La Bilancia NeraQuest C

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1.     Like  
     
    .
    Avatar

    Group
    Fan
    Posts
    455
    Reputation
    +85

    Status
    Offline

    Confessioni di un Jinchuuriki


    Chapter VI





    Sul punto di andarsene, Hebiko lo invitò a sedersi sul letto.
    Masayoshi inarcò un sopracciglio, sorpreso da quella richiesta che poteva essere oggetto di mille equivoci, ma il ragazzo non fece alcun viaggio mentale e senza dire alcuna parola si sedette dove lei aveva indicato.

    CITAZIONE
    Apprezzo di aver fatto una così buona impressione come caposquadra da averti spinto a tanto. Soprattutto visti gli ultimi eventi tra Suna e Oto.

    A quelle parole, lo Shokuto puntò lo sguardo su di lei. Era vero ciò che si vociferava nelle strade sabbiose di Suna e nelle stanze dell'amministrazione.
    I due villaggi avevano avuto degli attriti piuttosto duri e qualcuno parlava di un divieto assoluto di entrata nel villaggio per gli otesi.
    Si stupì nell'udire la consigliera di Oto sposare la causa sunese, o almeno andare contro il suo stesso Kokage.
    Bhè ti ringrazio. Rispose, impacciato. Non sapeva cosa dire. Hebiko lo aveva spiazzato con quell'argomento di cui sapeva poco nulla. Lui era solo un piccolo Genin senza arte né parte, tenuto all'oscuro di ciò che accadeva a palazzo. Figurarsi i dettagli di una riunione tra Kage.
    Ho saputo di questo...spiacevole inconveniente. Non ne conosco i dettagli, ma i nostri Kage troveranno una soluzione, ne sono convinto. Senza l'Accademia non poteva esserci la pace nel Continente. Masayoshi ne era convinto e non poteva essere diversamente per qualcuno che aveva trovato la salvezza in un paese accademico, dopo essere scappato da uno dei massacri più efferati compiuti dai Kijin.

    CITAZIONE
    Purtroppo devo confessarti che non conosco molto di voi jinchurichi, a parte... sì, insomma, il fatto che siate macchine da guerra.
    Anche Oto ha i suoi demoni, ed i suoi jinchurichi. Te lo sto dicendo per fati capire che non è mia intenzione rubare alcun tipo di informazione a Suna, ma ho bisogno di sapere di più su di voi. Voglio poter essere in grado di reagire nel modo giusto per qualsiasi evenienza

    Non ci sono segreti...o meglio, sì, riguardo al fatto che sono un Jinchuuriki. Portò la mano al mento. ma all'Abete diversi ninja accademici hanno saputo ciò che sono quindi non dico che sia di dominio pubblico, ma potrebbe esserlo. Comunque, è la prima volta che mi si chiede una cosa del genere. L'aveva interrotta, ricambiando il suo sguardo serio con un sorriso imbarazzato.
    Non ho mai incontrato altri Jinchuuriki perciò parlerò della mia esperienza. Siamo macchine da guerra perché nel nostro corpo ospitiamo dei demoni, o come alcuni li definiscono "ammassi di chakra senzienti", ma che non sono particolarmente felici di essere tenuti in una gabbia e usati come armi Non era facile tradurre a parole il trattamento che il Rokubi riservava al Jinchuuriki ogni giorno: si serviva dei ricordi del ragazzo per generare allucinazioni, incubi, voci e molto altro, così da rendere la sua volontà più debole e malleabile.
    Era cambiato dal giorno in cui aveva ottenuto quell'onere, basti pensare, che mentre si sfogava un po' con la caposquadra, Masayoshi temeva il sei code si sarebbe risvegliato sempre più. Chissà se quella notte fosse riuscito a dormire.
    Perciò usano la loro voce, la loro astuzia, allucinazioni e molto altro per spingerti a usare il loro chakra così da prendere il controllo di te...definitivamente. Ricordò gli episodi vissuti all'abete, quando era caduto nelle grinfie del Bjuu per ben due volte: una con Zong Wu, l'altra contro la Speranza, in compagnia dell'Hokage, Lianshi e la Muuga.
    Sono molto bravi a farti il lavaggio del cervello, a trovare il modo per convincerti. Un minuto prima non vorresti mai usare il loro potere e poi ti ritrovi nelle loro grinfie. Sospirò. Il suo rapporto con il Rokubi non era proprio idilliaco in quel senso.

    CITAZIONE
    Se il demone dovesse prendere il controllo su di te, come facciamo a farti riprendere la tua coscienza? Sei in grado di combattere in team grazie al suo potere, oppure dobbiamo lasciarti il tuo spazio? C'è forse il rischio che un secondo demone possa mettere a repentaglio il tuo equilibrio interiore?

    Non lo so, non ho mai incontrato un altro Jinchuuriki Lo Shokuto non era così perspicace da afferrare ciò che la Vipera intendeva rivelare. Il giorno che lo incontrerò penso che lo abbraccerò. Solo noi sappiamo cosa significa vivere con questo peso
    Per non parlare delle reazioni che venivano riservate a quelli come lui.
    Non penso di essere in grado di combattere in team. Ho usato il suo potere poche volte, in scontri uno contro uno e ne sono uscito fuori da solo. Ripeto, non ho intenzione di farmi controllare. Quando ciò avviene, la mia volontà tende a sparire, a farsi tutt'uno con quella del demone. Ciò che provo in quei frangenti è tutta la rabbia che quell'essere prova... e tanto dolore, prodotto dalla sua aura corrosiva che scioglie la pelle, i muscoli e le ossa. Una sofferenza illusoria senza fine.
    ma non preoccuparti, non ho un controllo così eccelso perciò non sarò poi così temibile nei primi secondi. Dò a te, leader del gruppo, il permesso di rompermi gambe e braccia se dovessi perdere il controllo. Gli anziani del villaggio se ne faranno una ragione.  Non scherzò affatto. Per salvaguardare i suoi colleghi otesi, kiriani e fogliosi, avrebbe accettato ogni danno inferto.

    CITAZIONE
    Spero che tu ti senta sufficientemente a tuo agio nel farmi capire di che tipo di aiuto potresti aver bisogno, o di come dobbiamo comportarci nei tuoi confronti. Il tuo segreto non uscirà da questa stanza, lo prometto. Ma devo comunque assicurarmi che tu non faccia del male a nessun membro del team. Mi capisci?

    Chiarissima.
    Aiuto? Mah, nessuno, giusto quello di non trattarmi come una bomba a orologeria, anche se lo sono. Comunque, il potere del demone non è qualcosa che ho intenzione di usare.
    Era l'unico Jinchuuriki a non aver appreso, per il momento, le tecniche da eseguire in comunione con il Bjuu.
    Avrebbe preferito di gran lunga servirsi dei suoi Doton e dei suricati.

    jpg




     
    .
  2.     Like  
     
    .
    Avatar

    Group
    Giocatori
    Posts
    3,905
    Reputation
    +188

    Status
    Online

    Due facce della stessa medaglia


    VI




    Masayoshi sembrava positivo sulla questione Suna contro Oto. Hebiko strinse le labbra, dubbiosa. Hnnn... Diciamo che farò il possibile per onorare Suna e il suo torto subito. Non c'era soluzione con il Mikawa. Non era il tipo di uomo che si piegava alla volontà altrui, e probabilmente nemmeno troppo accademico visti i dettagli raccontatele da Raizen. Era sicura che anche Febh sarebbe stato dalla sua parte, doveva solo sperare che il loro piano di essere entrambi Consiglieri per fermare le follie del neo Kage desse i suoi frutti.

    Hebiko reagì sorpresa nel sapere che quella domanda era nuova per lui. O tutto il continente ninja sapeva già come funzionassero i demoni eccetto lei, oppure fin troppe persone avevano preso sottogamba il problema. Sul serio? Sembrò scaldarsi, non con il sunese stesso, ma con la sua situazione. Ma che razza di incompetenti, possibile che nessuno si fosse mai posto il dubbio su come farti tornare in te se quel mostro avesse preso il controllo?? Lo lasciò proseguire, ascoltando attenta la sua descrizione. Nonostante fossero nettamente diversi, la sensazione che il demone provocava alla mente dei jinchurichi non era poi tanto diversa dal frammento che aveva tentato di possederla. Il metodo sembrava lo stesso, ma da una parte c'erano bestie imprigionate assetate di sangue in cerca di una via di fuga, dall'altra un esperto manipolatore che volontariamente cedeva parte della sua coscienza a degli esperimenti da usare per ritornare in vita qualora qualcosa fosse andato storto. Forse poteva aiutarlo.

    Sorrise sarcastica quando l'altro espresse il suo desiderio di abbracciare qualsiasi jinchurichi gli fosse capitato davanti. Come aveva detto, non ne aveva mai incontrati prima, ed il rischio che "infettassero" la coscienza altrui era troppo alto, soprattutto per due genin inesperti come loro. Ahah. Carino. Sudava freddo, incerta se il sunese fosse già riuscito a fare 2+2, e non sapendo se confessargli di Harumi. Di certo non li voleva vedere accanto durante la missione: controllare un jinchurichi impazzito era una cosa, controllarne due... Al commento sul farsi rompere le gambe Hebiko sembrò annuire, dopotutto sembrava una soluzione ideale, se fossero stati certi di non avere altri nemici nei dintorni. Anche se il commento sugli anziani la rese sospettosa. Lo osservò, incredula. Huh. Non avete dottori a Suna? Sapeva cosa si diceva sulle loro condizioni, ma non aveva idea che la loro situazione fosse così grave. Prima che l'altro potesse rispondere, avrebbe scosso la mano, interrompendolo. Oh non importa, non importa. I sunesi possono ancora entrare a Oto, se ce ne sarà bisogno ti ospiteremo fino a che non sarai di nuovo tutto intero, questione di giorni. Ora, ascoltami bene. Si fece più seria, mettendosi faccia a faccia col sunese. Io so come ci si sente nell'avere una presenza nella propria mente.

    Se avesse mostrato qualsiasi accenno di emozione, o avesse tentato anche solo di abbracciarla come detto prima, avrebbe allungato il braccio per tenerlo a distanza, bloccandolo sul nascere. Non sono una jinchurichi. Non posseggo alcun demone. E'... complicato. Fidati semplicemente delle mie parole. Non aveva intenzione di confessare per la seconda volta le sue condizioni di esperimento utile solo a rinascere. Sappi solo che so cosa significa avere una presenza nella tua mente che sussurra senza sosta, che ti tenta in cambio di potere, ma che alla fine della storia vuole solamente il tuo corpo per i suoi egoistici scopi. Lo fissava con decisione, forse i suoi consigli avrebbero potuto salvare Masayoshi un giorno, e, più importante, evitare che il demone si risvegliasse durante la sua missione. Ricorda che il corpo è tuo, e tuo soltanto. Ciò che hai dentro è a tutti gli effetti un parassita, uno di quelli pericolosi, da contenere. Ti farà sempre credere che tu non sei abbastanza, che tu hai bisogno di lui. Non dargli retta. Se sarai in grado di stabilire la tua dominanza sul tuo stesso corpo, sarai anche in grado di sfruttare il suo potere a tuo piacimento. Ma è fondamentale che tu ricordi che tu sei il padrone. Tu hai il controllo. Lui vuole farti credere di essere inferiore, e stai sicuro che approfitterà di ogni tuo momento di debolezza. La situazione non era di certo identica, ma poteva essere un buon inizio per Masayoshi, e per mettersi al sicuro prima di iniziare una relazione più pacifica con il demone, evitando di venir manipolato a tradimento. Fidati delle tue capacità. E' facile lasciarsi andare quando ti fanno credere di essere una nullità. Ma è così che prendono possesso del tuo corpo, prendendosi gioco di te. Se resti con i piedi per terra e ricordi quanto vali, non ti avrà. Ma tu potrai avere lui. Hebiko aveva un forte carattere, era riuscita a respingere più volte quel mostro di suo padre. Sarebbe davvero riuscita anche a respingere un demone? Dopotutto Orochimaru era solo un frammento, mentre il demone in lui aveva pieni poteri. Sicuramente non avrebbe mai voluto provarlo. Masayoshi poteva forse sfruttare quelle informazioni per migliorare il suo controllo su quella terribile presenza.

    Doveva terminare quel discorso con un tono leggero. Non poteva certo permettersi di fargli passare una brutta notte. Cerca di non farti rompere le gambe, intesi? RIdacchiò. No, pessima scelta. Non era brava in questo genere di cose. Distolse lo sguardo, imbarazzata. Uhm, no, quello che volevo dire... Si mostrò più impacciata rispetto a pochi attimi prima, chiaramente non a suo agio. ...Sono sicura che tu possa farcela. Lo so che sembra una frase stupida, ci conosciamo a malapena... Ma se sei riuscito a resistergli fino ad ora, puoi sicuramente continuare a farlo. Devi solo crede in te stesso. Mh? Un leggero pugnetto sulla spalla, per poi alzarsi in piedi. Ed ora a letto. Ti voglio fresco domani, intesi? Lasciò che si avvicinasse alla porta, interrompendolo prima che potesse toccare la maniglia. Masayoshi? Non appena si fosse voltato, avrebbe notato un'espressione terribilmente cupa su di Hebiko. Un'espressione che non avrebbe accettato un "no" come risposta. Stai lontano da Harumi. Non poteva rischiare. Sicuramente lo avrebbe scoperto, prima o poi. Non gli avrebbe permesso di scoprirlo in battaglia, magari infettando l'uno la mente dell'altro. Per quanto si fosse dimostrato lento nel capire se ci fosse un altra persona come lui o meno, il discorso e la sua conclusione non lasciavano dubbi a riguardo.
     
    .
  3.     Like  
     
    .
    Avatar

    Magistra Vitae

    Group
    Giocatori
    Posts
    828
    Reputation
    +91

    Status
    Offline

    Il legno della vita


    4

    Harumi si immerse completamente nella lettura, dimenticandosi dell'esistenza di un intero mondo al di là di quello raccontato dalle parole impresse sulla carta ruvida. Durante la sua dura infanzia, ammesso che un termine tanto gentile si potesse riferire al suo traumatico passato, i libri erano stati i suoi unici amici. Le permettevano di fuggire, per quanto in modo effimero, da una realtà che non la voleva e faceva di tutto per ricordarglielo. Anche dopo il suo ingresso a Villa Mikawa aveva mantenuto l'abitudine di rifugiarsi nella polverosa biblioteca la notte quando non riusciva a dormire. Prendeva un volume tra i tanti raccolti in quel santuario del sapere e si lasciava cullare dalla sua storia, finché non sprofondava in un sonno sereno. Mentre la giovane sfogliava febbrilmente il tomo era completamente indifesa, la testa impegnata ad assimilare ogni singola informazione che l'inchiostro custodiva. Per fortuna il buon Satoru avrebbe fatto buona guardia, lasciandola leggere tranquilla per tutto il tempo che avrebbe reputato necessario.

    La ragazza chiuse il volume con entrambe la mani, provocando un piccolo tonfo che avrebbe presumibilmente attirato l'attenzione del compagno di squadra. L'otese aprì la bocca come per dire qualcosa, ma poi sembrò ripensarci. Il cattivo presentimento che aveva avuto posando lo sguardo sul titolo non si era dissipato, anzi se possibile si era fatto più consistente. Forse si trattava della sua parte demoniaca che cercava di metterla inconsciamente in guardia. O forse era solamente paranoica. In ogni caso avrebbe riposto il libro nello zaino, facendo cenno al foglioso che potevano proseguire. Magari avrebbero ottenuto informazioni più incoraggianti incontrando i membri del commissariato locale. Speranza che fu invece delusa quando si resero conto che il posto era stranamente deserto. Strano che si sia assentato senza neppure chiudere la porta... Prima di procedere la kunoichi controllò con circospezione se per caso fosse oltre una delle due uniche porte della stanza, ma a quanto pareva sia il bagno sia la cella erano vuote. Avvicinandosi alla sedia dietro l'unica scrivania vi appoggiò la mano, cercando di capire se fosse stata lasciata vuota da molto.

    Anche il collega trovava la situazione strana, abituata come lei a degli standard minimi negli uffici. Uh? Oh sì, certo, Satoru-kun.Con un sorriso acconsentì alla sua richiesta, lasciando che si occupasse della ricerca di qualche indizio. Dal canto suo, avrebbe scorso rapidamente le cartelle più recenti, per portarsi subito dopo a guardia dell'ingresso, nel caso l'uomo fosse tornato indietro [Abilità]. Sia che fossero riusciti ad aprire la piccola cassaforte o l'armadio chiuso con il lucchetto, nel caso fortuito che fosse saltata fuori la chiave o la combinazione, sia che avessero fallito nel tentativo, si sarebbero ritirati, a meno che nel frattempo non si fosse fatto vivo il titolare dell'ufficio al quale avrebbero sottoposto le proprie domande. Andiamo, Satoru, qui stiamo perdendo tempo. E in ogni caso le probabilità che ci sia qualche informazione utile per la nostra missione proprio qua dentro è piuttosto bassa. Probabilmente se l'era appena tirata, ma cercò di scacciare quel pensiero dalla mente mentre si ricongiungevano con gli altri.

    Hebiko riassunse la conversazione avuta con il loro contatto, comunicando che sarebbero partiti l'indomani mattina di buon'ora. Ovviamente sarebbe stato necessario tenere l'uomo sott'occhio durante la notte, nulla che una squadra di sei ninja addestrati non potesse fare. Prima però ci sarebbe stato tempo per cenare con calma e, perché no, scambiare quattro chiacchere, oltre che naturalmente fare il punto sulla situazione. La giovane avrebbe lasciato che fosse il foglioso a riferire che non c'era granché da segnalare, tenendo per sé il titolo macabro del libro. Non aveva ancora avuto modo di leggerlo a fondo, perciò era inutile preoccupare i compagni per nulla, rischiando pure di indisporre il membro del clan Mori.

    Per tutta la durata del pasto cercò di ignorare i capelli disastrati della collega del Suono, già il ragazzo della Sabbia aveva rischiato la vita tirando fuori l'argomento una volta tornato. Osservò lo shinobi guardare con evidente insoddisfazione le palle di riso davanti a lui. Doveva avere dei gusti particolari, o una personale avversione per quell'alimento. Dal canto suo Harumi aveva imparato a non essere schizzinosa con il cibo. Già avere qualcosa da mettere sotto i denti era una benedizione per un paria. Non poté evitare di rivolgere un tenue sorriso al ragazzo, per poi porgergli un piccolo involucro di carta per alimenti che aveva recuperato dallo zaino. Se vuoi mi sono avanzati questi tramezzini, ormai saranno vecchi, ma è un peccato buttarli. Aveva posto la frase in modo che Masayoshi non si sentisse in debito con lei, al contrario sarebbe sembrato che fosse lei a chiedergli un favore. Avrebbe atteso che si servisse prima di offrirli agli altri quelli che avanzavano. Per lei sarebbero andati benissimo gli onigiri che il locandiere aveva servito mal volentieri in precedenza. Dopo averne sbocconcellato uno, però, dovette concordare con il compagno. Non sapevano da nulla. Rassegnata, allungò la mano verso la saliera.

    Saliti alle stanze, si congedò da Saturu con un sorriso e un modesto inchino. Riposa bene anche tu. Al pari degli altri avrebbe apprezzato quella comodità dopo una settimana di marcia attraverso le terre desolate, a maggior ragione considerando ciò che li aspettava da lì in avanti. Nonostante ciò il sonno non ne voleva sapere di arrivare. In confronto ai giorni precedenti non aveva faticato più di tanto e forse aveva troppa energia avanzata. Dopo aver osservato il soffitto abbastanza a lungo da poter essere certa che non le sarebbe caduto sulla testa quella sera, anche se lo stesso non poteva dire dei giorni successivi visto lo stato della struttura, si sarebbe alzata per scendere al pian terreno con l'intenzione di chiedere una tazza di latte in cucina. Nel risalire avrebbe notato con la coda dell'occhio qualcuno che usciva dalla stanza di Hebiko, e socchiudendo gli occhi nella penombra sarebbe riuscita a riconoscerne la sagoma. Cosa ci faceva Masayoshi nella sua camera? Avrebbe potuto farsi avanti e chiederlo, ma lasciò che si allontanasse dandole le spalle. Forse anche alla Vipera del Suono interessavano i ragazzi, in fondo. Se invece l'avesse scorta, beh aveva un bicchiere di latte in mano e non era di certo lei a doversi giustificare.

    Al cambio della guardia, dopo essersi assicurata che il compagno fosse in posizione, andò a piazzarsi in prossimità della porta della loro guida. Addossata alla parete, si sarebbe confusa con l'ambiente circostante, restando un'immobile vedetta fintanto che qualcuno non si fosse fatto avanti [Abilità].
     
    .
  4.     Like  
     
    .
    Avatar

    Group
    Fan
    Posts
    339
    Reputation
    +70

    Status
    Offline

    La Bilancia Nera

    IV

    Feci un cenno con il capo ascoltando le parole del nostro contatto, confermò il legame che vincolava quella popolazione alla foresta permettendogli di percepirne i moti di spirito, non mi stupii quando disse che non aveva intenzione di rivelare così, su due piedi, i segreti secolari della cultura del suo popolo Capisco risposi, lasciando qualche attimo prima di proseguire Ma le chiedo di non avere remore a parlarcene nel caso in cui queste informazioni potessero diventare essenziali ai fini della missione quindi, rivolto un mezzo sorriso di conforto e complicità, tornai serio a studiare gli altri commensali mentre Hebiko prese parola chiedendo di rimandare all'alba successiva la partenza. Dopo aver riflettuto un po', Ukoi si dimostrò concorde con tale decisione, indicando le ore notturne come particolarmente pericolose da passare nella foresta. Piegai lo bocca in un'espressione amara, quel uomo era evidentemente in uno stato che non gli permetteva di razionalizzare e realizzare ciò che stesse accadendo, questo lo rendeva ai miei occhi estremamente inaffidabile: malgrado la situazione di pericolo della sua famiglia, era inaccettabile anche solo pensare di esporci a tali pericoli, riducendo sensibilmente le probabilità di successo. Fui contento però di sapere che, quella foresta, si sarebbe potuta dimostrare un ottimo ambiente per le mie capacità, una foresta buia in cui solo qualche raggio riusciva a penetrarne le fronte, rappresentava decisamente il mio ambiente ottimale.

    Una volta riuniti con il gruppo, Hebiko chiese di sorvegliare la stanza dell'uomo e la cosa venne accettata dal gruppo, la cosa che invece mi stupì e mi fece aggrottare le sopracciglia fu che nessuno fece rapporto di ciò che aveva scoperto. Rimasi in silenzio guardando in faccia i miei compagni con aria interrogativa quindi, prima che ognuno fosse libero di raggiungere la propria stanza, domandai allargando le braccia Scusate, ma nessuno ha raccolto delle informazioni utili? Sarebbe utile condividere qualsiasi cosa riguardi la nostra missione, no? quindi rivolsi uno sguardo verso Hebiko che, ormai, sembrava essere stata accettata da tutti come capo squadra.
    Ascoltate o meno le informazioni condivise dai miei compagni, una volta giunto nella mia camera e liberatomi dalla zavorra del viaggio, sciacquata la faccia e rifocillatomi, mi sarei diretto all'esterno della locanda per il mio turno di guardia. Mantenendo il contatto visivo verso la finestra, nascoste tra le ombre dell'edificio dirimpettaio, non persi l'occasione, di quando in quando, di osservare la strada adiacente.
    Ricevuto il cambio, avrei fatto un giro a piedi nella piccola cittadina e, attivata l'antica arte del mio clan, mi sarei avvicinato al limitare della foresta, incuriosito, avrei guardato verso le profondità del bosco senza che il mio sguardo venisse schermato dalla notte. [ Slot Tecnica | Attivazione TS - Basso]
    Non mi sarei avventurato all'interno di essa, malgrado la curiosità mi divorasse, non ero tanto stupido da farlo senza aver avvisato nessuno dei miei compagni. Volevo solo approcciarmi, per la prima volta, con quella foresta, cercando di comprendere cosa permettesse a quella popolazione di entrare in comunione con essa. Dopo poco meno di un'ora, passata a passeggiare a qualche metro dal suo limitare, cercando di cogliere movimenti o rumori particolari, mi sarei diretto verso la mia camera dove avrei riposato serenamente. [ Percezione 9 ]


    Occultamento Perfetto: L'utilizzatore è considerato parzialmente occultato: può essere furtivo anche se senza occultamenti ambientali e può vedere nell'oscurità.
     
    .
  5.     Like  
     
    .
    Avatar

    Il Fiore Lupo

    Group
    Giocatori
    Posts
    1,199
    Reputation
    +117

    Status
    Anonymous

    La Bilancia Nera
    Parte V




    Fudoh e Masayoshi

    Nel mentre il Ninja della Sabbia stava inseguendo il vecchietto ferito Fudoh ricevette una risposta sincera, ma sicuramente parziale da parte del medico: - Non ne ho idea! Non capisco perché se ne è andato, francamente. Sono senza dubbio il miglior dottore di tutta la regione e non potrà trovare di meglio! Certo anche lei è un dottore… anzi un Ninja Medico. Sa, la differenza è sottile ma sostanziale. -

    La fuga del vecchietto, perché tale si poteva definire, non ebbe vita lunga. Nonostante l’arzilla velocità dell’uomo venne presto raggiunto dal giovane Genin di Suna, e poi dal Kiriano, e al falegname senile non restò altro che arrendersi davanti alla forza della gioventù. Le domande dei Ninja lo misero visibilmente in difficoltà, e per qualche attimo non rispose… come se dovesse ponderare bene le sue parole. Rigoli di sudore scesero lungo la sua fronte. Forse per lo sforzo, forse no. Comunque dopo qualche indecisione di troppo rispose: - Sì, sono un falegname di frode, ma non di questa foresta. E credo sia abbastanza chiaro che il pezzo di legno conficcato all’interno della mano sia un pezzo di Legno Vivo. E sì, sono stato ingaggiato dal medico per consegnare qualche pezzo per le sue ricerche. – stava candidamente ammettendo le sue colpe – Ma mi sembra evidente che sono finito in un guaio più grande di me. Ho rotto tre accette, di prima fattura, per scalfire solo un bordo del tronco di un Albero della Vita e la scheggia che sono riuscito ad estrarre è partita a razzo, come se fosse dotata di vita propria, contro di me ferendomi profondamente la mano. E’ da quaranta anni che faccio questo lavoro e onestamente non avevo mai incontrato un albero che fosse in grado di difendersi, letteralmente, da un’accetta. – concluse sconsolato – Ci sono vari tipi di Alberi della Vita, e alcuni di essi crescono anche ai bordi di questa foresta e al di fuori dei loro confini. Per lo più vengono ignorati dal Clan Mori e io ho provato a ricavare qualcosa da questi alberi… tuttavia con questi risultati. Vi prego, lasciatemi andare. Non ho motivo di mentirvi ulteriormente, né posso fare qualcosa altro per voi. – si sarebbe lasciato curare senza troppi problemi ma le capacità di Fudoh avrebbero innescato una reazione decisamente inaspettata. Nel momento stesso in cui il Ninja medico sfruttò il proprio chakra curativo sulla ferita il legno vibrò e scattò staccandosi dalla mano dell’uomo e cadendo a terra. Forse ci sarebbe voluto qualche attimo prima di accorgersi ma la mano dell’uomo era completamente guarita ma non solo… era ringiovanita! La differenza balzava subito agli occhi. Da una parte c’era l’altra mano rugosa, solcata da mille ferite e calli e dall’altra la mano curata che richiamava un’età ormai persa, priva di imperfezioni o segni. L’uomo scrollò la testa, sconsolato più che incredulo: - Vi prego, signori. Lasciatemi andare via. – Solo forzandolo fisicamente di fatto li avrebbe seguiti altrimenti senza troppi patemi si sarebbe girato e avrebbe preso il largo.



    Harumi e Satoru


    Per quanto riguarda le ricerche di Harumi e Satoru non ci fu molto da scoprire. La cassaforte del commissariato era dotata sia di chiave che di una combinazione, ma nessuna delle due era presente in mezzo ai documenti dell’ufficio. O sarebbero riusciti ad individuare il modo per sbloccarla o sarebbe stato necessario una notevole forza per rompere la serratura di blocco [Cassaforte]Potenza: 30, Durezza: 4. Inoltre proprio grazie alle abilità investigative di Harumi la Ninja di Oto si sarebbe presto accorta che c’era fin troppo ordine. A parte un leggero strato di polvere disposto sulla scrivania niente era fuori posto, tutto era stato organizzato e predisposto con cura. Tra le varie cartelle c’erano informazioni di tutti i generi: infrazioni, denunce, esposti e segnalazioni tuttavia nulla che potesse richiamare alla loro missione. O il Commissario era un tizio maniacale dell’ordine e della precisione oppure in tutta quella perfezione nulla tornava.


    Hebiko

    Il barbiere si stava trovando a suo agio con Hebiko, un po' perché non capitava spesso di avere un contatto con una donna e in secondo luogo perché finalmente stava facendo pratica con un cliente molto diverso dal suo solito. Purtroppo non seppe rispondere alle domande ulteriore e la Genin poteva leggere benissimo, dal riflesso dello specchio, lo sguardo dispiaciuto dell’uomo: - Mi dispiace, non saprei risponderti a nulla del genere. Mi poni questioni troppo complesse per un umile barbiere! Comunque Ukai non lo conosco bene, né i suoi predecessori. Sono tizi estremamente riservati. So solo che loro fanno costantemente tappa alla locanda e niente di più. Amano i liquori ma non l’ho mai visto una sola volta esagerare. – non sarebbe stato in grado di aggiungere molto altro. Non era a conti fatti nessuno, se non un semplice e maldestro barbiere!


    Il resto del gruppo e la Locanda


    La conversazione con Ukoi continuò e il Falegname risposte cercando di essere il più disponibile possibile, ma sarebbe stato evidente che le continue domande di Hebiko sulla cultura e vita del Clan Mori stavano mettendo sempre più in difficoltà l’uomo: - Viviamo isolati, è inutile nasconderlo. Ma non per questo viviamo come barbari. Abbiamo le nostre tradizioni e il nostro modo di vivere. La famiglia e il Clan è tutto. Ed è per quello che sono così preoccupato. – non lo smetteva di dire del resto – Per quanto riguarda il mio collegamento con la foresta vi posso assicurare che non avrà nessuna ripercussione negativa. Come vi ho anticipato esistono vari Clan all’interno dei Mori. In tutti è presente questa sensazione, non so come chiamarla, che ci connette quasi indirettamente alla vita e prosperità della foresta. Noi percepiamo gli Alberi della Vita e loro sanno che siamo lì con loro. Per esempio il Clan Zokai è quello deputato a procurare direttamente il legno e la loro connessione con la natura è talmente forte che riescono a capire quale Albero della Vita è pronto e quale no. Io non dico che gli alberi hanno una coscienza… ma è la qualità più vicina che posso descrivervi per farvi capire! –

    A quel punto dunque non vi fu molto altro da fare, se non quello di aspettare la mattina seguente. Alla locanda i Ninja avrebbero avuto modo di recuperare largamente le proprie energie, scambiarsi qualche parola e segreto; nulla di rilevante sarebbe successo. Quindi fortunatamente per il gruppo le precauzioni adottate non servirono.

    Una volta partiti il gruppo di Ninja condotto da Ukoi si lasciò alle spalle il villaggio per inoltrarsi così all’interno della Foresta della Vita. Nella prima parte del percorso, la prima oretta circa, nulla avrebbe differenziato quel luogo da una foresta comune ma passo dopo passo ben presto si sarebbero accorti che la natura stava cambiando, radicalmente.



    Il percorso scomparve, il sentiero in generale, e per loro l’orientamento si sarebbe presto perso. Tutto sembrava uguale, solo il sotto e il sopra sarebbero stati appena distinguibili perché in mezzo ad alberi secolari e alti non meno di trenta metri solo una tenue luce riusciva a procedere e infiltrarsi verso la superficie. Arbusti e liane impedivano letteralmente ai Ninja di passare senza difficoltà… tuttavia Ukoi sapeva esattamente come muoversi ed evitare quei percorsi irti di ostacoli. Se non fosse stato per lui il gruppo ci avrebbe impiegato almeno il triplo del tempo per percorrere la stessa distanza!

    Dopo quasi due ore di intenso movimento Satoru avrebbe percepito qualcosa di unico, la sua tecnica speciale si sarebbe attivata in automatico. Tutto il suo corpo sarebbe stato invaso da una terribile sensazione che si poteva tradurre come un pianto. Un incomprensibile, oscuro e raccapricciante grido di disperazione che proveniva da tutte le direzioni e in maniera totale. Tuttavia si sarebbe trattata esclusivamente di una sensazione interna, a meno che non avesse esternato la propria esperienza per nessuno degli altri Ninja sarebbe stato possibile accorgersi dell’evento. Poi di colpo la sua Modalità Eremitica si sarebbe spenta. [Nota QM]Percepisci che la tua Percezione Naturale ha subito un profondo cambiamento. La tua Percezione Naturale a lungo raggio è cambiata. Gli effetti del suo utilizzo sono a te sconosciuti e ignoti.

    Alla terza ora, con un leggero anticipo, sarebbero giunti a destinazione: - Eccoci qua, questo è il primo Cerchio, quello Esterno dove noi del Clan Rokku viviamo. Questa è la mia casa, la mia famiglia. – disse con entusiasmo, era da tempo che non ritornava e la sua felicità era sicuramente contagiosa.

    In mezzo a quella Foresta della Vita il villaggio di origine di Ukoi si proiettava davanti agli occhi dei Ninja. Partendo dall’alto esso era in qualche modo illuminato maggiormente dal sole, grazie ad alcune aperture più ampie tra le fronde degli alberi. Scendendo poi con lo sguardo gli Shinobi avrebbero osservato la presenza di circa una quarantina di case. Tutte chiaramente in legno, incredibilmente affascinanti. Erano lavorate con cura quasi maniacale, nel legno erano intarsiati motivi floreali che richiamavano alla natura. Il legno che costitutiva le case, nonostante l’umidità del posto, sembrava come se fosse stato appena lavorato. Non solo l’esterno e le parti comuni erano pulite, armoniche con la Foresta e organizzate in amene stradine che collegavano casa per casa. Si poteva quasi definire come un paesaggio di un tempo passato, una bolla temporale.

    Così con passo veloce anticipando i vari Ninja si diresse verso la sua abitazione, superando la linea di ingresso che segnava l’inizio del villaggio immerso nella foresta: - Rikki e Tosu! Dove siete? Kaede, amore mio? – si fermo, non c’era un singolo rumore. In tutto il Villaggio.


    Nessuno.

    Solo un odore terribile. Una puzza nauseabonda che richiamava i sensi di tutti i presenti verso una precisa direzione. Ukoi corse, disperato, spinto daldesiderio di sapere. Ma allo stesso tempo dall’angoscia di non voler credere a ciò che sarebbe presto diventato realtà. Se i Ninja avessero seguito la propria guida si sarebbero fermati davanti all’Orrore, con la prima lettera maiuscola.


    NOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO



    Un grido ruppe il silenzio di tomba dell’intera foresta. Il grido di disperazione di Ukoi precedette l’amara, terribile costantazione di trovarsi davanti ad una fossa comune. Un buco di almeno cinque metri di profondità e largo altrettanto e all’interno di quella piccola voragine erano presenti i corpi di tutti gli abitanti del villaggio.

    Tutti terribilmente mutilatati. Tutti senza occhi, senza labbra e lingua e senza orecchie. Tutti gettati come spazzatura. Ukoi si gettò in mezzo a quella marea di cadaveri, almeno cinquanta persone, cercando disperatamente i suoi famigliari, rompendosi le unghie delle dita, sporcandosi di sangue e fango in mezzo ai residui di decomposizione. Scavò finché non trovo la sua piccola figlia, morta e sfregiata. Se in quei frangenti i Ninja fossero riusciti a ritrovare la lucidità si sarebbero subito accorto di un dettaglio fondamentale: non c’erano uomini tra i cadaveri. Solo donne e bambini. Perché? Dove erano finiti? Cosa stava succedendo?

    Davanti a loro difficoltà forse insormontabili stavano per sorgere. Dovevano per prima cosa gestire la pazzia di Ukoi e poi cercare indizi o quantomeno una spiegazione a quella mattanza, se mai ci fossero riusciti.


    MAPPA DEL PRIMO CERCHIO



    Una rappresentazione visiva del primo cerchio




    CITAZIONE
    Avete diverse possibilità davanti:

    1) Gestire Ukoi, aspettatevi di tutto da lui.
    2) Indagare presso la casa di Ukoi
    3) Indagare nei dintorni del Villaggio e/o del Cerchio
    4) Indagare nell'insieme di case a est
    5) Indagare nell'insieme di case a ovest
    6) Indagare presso la casa del Capoclan, posta in alto rispetto al resto del Villaggio.
    7) qualunque altra cosa vi viene in mente.

     
    .
  6.     Like  
     
    .
    Avatar

    Falce dei Kaguya


    Group
    Y Danone
    Posts
    21,441
    Reputation
    +602

    Status
    Offline

    Il Legno della Vita


    Ed il Villaggio della Morte



    Il vecchio che io e Masayoshi-san raggiungemmo era un falegname di frodo ed il mio primo pensiero fu: esistono?
    Cioé, avevo sentito dire di cacciatori di frodo, sapevo di pescatori, ma un falegname? Cos'è? C'erano alberi in via d'estinzione? Poi riflettendoci un attimo arrivai alla vera risposta: gli alberi di quel bosco immenso e claustrofobico non potevano essere toccati se non da questo fantomatico clan "Mori".
    In ogni caso, delle parole del tizio un discorso in particolare mi colpì: Ci sono vari tipi di alberi della vita...
    E fu così che dopo avergli curato la mano ed averla vista ringiovanirsi, per quanto fui io stesso sbalordito, non gli diedi tempo di andarsene, anzi, con la mano, ed un pizzico di chakra adesivo sulla stessa, lo tenni fermo dov'era.
    Ultima domanda, poi ti lasciamo andare, se il mio amico è d'accordo: che vuol dire che ci sono diversi tipi di alberi della vita? E' una distinzione per tipo di albero, come può essere una quercia da un frassino, o hanno caratteristiche diverse? Cos'è che li distingue?, chiesi.
    Sì, lo so cosa state pensando: "Fudoh, ma queste sono tre domande!", lo so, lo so, ma non stiamo qui a fare i pignoli, dai! L'argomento è uno solo.

    E se mi avesse dato una risposta, oltre ad eventuali altre domande di Masayoshi-san, lo avremmo lasciato andare, non lo avremmo costretto a seguirci alla locanda, dove poi ci saremmo diretti.

    [...]

    Nella locanda, intravidi il bestione che poi avremmo dovuto sorvegliare ed accompagnare, un falegname grande più o meno come un albero, con barba ed annessi e ci confrontammo con il resto del gruppo.
    E poi lì, a chiacchierare e mangiare tutti in gruppo, ci furono tante risate e tranquillità, persino il Jinchuuriki di Suna fu cordiale e scherzoso, dando particolari sulla propria infanzia, argomento su cui io, ovviamente, non è che avessi chissà cosa da dire: "Sì, sono cresciuto in un orfanotrofio, poi sono fuggito e ho fatto il barbone.", una storia interessante di sicuro.

    Comunque, digressioni e chiacchiere a parte, dopo aver mangiato tutti assieme, ci fu dato il tempo tanto di riportarci, quanto di controllare il falegname, che, comunque rimase a dormire.
    I veri problemi sarebbero iniziati il giorno dopo.

    [...]

    Quella mattina iniziammo ad avanzare nella Foresta e la foresta era, effettivamente, claustrofobica e labirintica, o almeno tale era per me, abituato a vivere lungo le strade di Kiri, all'aperto.
    Fortunatamente quel bestione della nostra guida conosceva bene dove andare e come muoversi e così lo seguimmo, io ne approfittai per fargli una domanda, che m'era sorta in mente: Ukoi-sama, mi scusi, ma mi è parso di capire che il clan Mori è, di fatto, diviso in diversi clan che si occupano di attività diverse, giusto? Ma vivete anche divisi fra di voi? Cioé, noi siamo diretti all'accampamento dove c'è un unico gruppo del clan Mori?, domanda che mi serviva per capire se questo "clan Mori", fosse un clan diviso in più branche, o se fossero un insieme di clan diversi... sapete bene che di famiglie e cose simili non sono espertissimo, ma volevo capire come esattamente erano divisi. [Nota]Ipotizzo che Hebiko ci abbia allineato sul fatto che ci sia un clan "Zokai" e che quindi i Mori siano diversi in sottoclan... o qualcosa, appunto, di simile

    Comunque, ci volle qualche ora, ma alla fine arrivammo al villaggio ed il gigantone fu felicissimo, urlando i nomi dei suoi cari.
    La felicità, però, durò poco: il villaggio era deserto e c'era un forte odore, anzi, una puzza acuta! Non ci volle morto per trovare la ragione di tale spiacevole odore, una fossa comune, piena di bambini e donne, i cadaveri mutilati, privati di occhi, orecchie!
    Che diavolo?, pensai sinceramente disgustato da quella follia, guardando il povero gigante disperarsi per la famiglia distrutta.
    Qualcuno deve restare con lui., esordii verso la Rossa di Oto, Ci vuole una persona... empatica, qualcuno che lo aiuti in questa situazione., e poi mi guardai intorno.
    Il problema era che non mi venivano in mente nemmeno tre nomi di persone empatiche che avevo conosciuto da quand'ero diventato ninja!
    Lo so, magari sto esagerando, ma avete presente le persone che frequento per missioni? Assassini (come Youshi-san), egocentrici individui che amavano il suono delle loro voci (di questo tipo me ne venivano in mente ben più di tre di nomi, anche tre dozzine) e squilibrati di vario genere che si sento in diritto d'avere sempre ragione.
    Ma gente empatica? Di quella mi vedevo per lo più sprovvisto.
    C'era di sicuro Masa-san, lui sembrava una persona empatica (con un demone di chakra nello stomaco, ma empatico), il ninja della Foglia non lo avevo molto ben inquadrato ancora e Harumi-san, nemmeno, ma la Rossa e Youshi-san? Non ero sicurissimo della loro empatia.
    Io, dal canto mio sono un medico che vive per strada e senza affetti veri e propri, non potevo avere granché da condividere con ciò che stava provando l'omone, per quanto avevo disgusto per un tale scempio delle persone che vedevo davanti a me... non doveva essere stata una persona sana di mente a compiere tutto ciò.
    Hebiko-san, trovi qualcuno che lo faccia calmare, una volta che sarà più tranquillo, posso analizzare alcuni dei cadaveri, eventualmente, cercare di capire perché sia stata fatta questa... follia..., suggerii all'otese, Per ora forse è il caso di andare a controllare le case nella zona. Se posso suggerire, due delle coppie che hai indicato, Hebiko-san, controllano le case, la terza, resta con lui., conclusi rivolgendomi all'altra.

    Mi sarei poi girato verso Masayoshi: Masa-san, forse possiamo iniziare a cercare nel lato est, quello più vicino a questo... luogo. Le tue evocazioni sono predatrici, forse hanno buone capacità percettive? Possiamo controllare nelle case, vedere se ci sono segni di lotta, o qualcosa di simile. Questa follia non penso che sia stata fatta in modo pacifico, senza lasciare tracce., suggerii al sunese.
    Se nessuno avesse fatto obiezioni, mi sarei mosso, possibilmente con Masayoshi, verso l'insieme di case sul lato est, iniziando a controllare se erano, intanto, aperte, poi avrei cercato segni di lotta e, soprattutto, di sangue: controllando di trovarne le eventuali origini.
    Avrei cercato di essere il più meticoloso possibile, usando al meglio le mie capacità, per quanto non da investigatore, di certo da medico. [Abilità]
    Tutto stava nel vedere cosa avrei potuto scoprire.
     
    .
  7.     Like  
     
    .
    Avatar

    Group
    Fan
    Posts
    455
    Reputation
    +85

    Status
    Offline

    Massacro nel bosco


    Chapter VII



    [Interrogatorio breve]



    Il paziente confessò di essere un falegname di frodo.
    Avrebbe potuto portarlo da Ukoi, il loro contatto, ma si rivelò generoso di informazioni e per questo pensò di rilasciarlo. Egli parlò della foresta e di come quelle piante fossero in grado di difendersi contro le armi degli umani.
    Fu Fudoh a porre alcune domande. Masayoshi incrociò le braccia, curioso di udire le sue risposte.

    [Durante la cena]



    Spostò lo sguardo lontano dal riso insipido e privo di condimento che avrebbe dovuto consumare prima della notte.
    Aveva cercato di nascondere agli altri la sua espressione disgustata ma non era stato abile e Harumi si era accorta della sua avversione a quel pasto che non aveva nulla a che vedere con la tradizione sunese e dell'Anarouch.
    Senza chiamarlo per nome, la ragazza gli offrì i suoi tramezzini.
    Allungò il collo per osservarli meglio. Sembravano molto buoni, corposi al punto giusto, ma non voleva essere etichettato come lo shinobi che aveva tolto il cibo a una fanciulla.
    Esitò un momento, storcendo la bocca, ma poi cedette..
    Si dai, li prendo se non li mangi. Rispose, ringraziandola più volte.
    Grazie eh. Ti devo un favore. E ancora quella sensazione strana all'incrociarsi dei loro sguardi.


    [Camera di Hebiko]


    Masayoshi si voltò verso di lei, sorpreso, quando disse di poter capi
    re molto bene la situazione del Jinchuuriki. Di norma, davanti a qualcuno che aveva la presunzione di poterlo capire, Masayoshi avrebbe riso a squarciagola, ma con il suo monologo, Hebiko toccò punti e aspetti importanti che solo i Jinchuuriki potevano conoscere.
    Accennò un timido sorriso. Avrebbe potuto chiedere maggiori informazioni su chi o cosa logorasse la sua psiche, sia per curiosità sia per allontanare l'attenzione dal Rokubi, ma decise di non essere invadente.
    Rimase in silenzio, con le braccia conserte e il capo inclinato verso il basso, con ciuffi di capelli bianchi e rossi che ciondolavano davanti gli occhi ormai stanchi.
    Tutti gli ripetevano che corpo e mente fossero sotto il suo controllo, in ogni situazione, ma quella convinzione si scioglieva come neve al sole quando il demone decideva di mettere a soqquadro la sua psiche. Al pugno amichevole sulla spalla, Masayoshi reagì con un altro sorriso, più imbarazzato, seguito da uno sbadiglio che non riuscì a trattenere. La stanchezza lo punzecchiava dalla cena e il turno di guardia sarebbe arrivato presto per lui, specie per lei.
    <span class="parlato" style="color:black; font-weight: bold">Avrò il controllo, promesso.
    Si sforzò di crederci. Doveva.

    Inarcò un sopracciglio, a un passo dalla soglia. Da quella raccomandazione sarebbe stato semplice capire cosa Harumi nascondesse dentro, ma la stanchezza gli aveva già annebbiato la mente. Forse la notte lo avrebbe illuminato.
    È stata molto carina prima, a cena. Non sembra una cattiva persona, ma va bene, gli starò lontano. Ridacchiò, con gli occhi semi chiusi. Fece spallucce e chiuse la porta alle sue spalle, dimenticandosi di augurargli la buonanotte.

    [Mattino seguente]



    Il turno di guardia trascorse tranquillo, senza guai, attacchi o azioni sconsiderate da parte di Ukoi.
    Alle prime luci dell'alba, i ninja si ritrovarono tutti al piano terra, sotto le camere in cui avevano riposato. Non ci furono grossi discorsi o organizzazioni. Iniziarono a muoversi in fila indiana, in direzione della Foresta, che di leggendario non sembrava avere nulla.
    Era un normale bosco, con grossi e alti alberi, cinti da un fitto sottobosco ricco di fiori e bacche. I raggi solari filtravano tra le foglie con efficacia, illuminando il sentiero ben visibile.
    Nella sua chioma rossa e bianca pettinata con cura, a riparo dal debole vento, si celava Koinu, il suricato del corpo di esplorazione, lungo meno del palmo della sua mano. Era caduto in un sonno profondo, esausto dall'attività notturna nel deserto e dal riposo negato dal profugo di Suna.
    La vegetazione donava un forte senso di tranquillità e di pace, ma Masayoshi era fin troppo esperto per abbassare la guardia.
    Ogni passo era misurato, calcolato e i suoi sensi in allerta, pronti a captare qualsiasi movimento nella vegetazione.
    Per tutta la durata del viaggio ignorò Harumi. Aveva deciso di seguire l'ordine di Hebiko e concentrare la sua attenzione solo sulla missione, che ora era entrata nel vivo. Ovviamente, se la ragazza gli avesse parlato, il profugo gli avrebbe risposto con interesse, senza pregiudizi. Aveva un favore da restituirgli.&

    All'improvviso, dopo aver marciato per ore senza accorgersene, il Genin notò come il sentiero sotto ai suoi piedi fosse scomparso, mangiato dalla vegetazione che nel frattempo era diventata più fitta e angusta: gli spazi tra gli alberi si erano ridotti e la luce che filtrava dall'alto si era azzerata. L'oscurità li aveva immersi dentro sé, nel suo abbraccio caldo, e solo una guida esperta come Ukoi aveva permesso al gruppo di avanzare senza notare quei cambiamenti.
    Proseguirono per altre due ore, fino a quando, dopo aver superato l'ennesimo muro di alberi, il gruppo si trovò alle porte di un villaggio in legno, illuminato dal sole grazie ad alcune aperture sopra di esso.
    Lo sguardo meravigliato del Jinchuuriki scivolò sui dettagli che rendevano quelle abitazioni vere e proprie opere d'arte, più forti del tempo e delle intemperie. Tutto era così limpido e pulito da far credere che la città fosse stata costruita cinque minuti prima del loro arrivo.
    Guarda Koinu, guarda. Sussurrò, scuotendo con leggerezza il suricato addormentato sul suo capo. In altre situazioni la creatura avrebbe dato di matto, ma la magia del luogo lo catturò appena le sue palpebre permisero alla luce di colpire le sue pupille.
    Sulla pelle fremeva una sensazione di comunione con la natura che non aveva mai provato.

    Si inoltrarono nel villaggio.
    Nessuno rispose a Ukoi, felice di essere tornato a casa.
    Quel silenzio prima piacevole si trasformò nella colonna sonora di un orrore che mai il giovane Genin avrebbe dimenticato. Tra gli edifici aleggiava un odore terribile, nauseabondo, che diveniva sempre più intenso avvicinandosi a un enorme buco.
    Il fetore acre, intenso, insopportabile, unito al ronzare delle mosche, non lasciavano spazio a dubbi. Avevano davanti una fossa comune, coperta di cadaveri mutilati, decapitati e torturati. Il grido di Ukoi rimbombò per tutta la foresta.
    Masayoshi si avvicinò quel tanto che bastò per dare uno sguardo ai corpi senza vita, con una mano sulla bocca e sul naso per proteggersi dall'odore di morte.
    Indietreggiò a fatica, shockato, allontanandosi per vomitare la colazione a qualche metro dal gruppo. Era un ninja piuttosto esperto, autore di almeno una dozzina di omicidi, ma non si era mai trovato davanti una scena simile: l'intera popolazione del villaggio era stata uccisa nel modo più brutale possibile.
    Koinu era sconvolto. Certe cose non accadevano nell'Anarouch, certe azioni erano esclusiva degli uomini.
    Il Rokubi fissava quel teatro di morte e orrore attraverso gli occhi del suo possessore. Non vi era gioia o divertimento per quel massacro di innocenti.
    Ritornò nel gruppo con un nodo in gola che sembrava impossibile da sciogliere, pronto all'azione e alla caccia dei responsabili. Ukoi era in mezzo alla folla senza vita, con i cari tra le braccia, distrutto dal dolore.
    Dobbiamo trovare i colpevoli.
    Nella fossa vi erano solo donne e bambini. Doveva esserci un motivo.
    Qualcuno ha rapito gli uomini. Per spezzare la loro volontà, hanno fatto questo

    jpg



    CITAZIONE
    Masa-san, forse possiamo iniziare a cercare nel lato est, quello più vicino a questo... luogo. Le tue evocazioni sono predatrici, forse hanno buone capacità percettive? Possiamo controllare nelle case, vedere se ci sono segni di lotta, o qualcosa di simile. Questa follia non penso che sia stata fatta in modo pacifico, senza lasciare tracce.

    Il suricato era già sceso a terra per fare ciò che sapeva fare meglio: trovare e seguire le tracce. [Percezione (Base) + Seguire le Tracce]<span>

    Mentre la creatura scandagliava il terreno usando i suoi sensi allenati, il suo evocatore si avvicinò al lato est del villaggio, insieme a Fudoh, per condurre una prima rapida ricerca. Sempre se Hebiko-sama non avesse avuto un idea migliore.







    Chakra: 75/75
    Vitalità: 16/16
    En. Vitale: 30/30
    Statistiche Primarie
    Forza: 500
    Velocità:  500
    Resistenza: 500
    Riflessi: 500
    Statistiche Secondarie
    Concentrazione: 500
    Agilità: 500
    Intuito: 500
    Precisione: 500
    Slot Difesa
    1: ///
    2: ///
    3: ///
    Slot Azione
    1: ///
    2: ///
    3: ///
    Slot Tecnica
    1: ///
    2: ///
    Equipaggiamento
    • Scimitarra × 1
    • Shuriken × 4
    • Cartabomba I × 1
    • Kunai × 6
    • Rivestimento Mimetico × 1
    • Rotolo da Richiamo × 1
    • Tonico di Ripristino Minore × 1
    • Bende Rinforzate × 2
    • Corpetto in Cuoio × 1
    • Tonico di Recupero Minore × 2

    Note
    ///
     
    .
  8.     Like  
     
    .
    Avatar

    Group
    Giocatori
    Posts
    3,905
    Reputation
    +188

    Status
    Online

    La Fossa


    VII




    La Vipera era ormai certa che Masayoshi avesse capito le sue parole. Anche se, nel vederlo avvicinarsi ad Harumi il giorno dopo, gli avrebbe sbattuto volentieri la testa contro i durissimi tronchi di quella foresta. Forse era un caso a se, o forse, dati i ricordi che aveva di Hoshi, era proprio Suna a far crescere shinobi fin troppo... particolari.

    La notte proseguì liscia, permettendo a tutti di partire freschi e riposati. Grazie allo scambio di informazioni durante la cena, tutti sapevano di tutte le indagini, eccetto il gruppetto Harumi-Satoru, rimasto silenzioso. La vaga strigliata di Youshi fu sufficiente per la donna, che accompagnò le sue parole ad uno sguardo severo. Non capiva perchè tenere informazioni per sè stessi in una missione che coinvolgeva tutti. Forse avevano trovato qualcosa che volevano sfruttare egoisticamente. O forse non avevano trovato nulla, e non avevano avuto il coraggio di dirlo. Sorvolò per il momento, sentiva di avere informazioni a sufficienza in mano.

    La foresta non avrebbe impressionato Hebiko: l'otese era fin troppo abituata al bosco dei sussurri per immaginare che potesse esistere qualcosa di peggio al di fuori di esso. E la passeggiata si dimostrò persino più tranquilla del previsto: arrivarono al villaggio persino in anticipo. Villaggio che sembrava essere stato scavato nella foresta stessa, donandogli un aspetto rustico e accogliente. Il silenzio che sovrastava la zona avrebbe portato pace alla genin... almeno per qualche istante. Aggrottò la fronte, guardandosi attorno sospettosa. Apprezzo il silenzio, ma mi aspettavo di trovare più... vita, nei dintorni. Il suo commento avrebbe anticipato una delle più orribili sorprese che nessuno avrebbe mai potuto immaginare di trovare.

    Il tremendo olezzo fu il primo indizio di come le cose stavano per precipitare. Un olezzo che la Vipera avrebbe presto riconosciuto, ma non presto abbastanza per fermare Ukoi. Ukoi! Fermo! Il gruppo arrivò di fronte alla fossa dopo di lui, e la rossa fu costretta a trattenere dei conati di vomito per via dello spettacolo misto alla terribile puzza che sovrastava la zona. Cadaveri martoriati senza pietà, con perversa minuzia. Ad un'analisi più approfondita, avrebbe notato che solamente donne e bambini avevo subito quel crudele trattamento. Non c'era alcun motivo logico per ridurre una popolazione in quella maniera, nè avevano informazioni riguardo possibili nemici di quel clan.

    Il kiriano fu il primo a reagire, risvegliando tutti dalla trance di quell'orrenda visione. La persona più empatica che le veniva in mente era Harumi. Se fosse stata nei dintorni, le avrebbe immediatamente dato l'ordine di occuparsi du Ukoi. L'elasticità di Hebiko e le sue braccia allungabili potevano servire per raggiungere le zone più anguste ed eventualmente salvare qualche superstite, unito all'ottima percezione di Aoda. Ma, se l'altra otese non fosse stata nei dintorni, dopo un ringhio infastidito avrebbe allungato le braccia andando a raccattare il falegname dalla fossa, tirandolo fuori e allontanandolo da quella visione, mantenendogli le braccia bloccate con il suo solo braccio sinistro. PresaAttivazione TS, presa RossaMi arrangerò in qualche modo. Commentò nervosa. Era forse la persona meno empatica lì in mezzo, probabilmente Masayoshi sarebbe stato l'altra opzione migliore, ma lei aveva quantomeno le armi necessarie per immobilizzarlo a dovere. Fudoh accennò un primo piano d'azone che la VIpera approvava per la maggiore, eccetto alcuni dettagli. No. Commentò, secca. Basterò io a trattenerlo. E' arrivato il momento di separarsi. Setacciate la zona il più rapidamente possibile. Se davvero ci sono superstiti, avranno bisogno di immediato supporto. E di acqua. Avrebbe quindi chiesto a Masayoshi di controllare un'area differente da Fudoh, così come a Youshi. Se davvero Harumi e Satoru fossero scomparsi, forse persi nella foresta, avevano ancora meno tempo da perdere.

    Avrebbe evocato Aodapercez 6+3 base
    +9 entro il suo raggio = +18 entro 9 metri
    , indirizzandolo verso la casa del capoclan. Controlla qualsiasi cosa possa essere fuori posto, indicare segni di battaglia, e fa attenzione a qualsiasi rumore sospetto. Uno di quegli assassini potrebbe essere nei dintorni, o forse qualcuno che ancora si sta nascondendo. Tutti voi, mettete bene in chiaro che siamo qui grazie ad Ukoi. E speriamo che qualcuno sia stato risparmiato da quegli animali.

    Youshi aveva il via libera, a patto di esplorare una zona diversa da tutti loro. Sarebbe quindi rimasta sola con Ukoi, tenendolo immobile onde evitare che potesse ferirsi o chissà cosa. Ora, mi ascolti bene. La situazione l'aveva fatta infuriare, non era certo arrabbiata con lui, ma la sua voce non ammetteva repliche. Non sarebbe riuscita a consolarlo come avrebbero voluto gli altri, ma era un'esperta nel far ragionare il peggiore degli zucconi. Forse poteva riuscire anche a far ragionare un disperato. Nessuno di noi ha la minima idea del perchè sia successo tutto questo. Siamo tutti inorriditi e dispiaciuti per la tua gente. Non posso minimamente comprendere quanto la cosa possa turbarla. Si sarebbe assicurata che la stesse ascoltando, valutando le sue reazioni e tenendolo più lontano possibile dalla fossa. Ora purtroppo non abbiamo tempo da perdere. Le condoglianze dovranno venir posticipate. Potrebbero esserci dei sopravvissuti qui in giro, ed i suoi compagni sono chiaramente da qualche parte, forse catturati. Ogni secondo perso a contemplare la morte dei suoi cari e conoscenti, rischiamo di perdere ulteriori vite. Se vuole davvero far qualcosa per la sua gente, inizi a dirmi tutto quello che può su ognuno dei clan che vive in questa foresta. Era chiaro a tutti che ciò che era successo non poteva essere un incidente o una creatura di quel posto, l'unica spiegazione erano dei nemici interni. Siamo ancora in tempo. Possiamo ancora salvare il resto del suo clan. Ma per farlo dovrà restare lucido e collaborare. Sono stata chiara? Il tono era severo, adatto alla gravità della situazione. Non avrebbe mai sottovalutato la pressione psicologica che un evento del genere poteva causare, tuttavia non poteva permettersi di perdere tempo prezioso, o tantomeno un prezioso alleato che conosceva bene la zona, la gente, e qualsiasi cosa avesse potuto scatenare quel conflitto. Ci pensi bene. Questo è un attacco premeditato da parecchio tempo, da ben prima che lei partisse per il villaggio. C'erano problemi con qualche clan? C'erano scontenti da qualche parte? Ho bisogno di sapere ogni cosa riguardo il rapporto tra clan. Ormai credo che lei possa fidarsi molto più di noi che degli animali che hanno provocato tutto questo.
     
    .
  9.     Like  
     
    .
    Avatar

    Magistra Vitae

    Group
    Giocatori
    Posts
    828
    Reputation
    +91

    Status
    Offline

    Il legno della vita


    5

    La notte passò senza problemi e le precauzioni adottate dal gruppo si rivelarono, fortunatamente, superflue. Alle prime luci del sole trovarono un agitato Ukoi ad attenderli sulla soglia della locanda, con già lo zaino in spalla. Era evidente che non volesse perdere neppure un momento, ed in qualche modo Harumi poteva capirlo. Dopo tanti mesi lontano da casa, in ansia per la sorte dei suoi familiari, anche quell'attesa di poche ore doveva sembrargli un'agonia.

    Se li avessero incaricati di raggiungere il centro della Foresta della Vita da soli, avrebbero fallito. Non c'era un modo gentile per dirlo. La vegetazione non era semplicemente incolta, ma appariva addirittura ostile. Nessun percorso si sarebbe aperto per degli estranei come loro se non avessero avuto il falegname come guida. E dire che Harumi ed Hebiko erano abituati al Bosco dei Sussurri, che in quanto a pericoli era ben peggiore!

    Ad un certo punto Satoru, al quale la ragazza si era tenuta vicina dopo avervi fatto coppia il giorno precedente, si fece serio in volto, ed osservandolo notò come al colorito fino a quel momento vivace si fosse sostituito un grigio pallore. Che non stesse bene era evidente, perciò gli si avvicinò chiedendogli dolcemente se desiderasse sedersi un attimo. Il malore sembrò passargli senza motivo così come era venuto, ma il cerchio nero intorno agli occhi diceva che era stremato per l'esperienza.

    Alla fine dopo un breve conciliabolo decise di ritornare alla locanda, più che altro temendo di essere un peso morto per loro. L'otese, che pure era preoccupata nel lasciarlo andare da solo, alla fine dovette cedere. Avevano una missione da portare a termine, e Satoru sembrava in grado di arrangiarsi nonostante la fatica. Ciò nonostante Harumi pregò in silenzio che non gli succedesse niente mentre lo osservava allontanarsi [Nota]Parte concordata con il QM per giustificare l'assenza del player..

    Dopo essere rimasta da sola mentre tutti gli altri procedevano accoppiati, Harumi si mise a rimuginare sulle parole della loro guida. Aveva nominato diversi clan, ma tutti facevano capo al clan Mori, che doveva essere la casata principale, o meglio quella dei fondatori. Eppure, da quello che aveva letto nel libro, il clan era stato fondato un gruppo di ninja durante una missione, circa centocinquanta anni prima. Anche volendo considerare l'antichità del tomo, a voler essere larghi, si potevano contare sei, forse sette generazioni. Erano sufficienti per creare così tanti sottogruppi? O c'era dell'altro?

    A tale riguardo giunse a proposito la domanda di Fudoh, il ninja medico di Kiri. La giovane si avvicinò ad ascoltare, interessata, e nel farlo scambiò uno sguardo ed un sorriso con il ragazzo sunese dai capelli tanto particolari. Anche lei, in realtà aveva delle ciocche bianche, comparse dopo essersi immersa completamente nel chakra del bakeneko, ma le teneva nascoste tingendosi i capelli ad intervalli regolari, quando nessuno la osservava. Così le era stato consigliato da Matsumoto. La mamma di casa Mikawa la prendeva in giro dicendo che era troppo giovane per avere già i capelli bianchi, ma probabilmente la sua preoccupazione era un'altra.

    In ogni caso Masayoshi, questo era il suo nome, aveva accettato con riconoscenza il cibo che aveva condiviso con lui, e nonostante Harumi avesse ribadito più volte che si trattasse di una sciocchezza, continuava a dirle di doverle un favore. Alla fine aveva ceduto, accontentandolo. Sembrava una persona per bene in fondo, così come Fudoh. Non altrettanto poteva dire di Youshi, ma non le dispiaceva avercelo intorno, anzi. Il loro piccolo scontro dimostrativo aveva lasciato una buona impressione sulla kunoichi, che avrebbe voluto conoscerlo meglio.

    Si chiama Koinu? Che carino!

    Nonostante tutto ciò che aveva passato, Harumi rimaneva una ragazza alla scoperta del mondo. Anzi, proprio a causa dell'infanzia innocente che le era stata sottratta a volte sembrava addirittura più entusiasta di quanto era lecito aspettarsi da un ninja della sua esperienza. Gli animaletti pelosetti non facevano eccezione.

    Mi hanno detto che una volta avevamo delle donnole una volta alla Villa, ma ora se ne sono andate prima che arrivassi... Peccato, mi sarebbe piaciuto coccolarne una...

    La fanciulla allungò una mano verso il piccolo roditore, ma la ritrasse esitante, ricordandosi dell'educazione giusto in tempo.

    ...dici che posso?

    Il primo cerchio era un posto delizioso. La luce che filtrava tra le chiome degli alberi secolari creava uno stupendo gioco di ombre sugli intarsi che adornavano ognuna delle dimore presenti. Chi parlava di rapporto simbiotico con la natura doveva avere in mente un paesaggio del genere. Tuttavia l'idilio durò poco più di un minuto. Non servivano i sensi affinati del gruppo di ninja per comprendere qualcosa non andava. Nessuno rispondeva ai richiami del loro accompagnatore. Anzi, per essere precisi non si udiva il suono di anima viva.

    Subito dopo il falegname, che era corso in avanti preoccupato, fu Harumi con il suo olfatto sviluppato a notarlo. Non poteva sbagliarsi, c'era cresciuta in mezzo. Quello era odore di morte. E del tipo peggiore. Lesta, la ragazza l'aveva seguito, ma quando lui si gettò in mezzo alla fossa lei rimase sull'orlo ad osservare la scena con occhi di ghiaccio. Aveva già visto una scena simile, nel villaggio dove era cresciuta, sopportata a stento e tacciata di essere un mostro. Alla fine lo era diventato davvero un mostro, ed ora quel villaggio non esisteva più.

    Harumi osservò le diverse reazioni dei suoi compagni di squadra con un certo distacco, quasi che la faccenda non a toccasse. Il povero sunese era davvero un bravo ragazzo, tanto da rimettere la colazione di fronte a quell'opera da macellai. Gli altri furono forse più professionali, ma meno umani. Fudoh parlò per primo, quasi come se Ukoi non potesse sentirli. In effetti, di certo aveva altro a cui pensare. Hebiko reagì prontamente, atteggiandosi a caposquadra, ruolo che le era stato provvisoriamente affidato. Per prima cosa bloccò l'uomo, impedendo che si facesse del male, poi diede ordine di cercare sopravvissuti. Solo a quel punto Harumi si fece avanti.

    Sopravvissuti? Che pensiero ottimistico. Questo non è un incidente, è un'esecuzione.

    La ragazza saltò nella fossa senza timore di sporcarsi ed avanzò tra i cadaveri con una tranquillità disarmante. Non era la figlioccia di Eiatsu per nulla. Avrebbero notato però come avanzasse con la massima attenzione, evitando di schiacciare dove possibile i corpi martoriati e spostandoli delicatamente fino a raggiungere il boscaiolo.

    Ukoi-san. Sono io, Harumi. Portiamo fuori la sua famiglia.

    Gli avrebbe parlato con un tono docile, rassicurante, quasi a volerlo cullare. Avrebbe atteso che l'uomo gli indicasse i corpi per poi prenderne tra le braccia uno e accomodarlo al di fuori della cumulo di cadaveri. Mentre lo stringeva al sé, non poté evitare di studiarlo con occhio attento, come l'eliminatore di Oto le aveva insegnato [Abilità].

    Fudoh-kun, prima di andartene vorrei anche il tuo parere da medico. Quanto tempo credi sia passato dalla morte? Il tempo negli ultimi giorni è sempre stato bello, quindi niente pioggia.

    Insieme forse avrebbero potuto stabilire una data presunta per quella carneficina grazie alle loro abilità combinate. In ogni caso dubitava che si trattasse di poche ore o anche pochi giorni, si trattava di un lavoro lungo, per il quale occorrevano molto tempo o molte persone. E proprio questo le diede da pensare. Non avevano avuto sentore lungo il cammino, e neppure in precedenza mentre si trovavano al villaggio, che fossero passati dei gruppi di soldati o ninja di recente diretti verso la foresta. Sembrava quasi un lavoro interno.

    Ukoi-san, la mia collega ha ragione, non abbiamo molto tempo. Tuttavia potremmo eseguire i riti funebri almeno per i suoi cari. Siete soliti seppellirli, o cremarli? Le darò una mano a ricomporre i loro corpi, in modo che possano trovare un po' di riposo...

    Avrebbe scambiato una dura occhiata con la Vipera del Suono, la quale stava soprassedendo con eccessiva facilità al dolore dell'uomo. Avevano visto già il giorno precedente quanto forte fosse il suo legame con i famigliari, al punto da fargli abbandonare il suo ruolo di intermediario. In quelle condizioni non gli sarebbe stato di nessuno aiuto. Se invece fossero riusciti a calmarlo, alla sofferenza avrebbe fatto posto la rabbia. E quella potevano usarla.

    Ovviamente Harumi non era così cinica, ma se ci fosse stato da discuterne quelle sarebbero state le argomentazioni rivolte alla capogruppo. Lo faceva perché era la cosa giusta da fare. Dal canto suo, non provava certo tristezza per la morte di persone che non aveva mai conosciuto, ma vivo dispiacere per l'uomo che li accompagnava, unito ad una sensazione di fastidio a cui non riusciva a dare un nome. La morte e la vita erano facce della stessa moneta, ma il rispetto, tanto per i vivi quanto per i morti, era un'altra questione. Era stato Eiatsu ad insegnarlelo durante uno dei lunghi monologhi che il jonin teneva davanti al tavolo delle autopsie.

    Nel frattempo, l'assassino della Nebbia non aveva proferito parola con nessuno, e la faccia immersa nella penombra impediva di scorgerne qualsiasi espressione. Forse stava studiando i corpi con un'attenzione accademica, o forse era altrettanto disgustato da quello scempio. Alle direttive di separarsi mosse appena il capo, aspettando di vedere la direzione presa dai compagni prima di scivolare tra le ombre, inoltrandosi nel villaggio.

    Proseguendo non visto per la via principale, avrebbe cercato di udire o scorgere qualsiasi presenza fuori posto, o minaccia in agguato. Giunto di fronte alla casa del capoclan vi si sarebbe introdotto dopo una rapida perlustrazione dei dintorni per escludere seccature dalla prima finestra aperta, non volendo passare per precauzione dalla porta. Immerso nel suo elemento naturale, che regnava sovrano nel luogo, l'avrebbe interrogato, alla ricerca di indizi. Tracce di collutazione o di sangue, altri cadaveri, documenti o note scritte fuori posto, partendo da quello che doveva essere lo studio della carica più alta del primo cerchio [Abilità]In caso di pericolo o se percepita una presenza attiva la TS ed utilizza Occultamento Perfetto e Furtività bonus.. Qualsiasi cosa utile, insomma, per capire che diamine fosse successo in quel posto [Nota]Autorizzato dal QM a sfruttare il personaggio come un PNG per questo giro, non potendo il player postare..
     
    .
  10.     Like  
     
    .
    Avatar

    Il Fiore Lupo

    Group
    Giocatori
    Posts
    1,199
    Reputation
    +117

    Status
    Anonymous

    La Bilancia Nera
    Parte VI






    Le domande di Fudoh

    Le domande che pose Fudoh al falegname di frode furono molto specifiche e misero visibilmente in difficoltà l'uomo, il quale tuttavia cercò in qualche modo di rispondere: - Sì, diciamo di sì. Esistono vari tipi di Alberi della Vita, essi sono classificati in base all'età. Più è anziano più è pregiato. E più è pericoloso, nel senso letterale del termine ed è questa la caratteristica distintiva principale. Tentare di abbattere un albero vecchio significa sfidare la morte. Il Clan Mori è l'unico in grado di sfruttare il legno vivo senza rischiare troppo. Io stavo andando in cerca di un albero giovane, che è quasi indistinguibile da un albero comune. Ma a mio malgrado la corteccia si è ribellata lo stesso. - concluse deluso.

    Alle domande invece sulla divisione del Clan Mori Ukoi fu alquanto schivo e rispose alla stessa maniera di Hebiko nei confronti di Fudoh. Aggiungendo nessun altro dettaglio rilevante.


    Primo Cerchio

    La disperazione in quel primo cerchio era sicuramente il sentimento predominate; una sensazione che proveniva da una sola persona, il fidato falegname, ma talmente forte da superare qualunque altro pensiero, reazione od opinione. Solo l'odore di morte era tale da eguagliare il terrore negli occhi dell'uomo. Vani furono i tentativi di calmarlo o di ragionare, quantomeno a parole. Né Hebiko né Harumi furono in grado di distogliere l'attenzione dell'uomo dai propri famigliari mutilati e morti. In quei frangenti, spezzandosi le unghie e sporcandosi fino ai gomiti di fango e residui era Ukoi era riuscito a raccogliere vicino a sé sua moglie e un suo figlio, Rikki, abbrancandoli verso di sé. Sussurrava piano, pronunciando parole indistinguibili. Solo per un attimo Harumi riuscì a distogliere l'attenzione dai propri cari per Ukoi, nel momento stesso in cui propose l'adempimento di un rito funebre per tornare subito dopo verso sua moglie, dondolando avanti indietro con il cadavere della sua amata - Kaede...Non è morta, Rikku e Tosu non sono ancora morti. - sarebbero state le sue uniche parole. Doveva ancora realizzare l'incubo ed era evidente che avrebbero dovuto rischiare di più, se avessero voluto veramente ottenere qualche reazione razionale e logica da parte di Ukoi, le semplici parole non lo avrebbero mai strappato dal dolore della perdita. Almeno per un po'. Anzi avvicinarsi di nuovo avrebbe significato un rischio per i Ninja, Ukoi infatti avrebbe reagito con violenza tentando di spingere con una sola mano lontano chiunque si fosse appropinquato a lui e a suoi cari. Non era un gesto malvagio, ma protettivo caratterizzato da una forza tremenda. Eppure era la loro guida, senza di esso proseguire sarebbe stato terribilmente più complesso.

    Tuttavia nel frattempo i Ninja non rimasero impassibili e si mossero per cercare indizi e possibilmente colpevoli. Youshi, insieme all'evocazione di Hebiko, si diressero verso la casa del Capoclan. La porta era spalancata ed entrare quindi non sarebbe stato un problema, la casa era ovviamente stata costruita in legno e le rifiniture, i mobili e l'ambiente in generale richiamavano una cura e qualità maggiore rispetto al resto, delle comunque rispettabili, case del villaggio. Certo, questo se non fosse stato che l'intera abitazione era stata messa sotto sopra. Segni di lotta erano evidenti, e un braccio mozzato ovviamente dal corpo proprietario si trovava a terra quasi sulla soglia di ingresso. La mano era ancora stretta sull'accetta decorata. Schizzi di sangue erano presenti un po' ovunque. Non sarebbe stato difficile capire che si trattava di persone diverse. Forse il Capoclan era riuscito a difendersi in qualche modo prima di soccombere. Tuttavia i sensi acuti del rettile avrebbero dopo qualche momento percepito qualche movimento, forse. Un flebile respiro che proveniva da sotto il pavimento in cui si trovavano. Eppure non sembravano esserci passaggi o botole, se non qualche piccolo spiraglio dove giusto un filo di luce passava. Solo osservando bene in quel gioco di luci e ombre la coppia avrebbe potuto osservare qualcosa muoversi, una figura scura. Piccola, sicuramente, ma indifesa? A loro la scelta su come agire.

    Fudoh e Masayoshi invero dividendosi dal gruppo e formando nuovamente una coppia si diressero verso est e per il Genin di Suna grazie alle sue abilità non fu affatto notare diversi particolari. In primo luogo il più evidente è che era tutto in disordine. Le porte di ingresso delle case erano state in alcuni casi divelte, in tutti gli altri aperte. All'interno apparentemente, neppure concentrandosi sui propri sensi, era presente qualcuno. In alcune case erano visibili segni di lotta, con varie macchie e schizzi di sangue sparsi per le pareti o per terra. Il sangue, così come i cadaveri, era ormai secco e Fudoh grazie alle sue abilità mediche avrebbe sicuramente stimato che erano passate almeno ventiquattro ore dall'ecatombe. Sicuramente il dettaglio più incisivo sarebbe stato colto da lì a poco, ovvero al margine delle case avrebbe chiaramente distinto delle impronte. Non sarebbero servite grandi abilità visto che nessuno si era premurato di nasconderle. Erano ben sedici impronte, quindi di sedici persone diverse. Alcune sicuramente di donna, altre pure di bambini. Tutte le impronte provenivano da una sola direzione che provenivano dal limitare del bosco e si muovevano verso il villaggio. Le impronte poi portavano agli ingressi delle prime case raggiungibili dalla foresta per poi disperdersi successivamente nelle strade principali. Comunque non sarebbe stato affatto difficile seguire le impronte verso e all'interno della foresta, ammesso che avessero voluto.

    Forse qualcuno dei Ninja presenti si sarebbe messo a contare i morti, e nel caso fosse riuscito a collegare il numero dei cadaveri alla quantità di abitazioni presenti in quel villaggio si sarebbe presto accorto che le case, e di conseguenza il numero di nuclei famigliari presenti, era di gran lunga superiore al numero di morti. Ammesso e non concesso dunque ci sarebbe stato da chiedersi dove era finito il resto del villaggio.

    Il suricato invero concentrandosi con le sue abilità avrebbe realizzato ben altre informazioni. Laddove era stata scavata la fossa e gettati bambini e madri a fianco l'evocazione avrebbe notato la presenza di numerose impronte che si disponevano in maniera alquanto caratteristica. Qualcuno era riuscito a mettere a disporre in fila indiana tutte le persone che non erano state massacrate e da quel punto la fila aveva iniziato a muoversi dirigendosi verso l'interno della foresta. Una scia di impronte che non sarebbe stata per nulla difficile da seguire per il surricato, e di conseguenza per il resto dei Ninja. E ad analizzare le impronte sembrava un miscuglio di persone, maschi femmine e bambini. Indistintamente. Dove stavano andando?

     
    .
  11.     Like  
     
    .
    Avatar

    Group
    Fan
    Posts
    339
    Reputation
    +70

    Status
    Offline

    La bilancia nera


    V

    La strage che trovammo in quel villaggio era stata perpetrata con grande crudeltà. I cadaveri, o quanto meno una parte delle vittime, erano stati ammucchiati in quella fosse comune in cui Ukoi si era tuffato a cercare i propri cari. La fossa, larga e profonda, era ricolma di corpi mutilati e lì, con le mani che sembravano badili, spostava arti e busti, sporcandosi di fango misto a sangue.
    Serrai la mascella percependo solo in quel momento l'odore di decomposizione nell'aria, lo sguardo si perse per un attimo nella disperazione della nostra guida, fu difficile non empatizzare il suo dolore. Alzai lo sguardo verso i miei compagni partendo da Fudoh, sebbene la situazione fosse drammatica, non potevamo permetterci di rimanere con le mani in mano, c'erano prove da trovare e avevamo bisogno di una visione più chiara dell'insieme. Per questo apprezzai quando, rapidamente, ci dividemmo le aree del villaggio da studiare.

    Non potei nascondere uno sguardo schifato vedendo l'evocazione dell'amministratrice di Oto: un lungo serpente blu si presentò a noi dopo che la tipica nuvoletta di fumo si dissolse. Il motivo non mi era chiaro, fin dalla tenera età erano creature che mi mettevano un profondo disagio, la paura l'avevo superata la prima volta che avevo schiacciato la testa ad una vipera, ma il senso di orrore e schifo non mi aveva mai abbandonato. Forse per il modo in cui strisciavano a terra, oppure il corpo viscido e squamato.
    Non potei fare a meno di arricciare il naso quando venne affidato alla mia compagnia, feci un cenno di assenso e, senza dire una parola, iniziai a muovermi verso la casa del capo villaggio.

    Quella foresta, le cui ombre degli alti alberi si proiettavano sulle case ammucchiate in qua e là, teatro di una cruenta strage, richiamavano un sentimento conturbante. Perché, se da una parte, l'immersione in un ambiente non contaminato dal perfido trascorrere della storia riproduceva la calma di un paradiso terrestre, un locus amoenus, dall'altra, la lotta e il sangue riportavano i segni di quella crudele realtà a cui ero solito, non solo ad assistere, ma esserne fautore.
    Riconoscere la casa del capo villaggio fu tutto sommato semplice, si ergeva sulle altre ponendosi in mezzo ai due complessi abitativi che formavano il paese. Inoltre, dopo uno sguardo più accurato degli interni e della facciata, era facile notare piccoli accorgimenti e intarsi nel legno che la rendevano più autorevole delle altre.
    A darci il benvenuto fu un braccio mozzato la cui mano reggeva ancora un'ascia con cui, probabilmente, il proprietario aveva provato a difendersi dall'aggressione. Erano presenti diversi schizzi di sangue sulle pareti, per la quantità di questi e le diverse inclinazioni con cui si erano seccati, era facilmente deducibile che appartenessero a persone diverse. Il mobilio, d'altra parte però, a parte il risultato della lotta all'interno del locale, non aveva ricevuto alcun trattamento particolare dal vincitore, prova che non stessero cercando qualcosa; o che, quanto meno, quello che stessero cercando non era un oggetto.

    Con poche parole sibilate, a cui risposi serrando le mascelle mentre la pelle mi si accapponava, la creatura di Hebiko mi riferì che vi era un superstite sotto di noi. Feci un cenno con il capo quando, porgendo maggiore attenzione, potei notare delle luci e delle ombre tra le travi. Quindi, parlando con un tono sufficientemente alto nella speranza di venire sentito, gli risposi Ottimo, avvisa Hebiko. E fai chiamare subito Ukoi, avvisali che c'è un superstite
    Una volta che il serpente si fosse allontanato dalla casa, mi sarei avvicinato a quella fessura, non avevo la possibilità di capire di chi o di che cosa si trattasse, nemmeno se si trattasse di un nemico o di un effettivo superstite. Quindi, posizionatomi sull'uscio della porta, temendo possibili attacchi che difficilmente avrei potuto prevedere provenienti dal pavimento, parlai cercando di assumere un tono rassicurante in attesa che venissi raggiunto dalla nostra guida. Ehi lì sotto, sono Youshi un ninja di Kiri. Siamo stati chiamati da Ukoi, che come saprai si occupava della relazioni con l'Accademia, perché temeva che qualcosa di brutto stesse per succedere nel suo villaggio feci una pausa in onore dei morti Ci dispiace essere arrivati troppo tardi, avremmo voluto aiutarvi. Comprendo che tu possa diffidare di me e pensare che possa essere un tranello, per cui aspetteremo Ukoi che potrà darti ogni spiegazione Quindi attesi, cercando di percepire eventuali movimenti provenire dal piano sotterraneo.
    Avevo valutato la possibilità di teletrasportarmi, grazie alla tecniche segrete del mio clan, nel piano sotto. C'erano delle ombre che facilmente avrebbero potuto farmi da ponte, ma non avevo intenzione di correre il rischio di rimanere intrappolato in un ambiente a me totalmente sconosciuto. Inoltre sarebbe stato avventato e la persona lì sotto avrebbe potuto considerarlo un'aggressione, per questo motivo mi decisi ad aspettare.



    Edited by Youshi2 - 16/10/2020, 00:26
     
    .
  12.     Like  
     
    .
    Avatar

    Group
    Giocatori
    Posts
    3,905
    Reputation
    +188

    Status
    Online

    Sopravvissuti


    VIII




    Nonostante lo shock, tutto il team fu in grado di organizzarsi decentemente. Harumi preferì aiutare Ukoi, sostenendo che la ricerca di sopravvissuti fosse una perdita di tempo. C'è sempre un assassino più stupido degli altri. E una vittima più furba. Dobbiamo solo sperare che questa non sia l'eccezione. Commentò brusca, ben più concentrata a come rendere Ukoi nuovamente produttivo.

    Con una mano tra i capelli, iniziò a camminare in tondo, nervosa, cercando di pensare ad una soluzione. Venne interrotta dalla sua vipera, tornata con un'ottima notizia: c'era un superstite. Sperando che il sunese e il kiriano tornassero a far rapporto prima di inoltrarsi nel bosco in solitudine, avrebbe avuto ulteriori prove di ben più di un sopravvissuto. Voltandosi per qualche istante verso la compagna otese, con una chiara espressione di vittoria, si precipitò da Ukoi, dandogli la buona notizia. C'era la possibilità che all'uomo non interessasse di altri sopravvissuti, avendo ormai perso quelli che per lui erano troppo importanti. Hebiko alzò la testa verso la fossa, sospettosa. Aveva una teoria. In cui credeva molto poco. Che si sarebbe probabilmente rivelata sbagliata. Ma che avrebbe finalmente reso il falegname nuovamente utile. Harumi. Vai ad aprire uno dei cadaveri. Tenendosi il falegname alle spalle, in modo che non potesse vederla in volto, si limitò a fare l'occhiolino alla genin, sperando che fosse sveglia abbastanza da reggerle il gioco. Ukoi, penso che questi cadaveri potrebbero essere dei falsi. E' difficile averne la certezza assoluta senza un vero e proprio laboratorio e ben più tempo per valutarlo, ma gli indizi che abbiamo intorno rendono questa fossa molto sospetta. Si chinò verso di lui, scostandolo con gentilezza dal cadavere che teneva tra le mani. Forse questi sono solo pupazzi lasciati come esca. La tua famiglia potrebbe essere ancora salva, ma non sappiamo quanto tempo gli resta. Dobbiamo agire in fretta.

    Se la sua teoria lo avesse aiutato a riprendersi, pur alimentando forse false speranze, lo avrebbe fatto alzare e si sarebbero immediatamente diretti verso Youshi. Prima di partire avrebbe dato un'ulteriore ordine al resto del team. Non inoltratevi nel bosco, senza Ukoi potremmo finire male. Potete però mandare le vostre evocazioni in avanscoperta. Allungò il braccio, lasciando strisciare la sua vipera verso di loro. Aoda, fà quello che ti dicono. Potete continuare ad esplorare liberamente il villaggio. Ma al nostro ritorno voglio trovarvi tutti qui.

    L'entrata nell'edificio fu preceduta da un braccio mozzato, che scostò leggermente con un piede. Fantocci, ragazzone. Ricordati che potrebbero essere solamente ammassi creati artificialmente. Arrivata da Youshi, gli avrebbe chiesto un breve riassunto della situazione, avvicinandosi poi quieta alla fessura. Hm. Potrei infilarci il braccio con facilità, ma potrebbe essere un'esperienza traumatica. Ukoi? Riconosci questa persona? Gli avrebbe dato la precedenza, facendo sì che i due si vedessero. Poteva sempre aggiungere dettagli, per cercare di convincere chiunque fosse lì sotto a mostrarsi. Sappiamo che ci sono dei sopravvissuti. Vogliamo solo avere più dettagli possibili sulla faccenda prima di inoltrarci. Non vogliamo certo finire vittime anche noi e vanificare ogni speranza di riportare tutti indietro sani e salvi. Per il resto avrebbe atteso, paziente, che Ukoi riuscisse a convincere quella persona ad uscire dal suo nascondiglio, ora al sicuro.
     
    .
  13.     +1   Like  
     
    .
    Avatar

    Group
    Fan
    Posts
    455
    Reputation
    +85

    Status
    Offline

    Tracce e sopravvissuti


    Chapter VIII



    Dimenticare ciò che aveva visto sarebbe stato impossibile.
    Teste mozzate, arti strappati, squarci così profondi da solcare le ossa, sangue a fiotti...troppo anche per qualcuno che aveva vissuto le bizzarrie follie del demone che albergava dentro di sé.

    Da chi pensi abbia imparato.


    Il demone aveva iniziato a ridersela di gusto, soddisfatto che le fantasie usate per torturarlo si fossero trasformate in realtà in qualche zona del mondo.
    Ukoi era ancora lì dentro, distrutto nell'animo e nel corpo. Riusciva a sentire le sue urla strazianti, il rumore secco del suo cuore che si sbriciolava come un grissino secco al sole. Non aveva mai sentito qualcuno piangere in quel modo. A ripensarci, nemmeno Masayoshi aveva pianto così dopo essersi lasciato alle spalle il villaggio in fiamme.

    jpg



    Consapevole che il tempo fosse cruciale per poter raggiungere i nemici, il Genin si mise a lavoro per individuare tracce e informazioni su chi avesse compiuto quel massacro.
    Insieme a Fudoh si avvicinarono alle case costruite a Est, spazzate via dalla furia omicida che non le aveva risparmiate. Le porte erano state divelte e i mobili distrutti.
    Con il cuore sepolto da una tonnellata di apparente indifferenza, il sunese avanzò a passi misurati tra i resti delle case, scorgendo macchie di sangue, armi e vittime, uccise con colpi tremendi. Non si soffermò su di loro. Stava a Fudoh stabilire l'orario e la dinamica esatta della loro morte. Strinse con maggior forza l'elsa della sua scimitarra.
    Speriamo che Koinu trovi qualcosa di utile.
    Quando pensò di tornare dai suoi compagni a mani vuote, il suo piede destro calpestò della terra rialzata. Tra i fili d'erba piegati dal peso della rugiada, vi era un impronta umana.
    I suoi occhi verdi smeraldo si riempirono di speranza quando si accorse che tra la foresta e il centro del villaggio vi erano quasi un centinaio di orme, pari a quelle prodotte da circa sedici persone.
    mmmh però sembrano di bambini e donne. Il sorriso si trasformò in una smorfia di disappunto.
    Si guardò indietro, verso la cavità, poi le case, come se cercasse di ricostruire la storia delle orme sotto di sé, fino a quando Koinu non lo raggiunse, saltando sulla sua spalla.
    Vicino alla fossa ci sono impronte. I bastardi hanno disposto bambini, donne e uomini in fila indiana e li hanno portati nella foresta. Rivelò senza fronzoli.
    Li hanno visti morire.
    Io...penso di sì. La sua voce tremò. Doveva parlarne con la caposquadra e i suoi compagni.
    Prima che tu vada in avanscoperta, parliamone con Hebiko. Il suo ordine era stato chiaro: nessuno poteva allontanarsi dal centro non più abitato.


    Si diressero alla casa del Capoclan perlustrata dal kiriano, dove la caposquadra si era recata per un possibile sopravvissuto percepito dalla sua evocazione.
    Se Ukoi fosse stato con lei, Masayoshi si sarebbe chiesto come i suoi amici fossero riusciti a farlo rinsavire. Certo, sembrava un morto che camminava, ma era già un miracolo vederlo operativo.
    In religioso silenzio, curioso di capire chi fosse l'individuo e quali notizie avesse, il Genin avrebbe atteso che il presunto tizio nascosto si fosse palesato. In un attimo di calma, per non farsi sentire da Ukoi ( se fosse stato presente), a distanza di sicurezza, il Genin avrebbe rivelato alla Vipera ciò che avevano scoperto. [Abilità]

    Ci sono impronte di bambini e donne che dalla foresta arrivano al centro del villaggio. Sedici persone. E Koinu ha trovato altre impronte vicino alla fossa che da lì entrano nella foresta.
    Un po' contorto, ma non avrebbe saputo spiegarsi meglio.



    Chakra: 74.75/75
    Vitalità: 16/16
    En. Vitale: 30/30
    Statistiche Primarie
    Forza: 500
    Velocità:  500
    Resistenza: 500
    Riflessi: 500
    Statistiche Secondarie
    Concentrazione: 500
    Agilità: 500
    Intuito: 500
    Precisione: 500
    Slot Difesa
    1: ///
    2: ///
    3: ///
    Slot Azione
    1: ///
    2: ///
    3: ///
    Slot Tecnica
    1: ///
    2: ///
    Equipaggiamento
    • Scimitarra × 1
    • Shuriken × 4
    • Cartabomba I × 1
    • Kunai × 6
    • Rivestimento Mimetico × 1
    • Rotolo da Richiamo × 1
    • Tonico di Ripristino Minore × 1
    • Bende Rinforzate × 2
    • Corpetto in Cuoio × 1
    • Tonico di Recupero Minore × 2

    Note
    ///
     
    .
  14.     Like  
     
    .
    Avatar

    Falce dei Kaguya


    Group
    Y Danone
    Posts
    21,441
    Reputation
    +602

    Status
    Offline

    Tracce da seguire?


    O da interpretare?



    [Il giorno prima]

    Il vecchio falegname di frodo, non so se si possa dire in questo caso, ma lasciatemi passare il termine, ci spiegò qualcosa che mi lasciò incuriosito: gli alberi più anziani erano pericolosi in quella Foresta, l'albero giovane su cui aveva provato a lavorare si era "ribellato".
    Ora, sono un sostenitore di ogni forma di vita (o quasi) e non sono convinto che serva tagliare tutti gli alberi che la gente taglia, ma l'idea di un albero che si ribelli, per quanto giusta e corretta, mi sembra un pò, come dire, strana.
    Con questo pensiero in mente, e le altre informazioni ottenute, tornammo dal resto del gruppo assieme a Masayoshi-san.

    [Primo Cerchio]

    Il gigantesco falegname era disperato: in fondo perdere tutte le persone care era, di certo, un'esperienza traumatica, da sommare al modo in cui erano state perse tale persone.
    Intuivo il significato di una perdita simile, anche se non avevo mai sperimentato niente del genere, ma non era quello il momento per cercare di analizzare quel tipo di esperienze, avevo detto alla Rossa che serviva qualcuno empatico per parlare con Ukoi, proprio perché non riuscivo ad immaginare di provare qualcosa del genere, quindi avevo preferito andare alla ricerca di tracce con Masayoshi e qualcosa trovammo.
    Case in legno segnate dagli assalti, tracce di sangue, ormai rappreso, da un'intera giornata per quel che potevo intuire.
    Fossimo partiti ieri stesso, anziché fermarci nella cittadina fuori dal bosco, forse saremmo arrivati poco dopo la fine di questo... scempio., ammisi verso il mio amico sunese, mentre investigavamo, prima di notare una cosa che aveva visto anche lui: tracce.
    Erano diverse ed andavano verso le case, arrivando dalla foresta.
    Chiunque ha fatto tutto questo è arrivato dalla Foresta? Quindi i clan vicini?, fu il mio primo dubbio, poi iniziai a guardare bene le impronte, alcune erano più piccole delle mie, quasi tutte erano più esili, Masa-san, ma queste sono impronte di donne, o di individui comunque esili, più piccoli di me, o di te, per dimensioni. Donne e bambini possono aver fatto tutto questo?, chiesi al parigrado, prima che la sua evocazione ci desse ulteriori dati.

    Quando ci fossimo riuniti agli altri nella casa dove sembrava esserci un sopravvissuto, avrei atteso che Ukoi non fosse vicino e dopo le informazioni da parte di Masayoshi, avrei aggiunto anche io: Qui sembra che delle donne, o forse delle persone non adulte, arrivando dalla Foresta abbiano fatto questo... questa follia, e poi siano tornati nel bosco. Che ci possano essere dei dissapori fra i diversi sottoclan Mori? Anche se mi sembra una reazione un pò esagerata, qualsiasi sia il problema fra le varie famiglie., osservai, incuriosito di vedere se fosse stato possibile scoprire chi era il sopravvissuto.
     
    .
  15.     Like  
     
    .
    Avatar

    Magistra Vitae

    Group
    Giocatori
    Posts
    828
    Reputation
    +91

    Status
    Offline

    Il legno della vita


    6

    La macabra scena davanti ai loro occhi parlava da sé. La loro missione aveva appena subito una svolta inattesa, ma per il verso sbagliato. Chiunque avesse compiuto quel massacro andava fermato, prima che per gli abitanti della foresta fosse troppo tardi. Per poter procedere dovevano prima però tranquillizzare la loro guida. Ukoi non aveva accettato la sua proposta misericordiosa, rifiutando di riconoscere che i suoi cari non c'erano più. La respinse, nel tentativo insensato di difendere sua moglie e la loro prole. L'epitome di un uomo spezzato nello spirito. Harumi rimase impietrita, indecisa sul da farsi. A venirle in soccorso fu Hebiko e, sebbene la sua idea non le piacesse per niente, decise di darle corda, nella speranza di uscire da quella impasse.

    Con circospezione, dando la schiena al falegname in lutto e coprendo quindi col suo corpo la scena, congiunse la mani in segno di rispetto per lo sconosciuto che si accingeva a sbudellare, per il bene della loro missione. Piantò le punta del kunai nella carne già gonfia per la putrefazione. Era pronta a ciò che accadde, ma l'odore sopra ogni cosa le fece venire la nausea. Tuttavia si trattenne al meglio delle sue possibilità, senza dare a vedere il suo turbamento. Non appena fu sicura che la sua voce fosse abbastanza ferma, annuì come se avesse capito qualcosa, poi si voltò con finta sorpresa e sollievo [Abilità].

    Avevi ragione, sono finti! Volevano ingannarci!

    Per fortuna grazie a quel teatrino aveva perso sufficiente tempo affinché i compagni iniziassero a trasmettere i primi risultati delle loro indagini. Mentre Hebiko provvedeva a toglierlo dalla fossa, infatti, ebbero la conferma che mancavano all'appello alcuni degli abitanti. Non solo, ma che a giudicare dalle impronte raccolte intorno alla motta di cadaveri erano stati radunati da qualcuno dopo lo sterminio e costretti a inoltrarsi nel folto della vegetazione.

    Li hanno portati via, Ukoi-san! Dobbiamo seguirli, presto! Lei è l'unico che può salvarli!

    Continuando a recitare, la ragazza fece del suo meglio per proseguire nel suo inganno all'uomo. Si sentiva in colpa, ma era l'unica cosa che potevano fare per il momento. L'alternativa era abbandonarlo al suo dolore, ma tale scelta avrebbe compromesso il proseguo della missione. Certo, potevano provare a costringerlo, ma sarebbe venuta meno quella motivazione che l'aveva mosso a cercare il loro aiuto a discapito delle regole imposte dal clan. Ancora una volta in suo aiuto vennero i colleghi, portando notizia di un sopravvissuto, miracolosamente scampato alla furia omicida che aveva sconvolto l'abitato.

    Per fortuna, sono sicura che potrà esserci di aiuto a capire cosa è accaduto qui. Ukoi-san, andiamo ad ascoltare cosa ha da dirci!

    Avrebbe detto così, ma prima di allontanarsi si sarebbe posizionata al centro della fossa e, accertatasi che nessuno fosse troppo vicino, avrebbe composto due rapidi sigilli. Una coltre di cenere avrebbe ricoperto la buca senza però uscirne, e un istante più tardi un'esplosione sommessa avrebbe trasformato la motta di corpi in un'unica indistinta pira funeraria [Tecnica]. Questo ovviamente a patto che il boscaiolo avesse accettato, preso dalla disperazione, la loro stupida spiegazione che non si trattasse di vere persone ma di una distrazione lasciata lì a bella posta per spaventarli e impedirgli di proseguire le indagini.

    Le fiamme ardevano contenute dalla terra di riporto risolvendo diverse questioni, come quelle sanitarie e di rispetto per i defunti, ma soprattutto impedendo definitivamente all'uomo di controllare se le due otesi gli avevano detto quello che voleva sentirsi dire solo per farlo stare buono. Con agilità Harumi saltò fuori, soffermandosi ad osservare come il fuoco si propagava favorito dai vestiti ormai secchi e cercando di ignorare l'odore acre del fumo che le ricordava inopportunamente quello di una grigliata. Si sarebbe quindi unita al resto del gruppo, dirigendosi verso la casa del capovillaggio.

    Avrebbe lasciato agli altri il compito di occuparsi del sopravvissuto, nella speranza che ottenessero qualsivoglia informazione utile. Lei sarebbe rimasta fuori dalla porta a fare la guardia, nell'improbabile ma non impossibile caso che gli assalitori si facessero di nuovo vivi. Ne approfittò per scambiare due parole con il giovane sunese, sia per ingannare l'attesa che per fare il punto della situazione. O forse solo per stemperare il clima tetro calato sulla spedizione. Harumi cercò di dimostrarsi propositiva, anche se definirla allegra sarebbe stato fuori luogo.

    Masayoshi-kun, cosa ne pensi di questa situazione? Credo che seguire le tracce che avete trovato sia l'unica cosa fattibile. Dobbiamo fermare i colpevoli prima che la situazione peggiori!



     
    .
77 replies since 7/3/2020, 16:40   1694 views
  Share  
.