salutando con un finto sorriso il barbiere, fissando poi Youshi con aria arresa quando questi potè notare lo scarso risultato della sua acconciatura.



    Non dire. Niente. Borbottò, infastidita. Dovrei immergerli in un barile d'olio per togliere questo maledetto effetto paglia che è riuscito a farmi. Dico io, come si fa ad essere così incompetenti ed essere ancora vivi!?


    Ascoltò Ukoi con interesse, interrompendolo qualora avesse dubbi. La storia delle mode le fece alzare un sopracciglio. Paura di venire influenzati? Perchè, come vive la gente del tuo clan? Sapeva bene che ogni villaggio, grande o piccolo, aveva le sue peculiarità e stranezze, ma mai nessuno era arrivato a tanto. Cosa potevano avere di così unico da non voler assolutamente contatti con qualcuno di, forse, più civilizzato?

    Il falegname sembrava volersi trattenere su alcuni argomenti che potevano essere loro vitali. Ukoi-san. Sospirò, consapevole della pesantezza del discorso. Sono certa che lei abbia ottime motivazioni per tenere degli estranei all'oscuro su certe cose. Ma deve capire che noi siamo qui per aiutarla. Se la vostra organizzazione o questo richiamo della foresta dovessero interferire con la missione, senza che noi ne fossimo a conoscenza, le probabilità di riuscita si abbasserebbero drasticamente. La prego, vogliamo fare tutto il possibile per riunirla alla sua famiglia e sistemare questa faccenda, non possiamo rischiare che lei stesso sia la causa del fallimento della missione. Lo osservava, comprensiva ma seria. E' stato lei stesso a chiedere il nostro aiuto, e noi siamo al suo servizio. Il suo Clan capirà che si trattava di un'emergenza. In un certo senso, stanno tenendo in ostaggio la sua famiglia. Non vogliamo fare errori, nè voglio perdere alcuno dei miei compagni in quella foresta. Youshi avrebbe sicuramente potuto aiutarla, premendo sull'argomento a modo suo, per convincerlo a parlare. Era chiaro come fosse fondamentale venire a conoscenza di quelle informazioni.

    Fortunatamente, accettò di pazientare, rimandando la partenza al mattino successivo. Partiremo alle prime luci dell'alba. Non ho intenzione di farle perdere tempo, presto potrà rivedere la sua famiglia. Annuì, seria, per poi voltarsi verso il resto della banda, da poco arrivato alla locanda. Dopo averli portati da parte per spiegargli il piano per la notte, applaudì un'unica volta, accennando un sorrisetto. Ottimo. Tutti a mangiare ora, vi voglio carichi domattina. Ordinate qualche onigiri in più da impacchettare, la colazione si farà in viaggio. Durante la cena avrebbero avuto modi di condividere tutte le loro informazioni, in modo da avere tutti un quadro completo della loro esperienza. Sempre che tutti avessero condiviso ogni cosa, senza tener segreti per sè.


    La notte passò in fretta, ad eccezione del più noioso momento del turno di guardia. Lasciò che Youshi, esperto in ombre, si occupasse di controllare la finestra della stanza del falegname, mentre lei rimase appollaiata di fianco alla sua porta, poggiata al muro a braccia incrociate. Non avrebbe commesso lo stesso errore della sua prima missione.
     
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    Rivelazione e Sorveglianza


    Chapter V





    Con l'anziano o meno, al tramontare del sole, i due Genin ritornarono nella Locanda.
    Si unirono all'intero gruppo raccolto attorno a un tavolo, distanti da colui che, a giudicare dal laccio sul braccio , doveva essere il loro contatto accademico.
    Lo Shokuto lo aveva notato appena varcata la soglia del locale.
    Difficile ignorare un uomo con un petto che sembrava un tronco di una quercia secolare. Se i loro sguardi si fossero incrociati, il sunese gli avrebbe rivolto un saluto di cortesia.

    png


    Cosa hai fatto ai capelli? Chi ti li ha rovinati? Avrebbe chiesto con ingenuità, senza ridere né sorridere, ignaro di quale reazione avrebbe potuto scatenare tra le quattro mura.
    Nel corso della sua vita, vissuta nel deserto e poi in un palazzo pieno di anziani, Masayoshi non aveva mai approcciato alcuna ragazza e le sue esperienze con il gentilsesso erano pari allo zero.
    Oh pensavo che qualcuno ti avesse aggredita Si sarebbe scusato con dispiacere se la Consigliera si fosse arrabbiata con lui, reagendo come se non fosse stata sua intenzione offenderla o deriderla.





    Onigiri...bleah. Non si lamentò. Il menù non offriva di meglio.
    La serata proseguì davanti a quella pietanza priva di sapore.
    Risero, scherzarono e condivisero ciò che avevano scoperto in quella piccola città ai confini della Foresta.
    Complice l'atmosfera amichevole, lo Shokuto fu più aperto rispetto alle serate precedenti, trascorse in tenda, e si lasciò andare a qualche racconto della sua infanzia, rivelando che la sua provenienza non fosse Suna ma una regione molto ad Est del Paese del Vento, ai confini con il Continente Ninja, dove si è soliti mangiare scorpioni, ragni e in generale piatti più saporiti rispetto a quel "blocco" di riso.
    Poi tacque per poter ascoltare gli altri, le cui storie sarebbero state più interessanti.

    Consumata la cena, si decise di andare subito nelle stanze da letto. Avevano bisogno di riposo per la partenza del giorno successivo. L'assenza di un materasso per sei giorni consecutivi gli aveva ridotto la schiena e il collo a pezzi ma quella notte avrebbe avuto qualcosa di soffice su cui sdraiarsi per le otto ore che avrebbero preceduto il suo turno di guardia.
    Non aveva problemi a sorvegliare Ukoi alle prime luci dell'alba, infondo era compito loro proteggere il contatto accademico, non solo da se stesso, ma da eventuali nemici.

    Oh! Perché no? Sgranò le palpebre, felice di poter condividere quella missione con il suo nuovo amico Koinu.
    Ottima idea Fudoh Concluse, senza rivelare la malsana idea di delegare l'intero lavoro al suricato: la creatura avrebbe controllato la porta mentre lo Shokuto sarebbe rimasto in camera a dormire. Poi ridacchiò da solo all'idea di dover convincere il mammifero a lavorare al suo posto. Koinu non rientrava nella definizione di animali da compagnia.
    Va benissimo! Io la porta e tu la finestra. Precisò nuovamente, terrorizzato all'idea di dover restare per ore all'esterno.

    [Camera Hebiko]


    Invece di dirigersi nella sua stanza, Masayoshi deviò verso la camera della Vipera.
    Con la mano destra si toccò lo stomaco, luogo in cui Hoshikuzu aveva piazzato il sigillo di contenimento. Ciò che teneva sigillato il Rokubi erano una manciata di linee nere, alcune rettilinee altre curve, che nel complesso formavano un sigillo di cui il Genin ignorava ogni dettaglio.
    Non rimpiangeva di aver rivelato la sua natura solo al suo amico kiriano, ma era giusto che anche il suo caposquadra sapesse cosa si celasse dentro di lui.
    Bussò alla sua porta.
    Sono Masayoshi, vorrei parlarti un secondo. In privato. E fu in quel momento che il demone alzò le sue antenne composte da puro chakra. Il Genin si era già preparato alla reazione del suo coinquilino. Erano trascorsi due anni dal giorno del loro "matrimonio" e qualche sua mossa aveva imparato ad anticiparla.
    Ricevuto il consenso della Vipera, il ragazzo entrò, chiudendo la porta alle sue spalle.
    Si allontanò dall'ingresso per evitare che la sua voce echeggiasse nel corridoio e nelle altre stanze.
    Sono un Jinchuuriki. Rivelò, senza giri di parole.

    png


    È maleducazione non presentare i tuoi amici.



    Sei code, il Rokubi...se te lo stai chiedendo. Sorrise. Ho giurato di mantenere il segreto, ma sei la consigliera di un villaggio alleato, nonché leader della spedizione, che tu lo voglia o meno. Fece una pausa.
    Dalla sua espressione trapelava la stessa serietà e durezza con cui aveva interrogato il povero anziano. Mi è sembrato giusto informarti. Fece per rassicurare della sua capacità di auto-controllo, ma le parole gli si congelarono in gola.
    Farò del mio meglio. E se Hebiko non avesse detto nulla, lo Shokuto se ne sarebbe andato, chiudendosi la porta alle spalle.

    [...]


    Quando giunse l'ora di prepararsi per la sorveglianza, dalla stanza di Masayoshi si udì una voce squillante protestare ad alta voce. Chiunque fosse, era parecchio arrabbiato.
    Ma vacci tu a fare da palo, a quest'ora, in una locanda a migliaia di chilometri di distanza dal deserto!
    Appiccicandosi al muro adiacente alla stanza del sunese,  forse avrebbero potuto udire i tentativi di quest'ultimo di convincere l'interlocutore ad aiutarlo nel compito.
    Ho bisogno di te, se hai freddo posso darti la mia sciarpa...
    Hai paura? Hai perso l'uso degli occhi?...E cosa ci faccio con quella sciarpa puzzolente?
    E il dialogo continuò per almeno un minuto, ma con toni più bassi.
    Ok, ok, non vedi che mi sono vestito? Vengo anche io
    Poi la porta si aprì e dalla stanza uscì un piccolo suricato del deserto. La creatura avanzò in posizione eretta, con la coda rivolta verso l'alto e le zampe anteriori incrociate davanti al piccolo petto peloso. [LINK]
    Appoggiò la minuscola schiena alla parete opposta alla stanza di Ukoi, a qualche metro di distanza dalla porta d'ingresso. e scomparì alla vista [Abilità Koinu] Percezione +3 [Koinu] mentre il Genin si dirigeva all'esterno della taverna, in modo da avere ben tre punti di osservazione. [Percezione 9 + Investigatore]






     
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    Confessioni


    V




    L'espressione sinceramente sorpresa di Masayoshi gli risparmiò un sonoro ceffone. Hebiko si limitò a sibilare nervosa, agitando la mano in direzione del barbiere. E' successo che prima o poi porterò Febh da quel barbiere solo per fargli demolire la sua baracca! Razza di incompetente. Il sunese si scusò immediatamente dopo, costringendola a sospirare. Forse era solo un po' lento ad analizzare le situazioni. Non importa, non importa. Se non hai del burro o miele non puoi comunque aiutarmi. Borbottò, infastidita dalle sue condizioni.


    Finalmente rinchiusa nella sua stanza, cercò invana di sistemarsi i capelli, fallendo miseramente poichè questi sembravano tornar al loro posto come una molla. RInghiò, stizzita, rinunciando a quell'inutile tentativo. Magari una doccia li migliorerà un pochino. Certo che ha del talento per rovinarli in questa maniera. Non avrebbe avuto il tempo di far nulla, poichè qualcuno bussò alla sua porta, rivelandosi essere il sunese di prima. La Vipera assottigliò lo sguardo in un primo momento, fissandolo dubbiosa. Oookai... Sentiamo. Non sapeva bene cosa aspettarsi, anche se le attenzioni che le aveva posto in precedenza l'avevano resa dubbiosa. Incrociò le braccia, mentre l'altro si allontanava dalla porta, avvicinandosi a lei. Senti, io non so che idee ti sei fatto, ma-

    Sono un Jinchuuriki.



    ...Oh. Hebiko si sforzò di restare impassibile, portando una mano alla bocca, pensierosa. Non... era quello che mi aspettavo. Per tua fortuna. Era già pronta ad attaccarlo al muro se si fosse lasciato andare in una bizzarra confessione d'amore. In parte ci aveva preso, era davvero una confessione. Lo lasciò parlare, ascoltando ciò che aveva da dire. Indicandogli il letto, lo invitò ad avvicinarvisi. Siediti. Sembrava essersi ammorbidita, anche se era difficile non notare il velo di preoccupazione che aveva addosso dopo quella scoperta. Si sarebbe seduta non troppo vicina, posando le braccia sulle gambe, incerta su ciò che aveva da dire. Apprezzo di aver fatto una così buona impressione come caposquadra da averti spinto a tanto. Soprattutto visti gli ultimi eventi tra Suna e Oto. Il loro Kage aveva vietato l'ingresso a Suna a qualsiasi otese, e la cosa rischiava di causare attriti tra i due. Fortunatamente, non sembrava quello il caso, e la Vipera voleva spingere perchè Masayoshi si sentisse più a suo agio possibile. Preferirei che tu tenessi per te questa informazione, ma dato che ti sei spinto a tanto... Voglio assicurarti che non condivido in alcun modo le decisioni prese dal nostro Kokage. Suna ha il mio appoggio in questa faccenda, se mai la cosa dovesse tornar utile per il tuo kage. Quindi nessun rancore tra noi due, spero. Accennò un sorrisetto, assicurandosi che fosse pronto ad accogliere la sua successiva richiesta.

    Purtroppo devo confessarti che non conosco molto di voi jinchurichi, a parte... sì, insomma, il fatto che siate macchine da guerra. Sorvolò sulla questione di vederli semplicemente come pericolosissime bombe ad orologeria, non era il momento di fargli la morale. Anche Oto ha i suoi demoni, ed i suoi jinchurichi. Te lo sto dicendo per fati capire che non è mia intenzione rubare alcun tipo di informazione a Suna, ma ho bisogno di sapere di più su di voi. Voglio poter essere in grado di reagire nel modo giusto per qualsiasi evenienza. Lo fissò, terribilmente seria. Comprendeva che potessero esserci cose di cui non avrebbe voluto parlare, ma ne aveva bisogno per garantirgli la sua sicurezza... e quella del resto del team. Se il demone dovesse prendere il controllo su di te, come facciamo a farti riprendere la tua coscienza? Sei in grado di combattere in team grazie al suo potere, oppure dobbiamo lasciarti il tuo spazio? C'è forse il rischio che un secondo demone possa mettere a repentaglio il tuo equilibrio interiore? L'ultima domanda le interessava più di tutte, vista la presenza di Harumi nel team. Il suo istinto era quello di tenerli il più lontano possibile l'uno dall'altra. Non era inoltre a conoscenza del mondo interiore dei demoni, e del fatto che fossero in grado di percepirsi a vicenda. La sua preoccupazione sarebbe basta per far capire a Masayoshi di essere in presenza di un secondo Jinchurichi? Spero che tu ti senta sufficientemente a tuo agio nel farmi capire di che tipo di aiuto potresti aver bisogno, o di come dobbiamo comportarci nei tuoi confronti. Il tuo segreto non uscirà da questa stanza, lo prometto. Ma devo comunque assicurarmi che tu non faccia del male a nessun membro del team. Mi capisci? Non voleva di certo conoscere tutti i segreti del demone, tuttavia doveva conoscere perlomeno le conseguenze peggiori, per capire al meglio cosa si trovava davanti. I due jinchurichi potevano rischiare di diventare un grosso ostacolo per il team.
     
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