Sparring in Accademia

Erano le prime luci dell’alba quando un falco accademico apparve nel cielo grigio di Kiri, superando la cinta muraria e la postazione dove Ryuu svolgeva il suo lavoro di guardiano.
Dopo aver sorvolato il villaggio compiendo traiettorie circolari sempre più strette, con due battiti d'ali il volatile cambiò direzione e planò verso casa di Akarukimi.
Approfittando di qualsiasi pertugio, una finestra aperta, una porta socchiusa o nel peggiore dei casi il canna fumaria del camino, se fosse stato spento, il falco sarebbe piombato in casa del giovane Neo Genin.
Sulla zampa destra, sotto il piumaggio marrone bagnato dall'umidità che martoriava Kirigakure, il ragazzo avrebbe trovato una missiva a suo nome, che lo invitava a presentarsi tre giorni dopo nel cortile dell’Accademia, dove per anni aveva scorrazzato insieme ai suoi compagni di corso.

[…]

Yukine ricevette la stessa comunicazione e non ne fu entusiasta.
Non era un bel periodo per lui. Sua madre si era ammalata e lui era stato costretto a prendersi una pausa dalle attività ninja. Era giovane, giovanissimo e avrebbe avuto tutto il tempo per recuperare. A dire il vero, gironzolando tra i reparti dell’ospedale di Oto, il giovane aveva imparato molto sulla medicina. Un medico ninja gli aveva persino insegnato la tecnica delle mani curative.
All’Accademia non puoi dire di no. Si sentì dire da un funzionario, quando una mattina andò a chiedere informazioni sulla possibilità di rigettare l’invito.

Così, zaino in spalla e armi nella Sacca Porta Oggetti, Yukine raggiunse il luogo dell’incontro tre giorni dopo, in perfetto orario. Sistemò la borsa al lato di un albero e attese il suo avversario giocherellando sulla riva del lago artificiale costruito per gli addestramenti nei Suiton.
Quando il kiriano sarebbe arrivato in prossimità dello specchio d’acqua, piatto come una tavola, il giovane gli avrebbe rivolto un sorriso amichevole.
Ciao. Sono Yukine di Oto. Si presentò, con voce squillante tipica degli undicenni.
Vuoi iniziare subito? Dovrei tornare a casa il prima possibile perché mia madre sta male… Un velo di preoccupazione spense il suo sorriso. Se avesse avuto ricevuto una risposta affermativa, l’otese si sarebbe disposto a sei metri dal kiriano, con il lago alla sua sinistra.
Io sono pronto.